ilTorinese

Silvia Tardy: la bellezza dei suoi gioielli contemporanei nell’atelier Internocortile

RITRATTI TORINESI

Internocortile Atelier rappresenta una realtà abbastanza unica nel panorama torinese per le creazioni e la vendita di gioielli di design e che si esprime attraverso le tante collaborazioni che la titolare, Silvia Tardy, fin dal 2012 ha intessuto con designer e orafi, creando una selezione di gioielli ampia e dai differenti contenuti.

 

Appassionata da sempre di design, e dopo tanti anni di esperienza nel mondo dell’arte contemporanea, Silvia Tardy ha trasferito la sua attività denominata Internocortile Atelier in via Fratelli Calandra 7 a Torino, nel 2016. Specializzata nel gioiello d’autore ma ergonomico, ovvero quello funzionale ad essere indossato nella vita di tutti i giorni e che si differenzia dal “gioiello d’artista”, appartenente all’estetica concettuale degli oggetti d’arte, offre una proposta di una decina tra designer e orafi, ognuno con la sua ispirazione particolare basata su esperienze e vissuti che confluiscono nella creazione del gioiello.

Gli orafi e designer che collaborano con Silvia Tardy basano, per lo più, le loro creazioni su un forte legame con la natura, utilizzando pietre semipreziose accompagnate da una base di bronzo o argento. Tutti i gioielli qui in vendita sono rigorosamente made in Italy, anche se non tutti i loro creatori sono italiani. In questo negozio si possono trovare anche numerosi gioielli a prezzi contenuti, che conferiscono al luogo un taglio meno elitario, incentrato sulla bellezza del manufatto e la cura del cliente.

“Del gioiello ho sempre amato il senso di bellezza e armonia che è capace di trasmettere su chi lo indossa – spiega Silvia Tardy – è una vera e propria espressione artistica, in quanto portatore di bellezza e piacere, un modo di ‘sentire’ la vita Il gioiello svela e racconta la personalità di chi lo crea e di chi lo sceglie evidenziandone sensibilità e gusti. Citando Simone de Beauvoir, ‘il gioiello è il fiore nato dalle profonde radici della poesia interiore’.

Il lavoro che svolgo con passione e professionalità è basato sul contatto diretto con il cliente, di cui cerco di individuare il senso estetico intimo, non solo fisiognomico, al fine di far risaltare la sua personalità attraverso la bellezza del gioiello. Questa intenzione è simboleggiata in particolare dalla mia Balena, su verso la luce, un ciondolo rappresentante appunto una balena, emblema della capacità di andare a fondo, di acquisire nuove consapevolezze e di saper tornare in superficie con nuova leggerezza”.

Mara Martellotta

 

Marco Tadić rilegge giocosamente il modernismo socialista jugoslavo

Le opere dell’artista croato esposte al “PAV” di Torino

Fino al 20 ottobre

“Heliopolis”. Utopica “Città del Sole”. Città su Città. Ricreata con gioiosa artistica fantasia come filosofico “stato ideale” – la seicentesca “civitas solis” di Tommaso Campanella – o ripensando all’“Eliopoli” egiziana distrutta, nell’antico Regno, per riutilizzarne i materiali e le pietre durante la costruzione della città del Cairo. Questo sono istintivamente portato ad immaginare di fronte alle opere dell’artista croato Marco Tadić (classe ’79), ospitate, fino a domenica 20 ottobre, al “PAV” – “Parco d’Arte Vivente”, concepito nel 2002 da Piero Gilardi e realizzato nel 2008 in via Giordano Bruno, a Torino, nell’area ex Framtek, in Borgo Filadelfia. Curata da Marco Scotini (dal 2014 direttore artistico del “PAV”) – e realizzata in collaborazione con il “Museum of Contemporary Art Zagreb” – l’esposizione é parte di “New Perspectives for Action” progetto europeo teso al riuso e alla circolarità “non solo come strategia ecologica e culturale, ma soprattutto come mezzo utopico di sopravvivenza”, in cui l’artista ha come chiaro obiettivo quello di rileggere la storia del “modernismo socialista jugoslavo” attraverso il confronto interattivo con i principi estetici di grandi autori operanti, alla fine degli anni ’50, in Croazia.

