PENSIERI SPARSI




Collisioni la guerra dei mondi abbatte le barriere attraverso la musica con un grande happening generazionale sul palco di piazza Medford ad Alba. Si tratta di un festival capace di sintonizzarsi con il pubblico dei giovani e giovanissimi per abbattere le barriere e mettersi in ascolto dei nuovi linguaggi, come è sempre stato nello spirito di Collissioni.
Questo è il senso della sedicesima rassegna che, da venerdì 5 a sabato 13 luglio, si prepara ad accogliere ad Alba, a piazza Medford, decine di migliaia di spettatori in arrivo da tutta Italia per prendere parte ad un grande happening generazionale.
L’edizione 2024 conclude un triennio che il festival ha voluto dedicare a sostegno, socialità e aggregazione giovanile, per capire come il mondo e la musica siano cambiati dopo la pandemia, che cosa abbiano perduto e che cosa di nuovo sia arrivato.
Non si tratta solo di una rassegna di concerti, ma di un vero e proprio laboratorio permanente che ha visto protagonisti, a partire dal mese di novembre, grazie al nuovo spazio del Circo di Collisioni nell’area riqualificazione del Parco Tanaro di Alba, nell’ambito di riunioni e laboratori a cadenza settimanale, centinaia di ragazzi delle scuole superiori del territorio. Si tratta di un momento formativo e creativo a cui la vecchia guardia di Collisioni si è limitata a fornire supporto, nelle community social e nelle chat di WhatsApp, come nelle riunioni in presenza al Circo, per permettere ai giovani di costruire in piena libertà una line up di artisti per la maggior parte sconosciuti a chi ha più di 25 anni.
Il percorso triennale del festival è stato prima di tutto un’esperienza umana di grande ricchezza, che invita a riflettere sul profondo scollamento generazionale cui si assiste oggi in Italia. Due mondi in collisione, incapaci di dialogare tra loro, quello di chi vive di tv, politica e giornali, e l’altro, che comunica con mezzi spesso sconosciuti e sceglie l’invisibilità silenziosa del mondo digitale per sfuggire ai pregiudizi e agli stereotipi che spesso vengono incollati addosso al mondo degli adulti. Eppure l’avversione per la loro musica rivela forse un’incapacità di ascolto e una riluttanza ad andare oltre la superficie di rabbia contenuta nel rap e nel trap, per coglierne i messaggi più avanzati, in grado di mettere in crisi gli stereotipi sul colore della pelle, l’orientamento sessuale e il modo di stare insieme. Si tratta di contenuti che si possono trovare nelle canzoni e che si ascoltano live a Collisioni, cantate da artisti che arrivano dalle periferie o che sono nati in Italia da genitori stranieri o che interpretano una femminilità lontana dagli stereotipi televisivi.
Il primo head liner estivo dell’edizione 2024, cui sarà affidata l’apertura di venerdì 5 luglio in piazza Medford ad Alba, sarà il re delle Indie italiana Calcutta per la sua unica data estiva in Piemonte e Liguria. Il cantautore, originario di Latina, unico per la sua voce e per le sue canzoni cariche di emozioni, tornerà a Collisioni per farci ascoltare i brani del suo nuovo disco intitolato “Relax”, uscito il 20 ottobre del 2023, oltre ai successi che hanno segnato la sua carriera, per rendere come sempre la nuova edizione del festival memorabile.
Sabato 6 luglio a scaldare piazza Medford sarà la musica del Club Dogo. Dopo i dieci sold out al Forum di Milano e la pubblicazione del nuovo album di inediti “Club Dogo”, i Dogo fanno tappa ad Alba per la loro unica data in Piemonte, portando sul palco di Collisioni vecchi e nuovi successi.
A completare il programma del primo weekend di Collisioni tornerà domenica 7 luglio la prima Giornata Giovani, un progetto di Collisioni e Banca d’Alba, inaugurato nel 2021 e giunto alla sua quarta edizione a celebrare la musica e la voglia di stare insieme delle migliaia di ragazzi e ragazze che ogni anno accorrono ad Alba da ogni angolo d’Italia. Il calendario si ospiti sarà ricchissimo e andrà da Nayt, il raffinato rapper molisano cresciuto a Roma e apprezzato anche dal pubblico americano per il suo ultimo album, a Silent Bob, il rapper di Pavia autore di album come “Piove ancora” e “Habitat Cielo”, a Mida, l’artista emerso nella nuova edizione di Amici, fino a giungere all’head liner Tedua, senza dubbio l’artista rivelazione di quest’anno.
