ilTorinese

Gen LAD, una nuova generazione si mette in mostra

 

La Summer Exhibition del LAD – Liceo Artistico del Design

venerdì 31 maggio | ore 18.00 – 22.00

via Garibaldi 5 – via Barbaroux 25 – piazza E. Filiberto 11

 

Il LAD – Liceo Artistico del Design di Torino apre le sue porte il 31 maggio a partire dalle ore 18.00 per Gen LAD – Summer Exhibition, il tradizionale appuntamento di fine anno scolastico in cui gli studenti espongono il meglio dei propri lavori e project work presso le diverse sedi della scuola, tutte comprese all’interno del centro storico della città, nella cornice della zona suggestiva del Quadrilatero Romano.

 

Il LAD è un liceo artistico privato, fondato nel 2020, che consente a studenti dai 14 ai 18 anni un percorso di studi innovativo con relative certificazioni in cui viene valorizzato il massimo potenziale di ogni studente attraverso una didattica personalizzata che prepara sia al mondo dell’accademia che al mondo del lavoro; Design, Arte, Tecnologia, Scienze, Matematica, Lingue, Letteratura, Storia e Filosofia è il ventaglio articolato di tutte le materie contenute nel piano didattico del Liceo.

 

Gen LAD invece è il titolo che, parafrasando la definizione della Gen Z, sintetizza la missione del liceo che grazie all’applicazione di una didattica innovativa, frutto dell’esperienza maturata in campo internazionale dal direttore Guido Icardi, architetto e designer, vuole formare una nuova generazione di giovani, non solo altamente preparati sulle materie artistiche, ma capaci di attuare le teorie del cambiamento e di diventare agenti culturali, impegnati per lo sviluppo e il miglioramento della società.

 

La Summer Exhibition in particolare è l’esito finale in cui il talento dei ragazzi/e iscritti/e raggiunge la sua versione più compiuta attraverso l’esposizione dei loro lavori che sono l’espressione diretta del percorso educativo che li ha guidati durante l’ultimo anno scolastico.

Anche il format è estremamente originale, perché si tratta di un evento collettivo a tappe, una vera e propria maratona artistica, che parte alle ore 18.00 dalla sede di via Garibaldi 5 in cui è esposta la collettiva degli studenti con indirizzo Architettura, Arte e Design, per spostarsi alle ore 19.00 nella sede di via Barbaroux 25 con alcune installazioni artistiche e una serie di talk tenuti dagli studenti e infine approda dalle ore 20.00 nello spazio della Conserveria in piazza Emanuele Filiberto 11 con la personale dedicata lal tema dell’accettazione di Eva Cera.

 

Espongono: Luca Algozzini, Rebecca Barra, Alice Chen, Amanda De Moraes, Viola Faoro, Virginia Faoro, Carla Ficcadenti, Irene Fiorina, Asia Krissaane, Emma Losasso, Annamaria Mauri, Aurora Palermo, Lucrezia Panero, Eva Pasqual, Lucia Pautassi, Margot Pirjol, Estelle Russo, Velvet Soto, Letizia Taranto.

Parlano: Alice Chen – Le Lezioni Americane di Calvino e l’eleganza per il XXI secolo, Virginia Faoro – Tribù GEN Z, Asia Krissaane – Urla di libertà: unirsi contro l’infibulazione nel mondo, Margot Pirjol – Architettura: lo spazio per la liberazione e Morgan Icardi – Benvenuti nell’era del profondamente umano.

 

Questa occasione, unica nel suo genere, è il modo più immediato per venire in contatto con la ricchezza educativa offerta dal LAD, una delle prime scuole diffuse, esistenti a Torino, e per conoscere da vicino i suoi metodi educativi di moderna concezione grazie alle opere finali e alle presentazioni realizzate dai suoi studenti che fin dal primo anno hanno modo di mettere in pratica le ore di lezione e di insegnamento.

 

L’installazione che chiude la maratona di Gen LAD si chiama Accettazione” ed è una serie di quattro opere, che Eva Cera, giovane artista nata il 13/07/ 2008, ha utilizzato e utilizza per ricercare il suo posto nelle mappe del vivere e comprendere le “cose” del mondo. “Accettazione” parte da una valutazione della percezione del giudizio degli altri sulla propria persona per poi evolvere in una dimensione di valutazione ed esplorazione personale, quindi accettazione di sé nella comprensione dell’altro.

Nonostante la giovane età è uno sguardo adulto sul mondo. Eva prende lo spazio della relazione e lo interroga sezionandolo, creando nuove prospettive, accompagnando il fruitore a guardare e a percepire lo spazio in modo nuovo, con occhi nuovi. Stimola una riflessione sulla relazione che sta dentro lo spazio.

Con Accettazione 1 genera un campo prospettico improntato alla sintesi del pensiero che analizza per capire.

Con Accettazione 2, come in una cronaca emozionale, supera il pensiero analitico per modellare superfici e connessioni intricate che suggeriscono emozioni, pensieri, pregiudizi e giudizi, parti centrali nelle relazioni tra persone. Prospettive emozionali che Eva registra nel suo pensare e nel suo agire l’arte.

Con Accettazione 3 le definizioni interrogate, vengono decostruite e si frantumano, rimettendosi in gioco.

In accettazione 4, queste parti del discorso, che sono state scomposte, valutate, ripensate, attraverso le domande che Eva ha dimostrato di sapersi porre durante tutto il processo progettuale e creativo, arrivano a ricomporre un nuovo spazio. Lo spazio della cura, di sé, degli altri, la cura nelle relazioni tra le persone. È uno spazio che ci accetta, accoglie, rassicura, che ci fa pensare, che ci prepara alla prossima fase del cammino artistico di Eva. Questo andare avanti, questo procedere, questo spazio che noi tutti desideriamo frequentare, nel pensiero dell’arte.

