ilTorinese

La cultura come risorsa per la salute

Alleanza sancita da un accordo pluriennale in collaborazione con Museo Nazionale dell’Automobile, Città della Salute e delle Scienze e Biblioteche civiche. 

L’azienda ospedaliera e universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, su proposta della Fondazione Medicina a Misura di donna Onlus, ha siglato un accordo pluriennale con il MAUTO – Museo Nazionale dell’Automobile, l’istituzione culturale di prossimità dell’azienda sanitaria, in collaborazione con il servizio Biblioteche della Città di Torino, Abbonamento musei CCW Cultural Welfare Center. Il percorso riguarderà tutta la cittadinanza e inizia con l’incontro di accompagnamento alla nascita in Museo per proseguire con il ben-essere dei professionisti della cura, risorse primarie della cura dei cittadini e della società. La collaborazione intersettoriale tra cultura, sociale e sanità ha un ruolo importante nella salute della comunità, tanto che la Commissione Europea ha inserito tra i pilastri delle proprie politiche del piano Cultura proprio la relazione e tra cultura e salute. La sanità è la porta maestra di contatto per avvicinare tutti i cittadini alle opportunità territoriali che contribuiscono allo sviluppo del potenziale individuale, all’aumento della resilienza alle avversità, al contrasto dall’isolamento e dei disagi emotivi. 

La AOU – Città della Salute e della Scienza ha colto l’invito promosso dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna allo sviluppo di un percorso sistemico e sistematico con il Museo Nazionale dell’Automobile, istituzione culturale con cui confina, luogo di bellezza in dialogo con la natura fluviale. La prospettiva di collaborazione si basa sull’esperienza avvenuta nell’ospedale Sant’Anna della Fondazione che, dal 2011, ha varato con la AOU un percorso di ricerca e azione su “Cultura e Salute”, che ha trasformato con processi partecipati attraverso le arti visive (poesia, musica, teatro e danza), il volto organizzativo di un intero blocco ospedaliero che vedrà nel MAUTO una piattaforma di sviluppo. L’accordo coinvolge le BCT Biblioteche Civiche Centrali sia per il riconoscimento dell’importanza della lettura in famiglia, già nei primi mille giorni di vita, sia per la prossima apertura della Biblioteca Civica al Valentino, con la quale disegnare sinergie. Il primo atto sarà lo sviluppo degli incontri di accompagnamento alla nascita in Museo per i primi mille giorni, centrali per lo sviluppo neuronale di ogni individuo e il ben-essere biopsicosociale della mamma e della famiglia. Verranno progettate azioni che si rivolgeranno a tutta la cittadinanza, ma in prima istanza al personale sanitario e agli operatori di cura, risorse primarie per l’attivazione di percorsi di ben-essere a caduta su pazienti e cittadini. L’accordo è un passo per lo studio della prescrizione sociale accanto alle consuete terapie, della partecipazione regolare di iniziative sociali e culturali volte a rafforzare legami sociali che riducono il rischio di vulnerabilità alle malattie.

“Il progetto Nati per leggere, in sinergia con Nati per la cultura e grazie alle collaborazioni di biblioteche e musei, si configura come un fondamentale strumento strategico per la città di Torino – dichiara l’Assessora alla Cultura del Comune di Torino Rosanna Purchia – questa iniziativa mira a coinvolgere in modo capillare le comunità e i territori raggiungendo tutti i quartieri e le famiglie, anche quelle meno abituate a frequentare i luoghi della cultura. L’accordo attuale amplia la portata delle azioni rendendole trasversali e diffuse in tutte le zone di Torino. L’alleanza tra Cultura e Salute si basa su un corpus sempre più solido di evidenze scientifiche che dimostrano come la partecipazione culturale possa sostenere lo sviluppo dei bambini e delle bambine, contribuendo a prevenire malattie, migliorando il benessere fisico e mentale, e promuovendo stili di vita sani, favorendo la creazione di comunità resilienti”.

Mara Martellotta 

La nuova Cavallerizza Reale, via libera alla riqualificazione: approvata la variante al progetto

La Giunta comunale, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, ha approvato la variante al Progetto Unitario di Riqualificazione (P.U.R.) del complesso storico della Cavallerizza Reale, strumento previsto dall’attuale P.R.G. per definire l’assetto generale, i tipi di intervento previsti sugli immobili, le unità minime di intervento, le specifiche destinazioni d’uso.

La variante consentirà quindi di attuare la trasformazione della Cavallerizza in un polo culturale multifunzionale, un mix di attività pubbliche e private, segnando ufficialmente l’avvio del grande cantiere di recupero. A seguito del successivo passaggio in Consiglio Comunale, tutti i soggetti coinvolti -escluso Fondazione Compagnia di San Paolo il cui progetto era stato approvato nel mese di luglio- potranno infatti presentare i titoli edilizi necessari per dare il via ai lavori sulle porzioni di fabbricati di loro proprietà.

