ilTorinese

Forza Italia: “Il Governo dimentica la montagna”

Ruffino: “Il programma di digitalizzazione sempre annunciato ma di cui non si vede l’ombra potrebbe essere un punto di svolta per molte comunità montane”

Fra le tante dimenticanze di questo governo, una su tutte merita un biasimo particolare: le condizioni di vita di quei 13 milioni circa di italiani che vivono nelle zone interne, nelle aree montane del Paese o in quelle marittime interne ancora non riconosciute da nessun provvedimento legislativo

Nella politica del governo Conte quegli italiani evidentemente sono di serie B (anche se è difficile, con la legge di bilancio, capire dove siano quelli di serie A) Io non conosco, non so se per mia distrazione, provvedimenti di sostegno per quelle aree vittime più di altre di un progressivo impoverimento economico e sociale: servizi assenti o lacunosi, emigrazione costante da borghi di una bellezza mozzafiato ma resi invivibili da una dimenticanza di anni. Il presidente Conte ha qualche misura in serbo per questi concittadini? Il programma di digitalizzazione sempre annunciato ma di cui non si vede l’ombra potrebbe essere un punto di svolta per molte comunità montane. Come deputata di Forza Italia sono impegnata a sostenere ogni iniziativa parlamentare capace di restituire una speranza a quegli italiani desiderosi di non abbandonare la loro terra. Il governo, però, batta un colpo.
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on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

Fondazione Tempia: l’importanza di ricerca e prevenzione

Dal Piemonte/  “La ricerca è il motore della conoscenza scientifica e la prevenzione è il principale strumento che abbiamo a disposizione per combattere le malattie ed in particolare i tumori, soprattutto nella popolazione più giovane”. Così Chiara Caucino, assessore regionale alle “Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale e Pari Opportunità” ha commentato la visita di questa mattina alla “Fondazione Edo ed Elvo Tempia” di Biella

Nel corso dell’incontro è stato rinnovato l’invito all’assessore Caucino per partecipare al convegno, presso la Fondazione e l’Ospedale di Biella, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro infantile, il prossimo 15 febbraio. “È necessario – ha proseguito Caucino – un importante impegno da parte delle Istituzioni per informare correttamente e sensibilizzare i cittadini sul tema dell’oncologia pediatrica, per questo motivo sarò particolarmente lieta di presenziare all’evento della Fondazione, per parlare di bambini, di supporto alle famiglie che vivono la malattia, di ricerca e di speranza”.

Il Fondo Edo ed Elvo Tempia è un’associazione onlus di carattere volontario, nata nel 1981 dalla volontà di un padre colpito nei suoi affetti più cari: la perdita del figlio Edo, di trentacinque anni, per melanoma.Elvo Tempia seppe elaborare il suo dolore e ne trasse la forza di darsi un obiettivo ambizioso: creare un’associazione per contribuire alla battaglia contro il cancro, secondo l’ultimo desiderio espresso dal figlio.P revenzione, cura e ricerca sono i tre obiettivi su cui opera l’associazione, garantendo, tra le molteplici attività, anche programmi di controllo e screening gratuiti ai bambini e alle loro famiglie, sostegno ai pazienti e, nell’ambito della ricerca, il coordinamento di due laboratori per la cura e la diagnosi precoce delle patologie.

Ladro amante delle griffes fa razzia di notte. Ma si addormenta e lo scoprono

Arrestato alla Rinascente dagli agenti del Commissariato Centro con un bottino di oltre 21000 euro

Si è rannicchiato per riposare indisturbato, al termine di una notte di razzia all’interno de La Rinascente di via Lagrange, sotto uno scaffale del reparto camiceria.

