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Si sta discutendo, in Consiglio Comunale, il bilancio della Città di Torino. In merito, è intervenuta la Capogruppo di Forza Italia, Federica SCANDEREBECH. Riceviamo e pubblichiamo il suo intervento
“Oggi discutiamo il bilancio di previsione del Comune, un documento che dovrebbe tracciare una rotta chiara per il futuro della nostra città. Eppure, ciò che emerge da questa proposta non è una visione strategica, in grado di individuare realmente le esigenze della popolazione, gli interventi indicati paiono spesso scollegati dalla realtà dei problemi che Torino vive ogni giorno.
Stupisce, per non dire che lascia perplessi, vedere che il documento preveda per i prossimi anni importanti stanziamenti economici sempre in crescita. Come penserete di aumentare questi stanziamenti già difficilmente reperiti sul bilancio attuale, siete sicuri poi di riuscire a mantenere le promesse di questi crescenti stanziamenti senza vessare nuovamente i cittadini torinesi? O questi stanziamenti crescenti non verranno poi confermati nei bilanci successivi ed è una mera comunicazione politica che avete deciso di mettere in atto?
La nostra Città ha bisogno di azioni concrete e immediate, ma su troppi fronti questa Amministrazione si è dimostrata incapace di intervenire. In questi 1000 giorni di mandato, le questioni fondamentali sono state trascurate, lasciando la città in una condizione di stallo. Torino soffre di problemi strutturali che necessitano di interventi mirati e coraggiosi.
Prendiamo il tema del lavoro: Stellatis, un tempo simbolo della nostra identità industriale, vive un momento di grande incertezza. E voi cosa avete fatto? Nulla. Nessuna iniziativa per salvaguardare i posti di lavoro, nessun piano per attrarre investimenti o sostenere la transizione industriale. Torino, che un tempo era un motore economico, sta perdendo centralità. Ma ciò che è positivo, seppur parzialmente, è che, grazie alla nostra insistenza, siamo riusciti a ottenere la convocazione di un Consiglio comunale aperto urgente. Questo è un passo importante, un’opportunità per coinvolgere le parti sociali e le istituzioni in un confronto diretto, per cercare soluzioni concrete. Tuttavia, la vera sfida è ora mettere in pratica le parole e le proposte che emergeranno da quel confronto, e non limitarsi a un incontro formale senza seguito.
Le infrastrutture non sono da meno. Piazza Baldissera, un progetto nato male sotto il PD, è diventata il simbolo del caos urbano. Il traffico è insostenibile, i residenti esasperati e che cosa avete fatto, solo annunciare nuovi lavori a fronte di già molti fondi impegnati negli anni per arrivare ad un vero flop di viabilità. Di fronte al disastro, qualcuno ha trovato il modo di scherzarci sopra. Recentemente sui giornali si è parlato di un “gioco da tavola”, una parodia, intitolato “Piazza Baldissera”, dove si gioca come un “semplice automobilista” e si scopre l’ebbrezza di fare un doppio 6 con i dadi senza neanche muoversi di una casella. Si può persino scommettere su “quando”, “dove” e “come” uscirai dalla piazza, e se ne uscirai mai. Un’ironia amara che riflette perfettamente la realtà: un progetto che doveva risolvere i problemi di viabilità è diventato una fonte quotidiana di ritardi e nervosismi per migliaia di automobilisti. Mentre voi vi limitate a osservare, la città si riduce a un gioco di parole, e Torino diventa sempre più un luogo dove la fantasia supera la realtà.
Il trasporto pubblico è un altro capitolo dolente. La metropolitana è in perenne disservizio, con una manutenzione praticamente inesistente agli occhi dei cittadini. La rete di trasporto di superficie è frammentata, disorganizzata e manca una regia chiara. Invece di migliorare il sistema e incentivare l’operatività del personale, si avvalla l’assunzione di nuove figure dirigenziali con stipendi che si aggirano intorno ai 100mila euro annui.
