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Ritorna dal 16 novembre il Magico Paese di Natale

 Con il mercatino più romantico d’Europa nelle Langhe, Roero e Monferrato

 

Dal 16 novembre al 22 dicembre prossimi i borghi di Govone, Asti e San Damiano d’Asti si preparano ad accogliere la diciottesima edizione del “Magico Paese di Natale” premiato da European Best Destinations come il mercatino natalizio più romantico del 2024.

Il magico Paese di Natale si è inoltre posizionato settimo in classifica tra i mercatini natalizi più importanti d’Europa e primo tra quelli italiani. L’evento si svolge in un territorio, quello delle Langhe, Roero e Monferrato, che si conferma come uno dei fiori all’occhiello per weekend romantici e gite fuori porta nel periodo invernale.

I dati mostrati dall’Ente del Turismo Langhe, Roero e Monferrato indicano un’importante crescita rispetto ai flussi turistici di questo territorio.

Nel novembre 2023 le persone che hanno pernottato nel territorio sono state 66361, con un incremento dell’11,35% rispetto al 2022. Anche le presenze sono aumentate in modo significativo, arrivando a 175.812. A dicembre 2023 i pernottamenti sono stati 38039, con un aumento del +12,09% rispetto al 2022, mentre le presenze sono state 119.936 (+91,71%).

In cima a una delle colline del Roero si trova l’incantevole e romantico paese di Govone, luogo in cui è nato il magico Paese di Natale. A partire dal 16 novembre questo paese si trasforma in un autentico villaggio natalizio, diventando una meta irrinunciabile per gli amanti del Natale.

Con spettacoli, animazioni e mostre l’evento non soltanto incanta le famiglie, ma offre anche un’atmosfera perfetta per le coppie in fuga dal caos cittadino.

Govone, situato nel cuore di Langhe, Roero e Monferrato, ospita un evento che ha saputo conquistare l’Europa, ottenendo il riconoscimento di evento più romantico da parte di European Best Destinations.

Con il suo castello Reale Patrimonio Unesco, le vigne e i paesaggi mozzafiato, questo piccolo borgo invita chiunque ad immergersi nell’atmosfera del Natale e del Romanticismo. I vicoli pittoreschi e i tramonti sule colline creano l’atmosfera perfetta per un fine settimana romantico. Nel parco reale che circonda il castello, il giardino all’italiana si trasforma in un giardino incantato, illuminato da decorazioni natalizie, dove ogni dettaglio è pensato per far vivere ai visitatori momenti di pura magia. Dopo il tramonto Govone diventa ancora più romantico grazie alle numerose luminarie in 3 D che fanno da sfondo alle foto dei visitatori.

Anche la cittadina di Asti si trasforma in un luogo dove il Romanticismo si intreccia con la storia, offrendo ai visitatori un’atmosfera unica. Le 130 casette in legno del mercato natalizio, illuminate a festa, creano un’atmosfera calda e accogliente, mentre il profumo delle caldarroste, del vino brulé e della cioccolata calda si mescola nell’aria, rendendo prezioso ogni istante e accompagnando i visitatori in una passeggiata tra le vie e le piazze.

Asti è sicuramente una cittadina che assembla i tanti volti del Romanticismo. Si potranno scoprire tesori nascosti oppure ammirare dall’alto le mille luci che colorano la città, salendo sulla ruota panoramica di piazza Alfieri.

Tra le colline piemontesi si nascondono piccoli borghi che incarnano l’essenza del Romanticismo. Questi gioielli offrono un viaggio unico attraverso paesaggi mozzafiato e una storia secolare che affascina e incanta. Il percorso inizia a Guarene, dominata dal suo splendido castello settecentesco denominato Poggiolo, punto panoramico per eccellenza, da cui lo sguardo si perde sulle colline del Roero, regalando emozioni indimenticabili.