Il Festiva si concluderà sabato 13 luglio con una seconda Giornata Giovani dedicata ai giovanissimi, una maratona di oltre 5 ore di concerti non stop, con alcuni degli artisti di riferimento della fascia 15-23 anni. A salire sul palco di Collisioni il rapper campione di ascolti Capo Plaza per presentare in anteprima al pubblico del festival il suo nuovo attesissimo quarto album dal titolo “Ferite”. Ci sarà anche Anna, regina della Trap italiana e con lei Artie Sive, rapper milanese classe 200 originaria della Sierra Leone, con il suo inconfondibile stile influenzato dalla scuola Drill di Detroit. Saranno anche presenti Tony Boy, il rapper di Padova segnalato da Rockit come uno dei giovani più interessanti di Italia, fresco del suo quarto album in studio dal titolo “Nostalgia” e Paky, rapper di Secondigliano trasferitosi a Rozzano all’età di dieci anni, arrivato al primo disco di platino con il singolo “Rozzi”.
“Anche quest’anno Collisioni si conferma un evento di grande livello – sottolinea Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte- capace di parlare ai giovani, di coinvolgerli e essere attrattivo per il grande pubblico, senza rinunciare alla sua forte connotazione territoriale di un festival nato per promuovere la musica, ma anche le eccellenze del nostro territorio e della sua unicità. Un evento diventato irrinunciabile nel calendario estivo di cui il Piemonte è orgoglioso”.
“Collisioni – spiega il sindaco di Alba Alberto Gatto – è diventato un punto di riferimento per la programmazione degli eventi albesi e non solo. Il Festival Agrirock da molti anni rappresenta un’istituzione della musica, della cultura e dell’intrattenimento nelle Langhe. Il parterre di ospiti dimostra il prestigio di Alba e Collisioni. In qualità di sindaco neo eletto desidero ringraziare la direzione artistica e la passata amministrazione per il lavoro di programmazione messo in campo. Un grande evento per gli albesi, capace di attrarre persone da tutta Italia. Non vediamo l’ora di goderci i concerti di quest’anno e siamo sicuri che saranno un successo”.
I biglietti di Collisioni sono disponibili online su Ticketone e sugli altri circuiti o presso punti vendita autorizzati.
Mara Martellotta
Proseguono le “Passeggiate Letterarie nel Bosco dei Pensieri” promosse dalla “Fondazione Mirafiore” di Serralunga d’Alba
Sabato 22 giugno, ore 17
Bosia (Cuneo)
Sarà passeggiata letteraria “in trasferta”, a Bosia, sempre in piena terra cuneese, quella organizzata, per il prossimo sabato 22 giugno, dalla “Fondazione Mirafiore”, nata nel 2010 per volontà di Oscar Farinetti in un edificio storico diventato “teatro dinamico e moderno” (“l’unico teatro al mondo in cui è consigliabile entrare con un bicchiere di vino in mano”) all’interno del “Bosco dei Pensieri”, l’ultimo Bosco sopravvissuto della Bassa Langa, situato nel bel mezzo del cosiddetto “Villaggio Narrante” in Fontanafredda. Per la precisione, la passeggiata di sabato sarà la sesta, annotata nella ricca agenda degli appuntamenti delle “Passeggiate Letterarie”, rappresentanti una sorta di “rito laico” (iniziato, come sempre, a maggio e che andrà a concludersi venerdì 12 luglio prossimo) che intende mettere insieme “una comunità intorno alla natura e alla letteratura”, con la proposta di letture di libri contemporanei ancora freschi di stampa e letti ad alta voce passeggiando nel bosco insieme agli autori, con i quali, al termine della passeggiata “libro alla mano”, ci si potrà anche confrontare.
Sesta tappa, come detto, in trasferta a Bosia, il “paese dipinto” dell’Alta Langa dove i muri delle case sono stati artisticamente arricchiti nel tempo da grandi murales dedicati ai più celebri personaggi di Langa, da Cesare Pavese (per citarne alcuni) a Beppe Fenoglio a Giacomo Morra (il grande ristoratore cui si deve la notorietà mondiale del tartufo bianco e il primo ad inaugurare nel ’33 l’annuale “Fiera del Tartufo di Alba”), fino a Gina Lagorio e, ultimo in ordine di tempo, al cantautore – ferroviere (il più francese dei cantanti italiani) Gianmaria Testa.