Due su tutti. Il designer, scultore ed architetto Vyaceslav Richter (1917 – 2002), fra i fondatori di “EXAT 51” gruppo d’avanguardia che intendeva promuovere e raggiungere una sintesi e un forte interscambio fra tutte le forme d’arte,  ed il filmaker Vladimir Kristi (1923 – 2004) della “Scuola di animazione” di Zagabria”, di massimo rilievo in ambito europeo. Su questa linea “Tadić individua – annota Scotini – nei residui inerti della memoria un potenziale attivo utile a rileggere e a generare nuove possibilità di narrazione”. Un’operazione di “riciclo”, attraverso cui ipotizzare “su carta” (mediante il riutilizzo e la “sovrascrizione” di oggetti d’antàn come cartoline, mappe, diapositive taccuini ed archivi fotografici personali) idee e ideali di città rispondenti ai richiami e alle “improbabili” visioni di nuovi luoghi su cui e attraverso i quali ipotizzare nuove futuribili idee di vissuto sociale. Del resto lo stesso Richter, del quale sono presenti in mostra una serie di opere originali, dedicò quasi due decenni della sua vita al perfezionamento di “progetti tecno-utopici” in ambito urbanistico che tentavano di rispondere, attraverso la pianificazione, ai bisogni specifici di una società socialista: ridurre i tempi della mobilità per garantire più tempo libero.

Così anche Tadić, guardando alle fantastiche visioni di Richter, immagina e progetta la sua “idea di città”, destreggiandosi fra immaginari fantascientifiche e complesse “riflessioni ecologiche”, giocate su disegni, collage e animazioni per riflettere – alla Benjamin – sul “come fare Storia partendo dai rifiuti della Storia”. Sottolinea ancora Scotini: “Attraverso la miniaturizzazione Tadić trasforma i detriti e gli scarti in giocattoli in senso benjaminiano … In ‘Heliopolis’ l’opera dell’artista rilegge Vyaceslav Richter per proporre un modello che miri a stabilire un ritmo armonioso nel metabolismo della società, alla continua ricerca di un delicato equilibrio tra costruzione e cancellazione, tra futuri possibili e trasmissione della memoria”.

Da segnalare. Nell’ambito della mostra le “AEF/PAV” (Attività Educative e Formative) propongono mercoledì e giovedì 4 luglio il “Workshop_81” condotto dallo stesso Tadić e rivolto a studenti dell’Accademia, Universitari e giovani artisti con un focus su uno dei medium dell’artista: l’“animazione in stop-motion.

Per le scuole e i gruppi estivi che visiteranno “Heliopolis” e le installazioni presenti nel parco di 23.500 mq, viene inoltre proposto il laboratorio “Natura Segreta” che esplora il vasto paesaggio del “PAV” come scenario per una nuova visione, tanto utopica quanto reale, di una possibile “Città Futura”.

Gianni Milani

 “Marko Tadić. Heliopolis”

“PAV – Parco Arte Vivente”, via Giordano Bruno 31, Torino; tel. 011/3182235 o www.parcoartevivente.it

Fino al 20 ottobre

Orari: ven. 15/18, sab. e dom. 12/19

Nelle foto:

–       Marko Tadić: “Funga Robo/The Fair”, Collage, 2024

–       Marko Tadić: “Sava next”, Collage, drawing, 2023

–       Marko Tadić: “Museum of the Revolution”, Collage, 2024

–       Vjenceslav Richter: “Synthurbanism”, 1963-1964

Festival dell’innovazione e della scienza oltre Settimo

In attesa del Festival dell’innovazione e della scienza, in programma a Settimo Torinese dal 6 al 13 ottobre

Il Festival dell’innovazione e della scienza si terrà a Settimo Torinese dal 6 al 13 ottobre prossimo. Il festival quest’anno uscirà dai confini settimesi per diffondersi nei Comuni di Avigliana, Brandizzo, San Mauro Torinese e Venaria Reale.

