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I nuovi contagi sono 104 Una vittima e una terapia intensiva in più

CORONAVIRUS PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 17.30

27.668 PAZIENTI GUARITI E 391 IN VIA DI GUARIGIONE

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 27.688 (+ 67 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 3425 (+3) Alessandria, 1628 (+0) Asti, 872 (+5) Biella, 2690 (+14) Cuneo, 2503 (+5) Novara, 14.086 (+33) Torino, 1264 (+3) Vercelli, 1011 (+4) Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 189 (+0) provenienti da altre regioni.

Altri 391sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

I DECESSI SONO 4158

Undecesso di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione, nessuno verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale sale quindi 4.158 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 681 Alessandria, 256 Asti, 208 Biella, 400 Cuneo, 376 Novara, 1839 Torino, 225 Vercelli, 133 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 40 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Sono 34.679 (+104rispetto a ieri, di cui 73 asintomatici; dei 104 casi, 37 screening, 48 contatti di caso, 19 con indagine in corso. I casi importati sono 7 su 104) i casi di persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivisi su base provinciale: 4310 Alessandria, 1950 Asti, 1124 Biella, 3356 Cuneo, 3235 Novara, 17.339 Torino, 1650 Vercelli, 1210 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 293 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 212 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 9 ( + 1 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 165 (+ 2 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 2288.

I tamponi diagnostici finora processati sono 688.648, di cui 382.717 risultati negativi.

 

TAMPONI HOT SPOT SCOLASTICI

Sono 83gli studenti e operatori della Scuola che oggi hanno usufruito del servizio degli hotspot scolastici allestiti dalla Regione Piemonte per l’esecuzione immediata del tampone per la diagnosi di coronavirus covid-19. Il dato comprende sia gli accessi diretti richiesti in orario scolastico, sia quelli programmati, che hanno approfittato dell’opportunità per accorciare i tempi di effettuazione del test. Dall’inizio dell’anno scolastico, i casi di positività attualmente riscontrati attraverso gli accessi diretti sono stati 33.

Avviati screening e test sierologici in Piemonte

L’assessorato alla Sanità ha attivato il piano di screening regionale per la valutazione epidemiologica a favore del personale sanitario: medici specialisti ambulatoriali, operatori del 118 e medici convenzionati di base, guardia medica, pediatri, libera scelta

Il piano è stato esteso anche a Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia municipale, Esercito, Vigili del Fuoco e tutti gli uffici giudiziari: primo passo per la pianificazione di ulteriori indagini mirate all’ampliamento dello screening.

Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità in risposta al Partito Democratico sulla previsione di un follow up sul personale sanitario e sull’eventuale pubblicazione di linee guida per i privati cittadini privati cittadini sulle modalità di accesso, erogazione e costi del test sierologico.
L’assessore ha anche confermato che sono state anche approvate le procedure di gestione dei test sierologici per i privati cittadini e per i datori di lavoro che intendano effettuarlo sui loro dipendenti, previo nulla osta da parte dell’Asl competente.
L’assessore ha inoltre chiarito che la Regione ha aderito al programma di screening sierologico nazionale, organizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ha visto il coinvolgimento di circa ottomila cittadini piemontesi.
È stato ordinato un milione di test antigenici per un utilizzo diffuso, che rappresenteranno “una svolta” perché molto rapidi, meno invasivi e con capacità diagnostica molto simile al tampone tradizionale.
Infine, è in corso una sperimentazione, presso l’ospedale Amedeo di Savoia e l’Università degli Studi di Torino, su test salivari meno invasivi rispetto ai tamponi tradizionali.

Donna muore travolta dal treno. Il corpo trascinato per duecento metri

A Magliano Alpi una donna è stata travolta dal treno regionale proveniente da Fossano verso Mondovì, tra la stazione di Magliano-Crava-Morozzo e il ponte sul torrente Pesio.

Pertanto la linea ferroviaria Torino-Savona è bloccata da questa mattina

Il convoglio ferroviario  era partito alle 8.44 da Magliano e l’incidente è avvenuto quasi subito. Il macchinista ha azionato il freno d’emergenza e si è fermato, e il corpo della donna è stato trovato a circa 200 metri. Il treno è rimasto bloccato sul ponte.

