ilTorinese

Uomo Virtuale – Corpo – Mente- Cyborg

Nella quiete appartata e un po’ dimenticata del Mastio della Cittadella, all’angolo tra via Cernaia e Corso Siccardi, si tiene fino ad ottobre, una mostra al crocevia tra medicina, scienza e tecnologia.

 La mostra, curata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è una vera gioia per gli occhi e per la mente, sicuramente stimolante per il profano e ugualmente appassionante per chi, venga egli dal mondo della fisica, dell’ingegneria o della medicina, voglia conoscere come il suo ambito si possa intersecare ed applicare alla dimensione del corpo umano, per curarlo, studiarlo o, addirittura, estenderne le potenzialità.

 

Non si tratta di una semplice, magari un po’ retorica, descrizione di come i principi della fisica, le tecnologie avanzate, la programmazione e le reti neurali o i risultati della ricerca fondamentale possano essere applicati alla vita quotidiana e alla risoluzione di problemi concreti, quasi in difesa rispetto all’eterno quesito su quale sia il fine della ricerca scientifica.

Al contrario, è un’intelligente rete di collegamenti, stretti, profondi e vari, quasi come le connessioni tra i nostri neuroni, in cui, esposto un determinato principio della fisica, il visitatore viene spinto ad applicarlo con installazioni semplici e assieme particolarmente istruttive –  particolarmente efficace quella sul campo magnetico e il momento degli elettroni alla base della risonanza magnetica – per poi scoprire, sempre facendo molta attenzione affinché la fisica alla base emerga, la sua applicazione di fisica medica, di ricerca o di misurazione.

 

Ci si muove sui due piani dell’edificio: al primo, nei grandi spazi dell’androne, una breve introduzione storica ci porta dal microscopio allo sfigmomanometro, dai raggi X all’ “ubriacatura radioattiva” che, fin quasi a ridosso degli anni ‘50, aveva indotto ad introdurre il radio persino nei cosmetici e nei vestiti e a sponsorizzare (andate a cercare il manifesto!) una marca d’acqua tutt’oggi venduta come “La più radioattiva del mondo”.

 

Si passa poi alle applicazioni, dalla radioterapia all’adroterapia, sempre con l’opportunità di toccare con mano modelli, riproduzioni o parti di strumentazione che nulla hanno da invidiare ai loro gemelli più grandi, i possenti acceleratori del Cern.

 

La mostra fa una piccola deviazione e  si occupa anche, nella pervasività eclettica che è propria della fisica applicata, dell’uso della Tac nel campo dei beni culturali: viene presentato un bellissimo studio, cui hanno preso parte istituzioni torinesi come l’Istituto di Fisica e il Centro di Conservazione e Restauro di Venaria, sul crocefisso ligneo di Donatello conservato a Padova, nella chiesa di Santa Maria dei Servi.

Si possono esplorare tutti i dati dello studio diagnostico, dalle indagini al microscopio ottico alle Tac e alle radiografie, comprendendo, anche in questo caso, quali siano i metodi e le risposte che la scienza può dare per intuire lo stato di salute di un’opera d’arte a suo modo ammalata, offesa dal tempo e dai suoi acciacchi, e come, noto il suo stato, le si possa donare nuova vita o conservarla almeno perché la sua attempata bellezza rimanga patrimonio per i prossimi secoli.

 

Al secondo piano, si passa dalle applicazioni di fisica fondamentale a quelle di ingegneria e tecnologia: tramite il machine learning possiamo “educare” una rete neurale, mentre con un visore si può avere l’esperienza di una retina artificiale, che lascia una sensazione agrodolce: il contrasto tra quello che già si è riusciti a realizzare e l’estrema semplificazione delle forme e dei colori che il sensore deve fare rispetto alla ricchezza di dettagli e di risoluzione che l’occhio riesce fornire, per cui anche un’operazione come maneggiare e collocare una forma geometrica semplice nel suo alloggiamento non è immediata, a dimostrazione di quanto delicata e complessa sia la coordinazione tra il movimento e i nostri sensi, e di quante variabili si debbano considerare durante la rieducazione motoria o la sostituzione degli arti con strumenti meccanici che riproducano la stessa precisione, fluidità e sensibilità degli arti umani.

 

Una piccola sezione finale, una sorta di bonus organizzata in collaborazione con il museo del fumetto di Milano, consente di esplorare la prospettiva dell’estensione delle facoltà umane tramite la metafora dei supereroi degli universi Marvel e DC Comics.