La variante recepisce l’aggiornamento dell’assetto proprietariocomplessivo, mutato e ampliato rispetto al P.U.R. approvato nel 2021: il Comune di Torino ha in proprietà le U.M.I 6 Cavallerizza Alfieriana, U.M.I. 8 Maneggio Chiablese e U.M.I. 4 Piazzetta Accademia Militare all’interno del Complesso e Piazzetta Rossaro; la Cartolarizzazione Città di Torino S.r.l. – CCT ha in proprietà la U.M.I. 9 edificio denominato Zecca); la Fondazione Compagnia di San Paolo ha in proprietà le U.M.I. 5 Manica del Mosca, U.M.I. 10 Pagliere, U.M.I. 11 Piazzetta Vasco e Passaggio Chiablese; l’Università degli Studi di Torino ha in proprietà la U.M.I. 7 Corte delle Guardie; CDP Real Asset Sgr Spa ha in proprietà U.M.I. 3 Rotonda Castellamontiana, U.M.I. 1 Accademia Militare e U.M.I. 2 Corpi di Fabbrica di Via Verdi).

Il riassetto proprietario ha anche aggiornato le destinazioni delle rispettive Unità Minime di Intervento (U.M.I.) per il recupero del complesso.

In particolare, nella UMI 1 – Accademia Militare è prevista la realizzazione di una struttura alberghiera mentre nella UMI 2 e in una piccola porzione della UMI 1 (locali della ex Cappella) si prevede l’insediamento del cosiddetto Polo delle Arti, costituito dall’Accademia delle Belle Arti, dal Conservatorio Giuseppe Verdi e dalla Fondazione Collegio Universitario Einaudi. Gli immobili di proprietà dell’Università di Torino saranno destinati ad ospitare nuovi spazi per l’Ateneo. Negli immobili attualmente di proprietà della Città di Torino (U.M.I. 6 Cavallerizza Alfieriana) o che saranno ceduti nell’ambito delle attuazioni (UMI 3 Rotonda Castellamontiana e parte delle UMI 1, 2 e 7) è prevista la realizzazione di uno spazio polivalente dedicato alla ricerca e alla sperimentazione nel campo delle arti performative, attraverso interventi di restauro conservativo della Cavallerizza Alfieriana, del recupero della Rotonda, delle maniche al piano terra della corte delle Guardie e della manica della crociera verso via Verdi. Nell’U.M.I. 5 – Manica del Mosca, di proprietà della Fondazione Compagnia di San Paolo, si insedierà la nuova sede della Fondazione stessa, mentre nella UMI 10 Pagliere sono previste attività terziarie.

Tra gli elementi distintivi della variante approvata spicca l’inclusione del cosiddetto Lotto Zero, un innovativo impianto geotermico che garantirà la climatizzazione sostenibile di tutte le U.M.I. del complesso. Le progettazioni ipotizzate sul Complesso ampliano l’offerta di funzioni pubbliche rispetto a quelle previste dal PUR approvato nel 2021, proponendo una riqualificazione orientata alla promozione culturale della Città, restituendo spazi alla fruizione della cittadinanza e dando luogo alla creazione del “polo culturale” auspicato nel percorso di redazione e approvazione del PUR.

Gli interventi aggiuntivi individuati dalla variante, sono riferiti, oltre alla possibilità di realizzare limitate porzioni dei nuovi volumi, alla puntuale modifica di solai per rivedere il sistema distributivo verticale necessario per l’inserimento delle nuove funzioni, alla ricomposizione di alcune facciate che non presentano ad oggi un disegno organico a seguito delle vicende storiche che si sono succedute e alle modifiche puntuali di alcune coperture  di legate al già previsto recupero dei sottotetti.

TORINO CLICK

Guida autonoma e sicurezza stradale: la Regione Piemonte promuove innovazione e sicurezza

La Regione Piemonte conferma il suo impegno per un quadro normativo aggiornato che sostenga lo sviluppo della guida autonoma, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza sulle nostre strade e agevolare l’introduzione delle tecnologie più avanzate disponibili sul mercato europeo.

«Ci stiamo muovendo per far sì che il Piemonte sia tra le regioni italiane più pronte e ricettive per le sperimentazioni e l’introduzione della guida autonoma», ha dichiarato Marco Gabusi, assessore regionale alle Opere Pubbliche, Trasporti e Infrastrutture del Piemonte. «Stiamo lavorando – ha proseguito Gabusi –  a stretto contatto con le istituzioni europee e nazionali per assicurare che il nostro territorio sia parte attiva nel processo di innovazione della mobilità, bilanciando i vantaggi tecnologici con la necessaria attenzione alla sicurezza e all’ambiente».

A livello nazionale, l’Unione Europea ha già approvato la normativa Un-Ece R-157, che permette l’omologazione delle auto a guida autonoma di livello 3 in specifiche condizioni di sicurezza. Tuttavia, il Codice della strada italiano non consente ancora il pieno utilizzo di questa tecnologia, motivo per cui la Regione Piemonte sollecita un intervento normativo adeguato per consentire una graduale introduzione della sperimentazione della guida autonoma sul territorio.

La Regione Piemonte sta sostenendo progetti innovativi come In2Ccam e Scale, che mirano a creare infrastrutture intelligenti e sistemi avanzati di comunicazione tra veicoli e centrali di controllo del traffico. La società partecipata 5T, che coordina la Centrale della mobilità, è parte attiva in queste iniziative ed è coinvolta nei tavoli europei di standardizzazione per le specifiche tecniche legate alla guida autonoma. L’attenzione del Piemonte per l’innovazione nella mobilità si riflette in un sistema sempre più connesso, che consentirà, in futuro, a veicoli di livello avanzato di circolare in sicurezza sulle nostre strade.