Il Festival è giunto alla sua dodicesima edizione e quest’anno sarà dedicato al tema “Frontiere-Oltre limiti e confini”, dove frontiere è inteso come un limite che si sposta sempre più in avanti e al quale bisogna guardare senza schemi obsoleti e senza paura. Questo tema così attuale verrà declinato attraverso interviste, dialoghi, workshop, mostre, laboratori e spettacoli, oltre a momenti dedicati alle scuole. Si tratta di un’occasione unica per approfondire temi centrali del dibattito pubblico, stimolando riflessioni con esperti, artisti e personalità del mondo dello spettacolo e specialisti del settore. Gli incontri saranno concentrati alla Biblioteca Archimede, in piazza Campidoglio 50, a Settimo Torinese.

Molti i temi che verranno trattati, dalla tecnologia all’innovazione, all’ambiente, alla sostenibilità, non dimenticando spettacoli, musica e attualità.

A far entrare nel cuore del Festival sarà uno tra i primi ospiti, Nicola Lagioia, che terrà una lectio magistralis su “Varcare le frontiere con le parole. Una lezione sul potere della letteratura, da Omero ai giorni nostri”. Verranno inoltre inaugurate alcune mostre come “Iride a fumetti”, che racconterà attraverso 28 tavole a fumetti il programma spaziale italiano di osservazione della Terra, Meccanismi, il Museo è la città, che promuove l’offerta museale e culturale di Settimo Torinese con l’Ecomuseo del Freidano; ‘Silent Book- Grandi libri senza parole’ che condurrà lo spettatore attraverso la magia delle illustrazioni.

Un pomeriggio di attività sperimentali si terrà con Scienza in piazza e MU CH, primo museo interattivo in Europa, interamente dedicato alla chimica, che proporrà un percorso innovativo in occasione di un laboratorio per bambini.

Tra i volti televisivi ricordiamo la partecipazione di Fabio Caressa e Benedetta Parodi giovedì 10 ottobre nell’appuntamento “Calcio e pepe. Insieme è meglio”, sabato 12 ottobre quella di Valerio Lundini, che si racconterà tra realtà e paradosso, e di Luca Bizzarri domenica 13 ottobre, che proporrà “Non hanno un amico” e sempre domenica 13 Pif proporrà l’intervento “L’amore, che marziano!”

Scopo del festival è anche quello di rendere comprensibile al pubblico la portata delle rivoluzioni tecnologiche che si stanno vivendo. Lo farà il fisico Federico Faggin, che presenterà il suo ultimo libro “Oltre l’invisibile. Dove scienza e spiritualità si uniscono “. Argomento di grande attualità è poi quello dell’intelligenza artificiale, sul quale parleranno il giornalista Simone Arcagni e il filosofo Andrea Colamedici. Interverranno il matematico Piergiorgio Odifreddi e Marco Grosso, responsabile del Radiomics Lab, centro di ricerca piemontese per l’applicazione in medicina dell’AI. Parteciperà anche Antonella Viola, professoressa ordinaria di Patologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova, che spiegherà di che cosa si tratta quando si parla di scienza inclusiva.

Al Festival ci saranno anche i Panel Caffè scientifici, brevi approfondimenti divulgativi tenuti da ricercatori del Nico, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi del Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi Montalcini dell’Università di Torino. Ci saranno anche panel con Pillole di videogiochi.

Non mancherà nel festival la componente di musica e spettacoli, con momenti di intrattenimento di ogni genere, come lo spettacolo dell’illusionista Luca Bono, “La rivincita dei Boomer” con Ivano Zoppi, l’attore Germano Lanzoni, il rapper Rancore, il mentalista Antonio Argus.

Si parlerà anche di salvaguardia del pianeta con David Avino, CEO e fondatore di Argotec e sul cibo e l’alimentazione sostenibile interverranno Marco Panara, giornalista e scrittore, che presenterà il suo libro “La rivoluzione dell’hamburger” e Alberto Grandi, professore di Storia del Cibo e presidente del corso di Laurea in Economia e Management all’università di Parma.

Per informazioni e prenotazioni contattare il n 3455810975 e visitare il sito del Festival.

Il Museo dell’Automobile racconta i 125 anni di Fiat

Una  mostra che ne ripercorre più di un secolo di sperimentazioni.

Dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 al MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile

 

 

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1923. Stabilimento Lingotto pista sopraelevata collaudo vetture

In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra 125 VOLTE FIAT che ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese. Il progetto espositivo, curato da Giuliano Sergio e realizzato in collaborazione con Centro Storico FIAT e Heritage HUB, è visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 negli spazi al piano terra del Museo.

