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Maxi sequestro della polizia: marijuana e hashish per oltre 110 chili

In data 18 Marzo , la Polizia di Stato ha arrestato in flagranza di reato un cittadino italiano per detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente.

Segnatamente, da attività info-investigativa, gli operatori della Squadra Mobile apprendevano che una persona deteneva della droga all’interno di un garage ubicato in un complesso di Orbassano e, nel corso di un servizio di appostamento, notavano sopraggiungere un’auto che si dirigeva in uno dei box dello stabile di proprietà di una società risultata, successivamente, estranea ai fatti.

Gli investigatori si avvicinavano, quindi, al box che, in quella circostanza, aveva il basculante aperto, sorprendendo il soggetto intento a sistemare numerosi involucri contenenti materiale vegetale.

Nel corso della perquisizione venivano rinvenuti 64 kg lordi di hashish e 45 kg di marijuana, quest’ultima racchiusa in 58 buste trasparenti. Nell’auto dell’uomo venivano trovati oltre 13.000 euro in contanti e tre mazzi di chiavi di altrettanti veicoli.

In casa venivano sequestrati quasi 1.000 euro in denaro contante e un’ottantina di grammi di sostanza stupefacente. In uno dei tre veicoli nella disponibilità dell’indagato venivano rinvenuti oltre 2,2 kg di hashish, 2,5 kg di marijuana, 17 sigarette elettroniche con all’interno derivati della cannabis e materiale utile al confezionamento delle dosi.

Il procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Torino si trova nella fase delle indagini preliminari pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore dell’indagato, sino alla sentenza definitiva.

Ciononostante, in sede di convalida dell’arresto, il G.I.P. del Tribunale di Torino ha ravvisato nei suoi confronti la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, convalidando tale misura e disponendo la custodia cautelare in carcere.

Anticipato divieto di vendita bevande in vetro o metallo in alcune zone di Torino

Al fine di garantire maggiore sicurezza e decoro urbano  la Giunta comunale ha deciso che, a partire dalla data di esecutività del provvedimento e fino al 31 dicembre 2025, il divieto di vendita, cessione e detenzione di bevande in contenitori di vetro o metallo in alcune aree cittadine sarà anticipato alle ore 21. La misura, già in fase di sperimentazione in via Di Nanni, viene ora estesa ad altre zone della città dove si è riscontrato un legame tra la presenza di esercizi commerciali che vendono alcolici da asporto e l’aumento delle segnalazioni di disturbo.

Attualmente il Regolamento di Polizia Urbana prevede che su tutto il territorio cittadino sia vietata la vendita e il consumo di bevande in contenitori di vetro o metallo dalle ore 23 alle ore 7 del mattino. Nelle 20 aree individuate dalla delibera, dove si registrano criticità legate agli assembramenti e al consumo di alcol in strada, l’amministrazione ha così deciso di anticipare il divieto alle ore 21.

“L’ampliamento dell’arco temporale di applicazione del divieto già in vigore nell’area pedonale di via di Nanni – spiega l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – sta dando buoni risultati. L’obiettivo ora è di proseguire in questa direzione, limitando la vendita e il consumo di bevande alcoliche in numerosi quartieri negli orari serali e i disagi che questo comporta per i residenti e per il decoro della città”.

“Le aree più sensibili – spiega l’assessore alla Sicurezza e alla Polizia Locale Marco Porcedda – sono state individuate dopo un attento confronto con i presidenti delle Circoscrizioni coinvolte e analizzando il rapporto tra numero di esercizi commerciali presenti su quel territorio, numero di sanzioni e segnalazioni di disagi. Monitoreremo gli effetti del provvedimento e, se necessario, valuteremo eventuali modifiche o integrazioni sulla base delle indicazioni fornite dal Tavolo di Osservazione sulla vivibilità urbana”.