Poco distante troviamo Neive, un borgo medievale che incanta con le sue case in pietra e l’atmosfera senza tempo. In autunno i vigneti si colorano di mille sfumature, creando un dipinto naturale di straordinaria bellezza. Il viaggio prosegue poi verso Barbaresco, famoso per il suo pregiato vino. La Torre del paese invita a un’esperienza speciale. Degustare un calice mentre lo sguardo si perde nell’orizzonte delle Langhe. Salendo verso l’alta Langa si raggiunge Bossolasco, conosciuto come il “paese delle rose”. Questo borgo fiorito offre panorami spettacolari e un’atmosfera romantica senza pari. In questo contesto il Magico Paese di Natale accoglie i visitatori con luci scintillanti, melodie dolci e sapori autentici. Govone e Asti, con le loro colline incantate, i mercatini natalizi e le specialità culinarie, rappresentano la cornice ideale per una vacanza indimenticabile e romantica.

 

Mara Martellotta

Vini mediocri venduti con false etichette a 16 mila euro

Tipografi compiacenti nel Torinese  avrebbero stampato false etichette di vini pregiati che venivano piazzate su bottiglie di poco valore. Le bottiglie scoperte dai Nas dei Carabinieri erano in realtà vini francesi di media qualità. Un’organizzazione capeggiata da un russo intenditore di vini era riuscita a vendere a ricchi imprenditori le bottiglie taroccate anche a 16 mila euro l’una. L’indagine è partita da Digione dove era stata scoperta un’etichetta falsificata. Sei gli arresti.

Lauree magistrali infermieristiche. Bufalo: «Una riforma epocale per il futuro della professione»

 Il sistema sanitario italiano è alle porte di un cambiamento significativo con l’introduzione di tre lauree magistrali a indirizzo clinico per gli infermieri. Questa riforma, che amplia le competenze della categoria professionale, rappresenta una svolta epocale. Gli infermieri avranno la possibilità di prescrivere dispositivi e trattamenti utili all’assistenza infermieristica, come, ad esempio, presidi per l’incontinenza, materiali per medicazioni e dispositivi per stomie.
La recente riforma ha suscitato un acceso dibattito all’interno del mondo sanitario. Tuttavia, proprio in questo contesto emerge più chiaramente il senso e la giustificazione della figura dell’assistente infermiere, che fino ad oggi sembrava non trovare pieno riconoscimento.
Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, commenta: «L’introduzione delle nuove lauree magistrali non è una minaccia per la professione medica, ma un’opportunità per offrire ai pazienti un’assistenza sempre più completa e qualificata. Un infermiere specializzato è un professionista che ha acquisito competenze approfondite che, in collaborazione con i medici ma anche con le altre figure sanitarie, mira al miglioramento della qualità della cura. Le professioni rimangono ben distinte, ma si completano in un sistema sanitario che si fa sempre più complesso.»
Ed è proprio in questo nuovo panorama, che valorizza la figura dell’infermiere, anche l’introduzione dell’assistente infermiere assume un nuovo valore, inserendosi nel processo di assistenza infermieristica secondo un modello che prevede diversi livelli di autonomia e responsabilità. Un’evoluzione che secondo Bufalo non rappresenta una competizione tra le professioni mediche e infermieristiche, ma una naturale evoluzione verso la piena applicazione del Profilo Professionale, che integra 30 anni di esperienza professionale autonoma e responsabile e di formazione universitaria.
«Con l’aumento delle competenze, gli infermieri potranno gestire meglio i percorsi assistenziali, senza entrare nel merito delle diagnosi mediche ma valorizzando le diagnosi infermieristiche all’interno di modelli organizzativi più opportunamente stratificati – pondera Bufalo –  La specializzazione degli infermieri, inoltre, apre nuove opportunità di carriera, valorizzando il merito e promuovendo un percorso professionale più strutturato e gratificante. È un passo verso una sanità più meritocratica, dove ogni professionista può esprimere al meglio il proprio potenziale per il bene comune».
In un contesto sanitario sempre più complesso, gli infermieri si trovano a essere in prima linea nel garantire il benessere dei pazienti. Le nuove lauree magistrali permetteranno una maggiore specializzazione e una presa in carico più mirata, offrendo soluzioni che snelliscano il processo di cura senza compromettere la qualità dell’assistenza.
«Siamo solo al principio di un lungo percorso e c’è molto su cui lavorare. Confidiamo – continua il Presidente – che questa riforma possa segnare l’inizio di una nuova era per la sanità italiana, dove ogni professionista sanitario possa contribuire al massimo delle proprie competenze per il benessere collettivo».
Ora la palla passa a tutti gli attori coinvolti nella messa a terra delle nuove previsioni normative, i quali dovranno prevedere diverse modalità di valorizzazione anche economica dei diversi livelli responsabilità e l’introduzione di nuovi modelli organizzativi idonei ad accogliere il cambiamento e che riconducano l’agire di ogni operatore alla sua naturale funzione professionale.
«L’Ordine delle Professioni Infermieristiche è pronto a mettersi a disposizione di ogni soggetto istituzionale per favorire e supportare il cambiamento – conclude Bufalo – se si vuole produrre un reale miglioramento dei processi assistenziali a beneficio della salute delle persone assistite e al contempo migliorare le condizioni di lavoro e l’efficienza del Sistema Sanitario, ottimizzando i costi e andando anche a incidere sull’attrattività professionale, è necessario che ciascuno assuma la sua parte di responsabilità e manifesti la volontà di fare gioco di squadra: dalla politica, alle direzioni strategiche e alle direzioni infermieristiche nelle Aziende Sanitarie, fino alla organizzazioni sindacali»