Il venticinquenne marocchino, vestito da capo a piedi con capi firmati trafugati dai magazzini del negozio, è stato ritrovato addormentato in quella scomoda posizione, la mattina seguente, dagli addetti alla sicurezza dell’esercizio; a ciascun indumento aveva tolto le placche antitaccheggio utilizzando una forbice ed una pistola spara punti, che sono poi state sequestrate a suo carico. Gli accertamenti svolti successivamente dagli investigatori del Commissariato Centro hanno consentito di appurare che il giovane era entrato ne La Rinascente alla sera del 14 gennaio e, dopo aver effettuato il furto di svariati capi di abbigliamento al primo ed al secondo piano, aveva trovato rifugio, per passare la notte dopo la chiusura, nella Riserva della camiceria; il giovane aveva inoltre nascosto altra e numerosa refurtiva all’interno di due capienti borsoni, occultati nei locali del sistema di aerazione. Qui, gli agenti hanno rinvenuto giubbotti, jeans, felpe, camicie, intimo da uomo, pronti ad essere portati via, per un valore complessivo di oltre 21000 €. Il cittadino marocchino, inoltre, si era completamente spogliato dei suoi vestiti e rivestito con un indumenti griffati. Per il venticinquenne, inottemperante tra l’altro ad una espulsione dal territorio nazionale, sono scattate le manette per furto aggravato.

Cibo mal conservato: sequestrati 33 chili di alimenti

Giovedì sera, poliziotti del Commissariato Barriera Milanohanno effettuato un controllo nella zona di competenza del commissariato per la verifica dei titoli autorizzativi e delle norme che regolano i pubblici esercizi.

Nel corso dell’attività, cui hanno concorso circa 30 operatori appartenenti al Commissariato di zona, al Reparto Prevenzione Crimine “Piemonte e valle d’Aosta”, all’Unità Cinofila ed alla Polizia Municipale, Sezione Amministrativa, sono state tratte in arresto 2 persone.

Si tratta di due cittadini stranieri, un gabonese di 34 anni ed un senegalese di 23, che durante il controllo a due diversi locali, alla vista dei poliziotti, hanno deglutito alcune dosi di sostanza stupefacente.

In via Monte Rosa, invece, è stato sottoposto a controllo un African Market per il quale non era mai stata concessa la licenza.Per l’apertura dell’esercizio senza preventiva autorizzazione è stata comminata alla titolare del market, una cittadina nigeriana di 41 anni, una sanzione di 4000 €. All’interno del locale, gli agenti hanno inoltre riscontrato la presenza di 33 kg di alimenti in cattivo stato di conservazione, che sono stati sottoposti a sequestro. La titolare è stata, inoltre, denunciata per furto di energia elettrica, in quanto personale dell’IRETI ha verificato l’allaccio abusivo alla corrente elettrica per l’alimentazione di 4 grossi frigoriferi per bevande, tre congelatori a pozzetto, la televisione, il condizionatore ed altre apparecchiature.

Complessivamente, sono stati controllati 3 esercizi pubblici ed uno stabile privato in via Brandizzo. Qui, nei locali cantine, l’unità cinofila ha rinvenuto una busta di plastica con all’interno un quantitativo di 490 grammi di marijuana.

L’informazione, i quotidiani e la loro crisi

Parole rosse  di Roberto Placido

La crisi dei quotidiani è nota da tempo ed è, con situazioni diverse, internazionale e riguarda tutta la carta stampata. Testate storiche fino a qualche anno fa diffusissime, sia mensili che settimanali, hanno chiuso o sono costrette ad uscire ed essere vendute “forzosamente” allegate ad un quotidiano.

