ilTorinese

Donna rischia di affogare nel Po per salvare il cane

Nei giorni scorsi all’interno del Parco del Meisino, la Polizia Municipale e i Vigili del Fuoco hanno tratto in salvo dalle acque del fiume Po una donna e il suo cane.

I due stavano passeggiando sul prato adiacente il fiume, quando a un tratto il cane, un Setter Irlandese di pelo fulvo, è scivolato in acqua. La donna, nel tentativo di soccorrere l’amico a quattro zampe è stata anch’essa trasportata dalla corrente del Po.

Un’amica della donna, non appena avvertita la gravità della situazione, ha immediatamente allertato i soccorsi e in pochi minuti sono arrivati sul posto gli uomini della Polizia Municipale, i Vigili del fuoco e l’Ambulanza della Croce Verde.

Grazie alla tempestività con la quale l’elicottero dei Vigili del Fuoco ha sorvolato la zona, si è evitato il peggio e sia la donna che l’animale sono stati subito individuati. Entrambi sono stati poi soccorsi da terra. Uno alla volta, prima la donna e successivamente il quadrupede, sono stati riportati in salvo sulla riva del fiume, in prossimità di via Nietzsche.

La donna, una quarantaduenne di nazionalità italiana, è stata trasportata in codice giallo all’Ospedale San Giovanni Bosco per accertamenti medici mentre il cane, anch’esso in buone condizioni salute, è stato affidato all’amica della donna che aveva dato l’allarme.

Chieri dice no alla Giornata della lingua piemontese

A CHIERI IL CONSIGLIO COMUNALE DICE NO ALLA PROPOSTA DI UNA GIORNATA DELLA LINGUA E DELLA LETTERATURA PIEMONTESE

FURGIUELE (GRUPPO MISTO) E IARETTI (MPP): “PERSA UN’OCCASIONE DI UNITA’ SU UN TEMA CHE DOVREBBE RIGUARDARE TUTTI I PIEMONTESI”.

 

Nella seduta di venerdì 26 febbraio il consiglio comunale di Chieri ha respinto la proposta di ordine del giorno presentata dal consigliere Luigi Furgiuele (Gruppo Misto di Minoranza) d’intesa con il Movimento Progetto Piemonte e i Liberi Elettori Piemonte nell’ambito di una campagna di sensibilizzazione nei confronti degli enti locali che ha l’obiettivo di richiedere l’istituzione di una Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese. La campagna era partita ai primi di marzo dello scorso anno da Villamiroglio, piccolo comune della Valcerrina quasi al confine con la Città Metropolitana di Torino, dove il consiglio aveva deliberato in questo senso promuovendo in Piemonte un’iniziativa speculare a quella del ‘Dante Di’, stabilita a livello nazionale. Di qui l’idea di partire dalle municipalità piemontesi suggerendo che la ‘Giornata della Lingua e della Letteratura Piemontese’ possa tenersi in una data precisa, ovvero quella della redazione della prima ‘Gramatica Piemontese’ avvenuta nel 1783 ad opera del medico Antonio Pipino da Cuneo (cui fece seguito il primo vocabolario del Piemontese), andando in questo modo a non disperdere un patrimonio della memoria subalpina. In occasione della discussione a Chieri, la maggioranza Pd che sostiene il sindaco Alessandro Sicchiero ha deciso di non aderire evidenziando che esiste già una ‘Festa del Piemonte’, ma la proposta del consigliere Furgiuele ha raccolto l’adesione di tutti i gruppi di opposizione e anche dei due consiglieri della maggioranza che sostiene il primo cittadino, della lista civica ‘Sicchiero per Chieri Si’. Pertanto la votazione è stata di 10 voti favorevoli e 14 contrari. “Il dato è significativo – dice Luigi Furgiuele – perché questa proposta non voleva essere un documento di parte o terreno di confronto tra maggioranza ed opposizione, come il voto finale ha dimostrato, ma l’auspicio era di arrivare ad una sintesi unitaria per un ordine del giorno che non avrebbe portato alcun aggravio di costi alle casse comunali, oltre tutto su un argomento che riguarda tutti coloro che vivono in Piemonte, quello dell’identità culturale della nostra regione”. Sull’argomento interviene anche Massimo Iaretti, presidente del Movimento Progetto Piemonte (e consigliere con delega all’Identità Piemontese a Villamiroglio) coestensore della proposta insieme al saluzzese Emiliano Racca: “E’ un peccato che l’amministrazione comunale e la maggioranza chierese, a parole aperti su dialogo ed inclusione abbiano chiuso la porta ad un argomento di carattere meramente culturale che non dovrebbe vedere no a priori, come dimostra la bella presa di posizione della lista civica che, pur sedendo in maggioranza, ha votato a favore dell’ordine del giorno. Chieri è il primo comune che respinge questa iniziativa, e non mi aspetto che sia il solo, ma vorrei ricordare che sino ad oggi il nostro ordine del giorno è passato in realtà diverse della Provincia di Alessandria, di Vercelli, di Cuneo, della Città Metropolitana di Torino, proprio perché non ha una colorazione politica. La letteratura e la lingua piemontesi non sono di destra, centro, sinistra o a costellazioni di stelle, sono un patrimonio dell’intera collettività piemontese. Peccato è stata persa un’occasione di unità su un tema che dovrebbe riguardare tutti i piemontesi, ovvero coloro che vivono, lavorano, studiano, in Piemonte”.