Il senso della storia

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni/ Andando a fare piacevolmente shopping  in centro, mi sono imbattuto in un gruppetto di persone attorno ad un assessore,  il gonfalone comunale e due bandiere piemontesi che ricordavano in piazza San Carlo i caduti dei moti di protesta contro il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, in vista di essere portata a Roma come avvenne 150 anni fa

C’era anche un Tenente dei Carabinieri che assai poco c’entrava con quella celebrazione che implicitamente ed anche esplicitamente coinvolgeva l’Arma benemerita in termini negativi. E‘ incredibile che Sindaco e Comune abbiano ignorato la data del 20 settembre e ricordino invece una data negativa e brutta della storia torinese, seguendo i luoghi comuni del più vistoso e banale piemontesismo ,incapace di guardare, andando oltre ai propri occhi, alla nuova Italia nata dal Risorgimento. Sono atteggiamenti che ricordano la virulenza antitirisorgimentale della Lega di Bossi.
Io a palazzo Carignano ho detto domenica scorsa, ricordando la Breccia di Porta Pia del XX settembre 1870, che noi viviamo nel mito del Risorgimento, opposto al mito e alla vulgata antirisorgimentale e antipatriottica di chi ha demonizzato la pagina più importante della nostra storia che segno’ il nostro riscatto nazionale. I pochi torinesi di piazza San Carlo dovrebbero leggersi qualche pagina di Croce, di Omodeo,  di Romeo per capire cosa fu il Risorgimento che Salvemini definì ciclopico. Ogni Nazione ha un suo mito e per noi il primo mito fondante, come diceva Luraghi, è il Risorgimento . Poi a debita distanza viene il mito resistenziale.
I facili revisionismi piemontardi e neo borbonici che si elidono a vicenda, riprendono cose non vere o enfatizzano alcuni errori che di fronte al grande disegno cavouriano, garibaldino e mazziniano di unire l’Italia sono davvero piccole cose.
E‘ strano o, al contrario, è  ovvio che Appendino non capisca il senso della storia, come diceva Omodeo.

Vendemmia: uve sane, qualità ottima

Quantità inferiore alle previsioni di un mese fa

 

Fino a un mese fa le previsioni vendemmiali per il Piemonte indicavano un aumento significativo della produzione rispetto a quella dello scorso anno, particolarmente scarsa: in pratica l’annata 2020 avrebbe dovuto essere “normale” dal punto di vista quantitativo, ma il clima dell’ultima parte dell’estate ha modificato il pronostico.

In realtà i dati che stanno affluendo a Confagricoltura dalle cantine dislocate sul territorio piemontese – dichiara il presidente regionale dell’organizzazione Enrico Allasia – riferiscono di una produzione sui livelli dello scorso anno per quanto riguarda le uve vendemmiate entro la prima decade di settembre. In particolare moscato, dolcetto, brachetto, grignolino e cortese non avrebbero fatto registrare aumenti di produzione rispetto all’anno scorso”.

Le temperature estive (in particolare dell’ultima parte della stagione) insolitamente alte e la scarsità di precipitazioni hanno ridotto le rese rispetto alle previsioni; i quantitativi raccolti finora sono generalmente al di sotto del limite massimo fissato dai disciplinari di produzione delle uve doc e docg.

Un aspetto positivo – sottolinea il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro – è la buona sanità delle uve: la vegetazione è in ordine e il legno è maturo, condizioni che sono di buon auspicio anche per la prossima annata”.

In questo periodo – spiegano i tecnici di Confagricoltura Piemonte che stanno monitorando l’andamento delle curve di maturazione delle uve – si sta raccogliendo l’uva barbera nell’Astigiano, nel Monferrato e nelle Langhe, mentre nelle colline del Canavese si sta vendemmiando l’uva erbaluce. Queste operazioni dovrebbero concludersi entro i primi giorni della prossima settimana.