Accettazione è uno spazio di crescita collettiva e individuale, per guardare le cose da molteplici prospettive, una spinta ad andare oltre i nostri limiti, per stimolare nuovi pensieri, domande e dubbi. Ci aiuta ad accettarci e ci permette di metterci in discussione, in uno spazio in cui ci sentiamo accolti, apprezzati e inclusi (Eva Cera).”

 

 

 

Per partecipare a Gen LAD è necessario prenotare entro giovedì 30 maggio scrivendo alla mail info@liceodeldesign.com o via Whatsapp 377.4846336.

“Paratissima Talents 2024”, talenti in mostra

 

Designati i tre finalisti del “Premio Fondazione BuonoLopera”, che a “Villa Chiuminatto” esporrà le loro opere

Due torinesi ed una pugliese di Bari. Tutti giovanissimi. In occasione di “Paratissima Talents”, la mostra dei “talenti” emergenti di “Paratissima” (visitabile fino al 2 giugnonelle ex-scuderie della “Cavallerizza”, in via Verdi 5 a Torino), la “Giuria” composta dal fotografo maestro dello “still life” Giulio Buono, Eleonora Innocenti Sedili (sensibile esperta di “Arti Visive Contemporanee”) e Laura Tota (curatrice indipendente di progetti legati alla Fotografia e all’arte contemporanea), ha decretato i nomi dei tre artisti che maggiormente si sono distinti per “talento”, “tecnica” e “contemporaneità di linguaggio”: il torinese Daniele Accossato, la  barese Crissi Campanale e Silvia Loi, operante e residente sotto la Mole.


Le opere vincitrici saranno esposte a
“Villa Chiuminatto”, sede della “Fondazione BuonoLopera” (che per la prima volta sostiene la “Rassegna” con la costituzione di tre montepremi in denaro), da venerdì 13 a domenica 15 settembre, in occasione dellaterza edizione di “Eclectic Estival”, “il Festival benefico, anticonvenzionale ed eclettico, fin dal nome”, che propone quattro concerti in due giorni.

Sabato 14 settembre è in programma la premiazione dei tre giovani talenti artistici.

Costituita nel dicembre del 2021 per volontà di Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra, la “Fondazione BuonoLopera” ha sede in “Villa Chiuminatto” nel cuore della “Crocetta” di Torino, un edificio dallo “stile eclettico” con una storia lunga un secolo, di cui la “Fondazione” vuole essere, allo stesso tempo, portavoce e custode. “Nostro primo obiettivo – sottolineano Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra – vuole essere quello di porci come una ‘fucina’ che accoglie e sostiene iniziative ‘no profit’ in campo sociale, artistico, culture e formativo grazie all’erogazione di ‘borse di studio’”. “Un’attenzione particolare – proseguono – è rivolta all’organizzazione di ‘eventi benefici’, mossi dal desiderio di creare momenti di spettacolo e di bellezza vocati alla raccolta fondi nei confronti di progetti sociali particolarmente meritevoli”.

 

Ma  chi sono i tre giovani di “Paratissima Talents 2024”, premiati dalla “Fondazione BuonoLopera”?

 

Daniele Accossato, scultore, ci propone opere sorprendenti, dissacranti, estrose e “spudoratamente” immaginifiche. “Icone ingabbiate”. I grandi miti, le icone della scultura classica nascono dalle sue mani attraverso “materiali duraturi” (come resine, cemento, bronzo o ceramica) per poi “essere maltrattate, celate, costrette, sacrificate, tirate giù dal piedistallo e messe strettamente, senza pudore, a confronto con l’osservatore”. Accossato crea (e con grande abilità plastica) per poi “distruggere” o “nascondere”. Le sculture vengono infatti esposte “nei loro involucri di trasporto, in casse/gabbie che sono a un tempo protezione e prigione”. La ricerca dell’artista è di continua sperimentazione, ma anche “un gesto di sfida nei confronti della mercificazione dell’arte, anche di quella più ‘sacra’ e intoccabile”.

 

Crissi Campanale opera, in “Counting time 1.3” unendo “performance” e arte visiva in un improbabile atto meditativo: riportare su carta, secondo dopo secondo, lo scivolare del tempo sotto forma di una serie progressiva di numeri. Atto vano, attraverso il quale “l’artista invita lo spettatore a riappropriarsi della propria esistenza, ribaltando la prospettiva che vuole il tempo come risorsa sempre scarsa, da non sprecare, da impiegare solo in un’ottica di costante produttività”. Perdendo di vista, nel frattempo, l’essenza dell’esserci. “Il qui ed ora”.

“Unrealiable Evidence”. “Prova inaffidabile”. C’è la prova incontrovertibile dell’inaffidabilità e dell’effimero dei nostri “archivi”, del nostro “passato” registrato e catturato in origine per essere “eterno”, eppure “sbriciolato” dallo scorrere del tempo in risultati sempre nuovi e inediti, nelle opere di Silvia Loi. “In ‘Unrealiable Evidence’, il VHS subisce e reca su di sé le perturbazioni del tempo: il suo aspetto interrotto, rovinato, frammentato rimanda ai ricordi d’infanzia, a momenti offuscati simili a vuoti di memoria. I filmati, appartenenti alla famiglia dell’artista, vengono erosi gradualmente dalle nuove esperienze vissute, sfuggendo progressivamente e in modo ineluttabile dalla mente”. Per non tornare più e farsi beffa della memoria.

