ilTorinese

“Passepartout” alla “Basilica Mauriziana”, quattro giorni di visite guidate

Alla Cupola, nel cantiere di restauro della “Basilica” di via Milano

Dal 21 al 22 e dal 28 al 29 settembre

La “Basilica Mauriziana” appartiene alla “grande storia” architettonica di Torino e attraversa, con la sua stratificazione costruttiva e decorativa oltre dieci secoli della storia subalpina. Appartenente, per volontà di re Vittorio Amedeo II (1729), all’Ordine Cavalleresco dei “Santi Maurizio e Lazzaro” e sita all’incrocio fra via Milano e via della Basilica, nel pieno centro di Torino, la “Basilica” sorge dal 1572 sull’antica Chiesa dedicata a “San Paolo” (costruzione romanica risalente al 1207) e la sua storia è legata alla Confraternita di “Santa Croce”, la più antica della città, e all’“Ordine Mauriziano”. Fra i “beni mauriziani” ad oggi meno conosciuti, tornerà ad aprire le porte al pubblico, a seguito di mesi di chiusura resi necessari dal restauro e messa in sicurezza della “Cupola” e del “Tamburo” dell’aula (elemento di raccordo tra la volta e la base della stessa “cupola”), in avanzato e grave stato di degrado. L’appuntamento prevede quattro giorni di “visite guidate” organizzate dalla “FOM- Fondazione Ordine Mauriziano” esclusivamente alla “Cupola” (edificata a 40 metri d’altezza sul finire del Seicento dall’architetto luganese Antonio Bettino ed ultimata a metà Ottocento) nei giorni di sabato e domenica 21 e 22 settembre e, la settimana successiva, sempre di sabato e domenica 28 e 29 settembre, secondo quattro turni orari: ore 10/11,30 e 14/15,30. La visita consentirà di salire su un ponteggio per ammirare eccezionalmente da vicino il dipinto murale raffigurante il “Trionfo della Croce” realizzato nel 1858-59 da Paolo Emilio Morgari (Torino, 1815 -1882), a celebrazione dei Santi Maurizio e Lazzaro e su cui è ora in corso un dettagliato lavoro di “saggi stratigrafici” relativi agli stucchi e agli intonaci per individuare le cromie originarie, gli strati manutentivi, le ridipinture ed eventuali altre sostanze soprammesse. La salita alla Cupola consentirà di vedere, anche, da vicino lo straordinario apparato decorativo composto da dipinti murali e stucchi dipinti, opera sempre di Morgari, che lavorò insieme al fratello Rodolfo nella Basilica e in altri cantieri della corte sabauda. Nei “pennacchi”, posti tra i quattro archi, si trovano invece le immagini di Amedeo IX e Umberto III, i due Beati Sabaudi e i santi Maurizio e Lazzaro, opera di Francesco Gonin (Torino, 1808 – Giaveno, 1888), pittore, scenografo e grande litografo (celebri le sue xilografie eseguite per i “Promessi Sposi” del Manzoni che lo occuparono dal 1839 al 1842).

La “fabbrica” della Chiesa è proseguita, nei secoli, con importanti lavori di ammodernamento. Al 1836 risale la costruzione della facciata neoclassica su progetto dell’architetto biellese di Occhieppo Superiore, Carlo Bernardo Mosca, caratterizzata da un “pronao” tetrastilo con colonne corinzie e un “frontone” triangolare – ai cui fianchi sono poste le statue dei Santi Maurizio e Lazzaro – preceduto da una scalinata semicircolare di cinque gradini. Anche gli interni sono stati, nel tempo, oggetto di importanti lavori di restauro, intorno alla “cripta” (costituita da una cappella a forma circolare) in cui sono conservate le spoglie di generali e funzionari dello stato sabaudo.

I lavori di restauro, attualmente in corso e che porteranno progressivamente alla totale riapertura della Chiesa, si devono alla disponibilità dell’“Arciconfraternita dei Santi Maurizio e Lazzaro” e a una pluriennale collaborazione con la “Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (III livello)” del “Politecnico di Torino”, diretta da Chiara Devoti, supportati anche dall’attività dell’“Archivio Storico” dell’“Ordine Mauriziano”. L’investimento previsto è di 619.381,23 Euro per circa tre anni. Il progetto è stato ammesso ai contributi ministeriali in conto capitale del “MiC – Ministero della Cultura” e si concentrerà su interventi per il restauro e la messa in sicurezza della cupola e del “tamburo” dell’aula.

La progettazione, coordinata dagli uffici interni della “FOM- Fondazione Ordine Mauriziano”,  con la partecipazione dell’architetto Giovanni Milone che ha redatto il primo step di progettazione, sarà elaborata in sinergia con la “Fondazione Centro Conservazione e Restauro” de “La Venaria Reale”, in stretta collaborazione e con il supporto della “Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Torino” e in particolare delle funzionarie Monica Fantone e Valeria Moratti.

Per partecipare alle “visite guidate” è obbligatoria la prenotazione. Vista la particolarità del luogo, vi potranno accedere solo gli adulti e i ragazzi al di sopra dei 12 anni di età e per un numero massimo di 8 persone.

Info e prenotazioniwww.ordinemauriziano.it – stupinigi@ordinemauriziano.it

G.m.

