ilTorinese

Ritrovato senza vita l’uomo scomparso da casa

Era scomparso da casa a San Germano Vercellese dallo scorso 27 agosto. Daniel Cata, 46 anni, era uscito con la  sua bici elettrica. Il suo corpo senza vita è stato ritrovato nelle acque del Canale Cavour.
NOTIZIA DAL PIEMONTE

Juventus – Roma 0-0: poche emozioni allo Stadium

Dopo un primo tempo senza opportunità di reti per le due squadre, alla ripresa Motta e De Rossi mettono in campo Koopmeiners e Dybala. Una partita tattica e priva di emozioni, anche se la Juve trova un po’ di brio verso la fine dell’incontro. La Juventus è ora con Inter, Toro e Udinese in cima alla classifica  con 7 punti. La Roma non vince da tre  partite.

San Giacomo di Stura, Abbazia dimenticata

Viandanti, mercanti, pellegrini e crociati affollavano le strade della penisola che portavano a Roma e ai porti d’imbarco per la Terra Santa.

Era l’epoca della II Crociata, a metà del Duecento: si andava a combattere in Anatolia, Palestina e in Egitto mentre tanti altri pellegrini stipavano le galee per raggiungere la Città Santa, appena riconquistata dai crociati, per pregare nei luoghi santi del cristianesimo. Si partiva da ogni città dell’Europa occidentale, dalla Francia, dalla Germania, dall’Italia, il cammino era lungo e faticoso e non privo di pericoli. Lungo strade e sentieri si incontravano locande e piccoli ospedali che offrivano assistenza, cibo e cure. Una meta sospirata dai pellegrini dopo aver percorso centinaia di chilometri. Uno di questi luoghi fu individuato in un monastero-ospedale costruito dai monaci vallombrosani di San Benedetto di Piacenza al di là del fiume Stura nel torinese. Nel 1146 il giurista Pietro Podisio, appartenente a un importante famiglia torinese, donò ai religiosi dei terreni per edificare un “hospitalem”, fuori le mura di Torino, allora piccolo borgo di poche migliaia di abitanti, al fine di prestare assistenza e alimenti a chi si fermava per riposarsi in attesa di riprendere il cammino. Si diedero un gran daffare i monaci che oltre ad aiutare senza risparmio poveri e ammalati gestirono anche il servizio di traghetto sulla Stura ed è da qui che deriva il nome del quartiere torinese “Barca”. Nacque così un convento-ospedale situato lungo i tragitti della via Francigena diretti a Roma e verso i porti pugliesi dove ci si imbarcava per il Levante. Il complesso religioso è diventato l’Abbadia vallombrosana di San Giacomo di Stura, uno dei più importanti monumenti storico-artistici del Medioevo torinese la cui storia è raccontata nel libro “San Giacomo di Stura, la storia dell’Abbadia vallombrosana alle porte di Torino, vestigia “dimenticate” del Medioevo subalpino”, Neos edizioni, dal poeta, traduttore e medievista Roberto Rossi Precerutti. Il periodo di massima fioritura non durò molto e già nel XIII secolo iniziò il declino del monastero che nel Quattrocento fu unito alla mensa vescovile di Torino e poi nel Settecento divenne una parrocchia intitolata a San Giacomo. Nel Novecento la chiesa fu circondata da cascinali e fabbricati industriali sorti lungo la strada che mette in comunicazione Torino e Settimo. Danneggiata dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale fu dichiarata inagibile nel ’54 e negli anni Sessanta fu sconsacrata e ceduta ai privati. Nel giugno 1972, inoltre, un incendio distrusse la galleria del coro e gli affreschi. Oggi l’Abbadia di San Giacomo è assai mal ridotta e versa in stato di abbandono dagli anni Cinquanta. Resta la chiesa con il sagrato e il perimetro del chiostro. La speranza è che i lavori di restauro della chiesa e dello spettacolare campanile, alto 24 metri, iniziati alcuni anni fa, possano presto restituire alla comunità questa preziosa testimonianza storica medioevale. Il libro di Roberto Rossi Precerutti è accompagnato da una serie di tavole di Emilia Mirisola che illustrano lo splendore del monastero nei secoli passati.
Filippo Re

Pesche tardive e mele precoci

Giovedì 29 agosto presso il centro ricerche per la frutticoltura di Fondazione Agrion a Manta, Via Falicetto, 24, 12030 Manta (CN), si è tenuto l’incontro su pesche tardive, mele precoci, forme di allevamento multiasse (Guyot) e Glomerella.