 

Rispecchiando una visione un po’ datata, sono pur sempre personaggi nati negli anni ‘50-’60, gran parte dei loro superpoteri ruota attorno ai presunti effetti della radioattività, tranne nel caso degli X-Men dove è la genetica a determinare la loro condizione oltreumana.

I pannelli sono sempre accompagnati dall’interpretazione scientifica, un utile approfondimento che si può ulteriormente estendere leggendo il libro, ormai di culto, di James Kakalios “La fisica dei supereroi” pubblicato da Einaudi.

 

Si esce dalla mostra con il senso di felicità e soddisfazione che una bella avventura intellettuale può donare, avendo ben chiaro quella che probabilmente è la più significativa via di interpretazione della mostra: la fisica non è solo uno strumento risolutivo di problemi medici, ma una base necessaria per indagare il funzionamento del nostro corpo, sia nella sua settecentesca comprensione elementare di un coacervo di fluidi, leve, reazioni chimiche e scariche elettriche che si può ben cogliere in inglese, lingua nella quale la distanza tra medico, physician, e fisico,physicist, è quella di un suffisso, ma anche nella complessità sistemica rappresentata dai neuroni della corteccia cerebrale, la cui simulazione e la cui imitazione passa necessariamente dalla programmazione.

 

Una mostra da vedere, piena dello spirito di Leonardo, il cui cinquecentenario la città sta commemorando con un grande numero di proposte culturali e che, unita alla mostra “Archeologia Invisibile” al Museo Egizio, può fornire una visione approfondita e complessiva delle multiformi applicazioni della fisica ai vari campi del sapere.

 

Andrea Rubiola

 

Per informazioni:

 

http://home.infn.it/it/comunicazione/mostre-e-installazioni/mostre/3478-uomo-virtuale-corpo-mente-cyborg

Bonificato il panificio sottoposto a sequestro

Nel mese di giugno erano stati sequestrati 110 chili di prodotti alimentari

Nei giorni scorsi, personale del Commissariato Barriera Nizza ha bonificato il panificio-pasticceria ubicato il Piazza Bengasi, sottoposto a sequestro. Nel mese di giugno, a seguito di un controllo, erano stati sottoposti a sequestro quasi 110 chili di prodotti di origine animale e vegetale.

Lunedì, su alcuni organi di stampa, era comparsa la notizia che i residenti lamentavano la presenza di odori nauseabondi. Alla luce di ciò, l’Autorità Giudiziaria, su richiesta del commissariato, ha disposto la distruzione dei prodotti alimentari sequestrati, operazione avvenuta nelle giornate di martedì quando, con l’ausilio di personale specializzato, sono stati eliminati i prodotti in avanzato stato di decomposizione o liquefatti.