Marchisio, un’occasione per toccare palla

FRECCIATE Il Pd torinese in crisi, alla ricerca di un candidato sindaco, dopo essere stato escluso dal governo, potrebbe consolarsi con il calciatore Marchisio che si offre ed è corteggiato a sinistra e a destra.  Una buona occasione per tornare a toccare palla.

L’arciere

Via Reiss Romoli 122 sommersa dai rifiuti

 

Da area industriale e commerciale a discarica a cielo aperto: l’Amministrazione Appendino è assente, gli imprenditori della zona hanno posizionato di tasca propria telecamere di sicurezza. Senza esito le segnalazioni tramite app Junker da parte dei residenti di quest’area di Torino nord: chiediamo fototrappole, interventi di pulizia e misure efficaci, domani la mia interpellanza in Consiglio Comunale.
Sempre più simili a una discarica a cielo aperto: sono gli interni del civico 122 di via Reiss Romoli (Torino nord), dove hanno sede diverse imprese e attività commerciali. Dipendenti e clienti si trovano quotidianamente a dover evitare, nel loro passaggio, rifiuti di ogni tipo. Pare che i titolari di alcune delle aziende, dopo varie segnalazioni senza esito all’Assessorato, abbiamo provveduto di tasca propria a installare impianti di sorveglianza come elemento di deterrenza. Senza esito anche le numerose segnalazioni effettuate dai cittadini tramite la app Junker. La scarsa illuminazione (diversi sono i lampioni non funzionanti) peggiora la situazione. Chiediamo alla Giunta l’installazione di fototrappole per identificare i responsabili degli abbandoni non autorizzati e per risolvere il problema. Domani la discussione in Consiglio Comunale della mia interpellanza sul tema: mi aspetto risposte relative ai progetti dell’Amministrazione sull’area. Chiederò, inoltre, un intervento straordinario di pulizia.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

L’utopia infranta di Adriano Olivetti 

Di Marco Travaglini / Sessantuno anni fa, il 27 febbraio 1960, durante un viaggio in treno da Milano a Losanna moriva improvvisamente, a causa di una emorragia cerebrale, Adriano Olivetti

La sua scomparsa lasciò orfana della sua guida un’azienda presente su tutti i maggiori mercati internazionali, con oltre 35mila dipendenti, di cui oltre la metà all’estero, e un progetto culturale, sociale e politico di grandissima complessità, dove fabbrica e territorio – in particolare Ivrea e il canevese – erano “indissolubilmente integrati in un disegno comunitario armonico”.