La Regione Piemonte resta tra i principali promotori di progetti di cooperazione e interazione tra infrastrutture e veicoli. L’assessore Gabusi ha aggiunto che “il nostro obiettivo è costruire un ambiente favorevole all’innovazione, ponendo al centro la sicurezza dei cittadini e un’efficienza logistica che favorisca la mobilità sostenibile. Stiamo già dialogando con il Ministero delle Infrastrutture per sostenere una normativa italiana che consenta l’utilizzo di veicoli allineati ai più innovativi standard europei”. In conclusione, l’attenzione della Regione Piemonte per la guida autonoma non si limita alla sola sperimentazione, ma rappresenta un impegno concreto verso una mobilità più sicura e sostenibile, con la consapevolezza che una normativa aggiornata e adeguata alle sfide tecnologiche è fondamentale per il benessere dei cittadini e lo sviluppo economico del territorio.

Architettura per la felicità

Come può l’architettura contribuire alla felicità e al benessere delle persone?  Per rispondere a questa domanda Dierre – prima azienda italiana di porte blindate e chiusure di sicurezza – organizza un incontro al Centro Paideia di Torino Giovedì 14 Novembre alle 16,30.
L’appuntamento si inserisce nel percorso di Building Happiness, progetto di Fondazione per l’architettura / Torino che indaga il rapporto tra ideazione degli spazi e qualità della vita.

Il Centro Paideia, fondato dalle famiglie torinesi Giubergia e Argentero per offrire sostegno e inclusione alle famiglie con bambini con disabilità, incarna in questo senso una visione d’avanguardia e dimostra come uno spazio ben costruito possa essere parte attiva della cura.
L’edificio di Via Moncalvo 1 è infatti pensato per essere ecosostenibile, ma soprattutto inclusivo e a misura di famiglia, con aree specifiche per attività di riabilitazione, sport, laboratori creativi e momenti di socializzazione.

Promuovere un approccio progettuale orientato al benessere per noi è una priorità, poiché rispecchia il nostro impegno verso la sicurezza e la serenità degli ambienti in cui viviamo” sottolinea Laura De Robertis, direttrice marketing Dierre. “L’architettura non coinvolge solamente l’estetica di un edificio, ma può contribuire attivamente al miglioramento della vita delle persone”.

L’incontro organizzato da Dierre è aperto al pubblico, e permetterà agli architetti iscritti all’Ordine di acquisire 2 crediti professionali.
Oltre a quello di Laura De Robertis per Dierre, sono previsti gli interventi di Raffaella Lecchi, della Fondazione per l’architettura / Torino, di Lorenzo Giubergia e Stefano Griglio (Studio Giubergia-Griglio Architetti),  dell’architetta Cristiana Ruspa e di Gianluca Solito, psicologo e analista del comportamento.

Il programma

Fondazione Paideia
Fondazione Paideia, nata nel 1993 per iniziativa delle famiglie torinesi Giubergia e Argentero, è un ente filantropico che opera per offrire un aiuto concreto ai bambini con disabilità e alle loro famiglie. Perché paideia? Il termine, in greco, significa infanzia, crescita, educazione, formazione. Paideia offre accoglienza, sostegno e momenti felici ai bambini con disabilità e alle loro famiglie, prendendosi cura di genitori, fratelli, sorelle e nonni, affinché ognuno possa esprimere al meglio le proprie potenzialità. L’obiettivo è sostenere la crescita dei bambini e di chi si cura di loro, partecipando alla costruzione di una società più inclusiva e responsabile.

Dierre è il marchio italiano che guida l’innovazione nei settori delle porte blindate, porte per interni e chiusure di sicurezza. Fondata nel 1975 da Alessandro e Vincenzo De Robertis l’azienda ha tra i suoi punti di forza la capacità di coniugare ricerca tecnologica e design, produzione industriale e artigianalità. Un partner unico per tutti i progetti, residenziali e non, con un servizio chiavi in mano per i grandi cantieri e una gamma completa di soluzioni che comprende porte di sicurezza, porte tagliafuoco, controtelai per porte a scomparsa, porte scorrevoli, chiusure per garage e casseforti, serrature e cilindri per porte blindate.

Informazioni: 0141-941111 www.dierre.com

Tempesta di colori. Mary Heilmann e Maria Morganti

Con la doppia personale dedicata alle due artiste, la “GAM” di Torino ribadisce il nuovo progetto per l’allestimento delle “Collezioni” dell’era Bertola

Fino al 16 marzo 2025

Luce, colore, tempo. Sono questi i tre elementi essenziali su cui prende il via il progetto della “nuova GAM” di Torino; i tre temi cui s’ha da ispirare il nuovo allestimento delle “Collezioni permanenti”, così com’è inteso dalla direttrice (nominata il febbraio scorso) Chiara Bertola. Un percorso che con le due nuove mostre dedicate a Mary Heilmann e a Maria Morganti – la cui inaugurazione segue di pochi giorni quella dedicata a “Berthe Morisot. Pittrice impressionista” (unica donna fra i fondatori del movimento della “Nouvelle Peinture”) – aggiunge un nuovo importante tassello a un progetto che nelle cifre astratte (mondi di colore che si fanno luce corpo tempo totalità di vita di esistere e di mestiere) della Heilmann e della Morganti trova nuova e fertile linfa per aprirsi al “nuovo” futuro. Inaugurate entrambe martedì 29 ottobre, entrambe proseguiranno fino a domenica 16 marzo del prossimo anno.