L’appuntamento è alle 16,30 presso lo “sferisterio” di Bosia, in via Rutte, con lo scrittore ligure Orso Tosco che ha ambientato il suo primo romanzo noir proprio sulle colline dell’Alta Langa.
In un percorso a tappe, che si snoderà tra le vie e i sentieri che circondano il caratteristico borgo, l’autore leggerà e racconterà alcuni estratti da “Il pinguino delle Langhe” (Nero Rizzoli, 2024). A fare da guida, il sindaco di Bosia, Ettore Secco.
Al termine della passeggiata sarà offerto a tutti i partecipanti un piccolo aperitivo.
Originario di Ospedaletti, Orso Tosco è scrittore e sceneggiatore, ha pubblicato racconti, romanzi e poesie. Questo è il suo primo romanzo per “Nero Rizzoli” e il suo primo della “serie gialla”, per il quale si è inventato un personaggio davvero unico: il commissario Gualtiero Bova detto il “Pinguino”, umanissimo nelle sue irresistibili contraddizioni, involontariamente comico (caratteristica propria di quasi tutti i commissari dei “noir” di nuova generazione), dotato di un’intelligenza sopraffina che lo guida dove nessun altro potrebbe arrivare.
Quale la storia di questo “hard boiled” in salsa langarola? Assolutamente vietata anche solo una parola (un indizio) in più. Accontentiamoci dell’“incipit”.
“Anche i lunedì speciali, quelli capaci di cambiare il corso di un’intera esistenza, iniziano come un giorno qualsiasi”. E più di tanto …!
Basti sapere che ad impararlo a proprie spese sarà il potente broker svizzero Rufus Blom, quando durante la solita corsa all’alba tra le colline delle Langhe si imbatte nel cadavere di una ragazza. Sulla schiena l’assassino le ha tracciato col sangue una svastica e un cognome, il suo: Blom. Poche tracce lì intorno e tanti problemi per il commissario Bova, pardon per il “Pinguino”, da poco trasferitosi a Mondovì.
La partecipazione alla “Passeggiata” è gratuita, ma è tassativamente obbligatoria la prenotazione tramite il sito della “Fondazione”: www.fondazionemirafiore.it
In caso di pioggia la “Passeggiata” non sarà annullata ma si svolgerà nelle cantine storiche di Fontanafredda.
Gianni Milani
Nelle foto:
– Orso Tosco
– Veduta di Bosia
L’Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti (UCID) ha eletto il suo nuovo presidente UCID di Torino. Il consiglio direttivo dell’UCID della sezione di Torino si è riunito martedì 18 giugno scorso e ha eletto all’unanimità Marco Lazzarino presidente per il triennio sociale 2024/2027.
Imprenditore, consulente e con una significativa esperienza alla guida di partecipate pubbliche ( Past President del Centro Agroalimentare di Torino) succede a Silvia Tabasso, prima donna a ricoprire il ruolo di presidente dell’UCID e che ha guidato l’associazione con dedizione e impegno negli ultimi anni.
Marco Lazzarino intende promuovere una serie di iniziative volte a sostenere e sviluppare il network di imprenditori e dirigenti che fanno parte dell’UCID.
“L’innovazione sarà al centro del mio mandato – spiega il neo presidente dell’UCID Marco Lazzarino – con l’obiettivo di creare nuove opportunità di crescita e rafforzare i legami all’interno della comunità. Sono estremamente felice di assumere questo ruolo e ringrazio la presidente uscente Silvia Tabasso per il grande lavoro svolto negli ultimi tre anni. Il suo impegno, la sua visione e la sua profonda fede cristiana hanno lasciato un segno significativo nella nostra associazione”.
“Il mio obiettivo è quello di proseguire nel solco della presidenza di Silvia Tabasso – spiega Marco Lazzarino – portando innovazioni che nel contempo rafforzano ulteriormente la nostra associazione, mettendola al centro del dibattito sulle questioni sociali e imprenditoriali della nostra città. A tal fine intendo instaurare un legame costruttivo con le principali associazioni datoriali e professionali e insieme a loro lavorare alla definizione di un nuovo patto sociale. Sono convinto che insieme affronteremo le sfide future con spirito di collaborazione e con la determinazione che ci ha sempre contraddistinto.
Desidero creare un fil rouge di eventi insieme all’Unione Industriali, la Confindustria, la Coldiretti e le realtà industriali e produttive radicate sul territorio torinese e piemontese”.