Adriano Olivetti era nato a Ivrea l’11 aprile del 1901, secondogenito di Camillo Olivetti e Luisa Olivetti Revel. Laureato in Ingegneria Chimica industriale al Politecnico di Torino iniziò nel 1924, poco più che ventenne, a lavorare come operaio nella fabbrica di macchine per scrivere fondata dal padre Camillo nel 1908 a Ivrea. Nel 1932 venne nominato Direttore Generale dell’azienda di Ivrea, diventandone il Presidente sei anni dopo, subentrando al padre e guidando con decisione l’Olivetti verso gli obiettivi dell’eccellenza tecnologica, dell’innovazione e dell’apertura verso i mercati internazionali. Una particolare cura venne dedicata al design industriale, al punto da vedersi assegnato, nel 1955, il prestigioso Compasso d’Oro per meriti conseguiti nel campo dell’estetica industriale, e al miglioramento delle condizioni di vita dei dipendenti. Imprenditore, intellettuale e politico, le sue idee innovative per delle riforma sociali in senso comunitario sono ancor oggi attualissime e testimoniano la sua capacità visionaria. Adriano Olivetti fu capace di portare l’ azienda di famiglia a competere alla pari con i giganti del mercato mondiale della sua epoca, trasformando la città “dalle rosse torri” nella capitale dell’informatica, riconosciuta recentemente dall’Unesco nella sua lista del patrimonio mondiale come “Ivreacittà industriale del XX secolo”. Un sogno industriale, quello di Adriano Olivetti, che logicamente mirava al successo e al profitto ma proponeva anche un progetto sociale che implicava una relazione del tutto nuova e compartecipativa tra imprenditore e operai, oltre a un rapporto qualitativamente alto tra quella che era stata la “fabbrica in mattoni rossi” e la città, capoluogo del Canavese. Gran parte della storia intellettuale e sociale dell’esperienza olivettiana che trasformò Ivrea nella “Atene degli anni ‘50” è raccolta nei libri pubblicati dalle Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata nel 1946 da Adriano Olivetti.

Tra i tanti c’è anche l’agile e interessante volumetto intitolato “Discorsi per il Natale” che raccoglie tre testi scritti da Adriano per le feste di fine anno, fotografando alcuni dei momenti più importanti della storia della fabbrica di Ivrea. Nel primo discorso, datato 24 dicembre 1949, l’imprenditore racconta i primi anni del dopoguerra per condividere il sollievo e l’orgoglio della compiuta ripresa dell’azienda dopo la difficile esperienza del fascismo e del conflitto mondiale. Nel secondo, sei anni dopo, il 24 dicembre 1955, Adriano Olivetti rievoca proprio quel discorso per ripercorrere i nuovi traguardi della fabbrica, che ha assunto ormai una dimensione internazionale ma non ha mai perso di vista le proprie radici morali, memore degli insegnamenti del fondatore Camillo. E dice, tra le altre cose: “Tutta la mia vita e la mia opera testimoniano anche – io lo spero – la fedeltà a un ammonimento severo che mio padre quando incominciai il mio lavoro ebbe a farmi: “Ricordati” –mi disse– “che la disoccupazione è la malattia mortale della società moderna;perciò ti affido una consegna:devi lottare con ogni mezzo affinché gli operai di questa fabbrica non abbiano a subire il tragico peso dell’ozio forzato, della miseria avvilente che si accompagna alla perdita del lavoro”.

Una grande lezione morale alla quale, nei fatti, accompagnò il suo agire di imprenditore illuminato. Olivetti esprime così la volontà di ringraziare i lavoratori della fabbrica per la loro partecipazione a qualcosa di più grande, a una comune dimensione di riscatto del lavoro che, per usare le stesse parole di Olivetti,“non si esaurisce semplicemente nell’indice dei profitti”. Nell’ultimo discorso della breve raccolta, pronunciato in occasione del Capodanno del 1957, alla vigilia del cinquantenario della fondazione della Olivetti ( nell’ottobre del 1908) l’augurio dell’imprenditore di Ivrea, ormai all’apice del successo, è quello di non perdere mai di vista, nell’anno e negli anni a venire, il senso di giustizia e di solidarietà umana che è alla base di ogni vero progresso e rappresenta il valore più profondo e ultimo di tutta l’esperienza olivettiana. Vi è l’orgoglio per quello che lui stesso definisce “lo spirito della fabbrica” e una potente visione di futuro. Resta, leggendo quelle pagine, il rammarico per ciò che potevano essere l’Olivetti , l’industria italiana e il modello sociale del paese se l’utopia di Adriano Olivetti non si fosse spenta dopo la sua improvvisa e tragica morte in quel sabato di fine febbraio, quando non aveva ancora compiuto sessant’anni.

Indimenticabile Carpanini

Sono passati 20 anni senza di Te,  Caro Domenico Carpanini. Il 28 febbraio del 2000, verso le 22 il telefono di casa squillò. Domenico è morto.

Che stai dicendo? sei matto? No , non sono matto,  dai vieni al salone dell Ascom. Vestendomi non ci credevo ancora, arrivai verso le 23, 30.

