ilTorinese

Riaperto al pubblico l’Ufficio postale di Ceres

Disponibili nella sede i certificati previdenziali (cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M”)

 

Sono terminati nella sede  i lavori di ristrutturazione e ammodernamento finalizzati ad accogliere tutti i principali servizi della Pubblica Amministrazione grazie al progetto “Polis – Casa dei Servizi Digitali”, l’iniziativa ideata da Poste Italiane per promuovere la coesione economica, sociale e territoriale nei 7 mila comuni con meno di 15mila abitanti contribuendo al loro rilancio.

Tra gli interventi effettuati il rinnovo della pavimentazione, lavori di tinteggiatura, nuovi arredi e postazioni ergonomiche. Oltre ai servizi postali, finanziari, di assicurazione ed energia presso gli uffici postali sono disponibili anche i servizi INPS (il cedolino della pensione, la certificazione unica e il modello “OBIS M” che riassume i dati informativi relativi all’assegno pensionistico).

L’ufficio postale sarà a disposizione dei cittadini con il consueto orario dal lunedì al venerdì dalle ore 8.20 alle ore 13.45 e il sabato fino alle 12.45

Poste Italiane conferma, ancora una volta, non solo la missione al servizio del sistema Paese ma anche il valore della capillarità, elemento fondante del proprio fare impresa, in netta controtendenza con il progressivo abbandono dei territori.

Dopo l’autorizzazione della Commissione Europea a fine ottobre 2022 i lavori di ristrutturazione sono stati avviati in oltre 3390 Uffici Postali in tutta Italia ed entro la fine del 2026 saranno complessivamente 7000 i nuovi uffici Polis.

Alpi, 12 milioni di mezzi l’anno: “Trasporto merci al collasso in Piemonte, si rischia il blackout”

L’aumento delle merci trasportate, in particolare su gomma, e la saturazione di valichi come quello di Ventimiglia rischiano di portare a un “blackout” della mobilità in Piemonte, con conseguente isolamento e ricadute drammatiche sull’economia.

È l’allarme emerso dall’incontro della commissione Trasporti della Regione Piemonte , presieduta da Mauro Fava, con l’associazione ex parlamentari della Repubblica – coordinamento Piemonte e Valle d’Aosta. “Sulle Alpi oggi c’è il rischio saturazione. Nel nord est e al confine con la Svizzera ci sono state alcune decisioni politiche, come lo spostamento del trasporto da gomma a ferrovia. Se pensiamo che la Torino Lione aprirà nel 2035, abbiamo davanti una ‘traversata del deserto’, perché ormai Ventimiglia non riesce più ad assorbire traffico, il Frejus ha ancora problemi di accesso e il Monte Bianco – di cui si attende il raddoppio ancora necessario – deve essere chiuso 3 mesi all’anno per i prossimi venti anni per manutenzione”, hanno spiegato il coordinatore Sergio Rogna Manassero e il vice Luciano Craveri.
L’ingegner Giancarlo Bertalero, esperto internazionale con specializzazione sulle Alpi, ha illustrato i numeri che interessano il nord, con particolare riferimento al nord-ovest: “Sull’intero arco alpino transitano 12 milioni di mezzi all’anno, che esercitano una grande pressione sulle strade, e oltre 130 mila treni merci per un totale di 220 milioni di tonnellate trasportate. Nel 1984 c’era equilibrio tra gomma e ferro, nel 2021 registriamo +240% su gomma e +75% su ferro, quindi quasi tutto l’aumento di trasporto merci viene assorbito dalle strade. Ventimiglia sopporta un numero di mezzi (oltre 1,6 milioni) quasi pari a Frejus e Monte Bianco sommati, perché il transito è gratis contrariamente ai due tunnel.
Se consideriamo che i passaggi transfrontalieri in Svizzera e Austria sono rispettivamente per il 70% e il 30% su ferro, comprendiamo i rischi a cui sono soggetti Piemonte e Valle d’Aosta: basta un incidente ai nostri valichi per bloccare interamente la mobilità su gomma, con contraccolpi anche di tipo economico a livello nazionale. Per questo è necessario studiare scenari e piani di emergenza in modo coordinato”.
Durante la discussione sono intervenuti per approfondimenti i consiglieri Alberto Avetta (Pd), Silvio Magliano (Lista Cirio – Pml), Annalisa Beccaria (Fi) e Marco Protopapa (Lega). In conclusione CaveriVito Bonsignore e Ugo Cavallera (in rappresentanza dell’associazione ex consiglieri regionali) hanno evidenziato possibili problemi che interesserebbero il futuro del traforo stradale del Gran San Bernardo, tenendo conto delle restrizioni svizzere sui camion, e la necessità di riflettere sui nodi intermodali e di collegamento con il Terzo Valico. Per questo è necessario far riflettere tutte le forze politiche sui ritardi in corso e, quindi, sulla necessità di scelte politiche rapide e ben definite, coinvolgendo anche la Liguria e i paesi confinanti.

