ilTorinese

Scuola, Lega: Pd non vota ma dimensionamento scolastico è necessario per Pnrr

“Nostro auspicio è di una stretta collaborazione tra assessore e ministro”

“Il Pd, come al solito, lancia accuse e poi si tira indietro, senza prendersi responsabilità, come avvenuto oggi in Commissione Istruzione: il Pd non ha partecipato al voto sul dimensionamento scolastico. Prima si preoccupa dell’incombente scadenza e si lamenta dei tempi di questa votazione, poi decide di non votare. Quindi per il Pd i miliardi dei fondi Pnrr per efficientare le nostre scuole non sono importanti? Per il Pd le nostre scuole non hanno bisogno di essere migliorate, vanno bene così e va bene perdere i fondi Pnrr utili a dare un futuro alla nostra rete scolastica: è questo il messaggio che passa da parte di chi non si prende la responsabilità di votare”. Così il capogruppo della Lega in Consiglio regionale Alberto Preioni e il consigliere Andrea Cerutti, sulla decisione del Partito democratico di non partecipare al voto di oggi in commissione, pur sapendo che il dimensionamento scolastico è condizione necessaria per ottenere i fondi Pnrr, senza compromettere posti di lavoro.

“Il dimensionamento della rete scolastica è imprescindibile per accedere ai miliardi di euro del Pnrr, che serviranno, appunto, a efficientare tecnologicamente e digitalmente le nostre scuole e fare finalmente un salto di qualità nell’istruzione scolastica. Ed è bene precisare fin da subito – sottolineano Preioni e Cerutti – che questi accorpamenti non significano chiusure di Istituti o licenziamenti, ma si riferiscono solo a un nuovo assetto organizzativo e gestionale. Viene peraltro istituita la figura del preside vicario che andrà a coadiuvare i presidi dei plessi che verranno accorpati”.

“Inoltre, questo nuovo assetto si rende necessario perché negli ultimi dieci anni si è perso circa un milione di studenti, anche a causa della denatalità che vive il nostro Paese”.

“Al momento dalle province sono stati comunicati 7 accorpamenti, ma ne servono 19 per rispettare i vincoli dell’Ue in attuazione del Pnrr e accedere così ai fondi. Come evidenziato dall’Avvocatura, la Regione non ha il potere di sostituirsi alle competenze delle province.

“Da parte nostra – concludono gli esponenti della Lega Preioni e Cerutti – auspichiamo che s’instauri un’efficace e attiva collaborazione tra l’assessorato regionale all’Istruzione di Elena Chiorino e il ministro Giuseppe Valditara nell’azione di governo che sta portando avanti per rendere più efficienti le nostre scuole”.

Le origini del Natale, la festa cristiana più celebre

PERCHE’  SI CELEBRA IL 25 DICEMBRE?

Il Natale e’ la festa piu’ importante della tradizione cristiana. Il 25 dicembre si commemora l’anniversario della nascita di Gesu’ Cristo, lo sanno tutti, ma non tutti sanno quale e’ la storia che ha portato a scegliere proprio questa data considerato che ne’ il Vangelo, a parte qualche riferimento di Matteo e Luca, ne’ la Bibbia riportano in quale mese nacque Gesu’. Per un periodo ci fu anche un dibattito nel mondo ecclesiastico all’interno del quale furono proposti diversi di giorni per le celebrazioni e alla fine si arrivo’ alla data che tutti conosciamo.

E’ il mondo romano che ci ha portato a festeggiare la nascita del Salvatore proprio il 25 dicembre, infatti questa festa prende spunto da due feste pagane che sono: i Saturnalia e il Solstizio d’inverno.