Tanta gente sbigottita , nulla da fare. Tornando a casa mi chiesi: ed ora? Che capiterà? Caro Domenico eri il candidato ed il sicuro Sindaco di Torino. Non avevi eguali. Dal 1973 iscritto al PCI, dopo lo Psiup che si era dovuto e voluto sciogliere. Dall’80 in consiglio comunale. Da consigliere a vice Sindaco. Seconda volta per Valentino Castellani. Ballottaggio con Costa ex ministro liberale approdato in Forza Italia. Lui era in vantaggio e Castellani vinse per una manciata di voti.
Durante lo spoglio molto nervosismo. Scherzavi con Castellani: vinco io, non ci torno a lavorare in banca.  Non mi piace .il Sindaco uscente era bianco come un cencio. Terrorizzato di non farcela. Tu la città la conoscevi palmo a palmo. Dopo l’amabile sfotto’ lo rassenerasti: non ti preoccupare rivinciamo. Castellani: ti invidio.  Come fai ad essere così sicuro. Semplice,  ora arrivano i seggi meno popolosi.  Centro , Gran Madre e Crocetta. Poi arriveranno i piu popolosi delle periferie. E fu così.  Non c’erano dubbi.
Da vice Sindaco avevi la delega ai Vigili urbani. Dierei proprio una brutta ” rogna ” . Delibera di giunta che istituiva il servizio di pattugliamento notturno. Con compagni fidati feci il giro di controllo . Alcune sezioni, credendo di fare i furbi non fecero nulla. Mattino successivo convocasti il Capo dei Vigili. Mortificato prese i provvedimenti del caso. La tua ironia e sarcasmo erano proverbiali. Si mangiava all’Arcadia nelle speranza di trovarti. E poi fino alle 16 a discutere. Riformista convinto e grande amico di Giuliano Ferrara. Raccontasti di una cena romana con il tuo vecchio amico diventato un ex comunista. Continuavi ( ovviamente ) nel volergli bene , rimanendo sbigottito, non sapeva manco più quanto era lo stipendio mensile di un operaio Fiat. Folla al tuo funerale. Alla Camera Ardente arrivo’ Giuliano che piangeva. Abbracci ed ancora abbracci , con le divisioni , per un attimo superate. Qualcuno a Torino come a Roma non voleva che tu fossi il candidato. Per la prima volta ci furono gli autoconvocati.  Sala strapiena alla GAM. Non c’era storia tu eri il candidato naturale e fu così. 20 anni senza di Te sono tanti e sei morto troppo giovane. Avevi bisogno di Torino come Torino aveva bisogno di Te. Voglio ricordare quella stupenda frase : una città dove far crescere i propri figli. Scusaci Domenico se  non siamo stati all’altezza. Indimenticabile,  convinti che saresti stato un ottimo Sindaco.

Patrizio Tosetto

70 anni di Festival di Sanremo, storia semiseria (seconda parte)

DAL 1990 AL 2011

In questa seconda parte della storia del Festival vi racconto le vere storie dei vincitori dal 1990 al 2011, con i titoli veri delle canzoni che hanno trionfato.

Scoprirete interessanti notizie che non vi sareste mai immaginati…

Una canzone simbolo s’impone nel 1990: è “Uomini poli”magistralmente cantata dai Puh (un gruppo di tubercolotici che sputacchiano continuamente…). Evidente il richiamo a Totò Cotogna (vedi il 1980).

Gli anni 90 iniziano con Riccardo Scocciante (un cantante che in genere canta con Fiorella M’annoia) che vince con la sua allegra “Se sciamo insieme”. Il bello è che, nella sezione giovani, vince Paolo Pallesi (un altro nome che dà l’idea del divertimento…).

Nel 1992 vince Luca Barbagrossa (un parrucchiere prestato alla canzone) che si esibisce con “Portami a sballare”, un rock scritto da un ex drogato recuperato grazie ad un lungo percorso di riabilitazione.

Rivince Enrico Buggeri (il baro a poker, ve lo ricordate? Già primo con il Trio) con “Miss Tero” una marcetta dedicata ad una concorrente di Miss Italia.

Ecco il 1994 con il bell’Aleandro Caldi che trionfa con una canzone dal nome emblematico che suscita l’entusiasmo del Teatro Ariston: “Passera”.