“Se i pesci notassero fuori dall’oceano…”

MUSIC TALES LA RUBRICA MUSICALE

Se i pesci notassero fuori dall’oceano

avessero le gambe e iniziassero a camminare

e le scimmie scendessero dagli alberi

crescessero e iniziassero a parlare

e le stelle cadessero dal cielo

e le mie lacrime finissero nell’oceano

e ora sto cercando la ragione e le cui

hai messo il mio mondo in azione”

Johnny Manuel è di Flint, Michigan. Da bambino non riusciva a staccarsi dalla radio e iniziò rapidamente a imitare ogni nota che sentiva uscire dagli altoparlanti. Dopo aver presentat alcune cover ha firmato un contratto discografico all’età di quattordici anni con il soprannome di Lil’ Johnny. Era entusiasta di registrare negli studi e di andare in tournée con artisti famosi. Un paio di anni dopo, però, venne abbandonato dalla stessa casa discografica come spesso accade.

A 17 anni si chiuse in una stanza, depresso. Ha iniziato a lavorare nel settore della vendita al dettaglio e in altri lavori di ordine comune. Ora spera di tornare sotto i riflettori per una seconda possibilità mentre presenta se stesso e la sua musica al mondo attraverso i talent.

In questo brano lo vediamo insieme ad un Guy Sebastian, australiano, classe 1981 Vincitore di Australian Idol nel 2003 che ha conquistato immediatamente un enorme successo ottenendo svariate certificazioni platino con tutti i suoi album e mettendo a segno svariate collaborazioni con artisti internazionali, il che gli ha permesso anche di entrare nella top 20 della Billboard Hot 100.

““Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo.””

Meraviglia in pochi minuti, spero piaccia anche a voi

https://www.youtube.com/watch?v=oPfmUhbx20g

 
 
 

 

Chiara De Carlo

Chiara vi segnala i prossimi eventi …mancare sarebbe un sacrilegio!

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

Le tavole didattiche storiche dell’Università

Venerdì 25 ottobre alle ore 21, l’Accademia di Medicina di Torino terrà una seduta scientifica, sia in presenza, sia in modalità webinar, dal titolo “Le tavole didattiche storiche dell’Università degli Studi di Torino: un connubio tra arte e scienza”. Dopo i saluti di Stefano Geuna, Rettore Università degli Studi di Torino e di Giancarlo Isaia, Presidente dell’Accademia, interverrà Claudia Bocca, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche, referente scientifico del progetto ART IN MED, L’Arte nella divulgazione delle Scienze Mediche. Seguiranno i contributi di Marco Galloni, già Professore di Anatomia e Veterinaria, Direttore ASTUT (Archivio Scientifico e Tecnologico), Mara Fausone, responsabile ASTUT, SMA (Sistema Museale di Ateneo) e Andrea Valle, Professore, Dipartimento Studi Umanistici. Tutti i relatori afferiscono all’Università degli Studi di Torino. Modera Giuseppe Poli, Professore di Patologia generale e membro dell’Accademia di Medicina.