Le nuove tecnologie, l’avvento del digitale con la nascita di tanti quotidiani online, compreso il Torinese, ed il ritardo clamoroso degli editori italiani hanno fatto il resto. Una delle cause, non penso la meno importante ma certamente la meno citata, riguarda la qualità ed il “modello” di informazione dei nostri principali quotidiani nazionali. Per anni abbiamo sostenuto, con qualche ragione, il livello qualitativo alto dei nostri giornali quotidiani specialmente quando il paragone era con i “tabloid” popolari inglesi. Ma in Inghilterra è chiaro che i “tabloid” sono scandalistici. Negli ultimi anni la nuova veste editoriale, di quasi tutti i quotidiani italiani, ed il loro formato “tabloid” hanno coinciso con un abbassamento del livello qualitativo. L’ultimo caso riguarda un argomento di vero pettegolezzo o “gossip” che dir si voglia. Alcuni giorni fa, nella trasmissione televisiva Otto e mezzo la conduttrice Lilli Gruber al suo ospite, la deputata ed ex ministro Maria Elena Boschi (Italia Viva), ha chiesto, in chiusura, della sua storia d’amore, riportata in prima pagina dal settimanale di “gossip” Chi, finita da poco. Risposte dell’on. Boschi, battute e sorrisi degli altri due ospiti, Massimo Giletti e Massimo Giannini.

La cosa singolare che su una questione così personale il giorno dopo, anche altri, ma soprattutto i due principali quotidiani italiani hanno ripreso la notizia con grande spazio. Cosi anche per il matrimonio tra la parlamentare Lia Quartapelle (Partito Democratico) e l’ex ministro della prima repubblica Claudio Martelli (Partito Socialista Italiano), “delfino” di Bettino Craxi, ricordato in questi giorni dal film Hammamet del regista Gianni Amelio ed interpretato magistralmente da Pierfrancesco Favino. Per non dimenticare incontri al vertice tra capi di stato e di governo dove ampio spazio viene riportato ai vestiti delle loro mogli, alla lista dei vini e delle vivande dei pranzi e cene invece di parlare degli argomenti trattati e delle decisioni che possono modificare la condizione della vita di milioni di persone e di interi paesi. Tutte notizie che una volta erano esclusiva dei settimanali come Chi, Visto, Vip ed altri. Solo le principali di loro, quelle più clamorose, arrivavano al grande pubblico, la maggior parte  riempivano i settimanali accatastati sui tavolini di parrucchiere ed estetiste. Fino a quando i quotidiani non riprenderanno la loro funzione vera e completa e gli editori non affronteranno veramente la rivoluzione digitale la loro crisi resterà e per alcuni, purtroppo, sarà irreversibile.

Coppia di anziani investiti sulle strisce, lei muore dopo una settimana

Cronache dal Piemonte / IL MARITO E’ ANCORA ALL’OSPEDALE

E’ successo a Novi a S. Stefano: la Procura indaga l’investitore per omicidio e lesioni stradali gravi e per omissione di soccorso. Effettuata l’autopsia. Mercoledì i funerali

 

Riceviamo e pubblichiamo dallo studio legale 3A

Coppia di ultraottantenni travolta sulle strisce pedonali appena fuori dalla chiesa dalla vettura di un altro anziano, che per di più non si è fermato: la donna, Maria Verdina Salis87 anni, è spirata dopo una settimana di agonia per i fatali politraumi riportati; il marito, Marino Della Chiesa, 91 anni, è ancora ricoverato all’ospedale. I familiari della vittima sono assistiti da Studio3A.

Il gravissimo fatto di cronaca si è verificato a Novi Ligure, (Alessandria), nel tardo pomeriggio del giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre 2019, attorno alle 18. I due coniugi erano appena usciti dalla messa nella chiesa di Sant’Antonio, a un isolato di distanza dalla loro abitazione, e stavano rincasando quando, attraversando viale della Rimembranza, regolarmente sulle strisce pedonali, sono stati falciati dall’auto condotta da M. G. C., 84 anni, pure lui di Novi Ligure, che però non si è fermato a prestare soccorso ai due pedoni, lasciandoli al loro destino: all’automobilista si è potuto dare un nome solo in un secondo tempo. Sull’incidente procedono i carabinieri della locale stazione, che hanno subito visionato le immagini delle telecamere posizionate nella zona.