“Ringrazio tutti i Soci – spiega Silvia Tabasso, presidente uscente – Consiglieri e la squadra con cui ho collaborato in questi anni. La mia elezione era avvenuta online in pieno periodo pandemico e gli anni a seguire hanno portato grandi cambiamenti, oltre che nel settore industriale, negli stili di vita. Sono contenta di passare il testimone a Marco, persona che stimo e che unisce capacità imprenditoriali a valori saldi”.
L’UCID, fondata a Torino nel 1947, è un’associazione di imprenditori, dirigenti e liberi professionisti che, facendo propri i valori cristiani, riflette sul ruolo dell’impresa nella società e nell’economia. UCID è presente con 86 sedi in diciassette regioni italiane e raccoglie migliaia di soci.
Il gruppo interregionale Piemonte e Valle d’Aosta conta le seguenti sezioni: Asti, Biella, Casale Monferrato, Cuneo, Vercelli e Torino che annovera anche il gruppo Giovani (under 35).
UCID è anche presente a livello internazionale attraverso l’attività dell’UNIAPAC con sede a Bruxelles.
Sono stati nominati vicepresidenti Roberto Icardi, Silvia Tabasso e Enrica Valle. Segretaria Loredana Annaloro. Assistente spirituale da nominare dopo la morte di don Daniele Bortolussi.
MARA MARTELLOTTA
UCID
Gruppo regionale e sezione di Torino
Corso Palestro 14
Tel 333 1803520
ucid@ucidtorino.it
Ha aperto il 20 giugno, nell’Urban District “To Dream” a pochi minuti dal centro di Torino, il novantesimo ristorante italiano targato KFC. Il brand leader del pollo fritto nel mondo, presente in Piemonte con altri tre ristoranti, porta così la sua insegna nella prestigiosa location torinese dal design ispirato al territorio, che ospita i migliori marchi nazionali e internazionali del fashion, lifestyle e food&beverage.
Il nuovo ristorante KFC “To Dream”, che si aggiunge a quelli di Torino Lingotto, Settimo Torinese e Asti, consolida la presenza del marchio nella regione e rafforza il ruolo del franchisee Original Bucket, a cui fanno capo altri 28 ristoranti KFC nel Nord Italia tra cui quello di Asti nel centro commerciale Nuovo Borgo, creando al tempo stesso 20 nuovi posti di lavoro sul territorio.
Il nuovo ristorante di KFC nell’Urban District “To Dream”, in corso Romania 460 a Torino, è dotato di una sala da 200 metri quadri e dispone di 100 posti a sedere.
Non è questione di agitare il tricolore e di cantare l’Inno di Mameli come fossimo in guerra, perché la discussione tra unità e federalismo è cosa antica e parte da Mazzini e Cattaneo. Che oggi si riproponga non deve scandalizzare, anche se il livello degli interlocutori oggettivamente è molto diverso. La nuovissima legge Calderoli sulla Autonomia differenziata ha suscitato e susciterà aspri dibattiti come accade in democrazia. Il nome di Calderoli non è in effetti una garanzia, visti i precedenti relativi ad una legge elettorale, definita dallo stesso ministro, “una porcata”.
È stato assegnato il premio per ricordare l’avvocato Marco Casavecchia. La cerimonia della prima edizione del riconoscimento si è svolta al Circolo dei Lettori di Torino, indetto dallo studio Merano Amministrativisti per valorizzare i giovani talenti del diritto, in ricordo di uno degli avvocati più famosi del foro di Torino, l’avvocato Marco Casavecchia, appunto, scomparso nell’ottobre 2022.
L’avvocato Marco Casavecchia, principe del foro di Torino, si era occupato della causa relativa al termovalorozzatore nell’area del Gerbido del Comune di Torino. Nato nel 1935, avvocato dal 1963, ha svolto la sua professione diventando uno dei punti di riferimento in Piemonte nel settore degli appalti pubblici e dell’urbanistica. Tra i suoi assistiti le principali istituzioni cittadine e regionali, dal Politecnico alla Regione, dall’Agenzia per le Olimpiadi invernali del 2006 ad altri enti e soggetti. È stato collaboratore di numerose riviste giuridiche e presidente dell’Associazione degli Avvocati amministrativisti piemontesi.