Per Mary Heilmann, nata a San Francisco nel 1940 e sicuramente fra le più importanti pittrici astratte contemporanee, quella negli spazi della “GAM”, curata dalla stessa Bertola e realizzata con la collaborazione dello “Studio Heilmann”di New York, è la prima personale italiana e ripercorre praticamente, attraverso una sessantina di opere, l’intera sua carriera, dai primi dipinti geometrici anni ’70 fino alle recenti “tele sagomate” in colori fluorescenti. In quei rossi accesi, nei gialli e nei verdi e nei blu intensi – miscelati a larghe campiture spesso in contrasti esplosivi ed eterodossi, dove il magma cromatico è forza intensa di pennellata o di ben percettibile gesto manuale, non di rado debordante oltre la cornice dell’opera per prendere forma di  girovaghi satelliti di colore o di stralci di ceramiche smaltate – c’è tutta la sua vita, il suo essere donna e artista in tempi di intollerante “controcultura”, di “movimento per la libertà di parola – annota Bertola – di quello spirito ‘surfistico’ della sua nativa California, che seppe anticipare persino la cultura ‘beat’ e i successivi movimenti di contestazione del sistema”.

Il dipinto più datato presente in rassegna, “Chinatown” del 1976, prende il titolo dal non facile quartiere dove Heilmann vive i suoi primi anni a New York; a seguire “French Screen” e “The Rosetta Stone I” (entrambi del ’78) con “Robert’s Garden” (1983). Opere dov’è lampante l’influenza dei grandi maestri dell’“astratto”, primo su tutti l’olandese Piet Mondrian, fondatore di “De Stijl” e autore di opere spesso banalizzate per la loro “apparente” geometrica “semplicità”. Schermo di una “complessità” frutto, invece, di una continua ricerca di equilibrio e perfezione formale, portata avanti ed evolutasi nel corso di tutta una vita. Destino che Chiara Bertola si sente di accomunare, in parte alle opere di Mary Heilmann, mai arrivate in Italia, “opere sfuggite alla comprensione e la cui piena intelligenza non è stata colta, rimanendo così ‘senza tempo’ e ‘fuori dal tempo’ … la cui forza e gioiosità non sono state sufficientemente vissute dal vivo”.

Come quelle presenti in mostra e realizzate dagli anni ’80 ad oggi, partecipi della cultura del tempo, dell’amore per la musica e il cinema, per road movie, videogiochi e paesaggi oceanici dai verdi vivaci e dai grigi arruffati (“Tube at Dusk”, 2022) in cui la materia si fa grumo di memoria e di ripetute, graffianti esperienze di vita.

Nell’“essenzialità del gesto pittorico” e “nella sua ripetizione ed espansione nel tempo” ruotano invece le opere portate in mostra, e realizzate fra il 1988 ed il 2024, dalla milanese (veneziana d’adozione) Maria Morganti. Curata e fortemente desiderata da Elena Volpato, la rassegna porta letteralmente e concretamente al centro dello spazio espositivo il cuore dello studio dell’artista (“Luogogesto”, opera esso stesso), “luogo fisico e mentale, dove dare forma al tempo attraverso la semplicità di atti quotidiani che compongono, per lento accumulo, il complesso diario cromatico di un’esistenza”.

Luogo dove ogni mattina, la pittrice crea un nuovo colore dal fondo della sua mitica “ciotola”, scrigno prezioso di quella “melma cromatica” ferma lì, mescolata e rimescolata da anni, erede gestualità della veneziana scuola  del colore e lievito naturale alle sue creazioni. Dai “Confronti” con i maestri del passato, ai suoi “Diari” (da “artista-archivista”, com’è stata definita) e alle sue “Sedimentazioni” di tempo quotidiano e tempo storico. Fino al suo “Quadro infinito”, realizzato ogni giorno, strato dopo strato, dal 2006. All’“infinito”, appunto.

Gianni Milani

“Mary Heilmann – Maria Morganti”

GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31; tel. 011/4429518 o www.gamtorino.it

Fino al 16 marzo 2025

Orari: mart. – dom. 10/18. Chiuso il lunedì

Nelle foto: Mary Heilmann: “InstallationView”, Ph. Nicola Morittu; Maria Morganti: “InstallatioView”, Ph. Luca Vianello e Silvia

Giovanni Soldini e Simone Moro: “Eroi di mare e montagna”

Ospiti del “Laboratorio di Resistenza Permanente” alla “Fondazione E. di Mirafiore”

Venerdì 15 novembre, ore 19

Serralunga d’Alba (Cuneo)

Esagerato chiamarli eroi? Certo un bel po’ oltre il “comune”, spesso, ci vanno. Non stiamo dunque a sottilizzare. E che siano due ospiti davvero d’eccezione è assolutamente vero. Bastano i nomi! Giovanni Soldini e Simone Moro: due delle figure più celebri nel mondo della vela e dell’alpinismo. Saranno loro i protagonisti del terzo incontro della XIV edizione del “Laboratorio di Resistenza Permanente” in programma venerdì prossimo 15 novembrealle 19, all’interno del “Villaggio Narrante” in Fontanafredda, della “Fondazione E. di Mirafiore”, a Serralunga d’Alba (Cuneo).