Saturno era il dio dell’agricoltura e del raccolto che nell’antica Roma si celebrava tra il 17 e il 23 di dicembre, in concomitanza con il solstizio d’inverno, il periodo più buio dell’anno, quando il sole sorge più tardi e tramonta prima. In quel periodo non si lavorava la terra e tutti si riposavano, anche gli schiavi che smettevano di servire i loro padroni. Venivano organizzati banchetti, ci si scambiava visite e regali e si aspettava il nuovo anno. Il solstizio d’inverno, o bruma per i romani, fu fissato da Giulio Cesare (calendario giuliano), nel 45 a.c., proprio il 25 dicembre che corrisponde secondo il calendario gregoriano, quello da noi utilizzato, al 21-22 dicembre. Dal giorno dopo, secondo il culto del Sole Invitto, o Sole vittorioso, le giornate ricominciavano ad allungarsi, si usciva dall’oscurita’.

Il vescovo greco ortodosso Epifanio di Salamina, venerato dalla Chiesa Cattolica, intorno al 226 si rese conto che tra le due tradizioni, quella pagana e quella cristiana, c’erano dei punti di contatto come la metafora della rinascita della luce sulle tenebre; Papa Giulio I, sulla scia di questa corrispondenza, nel 337 stabili’ che il 25 dicembre sarebbe stato celebrato il Natale, probabilmente anche con la speranza di convertire i romani al cristianesimo, e l’ Imperatore Giustiniano nel 529 rese la data festa ufficiale dell’Impero.

La piu’ antica fonte che riguarda il Natale celebrato dalla Chiesa di Roma e’ il Cronografo del 354 che riporta che il Natale Invicti ricorre, appunto, il 25 dicembre nel calendario civile.

Il sole invictus, l’uscita dal buio e dall’assenza di luce, dunque, ha messo insieme l’eliolatria, l’adorazione per questa grande sfera di idrogeno ed elio che e ’il sole, da parte dei pagani romani e la figura di Gesu Cristo che con la sua nascita diventa il simbolo della luce, della speranza e dell’uscita dall’oscurita’.

MARIA LA BARBERA

Dirigente bancario appassionato di basket muore prematuramente

Vasto cordoglio nel mondo delle banche e dello sport per la prematura scomparsa a Vercelli di GianLuca Greppi,  53 anni. Conosciuto come giocatore di basket, dirigente bancario, più di vent’anni fa fu colpito da una grave malattia, che gli paralizzo’ le  gambe. Di recente le sue condizioni si erano aggravate.  Lascia  la madre Rosalba e il papà Renato, not fotografo.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Yoga di Natale: 3 Semplici Pose per Restare in Forma

YOGA SENZA BARRIERE 

 

Con l’avvicinarsi delle festività natalizie, è essenziale trovare momenti di calma e benessere.

 

Il praticare yoga durante il periodo natalizio non solo ci aiuta a mantenere la forma fisica, ma offre anche una pausa rigenerante per mente e corpo.

 

In questo articolo, esploreremo tre pose yoga – Guerriero 1, Guerriero 2 e Parivrtta Parsvakonasana – che possono essere integrate facilmente nella tua routine natalizia.

 

Guerriero 1

 

In piedi, estendi una gamba indietro e piega l’altra formando un angolo retto. Alza le braccia sopra la testa, palme unite.

 

Questa posizione potenzia la forza nelle gambe, tonifica i muscoli addominali e rinvigorisce la mente.

 

Guerriero 2

 

 

Dalla posa del Guerriero 1, apri le braccia lateralmente, allineandole con le gambe. Concentrati sul punto di vista oltre la mano anteriore.

 

Questa postura migliora la resistenza fisica, stimola la circolazione e promuove la stabilità emotiva.

Parivrtta Parsvakonasana

 

Dalla posa del Guerriero 2, gira il busto dalla parte della gamba anteriore e posiziona una mano a terra, l’altra si alza verticalmente.

Questa torsione benefica il sistema digestivo, rafforza la colonna vertebrale e libera tensioni accumulate.

Queste tre pose, inserite nella tua routine natalizia, ti regaleranno benessere e vitalità.

 

Attraverso la pratica costante, il tuo corpo e la tua mente affronteranno la stagione invernale con equilibrio e serenità.

 

Che tu sia un praticante esperto o alle prime armi, dedicare del tempo a te stesso con lo yoga renderà le festività ancora più speciali.