Nelle foto di Dario Fusaro: Lavori di restauro della “Basilica Mauriziana”

Dal parco alla luna. Una giornata spaziale a Villa Lascaris

Domenica 22 settembre sarà un’intera giornata dedicata allo spazio, a Villa Lascaris, con ingresso da piazza SS Pietro e Paolo, a Pianezza. Da mattina a sera inoltrata un ampio ventaglio di appuntamenti, di eventi, mostre, esperienze e laboratori per bambini, dialoghi e racconti con il naso all’insù, per conoscere e esplorare i nuovi mondi e le nuove frontiere dell’umanità. Sarà anche presente una sezione Food & Wine.

Nato dalla collaborazione tra Villa Lascaris, casa di spiritualità e cultura dell’Arcidiocesi di Torino e il giornalista, scrittore e G Astronauta Maurizio Maschio, con il patrocinio del Comune di Pianezza, il supporto di Altec e Thales Alenia Space, si svilupperà il festival G Astronomico dal titolo “Dal parco alla luna e oltre”, nelle Sale auliche di Villa Lascaris e in diverse sezioni del suo grande parco, dove si terranno incontri con importanti ospiti del mondo scientifico, culturale e aerospaziale, mostre e esperienze per tutte le età. Si tratta di un programma che si propone di far conoscere, in modi diversi e con differenti linguaggi, lo stato dell’arte dell’esplorazione spaziale e della colonizzazione di Marte, l’importanza del settore spaziale per la vita di tutti i giorni qui, sulla Terra, ma anche come l’uomo racconti e immagini l’universo.

Non mancheranno laboratori per bambini, per giocare con le stelle pur essendo su un prato, libro e dialoghi tra il pubblico e i ricercatori per conoscere quando arriveremo a costruire una base su Marte e come sarà possibile abitare il pianeta rosso. E ancora vi saranno lo space food e un’area mostre in cui verranno esposti modelli di ogni dimensione di rover marziani, razzi, shuttle, navette spaziali e splendide illustrazioni realizzate da un maestro del genere fantascientifico. Nel prato centrale di Villa Lascaris durante il giorno sarà possibile partecipare a laboratori di robotica LEGO e divertirsi a completare un campo marziano.

Durante tutta la giornata uno spazio food & wine sarà presente immerso nel verde, per riposare e ristorarsi insieme a tanti produttori della provincia di Torino che si distinguono, oltre che per la qualità dei loro prodotti, per la filosofia che rispetta il pianeta e le tradizioni del nostro territorio, assieme ai vini tipici della provincia di Torino presentati nelle 4 Denominazioni di Origine Controllata, dall’Enoteca Regionale dei vini della provincia di Torino.

Al tramonto un aperitivo spaziale nel parco con sfiziosi piatti e i vini dell’Azienda Agricola Silvano Bormida di Monforte d’Alba saranno accompagnati dalla musica a tinte cosmiche di Lhasa Società per ammirare la bellezza del sole che scende dietro le montagne della val di Susa, guardando la Sacra di San Michele. Tra coperte stese sull’erba e cuscini sui quali distendersi a guardare il cielo saranno presenti anche due telescopi per osservare da vicino la luna, la stella e i pianeti, raccontati e spiegati nella loro bellezza dagli astrofili di Celestia Taurinorum.

MARA MARTELLOTTA

A Torino quattro giorni di riflessioni sulla qualità dell’aria nel bacino padano

Dal 18 al 21 settembre va in scena l’evento finale del progetto Life PrepAir, dopo sette anni di lavori

Quattro giorni ricchi di eventi per riflettere assieme sul tema della qualità dell’aria nel bacino padano. Da mercoledì 18 a sabato 21 settembre, la Regione Piemonte ospita a Torino l’evento finale del progetto LIFE Prepair, dopo sette anni di lavori.

Di PrepAir fanno parte, tra i 18 partner italiani e sloveni, tutte e cinque le Regioni del bacino padano e la Provincia di Trento. E’ questo il principale palcoscenico su cui si sono attivate le numerose iniziative di progetto, dalla raccolta dei dati fino alle azioni di sensibilizzazione, da affiancare alle misure previste dai piani regionali per la qualità dell’aria e dall’Accordo di Bacino padano, per rafforzarne la sostenibilità e la durabilità dei risultati.

Le azioni di progetto hanno riguardato una pluralità di settori – agricoltura, combustione di biomasse per uso domestico, trasporto di merci e persone, consumi energetici – e lo sviluppo di strumenti comuni per il monitoraggio delle emissioni e per la valutazione della qualità dell’aria su tutta l’area di progetto.

Attraverso tavole rotonde, visite guidate, spettacoli teatrali, l’evento torinese ha lo scopo di sensibilizzare e stimolare la popolazione sui temi che riguardano la qualità dell’aria, e offrire un momento di incontro tra cittadini e istituzioni: restituendo risultati, stimoli, suggestioni e impegni scaturiti dal grande lavoro svolto nell’arco dei sette anni di progetto. Un lavoro che ha registrato una grande e costante collaborazione da parte dei vari soggetti coinvolti – Regioni padane in primis – riuscendo a stimolare in più occasioni l’azione governativa, e a coinvolgere nella riflessione la Commissione Europea.

Commissione che, presente alla conferenza, ne aprirà i lavori nel pomeriggio di mercoledì 18, quando i partner si riuniranno per relazionare sui risultati complessivi del progetto, approfondendo quel che è emerso dai vari “pilastri” su cui PrepAir si è basato (ovvero il lavoro su biomasse, agricoltura, energia, trasporti e comunicazione /coinvolgimento) prima di una tavola rotonda che ha lo scopo di approfondire il nuovo quadro di riferimento europeo in materia.

