ilTorinese

Acquista abiti con il bancomat rubato e il giorno dopo chiede il cambio merce

Aveva rubato il bancomat a un’anziana introducendosi nella casa di lei a Pinerolo spacciandosi per operaio del gas. Subito dopo ha effettuato alcuni prelievi e si è anche presentato in un negozio di abbigliamento per comprare dei vestiti. Non soddisfatto dell’acquisto il giorno dopo è andato nello stesso negozio per fare un cambio merce. Alla fine lo hanno arrestato i carabinieri. L’uomo, 37 anni, è finito in carcere a Torino.

Il mausoleo della Bela Rosin, il Pantheon torinese

Un piccolo gioiello neoclassico alle porte della citta’.

Situato a Mirafiori sud a Torino, al confine con il comune di Nichelino, il Mausoleo della Bela Rosin, dedicato dai figli alla madre Rosa Vercellana, amante e poi moglie di Vittorio Emanuele II di Savoia, e’ un mini pantheon situato al centro di un bel parco di trentamila metri quadrati.

Progettato dall’ architetto Angello Demezzo tra il 1886 e il 1888, consiste in una pianta circolare, con un diametro di 16 metri, e un frontone che riporta il motto “Dio, Patria e famiglia”; questa struttura possiede 16 colonne, 8 nella parte esterna (il proneo) e 8 che delimitano le nicchie dove una volta erano contenute le salme di Rosa e dei suoi figli che ora riposano altrove, l’ingresso e’ in ferro battuto ed e’ caratterizzato dalle insegne dei Conti Mirafiori.

Il mausoleo, purtroppo, negli anni e’ stato teatro di episodi spiacevoli fino al suo recente restauro che gli ha restituito il suo valore e il suo pregio. Nel 1970 dopo essere stato acquistato dal Comune di Torino e aperto al pubblico e’ stato profanato dalle attivita’ illecite di tombaroli in cerca di gioielli e oggetti preziosi, motivo per cui le salme della Rosin e dei suoi figli sono state trasferite al Cimitero Monumentale di Torino; dopo qualche anno fu ancora deturpato e utilizzato, o almeno cosi’ si dice, per riti satanici. Diverse furono le proposte perche’ questo luogo storico potesse essere riqualificato: realizzare una moschea o il planetario, nessuna di queste fu realizzata soprattutto a causa dei costi diristrutturazione necessari per una  nuova destinazione d’uso. Nei primi anni del 2000 finalmente si attuo’ l’ambito restauro che ha mantenuto le prerogative originarie, come lo stile neoclassico, con qualche rifacimento strutturale indispensabile come la ricostruzione del tetto e la realizzazione di un trompe-l’oeil sul soffitto a cassettoni; all’esterno invece fu effettuato il taglio degli alberi del viale d’ingresso.

Dal 2005, data della inaugurazione del nuovo corso, il Mausoleo della Bela Rosin e’ gestito dalle Biblioteche Civiche Torinesi ed e’diventato un punto di servizio bibliotecario, durante l’estate, poi, il parco diventa un giardino di lettura, attrezzato con gazebo e panchine per permettere ai visitatori di leggere sul posto libri disposti su carretti colorati o  prenderli con il prestito gratuito.Inoltre si  organizzano eventi, mostre, concerti e spettacoli come “Pazze Regine” ispirato alla storia d’amore tra Rosa e Vittorio Emanuele II.

La sua posizione non centrale e il non essere inserito, molto spesso,  nei circuiti turistici penalizza un po’ questo ulteriore gioiello di Torino che si sta cercando gia’ da  anni di rimettere al centro dell’attenzione attraverso varie iniziative e avvenimenti interessanti. Il Mausoleo della Bela Rosin rimane, comunque,  un monumento di  importanza  sia storica che architettonica, un altro tesoro della preziosa dote di questa citta’.