A seguire, già  ai primi di ottobre dovrebbero iniziare, nelle posizioni meglio esposte, le vendemmie delle uve nebbiolo, nelle Langhe, nel Roero e nell’Alto Piemonte. La qualità, per quanto riguarda le uve barbera e le uve nebbiolo si presenta ottima, con punte di eccellenza. Il nebbiolo è in fase di maturazione fenolica e lo stato fitosanitario è ottimo: le piogge misurate nelle aree vitivinicole e le importanti escursioni termiche degli ultimi giorni stanno favorendo la maturazione dei grappoli per un’annata che si preannuncia importante.

 

Il Museo Pietro Micca alle Giornate europee del patrimonio

Sabato 26 e domenica 27 settembre anche il museo Pietro Micca partecipa alle Giornate Europee del Patrimonio, sul tema “Patrimonio e informazione. Imparare per la vita per richiamare i benefici che derivano dalla esperienza culturale e dalla trasmissione delle conoscenze tra le generazioni.

Il museo Pietro Micca e i suoi siti collegati del Pastiss e del Rivellino degli Invalidi invitano a condividere il loro patrimonio sotterraneo, storico, artistico e valoriale.

INGRESSO GRATUITO E A PRENOTAZIONE

  • museo Pietro Micca aperto in entrambe le giornate di sabato 26 e domenica 27 settembre nell’orario 10,30 – 12,30 e 14,30 – 16,30 (ultimo ingresso)

  • domenica 27 settembre orario:15-19

Area archeologica del Rivellino degli Invalidi di corso Galileo Ferrari 14 e Fortezza del Pastiss di via Papacino 1

Per informazioni e prenotazioni: 011 0116 7580 e info@museopietromicca.it

Sito: www.museopietromicca.it

Torino Spiritualità, la prima grande Kermesse culturale a Torino dopo il Lockdown

Fra laudi medievali e suonatori sufi senegalesi torna la celebre rassegna

Si potranno ascoltare affascinanti laudi medievali accoppiate a melodie dell’islam sufico senegalese nel cortile di Combo, oppure il filosofo Mancuso parlare del respiro del creato, uomini e piante , o ancora il teologo MACIEJ BIELAWSKI, illustrare le molte tradizioni spirituali, antiche e odierne, che praticano vie di meditazione e preghiera, infine all’alba di domenica 27 settembre risvegliarsi nei Giardini Sambuy con le “ Melodie per l’alba” di MARCO LIENHARD: Torna Torino spiritualità , dal 24 al 27 settembre .

E’ anche questo un segnale che la vita culturale riprende il suo corso dopo la lunga clausura e post clausura: E’ la prima grande kermesse torinese di cultura , mentre ancora non si sa quando si potrà fare e come il Salone del libro: la casa madre è la stessa , Il circolo dei lettori.
Tema di quest’anno di Torino spiritualità: il respiro, in senso materiale e spirituale. Tema quanto mai attuale in tempi di Covid 19.
Una edizione comunque ricca di appuntamenti, anche se con le dovute limitazioni. Ne segnaliamo alcuni.
Apre il festival spirituale , giovedì 24 settembre alle 18.30, in Piazza Carlo Alberto, il già citato incontro con VITO MANCUSO, teologo e ALESSANDRA VIOLA, divulgatrice scientifica, dal ttolo “Di uomini e di piante. Il respiro dei viventi.”

Molto interessante e suggestiva la serata del 25 settembre nell’arena di Combo, il moderno ostello- ristorante che sorge dove un tempo c’era la caserma dei Vigili del Fuoco a Porta Palazzo. Alle 21 risuoneranno le belle note di laudi medievali cristiane e di melodie dell’Islam sufico senegalese: a esibirsi il Coro dell’Abbazia della Novalesa ,accompagnato dai Musici vagantes, e i di sufi senegalesi della confraternita Qadiriyya. Una serata in collaborazione con il Centro Federico Peirone ,che cura appunto lo studio e le relazioni cristiano-islamiche per la diocesi di Torino.
Nel ricco programma di sabato 26 settembre Sabato 26 settembre segnaliamo alle 11.00 al Museo Nazionale del Risorgimento, Aula della Camera RESPIRARE IL NOME DI DIO con MACIEJ BIELAWSKI, teologo he parla delle molte tradizioni spirituali, antiche e odierne, che praticano vie di meditazione e preghiera in cui il pensiero si unisce alla disciplina del respiro, in cerca di pace e contemplazione.