Dalla mattina di giovedì 19, per tre giorni, diversi luoghi della città ospiteranno poi gli eventi pubblici, ai quali si sono già registrate complessivamente oltre 500 persone. Giovedì mattina, una study visit al MAcA Museo “A come Ambiente”, dedicata alla Qualità dell’aria; nelle mattinate di giovedì e venerdì, lo spettacolo teatrale “C’è aria per te!” per le classi dell’istituto Comprensivo “Ugo Foscolo” di Torino. Quindi, all’interno di una tensostruttura itinerante che verrà allestita in tre parchi cittadini, si terranno cinque incontri pubblici dedicati ad altrettanti temi legati alla qualità dell’aria: Biomasse e qualità dell’aria nel pomeriggio di giovedì 19 presso il parco Pellerina, Agricoltura e qualità dell’aria nella mattinata di venerdì 20 presso il parco Ruffini seguito nel pomeriggio da Energia e qualità dell’aria, infine sabato 21 presso il Parco colonnetti ospiterà gli incontri I dati della qualità dell’aria e Trasporti e qualità dell’aria rispettivamente la mattina e il pomeriggio.

Per informazioni e per il programma completo degli eventi https://www.lifeprepair.eu/index.php/torino2024/

Metro Torino, lo Stato finanzi il completamento

Il Consiglio regionale sollecita il finanziamento statale per il prolungamento della linea 1 della metropolitana di Torino da Fermi- Collegno a Cascine Vica-Rivoli. L’Aula ha approvato due ordini del giorno presentati rispettivamente da Sarah Disabato (M5s) e Fabrizio Ricca (Lega) che impegnano la Giunta a promuovere, insieme alle amministrazioni comunali della zona ovest di Torino e alla Città di Torino, la richiesta dei finanziamenti necessari a completare i lavori e acquistare dodici nuovi treni.

“Parliamo di un’opera strategica per tutta l’area metropolitana – ha detto Disabato -. L’aumento dei costi delle materie prime rende necessario reperire circa 25 milioni per finire i lavori, oltre alle risorse per l’acquisto dei nuovi convogli. Per questo abbiamo chiesto alla Giunta di farsi parte attiva nell’accelerare l’intervento dei ministeri competenti”.

Ricca ha parlato di “impegno trasversale per completare un progetto strategico che servirà a migliorare la mobilità e ridurre l’inquinamento atmosferico, oltre che a favorire crescita economica e riqualificazione urbana delle città coinvolte”.

Sono intervenuti i consiglieri Roberto Ravello (FdI) e Alice Ravinale (Luv).

Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno presentato da Claudio Sacchetto (FdI) a sostegno della candidatura di Cuneo a capitale italiana del libro 2025. Con questo atto di indirizzo il Consiglio impegna la Giunta a supportare la Città di Cuneo in questa iniziativa, anche attraverso il coinvolgimento e coordinamento delle altre istituzioni locali. Sul punto sono intervenuti Giulia Marro (Avs), Mauro Calderoni (Pd) e Silvio Magliano (Lista Cirio).

Chieri, qui abitò Carlo VIII

Lo ospitò per alcuni giorni la nobile famiglia chierese dei Solaro, nel loro palazzo in via Vittorio Emanuele II angolo via della Pace. Carlo VIII, re di Francia, fu accolto con tutti gli onori e con una grande festa alla porta del Vajro, l’attuale Porta Torino, seguito da soldati, nobili e vescovi. Un soggiorno da re a Palazzo Solaro. Era il 5 settembre 1494. A dargli il benvenuto mercanti, banchieri, religiosi, artisti e poeti tra i quali Leonetta Tana, la bella figlia del nobile chierese Bartolomeo Tana che gli dedicò alcuni versi in francese…“o re cristianissimo, risorta gloria di Carlo Magno, noi supplichiamo la potenza divina…”. Attraversata la via Maestra il sovrano francese, che aveva solo 24 anni, entrò nel palazzo di Giovanni Solaro, il più lussuoso edificio della città mentre i vescovi furono ospiti del convento di San Domenico, nei pressi di Casa Solaro che nella prima metà del Settecento diventerà la sede del Ghetto ebraico. Il Re fece tappa a Chieri, che faceva parte del Ducato di Savoia, per ottenere prestiti dai ricchi banchieri locali a sostegno della sua spedizione militare nella penisola mirata alla conquista del Regno di Napoli. Il Re di Francia soggiornò in città per quattro giorni e furono anche giornate scandite da frequenti incontri amorosi con le donne chieresi nonostante il sovrano fosse brutto, molto piccolo e balbuziente. Quando tornò a Chieri l’anno successivo scrisse ben 25 lettere su temi politici. Ma la fortuna non l’aiutò, anzi, la sconfitta militare del Re fu un brutto colpo anche per Chieri. Il sovrano non poté restituire i fondi ricevuti in prestito gettando Chieri e gli stessi Solaro in una grave crisi finanziaria. Il 9 settembre del 1494 le truppe francesi lasciarono Chieri dirette ad Asti lasciando nella città alle porte di Torino le tracce del passaggio del monarca. Sulla facciata di Palazzo Solaro in via Vittorio Emanuele II angolo via della Pace una lapide murata in marmo bianco ricorda l’evento. Si vede la corona reale dei Valois con i tre gigli di Francia e un’iscrizione in lingua provenzale con  caratteri gotici in cui si legge “in questa casa ha dimorato Carlo, re dei Galli”.
La prima parte del Cinquecento fu uno dei periodi più tormentati nella storia del Ducato Sabaudo e il Piemonte fu teatro di scontri continui tra le due potenze dominanti dell’epoca, la Francia e l’impero spagnolo e Chieri si trovò più volte coinvolta negli eventi bellici. La divisione della penisola in ducati, repubbliche e regni scatenò ben presto il desiderio di espansione dei sovrani europei tra i quali, appunto, Carlo VIII che nel 1494 scese in Italia per tentare di occupare il Regno di Napoli sulla base di una pretesa dinastica. Il sovrano arrivò a Torino il 5 settembre ospite della reggente Bianca di Savoia che proclamò la neutralità del Ducato di Savoia pur concedendo il passaggio ai soldati francesi. Da Torino Carlo VIII cavalcò a Chieri e qui si fermò alcuni giorni. Prima di puntare ad Asti fece una capatina a Vezzolano. Secondo le cronache del tempo pare che non solo sia entrato nella storica Abbazia ma abbia pranzato nel refettorio insieme ai frati di Santa Maria. Carlo VIII è rappresentato nel trittico sull’altare dell’abbazia, inginocchiato, con i gigli di Francia sull’abito regale. Vicino a lui, la Madonna in trono e Sant’Agostino. Quattro anni dopo, a soli 28 anni, Carlo VIII morì per un banale incidente nel castello di Amboise. Batté la testa contro l’architrave in pietra di una porta mentre passava a cavallo nel parco.
Un bel libro per conoscere ogni particolare sul soggiorno del re francese a Chieri è quello scritto da Pier Paolo Falcone dal titolo “Un Re di Francia a Chieri, Carlo VIII” del quale però si trovano solo tre copie, nella biblioteca civica di Chieri, nell’Archivio di Stato a Torino e presso l’associazione culturale chierese Carreum Potentia.
                                                                                                 Filippo Re
Due fotografie di Palazzo Solaro a Chieri + la lapide in marmo che ricorda il soggiorno di Carlo VIII in città

Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Breve storia di Torino

1 Le origini di Torino: prima e dopo Augusta Taurinorum
2 Torino tra i barbari
3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia
4 Verso nuovi orizzonti: Torino e l’élite urbana del Duecento
5 Breve storia dei Savoia, signori torinesi
6 Torino Capitale
7 La Torino di Napoleone
8 Torino al tempo del Risorgimento
9 Le guerre, il Fascismo, la crisi di una ex capitale
10 Torino oggi? Riflessioni su una capitale industriale tra successo e crisi

 

3 Verso nuovi orizzonti: Torino postcarolingia

Prosegue in questo terzo articolo il mio intento di raccontare storicamente le vicissitudini della nostra bella Torino. La volontà è quella di riproporre in una serie di testi gli avvenimenti, i fatti e i personaggi che, a partire dalle origini taurine, si sono succeduti e hanno reso il capoluogo pedemontano quello che è oggi. L’urbe ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo, cambiamenti architettonici, urbanistici, politici e sociali, la città si è evoluta insieme all’Italia e all’Europa, talvolta occupando una posizione preminente nello svolgimento degli eventi, talvolta rimanendo “dietro le quinte” ad osservare silenziosa il mondo che cambiava.
Proseguo nel mio impegno dunque, intrattenendovi oggi, cari lettori, sulle tematiche riguardanti il caotico periodo postcarolingio.
Siamo nell’anno 887: muore Carlo il Calvo, l’Impero di Carlo Magno si disgrega, i signori locali vogliono disperatamente la corona. Arnolfo di Carinzia è proclamato re dei Franchi orientali, Oddone di Parigi diviene re dei Franchi occidentali, mentre Berengario del Friuli e Guido II di Spoleto si contendono la corona di re d’Italia.
Questo l’intricato “background”. Vediamo ora di approfondire un po’ la questione.
L’Impero carolingio è giunto al termine, il potere un tempo di Carlo Magno ora è nelle mani di conti, duchi e marchesi, aristocratici a capo di ampi territori comprendenti sia le zone rurali sia le città.

La stabilità politica è tuttavia qualcosa di apparentemente irraggiungibile: tali regni risultano caotici ed effimeri, i signori sono costantemente occupati a rivaleggiare tra loro per il Regno Italico, ma nessuno è destinato a detenere il potere a lungo.
In questo clima di instabilità generale Torino rimane ai margini, adeguandosi agli avvenimenti che interessano non solo la regione specifica, bensì tutta la penisola italiana.
Dopo la caduta dell’Impero la città subalpina cambia rapidamente “proprietario”, alla morte di Suppone II la città e le zone annesse passano dapprima sotto la giurisdizione di Carlo il Grosso (887), poi di Berengario del Friuli (888), a sua volta sconfitto da Guido di Spoleto.
Quest’ultimo, determinato a mantenere la propria podestà, decide di concentrare le forze armate nel confine nordoccidentale del regno, dando così vita ad una nova unità territoriale, la “marca di Ivrea”, una sorta di principato di frontiera che comprendeva il vasto territorio del comitato di Torino fino alle coste della Liguria. Guido affida il controllo della zona ad un suo fedele sostenitore, il burgundo Anscario, la cui discendenza amministrerà la regione per lungo tempo. Nell’anno 899 è Adalberto ad amministrare la marca, assicurandosi il titolo di marchese – “reggente di una marca”- ; egli varia anche le alleanze, sicuro di schierarsi a sostegno di Berengario del Friuli, che si era proclamato re agli inizi dell’anno 888, nella capitale Pavia.