 

Nata nel 1899, la Fabbrica Italiana Automobili Torino ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’unità nazionale italiana per imporsi come principale interprete privato della modernizzazione del paese nel secolo scorso. Attingendo al grandissimo patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT, la mostra ripercorre il legame che ha unito l’azienda automobilistica torinese allo sviluppo culturale, industriale ed economico dell’Italia e racconta il modello di modernità immaginato, progettato e promosso da un’azienda che con la sua intraprendenza ha influenzato una larga parte della storia nazionale.

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Sx: 1956. Colonia estiva Fiat di  Marina di Massa in Toscana

Dx: 1957. Set cinematografico per la pubblicità della Fiat Nuova 500

In esposizione al MAUTO, otto vetture rappresentative della storia del celebre marchio italiano corredate da una ricchissima selezione di opere d’arte, bozzetti d’artista e manifesti pubblicitari, documenti d’archivio e materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione che contribuiscono a definire l’immaginario visivo dell’azienda.

 

L’ambizione di questa mostra e del catalogo che la accompagna è di raccontare i 125 anni della Fiat attraverso un caleidoscopio di immagini, un turbinio di oggetti, una miriade di tracce e documenti inattesi. Vorremmo sorprendere un pubblico troppo avvezzo a considerare la Fiat come una semplice fabbrica di automobili e già pronto a ammirare la lunga e ordinata carrellata dei prodotti che hanno fatto la storia industriale italiana e internazionale. Dietro l’immaginario ufficiale e un po’ polveroso dell’ammiraglia nazionale dell’automotive si nasconde una storia sorprendente e mobile, la capacità che l’ha sempre contraddistinta di saper interpretare le tumultuose vicende storiche del Novecento per proiettarsi nel contemporaneo”. Giuliano Sergio, Curatore della mostra.

 

Un percorso espositivo che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, racconta oltre un secolo di storia e sperimentazioni – non solo in campo automobilistico – offrendo uno sguardo approfondito sul modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità.

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Sx: 1935 ca. Fiat. Collage. di F. Casorati

Centro: 1958. Elettrodomestici Fiat.  copertina dépliant pubb.

Dx: 1928. manifesto  per la Fiat 521 (Il discobolo) di J. Le Breton

Scatti fotografici davvero mondiali! A Torino la “World Press Photo Exhibition”

A Palazzo Barolo per la sua 67^ edizione

Fino al 24 novembre

Dolore senza confini. Inimmaginabile sofferenza. Specchio delle più inaccettabili bruttezze umane. Già ribattezzata “La Pietà di Gaza” con richiamo attuale a “La Pietà” michelangiolesca è “Una donna palestinese stringe il corpo senza vita di sua nipote”, scattata da Mohammed Salem per l’agenzia “Reuters” il 17 ottobre 2023, all’interno dell’obitorio dell’ospedale “Nasser”, la foto vincitrice del “World Press Photo of the Year 2024”, la più prestigiosa mostra di fotogiornalismo al mondo, nata nel 1955 per iniziativa di un gruppo di fotografi olandesi e che, da allora, “offre uno spaccato unico della storia contemporanea, permettendoci di riflettere sugli eventi e sui temi cruciali del nostro tempo”. E anche quest’anno, Torino sarà fra le cento città principali di tutti i continenti (a livello globale si stima che l’esposizione sarà visitata da oltre 3milioni di persone) chiamate dalla “World Press Photo Foundation” – organizzazione indipendente con sede ad Amsterdam – ad ospitare la mostra. Non per la prima volta. Sotto la Mole, infatti, l’esposizione (che ha coinvolto sei giurie regionali ed una globale, presieduta da Fiona Shields, responsabile della fotografia al “The Guardian”) torna per l’ottavo anno consecutivo ed è organizzata da “Cime”, partner della “World Press Photo Foundation”. L’apertura al pubblico è prevista per venerdì 13 settembrealle 16, nelle sale di “Palazzo Barolo”, al numero 7 di via delle Orfane, dove si potrà ammirare la bellezza di 130 scatti, firmati per le maggiori testate internazionali, come “National Geographic”“BBC”“CNN”“Times”“Le Monde” e “El Pais”“immagini che offrono una panoramica sul presente – sottolineano gli organizzatori – e rappresentano un’opportunità per un viaggio critico nell’attualità, affrontando questioni come le guerre in Palestina ed in Ucraina, la vita dei migranti, l’emergenza climatica”. Immagini fra le quali troveremo, per l’appunto, quella vincitrice (di cui sopra) scattata dal fotografo palestinese Mohammed Salem, 39 anni, pochi giorni dopo (spietata coincidenza!) essere diventato padre e che parla della sua foto come un “momento potente e triste che riassume il senso più ampio di ciò che stava accadendo nella Striscia di Gaza”.

