“Con la cabina di regia regionale che si è svolta ieri abbiamo dato un ulteriore impulso a proseguire il percorso già tracciato dalla lista Stati Uniti d’Europa in vista delle prossime elezioni in Piemonte”. E’ quanto emerso dall’incontro di ieri tra la presidente regionale di Italia Viva Sen. Silvia Fregolent, il Coordinatore Regionale di Più Europa Flavio Martino, Cristina Peddis per Libdem ( Liberali e Democratici Europei) e Roberto Goghero per il Partito Socialista Italiano. La lista Stati Uniti d’Europa per il Piemonte appoggia la candidata Presidente Gianna Pentenero e la sua coalizione di Centro-Sinistra nelle prossime consultazioni dell’8 e 9 giugno.
Quel che resta di una bici
La nostra lettrice Daniela Renis ci invia questa foto scattata davanti a Porta Susa. Ecco ciò che resta di una bici
Extinction Rebellion ha occupato questo pomeriggio il cortile delle Gallerie d’Italia, il museo di Intesa Sanpaolo, a Torino, per denunciare i “massicci finanziamenti della banca in progetti legati a petrolio e gas”.
La protesta si svolge nello stesso giorno dell’assemblea degli azionisti di Intesa e a pochi giorni dall’inizio del “G7 Clima, Energia e Ambiente” che si terrà proprio a Torino dal 28 al 30 aprile. L’obiettivo, dicono in una nota gli attivisti è “denunciare i massicci finanziamenti di Intesa Sanpaolo nei progetti di estrazione, esplorazione e commercio in petrolio e gas, su cui i governi del G7 – tra cui l’Italia – stanno investendo”.
Il “caso Agenda” e le ombre sui dem
L’ANALISI
Leggi l’articolo di Angelo Vitale su “L’identità”:
25 Aprile, tutte le iniziative a Torino
Anche quest’anno in occasione della Festa della Liberazione la Città di Torino, in collaborazione con il Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, il Polo del ‘900 e associazioni e istituzioni culturali, propone un ampio calendario di iniziative che alle tradizionali commemorazioni istituzionali affianca dibattiti, letture, aperture straordinarie, incontri dedicati alle scuole, proiezioni di film e concerti. Una giornata che si chiuderà in musica con il concerto di Fatoumata Diawara al Teatro Regio.
Ieri 24 aprile, si è tenuta la fiaccolata della vigilia della Festa della Liberazione che ha dato inizio, come da tradizione, alle celebrazioni. Partenza alle ore 20 da piazza Arbarello e arrivo in piazza Castello per il saluto delle autorità e l’orazione ufficiale dello storico Carlo Greppi.
Giovedì 25 aprile il primo appuntamento sarà la cerimonia istituzionale di omaggio ai caduti, alle ore 10 al Cimitero Monumentale, per proseguire con le iniziative su tutto il territorio cittadino a cura di associazioni e istituzioni culturali.
Tante le proposte del Polo del ‘900, come le passeggiate alla scoperta dei luoghi della Memoria e della Resistenza, la visita guidata alla casa di Piero e Ada Gobetti, le proiezioni del film Tante facce nella memoria di Francesca Comencini e della pellicola vincitrice della sezione Fare Memoria del Valsusa Filmfest, la lectio magistralis di Isabella Insolvibile dal titolo Combattere, il concerto con letture dal vivo ispirato allo storico concerto della Resistenza del 1964 al teatro Gobetti e l’apertura straordinaria dell’allestimento Torino 38-48, dalle leggi razziali alla Costituzione.
La Festa della Liberazione sarà anche l’occasione per visitare luoghi solitamente chiusi al pubblico, come Palazzo Civico e le sue aule auliche, il palazzo della Prefettura, la sede della Città Metropolitana, il Sacrario del Martinetto e la già citata casa di Piero e Ada Gobetti. Il Museo Carcere Le Nuove organizza una visita guidata straordinaria, come anche il Museo del Risorgimento, che propone un percorso tematico tra le sue collezioni dal titolo Libertà va cercando… le conquiste della primavera dei popoli, che racconta le battaglie per l’ottenimento di libertà e diritti dagli anni dello Statuto Albertino fino alla costituzione dello stato nazionale. Alla Pinacoteca Agnelli una visita guidata porterà alla scoperta dell’opera PISTARAMA di Dominique Gonzáles-Foerster, il gigantesco murales disegnato sul perimetro della Pista 500.
Il 25 aprile porterà spettacoli di musica, danza, teatro in tutta la città. Il Museo della Radio e della Televisione Rai propone l’iniziativa musicale Liberi di Sognare, tra le danze e l’accensione di antichi apparati radio e tv. Al Sacrario del Martinetto l’accademia dei Folli mette in scena lo spettacolo di musica e teatro Il rossetto e la bomba, dedicato all’importante ruolo svolto dalle donne durante la Resistenza. Alla Casa del Quartiere di San Salvario si terrà il concerto degli Alma Mude con le canzoni della Resistenza, mentre al circolo Antonio Banfo il contrabbassista Michele Anelli e il pittore Diego Pomarico si esibiranno in uno spettacolo di musica e live painting. La Casa del Quartiere Il Barrito mette in scena La musica Resistente – Parole e note dal mondo, tra canzoni, poesie e racconti nati dalle tante comunità e dai tanti popoli nel mondo che hanno subito oppressioni e violenze.
Osserveranno apertura straordinaria i Musei Reali e le Gallerie d’Italia, che per l’occasione offriranno l’ingresso a titolo gratuito. Biglietti a prezzo ridotto per il Museo del Risorgimento (8 euro) e per il Museo della Montagna (7 euro). Aperti anche il Museo del Cinema, il Museo A come Ambiente, il Museo Egizio e il Museo Diffuso della Resistenza.
Chiude la giornata, alle 21 al Teatro Regio, il concerto di Fatoumata Diawara, realizzato dalla Fondazione per la Cultura nell’ambito del Torino Jazz Festival e promosso dalla Città di Torino e dal Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte. La cantante di origini maliane si esibirà, accompagnata dalla sua band, in uno spettacolo dedicato alla gioventù resistente e in special modo a Dante Di Nanni.
Il calendario completo degli eventi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/25aprile.
L’ex sindaco di Torino Piero Fassino, è stato denunciato per tentato furto al duty free dell’aeroporto di Roma Fiumicino. La ricostruzione è del Fatto quotidiano secondo il quale lo scorso lunedì 15 aprile Fassino poco prima di recarsi al gate era entrato nell’area acquisti dello scalo romano dove – così sostiene l’ex sindaco – voleva acquistare un profumo del valore di 100 euro per fare un regalo alla moglie. Poi ha ricevuto una chiamata al cellulare e avendo in mano il trolley, avrebbe messo la boccetta nella tasca del giaccone, per rispondere. Un sorvegliante avrebbe notato il gesto e da qui, viste successivamente le riprese delle telecamere di sorveglianza è scatta la denuncia del negozio alla polizia.
“Delitto sotto le torri 2 – Il terzo segreto” è il secondo capitolo delle inchieste del commissario Salviati che si trova a dover fare i conti con un cadavere a San Benedetto del Tronto.
“Narrare una storia del crimine che si svolge in un determinato luogo vuol dire raccontare la realtà sociale e storica che circonda gli avvenimenti.”
Il romanzo giallo “Delitto sotto le torri 2” è un poliziesco molto moderno che lega perfettamente l’elemento riflessivo e l’indagine con la commedia. Il protagonista riesce ad accompagnare il lettore all’interno di una storia a tinte scure nella frizzante San Benedetto del Tronto. La precisione nella descrizione dei territori e gli approfondimenti storici legati alla vicenda rivelano l’accurato lavoro di documentazione dell’autore.
“Per sviluppare una trama credibile è fondamentale legarla al territorio che si conosce bene. Io sono nato ad Ascoli Piceno e ho vissuto tanti anni a San Benedetto del Tronto. Ne conosco la storia, i quartieri, pregi e difetti dei personaggi. Sono posti affascinanti e misteriosi allo stesso tempo.”
Il nuovo romanzo di Luca Viozzi “Delitto sotto le torri 2 – Il terzo segreto” è stato pubblicato dalla Giaconi Editore. La storia prende le mosse dalla telefonata anonima che riceve il direttore di banca romano Roberto Santi: “Sappiamo cosa hai fatto…” Il giorno seguente troverà la morte a San Benedetto del Tronto. Questa volta il crimine pare davvero organizzato e per il commissario Salviati è un caso intricatissimo.
Il romanzo di Luca Viozzi affronta diverse tematiche in maniera coinvolgente: storia, religione, mistero e emozioni. Il testo strizza l’occhio a vari generi, non solo giallo, regalando ai lettori un’opera trasversale e di livello.
Il libro sarà presentato dall’autore insieme all’editore Simone Giaconi al Salone del Libro di Torino 2024.