Durante l’incontro con il pubblico, Soldini e Moro dialogheranno su ciò che il mare e la montagna rappresentano per loro: due mondi estremi e potenti che richiedono rispetto, preparazione e umiltà. Entrambi, infatti, sostengono che mare e montagna siano “ambienti dove l’arroganza non ha spazio e dove l’essere umano può sviluppare una profonda connessione, in grado di trasformarsi in un’amicizia rispettosa e autentica con la natura”. La loro “ospitata” è, inoltre, pienamente in linea con il fil rouge “#tempo” su cui si muove  l’attuale stagione della “Fondazione”, voluta nel 2010 da Oscar Farinetti.

Quel “tempo”, per l’appunto, che è anche “elemento imprescindibile” delle discipline praticate, spesso a livelli “estremi”, da Soldini e Moro. Quel “tempo” che in mare, come in montagna, si rivela spesso come un imprevedibile amico/nemico, “come una forza silenziosa e inarrestabile, capace di determinare il successo o l’insuccesso, la sicurezza o il pericolo”. Ogni minuto in mare richiede presenza e consapevolezza, e “il passaggio del tempo diventa metafora della necessità di adattamento continuo all’ambiente e alla sua imprevedibilità”. Allo stesso modo, per Moro, il tempo in montagna è una dimensione sospesa tra vita e morte, dove ogni secondo può segnare la linea sottile tra sopravvivenza e pericolo.

Giovanni Soldini, nato a Milano nel 1966, è tra i più noti velisti italiani. Con una carriera ricca di avventure, tra cui la “Baule-Dakar” del 1991 e numerose regate oceaniche in solitaria, Soldini ha recentemente compiuto un viaggio intorno al mondo, collaborando con scienziati e attivisti impegnati nella conservazione degli oceani. Il suo percorso lo ha portato a esplorare rotte inesplorate e a raccogliere dati sul riscaldamento degli oceani e sull’assorbimento di CO₂. Le sue esperienze non solo testimoniano la bellezza e il fascino del mare, ma evidenziano anche l’urgenza di preservare questo fragile ecosistema.

 

Simone Moro, nato a Bergamo nel 1967, è uno dei più acclamati alpinisti a livello internazionale. Con oltre 36 spedizioni al suo attivo, tra cui quattro ascese all’Everest, Moro si è specializzato nelle scalate invernali sugli ottomila. Ha inoltre intrapreso una seconda carriera come pilota di elicottero, dedicandosi a operazioni di salvataggio in aree remote dell’Himalaya. La sua scelta nasce dall’osservazione delle difficoltà che i soccorsi tradizionali incontrano nelle condizioni estreme d’alta montagna, spingendolo a unire passione e impegno umanitario per salvare vite in uno dei territori meno a misura d’uomo del pianeta.

Per info e programma dettagliato del “Laboratorio di Resistenza Permanente”: Fondazione E. di Mirafiore, Villaggio Narrante in Fontanafredda, Fondazione E. di Mirafiore”, via Alba 15, Serralunga d’Alba (Cuneo); Tel. 377/0969923 o www.fondazionemirafiore.it

g.m.

Nelle foto:

–       Giovanni Soldini

–       Simone Moro

“Puppets Night-la notte dei pupazzi” al Museo di Rivoli

Venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 novembre 2024 si terrà al castello di Rivoli, Museo di Arte Contemporanea, in piazza Mafalda di Savoia, la notte dei pupazzi, Puppets Night. Si tratta di un lungo e tenero weekend dedicato ai più piccini e ai loro pupazzi preferiti. L’iniziativa nasce grazie alla collaborazione tra il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli e SBAM – Sistema Bibliotecario Metropolitano di Torino Area Nord Ovest, nell’ambito del progetto “Nati per leggere-Piemonte”. Tutti i bambini e bambine sono invitati a portare il loro pupazzo del cuore nel pomeriggio di venerdì 15 novembre, per affidarli alle artenaute del Dipartimento di Educazione, e lasciarmi trascorrere una notte al museo, in compagnia di altri pupazzi. Naturalmente non sono benvenuti soltanto i peluche, ma anche bambole e pupazzetti di ogni tipo. Per l’occasione il Dipartimento organizzerà dei set fotografici a porte chiuse per testimoniare ciò che i pupazzi faranno di notte negli immensi ambienti del castello, tra le sale in cui sono esposti i quadri, ma anche in biblioteca, in biglietteria, bookshop, uffici e laboratori. Sabato 16 e domenica 17 novembre, quando i bambini e le bambine torneranno a riprendere i loro pupazzi potranno partecipare al “Puppets Party”, edizione speciale del “Weekend’arte” per le famiglie, con visita al museo, workshop da vivere insieme ai genitori e ai loro piccoli compagni di gioco. Infine, dal racconto fotografico, potranno scoprire le tante attività notturne dei pupazzi, un modo divertente e originale per conoscere il Museo di Arte Contemporanea nelle sue molte sfaccettature. La notte dei pupazzi si ispira alla Stuffed Animals Sleepover, una pratica diffusa negli USA e in Giappone con il nome di Nuigurumi Otomarikai, che si ritiene possa aver una valenza positiva per incentivare la lettura in famiglia. Dopo gli eventi realizzati nelle biblioteche del sistema SBAM, arriva al Castello di Rivoli in questa edizione inedita, a cura del Dipartimento Educazione, un’altra occasione per promuovere l’incontro con l’arte, la lettura e, più in generale, con la cultura, fino alla più tenera età, dai tre anni in su.