Suddiviso in sei aree geografiche (Africa, Asia, Europa, America del Nord e Centrale, America del Sud, Sudest Asiatico e Oceania), il “Premio” ha visto quest’anno la partecipazione di ben 61.062 fotografie, inviate da 3851 fotografi, provenienti da 130 Paesi, in un processo di selezione, da parte della Giuria, che ha richiesto due mesi di intenso lavoro, tra gennaio e febbraio 2024. Quattro le categorie in cui è suddiviso il concorso: SingoleStorieProgetti a lungo termine e, dal 2022, Open Format, dedicata all’interazione tra fotografia e altri linguaggi. Vincitrice di quest’ultima categoria, la fotografa ucraina Julia Kochetova per il progetto “La guerra è intima”, sito web che unisce il fotogiornalismo con lo stile intimo e personale di un diario, per “documentare e mostrare  al mondo cosa significa vivere sotto assedio in Ucraina e come si tenti di elaborare il trauma della guerra”.

Il premio “World Press Photo Story of the Year” è stato invece assegnato alla fotografa sudafricana Lee-Ann Olwage per il progetto “Valim-babena”, pubblicato dalla rivista “Geo”. Le sue immagini ci portano in Madagascar e documentano la vita di Dada Paul, uomo di 91 anni affetto da demenza senile, condizione ancora scarsamente accettata e compresa nell’isola africana. Foto tenera e amara, ad un tempo, che solleva interrogativi sull’accettazione e sull’assistenza del “diverso” offrendo uno sguardo intimo e toccante sulla realtà della malattia e della cura familiare.

Quarto fotografo sul podio, il venezuelano Alejandro Cegarra, vincitore per la categoria “Long-Term Project” con “I due muri”, pubblicato dal “New York Times” e da “Bloomberg”. Gli scatti di Cegarra (partendo da una sua esperienza personale)  ci portano in Messico, illuminando una questione poco trattata dai “media” europei: il cambiamento delle politiche migratorie messicane, diventate dal 2019 da “accoglienti” sempre più “restrittive”, sulla base di processi simili a quelli degli Stati Uniti. Fotografie che, ancora una volta “non sono solo immagini – come dice Vito Cramarossa, direttore di ‘Cime’ – ma veri e propri documenti, finestre aperte su un presente complesso ed in continua evoluzione”. Da osservare, ponendo non meno attenzione all’aspetto documentaristico, rispetto all’indubbia qualità dell’immagine.

Gianni Milani

“World Press Photo Exhibition 2024”

Palazzo Barolo, via delle Orfane 7/A, Torino; tel. 338/1691652 o www.palazzobarolo.it / www.worldpressphototorino.it

Fino al 24 novembre

Orari: lun. merc. giov. e dom. 10/20; ven. e sab. 10/21

Nelle foto: Mohammed Salem: “La Pietà di Gaza”; Julia Kochetova: “La guerra è intima”; Lee-Ann Olwage: “Valim – babena”

Con Andreea Ionela Mogos la medaglia delle Paralimpiadi a Volpiano

L’atleta è stata ricevuta dal sindaco Giovanni Panichelli e dalla giunta

Andreea Ionela Mogos, vincitrice della medaglia di bronzo nel fioretto femminile a squadre alle Paralimpiadi di Parigi 2024, è stata ricevuta nei giorni scorsi  dal sindaco Giovanni Panichelli e dalla giunta comunale di Volpiano per complimentarsi con lei per i risultati raggiunti nell’attività sportiva.

L’atleta, accompagnata dal preparatore Luca Pavan, ha raccontato la sua storia, con il grave incidente subito a 18 anni e la scelta di impegnarsi nello sport per superare le difficoltà, e ha rivolto un ringraziamento agli abitanti di Volpiano, dove abitava all’epoca, che, ha detto, «sono sempre stati molto vicini a me e alla mia famiglia».