 

Gianni Milani

 

Nelle foto: Villa Chiuminatto, Stefano Buono e Maribel Lopera Sierra; Opera di Daniele Accossato; Opera di Crissi Campanale; Opera di Silvia Loi

 

BIWILD, il progetto per i giovani nato dai giovani

al 4 giugno al 7 giugno i primi appuntamenti della seconda edizione del festival dei giovani che animerà il Biellese

Un calendario ricco di attività, performance e workshop ideate da StileLibero a Palazzo Ferrero al fianco della storica Giornata dell’Arte di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto in programma il 7 giugno

Concerto aperto al pubblico la sera del 6 giugno a Palazzo Ferrero.

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BIWILD, il progetto per i giovani nato dai giovani biellesi ideato da Città di Biella, Fondazione BIellezza, Associazione Stilelibero e Fondazione Pistoletto Cittadellarte, sta per tornare con un calendario ricco di appuntamenti dedicati al vivere la comunità attraverso esperienze culturali, creative e multisensoriali che sfruttano le potenzialità di un territorio che vanta storia e bellezze. I giovani, autentici promotori di un rinnovato impegno sociale orientato al futuro, sono il fulcro di un programma dedicato che mira a valorizzare le loro esigenze, sfruttando appieno il loro potenziale e coinvolgendoli attivamente

Nel palinsesto, una serie di attività interconnesse si fondono in un contesto che celebra il legame con la natura, dove l’elemento “Wild”, ovvero la “selva”, rappresenta la sfida quotidiana da affrontare attraverso forme espressive contemporanee.

Il programma vedrà susseguirsi diversi appuntamenti speciali a cominciare dal 4-5-6 giugno con la raccolta di workshop e performance legate all’arte in ogni sua forma ideati da Stilelibero fino al 7 giugno con la Giornata dell’Arte di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto ormai un appuntamento fisso di inizio estate per i giovani studenti biellesi.

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Stilelibero svilupperà attentamente il tema della natura, dell’arte e dell’incontro culturale negli spazi di Palazzo Ferreroin collaborazione con artisti e figure professionali connesse con il vivere moderno. Si susseguiranno diversi workshop ed incontri culturali, come il laboratorio di arte urbana e street art condotto da Mrfijodor – artista urbano e muralista contemporaneo – nel quale si esploreranno le tecniche fondamentali, come lo spray e il pennello o quello di performing art guidato da Gigi Piana che offrirà uno sguardo inedito sulle possibilità espressive legate al corpo e alle molteplici vie in cui esso dialoga attraverso i linguaggi dell’arte contemporanea.

Artenaute-Dipartimento educazione Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli proporrà in esclusiva per BIWILD 2024 “mimETICA, esplorare la natura attraverso l’arte contemporanea”: un workshop in due giornate che intende legare i linguaggi e i materiali dell’arte contemporanea alla natura. La musica è invece protagonista del workshop “Vox UltraPop” con la partecipazione di Riccardo Ruggeri che creerà un percorso pratico per chi vuole iniziare a prendere consapevolezza della propria voce. Maria Laura Colmegna guiderà , il 4 giugno, l’avvolgente incontro culturale “Parole Selvagge” per esplorare lo strumento del diario quale mezzo di analisi di sé, di narrazione politica e storica. Sempre il 4 giugno alle ore 10.30 gli studenti delle scuole superiori saranno invitati a partecipare al workshop “Intervista a uno scrittore” con la possibilità di partecipare al concorso Una Domanda per autore, nell’ambito del Premio Biella Letteratura Industria, con protagonista Beppe Anderi. Nelle giornate del 4 e 5 giugno dalle ore 13.30, Simone Russo intavolerà una chiacchierata educativa, formativa e di confronto sul tema dell’alcol “mi diverto solo se bevo” che terminerà con la possibilità per gli studenti di preparare un cocktail analcolico. Infine, sempre il 4 giugno, Daniele Statella-Nuvolosa catturerà l’attenzione intorno al tema del fumetto con il workshop “Come creare un fumetto” fornendo spunti, riflessioni ed esperienze personali.

Artigianalità e spiritualità per creare il proprio animale guida attraverso il workshop “My Spirit Animal” condotto da Monica Mauro (Laboratorio la Locomotiva) in programma il 5 giugno: realizzare un manufatto utilizzando l’antica arte della cartapesta e sfruttando materiali di riciclo. Il mondo della navigazione e le sue opportunità saranno invece il tema centrale dell’inedito workshop “I mestieri del mare” condotto da Philippe Rousseau e soci LNI che forniranno un punto di vista professionale, architettonico ed ingegneristico sul mondo nautico a 360 gradi. 

Il fitto programma si conclude il 6 giugno con la produzione immersiva e partecipativa del Teatro Stalker “Steli”, alle ore 21.00 nei giardini di Palazzo Ferrero. Un evento divertente e vivace, “Steli” è una performance straordinaria, interattiva e colorata ideata da Gabriele Boccacini nell’ambito del progetto di ricerca Reaction realizzato in collaborazione con il dipartimento di Educazione del Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli (Torino). Gli spettatori diventano protagonisti attivi contribuendo alla creazione di una vera installazione contemporanea, formata da bastoncini colorati, la cui forma sarà definita dalla fantasia e dalla cooperazione di adulti e bambini mentre I performer ne tracceranno le fondamenta. A seguire, dalle 22.00 alle 24.00, chiuderà la serata il concerto “Kaliba” con Riccardo Ruggeri, Giovanni Panato, Giulia Nale, Alessio Fiore e I partecipanti del workshop con un modo diverso di fare “karaoke”. L’evento è aperto al pubblico e non necessita di prenotazione.