La febbre del Capitano e la diaspora pentastellata

Pentastellati nel marasma più totale e anche Matteo Salvini ha un po’ di febbre.  Tutti e due cercano di smarcarsi dai loro problemi sostenendo che di problemi non ce ne sono
Mentono sapendo di mentire, giocando fino in fondo il ruolo che si sono dati.  Il ruolo dei vincenti.  Ammetto, mi aspettavo un Rambo (Salvini) più coriaceo. Nega invece di conoscere chi da più di vent’anni anni frequentava assiduamente.  Paura? Forse no, ma qualche timore l’ avrà. Anche sull’ Europa è un momentaccio.  Giggino e Horban votano in un modo. Lui nell’ altro. Corre in aiuto Chiaretta (Appendino). Licenzia Montanari.  Sicuramente il più antipatico assessore del dopoguerra. E all’ Ufficio tecnico di Torino si stappano le bottiglie di prosecco.  Oltre che antipatico è piuttosto incompetente. Ora organizzerà i comitati anti maggioranza e gli insoddisfatti dell’ operato di Chiaretta, con il dettaglio che contenderanno quello che lui ha o non ha fatto. Il massimo sono la cosiddetta componente di sinistra 5 Stelle. I più raffinati contestano la Sindachessa in Barca a vela.  Chiamali stupidi.Gli altri amoreggiano con  il Sindaco di Napoli De Magistris, alias Potere al Popolo. Insomma la diaspora pentastellata è cominciata. Finalmente liberi da Salvini. Hanno tutto pronto, se non sarà De Magistris sarà  lo stesso Grillo tornato al suo antico lavoro. Ora fa’ solo il comico. Ma il ruolo gli va stretto. Comunque 5 Stelle e leghisti sono uniti su due punti. Non essere d’accordo su nulla è affermare che il governo durerà.  Qualcosa non torna, ovviamente. Non torna anche a sinistra.  Articolo uno si sta liquefacendo. Almeno qui in Piemonte.  Aldo Corgiat dopo aver clamorosamente perso tutte le elezioni del caso nella sua ex roccaforte Settimo e zone limitrofe si autopremia e si autoelegge segretario regionale di ciò che rimane. Roberto Placido non ne vuole sapere più e accusa i vertici nazionali di storica assenza ed incapacità.  Effettivamente Speranza non sa che pesci prendere. Persino l’equilibrato Wilmer Ronzani non ne può più delle beghe Torinesi. E Andrea Scroscio ex segretario regionale scuote la testa: non ci siamo proprio.  Il viale del tramonto per questa sinistra è imboccato.  Resiste  Marco Grimaldi, consigliere regionale a cui Sinistra Italiana ha chiesto di sostituire il dimissionario Fratoianni da coordinatore nazionale. Ma Lui ha troppo da fare qui.  Interessante la domanda presentata da Gian Luigi Passoni per il cda di FinPiemonte.  Molto ma molto competente, arriva da una nobile famiglia di comunisti e di commercialisti. E Lui ha fatto per decenni l’assessore al bilancio del Comune di Torino. Non a caso il bilancio con lui, Chiampa e Fassino funzionava. Con Chiaretta disastro assoluto. Forse, e dico forse,  la situazione a Roma è più disastrosa. Azienda raccolta rifiuti capitolina. Dopo i mille spazzini in mutua un’ altra chicca.  Molti dipendenti rubavano gasolio all’ azienda. A tutti gli effetti ladri ma non licenziabili ancorché rei confessi. Perché? Semplice, con un accordo sindacale si sono beccati solo 19 giorni di sospensione. Veramente brutte persone . E qui la Raggi non ha colpe. Come non ha colpe Matteo Salvini sul discutibile atteggiamento dei Leghisti e  dei Fratelli d Italia in Parlamento durante l’ ultimo saluto al maestro Andrea Camilleri colpevole di essere stato e di voler essere comunista. Matteo Salvini no. Questa volta no, sobrio.  Politicamente non andavano radicalmente d’accordo. L’ Italia con morte del Maestro ha qualcosa in meno. Arrabbiatissimo Fico con il Governo che non gli risponde sul riferire in aula sul caso Russia Gate. Ci pensa Conte.  Poi ci sono commenti tipo: il PD non può parlare perché ha preso i soldi dall’ Urss. Straparlano ed abbiamo pietà per chi ci crede. Opinioni e falsità sono cose molto diverse e molto distanti. E finalmente Chiaretta s’ incontra con il Sindaco Sala.  Si dice meglio tardi che mai.  Qui, mi sa, siamo proprio fuori tempo massimo.  E dopo incassa dal suo gruppo l’appoggio condizionato. Non è dato sapere cosa accadrà, visto che tutto ciò che stato promesso non è stato mantenuto.  A Torino come Roma tra deputati senatori consiglieri ed assessori tengono famiglia.  Che altro dire? Continua la sceneggiata ancora per un po’.  Come a giorni alterni Giggino e Rambo bisticciano e poi si riappacificano. Del resto odio ed amore è tipico dei colpi di fulmine. Dispiace per Giorgetti che incontrando il Presidente della Repubblica Mattarella ha ritirato la sua candidatura in Europa. Povero Conte, manco come segna punti lo vogliono più. Conclusioni? Anche qui la solita sceneggiata.
Patrizio Tosetto

Sette commercianti su dieci contrari alla nuova Ztl

I dati della ricerca sulle imprese del terziario della provincia di Torino, curata da Ascom Confcommercio in collaborazione con Format Research indicano che sette imprenditori su dieci del terziario ritengono che il provvedimento sulla Ztl non porterà benefici alla città

Posizione accentuata nettamente tra gli operatori del commercio al dettaglio e dei pubblici esercizi: un’impresa su tre – in  teme un calo della clientela e una riduzione dei ricavi.Un terzo delle imprese rivedrebbe il proprio giudizio, però  solo a fronte della la riduzione del costo del ticket di ingresso per i veicoli. “L’Amministrazione deve aprire un dialogo serio senza pregiudiziali ideologiche”, dice la presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa.