Le tavole parietali sono entrate nell’uso della didattica tra ‘800 e ‘900 ed ebbero notevole successo nelle Università, soprattutto per l’insegnamento delle Scienze Mediche e Veterinarie, dove rappresentavano fondamentali supporti visivi, antesignani di quelli multimediali attuali. Esse costituivano uno strumento di comunicazione molto diffuso, che dava modo ai docenti di illustrare in aula le loro ricerche. L’Università di Torino conserva numerose collezioni di tavole realizzate in ambiti scientifici diversi, tra cui alcune disegnate da illustri scienziati, quali Giulio Bizzozero, scopritore delle piastrine del sangue. Le tavole riproducono le strutture dell’organismo in un mirabile connubio tra arte e scienza e costituiscono un prezioso patrimonio storico-scientifico, poco conosciuto e da valorizzare.

Si potrà seguire l’incontro sia accedendo all’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino (via Po 18, Torino), sia collegandosi da remoto al sito www.accademiadimedicina.unito.it.

Convegno “Liste civiche per il territorio di Torino e provincia”


Sabato 19 ottobre ore 10. Barrocco, piazza SS. Pietro e Paolo n. 3 a Pianezza

Introduce:          Antonio Castello, Sindaco di Pianezza

Intervengono: Silvio Magliano, capogruppo in Consiglio Regionale – Moderati
Mario Salvatore Castello, Segretario Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale – Patto Civico
Sergio Bartoli, Presidente V Commissione Consiglio Regionale – Fare per il Territorio Trasparenza e Futuro

Interverrà anche l’on. Giacomo Portas, Presidente dei Moderati

Sabato 19 ottobre si terrà a Pianezza, presso il Barrocco di piazza SS. Pietro e Paolo n. 3, un momento di incontro e riflessione sul significato dell’impegno civico nelle Istituzioni a livello regionale, partendo da tre esperienze sul territorio: Moderati, Patto Civico e Fare per il Territorio Trasparenza e Futuro.

Si tratta di tre realtà con forte radicamento sul territorio che da questo momento di confronto intendono fare il punto su metodologie e obiettivi comuni per i cinque anni della legislatura regionale e vogliono aprire un dialogo con le altre liste civiche di Torino e provincia su politiche e tematiche regionali.

Raffaella Bona e Diego Dominici in “Sentenze”

Sentenze è stato il titolo di una mostra ospitata ai Docks Dora, una riflessione sulla libertà e l’accettazione della complessità umana da parte di due artisti Raffaella Bona e Diego Dominici, che si esprimono rispettivamente attraverso i progetti “Pene capitali” e “Parafilia”.

Raffaella Bona e Diego Dominici condividono numerosi punti in comune, pur affrontando tematiche diverse. Entrambi esplorano la complessità della condizione umana, ponendo al centro delle loro opere una riflessione critica sulle norme sociali, sugli stereotipi e sulle dinamiche di potere che influenzano l’identità e la sessualità. Utilizzano le loro opere come strumento di critica verso le convenzioni e i ruoli sociali imposti. Bona affronta la condizione femminile trasformando la violenza in un’ironia liberatoria. Dominici utilizza la maschera per rappresentare la dualità tra l’apparenza esterna e la realtà interiore, esplorando la frammentazione dell’individuo e la repressione dei desideri più intimi.

Un tema centrale nei due progetti è quello della libertà individuale e collettiva. Bona invita a superare i ruoli di genere tradizionali per una società più equa e priva di violenze di genere; Dominici propone una visione di accettazione della diversità sessuale e della complessità umana andando oltre il concetto di devianza. L’obiettivo, in entrambi i casi, è liberare gli individui dagli stereotipi e dalle costrizioni sociali.

Sono queste, opere che non temono di essere provocatorie. Bona utilizza immagini forti come quelle del pene impiccato o ghigliottinato per evidenziare l’oppressione femminile, mentre Dominici si avventura in territori tabù, come la parafilia, per stimolare una riflessione sulle norme sessuali e sociali. Si sfida il pubblico a considerare prospettive alternative e a riflettere sulle convenzioni. Nonostante la diversità dei temi, entrambi i progetti promuovono un messaggio di eguaglianza. Bona cerca una parità autentica tra i generi, dove le donne non siano più relegate a ruoli marginali, mentre Dominici, attraverso l’uso della maschera come simbolo universale, suggerisce che tutti condividano fragilità e luoghi comuni, desideri comuni, eliminando le barriere tra normalità e devianza.