MARIA LA BARBERA

 

Per informazioni

https://bct.comune.torino.it/sedi-orari/mausoleo-della-bela-rosin

mausoleo.belarosin@comune.torino.it

Una discarica all’ingresso di Sauze d’Oulx

Un lettore ci scrive:  bel biglietto da visita per Sauze d’Oulx ! Appena si entra in paese ci accoglie una bella piccola discarica a cielo aperto, lungo la strada, a pochi passi dal campo di calcio, dai tennis e dai mega cartelloni pubblicitari che esaltano giustamente le bellezze del “Balcone delle Alpi” sia d’estate che di inverno. Ma che diamine? Nella mini discarica c’è un po’ di tutto, come si vede nelle foto…L’area è’ stata opportunamente transennata ma non basta, bisogna fare pulizia immediatamente. Nel weekend Sauze è piena di gente fuggita, almeno per qualche ora, dall’inferno della pianura. Forza Comune, manda qualcuno a far pulizia, sveglia! FR

Estate a Coazze

Domenica 28 luglio un’iniziativa organizzata da Comune e Pro loco: una passeggiata con prelibatezze locali. Nel verde (al fresco) della Collina del Castello si passerà attraverso la Fontana della Varda, il Sentiero Pirandello, il Sentiero dell’Amore per arrivare alla sommità dove si trovano la panchina gigante Aleghe, il Faro, la Cappella e uno splendido panorama.

Programma: ritrovo alle 10 in piazza De Vitis per la registrazione presenza e formazione dei gruppi. Prima tappa alla Fontana della Varda a cura degli Alpini con salumi, formaggi locali, le deliziose cipolle ripiene coazzesi (senza carne) acqua o vino. Sul pianoro del Castello proseguimento della “maratona” mangereccia con insalata di farro, costine alla birra, contorno di stagione, pesche ripiene, acqua o vino. A disposizione bibite o birra (non inclusi). Sul pianoro del Castello si trovano il Faro, la Cappella della Madonna del Castello e la panchina gigante Aleghe e soprattutto si gode di un bel panorama verso Torino e verso le montagne.

Il tutto per un costo di 28 € per gli adulti e di 12 € per i bimbi dai 5 ai 12 anni. Attenzione, è necessario prenotare entro il 24 luglio all’Ufficio turistico 011/9349681 – turismo@comune.coazze.to.it

CONOSCIAMO COAZZE: LA COLLINA DEL CASTELLO

La Collina del Castello è di formazione morenica: formata da residui glaciali spicca sulle case di Coazze con la piccola cappella dedicata al SS. Nome di Maria e il faro che illumina la notte con il suo raggio voltante. Terra sabbiosa, quella della collina, magra e rovente. Un tempo i suoi fianchi erano coltivati a vite e cereali, e monumentali castagni sono ancora visibili lungo il sentiero sul lato settentrionale. Oggi la flora più comune consiste di castagni selvatici, erica e felci aquiline. Fa eccezione la zona che costeggia la bealera che circonda tutta la collina le cui sponde ospitano vegetazione rigogliosa e felci, specie sul più fresco lato settentrionale, e la Fontana della Varda: piccola oasi di refrigerio e pace a due passi dal paese.

Del castello, che dà il nome all’omonima collina, si sa poco. Notizia certa è la data del suo abbattimento per ordine del Duca di Savoia Carlo Emanuele I nel 1597, probabilmente a seguito della sua sconfitta a Pragelato contro le milizie del Duca di Lesdiguières che difendeva il Delfinato dalle mire espansionistiche del Duca di Savoia. Tutto ciò che rimane del Castello di Coazze sono la nota leggenda del passaggio sotterraneo che l’avrebbe collegato a Villa Feyditi (in Via Candido Dovis) o al Palazzo del Conte (attuale sede del Municipio di Coazze) e una cartolina di inizio Novecento che raffigura quell’unico brandello di muro sopravvissuto all’abbattimento. Un cumulo di pietre è ormai l’ultima vestigia della torre castellana, probabilmente eretta in epoca Alto-medievale nel far fronte alle invasioni saracene del X secolo d.C., i suoi resti utilizzati nella costruzione della cappella sorta sul medesimo pianoro e in altri pratici modi che i coazzesi han ritenuto necessari. La chiesetta è stata eretta nel 1861 per iniziativa del vice-curato Don Paolo Pogolotti. Questa cappella fu restaurata nel 1986 grazie all’intervento di volontari coazzesi sia sulla struttura esterna, sia sui dipinti al suo interno. Dalle discrete dimensioni, è anche dotata di sacrestia e si apre su un bianco porticato. La festa viene celebrata ogni anno la seconda domenica di settembre, domenica successiva alla Natività di Maria. Poco distante dalla cappella c’è una fontana costruita nel 1989 da ventotto volontari coordinati da Angelo Ruffino, il Priore di quell’anno. Poco distante, nei pressi del luogo in cui sorgeva il castello, è stato eretto nel 1945 dai reduci dei campi di concentramento in Germania un pilone votivo, restaurato con le foto dei reduci nel 2012.