Realismo e volare basso

Caleidoscopio Rock Usa Anni ’60

La storia del rock è piena di aneddoti, alti e bassi, situazioni bizzarre, scenate, litigi, risse, polemiche, riappacificazioni, problemi con la polizia e di ordine pubblico; il percorso (più o meno lungo) di tutte le bands era costellato di insidie, momenti difficili, contrattempi più o meno ardui da superare, ma quasi mai questo percorso era lineare o uniforme, privo di scossoni o shocks. Ci sono tuttavia casi di gruppi (soprattutto di vita breve) la cui esistenza non ebbe punti estremi, da estasi o da depressione; si manteneva una regolarità nelle aree di esibizione, nelle date, nei locali e nelle venues dei concerti. Ciò poteva essere più probabile in Stati “periferici” o caratterizzati da una vita musicale non frenetica o in continua ebollizione; eppure le eccezioni non mancavano ed erano tantopiù vistose quanto più lo Stato era vivace, dinamico, aperto ad influenze multiple e concomitanti, in primis la California.Eppure anche qui si rinvenivano bands dalla vita regolare, quasi metodica, come per esempio The Midnight Snack, originari di Whittier, sud-est di Los Angeles.

 

Il nucleo originario, sorto forse nel 1965, era costituito da Tom Sack (V, batt) e Mark Furtak (chit, poi b), Craig Strahl (chit), cui si unirono Rodney Walton (org), Mark Wicker (chit, per Strahl), Steve McPeek (chit, per Wicker), Willie Schultz (batt). La band non si preoccupava più di tanto di ambizioni da sala di registrazione o di scrittura di brani originali, anzi si muoveva a proprio agio nel vasto mare delle covers, in ambito rock blues o Motown. Il raggio di azione per le esibizioni non superava i confini californiani. Anzi, insisteva nel biennio 1966-1967 in aree lontane dalle avanguardie psichedeliche e si guardava bene dall’incrociare la Sunset Strip e i locali dei nomi di primo piano; la band non pativa in alcun modo la “zona d’ombra” in cui si muoveva e operava, con date regolari ma non pressanti, attività manageriale tranquilla e senza sussulti di sorta, nessuna partecipazione ad eventi televisivi o radiofonici o alle celebri “Battles of the Bands”. Le venues erano quasi sempre teenage dance clubs, feste di liceo o di college, feste di leva; rarissime erano le date in adult clubs o parlors.

 

Si può dire che il “piccolo cabotaggio” fosse la parola d’ordine dei The Midnight Snack, tanto che perfino l’ingresso in sala di registrazione non fu vissuto con l’emozione, l’entusiasmo e a volte la frenesia che caratterizzava moltissime bands coeve; avvenne quasi per inerzia, oserei dire stancamente, su spinta di un amico di un produttore, in studi di Pasadena, in un arco di tempo abbastanza ristretto e forse senza un’adeguata cura nel confezionamento dell’incisione. Avvenne tutto quasi en passant nel 1967, per la Corby Records, con l’unico 45 giri: “Mister Time” [T. Sack] (Corby CR-220; side B: “Jenny Adaire”). Il “piccolo cabotaggio” si mantenne fisso e costante anche riguardo l’esito del disco, che non ebbe picchi di successo, entrò in classifica in alcune radio locali del Sud della California nelle posizioni basse per poi uscirne in meno di un mese, senza aver lasciato significative tracce di sé né in radio né tantomeno nei negozi di dischi…

 

Le aspettative per il 45 giri non erano eccelse fin dall’uscita dalla sale di Pasadena; tuttavia il mediocre seguito che ne derivò minò decisamente l’entusiasmo del gruppo. Le date crollarono di numero e successivamente gli arruolamenti in esercito, gli impegni di college e i pargoli in arrivo portarono The Midnight Snack a sciogliersi con una certa rapidità, senz’altro entro l’estate del 1968.

 

Gian Marchisio

 

Ecco la Residenza Universitaria Cesare Codegone

Camplus e Politecnico di Torino presentano la nuova struttura. Il primo operatore di servizi housing per studenti universitari in Italia presenta una nuova residenza da 144 posti letto e rafforza la sua presenza in Piemonte, raggiungendo i 1744 posti letto suddivisi tra appartamenti e strutture complesse

 

Camplus – primo provider di housing per studenti universitari in Italia e Spagna – e Politecnico di Torino hanno presentato nei giorni scorsi la nuova residenza per studenti intitolata a Cesare Codegone.