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L’ormai conosciuta e riconosciuta la Giornata dell’Arte e della creatività studentesca (GDA), che coincide e celebra l’ultimo giorno di scuola dei ragazzi biellesi delle scuole superiori di secondo grado, si pone come obiettivo, anche per questa edizione, la valorizzazione dell’espressione della ricchezza artistica. Presso gli spazi della Fondazione Pistoletto Cittadellarte, luogo collettore di co-autorialità artistica e di aggregazione giovanile, le idee dei giovani saranno raccolte e condivise attraverso un percorso condiviso di progettazione sviluppato attorno al tema “Espressione artistica, impatto sostenibile: la moda che ispira il cambiamento”. Questo evento inclusivo e totalmente gratuito, ormai inteso come un rituale che dal 1996 scandisce il momento di passaggio tra l’anno scolastico appena terminato e la pausa estiva, si rinnova grazie all’energia dei giovani, attivi promotori, ideatori e co-produttori dell’iniziativa insieme a Cittadellarte e Accademia Unidee.

Il programma della giornata del 7 giugno prevede, oltre alla parata creativa dalle 12.15 a tema “Vintage” che attraverserà le strade del centro di Biellalaboratori artistici espressivi (body painting, murales, foto e video making etc.), musica dal vivo, installazioni artistiche e momenti di dibattito sulle tematiche urgenti del contemporaneo (parità di genere, ecoansia, giustizia climatica, ecofemminismo etc..) che trovano nel dispositivo del “salotto urbano” l’occasione di confronto libero senza pregiudizi. Una giornata per celebrare la vitalità di una città giovane, piena di idee, entusiasmo e creatività, impegno e partecipazione. Nel pomeriggio segnaliamo il corner dedicato a “Fashion Revolution Italia”, in collaborazione con Fashion B.E.S.T Cittadellarte e gli studenti di Accademia UNIDEE, lo SWAP party, la creazione di un punto di ritiro di vestiti usati in collaborazione con Humana Vintage, l’apertura dell’Universario di Fondazione Pistoletto e proiezione del documentario “Junk-Armadi pieni” con protagonista Matteo Ward. A chiudere attività ludiche come il torneo di Calcio Saponato ed i DJ Set seraliTutti i dettagli nel file in allegato.

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BIWILD 2024 è un’occasione, un polo interculturale ed interdisciplinare capace di favorire incontri e relazioni attraverso l’arte in tutte le sue forme, l’espressione e consapevolezza di sè e dell’ambiente che ci circonda; un progetto che accresce il senso di appartenenza e di ri-approprazione dei luoghi del territorio, della cultura delle giovani generazioni grazie ad una partecipazione attiva e diretta dei ragazzi.

 

Per ulteriori informazioni e prenotazioni il sito web ufficiale di BIWILD

Dal 31 maggio a Beinasco è “Volleyball Passion”


Le campionesse europee dell’Usato Garantitosi confrontano con Germania, Lituania e Svizzera

Tre giorni di pallavolo femminile Over 40 nel torneo che tra Beinasco e Borgaretto vedrà al via anche la squadra di Massa e la rappresentava piemontese della UISP.
«La nostra non è solo una realtà sportiva, ma un progetto dal forte significato sociale: l’attività fisica per chi ha più di 40 anni è indispensabile per invecchiare in modo sano e attivo», sottolinea la capitana dell’Usato Garantito, Laura Rossari.

Beinasco, 29 maggio 2024 – Si chiama “Volleyball Passion” ed è il torneo femminile Over 40 che da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno vedrà confrontarsi, nelle palestre “Matilde Serao” di Beinasco e “Italo Calvino” di Borgaretto, alcune tra le migliori squadre europee di categoria.

L’Usato Garantito, sodalizio nato a Rivalta nel 2017 e da due anni con casa a Beinascovincitore per due volte di fila degli European Master Games (nel 2019 a Torino e nel 2023 a Tampere, in Finlandia), concede la rivincita alle svizzere del SWMW (battute in finale a Tampere il 1° luglio del scorso anno) sfidando le temibili lituane del Laime, le rodate tedesche del Germany 50+ e altre due formazioni italiane: le massassi dell’UNVS (vincitrici del torneo “ForOver Volley” disputato nella primavera 2023 ancora a Beinasco) e la rappresentativa piemontese della UISP.

«Questo torneo – spiega Laura Rossari, capitana dell’Usato Garantito – rappresenta un altro passo lungo il percorso di costruzione che la squadra ha avviato sette anni fa e che punta a dimostrare come la donna possa essere sportivamente attiva ad alto livello anche dopo i quarant’anni di età. In Italia manca un campionato specifico per la nostra categoria e, paradossalmente, è più facile misurarsi con avversari provenienti dall’estero. Conosciamo bene le nostre rivali svizzere e non vediamo l’ora di scendere in campo contro le rappresentative di Lituania e Germania per aggiungere altra esperienza a quella maturata finora».