La sicurezza in città è un elemento trascurato. Non sono in programma potenziamenti dell’organico della Polizia Municipale, nonostante le necessità siano evidenti. Al contrario, le poche risorse a disposizione sembrano essere destinate a dare priorità a iniziative che mirano a fare cassa, piuttosto che a risolvere i problemi di sicurezza reale che necessiterebbe di un maggiore presidio del territorio, senza dimenticare i gravi disagi che i cittadini lamentano: come ad esempio la mancanza di una reale gestione della sosta selvaggia di monopattini e biciclette e la mancanza di controlli sull’esplosione di botti e petardi che ogni giorno trasformano Torino in un capodanno senza fine.
Le strade di Torino sono un altro punto critico: buche ovunque, manto stradale da rifare, segnaletica orizzontale inesistente, persino davanti alle scuole dove la sicurezza dovrebbe essere prioritaria. Il decoro di una città passa anche dalle sue strisce, quelle che delimitano la carreggiata, ma anche le corsie preferenziali e i posteggi per disabili diventati “fantasma”. Ci sono grandi margini di miglioramento sotto questo aspetto: la segnaletica orizzontale, in primis quella che dovrebbe tutelare pedoni e fasce deboli, è sbiadita o inesistente, oppure confusa e pasticciata. È necessaria una cambio di regia per il rifacimento di strade e segnaletica che metta al centro la sicurezza dei cittadini e la funzionalità delle infrastrutture. Un piano serio e strutturato, che preveda interventi tempestivi e mirati, è l’unica strada per restituire decoro alla città e garantire un traffico fluido e sicuro per tutti.
E che dire delle pedonalizzazioni? Interventi spot, senza un piano di viabilità e arredo urbano, che hanno solo aggravato il traffico e lo smog. È così che pensate di migliorare la qualità della vita dei cittadini?
Il verde pubblico, che un tempo era il fiore all’occhiello della città, oggi è abbandonato. Aiuole incolte, alberi non potati e un generale degrado che avanza. Torino, da città verde, si sta trasformando in una città grigia.
Il commercio di prossimità è un altro settore che è stato abbandonato a se stesso. I negozi storici chiudono uno dopo l’altro. La mancanza di strategie chiare e di un supporto concreto per i commercianti sta svuotando i quartieri, mentre l’abusivismo imperversa, creando degrado e insicurezza, senza che esista un piano di soppressione concreto. Torino merita un’Amministrazione che investa nel commercio locale, che protegga le piccole imprese e favorisca uno sviluppo sano e sostenibile per il nostro centro e le periferie.
Il tema dei luoghi di aggregazione per anziani è un altro aspetto che merita attenzione. I 35 centri di incontro mappati dal Comune, che dovrebbero rappresentare punti di riferimento fondamentali per la socializzazione e il benessere degli anziani, sono ormai in uno stato di totale abbandono. Questi spazi, che un tempo erano vivaci e attivi, necessitano di una manutenzione urgente per poter tornare a essere luoghi accoglienti e funzionali. La carenza di risorse e di attenzione, da parte dell’Amministrazione, ha portato a un progressivo degrado, con strutture che versano in condizioni precarie e spazi inutilizzati. Gli anziani, che rappresentano una parte significativa della nostra popolazione, hanno diritto a centri di incontro che siano sicuri, ben curati e in grado di offrire opportunità di socializzazione e svago. Invece, oggi si trovano di fronte a luoghi trascurati, dove l’assenza di manutenzione e il disinteresse dell’Amministrazione sono evidenti.
La stessa Assessora Nardelli ha evidenziato in aula proprio l’aumento dell’età anagrafica della popolazione torinese, ma bisogna prendere atto non solo statisticamente, ma anche nei fatti e nelle parti di competenza comunale.
Da anni si sente parlare di una cabina di regia per il rifacimento del manto stradale e la copertura delle buche, ma la realtà è che le promesse restano sulla carta. Le società private dovrebbero coordinarsi per programmare interventi tempestivi e minimizzare i disagi, ma il risultato è bene diverso. Un altro aspetto di cui si tiene poco conto è quello delle barriere architettoniche, che rendono la città inaccessibile a molte persone, in particolare agli anziani e a chi ha una disabilità. Non si tratta solo di buche o pavimentazione dissestata, ma di un’intera rete urbana che non tiene conto delle necessità di chi ha difficoltà motorie. Marciapiedi, strade ed edifici pubblici dovrebbero garantire l’accessibilità per tutti, ma ancora oggi in molte zone della città ci sono ostacoli (come monopattini e bici abbandonati sui marciapiedi), gradini, dislivelli, scivoli bloccati da auto in sosta selvaggia, sedimi sconnessi che impediscono a chiunque non sia completamente autosufficiente di muoversi liberamente. È urgente un piano di intervento per migliorare l’accessibilità, che definisca una metodologia complessiva e coordinata al fine di eliminare le barriere architettoniche e garantire la fruibilità di tutti gli spazi urbani.