 

Namasté – @odakawithserena

SERENA FORNERO

 

“Anna Karenina”, una donna tra una passione e le convenzioni sociali

Repliche sino a sabato 23 dicembre al Carignano

Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”: è l’incipit, conosciuto, che immette il lettore (e oggi lo spettatore) all’interno dell’universo di “Anna Karenina”, romanzo tolstoiano avversato alla sua uscita (1877) a puntate su un periodico russo, in seguito magnificamente rivalutato da Dostoevskij (“come opera d’arte è la perfezione, niente della letteratura europea della nostra epoca può esserle paragonato”), e più vicino a noi da Nabokov, che lo definì “il capolavoro assoluto della letteratura del XIX secolo”. Ricavata da un fatto di cronaca di cui Tolstoi venne a conoscenza, la vicenda della donna di San Pietroburgo che, divenuta appassionata amante dell’ufficiale Vronskij, rompeva gli argini della sua vuota vita e dell’ipocrisia della buona società della città, coinvolgendo la famiglia, la propria fedeltà, la fisicità e l’erotismo, l’istituzione del matrimonio, la fede e la passione, i tanti compromessi, sino alla finale dannazione, rispecchiando il proprio sfacelo con la felicità di altre coppie, si allinea alla Emma di Flaubert (romanzo pubblicato vent’anni prima) e compie un passo ben più ardito e doloroso nel frantumare ogni schema rispetto alla Nora ibseniana.

Una vicenda di cui s’impadronì il cinema, in anni diversi e in varie latitudini, come la televisione e il teatro (se ne vide una quindicina di anni fa una acclamata edizione firmata da Eimuntas Nekrošius). Oggi, lo Stabile di Catania e il Biondo di Palermo portano al Carignano sino a sabato 23 dicembre, per la stagione dello Stabile torinese, l’edizione firmata da Luca De Fusco, che nella riduzione (due ore e 30’ con intervallo, necessaria all’attenzione del pubblico) per il palcoscenico del po(n)deroso romanzo si è avvalso della collaborazione di Gianni Garrera. Un’edizione pronta a “sdoppiarsi”, in un doppio drammaturgico e letterario, riprendendo la lezione ronconiana del “Pasticciaccio”, ovvero offrire agli interpreti non soltanto le battute di Anna, del tradito Karenin, di Vronskij, del fratello Stepàn, di Dolly e di Kitty, dell’impacciato Lèvin ma pure i piccoli, brevissimi, brani del romanzo (memorizzate, di tanto in tanto libro alla mano), una sorta di coro antico, interiorizzando, spingendo gli attori a parlare a se stessi o a parlare fuori del dramma con chi sta in quel momento di fronte, con i pensieri e con le suggestioni, con i commenti e con i racconti, con i tentativi di rimette ogni cosa in sesto, con i sentimenti e i turbamenti che nascono dallo svolgersi delle azioni. È una felice evidenza che coinvolge lo spettatore più di quanto non faccia già la meraviglia del palcoscenico – immerso, uno dei suoi maggiori punti di forza, nella scenografia (e nei costumi, scuri per gli uomini, un caldo rosso magenta per le donne) di Marta Crisolini Malatesta, il salotto buono per gli incontri e le chiacchiere e le confessioni, la stazione con l’orologio a segnare il tempo che scorre (ben più sottolineato da Nekrošius), il treno della scena finale che avanza a ghermire e schiacciare Anna -, un’evidenza cresciuta dalla luci di Gigi Saccomandi, sparate dall’alto dentro il buio della scena, aprendo ritagliati spicchi luminosi che danno vita alle presenze di questo o di quell’attore.