MELO E PESCO

La superficie investita a melo in Piemonte è di 6.895 ettari (Istat 2023). Di questa più del 20% è a conduzione biologica, con un trend che per il futuro prossimo sembra essere meno in crescita rispetto agli anni passati. Le cause sono da ricercare nella situazione commerciale meno favorevole e all’aumento delle problematiche fitosanitarie sempre più difficili da gestire (afide lanigero, colpo di fuoco batterico, patina bianca, etc).

Al centro dell’incontro sono state le mele estive, tra cui le Gala, gruppo varietale predominante con il 42% del totale. Dal punto di vista dell’innovazione di prodotto i margini di miglioramento, per quanto riguarda la colorazione della buccia, sono ormai difficilmente migliorabili anche nei nuovi cloni. Possibile innovazione arriva dai mutanti a maturazione precoce che riescono a garantire un elevato livello di colorazione della buccia abbinato a un significativo anticipo di maturazione.

Tra le cultivar a maturazione anticipata si segnalano Gala Fensoon* e Wildfire® Gala RKD*, cloni a maturazione precoce che anticipano di una ventina di giorni il raggiungimento dei parametri di raccolta rispetto agli altri cloni “standard”. La colorazione della buccia è di tipologia striata di buona estensione. Da verificare il vigore dell’albero, la pezzatura e la forma del frutto. Nel 2024 è stata valutata la seconda produzione di Galamax*, varietà che matura una decina di giorni prima dei cloni “standard”. Il frutto presenta una buona estensione di sovraccolore rosso, di tipologia prevalentemente striato.

Altre cultivar di recente introduzione interessanti, con epoca di maturazione non differente dalle cultivar testimone, vi sono: Alpigala*, clone di origine francese con colorazione molto intensa e diffusa, di tipologia striato/uniforme, avviata alla sperimentazione estesa, così come Fenplus* e T-REX® CivT15, cloni italiani caratterizzati da elevata colorazione della buccia, di tipologia uniforme. Galamic*, clone con albero compatto ad habitus semi-spur. I frutti sono intensamente colorati, assimilabili alla serie “colorazione uniforme molto intensa e diffusa. Gala Fenstripe*, clone caratterizzato da sovraccolore di tipologia striato di buona estensione. Il color rosso è brillante e luminoso a livello dei testimoni. Fengal N*, mutante con sovraccolore di tipologia striata/ uniforme di buona estensione della colorazione, brillante e luminosa a livello dei testimoni.

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Per quanto riguarda il pesco la superficie italiana si attesta su 54.350 ha (-9% rispetto al 2022) con un trend fortemente negativo nell’ultimo decennio: -37% rispetto al 2010. Il Piemonte con 3030 ha, così come le altre regioni del centro nord, evidenzia un forte trend negativo delle superfici: -52% rispetto all’ultimo decennio.

Durante la giornata si è parlato dal punto di vista dell’innovazione varietale di cultivar a maturazione tardiva ed extra tardiva.

Tra le pesche a polpa gialla si conferma interessante anche in pieno campo Sweet Dream*, cultivar con albero di media vigoria e facile gestione, con elevata produttività e buona rusticità. Grossa la pezzatura dei frutti. La forma è tondeggiante-oblata, regolare. L’aspetto è attraente con colore di fondo giallo e sovraccolore rosso intenso di elevata estensione. La polpa è spicca, di buona consistenza e tenuta. Buono il sapore di tipologia sub-acida. Pajonite*, varietà caratterizzata da albero di vigoria media con habitus tendenzialmente procombente. Il frutto è di grossa pezzatura (AA prevalente), dalla forma oblata, non molto regolare. L’aspetto è mediamente attraente. La durezza della polpa risulta elevata, il sapore è buono, sub-acido.

