ilTorinese

Le multinazionali estere confermano gli investimenti in Piemonte

Le 1.300 Multinational enterprise presenti si confermano un traino nel trasferimento tecnologico e nel 98% dei casi intendono rimanere per un altro triennio non riducendo l’occupazione. Valutati positivamente qualità della vita, poli logistici, infrastrutture per l’ICT e sistema formativo

In Piemonte sono presenti 1.300 multinazionali estere, pari al 10% del totale nazionale, con 4.381 unità locali e 150 mila occupati, valori che posizionano il Piemonte al terzo posto in Italia per imprese a controllo estero. Da un’analisi svolta da Unioncamere Piemonte e Camera di Commercio di Torino che ha coinvolto 225 Multinational enterprise, di cui l’8% di grandi dimensioni, che impiegano circa 25mila addetti, emerge come l’83% delle multinazionali estere presenti in Piemonte vogliano confermare la presenza per il triennio in corso (2024-2026). Il 12% vuole ampliare o diversificare mentre il 3% intende alleggerire o riconfigurare la presenza sul territorio piemontese. Solo il 2% ha intenzione di chiudere l’attività. Dati che sono stati al centro dell’evento ‘Il valore delle multinazionali estere in Piemonte’ al Circolo dei Lettori di Torino, organizzato da Confindustria Piemonte, Unioncamere Piemonte, Camera di Commercio di Torino, in collaborazione con l’Osservatorio Imprese Estere di Confindustria e Luiss e con il contributo di Bper.

Per competere a livello globale, l’Italia deve presentarsi come un Paese unico, capace di esaltare le sue eccellenze regionali all’interno di una strategia unitaria e condivisa. I territori rappresentano una risorsa essenziale, ma è altrettanto cruciale integrarli in una visione nazionale ed europea. Questo approccio è indispensabile per rafforzare la nostra identità come membro autorevole dell’Unione Europea e destinazione privilegiata per gli investimenti esteri, che già contribuiscono al 21% del fatturato nazionale e al 35,1% delle esportazioni. Solo un coordinamento efficace tra livelli istituzionali e politiche industriali può valorizzare appieno le potenzialità del Paese, permettendo di affrontare le transizioni digitali e verdi e di attrarre capitali e competenze globali, fondamentali per il nostro futuro economico” ha detto Barbara Cimmino, Vice Presidente all’export e all’attrazione degli investimenti esteri di Confindustria.

Dobbiamo valutare le esperienze di successo e le opportunità di miglioramento, per farle confluire nei progetti futuri. Allo stesso tempo occorre interrogarsi – spiega Pierpaolo Antonioli da settembre presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte – sui contenuti dei futuri Protocolli d’intesa lavorando con la Conferenza delle Regioni e delle province autonome per arrivare alla firma di un documento condiviso che dia le linee generali per tutti i territori. Questo programma a livello locale si deve declinare in progetti operativi con scadenze definite e piani ambiziosi ma raggiungibili”.

Andando oltre al mero dato numerico, le Multinational enterprise, in Piemonte rappresentano una componente significativa dell’economia regionale, grazie alla loro capacità di attrarre investimenti, creare posti di lavoro e promuovere l’innovazione e investire in sostenibilità ambientale. Svolgono quindi ruolo di traino nel processo di trasferimento tecnologico, grazie alle relazioni con pmi, centri di ricerca, poli della formazione e istituzioni locali.

Il Piemonte, da sempre terra di industrie e di imprenditori, ha saputo attrarre negli anni numerose realtà multinazionali, che hanno scelto di investire nel nostro territorio, portando con sé know-how, tecnologie avanzate e nuove opportunità di sviluppo. Queste aziende rappresentano un motore fondamentale per la nostra economia, generando occupazione di qualità, favorendo l’innovazione e contribuendo a rafforzare la nostra competitività a livello internazionale. Oltre 3 multinazionali su 4 di quelle intervistate dalla nostra indagine hanno effettuato investimenti in Piemonte e nel triennio 2021-2023, mentre l’83% delle multinazionali estere presenti ha dichiarato di voler confermare la presenza per il triennio in corso. Questo non può che renderci orgogliosi e stimolarci ulteriormente a lavorare per creare un ambiente sempre più favorevole agli investimenti, semplificando le procedure burocratiche, potenziando le infrastrutture e investendo in formazione e ricerca” ha commentato Dario Gallina, Presidente Camera di Commercio di Torino e Vice Presidente Unioncamere Piemonte.