Un coinvolgimento che De Fusco, in una regia in cui traspare appieno la tragicità della vicenda, attenta ai particolari, non certamente soltanto legata alla pura narrazione, accresce grazie alle proiezioni a colori e in bianco e nero che scorrono sul velario che è concreta e impalpabile al tempo stesso quarta parete tra scena e platea. La scena del ballo, con il trascinante suono delle mazurche, la passione e l’eros che travolgono Anna e Vronskij, i tanti primi piani con cui specialmente Anna si offre allo sguardo dello spettatore: momento di un cinema che è ben lontano da quello della Garbo e di Clarence Brown ma che accarezza da vicino, assai più modernamente, quello di Keira Knightley e di Joe Wright, vivo e toccante. Appare in quel viso tutta la grandezza dell’interpretazione di Galatea Ranzi (è un grande momento, tutto da godere, il monologo finale), imperiosa in ogni tratto sulla scena, frivola e sofferente, fanciullesca e donna forte, desiderosa di cancellare i legami dettati da quella società in cui vive, coraggiosa e folle, imprigionata nell’affetto che nutre per il figlio. Un grande ritratto, un personaggio sfaccettato in maniera esemplare, una dizione (come quella dei suoi compagni) che mettono da parte certi farfugliamenti o imprecisate offerte del teatro odierno. Un angolo di esatta ironia, di allegria più o meno frenata, arriva da Stefano Santospago, il fratello Stepàn, una citazione per il Karenin di Paolo Serra e per il Lèvin di Francesco Biscione, mentre appare sfocato il Vronskij di Giacinto Palmarini, non scavato, insoddisfacente. Spettacolo lungamente in una delle repliche a cui ho assistito, lungamente.

Elio Rabbione

Le foto dello spettacolo sono di Antonio Parrinello

Ecco il programma natalizio di OFF TOPIC

Saranno ancora tantissimi gli eventi nel segno dell’aggregazione dell’hub culturale della Città di Torino nello spirito di OFF TOPIC, in programma per questo fine anno 2023.

Non è Natale a OFF TOPIC senza il Christmas Concert della Sweet Life Society Orchestra. Si tratta di una tradizione iniziata in via Pallavicino dodici anni fa, che ha reso lo Swing Circus natalizio di Torino il più magico di tutto l’anno, nonché uno degli eventi musicali natalizi più popolari in città.

Sabato 23 dicembre, sotto l’albero di Swing Circus, si potranno trovare e svelare tante sorprese per rendere ancora più magico il momento della pre vigilia, attraverso un viaggio unico lungo il tempo dove passato e presente si fondono in un irresistibile mix di musica elettronica, balli lindy hop e spettacoli circensi. Si tratta di un’esperienza che abbraccia gli amanti del vintage e i nottambuli del nightclubbing, creando un’atmosfera variegata, immortalata negli anni dagli scatti dell’iconico photo set.

Nato a Torino nel 2009 da un’idea di due producer sabaudi, The Sweet Life Society Swing Circus ha viaggiato attraverso Torino, Genova, Milano, Roma, Parma e Reggio Emilia, approdando fino a Madrid. In oltre dieci stagioni, il Circo ha accolto artisti e dj internazionali, affermandosi come un pilastro nel panorama del nightclubbing italiano.

“Bio Sweet Life” è il nome di un progetto che nasce nel 2008 dall’incontro di due produttori, Gabriele Concas e Matteo Marini. Dopo le prime sperimentazioni sonore ed esibizioni, ha trovato il suo naturale sfogo trasformandosi in una band con il coinvolgimento di nove musicisti sul palco, dando vita alla Sweet Life Orchestra, che può vantare oltre dieci anni di tournée internazionale nei più prestigiosi festival di Glastonbury, Eurosonic, Love Box, Wilderness, Latitude, Boom Town, Fusion, Love Lands, Paradiso Amsterdam. I due produttori uniscono nel loro stile unico il groove, melodie vintage, sonorità caraibiche con i beat del puro hip hop made in USA e la più poderosa bass music britannica, in un mix raffinato, elegante e sorprendente in cui la ricca sessione di fiati e la chitarra si fondono alla perfezione sulle basi costruite live con drum machine e sampler, il tutto accompagnato dalla voce esplosiva di Giulietta Passera e Moreno Turi aka Emenél.

OFF TOPIC è un hub culturale riconosciuto dal Comune di Torino come centro di protagonismo giovanile, che ha tra i suoi principi quelli di ideare, valorizzare, diffondere e connettere. Il Torino Youth Center, che ha progettato OFF TOPIC, è un’associazione di secondo livello che, attraverso una progettualità di rete, coordina il funzionamento delle attività e gli spazi di via Pallavicino 35, promuovendo corsi, workshop e conferenze, coworking, residenze artistiche, teatro, proiezioni, reading e eventi Off di rassegne cittadine e attività sociali e di promozione del territorio.