L’Usato Garantito, nato nel rigoglioso alveo del 4Volley (società che opera tra Rivalta, Orbassano, Beinasco e Volvera e che nel 2022 ha festeggiato i suoi primi quarant’anni di vita sportiva), rappresenta un esempio virtuoso di come lo sport possa essere sinonimo di benessere. Composta da 14 atlete di oltre 40 anni (c’è anche chi quest’anno toccherà quota 56), abbina a un’impressionante grinta sottorete una sana dose di ironia che ricorda come si tratti pur sempre di un gioco: dal nome scelto per la squadra fino al motto che campeggia sulla loro maglia “Gallina vecchia fa buon bagher”. «L’Usato Garantito è un generatore di valori positivi. La nostra non è solo una squadra sportiva, ma un progetto dal forte significato sociale: l’attività fisica per chi ha più di 40 anni è indispensabile per invecchiare in modo sano e attivo», sottolinea ancora la capitana Laura Rossari.

A dare lustro al torneo “Volleyball Passion” provvederà anche la rappresentativa UISP del Piemonte che mette insieme una rosa di forti giocatrici, a lungo protagoniste sui parquet della nostra regione. Il torneo comincerà venerdì 31 maggio con le sfide tra Lituania e Germania (Girone 1, a Beinasco) e tra Svizzera e Massa (Girone 2, a Borgaretto). L’Usato Garantito, allenato come sempre da Marcello Longhin, scenderà in campo la mattina di sabato 1° giugno e lo stesso farà la rappresentativa UISP Piemonte. Le finali sono in programma nella mattina di domenica 2 giugno, dopodiché nel pomeriggio decolleranno gli aerei che riporteranno a casa le atlete tedesche e lituane.

Formula e calendario del torneo

Due gironi all’italiana da tre squadre ciascuno che si giocano tra venerdì sera e sabato mattina.

L’ordine di classifica determina gli accoppiamenti del turno di InterGirone in programma sabato pomeriggio.

L’ordine di classifica aggiornato con i risultati del turno di InterGirone determina gli accoppiamenti delle finali in programma domenica mattina.

L’ordine di classifica di ciascun girone viene ricavato in base al numero dei punti e, in caso di parità, da, nell’ordine: differenza set, differenza punti, risultato dello scontro diretto.

FORMULA DEGLI INCONTRI e ASSEGNAZIONE DEI PUNTI: ciascun incontro si gioca al meglio dei tre set e può perciò determinare due diversi esiti: vittoria per due set a uno o vittoria per due set a zero.

Nel primo caso vengono assegnati 2 punti alla squadra vincente e 1 punto a quella perdente, nel secondo caso 3 punti alla vincente e 0 alla perdente

COMPOSIZIONE GIRONI:

Girone 1 Girone 2

Usato Garantito (Beinasco, Italia) UNVS (Massa, Italia)

Germany 50+ (Germana) SWMW (Svizzera)

Laime (Lituania) UISP Piemonte (Torino. Italia)

CALENDARIO E SEDE DEGLI INCONTRI:

Venerdì 31 Girone Beinasco (palestra Serao) Borgaretto (palestra Calvino)

Ore 19:15 1 e 2Laime vs Germany 50+UNVS vs SWMW

Sabato 1°

Ore 09:30  1 e 2 Usato Garantito vs Laime UISP Piemonte vs UNVS

Ore 11:00  1 e 2 Germany 50+ vs Usato Garantito SWMW vs UISP Piemonte

Pausa

Ore 14:30     IG 2a Girone 1 vs 2a Girone 2

Ore 16:00     IG 1a Girone 1 vs 3a Girone 2

Ore 17:30     IG 1a Girone 2 vs 3a Girone 1

Domenica 2

Ore 09:00 Finale 3° 4° posto Finale 5° 6° posto

Ore 11:00 Finale 1° 2° posto

Ore 12:30 Premiazioni

Per l’ultimo concerto della stagione della RAI, sul podio DanielHarding, al violino Franz Zimmermann

 

 

Per l’ultimo concerto della stagione della RAI sul podio dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna uno dei più apprezzati direttori contemporanei Daniel Harding, con Franz Zimmermann al violino.

I due musicisti saranno protagonisti del concerto di venerdì 31 maggio alle 20 all’Auditorium RAI Arturo Toscanini di Torino. Per Harding si tratta del quinto impegno in pochi anni con la compagine RAI, a partire dal suo debutto, avvenuto il 13 dicembre del 2020.

In apertura di serata Harding e Zimmermann proporranno il Concerto gregoriano per violino e orchestra di Ottorino Respighi, composto nel 1921 utilizzando stilemi modali arcaizzanti propri del canto gregoriano, ma anche includendo aspetti timbrici tipici del XX secolo.

Chiude il concerto la Sinfonia  n. 1 in re maggiore di Gustav Mahler nota con il soprannome del ‘Titano’. Il compositore le diede lo stesso nome di un romanzo di Jean Paul.

La pagina si accompagna all’infelice esperienza amorosa vissuta dal musicista con la cantante Johanna Richter a Lipsia, dove la composizione venne ultimata nel 1888. Tenacemente radicata nello spirito del Romanticismo tedesco, è  già proiettata oltre la realtà musicale del suo tempo. La partitura è  tutto un riecheggiaredi richiami alla natura, che mutano dalla serenità pasquale innocente all’inquietudine struggente della modernità.

In occasione dell’esecuzione ad Amburgo nel 1893, Mahler definì quest’opera  “Titano”, un poema sinfonico in forma di sinfonia. Diviso in due parti, comprende la prima parte intitolata “Dai giorni di gioventù: fiori, frutti e spine”, formata dai primi tre movimenti, e la seconda la ‘Comoedia humana’ dagli ultimi due movimenti. Quando Mahler ne diresse la prima esecuzione il 20 novembre 1889 a Budapest, questa sinfonia non aveva ancora raggiunto la sua forma definitiva . Tra i primi abbozzi del 1884 e gli ultimi ritocchi del 1909 trascorsero venticinque anni, l’intero arco creativo del compositore.