Tornando all’analisi di Unioncamere Piemonte e la Camera di Commercio di Torino, il 48% delle multinazionali intervistate ha dichiarato di aver aumentato il fatturato nel 2023 rispetto al 2022, il 29% ha aumentato il personale, tre multinazionali su quattro hanno effettuato investimenti nella nostra regione nel triennio 2021-2023. Questa incidenza scende però a meno di 1 su 3 se si guarda al campione di imprese manifatturiere. Il 67% del fatturato è generato dalla domanda domestica (il 15% al Piemonte), il 20% dall’Europa e il 13% dal resto del Mondo. Sempre dall’analisi condotta dal mondo camerale, tra i principali punti di forza emergono la qualità della vita, la presenza di poli logistici intermodali e di stoccaggio merci, la disponibilità di infrastrutture per l’ICT, la posizione geografica e la qualità del sistema formativo. Le procedure burocratiche rappresentano la principale criticità, seguite dalla disponibilità di incentivi pubblici adeguati e da un mercato del lavoro poco flessibile. Infine, oltre una multinazionale su due valuta utile o molto utile il supporto per l’identificazione di incentivi, poco meno di una su due vorrebbe ricevere supporto per trovare il personale di cui ha bisogno, mentre il 16% chiede supporto per procedure di rilascio di visti.

Per fare il punto e commentare i dati si è svolta una tavola rotonda cui hanno partecipato Patrick De Vismes, Presidente Kering Italia, Stefano Lorenzon, Direttore stabilimento Coca-Cola Hbc di Biella, Giuseppe Pedretti, a.d. Petronas Lubricants International, Fabio Pammolli, Presidente Fondazione Ai4Industry, Candido Pirri, Vicerettore per lo Sviluppo del modello e delle infrastrutture di ricerca Politecnico di Torino e Andrea Tronzano, Assessore Internazionalizzazione e Attrazione Investimenti Regione Piemonte. A chiudere la mattinata l’intervento del presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.

“Il buio oltre la gloria”: lo sport e le sue storie

Il nuovo successo editoriale “ sportivo” , denso di emozioni , fra cadute e risalite, dove solo chi ha vissuto lo sport da vicino, può raccontare. A cura di Giorgio e Paolo Viberti, ‘ i gemelli del giornalismo sportivo’

Sono tante le storie che si celano dietro a un successo sportivo o alla perfezione di un gesto atletico. Si cade, ci si rialza, poi si cade ancora, e ci si rialza nuovamente: come un mantra, un’abitudine “faticosa” , ma piacevole, dove lo sport si esprime come maestro di vita.
I ‘gemelli del giornalismo sportivo’, come sono noti Giorgio e Paolo Viberti, firme storiche per la Stampa e Tuttosport, hanno messo a disposizione dei lettori e dei tanti appassionati dello sport a tutto tondo, la propria esperienza diretta come inviati sul campo per quasi 40 anni, a contatto con le gesta di tanti fuoriclasse in 11 edizioni dei giochi olimpici, 52 giri d’Italia, 28 tour de France, 54 mondiali di ciclismo e decine di rassegne iridate di nuoto e basket.
L’opportunità e il privilegio di poter dialogare con i più grandi campioni dei tanti sport che hanno raccontato, con delicatezza,  compostezza e competenza, ha favorito la stesura di un volume carico di emozione e di tanta storia, anche a sfondo sociale: da cronisti dello sport, hanno narrato le vicende del mondo nell’urgenza del loro accadere, alla ricerca di ciò che ha imprigionato l’uomo nella trama dell’atleta proteso verso i propri limiti.
Si narra di Pantani, Coppi, Senna, del Grande Torino, i Caduti di Brema, la tragedia aerea di quasi cinquant’anni fa che – come successe per la strage di Superga – si portò via la nazionale di nuoto, ma non solo. A ogni sport, il suo sportivo e la sua meravigliosa e intensa storia dove, forse, ognuno di noi, potrebbe immedesimarsi.
Fatti della vita dei tanti campioni dello sport che si sono intersecati con la voglia continua – e quasi pressante – di vincere, sempre. Perché vincere è bello, dà energia, ma fa i conti con la mortalità dell’uomo, del primatista, nel suo dinamismo di essere umano
Ecco che , gli accadimenti del cadere e rialzarsi nello sport, hanno rappresentato per questi campioni   una metafora di vita : nel momento della ” volata finale” , ci si trovava sempre davanti “all’ultimo avversario”, accompagnati dal desiderio di essere ricordati per sempre.
Chiara Vannini

Dalla Russia a Chieri… in nome dell’arte

Per tutto il 2025, l’artista russo Lev Nikitin sarà “in residenza” al “Museo del Tessile” chierese

Mercoledì 4 dicembre la presentazione alla Città

Chieri (Torino)

Sarà Chieri la sua seconda casa e il luogo ambientale e culturale, dove trovare nuove, sicuramente importanti, fonti di ispirazione al suo lavoro.