La prenotazione è obbligatoria.

Info e prenotazioni: Dipartimento Educazione Castello di Rivoli – tel: 0119565213

educa@castellodirivoli.org

 

Mara Martellotta

Pippo Leocata, “Un mondo da recuperare”

Dal “MUSarMO” di Mombercelli, attraverso le dolci colline della Valtiglione, sostano per Chiese, Cantine e Torri le multiformi opere dell’artista 

Fino al 24 novembre

Mombercelli (Asti)

E’ una lunga, suggestiva cavalcata d’arte fra i lievi dossi delle Langhe monferrine, “Patrimonio Mondiale UNESCO”, quella compiuta dalle opere di Pippo Leocata, artista torinese, ma siciliano d’origine, di quella “siceliota” Adranon – Adrano, alle falde dell’Etna, che tanto continua a ricorrere, ancor oggi, nelle remote immagini e nelle accese cromie delle sue eclettiche, fin quasi imprevedibili e inaspettate, opere artistiche. Installazioni lignee, dipinti a olio e acrilici, di nuova e vecchia data, rappresentano una sorta di articolata “antologica”, una rassegna “a capitoli” o meglio, come preferiscono dire lo stesso Leocata e il curatore dell’evento, l’architetto Pietro Efisio Bozzola, una “mostra diffusa” con le opere dislocate in più sedi, “diffuse, per l’appunto, sul territorio come sono diffusi i paesi che lo punteggiano” e ospitate allo stesso tempo in Cantine – locali santuari del buon bere – così come in edifici storici e religiosi, Corti e Torri, che resistono al tempo ed offrono suggestiva accoglienza. O Musei. Come il “MUSarMo – Museo d’Arte Moderna e Contemporanea”, ex “Carcere Mandamentale” progettato ad inizi Novecento dall’architetto Angelo Santoné, a Mombercelli, cuore della Valtiglione. E da dove (su iniziativa dell’Associazione Culturale “La bricula” di Cortiglione) va ad iniziare – fino a domenica 24 novembre – il percorso espositivo, caratterizzato dal maggior numero di opere in rassegna, per poi proseguire “in modo tentacolare, verso le altre località coinvolte”: dalla “Cantina Sociale” sempre di Mombercelli a “La Corte Chiusa” di Belveglio, alla “Chiesa della Madonna di Fatima” di Cortiglione, fino alla “Chiesa di San Giovanni Battista” e al “Santuario della Madonna del Carmine” a Incisa Scapaccino, alla “Torre” di Masio e alla “Cantina Sociale” di Rocchetta Tanaro, per concludere l’“andar per colline” con la “Cantina” di Vinchio e Vaglio Serra.

Iter da favola e di bellezze, naturali e architettoniche, tutte da scoprire e, allo stesso tempo, parte di “Un mondo da recuperare”, come recita il titolo della rassegna. Che é poi il titolo  della stessa lignea installazione visionabile nella prima foto in apertura di articolo, alle spalle di Pippo Leocata (al centro), del curatore Pietro Efisio Bozzola e della Conservatrice del “MUSarMO”, l’instancabile Anna Virando: due lineari ed essenziali figure lignee (pallet) “in blu acrilico” (un padre e un figlioletto?) tentano di sorreggere un “mondo” che sta per cedere al tempo e alle brutture umane. A terra un groviglio di trucioli, scarti dispersi o materiale ancora utile all’artista (mano divina) per aggiungere – non c’é mai sottrazione nelle sue opere – e riutilizzare in un esercizio certosino e ingegnoso di ricostruzione di quell’universo perduto. Figure simboliche e di “astratta” essenzialità, su cui la mano scorre libera e precisa per formulare racconti che violano il “reale”, attratti dal mito, da remote visionarietà in cui ben chiari s’appalesano l’alto mestiere e la prolifica fantasia di Leocata. Ne é chiara prova anche l’intrigante immagine del “Narciso” di “Solitudine e vanità” (legni pallet, acrilico e specchio sintetico) in cui l’artista ripercorre e rivede in modo singolare soggetti e pagine che hanno attraversato secoli di storia dell’arte, dal “Narciso alla fonte” di Pompei al controverso “Narciso” del Caravaggio (1597- ’99) fino alla surreale “Metamorfosi di Narciso” frutto delle esoteriche bizzarrie di Salvador Dalì.