Il Piano Regolatore Generale (PRG), nonostante potrebbe rappresentare uno strumento strategico fondamentale per affrontare la situazione dei numerosi immobili pericolanti e abbandonati in città, sembra destinato a rimanere nel cassetto. Con un utilizzo adeguato, potrebbe permettere di avviare le necessarie variazioni di destinazione d’uso, dando nuova vita a edifici in stato di degrado e contribuendo al recupero di interi quartieri. Invece, la sua mancata attuazione lascia Torino con un patrimonio immobiliare in rovina e una città che continua a subire il peso dell’abbandono e della stagnazione. Ricordo quando l’attuale Sindaco proponeva da Assessore varianti su varianti, il coraggio che aveva all’epoca di trasformare la città non pare essere stato trasferito alla sua Giunta.
E infine, gli aumenti. Non c’è stato anno che non abbia avuto la sua stangata: nel 2022 l’impennata sull’addizionale comunale Irpef, nel 2023 il rincaro delle tariffe dei cimiteri (+6%), delle strisce blu e dei biglietti Gtt (da 1.7 a 2 euro), nel 2024 l’aumento di quasi il 7% della tassa rifiuti. E i servizi non sono migliorati! I cittadini pagano di più per avere di meno, mentre voi continuate a parlare di un futuro fatto di investimenti che, alla luce di questo bilancio, suonano come pura fantasia. Certo che poi riuscite a mantenere un equilibrio di bilancio a spese delle tasche dei tanti torinesi vittime dei costanti aumenti.
Ecco perché continuo convintamente a pensare che si potrebbe cambiare rotta puntando prioritariamente sul turismo e sulle entrate che deriverebbero da chi la città non la vive perché residente, ma bensì da chi la conosce per turismo o attrattività.
Per ogni criticità della Città, ad ogni puntuale interpellanza sollevata dalla sottoscritta, la risposta più comune che viene data dagli assessori competenti è sempre la carenza di risorse, però poi ad esempio in un bilancio come questo passano 750mila euro per uno skate park, sono davvero queste le priorità di questa giunta?
Signor Sindaco, il bilancio di previsione dovrebbe essere uno strumento per costruire il futuro, ma il vostro non fa altro che confermare l’immobilismo di questa Giunta e un futuro sempre più incerto per le periferie della città del tutto lasciate abbandonate. Torino merita più coraggio, non abbiate paura di investire sul piano regolatore e su una città sempre più turistica. Noi continueremo a vigilare e a proporre, ma vi chiediamo di fare il vostro dovere. Perché Torino non può più aspettare.
Forza Italia ha presentato una mozione di accompagnamento al DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (D.U.P.) – PERIODO 2025-2027 in cui si richiede il potenziamento della segnaletica orizzontale, con priorità alle strisce pedonali nei pressi delle scuole, degli ospedali e nei punti di maggiore interesse, per una maggiore sicurezza stradale.
La cittadinanza percepisce, per quanto concerne le strisce pedonali, la mancanza delle stesse, oppure una manutenzione precaria o comunque dalla scarsa durata in quanto, laddove vengano ripristinate utilizzando le nuove vernici, la segnaletica permane per un tempo ritenuto insufficiente, richiedendo interventi più frequenti con conseguenti maggiori costi.
Nella mozione si impegnano il Sindaco e la Giunta a prevedere nel corso dell’anno un’integrazione dello stanziamento specifico di bilancio, utilizzando parte dei risparmi o dei maggiori introiti sul capitolo destinato alla segnaletica orizzontale, ai fini di un maggiore sostegno per gli interventi necessari e a dare la massima priorità al rifacimento della segnaletica orizzontale nei pressi degli attraversamenti pedonali posti in prossimità delle scuole, degli ospedali e, in generale, dei punti di maggiore interesse. Speriamo che a fronte delle dichiarazioni della Giunta in merito alla carenza di risorse si possa seriamente fare un ragionamento per implementare quel capitolo di bilancio”.