Pittore, scenografo teatrale e fashion designer, è all’artista russo (naturalizzato italiano) Lev Nikitin che la “Fondazione Chierese per il Tessile e Museo del Tessile” ha assegnato la “residenza d’artista”, per tutto l’arco del 2025.

Suo l’“Autoritratto”, riportato in apertura d’articolo. L’immagine è di grande forza di segno e di colore, specchio di inquietanti emozioni tracciate nella ruvida apparenza di un volto che è grido privo di voce, figlio di forti tormenti dell’anima, concretizzati in quel fastidioso “assalto” di insetti – farfalle, falene? – simbolo dell’anima immortale per il mondo greco-romano e di “Resurrezione” per i Padri della Chiesa e nell’arte cristiana dal Medioevo in poi. Lev non sembra quasi accorgersene. Le loro “carezze” o il loro fastidioso ronzare passano inosservate e paiono non attenuare la costante muta angoscia di un oscuro quotidiano.

Nato in Kazakistan nel 1985, Lev Nikitin si è laureato in “Arti Visive” all’“Università di Voronezh”, città non distante dal confine ucraino, nel 2009, per poi diventare docente di “Pittura” all’ “Accademia Tessile di Ivanovo (IGTA)”, a 300 chilometri da Mosca. Nel 2021 ha conseguito la “Laurea Magistrale in Filosofia e Teoria dell’Arte Contemporanea” all’“Istituto Baza” di Mosca. Nel corso della sua carriera ha esposto soprattutto in Russia, ma anche a Taiwan, Finlandia, Montenegro e più recentemente in Italia. Contestualmente, ha lavorato nell’ambito del costume e della scenografia teatrale oltre che nell’industria della moda.

A Chieri, Nikitin ha trovato la sua seconda casa, un rifugio dalla guerra e dalla discriminazione per orientamento sessuale, di cui ha difeso la libertà di scelta attraverso coraggiosi progetti artistici. Nel 2024, pur svolgendo alcune operazioni a titolo volontario per il “Museo del Tessile”, ha collaborato con la “Fondazione” chierese professionalmente, realizzando produzioni sartoriali di scena su commissione del “Cirko Vertigo – Accademia di Circo Contemporaneo”, con sede in Piemonte a Grugliasco e a Mondovì.

Nel 2025 esporrà l’esito di un “progetto artistico” in fieri in una mostra al “Museo del Tessile” di Chieri.

Frattanto, per presentarsi alla cittadinanza, mercoledì 4 dicembredalle ore 15 alle ore 17, terrà un workshop destinato ai bambini dai 6 ai 12 anni.

Adiuvato da Carla Pedrali (modellista e tessitrice), guiderà i più piccoli a realizzare una “corona natalizia” con materiali tessili nella sala studio della “Fondazione” (ingresso: via Giovanni Demaria, 10).

Il laboratorio è gratuito e aperto a 15 bambini fino a esaurimento posti.

Per prenotarsi, scrivere a: prenotazioni@fmtessilchieri.org

g.m.

Nelle foto:

–       Lev Nikitin “Autoritratto”

–       Lev Nikitin

–       Corona natalizia

A Torino, il gusto diventa memoria: “La pasticciera di mezzanotte”