“Lo studio Merani amministrativisti è sempre stato legato alla figura dell’avvocato Casavecchia – ha dichiarato Carlo Merani che ha definito Casavecchia “un maestro del diritto, uomo di grandi virtù e di rara intelligenza, capace di far appassionare al diritto amministrativo e coraggioso nello spingersi verso nuove frontiere, contaminando il diritto con la scienza”.
Il primo premio, assegnato per valorizzare I giovani talenti del diritto, è andato ad Anna Paola Ercolino, giovane giurista di Salerno. Si è trattato di una targa ricordo e di un premio in denaro di mille euro. Premiati anche due giovani avvocati piemontesi, Marco Porro di Torino e Federico Basso di Biella ( secondo premio ex aequo) e l’avvocata Anna Velia Rocca ( terzo premio).
“Ho avuto la fortuna di lavorare accanto all’avvocato Casavecchia quando era presidente della nostra associazione di categoria. Grazie alla sua spinta e alla sua passione, abbiamo organizzato una serie di incontri sul futuro del diritto e sulla necessità della sua modernizzazione. Molto si discute, in questa fase storica, del tema dell’applicazione al diritto dell’intelligenza artificiale e delle eventuali conseguenze dell’uso di questa tecnologia. L’avvocato Casavecchia su questo tema è stato un precursore. Conoscerlo e poter lavorare con lui è stato un privilegio. In segno di riconoscenza abbiamo voluto, come studio, indire un premio che ne ricordasse la figura e che fosse, allo stesso tempo, uno stimolo per la crescita delle nuove generazioni”.
Mara Martellotta
Proseguono gli scambi artistico culturali tra il Museo MIIT e altre istituzioni museali e artistiche, tanto che fino al 30 giugno prossimo il MIIT ospiterà una selezione di artisti a cura di Eureka Eventi di Massimo Picchiami e una selezione di artisti del Museo MIIT a cura del direttore Guido Folco. A queste selezioni, in mostra collettiva, si affiancheranno le personali curate dal museo e dedicate alla montenegrina, ma newyorchese d’adozione Fadiljia Kajosevic, alla marocchina Laila Benhalima, agli italiani Giuseppe Oliva e Anna Rota Milani, oltre all’italo canadese, ma valdostano di origini, Adriano Savoye.
La montenegrina Kajosevic interpreta la pittura come sonno e speranza, attingendo dalla tradizione poetica, artistica e letteraria, e concentrando la sua ispirazione nella ricca iconografia della luna e del sole, degli opposti che si completano, dell’universo e dell’Essere, inteso come maschera e specchio di sensazioni, sentimenti e emozioni.
Laila Benhalima, originaria del Marocco, si rifà al genere antico della favola e della narrazione, così importante e radicata in oriente e nei paesi di cultura araba. Le sue Mille e una Notte si assemblano in tessere come un mosaico attraverso cui la narrazione procede per figure, colori, immagini e narrazioni. La realtà si trasforma in fantasia, le storie e i personaggi vagamente chagalliani, fluttuano nell’aria e nello spirito di una artista visionaria e fantastica. Il Maestro Savoje unisce colore, forma, geometrie con una capacità di creare visioni oniriche, oppure vitali rappresentazioni dal vero, osservato e interpretato con uno sguardo fortemente cromatico e vibrante. Dai paesaggi artici a quelli andini, dalla natura delle nostre Alpi ai messaggi tra il pop e il sociale, Savoje scandice il suo tempo, che diventa inevitabilmente anche il nostro, toccando tematiche profonde e attuali come l’ecologia e l’ambiente.
Un’altra artista in mostra, Anna Rosa Milani, sposa perfettamente l’idea pavesiana della contrapposizione tra città e campagna interpretando quest’ultima come mondo ancestrale e magico privo, però, dei risvolti drammatici dello scrittore.
L’infinito di Giuseppe Oliva si realizza nella sua visione originale e dinamica del mare e della luce, del riflesso e della trasparenza ottenuta con abbinamenti cromatici e di pennellate sovrapposte. L’arte, in Giuseppe Oliva, diventa strumento di confronto con l’altro, con l’osservatore che si lascia ammaliare e condurre nel suo mondo di spirito e natura. Ad affiancare queste personali anche la collettiva di Eureka Eventi, nella cui selezione fanno parte artisti del Movimento Pentastrattista italiano fondato nel 2015. Tra questi Paola ErmIni, Monica Steliana Certita e Daniela Walser.
Ad impreziosire l’evento è stata organizzata la presentazione del libro di poesie “Meditatio tempestatis- Poesie dagli abissi” di Gabriella Vai con letture interpretate dall’autrice.