Domenica 27 settembre si chiude con una serie di incontri fra i quali il citato incontro all’alba , alle 6,30, ai giardini Sambuy con la musica dello shakuhachi , il tradizionale flauto verticale giapponese in bambù, strumento suonato dall’artista svizzero Marco Lienhard , che è un vero virtuoso dello strumento. Ascoltare il soffio che si fa suono mentre sopraggiunge l’alba è esperienza di delicata bellezza.

IL ricchissimo programma è consultabile sul sito di Torino Spiritualità https://torinospiritualita.org/
L’accesso alle location di spettacolo è consentito solamente alle persone provviste di mascherina. All’ingresso viene misurata la temperatura ed è necessario presentare il modulo di autocertificazione scarucabile dal sito. Per ogni appuntamento gratuito dell’edizione 2020 è obbligatorio prenotare il posto presso la biglietteria del Circolo dei lettori o telefonando al 366 2107136  o scrivendo alla prenotazioni@torinospiritualita.org , entro 24 ore dall’inizio dell’evento. Per gli appuntamenti a pagamento acquisti online su torinospiritualita.org , o telefonici: call center Vivaticket. Si possono acquistare i biglietti anche alla biglietteria del Circolo del lettori in via Bogino 9

Il Comune fotograferà chi getta l’immondizia per strada

Avviene già a Grugliasco e Moncalieri, e a ottobre arriveranno anche sotto la Mole le telecamere per combattere il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti

L’idea era venuta al capogruppo dei Moderati, Silvio Magliano, accolta poi dai 5stelle. L’assessore all’Ambiente, Alberto Unia, ha dato l’ok ieri rispondendo all’interpellanza in Sala Rossa.
Il comandante della polizia municipale, Emiliano Bezzon, in collaborazione con  Amiat ha già elaborato una mappatura delle postazioni fotografiche (applicate a pali o alberi, ad esempio) che dovrebbe restare top secret.

“Il meglio deve ancora venire”, tra commedia e dramma

Pianeta Cinema a cura di Elio Rabbione   Due uomini, un’amicizia e lo spettro della malattia

 

Una lacrima e un sorriso, è sufficiente calibrare bene le due cose. E i nostri cugini d’Oltralpe sono solitamente dei maestri nell’affrontare il lato buio e quello solare dell’esistenza, sanno preparare con saggezza gli ingredienti e dare il giusto sapore alle loro salse (cinematografiche), i momenti di riflessione e di tristi consapevolezze si insinuano con un giusto peso in quello che è un generale tessuto di divertimento.

Nomi e titoli non mancherebbero, anche il binomio amicizia maschile/malattia segnerebbe i suoi esempi ad effetto (Quasi amici insegna, lo spagnolo Truman si assesta nella zona dei piccoli capolavori). Tra quanti concorrono al successo, la coppia Matthieu Delaporte e Alexandre De La Patelière, gli autori di Le prénom, da noi Cena tra amici che Francesca Archibugi rifece italianamente come Il nome del figlio. Bersagli pieni, felicissimi di interpretazione e regia. Oggi sfornano Il meglio deve ancora venire, dove mi sa che hanno sbagliato qualcosa nell’impianto generale, nella scrittura non sempre all’altezza, nelle scelte tragiche o di commedia cui affidarsi.