Torino tra le righe

L’ultima magia di Desy Icardi

Oggi la rubrica Torino tra le righe celebra La pasticciera di mezzanotte, l’ultimo romanzo de La pentalogia sensoriale di Desy Icardi, un’artista poliedrica nata e cresciuta a Torino. Desy è scrittrice, attrice, cabarettista e formatrice aziendale, e i suoi romanzi hanno conquistato lettori in Spagna, Messico, Colombia, Bulgaria e Albania.
Formata artisticamente presso la scuola per attori Sergio Tofano sotto la guida di Mario Brusa, Desy ha calcato le scene con la compagnia teatrale omonima e con I lunatici. Tra il 2011 e il 2013, ha diretto la stagione del Teatro Giulia di Barolo a Torino. Conosciuta anche per il suo pseudonimo “La Desy”, dal 2006 porta in scena spettacoli di cabaret e ha fondato Patataridens, il primo blog italiano sulla comicità al femminile. Nel 2017, con URLA produzioni, ha scritto e interpretato la mini web serie comica (Quasi) scrittrice, che racconta le disavventure di un’aspirante scrittrice. Attualmente sta scrivendo un monologo tragicomico dal titolo “I diari del bastone bianco” nel quale racconta la sua esperienza di ipovedente.
Come scrittrice, ha pubblicato con Fazi Editore cinque romanzi che compongono La pentalogia sensorialeL’annusatrice di libri (olfatto, 2019), La ragazza con la macchina da scrivere (tatto, 2020), La biblioteca dei sussurri (udito, 2021), La fotografa degli spiriti (vista, 2022), e ora La pasticciera di mezzanotte (gusto, 2023).
Ogni romanzo della serie è autoconclusivo ma unito da un tema comune: celebrare uno dei cinque sensi attraverso storie uniche e protagonisti indimenticabili. Nell’ultimo capitolo, La pasticciera di mezzanotte, ritroviamo l’avvocato Ferro, il lettore centenario che misura il tempo in pagine e capitoli. Questa volta, il protagonista decide di cimentarsi nella scrittura di un romanzo proprio, un progetto che lo porterà a rivivere un passato turbolento.
La pasticciera di mezzanotte non è solo la conclusione della pentalogia sensoriale, ma anche un viaggio intenso e poetico nel legame profondo tra il gusto, i ricordi e le emozioni. Desy Icardi ci regala una storia di resilienza e riscatto, ambientata in una Torino che si intreccia magistralmente con le vite dei protagonisti, tra storia, fantasia e una dolcezza che sa di eterno.
Il libro è ambientato nel 1917, durante la Grande Guerra, sullo sfondo della rivolta del pane che sconvolse Torino. In un contesto di fame e tensioni sociali, l’avvocato Ferro si imbatte nuovamente in Jolanda, un’aristocratica decaduta con un talento segreto per la pasticceria. Jolanda vive un rapporto complesso con il cibo: è una fonte di conforto e al contempo di rifiuto nei momenti di difficoltà.
Attraverso il potere evocativo del gusto, La pasticciera di mezzanotte esplora il legame tra sapori e memoria. I dolci, preziosi e rari in tempi di guerra, diventano per Jolanda un mezzo per affrontare i fantasmi del passato e riscoprire la pace interiore.
Con questo ultimo romanzo, Desy Icardi chiude magnificamente una pentalogia che ha saputo mescolare storia, emozione e un pizzico di magia, regalando ai lettori una profonda riflessione sull’importanza dei sensi nella nostra vita quotidiana.
Marzia Estini
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Società di mutuo soccorso, “collaborazione con la Regione”

“Le società di mutuo soccorso sono una realtà del terzo settore con una storia quasi bicentenaria radicata sul territorio e intendiamo rafforzare le occasioni di collaborazione con la Regione, non solo con l’assessorato alla Cultura ma anche con quello alla Sanità e al Welfare”: questa la richiesta formulata da Giorgio Viarengo, presidente del Coordinamento regionale delle Società di Mutuo Soccorso durante l’audizione richiesta da Silvio Magliano (Lista Cirio), nella seduta congiunta della quarta e sesta commissione, presieduta da Daniele Valle e Paola Antonetto.

Viarengo ha spiegato che il Piemonte ha il maggior numero di Soms in Italia, circa 300, suddivise in storiche-territoriali e sanitarie. La capillare diffusione sul territorio permette loro di fare rete con istituzioni e altre associazioni per offrire molti servizi: dalle iniziative di prevenzione sanitaria con visite e screening ai servizi di trasporto, fino alle attività di coesione sociale. Le mutue sanitarie offrono poi prestazioni sanitarie a prezzi favorevoli di cui si possono avvalere, associandosi, anche le Soms più piccole attraverso la mutualità mediata.

Fra le criticità per cui è stato richiesto un intervento c’è la difficoltà ad accedere ad alcuni bandi come quello per l’invecchiamento attivo e quello per beneficiare delle esenzioni Irap per le organizzazioni di volontariato. “In certi casi la Soms è l’unico punto di ritrovo per paesi che si spopolano. Portiamo avanti alcune attività collaborando con i Comuni ma vorremmo una maggiore attenzione anche da parte della Regione”, ha aggiunto Enzo Francone, presidente della Soms di Ozegna.

L’incremento della dotazione finanziaria della Fondazione Centro per lo studio e la documentazione delle Società di Mutuo Soccorso è stata un’altra richiesta formulata da Guido Bonfante, presidente della Fondazione stessa, costituita nel dicembre 2001 su iniziativa della Regione e del Coordinamento regionale delle Società di mutuo soccorso piemontesi. “Chiediamo più risorse per poter coprire i costi dei tre dipendenti e proseguire l’attività, che si traduce anche in consulenza giuridica a favore delle Soms”, ha precisato Bonfante.

Sono poi intervenuti con domande sulle questioni aperte dalle Soms e per richieste di chiarimento i consiglieri Magliano, Alberto Avetta, Emanuela Verzella, Mauro Salizzoni, Daniele Valle (Pd), Paola Antonetto e Gianluca Godio (Fdi). Antonetto ha infine assicurato l’impegno per favorire un incontro anche con l’assessore al Welfare.