La mappatura delle aree è stata individuata attraverso la consultazione con le Circoscrizioni 2, 5, 6, 7 e 8 e sulla base dei dati forniti dalla Polizia Municipale e dal numero unico di emergenza 112.

Tra queste rientrano diverse zone della Circoscrizione 2, come il quadrante compreso tra le vie Sanremo, Carlo del Prete, Don Giovanni Grioli e Bernardo de Canal, così come l’area delimitata dalle vie Monte Novegno, Castelgomberto e Guido Reni, nel tratto compreso tra il civico 211 e via Castelgomberto. Il provvedimento riguarderà anche le vie Onorato Vigliani, Michele Amari, Duino e corso Caio Plinio, oltre a specifici tratti di via Onorato Vigliani tra corso Unione Sovietica e strada delle Cacce; corso Sebastopoli tra via Tripoli e via Carlo Castelnuovo delle Lanze (proseguimento via Ettore Fieramosca); corso Siracusa tra via Nuoro e via Castelgomberto 125; via Barletta tra via Gradisca e via Giovanni Emanuel e corso Unione Sovietica tra via Monteponi e strada del Drosso.

Nella Circoscrizione 5 il divieto sarà applicato nelle aree comprese tra via Emilio Brusa, corso Lombardia, via Cognetti De Martiis e via Mazzé, così come nel perimetro tra via Viterbo, via Luigi Goytre, Corso Toscana e via Giuseppe Bravin e nel quadrante definito da via Orvieto, corso Benedetto Brin, via Ciamarella e via Tesso.

Anche la Circoscrizione 6 sarà interessata dalle nuove misure, con restrizioni lungo via Renato Martorelli, nel tratto tra via Salassa e via Pierluigi Palestrina; nelle aree comprese tra via Baltea, corso Vercelli, via Volpiano, via Leinì e tra via Fossata, via Belmonte e corso Vercelli. Altre aree coinvolte includono il perimetro di via Brandizzo, via Crescentino, via Malone e corso Giulio Cesare, oltre alla zona di piazza Derna tra i civici 211 e 240 e il tratto di corso Taranto tra piazza Derna a via Monte Rosa.

Nella Circoscrizione 7, le restrizioni riguarderanno il quadrante compreso tra lungo Dora Napoli, via Mondovì, corso Emilia e corso Giulio Cesare; l’area compresa tra Lungo Dora Firenze, corso Giulio Cesare, corso Brescia e via Aosta e la zona delimitata da via Bra, corso Vercelli, via Cuneo e corso Giulio Cesare.

Infine nella Circoscrizione 8 verranno introdotte limitazioni, nei tratti di corso Piero Maroncelli tra via Villa Tommaso e via Genova e di via Nizza tra corso Piero Maroncelli e le vie Testona e Beinette. Il provvedimento interesserà anche piazza Tancredi Galimberti (tra i civici 1 e 25) e piazza Carducci (tra i civici 116 e 173).

TORINO CLICK

Flessione imprese torinesi, il commento di Ascom

In riferimento ai dati di natimortalità delle imprese torinesi diffusi dalla Camera di commercio di Torino la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa sottolinea che «riflettono una situazione in ulteriore involuzione rispetto agli anni passati. Vediamo il segno negativo su più settori: commercio, servizi alle imprese e anche alcuni comparti de turismo. Il mercato è chiaramente cambiato e continuerà a mutare, per ragioni sia interne, di crisi economica, sia esterne, di instabilità geopolitica.

Preoccupa la forte flessione delle imprese giovanili e di quelle femminili; questo significa che fare impresa in questo momento è difficile e che i giovani non trovano sufficienti rassicurazioni in alcuni settori e cercano un impiego da dipendente o in altri campi. Di qui l’appello di Ascom alle istituzioni affinché mettano nelle loro agende la costruzione di una politica commerciale seria, realizzata con le associazioni di categoria e con gli imprenditori con l’obiettivo di risollevare i settori in crisi innovandoli e rendendoli più appetibili.