MARA MARTELLOTTA

A Torino il Natale viaggia sul tram storico

L’ATTS organizza per domenica 24 dicembre “Natale in tram storico”.

Il 24 dicembre dalle 10 alle 12,30 i tram rossi 116 del 1911 e 502 del 1924 porteranno il pubblico alla scoperta di Torino e dei suoi tram. E per i più piccoli ci sarà anche una dolce sorpresa. I giri partono dal capolinea di piazza Castello (lato Teatro Regio) ogni 15 minuti circa. La partecipazione è a offerta libera. Non occorre prenotare, è sufficiente mettersi in coda alla fermata.

Per informazioni: eventi@atts.to.it
Evento realizzato in collaborazione con GTT Gruppo Torinese Trasporti.

Donazione del Reggimento Logistico “Taurinense” per il Volontariato di Rivoli

Era presente alla caserma “Mario Ceccaroni” con il Comandante del Reggimento Colonnello Enrico Pantanella, il sindaco Andrea Tragaioli. Insieme a lui il vicesindaco Laura Adduce e l’assessore Alfonso Lettieri.
Il Reggimento Logistico “Taurinense” ha donato materiale sanitario alle principali Associazioni ed organizzazioni di Volontariato di Rivoli.

Andrea Tragaioli Sindaco ha ribadito la valenza di questa forte connessione tra le istituzioni civili e militari e l’importanza della cooperazione per il benessere collettivo.

Un ringraziamento va all’Associazione “Ampio Raggio Odv”, in cui membri del Reggimento sono attivamente coinvolti. Grazie a questa sinergia, è stato possibile raccogliere e distribuire materiali essenziali come tute protettive, mascherine chirurgiche, siringhe, aghi, disinfettante e guanti monouso che sono stati destinati a diverse organizzazioni vitali della comunità di Rivoli, tra cui la sezione di Torino del Corpo Italiano Soccorso dell’Ordine di Malta e la Croce verde Rivoli.

(Facebook)

#solidarietà #volontariato #reggimentologisticotaurinense #rivoli

Pininfarina ottiene la Certificazione per la Parità di Genere

Pininfarina ha ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere, in conformità con gli standard UNI/PdR 125:2022, previsti anche dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

“La parità di genere è un valore imprescindibile per Pininfarina – dichiara l’ad Silvio Angori – la certificazione appena ottenuta testimonia di quanto l’azienda abbia fatto, nel tempo, per creare un ambiente di lavoro sempre più accogliente e rispettoso delle diversità. Siamo consapevoli che altro ancora resta da fare. Se da un lato siamo fortemente impegnati a intraprendere i passi necessari nella giusta direzione, dall’altro siamo fieri di aver conseguito l’obiettivo della certificazione, poiché esso è il risultato di valori condivisi e vissuti quotidianamente da tutti in azienda”.

Pininfarina è convinta che l’inclusione sia una condizione imprescindibile per uno sviluppo sostenibile del business, e per questo sta promuovendo al suo interno, da tempo, una cultura capace di garantire un luogo di lavoro accogliente e rispettoso di ogni diversità, dove le persone che da sempre hanno un ruolo centrale all’interno dell’organizzazione, possano godere di diritti e opportunità che permettano loro di sviluppare competenze e di generare valore per loro stessi e per l’azienda. L’annuncio della certificazione, dunque, conferma la missione aziendale di sostenere la crescita umana e professionale di coloro che contribuiscono al successo professionale di Pininfarina.