Nel 1994 s’impone la bella Jorja con la tenera “Tome saprei”,canzone dedicata ai fabbricanti di formaggi alpini ed alle loro deliziose forme a pasta dolce.

E’ la volta di Ronron, nel 1995, con la sua “Vorrei incontrati tra centenni”, uno slow ambientato in una casa di riposo per anziani centenari che cercano di avere rapporti sessuali ingurgitando dosi massicce di Viagra.

Gli sconosciuti Gialisse cantano “Fumi di parole”, vincono e scompaiono (anche perché pare avessero copiato la canzone da una sconosciuta band svedese… ma si può?).

Toh, un nome antesignano, Annalisa Minetti (zia dell’igienista dentale tanto nota ai giorni nostri): vince nel 1998 con la canzone dal titolo problematico “Senza the o con the”, liberamente tratto dall’Amleto all’ora in cui gli inglesi devono la loro bevanda nazionale.

1989: Anna Boxa (l’attrice che aveva avuto un gran successo nel film di Clint Eastwood One million dollar baby, ricordate?) porta al successo “Senza dietà”; con un forte accento francese Anna racconta la storia di una bulimica che non riesce a dimagrire perché non trova la dieta giusta…

Il decennio si chiude con gli Avion Travet e la delicata canzone “Pentimento”, l’amara confessione di un bambino che ha rubato la Nutella e chiede perdono alla mamma.

Il nuovo millennio inizia con la vittoria di E’ Lisa (il soprannome di Mona Lisa, una vecchia prostituta padovana) che canta “Duce”, un inno fascista rivisitato a seguito del processo di trasformazione del MSI in AN.

Nel 2002 trionfano i Matia Lazar con “Massaggio d’amore”, il jingle di molte case d’appuntamento che mascherano la loro attività di bordelli con innocui cartelli tipo massaggiatrice Marisa, citofonare quarto piano…

Appare la giovane Aleksya con “Per dire di do” uno scioglilingua per bambini sul tipo ti ritiri o tiri tu, taratara taratà…

Marco Marini (bagnino di Laigueglia) vince a sorpresa nel 2004 con “L’uovo volante”, la storia di uno chef specialista in frittate, abituato a lanciare uova contro il muro per spezzare i gusci.

Il 2005 incorona Francesco Menga (autore dell’omonima “legge”, che non possiamo pubblicare per decenza…) che mette in musica il teorema di Pitagora con il titolo “Angolo”. Purtroppo il successivo contributo musicale, dal titolo “Ipotenusa”, non ha avuto lo stesso successo…

E’ la volta di Povera che, dopo aver cantato la sigla del Sanremo precedente (“Quando i bambini fanno O”, dedicata ai bimbetti che affrontano il disegno per la prima volta), si esibisce con “Vorrei avere il Recco”, sogno di un allenatore di pallanuoto che desidererebbe tanto allenare la migliore squadra italiana.

E finalmente i pazzi di Cristocchi vincono: è l’anno 2007, la canzone si chiama “Ti regalerò una posa”, storia di un fotografo di calendari per soli uomini, che si fa pagare profumatamente per gli scatti a tette e chiappe, ma poi, generosamente, regala sempre una foto alla modella.

Che ridere nel 2008! Il cantante Joe di Tonno (farebbe già ridere così, il bello che il nome è VERO!) vince con “Polpo di fulmine”,delicata storia d’amore tra un polipo ed una seppia in un vorticoso mulinello di tentacoli che sembra di essere ad Arcore…

Trionfo decretato nel 2009: vince Marco Corta (già vincitore della trasmissione Amici e quindi predestinato ad essere primo a Sanremo…) con “La forza zia” un oscuro messaggio lanciato alla sorella della mamma da un giovane in cerca della prima esperienza sessuale (un po’ come nel film Grazie zia).

Stessa storia nel 2010, che chiude i primi 60 anni di Festival: vince, ovviamente, Valerio Scalu (caposcalu all’aeroporto di Olbia, già vincitore della trasmissione Amici e quindi predestinato ad essere primo a Sanremo…) con la canzone “Per tette le volte che…”, un inno al più celebrato simbolo delle donne.

Nel 2011 la censura non riesce a fermare Roberto Secchioni (uno studente sempre gobbo sui libri) che presenta la sua invocazione erotica cantando Chiavami ancora amore”, diventato l’inno delle ammiratrici di Rocco Siffredi.