Perdere un’impresa significa perdere per sempre saperi e capitali umani non replicabili. Assistiamo allo scivolamento di Torino e del Torinese nelle classifiche dell’imprenditorialità delle città italiane e, contemporaneamente, vediamo i nostri imprenditori che vogliono resistere, ma non possono essere lasciati da soli. Come Ascom promuoviamo e sosteniamo tutte le iniziative istituzionali del Comune e della Camera di commercio di Torino a tutela del commercio, come la campagna ‘Torino compra vicino’ e l’albo Epic per imprese storiche o innovative, che vedrà i primi 157 riconoscimenti domenica prossima. Inoltre, non dimentichiamo i DUC, i Distretti del Commercio in tutta la provincia. Ma questo non basta se non viene intrecciato in maniera intelligente e generativa con l’innovazione, ad esempio cogliendo le opportunità dell’intelligenza artificiale».

Quando Bard fermò Napoleone

E’ sempre stato un baluardo inespugnabile il forte valdostano di Bard, una fortezza di sbarramento resa famosa dall’assedio di Napoleone e ricostruita dai Savoia. Si arrese solo alle truppe di Napoleone ma quanta fatica, quante perdite umane, che onta per il grande Napoleone Bonaparte che quel giorno rischiò perfino di essere catturato. Andò su tutte le furie per non essere riuscito ad impadronirsi velocemente del forte a causa della valorosa resistenza dei soldati italiani e austriaci e alla fine decise di raderlo al suolo. Con una curiosità: nel maggio del 1800 Napoleone varcò il Gran San Bernardo non su un maestoso cavallo bianco come si vede nel celebre dipinto del David ma a dorso di mulo accompagnato da una giovane guida che trainava l’animale con sopra Napoleone il quale chiese poi a David di essere ritratto su un cavallo focoso. Ma il fatto straordinario di questa vicenda è che Bard, l’avamposto difensivo dell’esercito austro-piemontese, bloccò la Campagna d’Italia di Napoleone. Bard tenne testa ai francesi alla perfezione. Ma come si svolsero questi fatti storici? Per saperne di più è assai utile leggere il libro “La fortezza inespugnabile di Bard: storia dello sbarramento tra Valle d’Aosta e Pianura Padana” dello storico Mauro Minola, edizioni Susalibri. Fu un’incredibile battuta d’arresto per Napoleone, autoproclamatosi Primo Console con il colpo di Stato del 1799, un tale disonore che lo costrinse a reagire in seguito con la distruzione totale del Castel de Bard. Ma torniamo un po’ indietro. L’unico ostacolo imprevisto che si opponeva alla veloce avanzata dei francesi verso la pianura era appunto il forte di Bard, un bastione imprendibile che controllava e difendeva la Valle d’Aosta. Napoleone lo sottovalutò rischiando di far fallire i suoi piani. Eppure la fortezza era difesa da meno di 400 persone contando anche magazzinieri, cuochi e tamburini. All’esterno premeva una forza soverchiante di 40.000 francesi dell’Armée de Réserve. Come si presentava il forte di Bard nel maggio 1800? Aveva ancora la fisionomia di una fortezza medievale ed erano state realizzate nuove batterie per consolidare le difese in vista dell’attacco. Le scorte di viveri e d’acqua erano sufficienti per oltre due mesi ma dai documenti ufficiali dell’epoca trapela che gli ufficiali francesi non avevano nessun timore del forte e dei suoi difensori a tal punto che la fortificazione non era stata tenuta in nessun conto. Minola spiega che “la causa della sottovalutazione di Bard da parte dei generali di Napoleone fu dovuta alla mancanza di informazioni precise e alla carenza di una cartografia aggiornata della Valle d’Aosta. Secondo recenti ricerche dei cartografi Aliprandi è da cercare proprio in questi fattori il motivo per cui Bard non fu considerato un ostacolo così importante”. Nella notte tra il 21 e il 22 maggio un gruppo di soldati francesi camminando curvi dietro i parapetti