19-30 giugno 2024
Museo MIIT corso Cairoli 4 Torino
Orari visite da martedì a sabato 15.30/19.30
Mara Martellotta
Negli ultimi trent’anni ci sono state decine di “riforme” della scuola, si sono cambiati regolamenti, piani di studio, indirizzi, ma una cosa è purtroppo rimasta ferma, e cioè l’assoluta mancanza di formazione su una materia che sarebbe utilissima per tutti: la gestione del denaro, l’economia, la finanza.
I ragazzi imparano l’italiano (giustissimo, non possono scrivere squola oppure faticare con congiuntivo e condizionale), la matematica (giustissimo, non possono ignorare quanto fa 3 x 5, oppure stentare a fare una divisione con tre cifre), la storia, la geografia, le scienze naturali e tutto il resto, ma escono dalla scuola che non sanno come usare il denaro, cosa fa una banca, come valutare un investimento, cos’è l’inflazione, come si chiede un mutuo e così via.
Un vero e proprio “analfabetismo finanziario” che molti pagano a caro prezzo, facendo operazioni sballate per mancanza di conoscenze di base. La situazione non è forse molto diversa negli Stati Uniti, se a suo tempo il Presidente Obama ha varato un grandioso piano di istruzione, puntando da un lato ad aiutare gli adulti ma (giustamente) imponendo anche corsi specializzati nelle scuole per “costruire il futuro”.
I l bello è che i corsi sono tenuti da persone al di fuori del sistema, perché “Chi vende prodotti finanziari non può insegnare al pubblico come comprarli: sarebbe come mettere le volpi a guardia delle galline”…
Idee chiare, fondi imponenti per realizzare il progetto e la fiduciosa certezza che questa sia la strada maestra per evitare nuove crisi, grazie alla “conoscenza”, questo bene impalpabile ma preziosissimo.
In Italia siamo ancora al punto di partenza, con qualche tentativo portato avanti tra mille difficoltà e senza un organico piano didattico. A livello istituzionale è stato costituito un Comitato per l’educazione finanziaria diretto da Anna Maria Lusardi (guarda caso, la persona che ha avviato il progetto negli USA!), ed operano varie iniziative private fra le quali segnalo ad esempio il portale “L’economia per tutti” gestito dalla Banca d’Italia (https://economiapertutti.bancaditalia.it/?dotcache=refresh) che mette gratuitamente a disposizione degli utenti numerosissimi corsi, interventi, conferenze tematiche sui principali argomenti del mercato finanziario (depositi bancari e postali, mutui, valute estere, matematica finanziaria, eccetera). Analoga la struttura e le finalità del portale di Poste (https://www.posteitaliane.it/it/educazione-finanziaria.html) e dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana, attraverso la “Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio”).
Educazione finanziaria è il servizio gratuito offerto da WeMi Comune di Milano ed iniziative analoghe esistono in altri grandi comuni.
Ma, come accennato, manca la base: la materia “Finanza” a partire dalle scuole elementari e sviluppata nelle medie e nelle scuole superiori! Quello che si impara da piccoli rimane impresso per tutta la vita; se fin da bambini capiamo cosa è il denaro, a cosa serve, come si impiega, come si prende a prestito e così via, da grandi ben difficilmente sarà possibile turlupinarci offrendo prodotti farlocchi creati apposta per i “digiuni” di conoscenze.
U n appello è obbligatorio, citando la Costituzione (la citano tutti, fa chic, anche se poi ben pochi la conoscono veramente…) che all’articolo 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito.” Parole pesanti come “incoraggia e tutela il risparmio” non possono restare scolpite solo nelle pagine della legge suprema dello stato, devono entrare nelle coscienze di tutti i cittadini e devono far parte della cultura generale di tutti.
E allora l’appello è proprio su questo argomento: “Signori ministri (in particolare Giorgetti per la parte finanziaria e Valditara per la parte educativa) volete per favore costruire un futuro migliore per i nostri giovani? Continuate, per carità, a far declinare verbi irregolari e studiare il teorema di Euclide, ma cominciate a parlare anche di risparmio, prestiti, inflazione”.
Ve ne saremo tutti grati.