 

Anche il suo é un triste Narciso, fanciullo “solitario” condannato dagli dei per la sua “vanità” a innamorarsi perdutamente di sé, un’ossessione che lo porterà alla morte in quello “specchio” d’acqua in cui non ha mai cessato di appagarsi, solo e sempre, della sua imagine. Accanto, altre installazioni lignee e specchio sintetico: davvero bello l’omaggio alla “Parata dei Cavalieri” di Fidia, così come l’“Omaggio a Mollino” in ricordo del grande architetto, suo docente negli anni ’60, al “Politecnico di Torino”. Processi creativi in cui penso trovi largo spazio – pur senza reprimere la singolare “forza creativa” di Leocata – anche l’idea geniale dei “quadri specchianti” di Michelangelo Pistoletto. Altro capitolo prezioso della mostra al “MUSarMO”, i dipinti a olio. Due, in particolare. Omaggio al territorio ospitante, una stupenda “Vigna”, ispirata all’omonima poesia pavesiana, quella vigna che “sale sul dorso di un colle/fino a incidersi nel cielo” dove il grande cerchio solare indora senza risparmio le alte cascine. Stupendo il quadro, grande l’effetto emotivo. E poi “Il verde e l’arancio”, dedicato a papà Vincenzo. Cambiano i luoghi, ma sempre terra – terra madre è: i suoli vulcanici della sua Adrano, nella zona archeologica del “Mendolito”, gli agrumeti di famiglia custoditi e osservati dall’alto da ‘a Muntagna (il Vulcano), dalle “Mura normanne” e dalla Cupola della “Matrice” (“Chiesa Madre”). Lì il pittore ritrova il volto, le mani e gli insegnamenti di papà Vincenzo. E il gioco della memoria si fa emotivamente più duro.

Gianni Milani

“Un Mondo da recuperare”

MUSarMO, via Brofferio 24, Mombercelli (Asti); tel. 338/424

Fino al 24 novembre

Orari: sab. e dom. 15,30/18

Nelle foto: Pietro Efisio Bazzola, Pippo Leocata e Anna Virando. Alle spalle “Un mondo da recuperare”, legni pallet e acrilico, 2022; “Solitudine e Vanità”, legni pallet, specchio sintetico e acrilico, 2024; “La vigna”, olio su tela, 2017; Il verde e l’arancio”, olio su tela, 2005 

 Polizia Penitenziaria, Fdi interviene al Consiglio aperto

Si è tenuto ieri  il Consiglio aperto sulle condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria sul territorio della Regione Piemonte.

Nei due anni di Governo Meloni è stato intrapreso un percorso importante per imprimere un cambiamento radicale riguardo alle criticità delle carceri italiane.

Sono stati stanziati 250 milioni di euro per un piano ambizioso di edilizia carceraria che permetterà di recuperare 7.000 posti detentivi, riducendo il sovraffollamento, tra le principali cause di tensione negli istituti di pena.

Inoltre, dopo anni di immobilismo e mancate coperture di turnover, è partito un piano di nuove assunzioni e di formazione che consentirà una presenza sul territorio più capillare di personale adeguatamente preparato ed equipaggiato.

Per il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia sono intervenuti: il Capogruppo Carlo Riva Vercellotti, il vice Capogruppo Roberto Ravello, la consigliera Daniela Cameroni ed il consigliere Davide Zappalà.

Nel dibattito – afferma il Capogruppo Carlo Riva Vercellotti – è emersa tutta la differenza tra Fratelli d’Italia e la sinistra: noi stiamo mettendo mano alle carenze organizzative e strutturali ereditate, mentre loro pensano solo a depenalizzare e svuotare le carceri”.

Su Polizia Penitenziaria e carceri molta strada è stata fatta in due anni di Governo, molta ne rimane da fare: c’è la consapevolezza, però, di come la direzione sia, archiviata l’era delle politiche miopi, dei tagli indiscriminati e di visioni unidirezionali, quella giusta. Questa è una situazione che ha molti padri, ma è in atto una vera e propria rivoluzione”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

Perdurano evidenti criticità – continua Ravelloma, come emerso oggi durante l’odierno Consiglio Regionale aperto, ci sono segnali confortanti all’interno di un’evidente inversione di rotta: sono state fatte scelte inequivocabili, che sono strutturali e non emergenziali.

Riteniamo che, in questo momento, le risposte date in termini di potenziamento dell’organico di Polizia Penitenziaria e di incremento della capienza carceraria siano la migliore alternativa agli strumenti tanto cari alla sinistra, come depenalizzazioni e svuotacarceri per noi certezza della pena e, soprattutto, condizioni dignitose per i lavoratori sono elementi imprescindibili.

Rinnoviamo la nostra vicinanza agli Agenti di Polizia Penitenziaria, che ogni giorno, con coraggio e lealtà verso lo Stato e le Istituzioni, garantiscono la sicurezza e la stabilità del sistema carcerario italiano. In Piemonte, grazie a Fratelli d’Italia e, in particolare, alla vice-presidente della Regione Elena Chiorino, – conclude il vice Capogruppo di Fdifinalmente le problematiche della Polizia Penitenziaria trovano un interlocutore istituzionale che se ne fa carico e ne agevola i processi di soluzione”.

La consigliera di Fdi, Daniela Cameroni, ha espresso solidarietà, vicinanza e vivo ringraziamento per il quotidiano impegno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria nel mantenere la sicurezza nei nostri istituti penitenziari. “Questa non è solo una battaglia per la sicurezza: è una battaglia per la dignità di chi serve lo Stato”.