FM – Ufficio Stampa CRP

Tornare in forma con la Ginnastica Dinamica Militare Italiana

Alla scoperta di un nuovo sistema di allenamento a corpo libero che mette in gioco seriamente la volontà dell’individuo e migliora la forma fisica

Il desiderio di tenersi in forma e di curare il proprio benessere psicofisico è in forte crescita.  Sono tante le attività sportive quotidianamente praticate in Italia, tra queste figura la Ginnastica Dinamica Militare Italiana. Abbiamo cercato di conoscere meglio questa disciplina sportiva intervistando Diego, il  referente di GDMI per Torino e provincia.

Cos’è la GDM? La GDMI si basa su una preparazione atletica specialistica adattiva, volta ad allenare tutte le strutture muscolari che compongono il nostro corpo per ottimizzare la prestazione fisica. Il protocollo di allenamento della GDMI prevede l’attività a corpo libero come perno centrale.

Quando nasce? Ginnastica Dinamica Militare Italiana nasce nel 2013 da un’idea di Matteo Sainaghi e Mara Uggeri e oggi, con più di 60.000 iscritti e circa 500 centri in tutto il Paese, è la società sportiva con più tesserati d’Italia e d’Europa. Il Coni, ha certificato e promosso Ginnastica Dinamica Militare Italiana come disciplina sportiva.

Perché si chiama così? Ginnastica come attività che tende, mediante una serie ordinata di esercizi, a sviluppare l’apparato muscolare e a dare robustezza e agilità al corpo umano; Dinamica come opposizione di statica, quindi veloce, forte ed efficiente; Militare perché sono presenti caratteristiche di ordine e comando per ottimizzare la classe allenante, togliere le barriere sociali tra i partecipanti e dare disciplina all’esecuzione. Italiana perché nasce in Italia.

Richiede particolari attrezzi per praticarla? La GDMI non richiede macchinari perché si fonda su un sistema di allenamento che ha alla base l’attività a corpo libero. In secondo luogo prevede una totale mancanza di comfort e le esercitazioni proposte vengono date in forma di comando, in modo da forzare le barriere psico-culturali che sono alla base dei processi di adattamento alla sedentarietà e alla disapplicazione fisico sportiva. Infine, prevede la totale assenza di competizione. L’impegno del gruppo a ripetere tutti insieme l’esercizio non fatto dal singolo, serve a creare coesione secondo una metodologia scientifica comprovata.

Siete una realtà in forte crescita, qual è la situazione in Piemonte? Al momento siamo presenti a Torino e in parecchi comuni della provincia nei comuni di Rivarolo Canavese, Venaria, Ciriè, Settimo Torinese, Ivrea, Rivoli. Più limitata la presenza nelle altre province ad eccezione di Novara, Borgo Vercelli, Asti, San Damiano D’Asti. Abbiamo però intenzione di aprire dei centri anche nelle altre province, al riguardo siamo alla ricerca di istruttori da inserire nell’organico.

A Torino dove siete? Al momento a Torino sono presenti due centri. Quello nel quartiere Santa Rita in via Castelgomberto 20 è aperto il lunedì e il mercoledì dalle 20 alle 21; quello in Pozzo Strada, in via Candido Viberti 33, il martedì e il giovedì sempre dalle 20 alle 21. Con la primavera sono previste altre due aperture nella città di Torino.

Chi fosse interessato o volesse maggiori informazioni come può contattarti?

Può chiamarmi al 3500387284 – Diego.