Arthur e César si conoscono dai tempi della scuola, un’amicizia che dura da una vita intera, al di là delle scelte, degli stili, dei caratteri completamente diversi e forse complementari (pensate, in campo buddy movie, i campioni Jack Lemmon e Walter Matthau): tanto il primo, ricercatore medico, è metodico, attento alle più piccole pieghe delle sue giornate, uno sguardo continuo ai dettagli, divorziato dalla moglie e con una figlia che mal lo sopporta quanto l’altro vive della sua etichetta di tombeur de femmes, scavezzacollo ed eccessivo, ogni giornata da reinventare e stravivere, felice e leggero come pochi al mondo. Un giorno una radiografia al torace da parte di César denuncia una grave malattia, pochi mesi di vita, la morte: ma, per uno sfacciato e clamoroso equivoco, uno scambio di nomi sulla cartella clinica, César “sa” che il malato terminale è  Arthur. A poco a poco nasce una verità sempre da confessare, ma pure momenti che lo impediscono, l’arrivo di questo o di quello, un appuntamento cui è impossibile dire di no, una cosa qualunque che reclama la propria importanza. Ma l’amicizia è forte (“quel che definisce l’amicizia e che manca all’amore è la certezza” si scolpisce ad un certo punto) e César decide di trascorrere più tempo che può con l’amico. I desideri, gli ultimi forse, vanno esauditi, un viaggio si può ben fare, un consulto ad un luminare lontanissimo anche, il rapporto con un padre, muto e logoro, va aggiustato prima che sia troppo tardi. Nella lunga catena dei malintesi che scena dopo scena si viene formando – sempre al riparo da ogni pietismo -, soprattutto nella prima parte del film, qualcosa si sfilaccia, si perde tra una frase e l’altra, tra un’invenzione (poco felice e pasticciata) e la successiva, non sempre la scrittura rende giustizia all’idea che dovrebbe attraversare la storia intera, rischiando l’appiattimento e pure una noia inaspettata, caricandosi altresì di una lunghezza che andrebbe decisamente sfrondata. Magari cancellando quell’aria di sovrappeso dei due protagonisti (Fabrice Luchini e Patrick Bruel, che si giocano il film sempre sullo stesso tono, simpatico sì ma tiepidamente lineare e che ricordiamo in altre occasioni ben più brillanti e convincenti, mentre le apparizioni femminili stanno lì a dire tutto e niente, senza svolgimento). Imboccando la storia la via del dramma, e tentando di risistemarsi, mentre si corre verso il finale, quando l’infelice verità viene a galla e rischia di rovinare la lunga amicizia.

Filiera della marijuana: coltivazione e spaccio, sequestri e due arresti

Nell’ambito dei servizi di controllo antidroga del territorio, i carabinieri del Comando provinciale hanno scoperto un laboratorio specializzato nella produzione, nel confezionamento e nella vendita di marijuana.  I carabinieri hanno arrestato nel fine settimana, in due operazioni distinte, due spacciatori, un italiano di 51 anni e un albanese di 40 anni.

La prima attività, eseguita dai carabinieri della Compagnia di Pinerolo, ha avuto origine dalla segnalazione di alcuni cittadini che avevano notato uno strano via vai nei pressi dell’abitazione del 51enne. Dopo una breve verifica investigativa, i carabinieri hanno proceduto alla perquisizione della casa, scoprendo una vera e propria filiera della cannabis: dalla produzione alla vendita. Nella casa di Cavour, infatti, sono state rinvenute due serre, di cui una contenente 19 piantine di marijuana, alte 50 cm, e un’altra contenente  15 piante alte più di 3 metri, irradiate dalla luce di lampade alogene collegate al contatore generale tramite un impianto elettrico improvvisato, e un impianto di irrigazione a goccia. Nello stesso locale sono stati rinvenuti decine di barattoli, alcuni contenti marijuana, pronti alla vendita, e altri ancora da riempire, e una cassetta di legno contenente inflorescenze della stessa pianta per un peso complessivo di circa 215 grammi.
Poche ore dopo, i carabinieri della Compagnia di Moncalieri hanno arrestato un albanese di 40 anni, abitante a Torino.  Seguendo alcuni consumatori di cocaina di Moncalieri, i militari dell’Arma sono riusciti a identificare lo spacciatore albanese che è stato fermato sotto casa a Torino subito dopo aver venduto una dose a un cliente.
In casa, i carabinieri hanno sequestrato 135 grammi di cocaina, materiale per il confezionamento dello stupefacente e 3300 euro in contanti.
(foto archivio)