che costeggiano la strada si avvicinarono alle postazioni difensive degli austro-piemontesi mentre un secondo gruppo di zappatori e granatieri scese lungo i dirupi della montagna impadronendosi della borgata. Occupato il paese di Bard che contava 246 abitanti cominciò l’assedio al forte con “un audace stratagemma” ideato dai francesi. Far passare i cannoni attraverso l’unica strada che lambiva il borgo appena preso dagli assedianti non era impresa facile. Vari tentativi fallirono per la pioggia di fuoco che arrivava dal forte sovrastante e investiva soldati e mezzi militari. Allora si decise di agire di notte ricoprendo le ruote dei cannoni con paglia e fieno per contenere al massimo i rumori del movimento e ingannare la sorveglianza dei difensori sulla strada del paese. La strada lastricata fu ricoperta di letame, paglia e materassi presi nelle case. I cavalli da tiro vennero sostituiti da squadre di 50 uomini adibiti al traino. Tutto perfetto ma non funzionò come era previsto nei piani. Alcuni cannoni passarono integri sotto le difese della fortezza ma ben presto gli austro-piemontesi scoprirono il traffico in corso nella via del paese e scatenarono un inferno di fuoco sui francesi che nonostante le perdite di uomini e mezzi riuscirono a far passare nell’arco di alcune notti una quarantina di cannoni. Infastidito per i ritardi subiti nella spedizione militare Napoleone lasciò Aosta e si avvicinò a Bard per verificare di persona la situazione ma venne circondato a sorpresa da un drappello di soldati austriaci. Si salvò grazie al pronto intervento delle sue guardie che lo seguivano a breve distanza. Era giunto il momento di farla finita. Sul monte che sovrasta il forte vennero portati con grande fatica diversi cannoni ma la potenza di fuoco anche questa volta non fu sufficiente a costringere i difensori alla resa. Il capitano Stockard von Bernkopf, comandante della guarnigione, rifiutò più volte di arrendersi. Dopo alcuni tentativi falliti che lasciarono sul terreno centinaia di morti e feriti, un cannone da 12 libbre venne posizionato di fronte al portone del forte, fuori dalla portata di tiro degli assediati. Il bombardamento aprì brecce sempre più larghe nella mura del forte ma l’esito non fu decisivo per la conquista della fortezza. Decisiva fu la resa degli assediati, stremati ed esausti: la resistenza della guarnigione era giunta alla fine e il comando austriaco ordinò di cessare il fuoco e di arrendersi. I francesi persero oltre 1500 uomini contro i 13 morti e i 61 feriti tra le fila dei difensori. Il baluardo valdostano fu poi nello stesso anno completamente raso al suolo a colpi di mine. Trent’anni dopo Carlo Felice di Savoia lo farà ricostruire. Tra le fortificazioni alpine sabaude il forte di Bard è l’unico che ha conservato l’aspetto che aveva fin dai tempi della sua riedificazione nel 1838. Abbandonato alla fine dell’Ottocento, il forte divenne un carcere militare e in seguito polveriera dell’Esercito italiano. Oggi è di proprietà della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Un libro di storia da leggere tutto d’un fiato.. aspettando “Napoleon”, il kolossal di Ridley Scott, a novembre sul grande schermo.                     Filippo Re
Nelle foto:
Forte di Bard
Copertina libro di Mauro Minola
Napoleone varca le Alpi a cavallo e a dorso di mulo
Napoleone assedia Bard, rievocazione storica

Chieri, l’archivio edilizio diventa digitale

Dematerializzate oltre 50mila pratiche edilizie

 

 

Oltre 50mila pratiche edilizie, dal 1938 al 2019, equivalenti a 700 metri lineari in formato cartaceo, sono state digitalizzate e messe a disposizione di cittadini, professionisti, imprese e altre Pubbliche Amministrazioni, che possono richiedere e ottenere materiali di elevata qualità in modo rapido, efficiente e sicuro.

