ilTorinese

Il pesce d’aprile elettorale in Riviera

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Il prof. Quaglieni

L’episodio è minimo e non meriterebbe attenzione, ma  esso è rivelatore di un protagonismo che giunge a beffarsi delle stesse  istituzioni, coinvolgendole in uno stupido scherzo del primo aprile. Le elezioni sono più che mai oggi  l’ultimo momento sacro  rimasto della democrazia,  riconquistata il 25 aprile 1945 al prezzo del sangue e del sacrificio  di tanti italiani. Le elezioni restano un momento solenne, l’unico nel quale il cittadino sovrano può decidere nel segreto dell’ urna e i partiti possono uscire anche  con le ossa rotte.  Ebbene, il 1 aprile, complice una giornalista che ha giocato  ingenuamente al facile  scoop, un gruppetto di burloni  -che si auto definiscono “monelli “armati  di fionda, malgrado l’età avanzata e quasi veneranda –  di Albenga, città nota per le sue torri medievali, ha annunciato la presentazione di una propria  lista comunale  con candidato sindaco  il loro “ducetto”, quel  Gino Rapa che lui stesso  con raffinata autoironia  si auto definisce “testa di rapa” titolo di un suo librino di grande successo entro le torri ingaune fino  a lambire la periferia di Borghetto Santo Spirito  e Ceriale.

Non è che la politica riesca ad attrarre molto  interesse ad Albenga perché i tempi di sindaci come Viveri e Guarnieri, citando solo due nomi, sono lontani. Il mestiere di sindaco è duro e poco ambito e i professionisti o i politici più capaci non si lasciano sedurre dalla fascia tricolore. Franco Vazio è l’unico parlamentare che ha saputo emergere, come  Marco Melgrati sindaco da quattro mandati ad Alassio. Ecco allora infilarsi il primo aprile  il burlone che, pur di apparire  sul giornale, si inventa, creduto, un nuovo listone civico con tutti i maggiorenti ingauni, capeggiati dal nuovo “candidato podestà” Rapa.
Si può scherzare di tutto, ma le elezioni non debbono prestarsi allo scherzo del primo d’aprile. Solo dei qualunquisti e populisti di pessima lega possono imbastirci su scherzi egocentrici che rivelano anche mancanza di totale fantasia. Così si divertono i monelli di Albenga specie se a Pasqua piove e sono costretti a stare a casa, senza poter  girare per gli amati  carugi.
Quello che è accaduto ad Albenga va citato come un  pessimo esempio di scherzo  in cui il provincialismo della corsa nei sacchi e dell’albero della cuccagna diventa una raffinatezza quasi parigina.
I tanti torinesi che sono rimasti a casa per Pasqua, devono sapere cosa si sono persi della vita rivierasca.

Ladro fruga nella borsetta, donna lo fa arrestare. Un agente ferito

Una donna che stava scendendo dal tram 4 vicino alla stazione Porta Nuova si è spostata per far passare un uomo. Questi, però, invece di salire sul mezzo, ha infilato le mani nella  borsetta e le ha preso il cellulare. La donna però è riuscita a riprenderlo. Una sua amica ha fermato una pattuglia della polizia e il borseggiatore è stato fermato in via Nizza dopo aver opposto resistenza. Uno degli agenti che lo hanno catturato  è rimasto ferito alla gamba. L’uomo aveva un coltello multiuso ed un oggetto metallico appuntito nelle tasche.

Venaria Reale, Torino e il Piemonte presentano la Grande Partenza del Giro d’Italia 2024

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A poco più di un mese dal via, il Piemonte si prepara ad accogliere l’evento sportivo più amato.

 

 Pronti, partenza, Venaria! A Venaria Reale, Torino e in tutto il Piemonte è iniziato il conto alla rovescia verso la Grande Partenza della prima tappa del 107° Giro d’Italia, prevista il 4 maggio da Venaria Reale per poi proseguire in tutto il Piemonte, un territorio che con la corsa rosa ha un legame particolare. Terra dei Campionissimi, il Piemonte offre al Giro alcuni degli scorci più suggestivi e delle tappe più coinvolgenti della grande corsa rosa.

 

Il Giro d’Italia è una grande festa che tocca tutti, non solo gli appassionati.