Per quanto riguarda le nettarine a polpa gialla positivi i riscontri su Alma 2*, matura qualche giorno dopo Orion, l’albero è di vigoria intermedia con un’ottima attitudine al rinnovo vegetativo. Il frutto è di grossa pezzatura con forma oblunga/rotonda, regolare. L’aspetto è attraente con sovraccolore rosso intenso su oltre l’80% della buccia. Poco aderente la polpa, di buona consistenza. Il sapore è molto buono, dolce. Segue di qualche giorno Kinolea*. Nettarina di elevata rusticità recentemente inserita in lista. La pezzatura è grossa ma attenzione alla gestione del corretto carico produttivo. La forma del frutto è tondeggiante regolare. L’aspetto è attraente con colore rosso vivo sul 60-70% della buccia. Il sapore è molto buono dolce e aromatico.

Tra le pesche a polpa bianca in epoca di Michelini è interessante Octavia® Zaigle*: l’albero è di medio vigore, il frutto è di grossa pezzatura, la forma è oblata-rotonda, regolare. Attraente l’aspetto con sovraccolore rosso intenso sul 70% della buccia su fondo biancastro. La polpa è di buona consistenza e ottimo sapore, molto dolce mediamente aromatico. Idonea per filiere corte.

GLOMERELLA LEAF SPOT

Altro tema affrontato è stato la Glomerella leaf spot o sindrome da Colletotricum: malattia di origine sud-americana che colpisce in particolare il melo e può provocare danni anche superiori al 75%.
Recentemente è stata isolata nei principali areali di coltivazione italiani del melo, compreso il Piemonte.

Questa malattia compare prima nella parte bassa della chioma (solitamente nel mese di luglio), concentrando le macchie sulle foglie apicali dei getti. Oltre alle foglie colpisce i frutti determinando gravi marciumi.

Si tratta di patogeni fungini appartenenti al genere Colletotrichum. Gli stessi funghi sono al tempo stesso agenti causali della malattia sulle foglie, nota come Glomerella Leaf Spot (GLS), e di una forma che colpisce i frutti, nota come Apple Bitter Rot (ABR)

I fattori scatenanti sono temperature estive e bagnatura fogliare prolungate, dunque temporali estivi e bombe d’acqua.

Le cv. dal gruppo Gala sono le più sensibili, tuttavia GLS è stata segnalata in Piemonte anche su Golden delicious e altre varietà.

Per affrontare la problematica è stato creato un gruppo di lavoro interregionale con Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano. Fondazione Agrion, Settore Fitosanitario e Università di Torino stanno portando avanti gli studi e le sperimentazioni nella nostra regione per definire la strategia di contenimento, tra cui test di laboratorio e screening di prodotti da applicare preventivamente sulle piante.

FORME DI ALLEVAMENTO MULTIASSE (GUYOT)

Al centro dell’incontro è stata anche la forma di allevamento multiasse detta Guyot, una nuova tipologia di conduzione della pianta, studiata e sviluppata in Italia dalla Fondazione E. Mach (Dorigoni e Micheli, 2018), che rivoluziona completamente l’idea del frutteto e in particolare del melo.

Le piante sono costituite da un apice vegetativo piegato orizzontalmente in vivaio o in campo a circa 70 cm da terra dal quale si sviluppano circa 5-6 rami verticali che diventano gli assi su cui andrà a concentrarsi la produzione delle mele. L’idea è quella di avere una parete fruttifera con ridotte distanze tra i filari, un limitato sviluppo in altezza, gestibile da terra senza l’impiego della piattaforma mobile.

I vantaggi, ancora in corso di verifica, di questo nuovo concetto d’impianto sono:

  • operazioni colturali eseguibili da terra nella quasi totalità;

  • miglior efficienza dei trattamenti antiparassitari mediante riduzione della deriva e dei quantitativi utilizzati (riduzione dei volumi di acqua);

  • aumento della qualità dei frutti, miglior colorazione della buccia e maggior uniformità di maturazione dei frutti;

  • semplificazione nell’esecuzione delle operazioni colturali di potatura, diradamento e raccolta;

  • possibilità di integrazione con la potatura meccanizzata.

A concludere l’incontro è stata poi la visita al campo sperimentale di Fondazione Agrion.