Sul terminare del IX secolo, si assiste al fenomeno delle “seconde invasioni”: gruppi di genti agguerrite e violente giungono da est, da sud e da nord, si tratta dei Normanni – anche noti con l’appellativo “Vichinghi”- aggregati tribali che saccheggiano le coste atlantiche, vi sono poi gli Ungari, che tengono sotto costante attacco Germania e Italia, e infine i Saraceni, dediti a scorrerie navali nell’area del Mediterraneo.
Alle vicissitudini per il potere, si aggiunge il pericolo degli invasori, particolare preoccupazione destano appunto i Saraceni, guerrieri musulmani provenienti dalla Spagna e dal Nordafrica che avevano valicato le Alpi e depredavano ora la marca di Ivrea. In seguito a tale incursione, diversi monaci sono costretti a rifugiarsi all’interno delle mura cittadine: è in questo periodo che sorge il Santuario della Consolata, dedicato alla Vergine e ancora oggi una delle chiese più note di Torino. (La chiesa ha origini antichissime, e sorge sui resti di una piccola chiesa paleocristiana).
Gli Ungari a partire dall’anno 898 oltrepassano le Alpi e attaccano la marca friulana, fino a raggiungere, negli anni successivi, Vercelli e i pressi di Pavia.
Accade poi la morte di Anscario (940), seguita dalla ritirata di Berengario di Ivrea in Germania, dove ottiene la protezione di Ottone I, nuovo imperatore. Nel 950 Berengario fa ritorno per sconfiggere i nemici e per riorganizzare la marca di Ivrea in tre marche distinte, ciascuna affidata ad una famiglia: il Piemonte meridionale e la Liguria vengono affidati al marchese Oberto, ad Aleramo spetta invece la parte orientale della regione, con il Monferrato, e infine la nuova marca di Torino spetta ad Arduino, detto il Glabro. Intanto, nel 962, Ottone I scende in Italia, depone Berengario e si fa incoronare imperatore dal papa.
Ottone e i suoi discendenti controllano il Regno italico grazie alla forza degli eserciti, tentando a loro volta di sconfiggere i signori locali, assoggettandoli alla propria volontà. In questo turbolento succedersi di avvenimenti, alcune figure spiccano dalla massa per importanza e preminenza, tra queste vi è sicuramente Arduino, marchese di Torino, capostipite degli Arduinici. Abbiamo sue notizie a partire dal 945, epoca in cui viene nominato ancora come conte, già insediato a Torino, in una fortezza vicina alla porta occidentale della città, abitazione che fungeva da quartier generale per gli scontri armati contro i Saraceni.
Sono tuttavia le cronache di Novalesa a fornirci di diverse informazioni riguardanti Arduino: in questi testi egli è descritto come borioso, avido, “lupo affamato travestito da pecora”. Tuttavia, al di là del giudizio dei monaci adirati perché il conte si era rifiutato di restituire al clero alcuni possedimenti terrieri, Arduino si dimostra un soldato capace e un politico intraprendente.

Tra il 961 e il 962 il conte è quasi certamente coinvolto nel complotto a favore di Ottone I, ed è proprio grazie a queste gesta che ottiene il rango di marchese, tuttavia è bene sottolineare che, nonostante tale avvenimento, i successori di Arduino, gli Arduinici, mantengono con l’Imperatore rapporti sempre ambigui.
Altra figura di spicco è Olderigo Manfredi, imparentato con il marchese di Canossa, sposato con Berta degli Obertenghi, signori della Liguria e del Piemonte meridionale. Il nuovo marchese consolida la propria supremazia attraverso una stretta alleanza con la Chiesa, sodalizio consolidato grazie all’edificazione di diverse abbazie – da lui amministrate- tra Caramagna, Susa e Torino. Durante il suo regno la diocesi di Torino è sotto la guida di Landolfo, ex cappellano dell’Imperatore Enrico II di origini germaniche e dalle spiccate doti amministrative; proprio al vescovo si deve la fondazione e il restauro di diverse chiese situate nelle campagne, il sorgere di questi nuovi centri religiosi favorisce la gestione delle terre e regala linfa vitale ai villaggi delle zone rurali, quali Chieri, Piobesi, Rivalta e Cavour.
Non trascorre poi molto tempo prima che si verifichi una nuova lite tra i grandi signori del regno, ciascuno bramoso di arraffarsi il potere sul Regno Italico. La situazione precipita quando i “milites minores” insorgono a Milano contro l’arcivescovo: Olderico Manfredi interviene nella disputa e rimane ucciso nei combattimenti nel 1034. La moglie Berta eredita dunque il controllo della marca di Torino e subito si assicura di combinare dei matrimoni per le tre figlie. Adelaide sposa il duca Ermanno di Svevia, Ermengarda invece viene concessa al duca Ottone di Schweinfurt ed infine la più piccola, Berta, viene maritata con un rampollo della casa degli Obertenghi. È ora dunque di trattare di un’altra personalità emergente, proprio la primogenita di Berta, la contessa Adelaide, con cui la dinastia arduinica tocca l’apice del successo, grazie anche all’attenta e acuta amministrazione della marca di Torino.