La partenza sarà il 4 maggio a Venaria, cuore regale del Piemonte, con la Reggia di Venaria Reale come palcoscenico d’eccellenza dell’avvio di gara. Il primo arrivo è previsto a Torino: una tappa che, secondo gli esperti del Giro, avrà un finale impegnativo che farà uscire allo scoperto i capitani.

A seguire ci saranno la San Francesco al Campo – Santuario di Oropa, a un passo da Biella (5 maggio), Novara – Fossano (6 maggio) e Acqui Terme – Andora (7 maggio) con il passaggio in terra ligure.

 

I 32 giorni che separano dalla Grande Partenza saranno costellati di appuntamenti pensati per scaldare i muscoli in vista della festa rosa.

Venaria Reale, già collaudata sede di grandi eventi di portata internazionale, nel 2025 sarà Capitale europea dello sport e propone un programma battente di iniziative aperte a tutti di avvicinamento allo sport: una vera e propria divulgazione sportiva che oltre ad animare il territorio offre l’occasione per creare aggregazione e benessere, sottolineando il connubio tra attività fisica e qualità di vita. Il primo appuntamento sarà la Città si veste di Rosa (venerdì 5 aprile) a cui seguono, ogni settimana, numerose iniziative. A chiudere il calendario saranno due giorni di festa: venerdì 3 maggio la Notte rosa seguita il giorno successivo dalla Grande Partenza e da un pomeriggio di musica nel centro cittadino.

Inoltre tutta la città è da settimane illuminata di rosa a partire dall’iconica Reggia fino ai luoghi più amati dai venariesi, come la piazza dell’Annunziata. Sulla facciata della scuola elementare De Amicis infine, campeggia il count down che segna il crescere dell’attesa.

 

Altri appuntamenti sono in programma in tutte le città del Piemonte toccate dal Giro e verranno presentati in un evento dedicato.

 

Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, e Fabrizio Ricca, Assessore regionale allo Sport: «La Grande partenza del Giro d’Italia rappresenta per il Piemonte un’occasione imperdibile e stiamo mettendo in campo tutte le nostre forze per renderla un evento unico, per gli atleti, per il pubblico, per le nostre comunità e anche per chi guarderà le nostre splendide terre in diretta da ogni parte del mondo. Il ciclismo è molto amato dai piemontesi, che si riconoscono nello spirito di sacrificio e nella tenacia dei ciclisti di oggi e dei tanti campioni che qui sono nati. Saranno quindi centinaia di migliaia le persone, di ogni età, che coloreranno di rosa le nostre strade, per questa grande festa di territorio. Proprio come accadrà il 1° luglio, con l’arrivo del Grand Départ del Tour de France. Questo è per il Piemonte un anno di grande sport, nel quale rafforziamo la nostra “patente” nell’organizzazione degli eventi sportivi internazionali: puntare su appuntamenti di tale livello significa accendere i riflettori su Torino e sul Piemonte, consolidare la nostra vocazione attrattiva che ci ha portato a chiudere il 2023 con oltre 16 milioni di presenze turistiche e generare ricadute economiche straordinarie, ma anche promuovere stili di vita sani e diffondere i bei valori dello sport».

 

Fabio Giulivi, Sindaco di Venaria Reale: «La terza volta del Giro d’Italia a Venaria Reale, la seconda come sede di partenza dell’intera manifestazione sportiva, è un’occasione straordinaria per la nostra Città. Un volano incredibile, come dimostrano i numeri illustrati da RCS in occasione della Festa dello Sport a Trento. La “Corsa Rosa” è un potentissimo strumento di valorizzazione territoriale ed economica: da una parte ci sarà l’opportunità di far conoscere le nostre bellezze a livello mondiale, anche grazie alla copertura mediatica dell’evento. Dall’altra ci sarà una importante ricaduta per il commercio locale. Tutta la Città è pronta per ospitare il Giro il prossimo 4 maggio. Questo anche grazie al lavoro dei nostri uffici e dei tantissimi volontari che hanno voluto dare il proprio contributo alla riuscita di questo meraviglioso appuntamento che ‘tirerà la volata’, per rimanere in tema ciclistico, all’inizio dell’avventura di Venaria Reale Città Europea dello Sport 2025».