La tranvia a cremagliera “Sassi Superga” compie 140 anni, un unicum che vale la targa d’oro ASI

L’Automotoclub Storico Italiano, nella sua continua opera di tutela e valorizzazione del patrimonio motoristico italiano, ha acceso i riflettori sulla lunga storia della tranvia Sassi-Superga, nota anche come Dentiera, che collega la Città della Mole alla collina dove si erge la basilica di Superga. La linea venne inaugurata come funicolare a vapore 140 anni fa, il 27 aprile 1884 e nel 1934 subì l’aggiornamento tecnico utilizzato ancora ai giorni nostri, a novanta anni di distanza. Si tratta della cremagliera di tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Ad oggi rimane l’unico esempio italiano di tramvia a cremagliera e uno dei pochi rimasti al mondo. La linea, a binario unico con scartamento di 1435 mm, è lunga poco più di tre chilometri, affronta un dislivello di 425 metri e una pendenza massima di 21 gradi.

Per celebrare questo particolare primato, ASI ha rilasciato la prima certificazione di storicità per un convoglio tranviario elettrico, quello in funzione sulla Sassi Superga, formato dalla matrice D2-D3 SNOS del 1934 e dai rimorchi D11-D12-D13-D14 del 1884.

Le rispettive targhe oro sono state consegnate dal Presidente ASi Alberto Scuro e dalla Commissione ASI Rotabili Ferroviari, Gabriele Savi, Michele Fontani e Alberto Sgarbi, al Presidente dell’Associazione Torinese Tram Storici Roberto Carbursano, al termine di un evento organizzato sabato 30 novembre scorso alla stazione di Sassi, durante il quale sono intervenuti la Presidente del Consiglio Comunale di Torino, Maria Grazia Grippo, l’Assessore regionale Andrea Tronzano e il presidente GTT Antonio Fenoglio.

Nell’occasione è stato offerto un road tour sulle rotaie della città a bordo di due affascinanti tram della collezione curata dall’Associazione Torinese Tram Storici, il ‘2598’ del 1933, e il ‘312’ del 1935.

La Sassi Superga è stata la prima funicolare italiana a vapore ad adottare il sistema Agudio, che consisteva in un cavo d’acciaio che, scorrendo accanto al binario, azionava due grandi pulegge a lato del convoglio che, a loro volta, muovevano gli ingranaggi sulla cremagliera centrale. Un motore a azione azionava l’argano. Il sistema venne aggiornato nel 1934 con la cremagliera tipo Scrub senza fune e con trazione elettrica. Le motrici in uso dal 1934 sono la D1 a due assi e le D2 e D3 a carrelli, quattro assi. La colorazione esterna riprende i colori storici di ATM ( Azienda Torinese Mobilità, oggi GTT Gruppo Torinese Trasporti). Il rosso crema adornato dal filetto giallo blu dell’araldica torinese, abbandonati nel 1927 per imposizione ministeriale furono riproposti in quanto la linea Sassi-Superga non è una normale tranvia urbana. Ad eccezione del periodo della seconda guerra mondiale, quando le vetture furono ricolorate in beige, la D2 e la D3 sono tra i pochi tram a non aver mai cambiato livrea. Durante i loro novanta anni di onorato servizio, le motrici D2 e D3 hanno percorso oltre un milione e mezzo di chilometri, accompagnando milioni di persone fino alla base della Basilica di Superga.

I quattro motori TIBB-GTDM permettono al tram di spingere fino a due rimorchi, per un totale di 210 passeggeri. L’interno del tram è completamente in legno lucidato, cosiccome lo sono le porte. I sedili sono formati da panche dallo schienale reclinabile. Solo nella zona rivolta a valle ci sono una paratia e una porta scorrevole a dividere la zona passeggeri dalla parte ristretta del tram. L’orientamento del tram è fisso, sebbene sia bidirezionale. Il lato rivolto a monte si riconosce per la presenza delle condutture dell’aria. I finestrini sono ampi, panoramici e possono scomparire all’interno della fiancata del tram.

Nel 1934, in occasione del rinnovo del parco veicoli, l’ATM decise di recuperare i vagoni a quattro assi, due aperti estivi D13, D14 e due invernali chiusi D11 e D12, e di riutilizzarli sulla linea nuova, previa aggiunta di una ruota dentata che ingranasse sulla cremagliera per garantire la frenatura. Questi vagoni, fino all’immediato secondo dopoguerra, accompagnavano i passeggeri a partire da piazza Castello fino a Superga. Nel tratto tra piazza Castello e Sassi, le rimorchiate venivano agganciate al tram a vapore della linea Torino Brusasco, chiusa poi nel 1949, e da esso trainate fino alla stazione Sassi dove, con motrici di servizio, venivano portate sulla linea per Superga e unite alla motrice.