La nuova residenza, di proprietà del Politecnico, è finanziata al 50% su fondi MIUR e per il restante 50% in project financing dall’ATI SECAP s.p.a (costruzione) e Fondazione Ceur-Camplus (gestione). Si tratta di una nuova costruzione che sorge in via Paolo Borsellino 38, in una posizione comoda per gli spostamenti, a pochi minuti a piedi sia dal Politecnico, sia dal centro cittadino che dalla stazione di Porta Susa, servita dall’alta velocità.

La Residenza Universitaria “Cesare Codegone” è inserita in un contesto di 4200 mq e si sviluppa su nove piani per un totale di 132 camere e 144 posti letto che si vanno ad aggiungere agli oltre 1600 che, oggi, Camplus gestisce a Torino.Dieci posti nella residenza saranno riservati alle nuove studentesse immatricolate a un corso di Ingegneria, nell’ambito di un accordo stipulato tra l’Ateneo e Camplus e relativo al programma “WeareHERe” per l’incentivazione dell’iscrizione femminile ai corsi dell’area ingegneristica.

Le camere, singole e doppie, completamente arredate, hanno un angolo studio, un servizio igienico di pertinenza ed in ogni stanza è stato previsto un frigorifero ad uso esclusivo dello studente. L’intero fabbricato è servito da rete Wi-Fi; ogni camera è dotata di impianto domotico che permette di evitare sprechi energetici in assenza degli occupanti, sia sulla climatizzazione estiva/invernale che su quella elettrica. I servizi che la struttura offre sono stati studiati per soddisfare ogni esigenza quotidiana: sono a disposizione di tutti gli studenti la lavanderia, le cucine comuni, le sale studio, una sala ricreativa dotata di TV, un’ampia terrazza e un giardino.

La nuova residenza offre circa 58 posti letto con un canone di locazione a libero mercato e oltre 86 posti letto a prezzo calmierato, sempre con formula all-inclusive, che comprende l’utilizzo di tutti i servizi della struttura, riscaldamento invernale, raffrescamento estivo, utenze e Wi-Fi, con prezzi che variano in base alla tipologia di camera scelta e del periodo di permanenza.

 

Gran Paradiso Trail, tutto da scoprire

Uniformandosi a un trend sempre più diffuso nel mondo dell’offroad, torna quest’anno il Gran Paradiso Trail che come altre gare ha assunto la connotazione biennale

L’appuntamento è per il prossimo 24 agosto, per una delle tappe più attese del Tour Trail Valle d’Aosta che avrà per epicentro il campo sportivo di Degioz-Valsavarenche. Il Gran Paradiso Trail è una delle prove più belle di tutto il Nord-Ovest del fuoristrada italiano per i paesaggi che il doppio percorso di gara invita ad attraversare ma anche ad ammirare, anche per coloro che vivono l’evento in maniera fortemente agonistica.

Il tracciato principale misura 45,3 km per un dislivello di addirittura 3.341 metri. Già questo fa capire che si tratta di una gara durissima, ma a ciò si deve aggiungere il fatto che si corre costantemente sopra i 1.500 metri di altitudine, con punte superiori ai 2.700 metri. L’altitudine influirà quindi fortemente sulla prestazione fisica, ma il fascino dei luoghi attraversati e soprattutto i colori che il territorio sa regalare saranno un forte impulso ad andare avanti. Chi non ama le lunghe distanze potrà optare per il percorso Raidlight di 25,7 km per 1.819 metri, certamente più agevole anche se come il primo è tutto in alta montagna, con le maggiori difficoltà altimetriche subito dopo metà gara.

La partenza del percorso lungo, che potrà essere affrontato singolarmente o in coppia, verrà data alle ore 7:00, mentre il Raidlight scatterà alle 9:30, sempre dal campo sportivo. I concorrenti dovranno registrarsi almeno 10 minuti prima per attivare il proprio microchip. Il tracciato sarà interamente marcato con bandierine, cartelli, segnali e altro tipo di segnalazione. I concorrenti dovranno avere con sé un bicchiere personale o borraccia per rifornirsi ai tanti punti previsti dall’organizzazione. Per quanto concerne le iscrizioni, che chiuderanno il 16 agosto, il costo è di 45 euro per l’Ultra trail (80 per le coppie) e di 30 euro per il Raidlight. Valsavarenche è pronta per accogliere tutti gli appassionati, non solo per la gara, ma anche per offrire tutta una vasta gamma di attrattive utili per una breve vacanza, magari prologo a un periodo più lungo da trascorrere nel 2020, quando il Gran Paradiso Trail osserverà il suo anno di riposo.
Per informazioni: Association Sportive Corps Forestier de la Vallée d’Aoste, tel. 347.8588061, http://www.granparadisotrail.it