 

Stefano Lo Russo, Sindaco di Torino«Per Torino accogliere l’arrivo della tappa inaugurale del prossimo Giro d’Italia sarà motivo di grande orgoglio e siamo certi che il 4 maggio sarà una bellissima giornata per i torinesi, pronti a dare il benvenuto agli atleti del Giro. La data è poi più che mai simbolica per la nostra città: la gara attraverserà Superga proprio nel giorno del 75esimo anniversario della tragedia del Grande Torino, unendo idealmente due tra le discipline sportive più popolari del nostro paese, il ciclismo e il calcio, con la storia di quei campioni indimenticabili».

 

Paolo Bellino, Amministratore delegato di RCS Sport, organizzatore del Giro d’Italia«La Grande Partenza del Giro d’Italia è sempre un momento speciale, è il segnale del “via” di quella che è la Festa di Maggio che unisce il paese. RCS Sport e la Regione Piemonte hanno agito in totale sintonia, a conferma dei rapporti eccellenti visto il rinnovarsi degli appuntamenti che ormai da anni vedono il grande ciclismo su queste strade. Il Giro d’Italia è di casa in Piemonte, così come lo sono le nostre classiche, la Milano-Torino e il Gran Piemonte. Venaria Reale, la cui Reggia è Patrimonio Unesco dal 1997 e che è già stata protagonista di una Grande Partenza nel 2011, vedrà l’inizio di una frazione a noi molto cara, con il passaggio a Superga a 75 anni dal tragico 4 maggio 1949. Il Grande Torino verrà celebrato sul colletto della Maglia Rosa, a unire due simboli dello sport italiano riconosciuti in tutto il mondo. Saranno tante inoltre le iniziative collaterali che coinvolgeranno la comunità per una Grande Partenza da ricordare».

Green communities, ecco la graduatoria

E’ stata pubblicata sul sito della Regione la graduatoria delle Green communities che hanno ottenuto il contributo di oltre 9,2 milioni di euro del Fondo per lo sviluppo delle montagne (FOSMIT).

Due milioni di euro ciascuno sono stati assegnati alle Gc “Maira Grana”, “Sinergie in Canavese” e “Valchiusella di acqua e pietra”, 1.967.800 alla Gc “Sesia Green”, 1.300.828 euro alla Gc “Valle Tanaro”.

Sono risorse che testimoniano l’attenzione per la montagna che ha caratterizzato la nostra amministrazione fin dall’inizio e che coniugano lo sviluppo del territorio con un approccio sostenibile e rispettoso dell’ambiente”- dichiarano il presidente Alberto Cirio ed il vice presidente ed assessore alla Montagna Fabio Carosso.

Anche le altre 7 Green communities che hanno presentato domanda ed il cui progetto è stato considerato ammissibile otterranno il finanziamento con lo scorrimento della graduatoria: la Giunta ha infatti già destinato ulteriori 9,6 milioni di risorse Fosmit 2023 per cofinanziare le proposte presentate.

Le Green communities sono le comunità locali che si coordinano per valorizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono (acqua, boschi e paesaggio) e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane.

Ogni “green community” deve obbligatoriamente comprendere il territorio di almeno 10 Comuni, garantire la contiguità territoriale ed essere costituita per almeno l’80% da Comuni classificati montani o parzialmente montani.

Gli enti capofila sono le Unioni montane, che hanno ricevuto il contributo per interventi finalizzati alla gestione integrata e certificata del patrimonio agro-forestale e delle risorse idriche, alla produzione di energia da fonti rinnovabili locali, allo sviluppo di un turismo sostenibile, alla costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture di una montagna moderna, all’efficienza energetica, all’integrazione intelligente degli impianti e delle reti ed allo sviluppo sostenibile delle attività produttive.

https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/bando-realizzazione-piani-sviluppo-green-communities

Nasce a Torino la Fondazione “Angelo Pezzana-Fuori!”

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Nei giorni scorsi è stata costituita a Torino la Fondazione Angelo Pezzana-Fuori!, con rogito del notaio Giulio Biino, attuale presidente del Circolo dei Lettori, intitolata al fondatore del Fuori!, il primo movimento omosessuale in Italia della storica libreria internazionale Luxemburg di Torino, con Guido Accornero del Salone del Libro.

La fondazione, fortemente voluta da Pezzana e dalle amiche e amici che fanno parte del consiglio internazionale del terzo settore, persegue gli intenti della fondazione Sandro Penna- Fuori!, che cesserà di esistere, dotandosi di una maggiore solidità economica e di una forma giuridica che le consentiranno di affrontare nuove sfide.