UNO, NESSUNO, CENTOMILA. MUSICHE E TESTI ISPIRATI ALL’OPERA DELLO SCRITTORE E AL CINEMA

Ultima serata del Festival Pirandello

Venerdì 26 Ore 20:45 Villa Tosco (Ex Prever) Viale Italia ’61 n. 72

Uno, nessuno, centomila. Musiche e testi ispirati all’opera dello scrittore e al cinema.

Il concerto “Uno, nessuno, centomila” dell’Orchestra classica di Alessandria è un omaggio a Luigi Pirandello, con brani tratti dalle opere teatrali più famose dello scrittore siciliano. I brani, interpretati da un gruppo di solisti d’eccezione, danno vita alle atmosfere intense e poetiche dei testi di
Pirandello. Lo spettacolo rappresenta un’occasione unica per immergersi nella poetica pirandelliana attraverso la musica, un linguaggio universale che sa esprimere emozioni profonde e complesse. La musica dunque, è il filo conduttore di un viaggio attraverso le opere di Pirandello, che ci condurrà nei meandri della psicologia umana dalle molteplici sfaccettature. L’orchestra classica di Alessandria, con sensibilità e competenza rende omaggio al drammaturgo siciliano, portando in scena uno spettacolo emozionante e coinvolgente con la partecipazione straordinaria di Elisabetta Gagliardi (voce).

Con le voci narranti di Sabrina Gonzatto, Giulio Graglia e Vincenzo Santagata.

Biglietti 15 €, ridotto 10 €

A cura dell’Orchestra Classica di Alessandria

Prevendite biglietti presso l’ufficio turistico di Coazze (011/9349681 – turismo@comune.coazze.to.it)

LIBRI IN TERRAZZA LA VOCE DELLE PIETRE

Sabato 27 Ore 17 Terrazza della biblioteca (nel Parco Comunale)
Libri in Terrazza – presentazione del libro
La voce delle pietre di Daniela Negro.

Anno 1410. Tra le mura del castello di Avigliana Guido ed Ersilia vivono un matrimonio infelice. Lui, balivo per conto dei Savoia, lei, nobile e colta dama imprigionata in una vita di corte irrimediabilmente monotona. Tutto cambia quando i conti di T. giungono al castello e a Guido viene proposto di svolgere una missione diplomatica a Venezia. Ersilia, mentre il marito è in viaggio, non solo avrà le redini del balivato in mano, ma scoprirà anche quell’amor cortese di cui tanto ha letto nei suoi romanzi. Un amore che, anche al ritorno di Guido, le stravolgerà la vita. Ingresso libero.

UNA VISITA NEL VENTRE DELLA TERRA

PROSSIME ESCURSIONI GUIDATE ALLA MINIERA DI GARIDA

Alla scoperta del talco, della sua estrazione, della vita dei minatori, della bellezza del mondo sotterraneo delle rocce! Prossimi appuntamenti con le escursioni guidate alla Miniera di Talco Garida sabato 27 luglio alle 15, ad agosto domenica 11 ore 10, domenica 18 ore 10 e sabato 24 ore 15. Ritrovo a Forno di Coazze presso l’Ossario dei Caduti.
Ingresso 13 € adulti (11 € soci CAI e Abbonamento Musei), 10 € bambini 7-12 anni. Prenotazione obbligatoria presso l’ufficio turistico di Coazze (011/9349681 –
turismo@comune.coazze.to.it)

NUOVO CAMPO BEACH VOLLEY

Sabato 27 luglio a partire dalle ore 15 presso i campi sportivi di via Benna sarà inaugurato il campo da beach volley. Grazie all’associazione Val Sangone Volley per averlo ripristinato. Giocatori e allenatori vi aspettano per un pomeriggio all’insegna del divertimento e dello sport.