Alessandro Sartore

Il tramonto doloroso del grande intellettuale

Casanova”, scritto da Fabrizio Sinisi, all’Astra sino a domenica 23

Quando, ad inizio della stagione, Andrea De Rosa, direttore del TPE, chiese al regista Fabio Condemi come il suo spettacolo “Casanova” si potesse inserire in un calendario che riuniva ogni partecipazione sotto il termine “fantasmi”, lui rispose: “Il fantasma risiede proprio in questa parola, “memoria”, perché Casanova ricorda se stesso da giovane proprio sull’orlo del 1700, quando il secolo sta per finire e lui non ne fa più parte.” Il testo, che s’alterna tra vita e filosofia, tra rammarico e ricordi, sempre tenendo un profilo alto e raffinato, che a tratti corre forse il rischio di cadere nel (troppo) letterario, lo ha ricavato Fabrizio Sinisi – a dicembre avevamo già applaudito il suo “Orlando”, dal romanzo della Woolf, anche qui un enigma che s’intreccia tra opera e biografia – dalla “Storia della mia vita”, da quei “Mèmoirs” che lo scrittore il seduttore il filosofo il giocatore d’azzardo il politico l’esoterista l’avventuriero – a Sinisi interessa soprattutto l’intellettuale – scrisse in lingua francese tra il 1789 e il ’98: sarebbero stati pubblicati giusto duecento anni fa in una versione censurata. Clima d’anniversari dunque, un altro “Casanova” sta circolando sui nostri palcoscenici, ad opera di Ruggero Cappuccio.

In un inverno di fine secolo, Casanova continua a svolgere i suoi compiti di bibliotecario, da tredici anni al servizio del Conte di Waldstein, nel castello di Dux in Boemia, dove esprime tutta la sua rabbia e la sua solitudine, tutta la stanchezza, in mezzo a servitori che con lui s’esprimono in tedesco, lingua che gli è completamente ignota, mortificandolo, sbeffeggiandolo: lì riceverà la visita di un medico che professa la dottrina mesmerica, anticamera dell’ipnosi, che non lo convince appieno ma che vuole sperimentare, e con quella visita ecco aprirsi il passato e la memoria dell’uomo ed è un susseguirsi di premonizioni e di fumose visioni e di personaggi che prendono corpo. Ecco apparire sulla scena il monaco Balbi, incapace di scegliere tra nobildonne e monache per far figli, chiuso nelle prigioni veneziane all’ennesima reprimenda dei superiori, la dolce Henriette (su cui la Storia non ha ancora saputo mettere un punto fermo), l’amore di una vita intera, la marchesa D’Urfé che teme più d’ogni altro la vecchiaia e lo sfacelo del proprio corpo e chiede aiuto. Monologhi, parole piene di fascino, momenti che s’immergono nel pieno di una magia, “Casanova” sceglie alla fine la decisione di non disturbare oltre quei fantasmi, d’incamminarsi lungo la via dell’oblio. “Questo è il vostro mondo, non è più il mio” confessa amareggiato Casanova, tra i fumi che continuano a invadere la scena resta soltanto una piccola mongolfiera simile a quella che aveva attraversato anni prima il cielo di Parigi, come poco prima s’è affacciato il ricordo di una giovane donna bionda, regale, i capelli tagliati e una sottoveste bianca, che poneva tra le urla di un pubblico corso a godersi la scena la testa sotto la lama della macchina che la Rivoluzione aveva inventato.

Se ne va il passato, se ne va il Secolo dei Lumi. Non la spudorata allegria di Comencini o le avventure di Hallström ma lo sfaldamento di Fellini. Lentamente, nella memoria a tratti perduta dell’uomo, e Sinisi altrettanto lentamente accompagna questo crepuscolo. La regia di Condemi costruisce con note appropriate e con trepidazione il personaggio del titolo, soprattutto sfrutta al meglio l’impianto scenografico (“scene e drammaturgia dell’immagine” recita con esattezza la locandina) pensato da Fabio Cherstich, costruendo esatte inquadrature cinematografiche (c’è anche un omaggio al pre-cinema, con il corredo di lanterne magiche come c’è un omaggio alla pittura chiaroscurale), candele antiche e lampade moderne, un tappeto e un soffitto di coloratissimi riquadri, la distesa di volumi che accuseranno lo sconquasso, naturale e non soltanto, il ritratto giovanile del Nostro a opera di Mengs (Casanova ha 35 anni, è il 1760), la finestrella entro cui apparirà Voltaire a raccontare del terremoto di Lisbona, il grande tavolo su cui posano i “Mémoirs” che l’autore continua a completare. Ma non per molto, siamo arrivati alla fine. Una scena nitida, esemplare. Interprete Sandro Lombardi, a costruire appieno il tramonto fisico e mentale del suo personaggio, le ombre e le luci, gli ardori di un tempo e i dolori del presente, le amarezze. Con lui Marco Cavalcoli, Alberto Marcello, Simona De Leo, il piccolo Edoardo Desana sicuro per la sua prima volta in scena e Betty Pedrazzi che fa della sua marchesa un essere umano che ben s’accompagna allo sguardo finale dello scrittore.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Luca Del Pia.