Spazio Nonni alla Fondazione Paideia

Da sempre figure di riferimento nella crescita e nell’educazione dei bambini, i nonni di tutta Italia vengono festeggiati il 2 ottobre, con una ricorrenza divenuta nazionale nel 2005. Figure insostituibili nell’infanzia dei piccoli nipoti, i nonni costituiscono un aiuto imprescindibile all’interno del nucleo famigliare, e questo è doppiamente vero quando in famiglia è presente un bimbo con disabilità. La Fondazione Paideia, che da oltre trent’anni sostiene le famiglie con bambini disabili, evidenzia l’importanza di riconoscere un supporto specifico non solo ai bimbi ma anche all’intero nucleo famigliare, per questo nelle sue sedi di Torino e Milano organizza incontri di formazione, informazione e confronto dedicati a genitori, fratelli e nonni. A ottobre, in occasione della festa dei nonni, riparte il progetto Spazio Nonni, gli appuntamenti rivolti ai nonni di bambini e bambine con disabilità. Nascono per offrire, a partire da temi molto specifici, momenti di riflessione e confronto tra pari. Ogni incontro prevede un tema specifico, comunicazione, giochi pratici, uso della tecnologia e suggerisce alcuni strumenti per comprendere al meglio i propri nipoti.

Giuseppe e Luigia, nonni che da tempo frequentano il percorso, raccontano: ”Ci siamo resi conto presto che nostra nipote aveva qualcosa di diverso dagli altri bambini, ma non sapevamo esattamente di cosa si trattasse. Non avevamo mai sentito parlare di autismo prima della diagnosi. Confrontarci con gli altri nonni è servito per farci vedere i problemi come una opportunità, può essere anche un modo vicendevole di farsi coraggio. Oggi riflettiamo sul fatto che, conoscendo nostra nipote, ci sembra di aver conosciuto un altro lato degli altri. Quello che abbiamo capito della nostra storia è che conoscere di più fa bene. Fa cercare soluzioni nuove, capire come approcciarci ai nostri nipoti, immaginare strategie migliori per comunicare e entrare in contatto con i bambini. Abbiamo anche capito che bisogna dar spazio a questi argomenti affinché diventino parte del senso di inclusione quotidiana”.

“Qualche anno fa – speiga Fabrizio Zucca, psicologo e psicoterapeuta della Fondazione Paideia – abbiamo avuto modo di riflettere sulle esperienze dei nonni all’interno di un gruppo per famigliari; oltre ai papà, che sono stati i nostri primi destinatari, c’erano anche uno zio e due nonni, e abbiamo compreso quanto fosse delicato il ruolo dei nonni all’interno della famiglia di un bambino e di una bambina con disabilità. I nonni si ritrovano a ricoprire due ruoli, quello di genitore di un figlio che si ritrova a gestire l’impatto con la disabilità e quello di nonni di un nipote con disabilità, e dei suoi fratelli e sorelle. I nonni vorrebbero saperne di più , a volte sono molto preoccupati, ma cercano di restare un po’ in disparte per non invadere, sanno che bisogna dar tempo alla mamma e al papà a loro volta di capire meglio. Questo percorso nasce per dare ai nonni un sostegno pensato per loro, un’occasione in cui possono condividere esperienze con altri nonni dal vissuto simile”.

I prossimi appuntamenti dedicati ai nonni, alla Fondazione Paideia, sono il 23 ottobre, il 4 dicembre 202, il 19 febbraio, 9 aprile, 21 maggio 2025.

Orario: 9.30 – 11.30

Fondazione Paideia, via Moncalvo 1 Torino

 

Mara Martellotta

I libri più letti e commentati del mese

Eccoci al consueto appuntamento con i libri più letti e commentati dalla community  Un libro tira l’altro ovvero il passaparola dei libri nel mese di agosto   Come L’Arancio Amaro (Bompiani) di Milena Palminteri si conferma il libro dell’estate, letto e commentato con grande partecipazione, seguito da Domani, Domani (Nord) il nuovo romanzo di Francesca Giannone, che ribadisce la sua presa sui lettori italiani.

Infine: La correttricedi Emanuela Fontana (Mondadori) tratto da una storia vera, l’autrice si è basata su scambi di corrispondenza tra Emilia e Manzoni.

Incontri con gli autori

 

In agosto facciamo due chiacchiere con Cristina Guarducci, da poco tornata in libreria con Paul E Nina (Edizioni Creativa, 2024), una complessa storia d’amore dai risvolti tormentati, ambientata a Parigi, città dove la scrittrice ha vissuto molti anni.