“Morire in carcere”, incontro a Palazzo Civico

La sempre più drammatica situazione del sistema carcerario italiano è da tempo all’attenzione dell’assemblea elettiva di Palazzo Civico, dell’Amministrazione comunale e della Garante dei diritti delle persone private della libertà della Città di Torino.

Lunedì 22 luglio alle ore 14,30, in concomitanza con la consueta seduta del Consiglio comunale, si terrà in Sala Rossa un momento di riflessione e di commemorazione sul tema “Morire di carcere”. Nell’occasione, verranno ricordate le persone, detenute o appartenenti al personale di custodia, che si sono tolte la vita.

Interverranno la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, la Garante dei diritti delle persone private della libertà Monica Cristina Gallo e la vicesindaca Michela Favaro.

Ma il Centro ha una dignità

LO SCENARO POLITICO di Giorgio Merlo

Matteo Renzi è uno dei politici più intelligenti del nostro paese. Almeno questa è la mia personale
opinione. Nella prima repubblica e nella Democrazia Cristiana sarebbe stato definito
semplicemente come un “cavallo di razza”. E diciamocelo senza alcuna piaggeria: Renzi è
veramente un “cavallo razza”. Però, esiste purtroppo un però. Ed è molto semplice da spiegare.
Se è indubbiamente un leader politico per la sua capacità di intuizione e la rapidità di movimento,
paga il suo indubbio e riconosciuto carisma con un tatticismo sfrenato e una spregiudicatezza
senza limiti.

Ora, per fermarsi all’ultima piroetta politica, abbiamo appreso che intende collocare il suo partito –
che adesso definisce di Centro – in un’alleanza con la sinistra massimalista e radicale della
Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la sinistra fondamentalista ed estremista
del trio Fratoianni/Bonelli/Salis. Perchè, sostiene adesso il capo di Italia Viva, adesso va di moda
un “Centro che marcia verso sinistra” di degasperiana memoria.

Intendiamoci. Ogni progetto politico va considerato per quello che è. Però non si può non rilevare
che nell’arco di un anno il Nostro si è fatto paladino di un “Centro autonomo” alternativo alla
sinistra populista ed estremista e alla destra sovranista e conservatrice; poi siamo passati ad un
Centro alleato con i radicali per il progetto – immediatamente naufragato come il precedente –
degli “Stati Uniti d’Europa” per approdare, è notizia di queste ultime ore, ad un “Centro che
marcia a sinistra”.

In questo rapido, svelto e continuo cambiamento di prospettiva, risiede l’indubbia intuizione del
leader politico fiorentino e il suo altrettanto oggettivo limite. Limite di credibilità innanzitutto.
Perchè anche il tatticismo più esasperato e la spregiudicatezza più plateale devono, prima o poi,
fare i conti con la realtà politica. Una realtà che dice una cosa sola, almeno a mio parere. E cioè,
anche il Centro, e con il Centro una seria e credibile “politica di centro”, non possono essere
stiracchiati e strumentalizzati in questo modo. Perchè, altrimenti, il vero rischio che si corre è
quello di presentare il Centro – che resta, tuttavia, il luogo politico fondamentale ed indispensabile
per il governo del nostro paese – come un espediente puramente strumentale e tattico. Cioè una
sorta di elastico che si può tirare da tutte le parti a seconda delle convenienze momentanee di chi
si intesta questo spazio politico. Che, detto fra di noi, è l’esatto contrario di quello che
storicamente, politicamente e culturalmente è stato il Centro nel nostro paese.