I due anziani sono stati trasportati in gravi condizioni all’ospedale cittadino, dove però, purtroppo, la signora Maria Verdina non ce l’ha fatta: è deceduta il 2 gennaio. Il marito per fortuna è fuori pericolo, ma ha riportato traumi pesanti, anche in ragione dell’età molto avanzata, tra cui la frattura di alcune costole che gli hanno causato, come complicazione, una brutta polmonite: è tuttora ricoverato nel reparto di Medicina dell’ospedale di Chivasso, dove risiede uno dei figli della coppia, che in questo modo può assisterlo meglio.

La Procura di Alessandria, per il tramite del Pubblico Ministero, dott. Andrea Trucano, ha aperto un procedimento penale a carico dell’investitore per i gravi reati di omicidio stradale e lesioni personali stradali gravi, entrambi con l’aggravante della fuga, e di omissione di soccorso e ha disposto l’autopsia sulla salma della vittima, nominando quale proprio consulente tecnico d’ufficio la dott.ssa Silvia Visonà, della sezione di Medicina Legale e Scienze Forensi dell’Università di Pavia: l’incarico è stato conferito venerdì 17 gennaio 2020 presso gli uffici di corso Crimea e l’esame è stato effettuato subito dopo all’ospedale di Novi Ligure.

familiari della vittima, sconvolti dalla tragedia, per fare piena luce sull’incidente, essere assistiti e ottenere giustizia, attraverso il consulente personale dott. Giancarlo Bertolone, si sono affidati a Studio 3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che si è subito attivato per recuperare tutta la documentazione relativa al tragico sinistro e ha messo a disposizione come consulente medico legale di parte per partecipare alle operazioni peritali la dott.ssa Elena Azzalini, di Milano.

Oggi, lunedì 20 gennaio 2020, è arrivato il nulla osta e i congiunti della vittima hanno finalmente potuto fissare la data dei funerali, che saranno celebrati mercoledì 22 gennaio, alle ore 15.30, nella stessa chiesa della parrocchia di Sant’Antonio da dove Maria Verdina Salis era appena uscita prima del tragico investimento e dove da anni, con il marito, era impegnata nel coro che anima le funzioni: martedì alle 19 sarà anche recitato il rosario.

Originaria di Alghero, in Sardegna, come il marito, la signora Salis risiedeva da quasi sessant’anni, dal 1962, a Novi Ligure, dove si era trasferita con il consorte, dipendente dell’allora Italsider. Ha fatto per tutta la vita la casalinga prendendosi cura del marito e dei due figli e, come detto, era molto conosciuta e ben voluta tra la comunità anche per il suo impegno in parrocchia. “Una moglie e una madre molto premurosa e amorevole e una persona gioviale” la piange il figlio Luigi. Oltre al marito Marino Della Chiesa e al figlio LuigiMaria Verdina Salis lascia un altro figlio, Marco. Dopo le esequie sarà tumulata nel cimitero di Novi.

 Nicola De Rossi

Juve, Sarri: “Dovevamo chiudere prima la partita”

Juventus-Parma 2-1

Dice a Sky Sport il tecnico bianconero Maurizio Sarri: “abbiamo fatto una partita meno pulita del solito, con la responsabilità di non averla chiusa pur avendone tante possibilità. E si finisce per soffrire negli ultimi 5 minuti, anche perchè abbiamo giocato contro una squadra fisica e in salute. Dopo il 2-1 volevo mandare un messaggio alla squadra, bisognava chiuderla perchè potevano esserci dei problemi nel finale di partita e non l’abbiamo fatto. Poi abbiamo cercato di riequilibrare un po’ con Douglas Costa. Le partite con la Lazio le abbiamo sbagliate, è una squadra forte, ma ci abbiamo messo anche del nostro. Sono state due parentesi perchè poi la squadra è in crescita.”