Giulio Natali, scrittore marchigiano che, dopo essersi cimentato nel racconto, esordisce nella narrativa con il romanzo Sotto Il Diluvio (Castelvecchi, 2024), che descrive una lotta di potere nella quale tutto è ammesso.

 

 

 

Per questo mese è tutto. Vi invitiamo a seguire Il Passaparola dei libri sui nostri canali sociali e a venirci a trovare sul nostro sito ufficiale per rimanere sempre aggiornati sul mondo dei libri e della lettura! unlibrotiralaltroovveroilpassaparoladeilibri.it

Per TorinoDanza debuttano gli spettacoli “Into the Hairy” e in prima nazionale “Scarbo”

‘Into the Hairy’è  il frutto della collaborazione tra la coreografa Sharon Eyal e l’artista Gai Beharz, il compositore gallese Koreless, che ha creato la colonna sonora dello spettacolo e Christian Dior Couture per i costumi di Maria Grazia Chiuri. Questo lavoro andrà in scena dal 3 al 5 ottobre 2024 alle 20.45 presso la Sala Grande delle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri e Sharon Eyal conferma l’unicità,  l’originalità del proprio gesto, dimostrando la sua capacità di concentrare, attraverso un linguaggio del tutto personale, la tensione emotiva e la forza espressiva che attraversano i corpi dei danzatori.

Sharon Eyal crea mondi ultrastilizzati popolati da creature sensuali e irraggiungibili. I ballerini in  ‘Into the Hairy’ non appaiono interamente umani, pur manifestando una carnalitàdisturbante. I loro corpi sono longilinei e slanciati, avvolti da tutine in lycra per enfatizzare le linee della coreografia. Insieme  a Gai Behar, cocreatore di questo lavoro, Sharon Eyal trasforma ilcorpo in un oggetto di indefinibile desiderio, mescolando il balletto classico con la danza dei club underground. Lo stile è quello che da sempre contraddistingue il duo Eyal Behar, movimento,  musica  e spazio si intersecano, la danza esce dai suoi canoni tradizionali e viene spinta ben oltre i suoi confini, creando una sorta di rituale laico dai toni ancestrali che dà vita a un’esperienza unica.

Sharon Eyal nasce a Gerusalemme nel 1971 e entra a far parte della Batsheva Dancs Company nel 1990, diventandone direttrice artistica associata tra il 2003 e il 2004. Gai Behar è  curatore di eventi artistici multidisciplinari a Tel Aviv. Koreless è il nome d’arte dell’artista, produttore e compositore e performance LewisRoberts.

LEV Dance Company

3,4,5 ottobre ore 20.45 Fonderie Limone Moncalieri Sala Grande

 

Il 4 ottobre, alle 19.30, debutterà in prima nazionale per Torinodanza Festival alle Fonderie Teatrali Limone di Moncalieri ‘Scarbo’, spettacolo molto apprezzato a livello internazionale,  firmato dal coreografo Ioannis Mandafounis, nuovo direttore artistico della Dresden Frankfurt Company, eseguito dalla danzatrice e artista poliedrica Manon Parent. Il titolo di questo lavoro è preso a prestito da una composizione per pianoforte di Maurice Ravel, le cui note saranno eseguite dal vivo dal pianista torinese Gabriele Carcano, insieme a quelle di Claude Debussy.

Lo spettacolo esplora il ruolo della narrazione nell’ambito della danza contemporanea in termini di funzione, forma e significato. La danzatrice è  al centro di questa narrativa, che riguarda l’interazione tra corpo, anima e emozione. Più lei danza, più  il pubblico è attratto dal suo mondo interiore,  ricco di tristezza, rabbia, gioia, impotenza e forza, emozioni evocate attraverso movimenti immediati e senza filtri. Manon Parent fa vibrare ogni fibra del suo corpo seguendo ogni frequenza emotiva, contribuendo a generare una forma di intimità condivisa che è il cuore di Scarbo. Durante lo spettacolo il pubblico è libero di decidere se gli stati d’animo espressi siano reali o immaginari, memoria del passato o racconto di una storia profondamente personale.

Il dialogo ritmico tra danza, musica e colore crea un’atmosfera che trasporta il pubblico in un film d’arte.

 

Mara Martellotta