Come consigliera rappresentante della provincia di Novara ha poi aggiunto: “Sento il dovere di farmi portavoce delle istanze che arrivano direttamente dal carcere della mia città. È necessario – ha sottolineato la Cameroni agire su questi fronti: Aumento degli organici, Potenziamento formativo e un Tavolo permanente Regione-Polizia Penitenziaria”.

La consigliera di Fdi ha poi concluso: “Vorrei ribadire un principio fondamentale, alla certezza della pena dobbiamo sempre affiancare la rieducazione ed il reinserimento sociale dei detenuti. A Novara, abbiamo già visto progetti virtuosi in questo senso, che dimostrano come il carcere possa essere anche un luogo di riscatto. Per questo dobbiamo continuare a investire in percorsi di formazione e lavoro, che non solo riducono il rischio di recidiva, ma migliorano la sicurezza complessiva degli istituti e favoriscono una reale reintegrazione dei detenuti nella società”.

 “Il Governo – ha affermato il consigliere di Fdi, Davide Zappalàgrazie all’impegno del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sta lavorando celermente per risolvere il sovraffollamento e la mancanza di personale nelle carceri. Ai 250 milioni di euro stanziati per l’edilizia penitenziaria, che consentiranno di avere un incremento di 7.000 posti in più per i detenuti, si aggiunge l’assunzione extra di 2.000 nuovi agenti. Sono le risposte concrete a chi sostiene che la soluzione sia svuotare le carceri con gli sconti di pena, per cui noi siamo contrari”

Dott amplia la sua offerta a Torino con l’arrivo di 500 e-bike

Dott, operatore leader europeo della micromobilità urbana, espande la propria flotta a Torino con l’introduzione di 500 biciclette a pedalata assistita. Questi nuovi mezzi si aggiungono ai monopattini già presenti in città e nei comuni limitrofi di Collegno, Moncalieri, Nichelino e Rivoli, contribuendo a rendere la mobilità urbana più accessibile e diversificata. Le biciclette elettriche, infatti, consentono di raggiungere una fascia di utenti più ampia: i dati raccolti da Dott confermano che le e-bike vengono spesso scelte per spostamenti più lunghi e sono particolarmente apprezzate dal pubblico femminile.

Con l’introduzione delle biciclette, Torino si afferma dunque come una città Dott “multimodale”: i cittadini potranno infatti trovare, su un’unica applicazione, sia monopattini che e-bikes, potendo scegliere in qualsiasi momento quale mezzo utilizzare in base alle esigenze specifiche. Gli utenti potranno, di volta in volta, optare per l’uno o per l’altro mezzo, garantendosi flessibilità e libertà di scelta tra un viaggio e l’altro. Anche la tariffazione è stata pensata per rispondere a questa esigenza di intercambiabilità: gli abbonamenti sono combinabili tra biciclette e monopattini, offrendo un servizio completo e integrato.

“Ci siamo sempre dedicati a garantire un servizio di alta qualità, da un lato investendo in mezzi tecnologicamente avanzati e conformi alle normative, dall’altro costruendo un’area operativa estesa, affinchè i nostri utenti, anche quelli provenienti da fuori città, potessero percorrere comodamente l’intero tragitto urbano.” – commenta Andrea Giaretta, Regional General Manager Sud Europa – “Oggi, con l’introduzione delle biciclette, confermiamo il nostro impegno e i continui investimenti in questa città, che si dimostra un contesto ideale per la micromobilità urbana e un mercato maturo per il servizio di sharing. Siamo orgogliosi di poter contribuire alla trasformazione della mobilità torinese, rendendola sempre più sostenibile e accessibile a tutti.”

Dal 2019, infatti, i torinesi hanno effettuato oltre 4 milioni di viaggi a bordo dei monopattini Dott, distribuiti su un’area operativa di 77,8 km2, che serve una popolazione di oltre un milione di abitanti. Questo successo ha permesso di evitare l’emissione di oltre 430 tonnellate di CO2, che sarebbero state prodotte se gli stessi spostamenti fossero stati fatti in auto. “Il nostro servizio non solo supporta le amministrazioni comunali nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, ma ottimizza anche la gestione della mobilità urbana, contribuendo a mantenere l’ordine pubblico, ancor più in occasione dei grandi eventi che animano le città e influenzano traffico e spostamenti, come nel caso delle ATP Finals di tennis.” – conclude Giaretta.

Le e-bike di Dott hanno una struttura particolarmente solida e sono dotate di luci, riflettori e cestino, caratteristiche che ne accrescono il livello di sicurezza su strada e che le rendono mezzi affidabili, adatti a tutta la famiglia. Con una velocità massima di 25 km/h, le bici elettriche Dott si presentano come un mezzo di trasporto efficiente e sicuro. Sarà possibile usare le e-bike all’interno delle stesse aree del Comune di Torino già dedicate ai monopattini, per un servizio flessibile e adatto a tutti gli spostamenti urbani.

In occasione del lancio delle e-bike a Torino, Dott offre a tutti i nuovi utenti la loro prima corsa di 20 minuti: basterà inserire il codice sconto INBICI nella sezione Promozioni dell’app.