Chiusa centrale di spaccio a Collegno, arrestato un disoccupato

Torino, Nel primo pomeriggio del 16 luglio i Carabinieri della Compagnia di Rivoli hanno arrestato un 24enne di Collegno per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
I militari della Sezione Operativa, nell’ambito dello svolgimento di appositi servizi antidroga, hanno acquisito informazioni circa la presunta attività di spaccio svolta dal giovane.
I carabinieri hanno deciso di fermare il giovane sotto casa e lo hanno controllato.


La perquisizione della casa ha consentito di rinvenire 2,3 kg di marijuana; 900 grammi di hashish, materiale atto al confezionamento della sostanza e denaro contante ammontante a 4.650 euro, verosimile provento di attività delittuosa.

Stazioni e treni più sicuri con la vigilanza della Polfer

La Polizia Ferroviaria, quotidianamente impegnata nell’attività di vigilanza e controllo delle stazioni e aree ferroviarie di Piemonte e Valle D’Aosta, fa il bilancio operativo del primo semestre 2019

In sei mesi più di 1000 servizi d’iniziativa per attività di vigilanza appiedata in stazione e automontata lungo le linee ferroviarie hanno portato all’identificazione di 59.242 persone (10.000 in più rispetto al 1° semestre 2018), di cui 18.824 stranieri, complessivamente 14.901 con precedenti di polizia e 2.210 minori. Le persone arrestate sono 32 di cui 2minori, il 25% in più rispetto al 2018, 328 i denunciati a piede libero di cui 12 minori; 25 le persone scomparse rintracciate, di cui 20 minori.

12 i servizi straordinari svolti da gennaio a giugno su input del Servizio di Polizia Ferroviaria da ‘Oro Rosso’ a ‘Stazioni sicure’ e ‘Rail safe day’, rispettivamente finalizzati al controllo dei rottamai per il contrasto dei furti di rame ed alla sicurezza di viaggiatori e bagagli, assicurata con l’ausilio di personale del Reparto Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine, di unità cinofile antidroga e antisabotaggio e metaldetector. 

6.368 i treni scortati, tra cui regionali, Alta Velocità e Treno notte proveniente da Roma, ben 800 in più rispetto al primo semestre del 2018, con 25.600persone identificate in corsa treno, grazie all’uso dei palmari di servizio di ultima generazione.

Nell’espletamento dei servizi specifici sono state sequestrate 7 armi da taglio e stupefacente di vario tipo tra cui cannabinoidi, cocaina, oppiacei e sostanze sintetiche il cui peso complessivo è stato superiore ai 4 kg.  

In netto calo i delitti di varia natura denunciati in ambito FS, da 441 del 1° semestre 2018 a 311dell’anno corrente, in un trend favorevole registrato nell’ultimo triennio.

Appena concluso l’anno scolastico che ha impegnato la Polfer nella divulgazione in classe dei principi cardine della sicurezza ferroviaria. Grazie al progetto ministeriale ‘Train to be cool’, operatori Polfer qualificati hanno raggiunto 800 studenti di 11 Istituti di scuola media inferiore e superiore anche a Domodossola, Asti, Alessandria e Verres (Aosta).

Proseguiranno invece per tutta l’estate i servizi a bordo treno e nelle stazioni, potenziati al massimo anche con personale tratto dagli uffici, nei giorni e quadranti sensibili, sia con pattuglie in uniforme che con operatori in abiti civili per i servizi antiborseggio, sotto il vigile coordinamento della Sala Operativa Compartimentale.

Sebastian Schwartz è il nuovo sovrintendente del Teatro Regio

E’ Sebastian Schwartz, tedesco, già direttore artistico della Vienna ChamberOpera fino al 2016,  il nuovo sovrintendente del Teatro Regio

Lo ha scelto il consiglio di indirizzo come successore di William Graziosi. il ministro della Cultura, Alberto Bonisoli, dovrà ratificare la nomina. Nel corso della giornata sono stati esaminati tutti  i profili scelti dalla Praxi, ed è stata fatta la preselezione attraverso una ‘short list’ dei candidati con i requisiti migliori.