GIANLUIGI DE MARCHI
Giornalista e scrittore
Il TPE porta nella sua terza stagione a teatro, diretta da Andrea De Rosa, i Fantasmi
Dopo Buchi Neri, incentrata sul rapporto con la verità scientifica e Cecità, dedicata alle verità che si mostrano davanti ai nostri occhi e che ci rifiutiamo di vedere, la stagione teatrale 2024-25 del TPE si intitola “Fantasmi” e rappresenta un invito a confrontarsi con quelle verità che vogliamo riconoscere e che, invece, ci sfuggono, che si manifestano solo per un breve istante e poi si sottraggono definitivamente alla nostra vista.
“Ho chiesto alle registe e ai registi degli spettacoli in cartellone – spiega il direttore Andrea De Rosa – di dare forma a questi fantasmi. Il racconto teatrale si muove in due direzioni, va fuori dalla realtà dando voce a fantasmi come guerre, migrazioni, crisi climatiche; poi si addentra nel mondo interiore di ciascuno di noi per guardare da vicino gli spettri che ci seguono come la nostra stessa ombra, abbandono e solitudine, amore e morte, tradimento. Talvolta questi fantasmi hanno anche un nome, sono personaggi della storia, della letteratura e del teatro. Altre volte un nome non ce l’hanno e prendono la forma di un sentimento nudo, spogliato dell’iconico lenzuolo bianco. Per essere affermate queste verità hanno bisogno del buio della notte, che tanto somiglia a quello del palcoscenico. I fantasmi immersi nelle tenebre ‘parlano’. Ci sono, ma allo stesso tempo mancano, spesso ci spaventano e l’unico modo per farli sparire è accendere la luce. Se restiamo nel buio spiando i loro contorni fatti di bagliori, di aria, di aloni, di niente, allora riusciremo a sentire il loro sussurro, il mormorio che può indicarci la strada, che ci mostra, in quel tenue chiarore, le verità nascoste dentro di noi”.
Il 2023 e il 2024 sono stati anni caratterizzati da una forte dedizione di Teatro Piemonte Europa alla trasformazione, grazie all’investimento sull’efficientamento energetico per merito dei contributi ricevuti dal PNRR e grazie a investimenti propri, ottenendo una riduzione dei consumi e un abbassamento dell’impatto ambientale, degli impianti di riscaldamento e raffreddamento della sala del Teatro Astra.
“Il TPE – spiega la sua Presidente Maddalena Bumma – da quando ha avuto inizio il mio mandato da Presidente della Fondazione di strada ne ha fatta tanta. Nel 2015 ha ricevuto il riconoscimento di Teatro di Rilevante Interesse culturale da parte del Ministero della Cultura. Il TPE non si limita alla sola stagione teatrale, ma realizza anche la rassegna Palcoscenico Danza e, dal 2018, si occupa anche dell’organizzazione del Festival delle Colline Torinesi. Diretto con capacità e dedizione da Andrea De Rosa, gode di solidità economica e patrimoniale, e rivolge particolare attenzione allo sviluppo dell’attività culturale e di palcoscenico;un dato recentemente emerso di questo impegno è stato il registrarsi di un incremento del 16% della biglietteria tra la stagione 2022 – 2023 e quella successiva. In particolare, accanto alla preziosa fetta di abbonati, chi sceglie il Teatro Astra fa parte di un pubblico giovane, nelle fasce comprese tra i 20 e i 29 anni e i 30 e 39 anni. Tra i progetti che arricchiscono la proposta del TPE vi è la “Cultura dietro l’angolo”, che porta il teatro in situazioni diversamente attive dal punto di vista culturale e “A porte aperte”, che apre la sala alle attività del territorio e delle famiglie. Il TPE fa parte di una rete di teatri in cui compaiono la Lavanderia a Vapore, la Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani, il Teatro Stabile di Torino e Torino Danza”.