L’isola del libro

Rubrica settimanale sulle novità librarie. A cura di Laura Goria

Claudia Casanova “Storia di un fiore”   -Feltrinelli- euro 15,00

Quando si ha una passione profonda si maneggiaun’arma in più per difendersi dai duri colpi inferti dalla vita. Sicuramente l’amore viscerale per la botanica è l’ancora di salvezza della protagonista, la giovane Alba. Sfondo del romanzo è la Spagna di fine 800, nella splendida tenuta di campagna della famiglia Ruiz de Peñafiel, la Solariega, dove trascorrono le vacanze le sorelle Alba e Luisa. Dalla madre Mercedes hanno ereditato l’amore per la natura. Le ha cresciute incoraggiandole a trovare una loro strada nel mondo, anziché perdersi nei futili interessi delle loro coetanee.

Tra le mura domestiche vige l’idea che una donna possa avere un ruolo diverso dalla consueta “ama de casa” dedita solo a marito e figli. Alba e Luisa sono moderne e coraggiose; trascorrono le giornate nei campi dove cercano, osservano, raccolgono, catalogano e disegnano gli oggetti del loro amore. Alba, la maggiore, va alla ricerca di fiori, steli, foglie, semi e qualsiasi meraviglia possa arricchire il suo erbario. Luisa invece mette tutta la sua passione nella ricerca delle farfalle e avrebbe un futuro da entomologa. Alla delicata storia dell’amore di Alba per la natura, si aggiunge quella per il famoso botanico tedesco Heinrich Willkomm, ospite alla Solariega. Condividono l’amore per la scienza, si avventurano insieme nel verde e finiscono per trovarsi invischiati in una tenera passione proibita e segreta. Scoprono una nuova specie di fiore che Heinrich battezza “Saxifraga Alba” in onore della ragazza che ama, ma che deve abbandonare. Tra dolore, perdite finanziarie e drammi familiari, ancora molte cose accadranno. Scritto con delicatezza questo romanzo dal sapore antico è ispirato alla vita della botanica spagnola dell’800 Blanca Catalán de Ocón, vissuta a Teruel; a parte la storia d’amore per un botanico tedesco che è pura finzione letteraria.

 

Amy Tan “Dove comincia il passato” – Salani –   euro 18.60

Amy Tan è una scrittrice statunitense di discendenza cinese e questo suo libro esplora la vita di una famiglia divisa tra oriente e occidente. E’ una sorta di memoir che prende l’avvio dalle storie contenute in una capsula del tempo: sette grandi scatole di plastica trasparente che racchiudono il passato della sua famiglia. Spulciando tra lettere, fotografie, documenti e cimeli vari, l’autrice -che a 8 anni scopre di essere tagliata per la scrittura- sguinzaglia bravura e fantasia e svela vicende, passioni, sofferenze e redenzioni che sono tanti “attimi di tempo congelato”. Ricostruisce un passato che comincia prima della sua nascita. A partire dalla Cina imperiale con il suo manto di decadenza, ma anche di fascino. Amy Tan ricompone la vita di sua nonna, nella Shangai del primo 900, quando rimasta vedova aveva poi sposato un uomo ricchissimo diventando una delle sue concubine. Morta infelice e giovane per aver ingerito dell’oppio, ha lasciato sola al mondo la sua bambina (figlia di primo letto) che ha solo 9 anni. E’ la madre della scrittrice, e anche la sua storia ha numerosi coni d’ombra. Cresciuta dal patrigno, a 18 anni sposa un uomo ricco e scivola in un matrimonio di un’ infelicità abissale. Il marito, dietro pubbliche conclamate virtù, nasconde un pozzo di nefandezze: giocatore d’azzardo dilapida la dote della moglie, la considera sua proprietà, la picchia selvaggiamente e la tradisce impunemente. Lei riesce a scappare con il suo amante e dalla loro unione nasce la scrittrice. In altre pagine Amy Tan scruta a fondo nel difficile rapporto con la madre, rivive il dolore delle tragedie che hanno segnato la sua vita, e finisce per comporre un mosaico che non lascia indifferenti.