Andreea Ionela Mogos è alla sua terza paralimpiade, dopo Rio de Janeiro e Tokyo. «Mi alleno tutti giorni – ha raccontato – e sono in una squadra molto unita anche al di fuori delle gare; non avrei mai pensato di partecipare a una competizione così importante ed è davvero un’esperienza molto bella».

Così il sindaco Giovanni Panichelli: «Siamo molto contenti che Andreea abbia accettato il nostro invito. La sua determinazione e la sua bravura sono di esempio per tutti.  Non è escluso di poterla avere ancora a Volpiano a cui è legata e dove sarà sempre benvenuta».

Intervento della Regione per la mobilità scolastica

La Regione Piemonte ha promosso un incontro per affrontare le problematiche legate al trasporto degli studenti nell’area del Calusiese e Chivassese, in particolare all’Iis “P. Martinetti” di Caluso.

Si è tenuta una riunione tra le istituzioni scolastiche di Caluso (Iis Martinetti e Iis Carlo Ubertini), le aziende di trasporto (GTT, Extra.To, S.T.A.A.V. e Viaggi Munaro), l’Agenzia della Mobilità Piemontese, i Comuni coinvolti, la Città Metropolitana e l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Gabusi. Durante l’incontro, tutte le parti hanno dimostrato grande collaborazione per trovare soluzioni efficaci.

L’assessore Gabusi ha sottolineato le difficoltà che il settore del trasporto pubblico locale sta vivendo, aggravate dalla carenza di autisti e dal ritardo nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operatori del settore.

Le aziende di trasporto, sulla base dei dati forniti dalle istituzioni scolastiche, monitoreranno la situazione e hanno proposto alcuni interventi per migliorare i servizi. In particolare, il pullman della linea 445 di S.T.A.A.V. delle ore 6:45 partirà con 10 minuti di ritardo, alle 6:55, per garantire un minor tempo di attesa e maggiore puntualità per gli studenti. Inoltre, la corsa delle ore 13:16 della linea 321 di GTT sarà implementata con due pullman, cinque giorni su cinque.

Questa soluzione sperimentale entrerà in vigore dal 14 ottobre 2024 e sarà rivalutata dopo 30 giorni per verificarne l’efficacia e apportare eventuali miglioramenti.

«Chiediamo scusa agli studenti e alle loro famiglie per i disagi subiti, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico. La situazione che si è venuta a creare è purtroppo comune nel mese di settembre, quando il sistema di trasporti deve affrontare un sovraccarico e una rimodulazione annuale, dovuto alla ripresa delle attività scolastiche», ha dichiarato l’assessore Gabusi. «Siamo al lavoro per garantire un servizio più efficiente e confidiamo che la soluzione proposta migliori sensibilmente la situazione».

 