Due volte vedova, Adelaide si unisce in terze nozze ad Oddone di Savoia, da cui ha diversi figli, tutti intelligentemente promessi a personalità delle più rilevanti famiglie nobiliari. Di lei sappiamo che era ben consapevole delle proprie doti e della propria posizione di preminenza, inoltre pare fosse gelosa del suo potere ma anche abile nell’attitudine del comandare.
L’importanza della figura della contessa emerge tuttavia successivamente, durante i decenni centrali del secolo XI, durante i moti riformisti, quando il sistema governativo sostenuto da Ottone I viene messo in discussione e Impero e Chiesa Riformista iniziano a scontrarsi. Adelaide, fervente credente e sostenitrice di molte idee dei riformisti – che condannavano la simonia e il concubinato ecclesiastico- si trova improvvisamente tra due fuochi: Enrico IV, l’Imperatore, nonché marito di sua figlia Berta e Matilde contessa di Toscana, con cui era imparentata non troppo alla lontana, calorosa sostenitrice dei riformisti.
Adelaide riesce a districarsi e appiana la disputa, ponendosi come garante per un accordo tra le due parti.
La contessa per tutta la vita reclama e detiene i propri diritti, anche quando questi vengono attaccati dal vescovo che la vuole privare di alcuni suoi possedimenti.
Adelaide è una delle tante figure femminili di cui è fatta la Storia, una sorta di femminista che non necessita di tale etichetta per dimostrare la propria forza e determinazione.
Ancora una volta c’è da imparare dal passato. Ancora una volta Torino risulta fonte d’ispirazione.

Alessia Cagnotto

Nocciolini in festa: il dolce più piccolo del mondo

I Nocciolini di Chivasso aggregano la cultura, la storia, il commercio e l’enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Tre soli ingredienti, zucchero, albume e nocciole, e appena un grammo di peso. È il Nocciolino di Chivasso, il dolce più piccolo del mondo, ma il più grande nell’aggregare cultura, storia, commercio ed enogastronomia di un territorio che ha voglia di crescere ancora.

Protagonista della Nocciolini Week (14 – 22 settembre), il celebre dolce chivassese sarà il filo conduttore della 28° edizione della Festa dei Nocciolini di Chivasso, che animerà il territorio con il programma di eventi e iniziative più ricco di sempre da venerdì 20 a domenica 22 settembre.

Presentata oggi in Ascom Confcommercio Torino e provincia, la Festa dei Nocciolini è organizzata da Ascom Confcommercio Chivasso in collaborazione con il Comune di Chivasso e con il supporto della Camera di commercio di Torino. La Festa offrirà al pubblico il meglio del commercio con le eccellenze enogastronomiche del territorio, la mostra mercato, i produttori di nocciolini, le cene speciali dei ristoranti, lo street food, il cooking contest, musica, giochi, intrattenimento e cultura per tre giorni. Momento culminante, domenica 22 con la consegna del Nocciolino d’Oro al ristoratore Gian Luigi Giachino e del Nocciolino ’d Tola al funzionario della Commissione Europea a Bruxelles Massimo Gaudina.

«Il Nocciolino è molto più di un semplice dolce: è un simbolo identitario importante della comunità chivassese attraverso quasi due secoli di storia – ha sottolineato la Presidente Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa –. Questo piccolo dolcetto ha assistito ai cambiamenti, alle sfide e alle trasformazioni della nostra città, dalle guerre ai grandi mutamenti sociali, rimanendo sempre un saldo punto di riferimento per l’identità culturale del nostro territorio. Con la Festa dei Nocciolini celebriamo non solo la nostra tradizione dolciaria, ma anche la forza di una comunità che trova in questo dolce il simbolo della sua storia e del suo futuro. Il Nocciolino, oggi come allora, continua a rappresentare l’anima autentica di Chivasso, portando con sé i valori di accoglienza e condivisione che da sempre ci contraddistinguono».

 

«La Festa dei Nocciolini – ha commentato il sindaco di Chivasso Claudio Castello – è un momento di consapevolezza per un settore nevralgico dell’economia chivassese che mette insieme intraprendenza commerciale e cultura agroalimentare, entrambe cresciute nella tradizione storica che va dalla pittura di Demetrio Cosola ai nuovi investimenti dell’imprenditoria. La collaborazione con Ascom, la nascita del Distretto Urbano del Commercio, il riconoscimento del “valore storico di tradizione” ottenuto dal “Gran Mercato del Mercoledì” sono tappe rilevanti di una vivacità mai sopita del commercio chivassese. Questo appuntamento ci spinge a proseguire lungo questa strada, motivando ogni operatore commerciale ed ogni testimone di questo territorio a diventare potenziali destinatari del Nocciolino d’oro e del Nocciolino ’d Tola, aspetti salienti di un evento che varca ogni anno di più i confini cittadini e metropolitani».

L’enogastronomia è protagonista venerdì 20 e sabato 21 con le Cene dei Nocciolini, che vedono per la prima volta 5 ristoranti fare rete – Ristorante GiachinoOsteria San MarcoLocanda del SoleRistorante Pesci Vivi e Ristorante La Fortezza -, per proporre intriganti menù a base di nocciolini e dei loro ingredienti accompagnati dall’Erbaluce di Caluso.

Via Torino sarà la cornice della Mostra Mercato delle eccellenze enogastronomiche locali e delle regioni italiane, dove si potranno trovare le proposte dei Maestri del Gusto, progetto della Camera di commercio di Torino, con le loro specialità e un esclusivo aperitivo servito a mezzogiorno in punto. Dalle 10:00 di sabato alle 20.00 di domenica.

 

Largo al divertimento serale, venerdì in via Po con il dj set di Just 4 Deejays, e sabato in piazza del Castello la musica indie di Polinesia.