L’archivio edilizio del Comune di Chieri è ora interamente digitalizzato e ospitato nel cloud PSN-Polo Strategico Nazionale: un progetto strutturato in due lotti, avviato nel 2022 e concluso a fine 2024, per un importo di circa 1 milione e 53mila euro (fondi interamente comunali).

               Spiega il Sindaco Alessandro SICCHIERO: «Il progetto di dematerializzare l’archivio edilizio – necessità evidenziata da almeno un decennio – è nato nel periodo pandemico, a fronte delle difficoltà di accedere e fruire degli archivi fisici, ed in quello immediatamente successivo, quando i vari bonus edilizi e il Superbonus hanno generato una domanda di accesso atti mai vista prima; nel 2019 a Chieri avevamo circa 300 istanze di accesso agli atti dell’archivio edilizia (pari a un movimentato annuo di circa 900 pratiche), poi siamo passati a più di 1800 istanze. Stiamo parlando di una massa documentale imponente, che prima veniva movimentata fisicamente, con documenti che si usuravano, mentre l’utente aveva di ritorno un materiale fotografato o scansionato di scarsa qualità, basta pensare ai disegni. Nel passato l’utente faceva la sua richiesta compilando un modello cartaceo, la richiesta era presa in carico dagli uffici, che andavano fisicamente negli archivi a cercare la pratica, quindi verificavano se c’erano posizioni collegate e terzi interessati; infine, l’utente veniva convocato per ritirare un pacco di fotocopie o per consultare vari faldoni. Oggi, invece, i nostri servizi prendono in carico le richieste degli utenti e, inserendo le chiavi di ricerca, ottengono quanto serve, mettendo a disposizione entro il termine dei 30 giorni previsti dalla legge, senza che servano spostamenti fisici, pratiche edilizie ed altri atti assimilabili. Voglio ringraziare l’arch. Carlo Fenoglio e tutti i dipendenti comunali che hanno lavorato a questo progetto: abbiamo voluto mettere a disposizione dei cittadini e dei professionisti un servizio di alta qualità. Per raggiungere questo risultato serviva un digitalizzatore ad elevata specializzazione (come è il consorzio CSA), capace di trattare i documenti senza rovinarli; un’ infrastruttura digitale, con spazi di archiviazione di decine di terabyte, in grado di rendere fruibili documenti molto diversi tra di loro in assoluta sicurezza; e un navigatore dell’archivio altamente efficiente che, attraverso metadati associati, riesca a trovare qualsiasi dettaglio».

               La dematerializzazione dell’archivio edilizio comporta numerosi vantaggi, oltre alla migliore consultabilità: procedimenti amministrativi interni più leggeri (uniformando le modalità di archiviazione e gestione documentale e garantendo al contempo una maggiore protezione dei dati); un servizio di qualità più fluido, accessibile ed efficiente (grazie a tecniche all’avanguardia i documenti sono disponibili in formato PDF/A e le planimetrie in formato TIFF piramidale, che permette di ridurre le dimensioni del file senza incidere negativamente sulla qualità dell’immagine originale); un notevole risparmio in termini di tempi di lavorazione della pratica, sia istruttoria sia di accesso. Ulteriore vantaggio è il venir meno della necessità di movimentazione dell’archivio cartaceo, assicurando così una migliore conservazione dei materiali e il contenimento dell’impatto ambientale grazie al minor impiego di carta. La dematerializzazione dei documenti consente anche di scongiurare i rischi correlati allo smarrimento, al furto e a tutti gli eventi che potrebbero compromettere in modo definitivo l’integrità dei dati.

               Le pratiche digitalizzate riguardano, ad esempio, permessi di costruire, concessioni edilizie, SCIA, CILA, condoni, autorizzazioni edilizie, piani esecutivi convenzionati e piani di recupero, denunce strutturali, autorizzazioni varie (paesaggistiche/pubblicità/passi carrai/scarico), assegnazione matricola ascensori, pratiche impianti di telefonia, abitabilità ed agibilità, abusi edilizi.

