Il Comune di Monteu da Po invita tutti i cittadini residenti a compiere un gesto di solidarietà destinando il 5 per mille dell’IRPEF alle attività sociali locali. “Una scelta semplice che non comporta alcun costo aggiuntivo, ma che può fare una grande differenza per le persone e le famiglie della nostra comunità”, spiega il sindaco Elisa Ghion.
Al momento della dichiarazione dei redditi è possibile, infatti, destinare il 5 per mille al Comune di residenza per finanziare attività sociali. In allegato a tutti i modelli per la dichiarazione dei redditi, è presente un apposito modulo o sezione. Per scegliere il Comune di Monteu da Po quale destinatario del 5 per mille è sufficiente firmare nel riquadro che riporta la dicitura “Sostegno delle attività sociali svolte dal Comune di residenza”.
“Devolvere il 5 per mille al proprio Comune è una possibilità che non costa nulla e non comporta alcun onere supplementare – precisano dalla Giunta comunale -. Infatti, si tratta di una scelta libera che non incide sulle imposte già dovute. Se non si compie questa scelta, i fondi rimarranno allo Stato. Al contrario, scegliendo di destinare il 5 per mille al Comune di Monteu da Po, si contribuirà concretamente a finanziare progetti di sostegno e di inclusione sociale, in particolare per anziani, persone con disabilità, minori e famiglie in difficoltà”.
“Se tutti i cittadini firmassero per destinare il 5 per mille al proprio Comune il nostro ente locale potrebbe attivare nuove iniziative e servizi a favore di chi ne ha più bisogno – spiega il vicesindaco Graziella Giacomini -. In questo modo, il Comune di Monteu da Po avrebbe maggiori risorse per sostenere e implementare progetti di welfare, che fanno la differenza nella vita quotidiana delle persone”.
La vostra scelta è un gesto solidale. Con il 5 per mille, ogni cittadino può contribuire direttamente al benessere della propria comunità. È una piccola azione che, insieme, può portare a grandi risultati.
Per maggiori informazioni, consulta il sito ufficiale del Comune di Monteu da Po: www.comune.monteudapo.to.it/bj1cy
RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Sua è la voce narrante che racconta come trovarsi seduta accanto ad una famiglia sia stato l’innesco di un doloroso déjà vu. Nelle poltrone vicine, due genitori criticano e riprendono la giovane figlia per tutto il tempo. Apparentemente, nulla di grave.
Prima ancora di addentrarvi nelle pagine di questo monumentale romanzo l’invito è a soffermarvi sulla bellezza della copertina; poi immergetevi nell’opera scritta magnificamente, che contiene tante storie, in una sorta di gioco di specchi e rimandi. I temi sono quelli che rendono immensa la letteratura: l’amore, la perdita, la morte, il tempo, il dolore, la sorellanza, il senso della vita…e molto altro ancora.
E’ il libro con cui l’autrice inglese (di cinema, spettacolo e televisione) Sharon Gosling esordisce in letteratura. La storia si svolge in un affascinante faro, trasformato in libreria, immerso in un piccolo paesino immerso nelle lande scozzesi.
Chissà se teme la morte l’anatomopatologa Patricia Cornwell?

Intriso di leggende e storia il mistero templare sopravvive a pochi passi da Torino, attorno e dentro il castello medioevale della Rotta a Moncalieri. Una residenza frequentata nel Medioevo, e anche successivamente, da vari Ordini cavallereschi. Leggende sui fantasmi di cavalieri morti in battaglia e giovani donne suicide che si lanciano dalla torre della rocca circolano numerose ancora oggi.
nella prima metà del dodicesimo secolo. Con la torre di vedetta, un grande cortile interno, l’ospizio per i pellegrini, la cappella, le stalle, il pozzo, magazzini e sotterranei, il castello presentava le caratteristiche di una “domus” templare e, secondo la studiosa Bianca Capone Ferrari, la Rotta assumeva le sembianze di una casa-forte templare dipendente dalla domus templare di Sant’Egidio di Testona vicino al ponte sul torrente Banna. La Capone scrive che il nome del castello deriverebbe dalla rotta, dalla sconfitta subita dal duca Tommaso di Savoia nella guerra contro i francesi nel 1639 ma già nel Quattrocento veniva indicato come Grancia Rupta dai gerosolimitami di Moncalieri. O forse ancora il nome deriverebbe da una rotta militare antica oppure da rotha (roggia) per la presenza di molti corsi d’acqua che scorrono nella zona. Non si sa quando i templari lasciarono la fortezza ma un documento conservato nell’archivio della città attesta che, verso la fine del Duecento, alla Rotta erano già presenti i Gerosolimitani. Negli anni Ottanta il fortilizio fu restaurato e riportato all’antico splendore. Come detto, le leggende sul castello sono talmente numerose che hanno suscitato l’interesse di curiosi ed esperti secondo i quali il momento più propizio per “osservare” i fantasmi sarebbe la notte tra il 12 e il 13 giugno.