Per questi semplici motivi, e al di là dell’ultima scelta – legittima e anche umanamente
comprensibile – intrapresa dal leader di Italia Viva, una cosa va detta con chiarezza. E cioè, chi
crede nella bontà e nella necessità di una ‘politica di centro’ nel nostro paese, e di fronte alla
deriva degli ‘opposti estremismi’ che, purtroppo, continua a caratterizzare larghi settori dei due
schieramenti politici, non può che impegnarsi per rafforzare un partito che dichiara esplicitamente
e senza continue, ripetute ed improvvise capriole, di credere nel Centro perchè elemento
equilibratore del nostro sistema politico. Confondere la costruzione del Centro con operazioni
politiche dettate dal puro tatticismo personale e di partito, oltre ad affossare un patrimonio
politico e culturale che nel nostro paese è stato decisivo per svariati decenni, e lo è tuttora seppur
in forme e modalità diverse, rischia anche – e paradossalmente – di rafforzare indirettamente
quella radicalizzazione del conflitto politico che era, e resta, alla base del decadimento etico della
stessa politica italiana.

Ecco perchè anche le operazioni più spregiudicate, seppur intelligenti, a volte rischiano di
presentarsi per quelle che sono. E cioè, piccole e circoscritte operazioni di potere. Anche quando
vengono intraprese da esponenti politici che hanno una intelligenza politica non comune come
quella di Matteo Renzi.

Ad Usseglio la ricostruzione del ponte sul rio Venaus

Ad Usseglio sono in dirittura d’arrivo i lavori per la ricostruzione del ponte sul rio Venaus, lungo la Strada Provinciale 32 della Valle di Viù al km 28+400, nel tratto tra il capoluogo e la frazione Piazzette.
Il raggruppamento temporaneo di imprese Novara Realstrade srl e Marietta srl, che ha in appalto l’opera, ha completato il posizionamento dell’impalcato prefabbricato.
Nel mese di aprile erano stati posizionati gli elementi prefabbricati della semicarreggiata a monte, mentre oggi, alla presenza del vicesindaco di Città metropolitana di Torino con delega ai lavori pubblici Jacopo Suppo e del sindaco del Comune di Usseglio, Andrea Poma, le gru della ditta incaricata hanno posizionato gli elementi prefabbricati della semicarreggiata a valle. Per completare l’opera sarà ora necessaria una gettata di calcestruzzo di completamento, al fine di rendere solidale la soletta del ponte. Terminato il periodo di maturazione del cemento armato, sarà possibile procedere all’asfaltatura definitiva della semicarreggiata a valle.
“Nell’ambito delle periodiche ricognizioni – sottolinea il vicesindaco metropolitano – la Direzione Viabilità della Città metropolitana aveva segnalato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti la necessità di ricostruire l’opera, ricevendo parte dei finanziamenti necessari all’adeguamento”.
Il costo complessivo dell’opera è di 772.000 euro.

http://www.cittametropolitana.torino.it/cms/comunicati/viabilita/stradecittametroto-ad-usseglio-posizionato-l-impalcato-del-nuovo-ponte-sul-rio-venaus

Controlli sui mezzi pubblici a Torino: su seimila passeggeri il 10% senza biglietto

(TORINO CLICK) 192 mezzi pubblici controllati e 5.760 passeggeri sottoposti a verifica dei  titoli di viaggio da cui sono derivate  598 violazioni accertate, 3 accompagnamenti al Comando Generale di soggetti privi di documenti di identità e 2 denunce all’Autorità Giudiziaria  per ‘resistenza a Pubblico Ufficiale’ e ‘Rifiuto di generalità’.

Sono i primi risultati del servizio “Linea Sicura” messo in campo dalla Polizia Locale in collaborazione con Gtt per un’attività congiunta di controllo sui mezzi pubblici volta a garantire la sicurezza dei passeggeri, dei controllori e la verifica del regolare possesso dei titoli di viaggio.