Arriva, lemme lemme, la cantante Flemma che sorprende tutti cantando, a metà febbraio del 2012, Non è l’inverno, un testo di contestazione delle rigide temperature verificatesi quell’anno a Sanremo.

Il 2013 è l’anno di Marco Mentoni, un giovane con una mandibola molto pronunciata, che trascina il pubblico con la sua L’e senza ale”, misterioso titolo evocativo di pratiche esoteriche.

L’anno dopo è la volta di Arìda, cantante che deve il nome al fatto di essere nata nel deserto del Gobi, molto arido; ma la sua canzone vincente, Controvetro non ha successo.

Ce l’ha invece, nel 2015, enorme, il trio 2015 Il Molo che ottiene una standing ovation con la bellissima Gronde a mare che descrive la strana forma dei tetti delle case della Riviera ligure.

Ancora una vittoria di un gruppo nel 2016: si chiamano Gli Studio e presentano una complicata ricetta di torta cotta a legna; titolo della canzone Un forno mi dirai”.

Originalissima la canzone vincitrice nel 2017, dal titolo “Occidentali’s Tarma”, che descrive una tenera storia d’amore fra una tarma ed un pidocchio conosciutisi in un armadio a muro dove erano accumulati vecchi vestiti. L’artista che la porta al successo è Francesco Gabbiani, un allevatore di pellicani della costa delle Nuove Ebridi.

E’ la volta, nel 2018, della coppia Ermal Menta (un ortolano specializzato nella coltivazione di piantine di menta e di liquirizia) e Fabrizio Toro (allevatopre di bovini nella bassa padana). Cantano una canzone ecologica dal titolo Non mi abete fatto niente per sensibilizzare il pubblico sui problemi del disboscamento alpino.

E siamo arrivati ai giorni nostri: il 2019 segna l’apertura del Festival ai cantanti immigrati: il giovane Mammut (evidenti ascendenze siberiane) lancia il ritornello Saldi”,immediatamente adottato come jingle da tutti gli outlet sparsi per l’Italia.

E chiude questa rassegna il grande Iodato (figlio di un proprietario delle saline di Trapani) che giusto 12 mesi fa vince con la delicata “Mai rumore”, forte denuncia contro rappers ed urlatori di ogni tipo che hanno invaso Sanremo pe decenni.

Chi vincerà la prossima edizione?

Io lo so, ma non ve lo dico…

GIANLUIGI DE MARCHI

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A Chieri campanile illuminato di verde per la «Giornata delle malattie rare»

Chieri aderisce alla campagna #UNIAMOleforze e illumina di verde il campanile di San Giorgio

 

Domenica 28 febbraio ricorre la «Giornata delle malattie rare», una data significativa dal momento che in Italia sono circa 2 milioni le persone colpite da queste patologie, e una su cinque è un bambino.

Anche il Comune di Chieri aderisce alla campagna lanciata da UNIAMO (Federazione delle Associazioni di Persone con Malattie Rare d’Italia), illuminando di verde il campanile di San Giorgio nella giornata di domenica 28 febbraio. «Chieri è la 5° città del Piemonte ad aderire all’iniziativa di Uniamo-commenta il Sindaco Alessandro SICCHIERO-e illuminando il campanile di San Giorgio vogliamo anche noi contribuire ad ‘accendere la luce’ sulle malattie rare».

Un pool anti abusivismo per il turismo

Una delle piaghe che colpisce da sempre il turismo, è il fenomeno dell’abusivismo: persone o associazioni non autorizzate che si permettono di raggirare la legge per svolgere una professione che non gli compete.

M.A.A.V.I., il Movimento Autonomo delle Agenzie di Viaggio Italiane, il raggruppamento più ampio di Agenti di Viaggio, ha da poco fondato il Pool Anti-Abusivismo, una vera e propria Task Force dedicata alla lotta contro l’illegalità nel settore.

“È incredibile pensare che una parte del nostro lavoro, svolto in modo serio, con tutte le carte in regola e da parte di professionisti, possa essere sottratto da persone improvvisate, senza alcuna licenza, senza le assicurazioni a protezione dei clienti e che per di più evadono le tasse” afferma Maurizio Donadeo, Delegato Nazionale per il Piemonte e Membro del Direttivo Nazionale di M.A.A.V.I.

“È incomprensibile come questi abbiano potuto operare, spesso indisturbati, per anni; tanto più non possiamo permetterlo ora, quando, a causa della crisi economica provocata dal Covid-19, la nostra categoria risulta la più colpita sia in termini di calo di fatturato (-93% dati ISTAT), sia in termini di attività già definitivamente chiuse (oltre il 20% delle Agenzie di Viaggio ha già rimesso la licenza, dati Confcommercio).

Le nostre azioni saranno mirate e risolutive e faranno comprendere agli illegali che non c’è più spazio per loro e, ai relativi clienti, che si assumeranno un grande rischio ad acquistare da persone non in regola, perché non avrebbero nessuna tutela.

Noi dobbiamo proteggere il lavoro delle Agenzie di Viaggio, che svolgono onestamente la loro professione, dietro alla quale c’è studio, preparazione, esperienza, professionalità, Direzione Tecnica acquisita con esame e dove è presente personale dipendente qualificato.”

“Il nostro Movimento – continua Donadeo – è il primo ad aver creato una realtà così strutturata, concreta e seria. Infatti il nostro Pool Anti-Abusivismo è basato su di un sistema unico, innovativo e digitalizzato, con i giusti collegamenti con le Autorità preposte agli interventi contro l’illegalità, e, con una forza nazionale data da M.A.A.V.I. capillarmente presente su tutto il territorio.

Siamo fieri di avere come Coordinatrice del Pool per il Piemonte e Valle d’Aosta Rosanna Stirone, una collega molto preparata in materia, che da anni affronta il problema dell’abusivismo. Studiando la Legge Regionale 15/88 ha riscontrato delle problematiche relative a due articoli, che lasciano aperti dei varchi per gli abusivi e siamo già intervenuti, a nome del Direttivo Regionale di M.A.A.V.I., con l’invio di una lettera ad hoc, dettagliata e mirata, al Presidente Alberto Cirio e all’Assessore al Turismo Vittoria Poggio.”

“Effettivamente gli articoli 13 e 14 creano situazioni confuse, difficili da controllare, favorenti l’abusivismo e l’evasione fiscale – interviene Rosanna Stirone. Ne chiediamo la cancellazione perché, così come sono enunciati, non permettono alle Autorità competenti di effettuare i controlli che richiedono azione di indagine e raccolta di materiale informativo come prova dell’illecito. In questi anni, le Agenzie di Viaggio si sono dovute far carico di questa attività per produrre segnalazioni.”

“È giunto il tempo di entrare in azione con i fatti” – conclude la Stirone. Il Pool Anti-Abusivismo di M.A.A.V.I. è operativo e lavora per dare chiarezza nel settore e dignità agli Agenti di Viaggio.

Siamo certi che il Governo Regionale, con il quale abbiamo instaurato un ottimo rapporto di collaborazione, sarà ben predisposto per ottenere insieme il risultato importante di portare piena legalità nel turismo.”

B2B online per Reale Mutua Basket e gli sponsor

La Reale Mutua Basket Torino, nella cornice della piattaforma Zoom, ha incontrato i suoi sponsor,  compagni di viaggio del progetto gialloblu.

Agli sponsor sono stati presentati i risultati in campo e fuori del lavoro di questi mesi, gli obiettivi e i tanti progetti in ballo che guardano al futuro. Un momento sempre importante per ogni società, ancor più in un contesto storico così delicato come quello che stiamo affrontando.

Un momento di confronto e dialogo, che ha visto protagonisti i partner della compagine torinese, messi virtualmente a contatto l’uno con l’altro, in meeting one to one, per promuovere e favorire nuove sinergie.

Il commento del direttore generale Viola Frongia: “Incontri come questo sono l’essenza della nostra azienda. Vogliamo che i nostri partner siano consapevoli del valore del loro investimento. Questo periodo storico, inoltre, ci sta insegnando ancor di più ad essere flessibili e resilienti e quanto sia importante il valore di fare rete. L’organizzazione del B2B digitale è stata una bella sfida e speriamo davvero sia stato uno strumento utile per incrementare la creatività e le opportunità dei nostri sponsor”.

Giacomo Dalle Rive, ufficio marketing e comunicazione Valmora : “Come Valmora ringraziamo per la disponibilità e l’occasione di creare sinergie in un momento in cui non è così semplice incontrare altre realtà”.