Sono state restaurate da un’officina specializzata nel 2000 e malgrado non siano praticamente mai cambiate nel corso dei decenni, solo pochi dettagli lasciano intendere la loro effettiva età.

Mara Martellotta

Ivrea, chiusa la Conferenza sul Turismo Industriale

40 ospiti e oltre 200 presenze: sono i numeri della due giorni promossa da Confindustria Canavese con il Gruppo Turismo Cultura e Sport, ospitata venerdì e sabato nelle sedi di Palazzo Uffici Olivetti e Confindustria Canavese
 Si è conclusa sabato a Ivrea la terza edizione della Conferenza Internazionale sul Turismo Industriale, la due giorni dedicata al turismo industriale e alla responsabilità sociale d’impresa ospitata venerdì 29 e sabato 30 novembre nella storica cornice di Palazzo Uffici Olivetti e nella sede di Confindustria Canavese. Per il terzo anno Ivrea, simbolo della rivoluzione industriale del Novecento e sito Unesco dal 2018, si conferma come un luogo emblematico per un appuntamento così importante. La Conferenza ha rappresentato anche un autentico “Giro d’Italia sul Turismo Industriale, invitando ospiti provenienti da regioni diverse a portare a Ivrea la propria esperienza.

40 esperti, accademici e professionisti del settore turistico si sono dati appuntamento per riflettere sulle modalità in cui il turismo industriale possa rappresentare una leva per lo sviluppo sostenibile e la valorizzazione del territorio. In due giorni, l’evento ha attratto oltre 200 persone, confermandosi per la terza volta consecutiva come catalizzatore di energie a livello nazionale e internazionale. Fra le novità di questa edizione, tre workshop tematici su Turismo, Startup e Founding per la cultura e il turismo, ospitati sabato mattina nella sede di Confindustria Canavese.

L’iniziativa è promossa da Confindustria Canavese, in collaborazione con il Gruppo Turismo Cultura e Sport, Confindustria Piemonte, Unione Industriali di Torino, Città di Ivrea, Associazione Archivio Storico Olivetti, Tower RE/Palazzo Uffici, con il supporto del Consiglio Regionale del Piemonte, di Intesa Sanpaolo, di Fondazione Marazzato, di Carloangela e il patrocinio del Ministero del Turismo, di Enit e di numerosi altri enti pubblici, privati e associazioni.

LA PRIMA GIORNATA: I PANEL

Tra i temi affrontati nel corso della prima giornata, il dialogo tra industria, cultura e turismo, con esempi concreti di edifici produttivi ancora in attività e spazi in fase di recupero. In quest’ottica, è stato presentato il progetto di riqualificazione di Palazzo Uffici Olivetti, illustrato da Gennaro Palmieri (Tower Re) e Paolo Palmieri (Advisor O Srl), che punta a reinterpretare gli spazi storici in chiave contemporanea.

La prima giornata ha visto alternarsi un ricco programma di interventi e tavole rotonde, suddivisi in tre panel tematici. Il primo panel, dedicato alla Cultura d’impresa e moderato da Filippo Ghisi, Site Manager di “Ivrea, Città Industriale del XX Secolo”, ha invitato a dialogare ospiti come: Amelia Cuomo, CEO di Pasta Cuomo, che ha raccontato l’esperienza del Museo di Pasta Cuomo a Gragnano (NA) e ha lanciato la sfida di Napoli Capitale della Cultura d’Impresa 2025Marco Amato, Direttore del Museo Lavazza di Torino; Rocco Orefice, Direttore dell’Associazione Marchi Storici d’ItaliaSilvia Cavallero, Responsabile del Castello di Masino (TO), Bene FAI, che ha ripercorso le radici del FAI e ha raccontato l’esperienza del Castello; Marzia Camarda, Presidente della Officina della Scrittura di Torino, museo dedicato al Segno fondato da Cesare Verona, Presidente e Amministratore Delegato di Aurora Penne; Mauro Durbano, Presidente del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che ha illustrato la capacità del Parco più esteso d’Italia di valorizzare il territorio e stabilire connessioni con le imprese circostanti; Barbara Foglia, Direttrice MUMAC – Museo della macchina per caffè di Binasco (MI).

Il secondo panel, moderato da Alberto Improda, Presidente Centro Studi Cross Route Impresa, ha offerto l’occasione per confrontarsi sull’Innovazione per la Cultura e il Turismo. Fra i relatori: Luigi Emanuele Di Marco, Heritage Manager & Social Media Specialist di Olivetti, che ha ricordato l’esempio di Olivetti nel mettere la cultura al centro delle fabbriche; Marcella Gaspardone, Dirigente Generale di Turismo Torino e ProvinciaElisa Alessio, Head of Service Innovation di TIM EnterpriseAnna Monformoso, Director of Graphic Design di NAM Studio/Partner BrandtopiaPier Paolo Peruccio, Docente del Politecnico di Torino; e Francesco Calabrò, Board Member di Icomos Italia, che ha presentato il nuovo Centro Ricerche di ICOMOS Italia dedicato al Turismo Culturale.

