ilTorinese

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: Spadolini – Giovanni Quaglia alla CRT non avrebbe fatto gli sfracelli del camionista di Tortona – L’assessore Chiarelli – Lettere

Spadolini
Il 4 agosto 1994 moriva Giovanni Spadolini, tanto celebrato quanto dimenticato dopo trent’anni dalla dipartita. Il suo ricordo è stato affidato all’allievo Cosimo  Ceccuti, un modesto e servizievole professore che  era una sorta di segretario e che ha ereditato da Spadolini la casa di Pian dei Giullari a Firenze.
Credo che l’opera storica di  Spadolini non sarebbe stata ricordata, salvo due o tre libri su “Stato e Chiesa” e “Giolitti e i cattolici”, perché molti suoi scritti sono sovente autocelebrativi. La politica e il giornalismo  lo distolsero dagli studi. Penso tuttavia  che  un grande contributo al suo oblio  sia opera dell’inerzia del suo erede. Sono stato amico di Spadolini per tanti anni. Fu il primo ad essere insignito del Premio “Pannunzio” nel 1982 quando egli era Presidente del Consiglio. Alla sua morte organizzai un convegno al Senato della Repubblica. Poi Ceccuti seguì una sua strada per compiacere il vecchio Antonio  Maccanico ed essere vicepresidente del Comitato “Pannunzio” nel centenario del 2010. Un vero e proprio  tradimento anche di Spadolini che era molto legato al Centro torinese.  Ma queste sono piccole miserie. Sotto il profilo politico Spadolini resta uno dei pezzi migliori della Prima Repubblica, neppure confrontabile con la  classe dirigente mediocre della Seconda Repubblica. Era un oratore appassionato e guardingo. Io lo conobbi nel 1965 quando ero al liceo, presentato da Carlo Casalegno. Era davvero  un altro mondo quello in cui sono cresciuto. Spadolini indossava ancora  una lobbia ministeriale che quando divenne ministro abolì dal suo vestiario abituale. Portò il Pri al suo massino storico che rapidamente il suo successore Giorgino La Malfa distrusse.
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Giovanni Quaglia alla CRT non avrebbe fatto gli sfracelli del camionista di Tortona
Il gigantesco e forse pantagruelico Palenzona che tanto ha fatto per diventare Presidente della CRT, cacciando Quaglia, ha dovuto quasi subito dimettersi. C’è da domandarsi perché sia stato sacrificato Quaglia, un uomo esperto, collaudato, onesto, amatissimo  non solo a Cuneo  e nella Provincia Granda. Quaglia resta una grande risorsa della Repubblica, un Dc  competente che non ha nascosto la sua appartenenza storica, ma sa anche essere super partes nel gestire la cosa pubblica in un’ epoca in cui la politica vuole occupare anche gli strapuntini.
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L’assessore Chiarelli
L’assessore regionale alla cultura Marina Chiarelli inciampa  nelle buche non riparate del centro di Torino, ma centra le interviste con intelligenza. Infatti ha dichiarato di non voler parteggiare per nessuno, ma di valutare i progetti e la capacità di realizzarli. Finalmente una voce dissonante dal coro dei faziosi.  L’assessore Purchia  dichiara che non ha spazi adeguati a grandi mostre. Purchia non conosce la storia di Torino perché fino alla sindacatura di Piero Fassino c’era Patrizia Asproni che ha portato il meglio dell’arte a Torino. Anche gli assessori Leo e Oliva hanno fatto molto bene all’assessorato alla Cultura regionale oggi affidato all’avvocato novarese Chiarelli che ha esordito nel modo migliore con una bella intervista. Parole nuove e diverse rispetto ai politicanti.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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“La scuola dei talenti”
Il ministro dell’Istruzione, il  leghista Valditara  insieme ad alcuni collaboratori  ha pubblicato il libro “La scuola dei talenti” che vorrebbe essere il manifesto della nuova scuola riformata dal centro – destra salviniano. Una immensa delusione  nel leggere rancide banalità. Cosa ne pensa?
 Prof. Umberto de Giulio
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Ho dato una scorsa al libro che non mi è apparso deludente solo  perché l’attuale ministro non ha idee originali e quindi non può né illudere né’ deludere. Ha fatto bene a precisare che lui non ha  nulla a che fare con Gentile,il massimo riformatore della scuola insieme a Casati. Era intuibile venisse da altre… scuole di pensiero. Dopo una cinquantina  di pagine ho desistito dalla lettura. Con un ministro così la scuola italiana purtroppo non si riprenderà mai.

Ferrari, Bertelli e Sfolcini qualificati per i Campionati Italiani di Categoria

Record di partecipazione per la ValleBelbo Sport ai Tricolori
Tutte le INFO sui Campionati Italiani di Categoria

Caso Renzi, partiti personali al capolinea?

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Uno degli elementi più nefasti per la qualità della democrazia e per la stessa credibilità dei partiti
politici è indubbiamente rappresentato dall’irruzione dei cosiddetti “partiti personali”. Ovvero,
partiti che non hanno democrazia interna, che non conoscono il confronto politico se non come
strumento per applaudire ed osannare il capo e, infine, che non elaborano collegialmente il
progetto politico perchè vene semplicemente trasmesso dal capo ai tifosi saldamente seduti sugli
spalti. O a mezzo stampa o attraverso incontri appositamente convocati per illustrare la strada da
intraprendere. Insomma, una prassi che è sufficientemente nota per essere ulteriormente
descritta.
Ora, per entrare nello specifico dell’attualità, non può passare sotto silenzio la recente vicenda
politica che ha coinvolto il partito personale di Renzi, Italia Viva. Una vicenda, però, che non fa
notizia per l’ennesima, nonchè simpatica, piroetta politica del suo capo. E neanche per la
proposta politica che rinnega sistematicamente e radicalmente tutto ciò che è stato detto negli
ultimi 2 anni da quel partito. Un comportamento, appunto, che non fa granché notizia perchè
ormai tutti sono abituati ai cambiamenti repentini di linea e di strategia politica dell’ex segretario
del Pd.
La vera notizia, semmai, è un’altra. Non di merito ma di metodo. E cioè, anche in un rigoroso e
scientifico partito personale è nato un dibattito libero. O meglio, è nato un massiccio e vistoso
dissenso politico rispetto alle indicazioni trasmesse dal capo. Un dissenso che si è manifestato in
questa in giorni in una raccolta di firme di dirigenti politici ed amministratori locali periferici di quel
partito nonché del gruppo giovanile del medesimo partito. E questa è la vera notizia politica dopo
l’annuncio, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera dal leader di Italia Viva nei giorni
scorsi, di cambiare radicalmente il progetto del partito abbandonando la strategia di ricostruire il
Centro nel nostro paese a vantaggio della nascita del futuro “Fronte popolare” che vede unite la
sinistra radicale e massimalista della Schlein, la sinistra populista e demagogica dei 5 stelle e la
sinistra estremista e fondamentalista del trio Fratoianni/Bonelli/Salis.
Ma, ripeto, al di là del merito della questione, e cioè il progetto politico del partito di Italia Viva,
quello che conta rilevare è il modello e l’impalcatura del partito personale che potrebbe entrare in
crisi. O perlomeno così pare.
Ecco perchè il dibattito politico che è decollato all’interno del partito di Renzi va seguito con
molta attenzione e con grande apertura di credito. Perchè dall’esito concreto che avrà il dibattito
all’interno di Italia Viva, semprechè ci sia e venga convocato dagli appositi organismi, noi
potremmo fare un bilancio sulla salute, sulla persistenza e sulla prospettiva dei partiti personali. O
dei partito del capo. O dei partiti proprietari. Questa, credo, è la vera novità e la ghiotta notizia che
sono emersi dopo l’intervista dell’ex Premier fiorentino che ha sterzato radicalmente la linea del
suo partito. Si potrebbe dire, citando un vecchio proverbio, “non tutto il mal vien per nuocere”.

Fondo sanitario, al Piemonte 315 milioni in più per nuovi contratti e migliori prestazioni

E’ stato approvato in Conferenza Stato- Regioni il riparto nazionale del fondo sanitario, dopo numerosi confronti tra le Regioni in Commissione Salute.

“Un grande risultato per il Piemonte che vede incrementare il fondo sanitario di circa 315 milioni di euro rispetto al 2023. Il riparto per il 2024 si attesta a 9,433 miliardi. Il risultato, al quale lavoriamo da mesi, conferma la sicurezza dei conti in sanità e serve anche a coprire gli incrementi contrattuali e a migliorare il livello delle prestazioni per garantire ai nostri concittadini una sanità sempre più efficiente e vicina ai bisogni dei piemontesi.

Un grazie al Governo Meloni ed al Ministro Schillaci per l’attenzione: le nuove risorse sono anche un ottimo viatico per il nuovo corso dell’Assessorato”- dichiarano il Presidente Cirio e l’Assessore alla Sanità Riboldi.

Centro neuromodulazione per la stimolazione magnetica

Nasce all’ospedale Molinette di Torino un Centro di neuromodulazione per la stimolazione magnetica indicata per il trattamento della depressione resistente e delle dipendenze, donata dalla Fondazione Ricerca Molinette 
 
Alla Città della Salute di Torino nasce il Centro di neuromodulazione non invasiva, coordinato dal dottor Gianluca Isoardo, presso il Dipartimento di Neuroscienze e salute mentale, diretto dal dottor Vincenzo Villari. 
Grazie alla generosa donazione da parte della Fondazione Ricerca Molinette, è stata acquistata una strumentazione innovativa volta ad eseguire la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) per il trattamento della depressione farmaco – resistente e delle dipendenze da sostanze stupefacenti. 
La rTMS rappresenta una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che negli ultimi anni ha dimostrato un profilo di sicurezza decisamente favorevole ed un’efficacia in una percentuale di pazienti variabile dal 50 all’80% dei casi di depressione. Nel caso della dipendenza da cocaina alcuni studi hanno dimostrato una riduzione del consumo di tale sostanza fino al 69% dei casi trattati. 
In questo Centro all’attività assistenziale, che si esplica per pazienti affetti da depressione maggiore unipolare farmacoresistente e disturbo da uso di sostanze (cocaina, metanfetamine), si affiancherà anche un’attività di ricerca volta inizialmente a determinare quali caratteristiche cliniche siano predittive della risposta al trattamento. 
Tutto questo è stato possibile grazie alla generosa donazione dell’architetto Domenico Negri e della moglie signora Ortensia Rolfo e dimostra come la ricerca traslazionale possa essere da subito un grande ausilio per i pazienti, introducendo terapie all’avanguardia e studiando come renderle ancora più efficaci in futuro. 
“Ringraziamo la Fondazione Ricerca Molinette e la famiglia Negri Rolfo per questa importante donazione, che ci permette, con l’acquisto di questa apparecchiatura all’avanguardia, di aprire un nuovo Centro che affronterà problematiche sempre più diffuse nella nostra società, quelle della depressione farmaco – resistente e delle dipendenze” dichiara il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino). 
Il professor Alessandro Vercelli (Vice Rettore per la ricerca biomedica) ha dichiarato “La stimolazione transcranica è una tecnica innovativa che ha però già consolidate basi scientifiche per la terapia non farmacologica di una molteplicità di disturbi neuropsichiatrici. La sua acquisizione presso l’AOU Città della Salute permetterà di ampliare le possibilità terapeutiche e nel contempo potrà essere utilizzata a fini scientifici e sperimentali, dove sempre di più si sta dimostrando la sua efficacia.” 
Il professor Massimo Segre ha dichiarato: “Fo ndazione Ricerca Molinette è onorata di poter dare concreto seguito al volere dell’Architetto Domenico Negri e di Ortensia Rolfo, supportando la Città della Salute e della Scienza nell’erogare alla collettività cure sempre più di avanguardia: i fondi che ci vengono donati sono tutti destinati alla ricerca scientifica ed al supporto dell’ospedale, con il quale sono allo studio ulteriori progetti per la realizzazione dei quali speriamo in ulteriori supporti da parte di nuovi, benemeriti”. 
Con il supporto della Fondazione Ricerca Molinette si cercherà di comprendere per quali motivi vi sia una percentuale di pazienti che non reagisce a questo tipo di cura, onde consentire da un lato di evitare e dall’altro di modificare il percorso terapeutico per ottenere una maggiore responsività. 

Torna alla normalità la circolazione ferroviaria nel Nodo di Torino

Sta ritornando alla normalità la circolazione ferroviaria nel Nodo di Torino dopo la sospensione di questa mattina tra Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa per un problema alla linea elettrica.

Grazie all’intervento dei tecnici di RFI, che hanno lavorato per più di due ore, la circolazione sta progressivamente riprendendo.

In piazza a Torino per il Venezuela libero

Caro direttore,

ringraziamo di cuore a tutti coloro che ieri hanno partecipato, nonostante le condizioni atmosferiche, in primis ai venezuelani, a tutti gli italiani e in particolare alle autorità e forze politiche presenti.
Che ci hanno dimostrato il loro sostegno e affetto, sono stati con noi: il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, il presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Davide Nicco, vicepresidente del Comitato Regionale per i Diritti umani e civili, Giampiero Leo – che si sono impegnati a sostenere pienamente – come Consiglio Regionale e come Comitato per i diritti umani e civili della Regione Piemonte – ogni iniziativa del popolo venezuelano a favore della libertà e la verità-, il consigliere Mario Salvatore Castello, Silvio Viale  in rappresentazione di Europa+, Yoosef Lesank della resistenza Iraniana, amici peruviani, cubani, uruguayani in solidarietà con il popolo venezuelano e in difesa dei valori democratici e della volontà espressa con forza dal coraggioso popolo venezuelano
VIVA IL VENEZUELA LIBERO, SOVRANO Y DEMOCRATICO!
Basta violenza contro un popolo che difende la propria volontà!
Maria Requena 
Presidente della associazione Venezuela in Piemonte
Componente del Comitato per i Diritti Umani E Civili della Regione Piemonte

Rivolta carceraria minorile e danni milionari

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

La rivolta al carcere minorile “Ferrante Aporti” ha provocato milioni di danni. Una guardia carceraria ha detto:  sembrava fossero passati gli Unni e c’è stato chi ha ipotizzato che il caos,  gli incendi e i danni fossero in funzione di un’evasione generale.  C’è chi ha aggiunto che le violenze fossero superiori a quelle dei terroristi.

Un dato allarmante perché questo danno non potremo addebitarlo agli ospiti del carcere minorile, protagonisti di esempi di vera e propria delinquenza adulta. A queste condizioni non sono più d’accordo a concedere nulla a questi finti minori che al tentativo di recupero rispondono con il teppismo e la cieca violenza che praticano anche in carcere. Bisogna riportare ordine e stringere i freni di chi prende a priori le difese di questi giovani scellerati, frutto di un permissivismo demagogico intollerabile.

E chiamerei anche in causa le guardie carcerarie che hanno consentito il disastro. La tesi del naturalismo francese dell’Ottocento in base al quale la responsabilità è tutta della società ingiusta ha fatto il suo tempo. Basta con il perdonismo giustificazionista.