“La valorizzazione delle diversità con la creazione di una cultura aziendale inclusiva è oggi una priorità nell’ambito del nostro più ampio programma ESG, che vede l’azienda impegnata ormai da qualche anno sui temi della diversità, uguaglianza e inclusione – affermano Roberto Mattio, Responsabile delle Risorse Umane del Gruppo e Laura Cumino, Responsabile del Progetto di Certificazione di Pininfarina  – Il conseguimento di questa prestigiosa certificazione conferma i risultati fino a oggi raggiunti sulle tematiche di genere, grazie a un team che ha dedicato impegno e dedizione a questo obiettivo. Continueremo a lavorare insieme per consolidare e ampliare i nostri sforzi, mantenendo Pininfarina all’avanguardia nel promuovere un ambiente lavorativo equo e inclusivo”.

 

Mara Martellotta

Cresce l’occupazione a Torino. Presentato il primo rapporto dell’Osservatorio sul mercato del lavoro

Il lavoro cresce grazie alle donne e alle alte qualificazioni: sono questi alcuni elementi positivi che emergono dal primo rapporto annuale ‘Lavoro, imprese e competenze a Torino 2023’ predisposto dall’Osservatorio sul Mercato del Lavoro del Comune di Torino e presentato nella sala Colonne di Palazzo Civico.

 

Dopo l’anticipazione del luglio scorso, il primo rapporto dell’Osservatorio sul mercato del lavoro ha ampliato lo sguardo nello spazio e nel tempo grazie a serie storiche più lunghe e all’apporto delle nuove fonti informative messe a disposizione dai partner del progetto. Ai dati sulla popolazione, l’offerta di lavoro e la domanda di lavoro dipendente si sono aggiunti quelli sull’istruzione, sulla dinamica delle imprese, sulla disoccupazione amministrativa nei Centri per l’impiego e sugli infortuni sul lavoro, oltre a un’appendice dedicata all’esperienza delle clausole sociali per l’inserimento lavorativo della Città di Torino.

Le donne occupate crescono così come gli impieghi dove sono necessari alta formazione e competenze e questi credo siano elementi positivi. Sicuramente ci sono luci e ombre in questo report e, proprio su queste ultime, dobbiamo riflettere per poter dare maggiori opportunità di sviluppo al territorio. Mi riferisco, ad esempio, al tema dell’attrattività delle imprese sul quale questa Città e gli Enti Istituzionali che partecipano all’Osservatorio del mercato del lavoro devono ragionare insieme. Per avere maggiore occupazione occorre portare nuove imprese. E penso a quanto già sta avvenendo nel settore aerospaziale dove pubblico e privato stanno lavorando per garantire la nascita di un’intera filiera. Pertanto dobbiamo investire per dare prospettive a nuovi settori e a quelli già radicati che si trovano davanti alle sfide del futuro. Ovviamente credo sia importante non ragionare mai in termini di cinta daziaria, ma di area metropolitana con il coinvolgimento della Città metropolitana, della Regione e di tutti gli enti territoriali che insistono su questa area“, così l’Assessora al Lavoro Giovanna Pentenero ha commentato il primo Rapporto dell’Osservatorio sul Mercato del Lavoro.

Analizzando il report si evince che Torino ha visto diminuire la popolazione del 6% nell’ultimo decennio (nel 2022 i residenti erano circa 842.000, quasi 53.000 in meno rispetto al 2012), una tendenza analoga a quella che si osserva a Genova, ma opposta a quella registrata a Bologna (+2%), Roma (+1%) e a Milano (+5%). Questa contrazione non è da attribuire soltanto ai trasferimenti verso i comuni dell’hinterland metropolitano, come accadde negli anni ’80, ma a un peggioramento dei saldi anagrafici (la differenza tra entrate le uscite) interno e con l’estero, non più sufficienti a compensare un saldo naturale (la differenza tra nascite e decessi) da tempo negativo e in tendenziale peggioramento.

I dati relativi all’offerta di lavoro dipingono invece un quadro in complessivo miglioramento. Superato lo shock dell’emergenza sanitaria del 2020/21, a Torino nel 2022 l’occupazione è cresciuta del 2% rispetto all’anno precedente, fino a quota 361.000 occupati (+8.000), a parziale recupero dei 23.000 posti di lavoro persi tra il 2019 e il 2020. La ripresa è da attribuire esclusivamente alla componente femminile, mentre si registra un’ulteriore contrazione dell’occupazione maschile. La maggiore difficoltà di impiego dei maschi maturi e a medio-bassa qualificazione non è però un fenomeno recente, ma è un fatto da attribuire anche alla perdita di peso dell’industria nell’ambito dell’economia torinese.