La prima giornata ha posto Torino al centro del confronto, presentando i traguardi di Torino Capitale della Cultura d’Impresa 2024 con Marco Gay, Presidente Unione Industriali Torino e Antonio Calabrò, Presidente Museimpresa. Un successo confermato dalla recentemente proclamazione di Torino a “European Capital of Smart Tourism 2025”.

La Conferenza è stata anche l’occasione per coinvolgere esperienze di altri territori con il terzo panel “Le identità e i territori, in Italia e nel mondo“. Un dialogo moderato da Elena Testa, Responsabile dell’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa di Ivrea, che ha visto dialogare ospiti provenienti da regioni diverse: Valentina Barbieri, Co-founder di Rinascimento Industriale, ente no profit diffuso tra Carrara, Parma, Milano e Roma che affianca le aziende nella riscoperta della propria identità e del proprio patrimonio; Chiara Bartalini, Assessora al Turismo del Comune di Prato, Città recentemente insignita del premio Corporate Heritage Awards 2024 dedicato al marketing del patrimonio storico-culturale; Manuel Ramello, Vicepresidente di AIPAI – Associazione Italiana Patrimonio Archeologico Industriale di Roma, associazione culturale senza scopo di lucro per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio industriale italianoRossella Maspoli, Docente del Politecnico di Torino e Membro del TICCIH –  The International Committee for the Conservation of the Industrial HeritageAlessandro Carlorosi, Direttore dell’Associazione Paesaggio dell’Eccellenza di Recanati (MC), che mira a valorizzare il patrimonio industriale e artigianale delle Marche.

La prima giornata ha ospitato anche singoli interventi, come quello di Paolo Verri, Urban Practitioner e Direttore di Fondazione Mondadori, che ha illustrato come costruire “Narrazioni strategiche” attraverso lo strumento del dossier: dall’esempio di Torino Capitale della Cultura d’Impresa alla candidatura di Savona a Capitale Italiana della Cultura. Presenti anche personalità di primo piano di diversi settori: Giovanna Frello, Direttrice Filiale Imprese Ivrea di Intesa Sanpaolo; Alberto Marrazzato, Presidente di Fondazione Marrazzato; Alessandra Priante, Presidente ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo; e Leopoldo Destro, Delegato Trasporti e Turismo Confindustria.

LA SECONDA GIORNATA: I WORKSHOP

La Conferenza è proseguita sabato 30 novembre con tre tavoli tematici ospitati presso la sede di Confindustria Canavese a Ivrea. Un tavolo, moderato da Anna Scudellari, Brand Heritage Strategist, ha esplorato le diverse esperienze pratiche di turismo industriale dal punto di vista del visitatore; un secondo workshop, a cura di Flavio Tagliabue, Segretario Generale dell’Associazione Startup Turismo, ha indagato il rapporto tra heritage e innovazione con la collaborazione di startup; e un terzo tavolo, introdotto da Gianfranco Franciscono, Responsabile Economia, Credito ed Internazionalizzazione di Confindustria Canavese, ha invitato i partecipanti a riflettere sulle opportunità di finanziamento attraverso bandi e crowdfunding. I tavoli di lavoro hanno rappresentato per i partecipanti  un’occasione di scambio e contaminazione reciproca, oltre a un’opportunità per costruire una rete di operatori sul tema delle visite aziendali e dei siti industriali.

Performance aziendali: giornata di formazione con i Toyota Old Boys

In programma il 6 dicembre a Orbassano (TO), presso la Yaskawa Italia, un’intera giornata di formazione con i Toyota Old Boys per imparare direttamente da chi, a partire dal secondo Dopoguerra, ha sviluppato con successo le tecniche che aumentano le performance aziendali, rimuovendo le sacche di inefficienza dai processi produttivi

 

 Sperimentato con successo gli anni scorsi, torna auxiell Dojo Genba Experience, il percorso di formazione alla scoperta dei segreti dell’efficientamento dei processi aziendali, organizzato da auxiell, azienda di consulenza con sede a Padova che migliora le performance delle organizzazioni in cui opera.