Il prossimo passo sarà quello di creare un’interfaccia tra l’archivio edilizio ed il Geoportale del Comune di Chieri, che oggi consente di consultare gli elaborati del Piano Regolatore Comunale (cartografie e dati urbanistici), visualizzare qualsiasi oggetto fisico stia sul territorio-da un edificio ad una fontanella ad un cartello stradale-e stampare estratti di mappa (https://www.comune.chieri.to.it/it/servizi/geoportale-gismaster): in tal modo gli utenti potranno conoscere tutte le pratiche edilizie associate ad un data particella catastale, nel completo rispetto della privacy.

Giovani che hanno fatto camminare la storia

La presentazione del libro Giovedì 27 marzo 2025

Sala Proiezioni – ore 18.30

Piazza dei Mestieri – via Durandi 10

(Ingresso gratuito; prenotazione OBBLIGATORIAall’indirizzo email eventi@piazzadeimestieri.it)

Un’opera a più mani alla ricerca di storie di giovani che si sono spesi per la crescita, per la trasformazione positiva delle loro comunità e delle società più vaste a cui sono appartenuti.

Agli autori è stato chiesto di individuare tali storie secondo le loro personali sensibilità e di raccontarle in maniera “dialogante” con i giovani di oggi, senza toni paternalistici o amicali, bensì riferendosi semplicemente ai fatti, rimarcando le condizioni di partenza, il coraggio manifestato, gli obiettivi raggiunti, le sconfitte subite, le ricadute nei loro ambienti.

I libri di Storia ci riportano fatti dei cui protagonisti raramente evidenziano le età che avevano: così anche quando sono giovani li immaginiamo o ci vengono descritti come persone mature, mentre in realtà erano ancora in ricerca. Intraprendenti, visionarie, strategiche sì, ma caratterizzate anche da ingenuità e da incertezze. Eppure, hanno trainato l’intera società (o settori significativi di essa) verso il cambiamento culturale, etico, religioso.

Un libro che vuole anche veicolare un messaggio alle nostre nuove generazioni, che vuole mettere insieme la maggioranza degli adulti e gli stessi giovani nel garantire il futuro di questa Terra, sostenendo libertà e diritti insieme ai doveri.

gli autori

Edoardo Di Mauro, Bruno Ferrero, Graziella Luttati, Ezio Marinoni, Fulvia Natta, Carlo Palumbo, Mario Parodi, Luca Reteuna, Luca Rolandi, Salvatore Tripodi.

introduzione

Luca Rolandi, giornalista e scrittore

saluti

Giampiero Leo, portavoce coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

interviene

Donatella Genisio, fondatrice Cooperativa Sociale EtaBeta

modera

prof. Salvatore Tripodi

In collaborazione con

conclusioni

Antonio Rocco Labanca, editore, Edizioni Mille                                                                        

                                    info011.197.09.600 – eventi@piazzadeimestieri.it  www.eventinpiazza.it

Pet food e benessere animale: Innovazioni e strategie di marketing

Giovedì 28 marzo, dalle 18:00 alle 19:00, torna Parla con Me®con una nuova puntata dedicata al mondo del pet food e del benessere animale, approfondendo questa volta il ruolo della comunicazione e del marketing cinofilo nel raccontare e promuovere un settore in continua evoluzione.

Dopo il successo della prima parte, in cui si è discusso di trend, accoglienza e nutrizione per animali, ci addentriamo ora nel cuore delle strategie di comunicazione, dei nuovi linguaggi e delle innovazioni che stanno trasformando l’intero ecosistema pet, dal punto di vista di aziende, professionisti e consumatori.