La fondazione, che non ha scopo di lucro e persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, opererà per conservare, valorizzare e incrementare l’archivio sulla storia LGBT. Si tratta di un patrimonio molto vasto, comprendente 4 mila volumi multilingue, 50 mila documenti più la rassegna stampa del movimento dal 1960 al 2019.

Per raggiungere i suoi scopi statutari si occuperà della gestione e dell’organizzazione di attività culturali, artistiche, ricreative e editoriali di interesse sociale e di promozione e diffusione della democrazia e della cultura dell’inclusione. Si prenderà carico dell’organizzazione del Premio fuori! In partnership con il Salone del Libro, l’unico in Italia a premiare opere letterarie che si ritiene incidano o abbiano inciso nel panorama della cultura LGBT nazionale e internazionale.

Socio presidente e fondatore è Angelo Pezzana, vicepresidente Maurizio Gelatti, giornalista e esperto di comunicazione. Fanno parte del consiglio di amministrazione Guido Accornero, l’attrice Anna Cuculo, già attiva nel Fuori! Donna e Maurizio Cagliuso, responsabile degli archivi del Fuori! Da più di vent’anni. Sindaco della fondazione è stata nominata l’avvocata Elisabetta Boffi.

 

Mara Martellotta

Il ministro leghista che fa la voce grossa, ma non decide

IL COMMENTO  di  Pier Franco Quaglieni

Che la scuola italiana  sia da gran tempo in crisi è cosa ovvia. Sono troppi anni che  non si fa nulla per rendere la scuola italiana almeno non  troppo distante dallo standard europeo. Con i docenti indottrinati che ha, più interessati  alla Palestina che all’uso del congiuntivo, non risulta semplice, ma anche chi governa  oggi la scuola non si rivela capace di provvedimenti di svolta  che diano segnali di speranza. Nella seconda repubblica ci saranno anche state delle buone intenzioni volte  finalmente cambiare la scuola italiana , ma nulla è stato fatto per far rinascere in Italia una  nuova scuola dopo le macerie del ‘68. Ci sono stati interventi intesi a privatizzare la scuola pubblica, volta ad avvantaggiare la scuola cosiddetta paritaria che continua  però a vivacchiare.
Nel campo universitario nulla  di nuovo, se non la nascita di  troppe nuove università private, molte  delle quali telematiche, con troppo facile riconoscimento legale dei titoli di studio .Ha incominciato la ministra Moratti e si è messa in luce la ministra Gelmini ,senza ottenere nulla di ciò che forse voleva raggiungere, creando in compenso forti reazioni polemiche che ne rivelarono la pochezza politica: la sua cultura era inesistente. La destra ha pensato che il mondo scuola fosse ormai un’ enclave della sinistra da abbandonare a se’ stesso, dimenticando la funzione centrale esercitata dalla scuola in un Paese civile  anche nel mondo dei social, anzi soprattutto in quel mondo devastante per un normale scambio civile di opinioni e per una formazione dei giovani adeguata.
I professori sono stati abbandonati a se’ stessi, anche se molti di essi sono una delle cause della crisi perché più politicizzati che preparati. L’attuale ministro dell’istruzione e del merito (un’aggiunta condivisibile se ci fossero serie  azioni coerenti e concrete per combattere il facilismo demagogico) si lancia in polemiche che si risolvono in una frettolosa marcia indietro perché si rivela sempre poco documentato e superficiale ,più’  alla ricerca di un titolo sui giornali che ad affrontare un problema. E’ un giurista universitario non di grande autorevolezza, a metà tra la destra e la Lega . Dice lui stesso che non ha nulla a che vedere con Gentile e c’è da crederci perché la riforma Gentile non ebbe eguali e Valditara è anni luce dal ministro che il 15 aprile venne assassinato sotto casa a Firenze da Gappisti sconfessati dallo stesso CLN. Valditara in tutti i sensi non è Gentile e non è gentile neppure nei modi ,anche se poi è costretto a indietreggiare in fretta.
Anche per la distribuzione degli stranieri nelle scuole ha toppato perché il loro numero molto alto e concentrato in alcune zone delle grandi città, non è comprimibile, come dice Salvini. Il problema è più vasto e riguarda la denatalità tra gli Italiani. Valditara parla, parla, ma poi non agisce. La scuola non può attendere le sue sparate, necessita di una riforma d’insieme per farla rinascere, malgrado una classe docente per lo più scadente e indottrinata  che potrebbe vanificare ogni sforzo perché si metterebbe di mezzo per sabotare, anche per nascondere la sua inadeguatezza culturale e professionale.
E’ un’opera ciclopica, quasi impossibile e Valditara non è l’uomo giusto ,come non lo fu la Moratti che per emergere deve  ancor oggi usare il nome del defunto marito: un fallimento come ministro e come sindaco di Milano .Si pone la necessità di un cambio il più rapido possibile: il ministro ha già dato in pochi mesi il meglio e il peggio di se’.  Andare avanti così non è più possibile .Abbiamo avuto alla Minerva il peggio del peggio anche con Renzi, Letta, Gentiloni e soprattutto Conte con una sua ministra davvero indimenticabile per i suoi banchi con le rotelle ed altre amenità.
Io ancora mi illudo che ci sia qualcuno nell’attuale  maggioranza che sia un po’ meglio di Valditara. A volte basta poco: un po’ di coraggio e un po’ di competenza  sono sufficienti  nel fare la differenza.

Distilleria ALPE, una storia piemontese

Borello Supermercati ha deciso di sostenere Distilleria ALPE accogliendo i suoi liquori sugli scaffali di diversi negozi, non solo per la matrice piemontese di quest’azienda ma anche per aiutarla a congiungere liquori dalle radici antiche con la modernità della spesa degli italiani ed in particolare dei piemontesi.

La Distilleria ALPE è stata fondata nel 1948 ma la sua storia inizia molto prima, da quando il suo fondatore Armando Calvetti, alla fine della Seconda Guerra Mondiale si laureò in chimica farmaceutica.

Tali studi lo introdussero alla botanica ed al suo impiego in campo liquoristico, da lì il passo verso la sua applicazione fu breve. Utilizzando come laboratorio la cantina della sua casa ad Ivrea iniziò a produrre liquori a base di erbe per amici e conoscenti, l’apprezzamento fu tale da spingerlo a fondare Distilleria ALPE, acronimo di Azienda Liquori Produzione Eporediese. A metà degli anni ’50 fu costruito uno stabilimento a Bollengo, un paesino vicino ad Ivrea, dieci anni più tardi ne fu costruito un altro ad Hône, in Valle d’Aosta; entrambi gli stabilimenti rimasero attivi fino alla fine degli anni ’90 quando per scelte commerciali si decise di spostare l’azienda definitivamente ad Hône.

Il prodotto di punta dell’azienda divenne il liquore di genepy il cui mercato di riferimento era la Valle d’Aosta che in quegli anni stava vivendo un boom turistico che portò al successo il genepy ed i liquori a base di erbe di montagna. Nonostante lo spostamento in un’altra regione, il legame con il territorio piemontese è rimasto forte soprattutto per le materie prime, sono infatti le valli Cuneesi e Torinesi come la Val Maira e la Val di Susa ad essere stati i pionieri della coltivazione del genepy. Questa pianta appartiene alla famiglia delle artemisie e la sua coltura non è affatto semplice, i campi sono situati tra i 1.700 e 2.200 metri di altitudine e l’uso di pesticidi è rigorosamente vietato.

 

Dal Piemonte provengono altre erbe preziose come assenzio, menta, achillea moscata, genzianella e fiori di stella alpina. Ad oggi Distilleria ALPE continua il suo percorso con il figlio, Fulvio Calvetti, il quale ricorda le serate trascorse in laboratorio con suo papà a testare nuovi liquori e amari a base di erbe. Col passare del tempo la passione crebbe fino ad affiancare il padre in azienda ed a rilanciare alcuni prodotti al fine di accompagnare il mercato degli alcolici verso i nuovi modi di degustazione. Oggi, ad esempio, il famoso Herbetet Genepy non viene degustato solo in maniera classica ma è spesso miscelato come aperitivo o in cocktail after dinner.

Borello Supermercati ha deciso di sostenere Distilleria ALPE accogliendo i suoi liquori sugli scaffali di diversi negozi, non solo per la matrice piemontese di quest’azienda ma anche per aiutarla a congiungere liquori dalle radici antiche con la modernità della spesa degli italiani ed in particolare dei piemontesi.

Eleonora Persico

La Reale Mutua Fenera Chieri ’76 cede 0-3 a Novara

1-1 e palla al centro. Al Pala Gianni Asti la Reale Mutua Fenera Chieri ’76 cede 0-3 all’Igor Gorgonzola Novara che pareggia i conti aggiudicandosi gara 2 dei quarti di finale dei Playoff Serie A1 Tigotà. La serie fra gaudenziane e chieresi si deciderà dunque mercoledì in gara 3 al PalaIgor.
Il punteggio è forse un po’ severo per le biancoblù che soprattutto nella seconda frazione (persa 30-32 dopo aver mancato tre palle set) vanno vicine a prolungare la partita, ma premia meritatamente la squadra di Bernardi che mette in campo qualcosa in più delle biancoblù, in particolare nelle fasi finali dei set. Per Chieri sprazzi di buon gioco alternati ad altri in cui peccano di precisione e lucidità, senza riuscire a mettere in campo l’energia di gara 1.
Il premio di MVP va a Markova che dà il cambio ad Akimova nel finale del primo set e sposta gli equilibri trascinando la sua formazione alla vittoria, risultando anche la top scorer dell’incontro con 22 punti. Da parte chierese le migliori realizzatrici sono Skinner (15) e Grobelna (13).

Reale Mutua Fenera Chieri ’76-Igor Gorgonzola Novara 0-3 (22-25; 30-32; 21-25)
REALE MUTUA FENERA CHIERI ’76: Malinov 3, Grobelna 13, Gray 5, Zakchaiou 5, Skinner 15, Kingdon 6; Spirito (L); Morello, Weitzel, Rolando, Anthouli 4, Omoruyi 2. N. e. Jatzko, Kone (2L). All. Bregoli; 2° Daglio.
IGOR GORGONZOLA NOVARA: Bosio 2, Akimova 3, Danesi 11, Bonifacio 6, Szakmary 10, Bosetti 10; Fersino (L); Markova 22, Chirichella, De Nardi. N. e. Bartolucci, Guidi, Kapralova, Buijs (2L). All. Bernardi; 2° Baraldi.
ARBITRI: Boris di Vigevano e Simbari di Milano.
NOTE: presenti 2496 spettatori. Durata set: 29′, 36′, 29′. Errori in battuta: 9-7. Ace: 0-5. Ricezione positiva: 72%-71%. Ricezione perfetta: 34%-30%. Positività in attacco: 41%-42%. Errori in attacco: 7-7. Muri vincenti: 14-11. MVP: Markova.

La cronaca
Primo set – Sul 3-3 c’è il primo break dell’incontro, lo realizza Novara che sale a 3-6 grazie agli attacchi di Szakmary e Danesi e all’errore di Zakchaiou. Time-out di Bregoli e al rientro Grobelna fa 4-6. Il distacco resta immutato fin quando da 8-11 Chieri recupera a 11-11 con i punti in attacco di Grobelna e Kingdon e l’ace di Grobelna. Le biancoblù passano avanti 14-12 dopo l’errore di Szakmary e il colpo di seconda di Malinov. Sul 16-17 l’attacco di Skinner e i muri di Gray e Skinner spingono Bernardi prima a inserire Markova per Akimova, poi a chiamare time-out. Le ospiti tornano in vantaggio 20-21 con un ace di Bosio e stavolta è Bregoli a fermare il gioco, ma il filotto ospite prosegue fino a 20-23. Sul 21-24 Skinner annulla la prima palla set, poi la stessa Skinner serve in rete e si va al giro di campo (22-25).

COMUNICATO STAMPA

Secondo set – Diversi errori chieresi non forzati facilitano il lavoro di Novara in apertura di set. Bregoli chiama time-out sul 4-7. Alla ripresa del gioco lo sviluppo del punteggio si fa più equilibrato. Da 7-11 (Markova) le chieresi recuperano a 10-12 (Skinner) e 13-14 (errore di Markova). Il pareggio si concretezza a 15 quando Gray mura Bonifacio. Un altro muro di Gray porta avanti Chieri 18-17. Sul 23-23 una difesa su servizio di Weitzel cade sulla riga dall’altra parte della rete dando la prima palla set a Novara, poi Markova sbaglia la battuta ed è 24-24. Le biancoblù annullano altri due set-point, quindi guadagnano il loro primo set-point su diagonale stretta di Skinner. Nell’azione successiva Markova attacca vicino alla linea laterale: l’arbitro fischia fuori, ma il videocheck corregge la decisione. Seguono il 28-27 di Weitzel, il 28-28 di Markova, il 29-28 di Skinner, il 29-29 di Danesi, il 29-30 di Bosetti e il 30-30 di Weitzel. Guadagnata la quinta palla set, Novara chiude infine 30-32 grazie al muro di Bonifacio su Kingdon.

Terzo set – L’esito del set precedente si fa sentire nella metà campo di Chieri. Sull’1-3 Anthouli dà il cambio a Grobelna. Novara sale a 2-6 (errore di Weitzel), le biancoblù tornano a contatto con due muri di Anthouli (7-8) ma le gaudenziane di nuovo aumentano il vantaggio (8-13). Dopo il rientro di Grobelna che subito sigla il 9-13 e il successivo ingresso di Omoruyi per Kingdon si registra un recupero di Chieri che risale a 17-18. Markova firma il 17-19, quindi Bosio mura Skinner (17-20). Il 17-21 di Markova spegne le ultime velleità chieresi. Nel finale la squadra di Bernardi controlla senza problemi e chiude 21-25 alla seconda palla match con Bosetti.

Il commento
Ilaria Spirito: «
Gara 3 sarà da dentro o fuori e da domani metteremo la testa su quello. Servirà il 110%. Novara è una squadra forte, oggi ha trovato una soluzione con Markova in posto 2 che non avevamo tanto previsto ovviamente perché lei di solito gioca in 4, questo ci ha un po’ destabilizzato, poi ha fatto una gran partita come tutta la squadra insieme a lei. Per giocare al loro livello dovremo mettere una marcia in più».
Caterina Bosetti: «
Markova questa sera ha fatto la differenza. Ci serviva una bocca da fuoco che mettesse giù qualche pallone, sono contenta per lei perché arrivava da un periodo un po’ difficile. Ora testa subito a gara 3».

Addio a Mario Mazza, devoto cantore del Monferrato

Con la scomparsa di Mario Mazza Casale ha perso un devoto cantore del Monferrato, tema costante della sua pittura da quando, nel 1960, si trasferì dalla Calabria nella nostra città.

Con ancora negli occhi e nel cuore il mitico mare di Crotone, gli aspri boschi, i suggestivi ulivi antropomorfi, il sentore delle mimose di Montagna Piana, trovò rimedio alla nostalgia della sua terra immergendosi nella bellezza del nostro paesaggio collinare.

Qui ritrovò la gioia di vivere e di dipingere cangianti vigneti autunnali, calde distese di girasole, fantastici tramonti sul Po e vecchi filari di gelsi, che ancora si trovano nella nostra campagna, sulle rive di rogge in cui si riflettono gialle giunchiglie tra il riverbero del sole.

Ogni angolo del Monferrato è stato osservato e dipinto con l’entusiasmo della scoperta trasformatosi presto in un amore viscerale e in riconoscenza per la terra che gli ha dato la possibilità di passare, da semplice decoratore, a vero e proprio pittore.

Uomo semplice e modesto, ma non modesta la sua arte, allievo del chiarista Giuseppe Campese e dell’espressionista Alberto Bertazzi, Mazza apprese da loro  i segreti del mestiere per poi procedere verso un suo singolare Realismo fatto di immagini non convenzionali e transitorie bensì universalizzate come archetipi, forme di vita sedimentate e durature nel tempo.

Il suo lungo percorso artistico si avvale di innumerevoli collettive e personali in diverse città italiane, in particolare a Casale, basta ricordare la mostra al Castello Paleologo e l’ultima, come premio alla carriera del 2023 nello splendido edificio settecentesco del Ricovero cittadino.

Molti i riconoscimenti, dal conferimento del “Campidoglio d’Oro” a Roma nell’Accademia Burckhardt all’acquisto del suo bellissimo quadro “Vento tra gli ulivi” nel Museo d’arte contemporanea di Crotone.

Giuliana Romano Bussola

(Da “Il Monferrato”)

FOTO. Paesaggio monferrino