L’appuntamento è presso la Yaskawa Italia di Orbassano (TO), via Don Pietro Giordano 10, per una giornata di formazione che offre l’opportunità di apprendere i principi e le tecniche lean direttamente da chi le ha vissute e insegnate per anni nell’azienda che ha pionieristicamente avviato questo approccio ormai diffuso in tutto il mondo e in tutti gli ambiti. Dopo gli appuntamenti del 2 a Modena e del 5 a Bergamo, il 6 dicembre a Orbassano (TO) i Toyota Old Boys, ex manager con esperienza quarantennale in Toyota e trainer certificati del Toyota Production System, spiegheranno i concetti applicabili fin da subito alla linea produttiva, per migliorare la produttività e rendere più fluidi i processi.

I due ex manager hanno vissuto in prima persona il successo della fabbrica automobilistica giapponese grazie all’applicazione del Toyota Production System, evolutosi poi nel mondo occidentale come ‘Lean system’ e saranno loro a trasferire ai partecipanti l’esperienza diretta. Così, nella prima parte della giornata, saranno approfonditi i principi e le tecniche con il supporto di un lean expert del team auxiell che guiderà il gruppo nel fare le opportune astrazioni al proprio contesto. La seconda parte, invece, darà l’opportunità di mettersi in gioco attivamente, riorganizzando una linea produttiva per renderla più efficiente grazie all’applicazione delle tecniche apprese durante la mattinata.

Dojo, infatti, in giapponese significa il luogo dove avviene la formazione, dove si insegna e si impara; Genba, invece, è la parola che indica in azienda il “luogo in cui avvengono le cose”, dove si genera valore per il cliente e dove gli sprechi andrebbero idealmente evidenziati ed eliminati.

Ci sarà poi spazio per dialogare con gli esperti giapponesi ponendo loro domande e discutendo con gli altri partecipanti sulla ricerca degli sprechi e sulle soluzioni per eliminarli.

2 dicembre presso Laboratorio Aperto di Modena, nell’ex Centrale AEM, in Viale Buon Pastore 43, Modena

5 dicembre presso Kilometro Rosso, via Stezzano 87, Bergamo

6 dicembre presso Yaskawa Italia, via Don Pietro Giordano 10, Orbassano (TO)

About auxiell

Fondata nel 2005, auxiell è un’azienda di consulenza con sede a Padova che migliora le performance delle organizzazioni in cui opera. Analizza, progetta, realizza e misura processi efficaci ed efficienti in grado di concretizzare i business model, rendendoli sostenibili nel tempo e facendo evolvere sistemicamente tutta l’azienda attraverso risultati concreti e quantificabili. Conta più di 60 consulenti e ha al suo attivo centinaia di clienti e opera in Italia, Messico e Romania (con filiali proprie), USA, Brasile, Cina, e altri Paesi dell’UE. Nel corso degli ultimi anni auxiell si è contraddistinta non solo come punto di riferimento per la lean transformation di processi operativi, di vendita e sviluppo, ma anche come vera eccellenza nelle tematiche relative agli ambiti strategy deployment e lean accounting, affiancando all’attività consulenziale quella co-editoriale (co-pubblicando in italiano testi di riferimento nel panorama internazionale).

Anas: galleria ‘Claviere’chiusa al traffico

Anas ha programmato l’ispezione tecnica ricorrente all’interno di galleria ‘Claviere’, nell’ambito dell’omonimo territorio comunale, tra il km 95,250 e il km 96,460 della strada statale 24 “del Monginevro”.

Per consentire lo svolgimento delle attività in sicurezza, dalle 21:00 di  lunedì 2 dicembre, alle 5:00 di  martedì 3 dicembre, la galleria sarà chiusa al traffico.

Durante la chiusura i veicoli con peso inferiore a 26 tonnellate saranno deviati all’interno del centro abitato di Claviere. I mezzi con peso superiore alle 26 tonnellate potranno raggiungere la Francia percorrendo la A32 con proseguimento al Traforo del Frejus.

Stellantis, Ruffino (Az): “Ipotesi liquidazione Tavares insostenibile”

“Premesso che è assolutamente urgente che il presidente John Elkann riferisca in Parlamento, la vicenda Stellantis va assumendo contorni drammatici che vanno ben oltre lo stato di crisi dell’automotive. Se l’autore del fallimento, Carlos Tavares, viene premiato con una liquidazione di 100 milioni di euro, a poco vale invocare il diritto privato che regola i rapporti all’interno di un’azienda privata.
La questione è di natura pubblica: lo Stato italiano non può erogare più un solo centesimo per sostenere un’azienda che dissipa così i capitali. I soldi dei contribuenti italiani non possono finire in quel pozzo di San Patrizio che è diventata Stellantis. Noi in più occasioni e in più sedi istituzionali, abbiamo sottolineato a Stellantis la necessità di un piano industriale chiaro e definito e al governo di ripristinare il fondo per l’automotive: ci vogliono fatti concreti”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione.