ilTorinese

“Collezione dal vivo” a Villa Cerruti

Riprendono a Rivoli gli appuntamenti mensili dedicati alla grande Collezione privata di Francesco Federico Cerruti

Giovedì 6 giugno, dalle 18 alle 19,30

Rivoli (Torino)

L’occasione è davvero ghiotta per chi ancora non l’avesse fatto. Cosa? Visitare, appena fuori porta, una Collezione privata di altissimo livello, qual è la “Collezione Cerruti”, Polo del “Castello di Rivoli” aperto al pubblico dal maggio del 2019 e comprendente quasi 300 opere di pittura e scultura, tappeti preziosi, libri antichi, legature di pregio e mobili dei più celebri ebanisti che spaziano dal Medioevo al Contemporaneo.

Con il nuovo titolo “Collezione dal vivo” sono infatti ripresi gli appuntamenti mensili di approfondimento alla “Collezione” della Villa di Vicolo dei Fiori 5, a Rivoli (Torino). Anche quest’anno, dunque, storici dell’arte e studiosi di altri ambiti disciplinari presenteranno al pubblico, nella “Sala delle Orchidee”, un’opera o un ciclo di opere appartenenti alla “Collezione Cerruti”. Non solo. Da quest’anno, infatti, le conferenze si alterneranno ad appuntamenti dedicati alla musica dal vivo, in forma di “lezioni-concerto”, a cura di Mario Calisi, pianista, compositore e direttore d’orchestra.

E proprio Calisi sarà protagonista del prossimo appuntamento, in agenda per giovedì 6 giugno(18/19,30), con una lezione-concerto a tema “Gli affetti”. Docente al Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” a Milano e “pianista dal suono diamantino” (come ebbe a definirlo il musicologo W. Stettler), Mario Calisi, al pianoforte, accompagnato da Lorenzo Fazzini, primo flauto dell’“Orchestra Filarmonica Campana” eseguiranno brani di Franz Benda, Johann Nepomuk Hummel e Raffaele Galli.

Seguirà una visita speciale che condurrà il pubblico alla scoperta di opere, nuclei collezionistici e storie legate al tema prescelto.

L’offerta sarà ampia e particolarmente suggestiva.

La “Collezione”, iniziata a metà degli anni Sessanta, annovera, fra gli altri, capolavori che vanno dalle opere di Bernardo Daddi e Pontormo a quelle di Renoir, Modigliani, Kandinskij, Klee, Boccioni, Balla e Magritte, per arrivare a Bacon, Burri, Warhol, De Dominicis e Paolini, ed è il frutto della passione e della sensibilità artistica di Francesco Federico Cerruti (Genova, 1922 – Torino, 2015), figura esemplare di imprenditore e collezionista scomparso all’età di 93 anni.
Il “Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea”, in virtù di un accordo firmato nel luglio 2017 con la “Fondazione Francesco Federico Cerruti per l’Arte”, proprietaria delle opere, è il primo “Museo d’arte contemporanea” che grazie alla sua Collezione poliedrica e ricca di sfaccettature getta un “ponte dialogico” tra il presente e il passato. L’intenzione è di creare un “modello nuovo” di Museo, in cui l’arte del passato è osservata da prospettive contemporanee dando vita a un vero e proprio scambio vitale tra Collezioni, artisti d’oggi e capolavori del passato.

Dopo l’incontro con i Maestri Calisi e Fazzini, il prossimo appuntamento a “Villa Cerruti” si terrà giovedì 25 luglio (18/19,30) con lo storico e critico d’arte Claudio Zambianchi, grande esperto dell’opera di Monet, che illustrerà “La Falaise et la Port d’Aval”, 1885, di Claude Monet, dipinto del “Museum Barberini” di Potsdam, ospitato a “Villa Cerruti” fino al 18 agosto, all’interno di un progetto internazionale di “scambi culturali” avviati di recente dal “Castello di Rivoli”.

Per partecipare agli incontri è necessario prenotare e acquistare il biglietto alla pagina https://www.castellodirivoli.org/tickets/# .

Il costo del biglietto è di 10 Euro e l’acquisto è consentito solamente on-line per un massimo di 20 partecipanti. La navetta di collegamentoalla “Collezione Cerruti” parte alle 17,55 dal piazzale antistante al “Castello di Rivoli”.

Per ulteriori info: Villa Cerruti, Vicolo dei Fiori 5, Rivoli (Torino); tel. 011/9565222 o www.castellodirivoli.org

Gianni Milani

Nelle foto: Villa Cerruti, Mario Calisi e Lorenzo Fazzini

Arnaldo Morano, il magnifico sognatore

 

Imitazione libera da ogni vincolo, pensiero d’avanguardia in nome delle leggi autonome dell’arte 
Della vita del maestro liutaio torinese non si apprende granché e questo testo ha lo scopo di tracciare un profilo su genio e strategia della sua passione, o meglio il testamento artistico come visione di se stesso. Le motivazioni che l’hanno avviato a quest’arte hanno contribuito ad un successo tale da essere apprezzato e inserito nel contesto internazionale, perseguendo l’obbiettivo a scopo personale. Con l’esperienza ereditata nella falegnameria del padre e il bisogno di nutrirsi di situazioni nuove e concrete, il giovane Arnaldo (1911-2007) frequentò la scuola violinistica e col desiderio di possedere uno strumento personale costruì il primo violino come autodidatta nel laboratorio di Rosignano Monferrato, luogo d’origine paterna, dove costruì il suo primo quartetto d’archi commissionato dal Conservatorio Statale di Musica Giuseppe Verdi di Torino. Il richiamo alle armi segnò un intervallo al suo progetto, si trasferì a Torino dove riprese l’attività nei suoi laboratori in corso Cairoli e in via Mazzini di fronte al Conservatorio, ritornando al luogo d’adozione monferrino dopo il 1967.
Era attratto unicamente dal passato, seguace e studioso dei grandi italiani che produssero l’eccellenza della liuteria mondiale dal 1600 a metà 1700: Stradivari, Guarneri del Gesù e Guadagnini. Egli ebbe modo di studiare a fondo il proprio ruolo e con l’accurata selezione e preparazione dei materiali è ancora oggi considerato uno dei più grandi costruttori e restauratori internazionali. Ebbe l’intuizione di utilizzare, dopo molti esperimenti, una vernice a base di olio di lino e resine vegetali che permettevano una coloratura molto accurata, flessibilità degli spessori e capacità di conferire un suono originale ed eccellente agli strumenti, elemento indispensabile della liuteria. Le mostre  espositive e i concorsi francesi, americani e italiani di Cremona, Milano e S.Cecilia di Roma gli procurarono diversi riconoscimenti e diplomi, tra i quali il primo premio con medaglia d’oro per un violino e il quarto per una viola da lui costruiti per il concorso internazionale di liuteria contemporanea di Cremona del 1949 durante le celebrazioni dedicate a Stradivari.
Il violino premiato fu iscritto con il n.32 nel registro del Museo Civico di Cremona, rappresentando il suo passaporto artistico. L’ammirazione per la sua intelligenza creativa, prospettiva concreta ed essenziale dei grandi personaggi, ridestò l’attenzione dei suoi colleghi e allievi: Collini di Crema, Gallinotti di Solero, Bondanelli di Novara, Negri di Casale, Bonino di Pinerolo e Volpi di Rosignano. Negli spazi comunali interni al teatro comunale di Rosignano, già intitolati Saloni Morano nel 2012, fu inaugurata nel 2018 una vera e propria bottega di strumenti di lavoro artigianali, ereditati dai nipoti, con soluzioni chimiche e barattoli di vernice creando uno spazio espositivo d’eccellenza sulla storia della liuteria classica mondiale. La qualità ha prevalso sulla poca produzione di Morano che puntava al restauro di strumenti classici di ogni epoca.
Elemento di bravura fu la costruzione ex novo di una viola Maggini (1580-1630) appartenuta al violista romano Sciolla e il restauro dello Stradivari “Van Houten” del 1701, appartenuto al violinista, compositore e direttore d’orchestra francese Rodolphe Kreutzer, conosciuto per la Sonata n.9 in la maggiore per pianoforte e violino opera 47 di Beethoven a lui dedicata. L’opera rappresenta il passaggio tra il classicismo di Mozart e Haydn e l’anticipo del romanticismo di Schubert, uno dei massimi interpreti dell’epoca post illuminista. La Sonata a Kreutzer è famosa per il drammatico e tempestoso “Presto” del primo movimento che ispirò l’omonimo romanzo breve dello scrittore russo Lev Tolstoj, opera pervasa dal fluire delle passioni e dei sensi. Oggi questo strumento è utilizzato dal nostro celebre violinista Uto Ughi che definì Arnaldo Morano “il più grande liutaio del mondo”.
Armano Luigi Gozzano

Giovane coppia tenta di derubare anziana signora

Il personale dell’UPGeSP ha arrestato una coppia di giovani ventiduenni di origini rumene gravemente indiziati di tentato furto aggravato dalla destrezza in concorso.

Sono circa le 11 del mattino quando, nei pressi di Corso Regina Margherita, una volante nota un’anziana donna che trasporta un carrello porta-spesa, seguita da una giovane coppia che già da qualche minuto si aggirava con fare sospetto nel quartiere.

Gli operatori seguono da lontano i movimenti della coppia. Non appena l’anziana svolta in via Principessa Clotilde, la giovane immediatamente si accovaccia dietro al carrello, aprendo la parte superiore del carrello con l’intento di portare via con sé una borsetta in tela contenuta al suo interno.

In questo momento intervengono i poliziotti, che hanno intuito che possa trattarsi di un tentativo di furto, e la donna lascia ricadere all’interno del carrello la borsetta.

La coppia viene fermata e sottoposta a controllo; in considerazione della particolare astuzia e rapidità adottate nei confronti dell’anziana al fine di derubarla, i due vengono tratti in arresto per tentato furto aggravato dalla destrezza in concorso.

Libri: “Saverio Grave – Delitto al buio” di Laura Graziano

IL CIRCOLO DEI LETTORI DI TORINO SI COLORA DI GIALLO

Continua il tour letterario di Saverio Grave.

Il 6 giugno alle ore 18:00, il Circolo dei Lettori, in collaborazione con Hangar del Libro, si colorerà di giallo con la presentazione della seconda indagine del misantropo Saverio Grave di Saliceto, personaggio uscito dalla penna della scrittrice torinese Laura Graziano.

Il romanzo, “Saverio Grave – Delitto al buio” è pubblicato da Lisianthus Editore.

Autrice e editrice, Laura Graziano scrive per riviste nazionali e internazionali, ha vinto diversi riconoscimenti letterari ed è membro della giuria del premio letterario nazionale “Il Paliotto”. Nel 2010 ha ricevuto un riconoscimento dal critico letterario Aldo Albani “per la sua alta valenza estetica di scrittrice contemporanea”. Oggi ci parla della sua serie di libri gialli ambientati nelle Langhe piemontesi.

Com’è nata la decisione di scrivere una serie di libri di genere mystery?

È stata una decisione maturata nel tempo. La struttura a enigmi necessita di profonde ricerche e la costruzione di personaggi e trama non può essere lasciata al solo sentimento. I mystery mi hanno sempre affascinata e ho deciso di iniziare a scrivere una serie di gialli dove i personaggi crescono e si mostrano per ciò che sono a poco a poco, senza fretta. Nel frattempo, ovviamente, risolvono omicidi.

Saverio Grave è un misantropo dal passato coinvolgente. Lo vogliamo conoscere sempre più, libro dopo libro. Qual è il vero mistero che nasconde quest’uomo?

Non posso rivelarlo senza essere accusata di “spoiler”! Saverio Grave è un uomo che ha deciso di isolarsi perché ha un trauma da superare.

“Delitto al buio” è la seconda indagine di Saverio Grave e segue “Delitto sulla terra rossa” pubblicato da Lisianthus Editore nel 2021. L’obiettivo è quello di far appassionare il lettore non solo alla trama, ma anche ai personaggi. Saverio Grave è il centro dell’azione, ma il suo magnetismo mette in luce tutti i personaggi che lo circondano. La tranquillità della campagna dovrebbe aiutarlo e invece…

I gialli sono ambientati nelle Langhe – Patrimonio Mondiale Unesco – che cosa hanno di magico questi luoghi e perché Saverio Grave sceglie Saliceto?

Saliceto è il paese dove andavo in vacanza da bambina insieme ai miei nonni. È un posto che conosco bene e a cui sono molto affezionata. La casa di Saverio esiste davvero e si trova proprio nella frazione di San Michele, come descritto nei libri. Dal canto suo, Saverio decide di isolarsi a Saliceto perché è un luogo a lui molto caro e spera che il cuore aiuti a curare il corpo e l’anima.

Delitto al buio”. Che cosa ci attende e perché leggerlo.

È un crescendo di emozioni. Saverio Grave raggiunge un vecchio amico e compagno di avventure, il colonnello Gustavo del Venchi, per trascorrere il fine settimana nella sua maestosa villa tra le colline. Lì, insieme a personaggi curiosi e intriganti, si trova coinvolto in una tragedia e inizia un’indagine ricca di colpi di scena.

È in lavorazione la terza avventura di Saverio Grave. Che cosa ci dobbiamo aspettare?

Ci sarà sempre un’emozione di fondo a guidare tutto il romanzo, ma in questa terza indagine le cose si complicheranno parecchio per Saverio che si troverà di fronte un delitto ben costruito e quasi perfetto. Sarà dura venirne a capo.

Di questo e di molto altro ci parlerà Laura Graziano in una serata che sarà condotta dal dott. Federico Audisio di Somma, scrittore e vincitore del Premio Bancarella nel 2002. Un incontro che ci farà innamorare, ancora una volta e ancora di più, dell’affascinante mondo di Saverio Grave e della letteratura mystery in tutta la sua completezza.

Vi aspettiamo numerosi il 6 giugno 2024 alle ore 18:00 al Circolo dei Lettori in via Bogino n. 9, Torino.

MARA MARTELLOTTA

Capo cantiere in ospedale: ferito per la caduta dal ponteggio

Si è  verificato un incidente sul lavoro, ieri mattina, in un cantiere edile a Masera, nel Verbano Cusio- Ossola, che ha provocato il ferimento di un uomo di 69 anni caduto da un tetto a circa 3 metridi altezza. Si tratterebbe del responsabile del cantiere.  L’incidente si è  verificato in località Menogno e il 69enne è stato trasportato con l’elisoccorso del 113 all’ospedale di Novara. Sul posto sono sopraggiunti i carabinieri di Crevoladossola e lo Spresal, servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Giornata dell’Ambiente, l’impegno di Poste Italiane a Torino

Le Nazioni Unite hanno designato il 5 giugno World Environment Day, per sottolineare l’importanza della protezione e salvaguardia dell’ambiente e Poste Italiane rinnova anche quest’anno il suo impegno con una serie di interventi concreti in provincia di Torino a favore della sostenibilità ambientale e di uno sviluppo eco-compatibile.

Sul fronte delle emissioni di anidride carbonica, Poste Italiane si è impegnata entro il 2025 ad una riduzione del 30% e nel 2030 al raggiungimento della Carbon Neutrality, cioè il bilanciamento tra le emissioni di gas serra generate e quelle riassorbite attraverso il piano di rinnovo della flotta aziendale. Entro la fine del 2024, inoltre, è prevista la totale sostituzione del parco veicoli di Poste Italiane per un totale di 26 mila mezzi green.

Attualmente sono già 516 i mezzi elettrici entrati in funzione in provincia di Torino, pari al 51% dei mezzi totali, di cui 278 nella sola città di Torino pari al 71% dei mezzi in circolazione

Diversi anche gli interventi immobiliari realizzati nel corso di questi ultimi tre anni che hanno portato a un forte efficientamento energetico nella provincia di Torino.

Il progetto Led rappresenta da alcuni anni per le sedi della provincia di Torino uno degli interventi principali per contenere i costi energetici. L’iniziativa prevede la sostituzione negli immobili dei corpi illuminanti con lampade fluorescenti con la tecnologia Led per l’abbattimento (circa il 50%) dei consumi di energia elettrica e il risparmio dei costi di manutenzione legati alla maggior durata in ore dei corpi illuminanti. Il progetto prevede la sostituzione di oltre 300 lampade fluorescenti con i Led in 11 siti postali della provincia.

L’installazione del sistema fotovoltaico fa parte di un progetto di Poste più ampio che prevede l’installazione di impianti con una potenza media di circa 50kWp per un perimetro di potenza complessiva pari a circa 19MWp di picco totali a livello Italia, intervenendo su 400 siti di medie e grandi dimensioni tra cui anche alcuni Centri di Smistamento Postale. Il numero dei pannelli installato da Poste è specifico per ogni impianto fotovoltaico, nel rispetto della taglia degli immobili e delle caratteristiche tecniche.

Nel Nord-Ovest sono stati realizzati per l’anno 2023 l’installazione di 35 impianti di fotovoltaico di cui 20 in provincia di Torino

Anche in provincia di Torino è operativo il progetto “Efficientamento energetico”, che prevede la sostituzione di caldaie, di impianti di climatizzazione, regolazione impianti elettrici e di illuminazione interna ed esterna ed elementi isolanti dell’involucro delle sedi territoriali.

Genetica preconcezionale, incontri gratuiti all’ospedalino Koelliker

17 giugno – 16 settembre – 21 ottobre. Ore 18.00

C.so Galileo Ferraris, 247 – 255 | Torino

La medicina progredisce rapidamente e oggi i futuri genitori, grazie a nuovi test genetici, hanno la possibilità di prevenire e ridurre molti dei fattori di rischio che potrebbero compromettere la salute ed il benessere del bambino e della futura mamma o complicare la gravidanza.

L’enorme crescita delle possibilità di studio del DNA degli ultimi anni – dovuta allo sviluppo di tecniche di biologia molecolare sempre più veloci e precise – ha portato ad una disponibilità sempre più ampia di test che indagano l’assetto genetico delle persone. Ma la genetica è una materia complicata, non tutti i test sono utili a tutti e l’Ospedalino Koelliker ha pensato di offrire un servizio a tutte le coppie che desiderano avere un figlio.

“Prima che tu nasca” è una serie di incontri gratuiti nei quali, con la guida di una pediatra esperta in genetica, verrà spiegato in maniera chiara e comprensibile cosa sono i test genetici, quali sono disponibili ed in quali casi sono raccomandabili. È utile per esempio capire come storia del paziente e anamnesi familiare, presenza di malattie ereditarie e, in alcuni casi, anche paese di origine siano fattori importantissimi nella scelta di effettuare i test genetici pre-concezionali per poter garantire ad ogni nuovo concepimento il massimo delle possibilità di salute.

La prevenzione – spiega la dott.ssa Galvagno, responsabile dell’Ospedalino Koelliker – è possibile perché, nonostante le malattie causate da geni alterati appaiano imprevedibili, la maggior parte viene in realtà ereditata da genitori sani ma inconsapevoli portatori della malattia.

L’offerta di test genetici è in continuo ampliamento e le coppie possono avere grandi difficoltà nel capire bene quali esami scegliere e perché. Servono informazioni comprensibili e tempo per riflettere. Gli incontri che abbiamo organizzato servono a spiegare ai futuri genitori quali scelte compiere in base al rischio e alle aspirazioni dei singoli. Qualche numero può essere utile a capire come mai ci teniamo a fare prevenzione attraverso l’informazione: un italiano su 25-30 è portatore sano di fibrosi cistica (la più frequente malattia genetica letale nella nostra popolazione); la distrofia muscolare di Duchenne colpisce solo i maschi (1 ogni 5000 nati) mentre le femmine sono portatrici sane di solito del tutto asintomatiche. La sindrome dell’X Fragile (Sindrome di Martin-Bell) è la più importante causa di disabilità intellettiva di natura ereditaria e interessa un bambino maschio ogni 2500/5000 e una bambina femmina ogni 4000/8000.

All’Ospedalino Koelliker vogliamo offrire indagini preventive per proteggere la salute del bimbo e la serenità della coppia. Ci sta a cuore sottolineare che il momento ideale per ricercare lo stato di portatore è proprio PRIMA DI INTRAPRENDERE UNA GRAVIDANZA, per conoscere già a priori i rischi per la prole in caso i genitori siano portatori sani di una malattia. Gli esami genetici pre-concezionali hanno grandi vantaggi rispetto alle indagini eseguite a gravidanza già iniziata perché consentono di ricorrere, nel caso siano patologici, non solo a tecniche più precoci di diagnosi prenatale (per guadagnare tempo di riflessione sulla prosecuzione della gravidanza) ma anche a tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) con possibilità di indagini preliminari sugli embrioni da impiantare”.

 

Per Info: https://ospedalinokoelliker.it/incontri-informativi-di-genetica-per-coppie/

Per inscriversi gratuitamente all’incontro di giugno: https://www.osp-koelliker.it/eventi-koelliker/eventi/lunedi-17-giugno-incontri-informativi-di-genetica-per-coppie/individual-registration

Riapre il museo Pietro Micca, restaurate le gallerie storiche

Da martedì 11 giugno cittadini e turisti potranno nuovamente esplorare una delle pagine più significative della storia della nostra città. Riapre al pubblico il Museo civico Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706, chiuso dallo scorso 26 febbraio per interventi di manutenzione straordinaria.

Nello specifico, i lavori hanno interessato tutti i serramenti della sala mostre, sostituiti e automatizzati per permettere una migliore climatizzazione degli ambienti e una fruizione più confortevole da parte del pubblico. Contestualmente, si è provveduto alla manutenzione dell’intero piano di calpestio delle gallerie – interventi resi possibili e a cura dell’Associazione Amici del Museo – e a un’ottimizzazione dell’allestimento espositivo.

Federico Bisio dirige l’orchestra Polledro nel concerto “Un solo respiro”

Mercoledì 5 giugno alle 20.30 al teatro Vittoria 

 

L’orchestra Polledro inizia la stagione con un primo concerto mercoledì 5 giugno alle 20.30, al teatro Vittoria, dal titolo “Un solo respiro” con sul podio il maestro Federico Bisio e solista alla viola Giuseppe Russo Rossi, viola presso il Teatro alla Scala di Milano.

Il programma è molto ricco e prevede la Sinfonia per orchestra d’archi in do minore n. 8 di William Herschel; di Alessandro Rolla il Concertino per viola e orchestra in Mi bemolle maggiore BI328/546, con viola solista Giuseppe Russo, e di Felix Mendelssohn Bartholdy la Sinfonia per Orchestra d’Archi n. 9 in do minore/maggiore MWV N9.

William Herschel fu un astronomo tedesco naturalizzato britannico, insediatosi dal 1755 in Inghilterra, che si occupò di musica, non tralasciando mai i suoi studi di astronomia. Scoprì il pianeta Urano con il telescopio riflettore da lui stesso realizzato, studiò le nebulose e gli ammassi stellari, mostrò l’esistenza di doppie stelle, scoprì la radiazione infrarossa, individuò alcune lune di Giove e Urano e giunse a un primo modello del sistema solare costituente la via Lattea. Fu socio straniero dell’Accademia delle Scienze di Torino. Nell’apertura della Sinfonia n. 8 in do minore è presente una frase eh sembra una delle canzoni pop delicatamente riorchestrate in celebri serie televisive moderne. I primi violini suonano un ritornello incalzante e sincopato mentre l’armonia si muove sotto di loro, scivolando verso una risoluzione prima di lanciarsi nel secondo grande soggetto. La Sinfonia fu co posta quando Herschel si trovava a Sunderland nella contea di Durh, il 20 aprile1761.

Il Concertino per viola e archi in mi bemolle maggiore venne scritto da Alessandro Rolla intorno al 1808, anno in cui ottenne l’incarico di docente al Conservatorio di Musica di Milano.

L’Allegro maestoso si apre con una solenne introduzione orchestrale che prepara con enfasi l’ingresso del solista. Il primo tema è un “motto” che utilizza le note dell’accordo di mi bemolle maggiore, il secondo tema è una delicata linea melodica ascendente, abbellita da gruppetti ornamentali. A unire i due momenti ci sono episodi brillanti nei quali il solista può dar sfoggio delle proprie qualità esecutive. Il breve epilogo orchestrale si interrompe bruscamente su un accordo di settima, preparando l’attacco del secondo movimento, Andante un poco sostenuto. Sopra un delicato tappeto ritmico armonico degli archi si leva una voce intensa della viola che ci conduce attraverso un lungo episodio in la bemolle maggiore, spezzato solo da una sezione centrale introdotta da veementi scale in ottava degli archi. Il terzo movimento è un Allegretto alla polonese. La struttura è in forma di rondò, con due episodi che si alternano al ritornello. Brillante e virtuosistica è la coda finale.

La Sinfonia n. 9 in do minore di Felix Mendelssohn Bartholdy fu terminata il 12 marzo 1823, quando il compositore aveva appena quattordici anni e rientra nelle sinfonie giovanili per archi. Viene definita “Svizzera” poiché il giovane autore la scrisse sotto l’influsso del viaggio in Svizzera compiuto con i genitori, avvenuto tra il luglio e l’ottobre del 1822. Il compositore poi donò la sinfonia all’amico violinista Eduard Rietz nel Natale 1823, aggiungendo indicazioni solistiche nella parte del primo violino appositamente per lui.

La Sinfonia, articolata in quattro movimenti, si apre con una vasta e meditativa introduzione lenta che sfocia in un brillante allegro in forma sonata, in cui appare evidente l’influenza dello stile sinfonico del tardo Haydn. Il movimento lento si articola in una forma ternaria e trova il suo lato più interessante nelle scelte di strumentazione. La prima sezione è affidata ai soli violini, divisi in quattro parti, la seconda sezione è un fugato a quattro parti intonato da viole, violoncellista e contrabbassista, mentre l’ultima sezione riunisce progressivamente tutto il gruppo strumentale. Lo scherzo esordisce con l’effervescenza propria di molti scherzi della maturità del compositore, e comprende un Trio su uno yodel svizzero, da cui deriva il titolo di “La Suisse”. Il finale è in forma di sonata, inizia inaspettatamente in do minore ed è caratterizzato da un solido contrappunto. Si sviluppa con una progressiva crescita di espressione e si conclude in maggiore.

Il maestro Federico Bisio, laureato in Lettere presso l’Università degli Studi di Torino, parallelamente al percorso universitario ha frequentato i corsi di Composizione sperimentale presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e si è dedicato allo studio della direzione d’orchestra. Dal novembre 2012 è direttore stabile dell’Orchestra da Camera Giovanni Battista Polledro.

 

Mara Martellotta