Entrambi gli artisti cercano di abbattere gli stereotipi e di proporre nuovi modelli di identità. Bona immagina un futuro in cui gli uomini siano finalmente liberi da ruoli di potere imposti e dalle gabbie del maschilismo, mentre Dominici propone una visione in cui l’identità sessuali siano fluide e accettate nella loro complessità, libere da giudizi morali.

Sia Raffaella Bona sia Diego Dominici utilizzano l’arte per indagare e sfidare le strutture di potere e controllo che governano le dinamiche di genere e sessualità, proponendo una visione più libera, inclusiva e consapevole dell’identità umana.

Raffaella Bona, architetto e talentuosa ceramista, attua una costante sperimentazione attraverso la trasformazione della materia (grès e porcellana) abbinata all’uso del metallo (ottone e bronzo) e di altri elementi. L’espressione della forma, esaltata e vivificata dalla materia stessa, così come l’interesse tattile dei materiali, si traduce nella creazione di pezzi unici realizzati esclusivamente a mano.

Nella sua collezione “Penelope” affronta il tema della condizione femminile, intrecciando una visione duale che ruota attorno alla rappresentazione del pene, simbolo della mascolinità. Il titolo “Le Pene capitali” gioca con le parole, invitando lo spettatore a cogliere ironia e leggerezza che permeano le sue opere, in netto contrasto con la sofferenza femminile legata a un ruolo sociale ancora marginale rispetto alla libertà e al potere.

Attraverso immagini potenti come il pene impiccato, ghighiottinato o impalato l’artista stabilisce per contrasto un’analogia con la condizione della donna.

Il linguaggio forte e al tempo stesso provocatorio diventa strumento di comunicazione di un messaggio di liberazione e compassione, invitando a sconfiggere i mostri interiori e a immaginare nuovi modelli maschili.

Il progetto ‘Parafilia’ di Diego Dominici, fotografo, esplora in profondità la complessità della condizione umana attraverso una lente provocatoria e riflessiva, concentrandosi sui comportamenti che la società considera devianti o patologici, in particolare legati alla sessualità. Il termine “parafilia” deriva dal greco “para” (oltre) e filia( amore) e diventa un punto di partenza per affrontare la tensione tra desideri intimi e normatività sociale.

Attraverso le sue opere Dominici cerca di rappresentare le dinamiche nascoste della psiche umana, mettendo in luce i desideri e impulsi che spesso vengono repressi o stigmatizzati. Le parafilie, considerate come espressione di devianza, vengono qui individuate quale riflesso della complessità e della pluralità dell’espressione umana, offrendo una prospettiva alternativa e più inclusiva sulla sessualità e le sue sfaccettature.

Uno dei simboli centrali del progetto rimane la maschera, che Dominici utilizza come metafora della dualità tra l’apparenza esteriore e la realtà interiore. La maschera diventa un veicolo attraverso cui l’artista rappresenta le emozioni e gli impulsi nascosti, che spesso devono essere celati a causa di convenzioni sociali o per paura del giudizio. Questo crea una potente dicotomia tra l’immagine pubblica e la dimensione privata dell’individuo, evidenziando la frammentazione dell’essere umano, costretto a dividersi tra il sé che mostra agli altri e il sé autentico.

L’opera di Diego Dominici invita il pubblico a riflettere sul valore della diversità e a riconoscere che la autentica libertà nasce dall’accettazione della complessità che ci caratterizza come esseri umani.

 

Mara Martellotta

La prevenzione del tumore al seno viaggia su Frecciarossa

 Mercoledì 16 ottobre: a bordo medici e volontari a disposizione per consulti e distribuzione di materiale informativo

 

 Frecciarosa 2024 arriva a Torino. Mercoledì 16 ottobre saranno due Frecciarossa coinvolti nell’iniziativa: il treno FR 9516 in partenza da Roma Termini alle ore 8.10 diretto a Torino Porta Nuova (13.10) e il treno FR 9323 in partenza dal capoluogo piemontese alle 14.40 con arrivo a Roma Termini alle 19.35.