A Pescheria del Garda la Borsa dei Laghi del Nord Italia

Ottantuno buyer provenienti da 27 Paesi del mondo per un matching con oltre cento operatori turistici di alto livello. Sono questi i numeri della quarta Borsa Internazionale dei Laghi, la manifestazione itinerante di incoming dedicata al turismo lacustre del Nord Italia presentata il 17 marzo alla Camera di Commercio di Verona, ente organizzatore per l’edizione 2025. Quest’anno la Borsa Internazionale dei Laghi si terrà a Peschiera del Garda dal 19 al 23 marzo. Con una domanda proveniente dagli Stati Uniti, dall’India, dalla Cina alla Gran Bretagna, fino alla Germania e al Belgio, l’iniziativa punta a promuovere i Laghi prealpini come una destinazione unica sui mercati internazionali, sviluppando un’offerta turistica da 34,4 milioni di presenze l’anno, competitiva e attrattiva per i viaggiatori provenienti da tutto il mondo e, al tempo stesso, favorire la cooperazione tra istituzioni pubbliche, associazioni e imprese private del settore.

“Per cinque giorni l’attenzione degli operatori internazionali sarà focalizzata sulle cinque principali destinazioni lacustri del Nord, a partire proprio dal lago di Garda – ha dichiarato il componente della Giunta della Camera di Commercio di Verona, Paolo Tosi – Per noi essere capofila dell’edizione 2025 rappresenta un’opportunità strategica per valorizzare ulteriormente il nostro territorio a livello internazionale. Da tempo siamo infatti impegnati nella promozione del turismo veronese anche attraverso iniziative come Great Wine Capitals, la rete Internazionale dell’esoterismo e soprattutto Destination Verona & Garda Foundation, la fondazione istituita per rafforzare la visibilità e l’attrattività turistica dell’intera provincia”.

Per tutta la durata della Borsa i buyer partecipanti prenderanno parte ad incontri b 2b, presentazioni sulle destinazioni turistiche lacustri e visite esperienziali alla scoperta delle specialità e attrazioni locali. Si parte mercoledì 19 marzo con il tour introduttivo dedicato, per proseguire giovedì 20 marzo con la giornata business a bordo della Motonave Tonale, nel porto turistico di Pescheria, con oltre duemila appuntamenti fissati. Gli ultimi tre giorni dal 21 al 23 marzo si concentreranno sulla scoperta delle destinazioni coinvolte a partire dalla sponda scaligera del lago di Garda, al lago di Como e a quello di Varese, dal lago d’Orta al lago Maggiore, senza dimenticare il lago d’Iseo e le sponde bresciane e trentina dello stesso lago di Garda. Tra le novità del 2025, anche il media trip organizzato in collaborazione con Enit Usa, che vedrà cinque giornalisti americani impegnati, dal 18 al 24 marzo, in una settimana di full immersion fra le varie mete lacustri.

Nel 2023, secondo le elaborazioni del Servizio Studi e Ricerca della Camera di Commercio di Verona su base Istat, i Comuni che si affacciano sui laghi del Nord Italia con i rispettivi entroterra hanno registrato oltre 9,1 milioni di arrivi e 34,4 milioni di presenze, con pernottamenti presso strutture alberghiere e extralberghiere, con una media di 4 giornate di permanenza. A farla da padroni, a livello geografico, sono soprattutto i turisti provenienti dall’estero, protagonisti di quasi tre quarti degli arrivi e di oltre l’80% delle presenze.

 

Mara Martellotta

Schianto sulla provinciale: muore 32enne, due feriti

A Virle Piemonte nel Torinese un uomo di 32 anni è morto in un incidente stradale alla guida della sua auto. I due passeggeri  di 30 e 24 anni a bordo con lui  sono rimasti feriti e sono ricoverati al Cto. Stavano viaggiando sulla strada provinciale quando, per cause da verificare, avrebbero avuto un incidente autonomo che non ha coinvolto altri mezzi.

Elkann in Parlamento, Cirio: “impegno per mantenere Torino al centro dell’automotive”

Il  presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio  ha seguito oggi a Roma, alla Camera dei deputati, l’audizione di John Elkann di fronte alle commissioni di Camera e Senato.
 “La presenza di John Elkann  è un gesto di profondo rispetto nei confronti delle nostre istituzioni ed è un fatto che apprezziamo. Nel suo intervento il presidente di Stellantis ha confermato i contenuti del piano presentato a dicembre, un piano che la Regione conosce e di cui è partner su tante iniziative: la Regione è stata infatti parte attiva nell’azione che l’azienda ha messo in campo per portare il secondo modello a Mirafiori ed è grazie a un contratto con la Regione, e con il Comune di Torino, che oggi Mirafiori ospita l’unico stabilimento di Stellantis  per i test, la manutenzione e il riciclo delle batterie”.
Ha aggiunto il governatore piemontese: “Un piano, infine, che presenta l’impegno di mantenere l’Italia, il Piemonte e Mirafiori al centro dello sviluppo del gruppo sia per quanto riguarda la produzione sia per quanto riguarda la ricerca, l’innovazione e l’ingegneria.
La giornata di oggi conferma pertanto un cambio di passo dell’azienda e un nuovo rapporto con il governo, che consideriamo positivo. Al contempo però continuiamo a monitorare con attenzione gli sviluppi futuri in stretta e costante collaborazione con il Governo Meloni e con il Ministro Urso nella convinzione comune che l’automotive possa ancora rappresentare il presente ed il futuro dell’industria manifatturiera piemontese e italiana”.
Elkann ha dichiarato: “L’Italia e la Fiat, oggi Stellantis, sono cresciute insieme. Senza di noi l’auto in Italia sarebbe scomparsa da tempo come l’informatica dopo l’Olivetti e la chimica dopo la Montedison”.  “Il nuovo ceo di Stellantis verrà  annunciato entro la prima metà dell’anno. Sono molto orgoglioso. Meno dell’1% delle aziende fondate all’inizio del Novecento sono ancora in vita”

Rosanna Vaudetti e Mariagiovanna Elmi al Museo della Radio e Tv

L’abito donato dall’ex annunciatrice  Mariagiovanna Elmi al Museo RAI di Torino, indossato con una collana della principessa Helietta Caracciolo al Festival di Sanremo 1978, da ieri a fianco di quello donato nel 2022 dalla collega “Signorina Buonasera” Rosanna Vaudetti con il quale fece il primo annuncio a colori della televisione italiana nell’agosto 1972, in occasione delle Olimpiadi di Monaco.

 

Le indimenticabili “Signorine Buonasera” della Rai Rosanna Vaudetti e Mariagiovanna Elmi al Museo della Radio e Tv di via Verdi a Torino mentre ascoltano il brano “Guarda che luna” eseguita dal tenore Andrea Del Principe accompagnato al pianoforte di colore rosa suonato per anni dal grande Fred Buscaglione nello storico locale cittadino “Le Roi” dal Maestro Luca Rizzo ed al sassofono da Marco Cerrato.

IGINO MACAGNO

Igino Macagno

 

 

Alle Molinette: fuori dal tunnel della droga dona un rene alla compagna

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Le storie a lieto fine non capitano solo nei film e anche di questi tempi possono esistere anche nella realtà.
Lei ha 34 anni ed affronta fin da piccola una malattia renale, la Granulomatosi di Wegener, che l’ha portata nel 2015 al trapianto di rene grazie alla donazione di sua mamma. Per anni le ha dato respiro dalla malattia, ma di recente il rene aveva esaurito la sua funzione e lei era rientrata in dialisi.
Anche a lui, 46 anni, la vita non ha fatto sconti. Sa cosa vuol dire la sofferenza ed il tunnel della tossicodipendenza, ma grazie agli anni di recupero a San Patrignano ne è uscito. Purtroppo la droga gli ha lasciato un segno indelebile perché gli ha portato via il figlio che non si è salvato da questa “malattia”. Sa cosa vuol dire perdere le persone a cui si vuole bene, sa cosa sia assistere alla loro sofferenza. Tre anni fa conosce lei e la sua vita svolta. Nel momento in cui si affaccia una nuova sfida lui conosce il significato della generosità di chi aiuta quando uno non ce la fa. Adesso lei affrontava la dialisi dopo un lungo periodo di trapianto di rene ed il primo istinto di lui è stato di proporsi per donarle un rene per amore e, per suo tramite, la salute ritrovata.
Dopo un attento periodo di analisi ed esami sia sul ricevente sia sulla donatrice, giunge finalmente l’approvazione per il trapianto. La procedura avviene presso la Nefrologia Dialisi Trapianti (diretta dal professor Luigi Biancone – responsabile del Programma di Trapianto Rene). A questo punto si è immediatamente proceduto all’intervento chirurgico. Questo è stato eseguito  dal dottor Aldo Verri (Direttore della Chirurgia Vascolare ospedaliera) e dal dottor Andrea Agostinucci e dal professor Paolo Gontero (Direttore della Clinica Urologica universitaria) e dal dottor Andrea Bosio con l’assistenza anestesiologica della dottoressa Chiara Melchiorri (Anestesia e Rianimanzione 2 – diretta dal dottor Maurizio Berardino). Successivamente la coppia è stata ricoverata presso l’Unità semintensiva della Nefrologia, gestita dall’équipe nefrologica del professor Biancone.
Cinque giorni dopo il trapianto lui era già a casa e lei fuori dalla dialisi con una funzione renale ottima. La forza della generosità ha ribaltato la prospettiva rispetto a qualche giorno prima, adesso volano verso un nuovo futuro, anzi convolano…. «Quella del donatore è una doppia vittoria: contro la malattia di lei e per una nuova vita insieme» spiega il professor Luigi Biancone.
Il Centro di Trapianti renali della Città della Salute e della Scienza di Torino (ospedale Molinette), intitolato al fondatore della Nefrologia piemontese Antonio Vercellone, rinnova e rinforza nel 2025 il suo primato in Italia per numero e complessità dei trapianti di rene. Il numero globale dal 1981 è di circa 4700. Tutto questo sempre grazie alla generosità dei donatori e delle loro famiglie.
“Questa storia a lieto fine è l’ennesima conferma del fatto che la Città della Salute e della Scienza di Torino sia un DEA di terzo livello. Ci confermiamo nel cam,po dei trapianti al top in Italia e in Europa” dichiara Thomas Schael (Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino).
“Ancora una volta un plauso ai professionisti della Città della Salute e della Scienza per questo intervento multidisciplinare. Alla coppia una grande complimento per questo enorme gesto di amore e un in bocca al lupo per il prosieguo di una vita insieme all’insegna della salute e della felicità” commenta l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi.

Thomas Schael e Stefano Geuna sul futuro Parco della Salute di Torino

Nella mattinata odierna si è svolto un  incontro  tra il Commissario della Città della Salute e della Scienza di Torino Thomas Schael ed il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Torino Stefano Geuna. Per la prima volta è stato affrontato il discorso relativo al piano strategico ed operativo per il futuro Parco della Salute, della Scienza, della Ricerca e dell’Innovazione di Torino. Si sono messe le basi su cosa inserire nel nuovo Parco: quelle che saranno le eccellenze che dovranno contraddistinguere quello che sarà davvero un DEA di terzo livello in Europa. Inoltre ci sarà da riconfigurare tutto ciò che non entrerà nel Parco per stabilire dove verrà ricollocato (una parte nell’ospedale Cto ed una parte nelle attuali Molinette).
Proprio relativamente alle Molinette ci sarà da stabilire quale sarà il futuro della struttura: che cosa conservare e quali parti cedere, alla luce del fatto che proprio l’Università di Torino è proprietaria di gran parte di esse.
Si è toccato anche l’argomento fondamentale relativo alla viabilità ed ai parcheggi, argomento che il Commissario affronterà al più presto con il Sindaco della Città di Torino Stefano Lo Russo. Thomas Schael, da ingegnere qual è, ha presentato le sue idee di un ospedale ipertecnologico, che punterà su droni ad idrogeno per il trasporto di farmaci e devices. Si darà avvio a questo percorso, da effettuare come un gioco di squadra con tutti gli stakeholoders interni ed esterni all’Azienda e con il Commissario ad acta Marco Corsini, con il quale Thomas Schael ed il Direttore Amministrativo Giampaolo Grippa hanno già avuto un costruttivo colloquio telefonico, già nel primo Collegio di Direzione, che si terrà il prossimo 11 aprile alla presenza dell’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi ed allo stesso Stefano Geuna. Il Magnifico Rettore al termine dell’incontro di oggi ha manifestato il proprio pieno sostegno al piano del Commissario con una frase molto significativa: “E’ arrivato il momento di essere concreti”.
cs