 

Marco Buticchi “Stirpe di navigatori” -Longanesi-   euro 22,00

Buticchi non sbaglia un colpo e si riconferma maestro dell’avventura, alla stregua di nomi blasonati come Wilbur Smith e Clive Cussler. Leggere il suo ultimo romanzo vuol dire viaggiare a spasso nei secoli, solcare mari tempestosi -tra Italia, Portogallo del 1700, Congo e Stati Uniti degli anni 60 del XX ° secolo- per arrivare ad oggi. E ritroviamo la coppia vincente formata da Oswald Breil e Sara Terracini. Proprio da lei scatta la trama perché mentre è a bordo del Williamsburg insieme al marito deve tradurre un antico diario, rinvenuto in un monastero di Lisbona. E’ stato redatto dal grande navigatore italiano Alessandro Terrasini, (cognome che la dice lunga sulla parentela con Sara).

Ed ecco che Buticchi vi catapulta nel 1755, quando il terremoto rase al suolo Lisbona, e vi trascina nelle incredibili peripezie di Alessandro. La sua nave è la Frelon e lui commercia in stoffe solcando i mari. A incrociare la sua rotta saranno personaggi bellissimi, come Padre Rafael o la contessina Elisa (ingiustamente accusata di matricidio) che fugge dallo zio e dalle sue mire di potere. Ma a smuovere ulteriormente le acque si mettono eminenze grigie, navi negriere, cattivi e assassini a iosa, e la ricerca del mitico tesoro del pirata Olivier Levasseur (realmente esistito nel XVIII° secolo).

Altro piano temporale -tra Congo, Parigi e Stati Uniti- troviamo due fratelli congolesi testimoni di qualcosa di sconvolgente: per questo costretti alla fuga per sopravvivere. Matunde e Kumi Terrasin riprenderanno le loro vite altrove, tra difficoltà e successi. Fino all’epilogo finale in cui i destini di tutti i personaggi finiranno per chiarirsi, incontrarsi o scontrarsi nel presente…

 

Basket Torino Reale Mutua – Latina: una vittoria senza problemi

La Torino del basket si conferma in testa alla classifica di una serie A2 girone ovest che langue molto per qualità dei contendenti ma che, perlomeno a questo punto della stagione, conferma la Reale Mutua come possibile miglior squadra non solo nelle potenzialità ma nella realtà oggettiva

Una partita giocata in maniera “tranquilla” contro una squadra che non sembra oggettivamente in grado di reggere il confronto con la squadra gialloblu.

Solo nel secondo tempo la squadra torinese è sembrata dimenticarsi di saper giocare consentendo a Latina di rientrare molto vicino, anche se poi nel terzo quarto il solco si è allargato in maniera veloce grazie ad una serie di triple compresa una di Januale, giovanissimo di Torino che ha trovato finalmente il campo non solo negli ultimi 30” di partite stravinte.
Se si vuole dare un difetto a chi è comunque in testa al campionato, lo si trova nella mancanza di fiducia nei giovani talenti che la Reale Mutua sembra avere a favore di giocatori più navigati che ormai più di questo livello non potranno raggiungere. La progettazione non sembra essere la prerogativa principale di chi comanda la nave, e alcune scelte discutibili dell’allenatore legate a proposte di giocatori sempre in campo nonostante evidenze di differente valore sportivo non sono andate in scena nella partita di sabato sera un po’ per motivi di infortuni un po’ per motivo di falli. Un po’ d’isteria la si è avvertita nei confronti di Marks per qualche errore con cambi chiamati con rabbia, così come gli ultimi secondi si è visto un Bushati uscire, entrare , uscire in pochi secondi con simpatico stupore negli occhi del giocatore italo-albanese.