L’attività è partita il 16 maggio scorso, dopo aver individuato le fermate di riferimento, ed è proseguita con cadenza settimanale prevedendo, in supporto  al personale di Gtt, la partecipazione congiunta di agenti della Polizia Locale appartenenti ai Comandi Territoriali, al Reparto Radio Mobile, all’Aliquota Pronto Impiego, al Reparto di Polizia Giudiziaria e al Reparto Operativo Speciale, nonché gli agenti dell’unità cinofila. I controlli riprenderanno a settembre.

“Un trasporto più veloce, intermodale, sostenibile, e sicuro – spiega l’assessora alla Mobilità Chiara Foglietta – è tra gli obiettivi che ci siamo dati costruendo il Nuovo Trasporto Torino, un piano che guarda al 2030 e vuole traghettare la Città verso un sostanziale miglioramento del servizio. Tra le tante attività programmate, che vanno dal cambio mezzi, al ridisegno delle linee, alla digitalizzazione del servizio, si inserisce il progetto ‘Linea sicura’ di lotta all’evasione e di miglioramento dell’esperienza di viaggio”.

“L’obiettivo di questo servizio – spiega l’assessore alla Polizia Locale Marco Porcedda- è quello di garantire la legalità a bordo dei mezzi più frequentati, supportando Gtt nella verifica del regolare possesso dei titoli di viaggio e affiancando un’attività di controllo e prevenzione dei reati”

ATP Finals, Lo Russo: “Lavoriamo per tenerle a Torino”

“La partita e’ durissima ma siamo convinti di avere buone carte, abbiamo dimostrato che questo evento può essere organizzato molto bene e su questa base, con il pieno sostegno del governo, ce la giocheremo”. Parola del sindaco Stefano Lo Russo, che è tornato sul progetto di mantenere a Torino la prossima sessione delle Atp final di tennis. Ha aggiunto:  “Al ministro Abodi ho rappresentato questa nostra proposta. Siamo ben consapevoli, a livello locale e anche a livello nazionale, che la competizione sarà davvero durissima. Ma alla luce di come abbiamo organizzato e gestito soprattutto le ultime due edizioni delle Atp, siamo convinti di potercela giocare: la soddisfazione, dai tennisti agli appassionati e a tutta città, è stata grande. Siamo estremamente determinati”.

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Covid e trasparenza – Una piacevole scoperta: Alessio Magaddino – Don Ziggiotti salesiano fuori ordinanza – Lettere

Covid e trasparenza

La Corte europea (che spesso viene chiamata in causa solo quando ci dà ragione) ha sentenziato che sui vaccini Covid non ci fu trasparenza. E’ un fatto grave che più o meno tutti abbiamo percepito, anche in Italia, nei due terribili anni in cui abbiamo vissuto quasi in cattività. Io non ho certezza della realtà perché un conto è vivere certe situazioni e un conto è analizzarle dopo tre anni.

Resto però sostanzialmente convinto che il Governo Conte 2 non sia stato all’altezza del compito che era in ogni caso improbo perché senza precedenti a cui guardare.  Il Covid era un problema internazionale e la Ue non ha saputo agire con l’efficacia necessaria.

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Una piacevole scoperta: Alessio Magaddino

In questa settimana ho avuto molte ore per navigare in Internet in attesa che mi dimettessero dall’ospedale, e ho scoperto i saggi di uno studioso di vaglia e di un uomo coraggioso che onora gli studi storici e letterari: Alessio Magaddino che non è mai banale e scontato e non segue la solita vulgata. Controbatte le tesi di Canfora che pretende di ideologizzare la storia invece di scriverla. Ad un uomo come lui sarebbe spettata una cattedra universitaria, se non ci fossero i veti ideologici che fanno dell’Università un luogo di spaccio del pensiero unico.

Alessio, che fa il libraio in piazza Statuto, scrive di fascismo ed antifascismo, tenendo testa alle banalità degli storici improvvisati che confondono la propaganda con la storia. Il suo è un tentativo di voltare pagina, riannodandosi alla grande lezione defeliciana e anche pavoniana. Cercate su Internet i suoi scritti e vedrete la tempra di un saggista di alto livello meritevole della massima attenzione. E’ stato anche amico non servile di Galante Garrone e di Bobbio. Se Torino ha ancora uomini con lui, c’è ancora da sperare.

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Don Ziggiotti salesiano fuori ordinanza

Don Renato Ziggiotti è stato il quinto successore di Don Bosco come Rettor Maggiore dell’opera salesiana. Lo conobbi quando ero allievo dell’Istituto salesiano “San Giovanni Evangelista”; ascoltandolo, capii il valore dell’uomo di cultura, ancor prima del salesiano votato alla causa di Don Bosco fin dalla più tenera età. Lo ritrovai al Colle Don Bosco Rettore del Santuario che lui stesso volle realizzare. Dopo aver girato il mondo per visitare tutte le comunità salesiane esistenti , decise di lasciare l’alto incarico per dedicarsi al Santuario eretto vicino alla casa natale di Don Bosco. Dal castello di Camerano Casasco i miei facevano arrivare aiuti ai Becchi – dove era nato San Giovanni Bosco – e io presi l’abitudine di tornarvi. Più volte ebbi occasione di parlare con lui: era stato anche ufficiale combattente nella Grande Guerra dove aveva appreso l’arte del comando, e un validissimo docente liceale.

Un prete che aveva vissuto la guerra era anche umanamente un interlocutore eccezionale perché fu un italiano che andò in guerra ,credendo nella Patria con la p maiuscola. Era un latinista splendido e con lui si parlava di Lucrezio ed anche di Catullo. Un grande salesiano aperto al mondo con lo spirito più vero dei salesiani in cui io riconosco anche oggi i miei maestri giovanili: don Dante Bettega, soprattutto, nato a Bressanone ancora sotto la dominazione austriaca, poliglotta, intellettuale di immensa cultura, ma anche uomo semplice che sapeva stabilire con i giovani un rapporto che non ho mai più vissuto. Se io presumo di conoscere il  Latino che ho professato al liceo classico prima di dedicarmi alla storia contemporanea, lo debbo a lui che nella scuola media (non ancora unica) ci immerse nelle traduzioni per farci cogliere la classicità, ma anche la grammatica e la sintassi senza le quali lo studio classico diventa la mera finzione di certi ex ginnasi o di certi licei scientifici odierni.

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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Inghilterra e Francia

In Inghilterra le elezioni hanno dato un esito chiaro e il governo è stato subito formato. E’ merito del sistema uninominale, ma è anche merito della Monarchia che resta arbitro imparziale del confronto politico anche più aspro.

Se vediamo la Francia che, sia pure in un regime di Repubblica semipresidenziale, non riesce a trovare un governo anche perché il Presidente più che arbitro e giocatore in proprio qualche riflessione sui Re non è fuori posto. Cordiali saluti.  Nina Pugliatti

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I temi che Lei pone sono reali. Meriterebbero un approfondimento perché non tutto è così semplice, ma certo la monarchia anche oggi non appare essere robaccia da solaio come molti pensano in Italia.
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Università e femminismo

La notizia che le commissioni di concorso universitarie debbano avere obbligatoriamente, con sentenza del Tar di Milano, una presenza femminile al loro interno mi appare folle. Nelle commissioni vale la competenza scientifica relativa al concorso e non l’art. 51 della Costituzione o, meglio, la sua applicazione in chiave ultra femminista.  Prof. Ercole Maggi 

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Caro collega, concordo con te. Le Commissioni vanno formate da docenti che insegnino discipline attinenti al concorso.

Ottimo inserire una donna, se ci sono queste condizioni, ma se non è possibile ,appare assurdo bloccare i concorsi o annullarli. I soli uomini non sono più in grado di provvedervi? L’Universita’ è stata sempre maschile in passato. A Lettere nel 1968 c’era solo la storica Lelia Cracco Ruggini. E ovviamente va detto, esagerando un po’ che i candidati vincenti non potranno mai essere due in nome di una distorta parità di genere che sarebbe lo snaturamento della scienza a favore di un concezione demagogica e delirante. Qualche personaggio come la compianta Murgia magari giungerebbe a teorizzarlo, aggiungendo qualche asterisco.