Ospiti della puntata:

Paola Di Giambattista , Specialista Food & Hospitality, Chef Nutraceutico
Adriano De Sanctis , Consulente e formatore per l’eccellenza nella Dog Hospitality
Rocco Voto , Editore di Dogsportal.it | Consulente e formatore in marketing cinofilo

Anche in questa puntata ci saranno Lola e Stella, le  ospiti a 4 zampe, simbolo di un’accoglienza davvero pet-friendly, non solo dichiarata ma anche praticata.

Si parlerà di:

Come sta cambiando la comunicazione nel settore pet?
Quali strategie di marketing funzionano davvero con i petlovers?
Quanto conta oggi etica, trasparenza e sostenibilità nella scelta del pet food?
Le strutture ricettive sanno comunicare (e offrire) una vera ospitalità per cani?
E cosa possono imparare le aziende del settore da chi vive ogni giorno con e per gli animali?

Una puntata che unisce esperienze sul campo e visione strategica, pensata per chi lavora nel settore pet, nella ristorazione, nel turismo o nella comunicazione, e per chi vuole offrire un’accoglienza autentica anche agli ospiti a quattro zampe.

 Streaming diretto su :

LinkedIn Top Voice di Simona Riccio
Facebook di Simona Riccio
YouTube di ParlaConMe® : urly.it/3144rz

Per rivedere le puntate precedenti: www.parlaconmeofficial.it

📍Torino , lì 25 marzo 2025

“Risveglio di primavera” debutta al Gobetti

Martedì 1 aprile, alle ore 19.30, debutto al Teatro Gobetti di “Risveglio di primavera” del drammaturgo tedesco Frank Wedekind, nella traduzione di Roberto Cavosi, per la regia di Marco Bernardi. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e dal Teatro Stabile di Bolzano resterà in scena per la stagione in abbonamento fino a domenica 6 aprile prossimo.

“In 19 brevi scene dal ritmo travolgente, con una struttura simile a quella del montaggio cinematografico, Wedekind, appena ventiseienne, ci racconta con una straordinaria forza drammatica l’eterno conflitto tra adolescenti e adulti, e non si fa mancare nulla – commenta il regista Marco Bernardi a l’avere di un testo che è simbolo delle condizioni giovanili di ogni tempo – dalla scoperta del sesso alle difficoltà di comunicazione, dall’importanza dell’amicizia alla struggente speranza di dare un senso alla vita, dallo smarrimento della ricerca della propria identità alla paura del primo amore. Così il grande autore tedesco, padre dell’espressionismo teatrale, ci colpisce ancora oggi per la modernità dei temi trattati e la sensibilità nei confronti dei giovani e delle loro speranze, spesso tradite”.

“Risveglio di primavera”, scritto da Frank Wedekind nell’inverno 1890-91, viene portato in scena, a causa della censura, solo 15 anni dopo. Fu Max Reinhardt a portarlo al debutto a Berlino. Era il 1906 e lo spettacolo scandalizzò i benpensanti, entusiasmò la critica e il pubblico liberale e progressista. Di questa pièce teatrale sono state messe in scena diverse edizioni nei teatri del mondo, riscritture comprese, e ne sono derivati film memorabili come “L’attimo fuggente” di Peter Weir del 1989. La forza dirompente dell’adolescenza e il conflitto generazionale sono i temi centrali della messa in scena di Bernardi, che dirige una compagnia di 14 attori, dieci dei quali sono giovani selezionati in tutta Italia tramite 100 provini. Bernardi li guida attraverso i vertiginosi cambi di registro di Wedekind, nell’alternarsi continuo di scene comiche e drammatiche, nella rapido passaggio tra un quadro e l’altro, da un dialogo a un monologo, da una situazione all’altra, seguendo l’acuta e ostinata ricerca che caratterizza l’autore. Questa rilettura è ispirata a un altro artista contemporaneo di Wedekind, il pittore di Ostenda James Ensor, con le sue maschere misteriose e grottesche. Oltre a una assoluta libertà creativa, li accomuna il bisogno di esprimersi attraverso regimi stilistici apparentemente opposti, da un lato un’intensa vena drammatica, dall’altro una specie di ansia dello sberleffo, una macabra vena farsesca.

Teatro Gobetti – via Rossini 8, Torino

Orari: martedì, giovedì, sabato ore 19.30/mercoledì e venerdì ore 20.45/domenica ore 16

Biglietteria: teatro Carignano – piazza Carignano 6, Torino. Telefono: 011 5169555 – biglietteria@teatrostabiletorino.it

Mara Martellotta

Occupazione, Pd: “Lavoro povero e dati gonfiati”

Dietro al picco assunzionale lavoretti saltuari e pensionati trattenuti in servizio.

 Qualche giorno fa l’assessora regionale al Lavoro, nonché vice presidente della Regione, esibiva trionfalmente sui suoi canali social tre dati apparentemente molto positivi, tratti dal rapporto Unioncamere 2024: tasso di occupazione piemontese al 69% (in aumento), tasso di disoccupazione al 5,4% (in diminuzione) e 1.854.000 occupati con un +3% rispetto al 2023.

Ancora una volta, però, i dati non sono affatto così positivi come Chiorino vorrebbe far credere, attribuendo alle politiche della sua giunta le ragioni del successo.

Innanzitutto, il numero di occupati non corrisponde a effettivi posti di lavoro. Nella definizione di occupato, infatti, rientrano tutte le casistiche, anche gli impieghi di poche ore, i classici “lavoretti”, o il lavoro precario e parcellizzato: attività sporadiche o intermittenti che non garantiscono retribuzioni sufficienti e che, secondo l’ISTAT rappresentano addirittura il 10 per cento del totale. Tra gli occupati sono conteggiati anche gli over 50 (sempre più numerosi), che non sono nuovi assunti, ma persone che restano al lavoro per lo slittamento legislativo dell’età pensionabile: casi che non si possono considerare alla stregua delle nuove assunzioni. Questo meccanismo interessa ancor più le donne che, in maggior quantità rispetto alle generazioni precedenti, completano la carriera retributiva e che poi come gli uomini sono trattenute in servizio dalle norme che ritardano l’etá della pensione.

L’incremento del tasso di occupazione non equivale quindi necessariamente alla creazione di nuovi posti di lavoro come sembra volerci far credere l’assessora Chiorino!

Prima di dire che va tutto bene e che l’aumento del tasso di occupazione piemontese è merito delle politiche attive messe in campo dalla sua Giunta, Chiorino dovrebbe darci i dati sui lavoratori poveri, che messi insieme gonfiano le statistiche, ma singolarmente rappresentano situazioni di emergenza sociale. Oltre ai macrodati, buoni solo per la propaganda, ci vorrebbe una operazione-trasparenza sulle categorie dei lavoratori a seconda della stabilità dell’impiego, della data di inizio dei contratti e della distribuzione per genere e per età degli assunti, con la possibilità di una comparazione con le altre Regioni.

Nel 2008, 2013 e 2020 il Piemonte ha avuto saldi negativi del tasso di occupazione, quindi il 2024 ha sicuramente un segno “più” davanti, ma c’è crescita e crescita e quella piemontese non risulta nei fatti così entusiasmante come viene presentata.

Nonostante l’aumento del 2024, il tasso di occupazione dei 15-64enni ad esempio è ancora inferiore rispetto a quelli delle regioni del Centro Nord, con le sole eccezioni di Liguria, Marche e Lazio.

Ci risulta che tutte le regioni del Centro Nord, ad eccezione di Liguria e Lazio, abbiano tassi di disoccupazione inferiori a quello del Piemonte: l’assessora può smentirci?

Monica CANALIS, vice presidente commissione Lavoro del Consiglio regionale

Maria Grazia GRIPPO, responsabile Lavoro PD Piemonte

Massimo TAMIATTI, responsabile Lavoro PD Torino