«Una ricorrenza istituzionalizzata – ha evidenziato l’assessore al Commercio e Turismo del Comune di Chivasso Chiara Casalino -, entrata ormai a pieno titolo nel cuore dei chivassesi e non solo, la Festa dei Nocciolini si conferma prestigioso palcoscenico della nostra tradizione pasticcera, accendendo i riflettori anche sul commercio ed il turismo. Gli eventi promossi in collaborazione con Ascom Confcommercio offrono infatti al territorio l’opportunità di conoscere o riscoprire le qualità materiali ed immateriali di Chivasso, valorizzando il Distretto Urbano del Commercio e l’incantevole capoluogo. Musica, spettacoli, approfondimenti sapranno attrarre anche quest’anno un pubblico sempre più in crescita e fidelizzato ai nostri commercianti».

«Chivasso ha una ricchissima e variegata offerta di negozi, un mercato settimanale secolare, ristoranti eccellenti, bar e pasticcerie di pregio; da qui, grazie a molti collegamenti stradali e ferroviari si possono visitare castelli, laghi, colline – ha commentato il presidente di Ascom Confcommercio Chivasso Carlo Nicosia –.  La città, sempre più consapevole della propria attrattività, polo commerciale per il territorio chivassese e anche punto di partenza per il turismo in Canavese e nel Monferrato, si presenta con la 28° edizione della Festa dei Nocciolini, ricca di eventi focalizzati sull’accoglienza. La lungimiranza di Ascom, che nel 1995 ha scelto come protagonista il “dolce più piccolo del mondo”, il sostegno di Comune e sponsor privati, il patrocinio di Regione e Città metropolitana fanno sì che la Festa dei Nocciolini sia davvero la vetrina della città e l’occasione annuale di riflessione sul futuro. Vi aspettiamo a Chivasso!».

Sabato 21 e domenica 22, in Piazza della Repubblica, si terrà l’attesa Rassegna della Liquoristica Piemontese e del Vermouth, e il Festival del Gelato Artigianale di Rivara si presenterà quale ospite della rassegna. Negli stessi giorni, dalle 16 alle 19 va in scena “Cuochi a-tipici del Canavese”, il cooking contest degli Chef emergenti di Chivasso e del Canavese, tra tradizione e innovazione. In via Torino per tutto il sabato e la domenica ci sarà GiocaChivasso, giochi di ruolo, da tavolo, card games, miniature e videogame per tutta la famiglia.

Non mancherà lo street food di qualità. Via Po ospiterà, infatti, una decina di postazioni di street food provenienti da tutto il Piemonte e dall’Italia, con una vasta offerta culinaria per tutti i gusti. Da non perdere gli agnolotti della Pro Loco di Chivasso, presente con uno stand nella via.

Il ricco programma di eventi collaterali, iniziato sabato 14 settembre con la Nocciolini Week, che prosegue fino a domenica 22, vede tra le numerose proposte, ‘Sgranocchiamo Nocciolini’, dove i tre produttori di nocciolini chivassesi ospitano i Sindaci di Moncrivello, San Sebastiano da Po e Agliè per raccontare al pubblico i castelli dei loro Comuni.

Ed è, infine, grande l’attesa per l’Erbaluce Day, giovedì 19 settembre, che vede 21 bar ed enoteche chivassesi impegnate in menù e degustazioni di Erbaluce in collaborazione del Consorzio per la Tutela e la valorizzazione dei vini docg di Caluso e doc di Carema e Canavese.

 

La rassegna è realizzata grazie al supporto di Camera di commercio di Torino, in collaborazione con i Maestri del Gusto, con il patrocinio di Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino, Città di Chivasso, Distretto Urbano di Chivasso.

Foto credits Mario Sofia

Nicco: “Collaboreremo per il contrasto all’usura”

“È stata un’occasione utile per consolidare i rapporti: vi è la volontà comune di continuare la collaborazione attraverso ogni forma di iniziativa”, così si è espresso il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Nicco, a margine dell’incontro tenutosi ia Palazzo Lascaris con il presidente dell’Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili, Luca Asvisio, accompagnato dal consigliere Ernesto Carrera e dalla direttrice Lorella Testa.

L’incontro ha rappresentato anche un importante momento per riaffermare la disponibilità ad organizzare nuove iniziative congiunte su temi rilevanti per il territorio e per la categoria, tra cui il fenomeno del sovraindebitamento, la promozione della legalità e la partecipazione attiva all’Osservatorio regionale sull’usura.

Durante l’incontro, entrambi i presidenti hanno sottolineato l’importanza di queste tematiche, impegnandosi a promuovere un dialogo costruttivo e a organizzare convegni e dibattiti pubblici per sensibilizzare l’opinione pubblica.

“La sinergia tra istituzioni pubbliche e professionisti è fondamentale per affrontare con successo le sfide che il nostro territorio si trova ad affrontare, specialmente in momenti di difficoltà economica come quelli attuali”, ha aggiunto Nicco.

“Mettiamo a disposizione le nostre competenze per azioni di contrasto all’usura e al sovraindebitamento, nonché nella promozione della legalità economica e fiscale. Il Consiglio regionale resta un interlocutore privilegiato, ancor di più perché il presidente Nicco è uno della categoria, un commercialista come noi” ha sottolineato Asvisio.

Caos scuola, Ravinale (AVS): “Mancano insegnanti”

Ma  l’Ufficio Scolastico Regionale continua a non immettere in ruolo chi ne avrebbe diritto”.