La colorata, poetica “visionarietà” dell’ artista torinese in mostra al “Castello di Miradolo”
Fino al 25 dicembre
San Secondo di Pinerolo (Torino)
Molti anni dopo la sua prima mostra negli Stati Uniti, nel dicembre del 2012 una sua personale (“Fragments 1968 – 2012”) presso la “Casey Kaplan Gallery” di New York, gli fece guadagnare la definizione di “una delle dieci riscoperte più emozionanti dell’anno”, tanto che sul “ New York Times” la critica d’arte Roberta Smith ebbe allora a scrivere che “la sua arte merita un posto nella storia mondiale dell’astrattismo”. E’ proprio vero. Nemo propheta in patria, dicevano gli antichi. E il concetto non è mai passato di moda. Vedi, appunto, Giorgio Griffa (Torino, 29 marzo 1936), allievo di Filippo Scroppo nei primi anni Sessanta e sicuramente fra i principali esponenti, a livello internazionale, della ricerca pittorica contemporanea, nominato “Artista dell’Anno 2024” da “Il Giornale dell’Arte”… eppure artista cui, inspiegabilmente, la “Torino dell’arte” non ha ancora tributato i doverosi massimi onori toccati, invece, ad altri suoi illustri colleghi come lui ruotanti, fra gli Anni Sessanta e i primi Settanta – sotto l’egida non univoca – dell’“Arte Povera” attorno alla prestigiosissima Galleria torinese di “Gian Enzo Sperone. Non faccio nomi.
Ma ben si conoscono. Nomi iconici delle “Avanguardie” internazionali (meritevoli, per carità!), nel cui gruppone troppo poco e inspiegabilmente (oltreché ingiustamente) si legge il nome di un artista altrettanto “grande” come Giorgio Griffa. Lodevole, dunque, l’iniziativa di dedicargli, fors’anche in occasione del suo 88° genetliaco (fra un paio di giorni; tanti auguri, Maestro!) una ricca personale nella prestigiosa location del settecentesco “Castello di Miradolo”, antica dimora della famiglia Cacherano di Bricherasio e, dal 2008, sede della “Fondazione Cosso”. In programma fino al giorno di Natale, mercoledì 25 dicembre, la rassegna (“Una linea, Montale e qualcos’altro”) si articola in diverse tappe espositive, articolate lungo le quattro stagioni, in un percorso che abbraccia oltre mezzo secolo di pittura dell’artista, coinvolgendo tutti gli spazi interni del “Castello” di San Secondo di Pinerolo e del suo “Parco storico”. Prodotta dalla “Fondazione Cosso” e dalla “Fondazione Giorgio Griffa”, la mostra, curata da Giulio Caresio e Roberto Galimberti, è stata ideata e progettata con lo stesso Giorgio Griffa, che ha anche realizzato, appositamente per l’occasione, alcune opere site specific, studiate per essere inserite armoniosamente nel contesto ambientale.
E in linea con quel suo operare assolutamente singolare, “suo” e solo “suo”, partecipe inizialmente ai sussulti post-informali dell’“Arte Povera” (cui è stato spesso accostato) o “minimalista” o “analitica”, ma ben deciso a lavorare attorno all’iniziale ciclo dei “segni primari” che da sempre hanno accompagnato la “sua” arte. “Io non rappresento nulla, io dipingo”, dice lo stesso Griffa, fedele a ritmi cromatici tesi a sottolineare e a fondersi, in una sorta di “scrittura zen” (alla Natalie Goldberg), con l’ambiente naturale e spirituale e con la vita di cui è parte trasognante e trasognata. “La sua – è stato scritto– è una pittura fatta di segni spogliati di significato … memoria della pittura che si sovrappone alla memoria personale dell’artista”. Un “costante non finito”, come “fermare un pensiero a metà frase”. Così, fra interni ed esterni, l’iter ci porta dai “Sei colori” (tre tele con colori complementari esposte all’esterno e ai segni più o meno rancorosi del tempo), a “Una linea” (serie di ceramiche bianche e blu che collegano una gigantesca farnia caduta nel 2020 con l’architettura del “Castello”) e a “Un filo” (corde bianche parallele simili a a linee spezzate nel canneto di bambù gigante). Per proseguire, via via, con “Canone Aureo 980” (18 tele che scandiscono i 36 metri della serra, metafora – secondo gli antichi principi propri della “sezione aurea” – a “conoscere l’inconoscibile e a dire l’indicibile”), con “Montale” (dalla poesia “Arte Povera” dove il poeta ironizzava sulla sua attività pittorica), fino a “Bianchi” (realizzati un’estate anni ’70, in cui l’artista sopraffatto dal “verde” di un bosco, decide di mettersi a dipingere affidandosi solo al “bianco”) e a “Venti frammenti” (dipinto nell’’80, installato temporaneamente in una Sala del “Castello”, in occasione della mostra “Oltre il giardino. L’abbecedario di Paolo Pejrone”, e lì lasciato in maniera permanente). Ad accompagnare l’esposizione un’inedita “installazione sonora” a cura del progetto “Avant-dernière pensée”, che indaga assonanze e analogie con la pittura di Griffa “sottolineando – spiegano gli organizzatori – gli itinerari e le linee di differenti strumenti e, insieme, li ricompone come unità”.
Gianni Milani
“Giorgio Griffa. Una linea, Montale e qualcos’altro”
“Castello di Miradolo”, San Secondo di Pinerolo (Torino); tel. 0121/502761 o www.fondazionecosso.com
Fino al 25 dicembre
Orari: sab. dom. e lun. 10/19
Nelle foto di Giulio Caresio: Giorgio Griffa al lavoro in studio; Canone aureo”, water color on paper, 2015 e “Tre linee con arabesco”, pastel on paper, 1991
Mostra alla Galleria Pirra, sino al 19 maggio
Per la terza volta le sale della Galleria Pirra (corso Vittorio Emanuele II, 82) ospitano la pittura dell’artista danese Birgitte Lykke Madsen – Odense, dove ha frequentato l’Accademia di Belle Arti e dove vive e lavora, e dove è nata nel 1960. Un’artista che guarda avanti nella propria tecnica e altresì dentro il passato in questo impressionismo rivisto con gli occhi del Mare del Nord e del Mar Baltico, con i venti freddi, con le spiagge pochissimo frequentate, con gli isolotti che si mescolano alle onde che giungono sino a riva. Non siamo più di fronte all’arcata della scogliera di Etretat o ai poetici spazi d’acqua e alle ninfee di Monet, accanto alla casa di Giverny, non siamo più di fronte alle distese impazzite di fiori del Sud della Francia: i cieli i profumi i colori sono altri ma appieno mantengono la stessa irremovibile poesia. Le persone sono altre, bagnanti ragazzi donne di un’età indefinita, moderne, colti tutti nei loro costumi, negli abiti, nei movimenti, distesi nell’acqua o a nuotare o a chiacchierare in un momento di libertà. A confondersi con il mare.
Questa volta ci stanno di fronte le tele, di una certa grandezza o di dimensioni decisamente più ridotte che sono il frutto del progetto “Danske Billeder” – “Immagini danesi” (ovvero “Acqua e sabbia”; la mostra rimarrà aperta sino al 19 maggio, lunedì-sabato 10 / 12,30 – 15,30 /19, apertura domenica mattina, tel. 011 543393, galleriapirra.it: rischiando anche di essere prolungata, considerando l’interesse di pubblico nei primissimi giorni – nato nel 2020 a confronto di una pandemia che obbligava ognuno di noi nel chiuso della propria casa. La risposta era il bisogno intimo di evadere, la necessità fisica di lasciarsi toccare da un’altra aria, vera, integra, profumata, la necessità di liberarsi di quelle mura. Ed ecco l’artista infilarsi frettolosamente, ansiosamente, un paio di scarpe da trekking ai piedi e armarsi di un blocco da disegno per riempirlo di schizzi da sviluppare poi in studio, nel ritornato chiuso del suo studio. Ne nasce un viaggio – oli, più o meno una trentina, dove l’occasione si riallaccia pure a prove precedenti ma di eguale sentimento – fatto di più o meno piccole tappe, concepite con la mente e con il cuore allo stesso tempo, una ricerca di momenti e di paesaggi, di scorci d’acqua e di terra, tangibili realtà e magnifiche suggestioni, uno per tutti “Mare dei Wadden”, 140×140 cm: un viaggio in cui la natura e il corpo umano dialogano ancora con spazi ben definiti o si fanno tutt’uno nella stretta armonia dei verdi e dei blu. O – sulla sinistra della sala d’entrata, nelle sequenza di una decina di piccole opere – il corpo viene come risucchiato dalla liquidità dell’elemento, sino quasi a sparire, ad essere annientato. In un ambiente pressoché surreale. Dove la natura ha preso il sopravvento, in una tavolozza di colori sfacciatamente forti e arditi.
Nascono istanti carichi di bellezza. Forse di rifugio, forse di protezione cercata, forse di difesa dal frastuono della città. Istanti che chi guarda può considerare anche soltanto accenni, e in seguito riviverli nella loro completezza. La barca distesa con ampie pennellate nello sfondo verde, i ragazzi sulla spiaggia, la donna immersa nell’acqua o le altre riprese a passeggiare sulla battigia (“Figura a passeggio nel mare”, “Passeggiata nell’acqua bassa”, 30×30 cm), i corpi che fluttuano indisturbati sul fondale marino: un percorso lungo, al suo termine un fotogramma nettamente suddiviso a metà, il cielo e il terreno in parti eguali, sempre maggiori macchie di colore a sovrastare.
Elio Rabbione
Nelle immagini: “Passeggiata nell’acqua bassa VI”, olio, 30×30 cm, 2023; “Mare dei Wadden II”, olio, 140×140 cm, 2021; “Figura a passeggio nel mare”, olio, 40×40 cm, 2023.
Auto e furgone distrutti dalle fiamme
Un incendio ha distrutto un’auto e un furgone in corso Vercelli a Torino. I vigili del fuoco che hanno spento le fiamme stanno verificando le cause del rogo. Non si registrano persone ferite (foto archivio)