Sono ventidue gli spettacoli tematici, di cui quattordici produzioni e cinque prime nazionali, senza contare i ricchi programmi della rassegna Palcoscenico Danza e del Festival delle Colline Torinesi. La terza stagione del triennio 2022 – 2024 è dedicata al rapporto che ognuno di noi ha con le verità che crediamo di vedere ma ci sfuggono continuamente, tanto che il titolo scelto dal direttore De Rosa è stato “Fantasmi”. I fantasmi possono essere interiori, come quelli presenti nella pièce “Animali selvatici” di Paola Rota che, a partire da “L’anatra selvatica “ di Ibsen, parla di verità e menzogne in ambito famigliare. Sono fantasmi interiori quelli di “Note a margine” della compagnia I Gordi, che affronta il fantasma più classico di tutti: la perdita e l’elaborazione del lutto. Lo sono l’amore e l’abbandono affrontati da “Pinocchio” messo in scena dal Teatro del Carretto. Personalissima la ricerca della protagonista della “Vegetariana” di Daria Deflorian, tratta dal romanzo di Han Kang, che sceglie di privarsi di tutto, prima del mangiare e poi della parola. Interiore è la follia della protagonista de “La pulce nell’orecchio” di Carmelo Rifici. Barbara Altissimo ha realizzato “Accanto”, il risultato della ricerca del proprio fantasma nelle case dei quartieri di Torino, una riflessione collettiva intorno ad una unica domanda. Tea Dellavalle in “Too Late” di Jon Fosse fa rivivere Nora, la protagonista di “Casa di bambola di Ibsen” indagando sui rapporti oscuri e le fratture della vita di quel memorabile personaggio. I fantasmi possono essere anche quelli che appaiono fuori di noi. Nel mondo globalizzato nel quale viviamo ci ritroviamo sempre di più di fronte a fenomeni che ci spaventano e che continuiamo a fissare con la paura e col timore di non farli sparire del tutto: le guerre, le persecuzioni, la violenza e la crisi climatica. Come per la passata stagione, intitolata Cecità, anche questo cartellone di “Fantasmi” desidera affrontare tematiche attuali per riflettere insieme, riappropriandoci del senso pubblico del teatro. Emblematico è “Il risveglio” di Pippo Delbono, spettacolo che inaugura la stagione e chiuderà ilFestival delle Colline Torinesi, narrando del risveglio collettivo post Covid e del necessario ritrovamento di uno spirito partecipativo e rivoluzionario. Un triste argomento di dibattito pubblico viene trattato da Ashkan Kahatibi nel suo “Le mie tre sorelle”, che trae ispirazione dalla vita di un combattente per la libertà iraniana; altrettanto tristi sono le acque del Mediterraneo, scenario dove è ambientata la pièce “ Naufraghi senza volto” di Renato Sarti e “Io sono il colonialismo, l’imperialismo e i genocidi” che tracciano il percorso del “Polittico dell’infamia” di Anagoor.
Nella stagione TPE compaiono anche fantasmi veri, personaggi del teatro e della letteratura, che permangono come spettri nell’immaginario culturale collettivo come Orlando, per la regia di Andrea De Rosa che, a partire dal celebre personaggio del romanzo di Virginia Woolf, è in grado di superare gli steccati dello spazio e del tempo con la sola forza dell’immaginazione e della letteratura e affronta la fondamentale tematica dell’identità. È anche presente la pièce de ‘La signora delle camelie’, protagonista del romanzo di Dumas figlio, riportata in scena dalla giovane promessa del teatro contemporaneo, Giovanni Ortoleva. C’è il Faust affrontato da una giovane e consolidata rivelazione della regia, Leonardo Manzan, che si confronta con lo straordinario testo di Goethe, c’è Casanova, che Fabio Condemi riporta in vita attraverso una vera e propria miniera teatrale ricca di spunti storici.
Fabrizio Gifuni mette in scena due personaggi apparentemente distanti tra loro, quali Pier Paolo Pasolini e Aldo Moro, due personalità della storia italiana protagoniste della pièce “I fantasmi della nostra storia”, personalità che fanno periodicamente sentire la propria voce, proprio come fanno gli spettri. Ci sono le eroine di Giovanni Testori che Sandro Lombardi fa riemergere dalla morte in Erodiàs e Mater strangosciàs. Al giovanissimo Paolo Costantini, alla sua prima esperienza produttiva, è affidata la regia di Giovanna d’Arco, femminista e rivoluzionaria al tempo stesso, ma figura quanto mai contemporanea.
Infine Barletti /Waas porteranno in scena la pièce intitolata “L’ultima parola”, un duello tra i grandi maestri del teatro Samuel Beckett e Peter Handke.
Palcoscenico Danza, rassegna del 2025, avrà come titolo “Il gioco delle ombre”. Diretta da Paolo Mohovich anche quest’anno torna a proporre un programma ricco di eccellenze nel panorama internazionale affiancate da scommesse di una nuova coreografia.
Il fil rouge di Palcoscenico Danza si inserisce molto bene nella Stagione del Tpe, perché il tema è l’ombra, impalpabile e inquietante, che portiamo sempre appresso a noi, come facciamo con i nostri fantasmi che, in Inghilterra, si pensava popolassero i teatri, anche a sipario chiuso.
MARA MARTELLOTTA