 

«Con un question time in Consiglio regionale ho voluto riportare l’attenzione della Giunta sul caos che regna nel mondo della scuola e sull’incertezza in cui sono costretti a vivere centinaia di lavoratori e lavoratrici precari della scuola in Piemonte» ha dichiarato Alice Ravinale, Capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in Consiglio regionale.

 

«Nonostante una legge del 2023, la 112, abbia normato il diritto degli idonei delle graduatorie di merito di due concorsi ordinari del 2020 ad essere immessi in ruolo mediante scorrimento delle graduatorie, ciò in Piemonte non sta avvenendo perché l’Ufficio Scolastico Regionale ha ritenuto di dover dare precedenza al cosiddetto concorso PNRR 2023 e, nonostante le promesse, non ha ancora immesso in ruolo 538 persone risultate idonee con i due concorsi del 2020. Nonostante generiche rassicurazioni date dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale in occasione di un presidio delle precarie e dei precari organizzato a fine agosto dalla CUB Scuola, ad oggi nulla si è mosso: ma l’anno scolastico è cominciato, e ciò sta danneggiando non soltanto gli insegnanti e le insegnanti precarie, che continuano a vivere nella più totale incertezza rispetto al loro futuro lavorativo, ma anche studenti di ogni grado che si trovano ad essere senza insegnanti e a vedere compromessa la fondamentale continuità educativa.

Il Consiglio Regionale del Piemonte, con un ordine del giorno approvato all’unanimità nel mese di marzo 2024, aveva richiesto alla Giunta di farsi parte attiva con l’Ufficio Scolastico Regionale proprio per assicurare che ci fosse chiarezza sui fabbisogni e venisse tutelato il diritto all’immissione in ruolo delle e degli idonei, che hanno già superato un concorso: è evidente tuttavia che la Giunta non abbia fatto alcunché, e la non risposta ricevuta oggi in aula conferma il più totale disinteresse da parte dell’amministrazione regionale rispetto al destino degli insegnanti precari e più in generale della qualità della scuola in Piemonte» ha continuato Ravinale.

 

«Come AVS, chiederemo che il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale venga al più presto audito nella Commissione Competente, al fine di fare chiarezza sul destino dei tantissimi precari della nostra Regione e sulla situazione del concorso PNRR 2023, che rischia di dover essere ripetuto da centinaia di persone già risultate idonee all’insegnamento» ha concluso la Capogruppo di AVS.

Fiaip: “La nuova legge Salva Casa”

Dalle difformità rispetto alle vecchie norme edilizie al silenzio assenso dopo un mese da parte dei Comuni. Tutto quello che devono sapere i proprietari che vogliono chiudere con i piccoli abusi immobiliari è contenuto nella Legge 105/24, più nota come Salva Casa.

Di questa legge, delle sue norme e applicazioni, si discuterà giovedì 19 settembre, dalle 15 alle 17.30 presso la Sala delle Colonne del Comune di Torino, nel convegno “La nuova legge Salva Casa e il protocollo RRE (Relazione di Regolarità Edilizia): impatto su cittadini e proprietà privata, organizzato da FIAIP Torino (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali) in collaborazione con gli Ordini professionali legati al settore immobiliare, al fine di approfondire le novità legislative e le conseguenze pratiche che interessano in particolare i proprietari di un immobile, ma anche i punti più complessi rispetto alla normativa locale.

“Fiaip ha contribuito in modo diretto alla formulazione di questa nuova legge con tre proposte accolte e inserite nella normativa. Questo è il primo incontro sul tema che chiama a raccolta tutti gli Ordini professionali della filiera della casa, dagli agenti immobiliari, che mettono in vendita l’immobile, ai tecnici che si occupano delle pratiche edilizie, fino ai notai che con l’atto concludono il passaggio di proprietà dell’immobile“, commenta Claudia Gallipoli, presidente di Fiaip Torino

Nel corso di questo evento, moderato dal notaio Maria Teresa Pelle, emergeranno le sostanziali novità introdotte dalla nuova legge e Gian Battista Baccarini, presidente nazionale di Fiaip, interverrà per offrire una visione aggiornata sugli sviluppi e sulle prospettive del settore immobiliare. Interverranno inoltre: Alessandro Scilabra presidente dell’Ordine dei Notai, Giuseppe Andrea Ferro, presidente dell’Ordine degli Ingegneri, Giorgio Sandrone, ingegnere coordinatore della Rete professioni tecniche, Luisa Roccia, presidente dell’Ordine dei Geometri, Maria Cristina Milanese, presidente dell’Ordine degli Architetti, Franco Dall’Aglio, presidente Fimaa Torino, Stefano Spina, referente Fiscalità immobiliare dell’Ordine dei Commercialisti.

La moderazione dell’evento sarà affidata al notaio Maria Teresa Pelle, che guiderà le discussioni tra i diversi professionisti coinvolti, offrendo un quadro esaustivo sulle implicazioni giuridiche e tecniche legate alle nuove norme.

L’evento dal vivo è riservato, ma può essere seguito in diretta streaming al link: https://register.gotowebinar.com/register/7318220093865500511 (registrazione con il codice associato: 1234)

Gli iscritti agli Ordini aderenti potranno ricevere i crediti formativi, inviando richiesta alle proprie segreterie.

 

Convegno “La nuova legge Salva Casa e il protocollo RRE”

Giovedì 19 settembre ore 15

Comune di Torino (Sala delle Colonne)