Comunque, Torino con pochi cambi gioca meglio di quando i cambi sono potenzialmente maggiori, limitando quindi la fantasia e le rotazioni avventate, mentre l’inserimento dei giovani, vista la pochezza del livello degli avversari in giro, dovrebbe essere un “must” ma così non è. Ad onor del vero chi vince ha sempre ragione e quindi noi non possiamo fare altro che concederla.
Commento essenziale per l’andamento della partita si descrive nei singoli giocatori che si sono alternati con i classici tre più uno protagonisti, cioè Marks, Pinkins, Alibegovic a dare contributi da fuori …più …ah già, Diop, che effettua una prestazione ottima con 3 su 5 da tre! Questo sì che è un guardare al futuro per lui. Parlando cestisticamente e ad alto livello, Ousmane Diop non è un gigantissimo, e quindi farebbe molto bene ad allargare la sua dimensione del tiro da tre per salire a più alti livelli.

Basket Torino vince, per qualcuno convince e per altri no. Però è anche vero che il livello di qualche anno fa di questa A2 era ben diverso e in questo momento ciò che passa “il meglio del convento” è questo. Speriamo conduca al piano più alto, con qualche momento di spettacolo in più e qualche giocatore di talento da “creare” per poter tornare a competere ad un livello dove credo che la città di Torino dovrebbe essere nel mondo del basket.

Paolo Michieletto

Alla scoperta delle Pastiglie Leone con il CDVM

Il Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale, organizza un viaggio all’interno di una consolidata realtà imprenditoriale torinese che ha saputo coniugare tradizione ed innovazione

Giovedì 23 gennaio prossimo, nell’ambito delle visite alle realtà imprenditoriali capaci di coniugare un passato di pregio ad un presente vincente, il CDVM ( Club Dirigenti Vendite & Marketing dell’Unione Industriale di Torino) organizza un nuovo appuntamento del ciclo “Sales & Marketing Innovation”. Si tratta, questa volta, di un viaggio alla scoperta della storica fabbrica delle Pastiglie Leone srl. La sua sede è a Collegno, in via Italia 46.

Titolo particolarmente emblematico di questo evento, occasione unico di dialogo con il direttore marketing dell’azienda torinese, è ” Il marketing al servizio della dolcezza “.

Risale al 1857 la data di fondazione di questo storico marchio torinese, anche se originariamente il suo fondatore, Luigi Leone, aprì la sua bottega nella cittadina di Alba, per poi trasferirsi pochi anni dopo nel capoluogo subalpino. Sicuramente l’elemento trainante dell’azienda sarebbe stato costituito dalle celebri pastiglie confezionate nelle tradizionali scatole di latta. Nelle botteghe dei tempi passati esse prendevano posto negli scaffali in legno;  venivano e vengono tuttora prodotte utilizzando aromi, estratti ed essenze capaci di farne esaltare profumo e fragranza. I loro colori sono assolutamente inconfondibili, ve ne sono di dissetanti al mirtillo, limone ed arancia, mandarino e violetta o fragola; digestive alla menta,  camomilla, genziana, rabarbaro o fernet. La fabbrica Leone non è solo sinonimo delle celebri pastiglie, ma anche delle gelatine, liquerizie, caramelle gommose, assenzio e cioccolato. Proprio l’assenzio, il celebre liquore tipico della belle Epoque, immortalato nell’omonimo dipinto di Degas, viene prodotto secondo la ricetta antica dei distillati della Val de Travers.

“Abbiamo scelto di visitare una storica azienda come quella delle Pastiglie Leone – spiega il presidente del CDVM, dottor Antonio De Carolis  – in quanto essa continua ad applicare in modo vincente l’antica ricetta di coniugare il suo forte legame con il passato con una salda capacità di guardare al futuro. Da tempo la fabbrica è proprietà della famiglia Monero, che già un tempo era distributrice dei prodotti Leone e che, alla morte del suo fondatore Luigi Leone nel 1934, ne rilevo’ l’attività su iniziativa di Gisella Balla Moreno. Molto ampio il mercato dell’export di questa azienda, che spazia dalla Francia, Spagna, Germania,  Regno Unito ed Est europeo, fino agli Stati Uniti, il maggiore Paese extraeuropeo in cui vengono vendute le pastiglie Leone. I gusti più richiesti nell’export sono la cannella e la violetta”.

Mara Martellotta