Molto positivi sono i dati sulle persone in cerca di occupazione (elaborati a livello provinciale per garantire l’attendibilità delle stime), in diminuzione del 10,6% rispetto al 2021 e del 14,5% rispetto al 2019. Si tratta di valori incoraggianti anche alla luce della contestuale decrescita degli inattivi in età da lavoro (-6,8% rispetto al 2021), un altro importante segnale di miglioramento in seguito all’aumento dell’inattività causata dalla pandemia. Gli inattivi in età adulta restano numerosi, nel 2022 circa 140.000 a Torino e oltre 400.000 in tutta la provincia, ma costituiscono anche il bacino di offerta potenziale a cui attingere, attraverso adeguate politiche, per compensare gli effetti negativi dell’invecchiamento delle forze di lavoro.

Anche i dati sulla domanda di lavoro dipendente sono confortanti. Nel 2022 i contratti di lavoro sottoscritti nel capoluogo hanno raggiunto quota 206.000, il 18% in più rispetto all’anno precedente, mentre le persone assunte sono arrivate ad essere quasi 133.000 (+15%). Sebbene questi aumenti siano da ricondurre principalmente al crescente turnover, segnalano comunque una maggiore dinamicità del mercato, nel quale più persone possono incontrare più opportunità di impiego che in passato.

La qualità dei contratti di lavoro è in tendenziale miglioramento dal 2018, ma il peso del lavoro a termine resta elevato (circa 8 contratti su 10), così come il ricorso al part-time (circa 1 contratto su 3). Nel complesso, solo 37% dei contratti sottoscritti dura più di 6 mesi o è a tempo indeterminato.

L’analisi della domanda di lavoro dipendente per livello di qualificazione professionalemostra a Torino la costante perdita di peso delle professioni a bassa qualificazione, ormai ridotto al 15% del totale nel 2022, e un consistente aumento della domanda di personale ad alta qualificazione che, sempre nel 2022, ha per la prima volta superato quella di personale intermedio (43% vs. 42,5%). Nel rapporto tra domanda e offerta permangono tuttavia dei problemi di ‘mismatch’, ossia di disallineamento tra i fabbisogni professionali delle organizzazioni e il livello e i contenuti delle competenze detenute dalle persone. L’approfondimento tematico dedicato all’istruzione della popolazione in età da lavorosegnala una tendenza alla polarizzazione, con un positivo aumento delle persone con diplomi ITS e titoli universitari, il cui peso complessivo passa dal 27% del 2018 al 30% del 2021, ma una quota relativamente alta (29%) di adulti che detengono soltanto un titolo primario.Il livello di qualificazione dell’occupazione fatica però a tenere il passo della maggiore scolarizzazione indotta dalle politiche europee e nazionali. Nel 2020, a fronte di una quota di occupati nella Città metropolitana con un titolo di studio terziario pari al 26%, solo il 20% deteneva posto di lavoro classificato ad alta qualificazione. Anche se i dati sul flusso delle assunzioni già presentati segnalano un chiaro miglioramento della qualità delle professioni richieste, nel torinese la maggior parte dell’occupazione (61%) rimane a media qualificazione professionale.

In chiusura, il rapporto presenta alcuni dati sulla sicurezza del lavoro nella Città metropolitana di Torino messi a disposizione dall’INAIL. Sebbene il periodo di osservazione (2018-2022) appaia fortemente condizionato dalla pandemia da Covid 19 e dal combinato delle misure di contenimento della stessa, tra le informazioni non congiunturali spicca l’aumento dell’età media degli infortunati, probabilmente da correlare alla tendenza all’invecchiamento delle forze di lavoro. Questa tendenza è più evidente tra i casi mortali, più della metà dei quali ha riguardato lavoratrici e lavoratori di età superiore ai 55 anni.