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

SOMMARIO: 7 ottobre – La targa per Bobbio – Lettere

7 ottobre
Quanto è accaduto il 7 ottobre 2023  con il massacro efferato da parte di Hamas a danno di  Israele ci costringe a ricordare dopo un anno l’aggressione subita dagli israeliani uccisi o  diventati ostaggi.  I rapporti tra Palestinesi e Israele sono stati sempre difficili. Ma ad un anno di distanza io resto più che mai vicino ad  Israele in coerenza con la mia storia anche personale. L’antisemitismo internazionale e quello  nostrano e’ l’erede di Hitler e anche di Stalin. Questa e’ la verità che può dare fastidio ad alcuni, ma  resta storicamente l’unica lettura  possibile di una pagina drammatica della nostra storia.  Essere  oggi filo palestinesi appare, nella migliore delle ipotesi, il frutto di una  crassa ignoranza  e di una faziosità grossolana. Gli unici olocausti sono  stati quelli di cui furono vittime gli Ebrei e gli Armeni. Chi parla di un olocausto palestinese dice una menzogna priva di ogni fondamento. E’ indispensabile infine denunciare la totale assenza  dell’Unione Europea in questa vicenda che è molto più vicina a noi di quanto si possa pensare. E’ un’Europa impotente ed impaurita  che si barcamena e non sa decidere.
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La targa per Bobbio
Verrà inaugurata una lapide sulla casa di via Sacchi 66 abitata da Norberto Bobbio. Un’ottima e anche una doverosa idea per onorare un grande del ‘900.  A pochi torinesi è stato riconosciuto questo onore  e Bobbio lo merita sicuramente. Ma leggere sugli inviti, insieme al Comune di Torino, anche il Centro Gobetti con il nome del suo presidente Revelli  costituisce un precedente inedito e anomalo  perché mai nessuna associazione è stata inserita con questa ufficialità. E poi avrei dei dubbi sul fatto di identificare Bobbio col Centro Gobetti di cui  il filosofo solo negli ultimi tempi è stato presidente. Il Centro Gobetti è stato da sempre filo- comunista in modo esasperato. Ricordo l’estremismo di Carla Gobetti che fu molto intollerante. Bobbio per anni non fu un gobettiano. I suoi riferimenti culturali erano più complessi e raffinati rispetto all’acerbo pensiero in nuce del  pur geniale ed eroico giovane antifascista. Doveva semmai essere associata nell’iniziativa l’Università di Torino di cui Bobbio fu uno dei maestri più significativi. Ma vorrei anche aggiungere che anche Rita Levi Montalcini, Nobel e senatrice a vita come Bobbio meriterebbe una lapide sulla casa natale e non certo per motivi di quote rosa. Bisognerebbe anche parlare di un mega convegno di tre giorni  su Bobbio, ma mi astengo per evitare l’uso di parole troppo severe. Le messe cantate e i tridui con i soliti e   stantii officianti non si addicono a Bobbio, ma a quelli che immeritatamente si considerano allievi e addirittura continuatori di Bobbio. 
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Lettere  scrivere a quaglieni@gmail.com
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Moncalieri
Cosa pensa del sindaco di Moncalieri rag. Montagna il cui autoritarismo ha provocato l’assenza, per protesta, dell’intera opposizione dall’ultimo consiglio comunale?    Eugenio Clerici
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In più occasioni ho denunciato gli atteggiamenti un po’ “duceschi”  di quel sindaco che resterà in carica ancora per pochi mesi perché non potrà ricandidarsi dopo 10 anni  di un  mandato molto discusso. Saranno in pochi a rimpiangerlo. 
 
Stellantis  in ginocchio
Ben brutta fine quella di Stellantis che vive una crisi che puo’ anche provocarne la morte . Gli Elkann saranno fieri del disastro anche se , come di diceva a Torino un tempo, non hanno certo freddo ai piedi.      Tilde Gianna Empoli
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Sarà un ulteriore disastro soprattutto per Torino perché la crisi non toccherà certo gli Elkann. La Fiat sta finendo molto male. Anzi è un nome che non esiste più da anni.  La cosa comica in questa tragedia è la preghiera dei sindacati di andare avanti ancora fino a novembre con la produzione della 500 ibrida. Sono gli stessi sindacati che per anni  sabotarono la produzione Fiat, minacciando l’occupazione con l’appoggio di Berlinguer. Oggi anche i sindacati sono molto mal messi  e non sanno più cosa fare. E chi invoca un’ industria cinese a Torino per riempire il vuoto lasciato da Stellantis dice delle cose che solo chi è già finito nel burrone può pensare. Che tristezza. I tempi di Agnelli e di Lama erano molto diversi.
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Alan Friedman
Cosa pensa del suo amico Alan Friedman, il giornalista americano che vive da decine di anni in Italia e non ha ancora imparato a parlare l’Italiano, e che va a ballare con le stelle in Tv? A me sembra uno che ha trovato l’America in Italia. Negli USA non era affatto considerato. Umberto Finetti
Foto facebook
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Sono stato amico di Friedman per parecchi anni, non do’ giudizi sulla sua partecipazione a “Ballando con le stelle”, posso dirle che il noto giornalista umanamente non è un gran che e le aggiungo che le sue idee sono spesso abbastanza settarie per un forte pregiudizio – favorevole o contrario – nei confronti della sinistra e della destra. Per questi motivi i nostri rapporti si sono molto raffreddati. Per poter ballare in Tv si è messo persino a dieta, perdendo 15 chili. Un bel sacrificio che gli ha restituito una linea quasi invidiabile.