 

A bordo dei treni, nella carrozza tre i volontari della Fondazione IncontraDonna e medici messi a disposizione dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica forniranno gratuitamente consulenze e distribuiranno materiale informativo, compreso il “Vademecum della Salute”, redatto in collaborazione con il Ministero della Salute, l’abc della prevenzione, con consigli per un corretto stile di vita utili a tutta la popolazione, viaggiante e no, e scaricabile in versione digitale sia in lingua italiana che inglese.

Inoltre, sulla piattaforma “Frecciarosa.it” saranno prenotabili anche quest’anno i teleconsulti volti a ricevere chiarimenti, suggerimenti e indicazioni dal medico, che dovranno comunque essere successivamente integrate presso strutture del SSN (Sistema Sanitario Nazionale).

Frecciarosa 2024 è la campagna di prevenzione del tumore al seno promossa dalla Fondazione IncontraDonna e dal Gruppo FS con il patrocinio del Ministero della Salute, che per tutto il mese di ottobre prevede consulti a bordo dei treni ad Alta velocità, Intercity e Regionali.

Il Gruppo FS, sensibile alle iniziative in ambito sanitario, ha rinnovato il suo impegno con il progetto Frecciarosa offrendo a cittadini e viaggiatori un servizio a tutela della salute, nella consapevolezza che un reale contrasto delle malattie oncologiche e in particolare del tumore al seno passa solo attraverso una corretta informazione e una sistematica prevenzione.

Fondi Coesione e Sviluppo, Bartoli: “opportunità per il territorio, ma non sia solo un annuncio mediatico”

Non basta avvisare i Comuni: la Regione li deve supportare dal punto di vista organizzativo e procedurale
 “La programmazione integrata regionale per lo   sviluppo e la coesione del Piemonte rappresenta un aiuto concreto ai Comuni del Piemonte che potranno impiegare significative risorse per la realizzazione dei loro progetti. Ma al di là dell’annuncio della buona notizia dell’assegnazione dei fondi, bisogna che da parte della Regione non si tratti di una pura iniziativa mediatica. Va bene che l’assessore Vignale informi i Comuni, ma non basta:  auspico che gli uffici regionali su input della Giunta forniscano un attivo supporto ai sindaci per quanto riguarda la parte burocratica e operativa legata ai fondi”
 È il commento di Sergio Bartoli, consigliere della Lista Cirio e presidente  della Commissione Ambiente,  all’illustrazione della programmazione dei 105 milioni di fondi Fsc, destinati ai progetti presentati da 805 Comuni, avvenuta in Commissione Bilancio.
“L’aspetto più innovativo – sottolinea Bartoli – è dato dal fatto che per la prima volta la misura è suddivisa per aree territoriali omogenee a sostegno dei singoli Comuni del Piemonte, mentre in precedenza riguardava solo i capoluoghi di provincia”.
“Quindi ben vengano gli  incontri promossi nei prossimi giorni a San Martino Canavese, a Valchiusa e in altri Comuni. Ma lo ribadisco: è essenziale che la Regione sia sempre accanto ai sindaci non solo nelle iniziative pubbliche e non soltanto come ha fatto l’assessore comunicando loro la notizia dei fondi, ma soprattutto nell’affiancarli dal punto di vista operativo e coinvolgendo i consiglieri regionali del territorio. Le nostre comunità locali hanno bisogno di concretezza oltre gli annunci”,  conclude Bartoli.

La voce di Karima a Torre Pellice

Sabato 12 ottobre alle 21, il tempio valdese di Torre Pellice ha ospitato la performance di una giovane artista vocale. Parliamo di Karima, artista livornese che è nota al grande pubblico dal 2006, sin dalle prime esperienze televisive (“Bravo Bravissimo”, “Domenica in” e “Amici”). Dopo aver partecipato al Festival di Sanremo nel 2009, ha collaborato con Burt Bacharach e si è esibita più volte in Cina.

Interprete di musical e jazzista, ha lavorato per musicisti quali Riccardo Fioravanti, Dado Moroni e Stefano Bagnoli. A Torre Pellice ha interpretato sia brani del suo repertorio storico sia canzoni di Whitney Houston, negli arrangiamenti di Piero Frassi che l’ha accompagnata al pianoforte.

Julien Coggiola