 

Mara  Martellotta

La piuma di “Forrest Gump” e la scimmia/dessert di “Indiana Jones”, quando il Cinema è arte

Alla Mole, sino al 13 gennaio 2025, “Movie Icons. Oggetti dai set di Hollywood”

Penso che collezionisti si nasca, è una pulsione che si manifesta prepotente, irrefrenabile, che ti spinge a possedere l’oggetto che ti manca, una continua battaglia tra Eros e Thanatos, una sorta di malattia, per fortuna non mortale.” Luca Cableri è un signore giovanile e alto ed elegante, che da sempre coltiva la passione di raccogliere reperti e oggetti, che ragazzino andava lungo la spiaggia per conchiglie e poi le rivendeva ai turisti, che nell’ultima quindicina d’anni ha viaggiato negli States e che in alcuni di essi, il Wyoming ad esempio, ha ritrovato ossa di dinosauro (specifichiamo: dal cranio di triceratopo allo scheletro completo di un Tyrannosaurus Rex) e che non s’è risparmiato dal portare a casa pietre lunari cadute giù da noi. Che ospita in una sorta di Wunderkammer rinascimentale, in uno splendido palazzo aretino quel Theatrum Mundi che è ora la casa di ogni sua scoperta. Oggi – per un lunghissimo periodo che s’allunga sino al 13 gennaio 2025 – alcune, circa centoventi riguardanti esclusivamente il campo cinematografico, definendole “props” e guardando a quegli oggetti di scena che vengono usati dagli scenografi e dagli arredatori, questi suoi fantasiosi quanto curiosissimi reperti, certo affascinanti per quanti amano il cinema, oggetti che Cableri s’affretta definire “opere d’arte” e che come tali devono essere guardati, sono esposti nella mostra “Movie Icons. Oggetti dai set di Hollywood”, curata dallo stesso Cableri e dal Direttore del Museo del Cinema Domenico De Gaetano, con i prestiti altresì della casa d’aste londinese Propstore, nella Sala del Tempio alla Mole dell’Antonelli. Sei vetrine a ospitare al pian terreno il costume esiguo e antico dei militi spartani di “300”, l’abito scuro di “Men in Black”, quelli inventati per “Armageddon”, “Robocop”, “Io Robot” e la Cosa dei “Fantastici 4”; e poi un lungo anello che si snoda lungo la scala a immagazzinare sogni per gli occhi – e per i ricordi – per i tanti e prossimi visitatori, magari sogni sempre accarezzati e ai quali mai s’è potuto dare un corpo.

La mostra che ci porta a presentare questi oggetti meravigliosi – dice a inizio di conferenza stampa Enzo Ghigo, Presidente del Museo – può essere considerata il proseguimento ideale di quella che l’ha preceduta, “Il mondo di Tim Burton”, chiusa con un vero e proprio successo. È il panorama affascinante di una parte del cinema americano di questi ultimi decenni, un panorama costruito con titoli che tutti abbiamo visto, ragazzi e con le fidanzate, con le famiglie, con i genitori e con i figli, che animano ricordi e suscitano emozioni, che fanno rivivere tantissimi momenti della vita che fin qui abbiamo trascorso.” Una mostra per cui, come in poche altre, la parola d’ordine è lasciarsi trasportare, una mostra che piacerà ad adulti e ai giovani, ai cinefili incalliti che hanno saggiato quelle immagini ma che non hanno mai potuto godere, a pochi centimetri dai loro occhi, di tanta meraviglia, di questo o di quell’oggetto, ai tanti curiosi che forse per la prima volta vorranno oltrepassare l’ingresso della Mole. Se mai ancora ce ne sono. “Quando, più di un anno fa – dice De Gaetano -, Cableri mi ha chiamato per propormi la mostra, la proposta mi ha lasciato abbastanza scettico, forse non ci ho visto l’effettiva curiosità, non ho avvertito quel grandioso panorama che in questo momento abbiamo davanti agli occhi. Poi ci ho ripensato, credo quasi immediatamente, ricredendomi ed è nata una vivace collaborazione che guardando all’unione degli oggetti del Theatrum Mundi e di alcuni di proprietà del Museo e ai tesori di Propstore ha dato vita a “Movie Icons”. Si aggiunge Cableri: “Sono felice che gli oggetti di questa mia collezione possano approdare alla Mole, uno di quei luoghi che più non avrei potuto sperare: anche perché sono convinto che ogni collezione debba essere messa a disposizione del pubblico intero, perché tutti ne possano godere. In altre parole, fare cultura, dando la possibilità a tutti di apprezzarli e ammirarli.”

Poi si inizia a salire la scala ed è un susseguirsi di preziosità e di ricordi, in un allestimento dove predominano i colori scuri e dove in un alternarsi di manifesti dalla presenza immediata e di più o meno grandi “personaggi” che diventano quasi religiosi simulacri di questo Sancta Sanctorum, si affacciano teche ottimamente illuminate a contenere gli oggetti di una vita cinematografica. il mostro di “Alien vs. Predator”, nella sua altezza, nei suoi artigli e nella completa presa delle fauci, capolavoro dell’artista svizzero H.R. Giger, il costume da extraterrestre inventato per “Incontri ravvicinati del terzo tipo” (il pezzo più antico della collezione: esiste anche quello sempre sfuggito, il costume completo di Darth Vader che dal 1977 riempie “Guerre stellari”), il divertente modello di marziano per stop-motion dovuto alla fantasia di Tim Burton e della sua equipe per “Mars Attaks!” (1996), il macabro orecchio a punta (una protesi auricolare in lattice) del vulcaniano Spock, interpretato per l’intera saga da Leonard Nimoy e una ciocca di pelo di Chewbecca, lo scimmione di “Guerre stellari”.

Puoi finalmente toccare il giubbotto di pelle (marrone) utilizzato da Tom Cruise per “La guerra dei mondi” di Spielberg (nella tasca interna è cucita un’etichetta con la scritta “Tom Cruise, Regular Size”: Ray Ferrier lo indossa per l’intero film, pertanto furono prodotti diversi esemplari che ne attestassero il progressivo deterioramento con l’intensificarsi dell’azione), la testa d’automa di “Hugo Cabret” firmato da Scorsese nel 2011, e fa quasi tenerezza quella piuma bianca che abbiamo visto tante, tante volte all’inizio e alla fine di “Forrest Gump”, accanto al cappellino con il marchio “Bubba Gump Shrimp Co.” e all’immagine del protagonista Hanks con Gary Sinise a reclamizzare il cocktail di gamberi sulla copertina di “Fortune”. E ancora i guantoni di Rocky, la macabra testa di scimmia usata per il dessert di “Indiana Jones e il tempio maledetto” nel palazzo di Pankot, gran finale dopo gli occhi in brodo con questo cervello di scimmia semifreddo servito direttamente dentro il cranio aperto del povero animale, il tricorno posto sulla testa di Johnny Depp nei “Pirati dei Caraibi” e una delle tute di salvataggio di quello strappalacrime che è stato per tutti noi “Titanic”, come – vera opera d’arte vista da vicino, quando già ci aveva entusiasmato al cinema, sofferenza ed emozioni perfette, quasi tre anni di lavoro perché ne uscisse il capolavoro che sarebbe stato, indossato da Doug Jones durante le riprese – la maschera dell’uomo anfibio per “La forma dell’acqua” di Guillermo Del Toro.

Non mancano “I Flintstone” e non manca “Jurassic Park”, non mancano le tavolette di cioccolato della dolce “Fabbrica” narrata da Burton, non mancano i ricordi di Harry Potter, come la sua bacchetta, 28 centimetri che sono l’unione dell’agrifoglio sempreverde e di una piume di fenice che è simbolo di rinascita, come quella di Voldemort nel “Calice di fuoco”. In un incrociarsi di epoche e di stili, di storie e ancora di emozioni, la spada di “Excalibur” e il mitra Thompson tolto dalle immagini che vedevano l’Oscar Sean Connery combattere negli “Intoccabili” l’Al Capone di De Niro e gli altri cattivoni, le fiches e le carte che vedono al tavolo da gioco Bond, James Bond, in Casino Royale, i costumi che tutti abbiamo davanti agli occhi della triade Superman/Matman/Robin per continuare con quello rossoblù di Spider Man. Altro oscarizzabile nel 2004 per i Migliori Effetti Visivi, il tentacolo del dottor Octopus (Alfred Molina) in “Spider-Man 2”, un supplizio di complessivi 45 chilogrammi composto da un corsetto, una cintura di metallo e gomma, una colonna vertebrale in gomma e quattro tentacoli di gommapiuma lunghi circa 2,5 metri. Per tacere del martello di Thor, della mano dell’Incredibile Hulk, dello scudo di Capitan America dai cerchi concentrici di colore rosso e bianco e con al centro una stella bianca su un fondo blu, calcolato il tutto sul mercato per un gruzzoletto che va ben oltre il milione di dollari. Degli artigli di Volverine, del modello di uno dei Gremlins, del modellino dello “Squalo”, della maschera dell’orripilante Hardy Kruger e dell’inquietante modellino, palloncini multicolore in una mano, si Pennywise, alias “It”, che il suo costruttore, Bart J. Mixon, aveva voluto “il più innocuo e amichevole possibile”.

Accanto alle autorità del Museo e al collezionista Luca Cableri, erano presenti in conferenza stampa Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, compagni di vita e di arte, scenografi e molto di più entrambi, sei premi Oscar in due – per “The Aviator” e “Hugo Cabret” di Scorsese e per “Sweeney Todd” di Tim Burton, applauditissimi, la sera avrebbe ricevuto la Stella della Mole e tenuto una Masterclass. Chi stende queste note ha avuto la fortuna di percorrere gran parte del percorso attraverso quelle opere d’arte con la parte femminile della coppia: e tra commenti e sorrisi e ricordi e apprezzamenti, ha visto come un premio Oscar rimanga stupefatta, sempre, in ogni momento, davanti alla magia del cinema. E dei tanti che vi lavorano all’interno.

Elio Rabbione

Nelle fotografie di Stefano Guidi, alcune immagini degli oggetti esposti e dell’allestimento della mostra in questi giorni alla Mole.

La montagna piemontese chiede aiuto, la Regione risponde con nuovi fondi

Stanziati 10 milioni e 700 mila euro per la montagna: la Terza commissione del Consiglio regionale ha espresso a maggioranza parere favorevole alla Proposta di deliberazione della Giunta per il riparto del Fondo regionale, in attuazione della legge per la tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna.

Le risorse messe a disposizione dei territori montani del Piemonte, come è stato illustrato dall’assessore competente, per il 2024 ammontano a 10,7 milioni e sono ripartite tra le Unioni Montane in questo modo: il 60 %, – che sarà suddiviso in proporzione alla popolazione residente e alla superficie – come contributo alle spese di funzionamento; un terzo di queste risorse sarà destinato all’attuazione del Programma annuale; il 30 % come contributo alla spesa per il personale dipendente delle Unioni Montane che svolge le funzioni regionali delegate, mentre il 10 %  è  destinato al finanziamento di interventi funzionali allo sviluppo ed alla promozione della montagna, attuati dalle Unioni Montane o da altri soggetti e associazioni.

Il Fondo regionale per la montagna – come è stato ribadito in Commissione – è strategico per valorizzare, grazie all’azione sul territorio delle Unioni Montane, le specificità delle nostre montagne e promuoverne lo sviluppo sociale ed economico. Le cosiddette “terre alte” devono ritornare a essere attrattive e, con un impegno condiviso da parte delle istituzioni, essere protagoniste di una nuova fase di rilancio.

“Star Rose” a casa Toesca, Rivarolo Canavese

Inaugura il primo giugno la mostra Promossa dalla Crag Gallery, con la partnership di “Palazzo Rosa Le Stanze della Cosmetica”

 

La Crag Gallery organizza una mostra dal titolo “Star Rose” a casa Toesca, in via Ivrea 42, a Rivarolo Canavese, che inaugurerà sabato 1 giugno dalle 16 alle 20. Sarà aperta fino al prossimo 30 giugno.

Maggio è il mese dedicato alle rose, le giornate si allungano, il clima è più caldo ed è il momento della rifiorire e delle passeggiate nei parchi. È un momento propizio per l’arte che raccoglie la spinta ottimistica della bella stagione e per le rose che raggiungono il loro massimo splendore in questo periodo dell’anno.

Gli artisti Luca Coser, Luca Freschi, Lorenzo Gnata, Jiri Hauschka, Chen Li, Elisabetta Mariuzzo, Enrico Smerilli, Giacomo Modolo, Oscar Contreras Rojas, Roger Coll e Giuliano Sale dialogano attraverso la loro poetica su simbolismi, allegorie, miti e significati che ruotano attorno alla rosa, nella storia dell’arte e non solo. Sono artisti dalle origini diverse, che hanno declinato questo tema con la sensibilità e il background personale di ognuno di loro. Quest’ultima è una tematica molto cara alla Crag Gallery che, da anni, è impegnata nell’instaurare dialoghi tra diversi Paesi, dando opportunità ad artisti emergenti e ad altri più affermati di confrontarsi.

La rosa, nella sua storia secolare e nell’arte, ha da sempre presentato una simbologia complessa perché racchiude in sé tematiche totalmente contrastanti. È simbolo di amore, perfezione, purezza, passione, vita e morte e assume significati differenti a seconda del contesto, del colore e delle spine. La vediamo nascere la rosa rossa dal sangue e dalle lacrime di Afrodite di fronte alla morte dell’amato Adone. Mito in cui la rosa assume il significato dell’amore passionale, sofferto, tanto potente da vincere la morte. La troviamo in molte fiabe come simbolo della stessa vita umana, quella terrena che dallo splendore arriva al decadimento, e quella successiva in cui è portatrice di nuova vita e resurrezione come possibilità e nuova opportunità di amare. Nella fiaba de La Bella e La Bestia, che non a caso nasce dal racconto di Amore e Psiche, la rosa sembra svolgere il ruolo di un orologio vitale che sta per scadere e che, di nuovo, può sfidare la morte e la maledizione soltanto con la forza del vero amore. Da sempre accompagna il gesto d’amore del dono, si porge una rosa per donare il proprio amore. In passato la rosa è anche stata simbolo di segretezza quando, sotto forma di sigillo, veniva inserita in dettagli di chiese, confessionali, congregazioni. La locuzione latina ‘sub-rosa’ significava una confidenza fatta in assoluta segretezza. Nella tradizione e nelle icone cristiane è spesso allegoria di paradiso, purezza, di un grembo fertile ma puro della stessa Vergine Maria. Al tempo stesso la ritroviamo come corona dei martiri, portatrice di dolore e simbolo dei sacrifici fatti in nome della fede. Per i marinai rappresenta la guida verso nuove mete, l’avventura, la scoperta che, a sua volta, è il movimento verso la conoscenza, il viaggio di Colombo, l’età moderna, ma anche la Bussola che li riaccompagna verso casa. La ritroviamo, infatti, in tutta la storia dell’arte, la letteratura, la poesia, in quell’eterno discorso emozionale che lega arte e vita, arte e amore, il godimento emotivo dell’atto artistico che fa bene, a volte male, al cuore.

Anche nell’arte contemporanea continua a essere portatrice di questi valori. Basti pensare alla performance di Gina Pane che, usando il suo corpo come catalizzatore delle esperienze della vita, assegna alla rosa il compito di infliggere dolore al corpo della donna costretta nel suo stereotipo di moglie, madre e casalinga, quindi rimettendo in scena una sorta di martirio personale e al tempo stesso condiviso. Pensiamo alla forza dirompente del fiore usato come arma per distruggere i vetri delle macchine, e simbolicamente come arma femminista in “Ever is over all” dell’artista Pipilotti Rist.

Possiamo considerare un pensiero tratto da Il Piccolo Principe di Antoine de Saint Exupery che afferma “È il tempo che hai perduto per la tua rosa che ha reso la tua rosa così importante”.

La mostra è realizzata con la partnership di “Palazzo Rosa- Le stanze della Cosmetica”. Di Palazzo Rosa, la creatura in campo cosmetico di Carlo Rosa, saranno presenti cosmetici, delle rose particolari e il gelato alla rosa all’evento inaugurale.

La mostra è visitabile sabato e domenica tutto il giorno su appuntamento.

MARA MARTELLOTTA