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Il primo e più importante gospel-meeting italiano con grandi ospiti internazionali di scena al Teatro Agnelli
Sabato 21 dicembre 2024 si celebrerà presso il Teatro Agnelli di Torino la 27ª Edizione del Gospel Jubilee Festival. Organizzato, fin dalla sua prima edizione del 1998, dall’Associazione Anno Domini, con la direzione artistica di Aurelio Pitino, il principale evento Gospel della città ritorna come di consueto sotto Natale.
In questa 27ª edizione i «padroni di casa», gli Anno Domini Gospel Choir, apriranno, come di consueto, la prima parte della serata. Presenteranno alcuni brani del loro album di canti natalizi dal titolo: «Christmas Spirit» e qualche nuovo brano di Contemporary Gospel del loro vasto repertorio.
Special Guest: The Voices of Victory, una formazione gospel costituita da alcuni tra i migliori interpreti gospel della città da cui provengono: Orlando, Florida (USA) che ha come mission quella di trasmettere la Buona Novella attraverso la gioia del canto!
Nasce da Perfect Harmony, una «family band» costituita dalle talentuose Nicole e Chrystal, con la mamma Jennifer Ingram; insieme, queste tre lady, hanno vinto il prestigioso Florida Gospel Music Awards come «Best New Gospel Group of the Year», «Best Gospel Trio», e «Best New Artist».
Nel 2016 la leader del gruppo, Nicole Ingram Taylor, decide di ampliare l’esperienza di Perfect Harmony e creare un gruppo più ampio, capace di offrire un sound più coinvolgente e ritmato, nascono così The Voices of Victory. I singers di Voices Of Victory sono professionisti stimati con anni di esperienza e grandi credenziali, si sono esibiti con l’Orlando Philharmonic Orchestra al Carnegie Hall di New York. Hanno cantato con leggende della Gospel Music quali Cece Winans, Byron Cage, LaShun Pace, John P. Key, Shirley Caesar, Milton Brunson and the Thompson Community Choir, Twinkie Clark e Rev. Timothy.
Hanno anche affiancato, come coristi, nomi prestigiosi del pop quali Simple Minds, Sinead O’Connor e i Bee Gees. Per la prima volta al Gospel Jubilee Festival! Il concerto che presenteranno sarà costituito da brani celeberrimi del repertorio gospel e canti natalizi in grado di farci vivere appieno lo spirito della stagione. Un programma ricco e intenso che promette, ancora una volta, al pubblico del GJF, di vivere e far vivere una serata indimenticabile, gioiosa, leggera e profonda allo stesso tempo, di testimonianza di fede e valori della vita… in parole e musica!
UN LETTORE CI SCRIVE
Caro direttore,
il Barattolo detto anche Suk a Torino, il mercatino dell’usato è gestito dall’organizzazione del Balon dal 2018. Il Sabato e la Domenica nei pressi del cimitero generale e della discarica Amiat in via Carcano al numero civico 22.Un mercato multietnico ecosostenibile del libero scambio (si riciclano e danno a nuova vita oggetti che andrebbero distrutti) frequentato per lo piu’ da radicali chic ma anche da pensionati e appassionati alla ricerca del pezzo unico d’antiquariato.
Si è creato un polmone che permette a chi ha poche risorse di comprare abiti e scarpe generalmente vintage, usate firmate a poco prezzo. Da 3 a un massimo di 20 euro a secondo delle condizioni, per chi non ce la fa ad arrivare a fine mese si può rifare il guardaroba. Io stesso che vi sto scrivendo ne usufruisco. Da un paio d’anni frequento il mercatino, a differenza del vecchio balon sono in maggioranza extracomunitari e rom che propongono oggetti usati. Il mercato è monitorato dai vigili e dagli organizzatori stessi, controllano che non si vendano articoli nuovi o dalla provenienza dubbia, una sicurezza per l’acquirente. In pratica un Bazar mediorientale a Torino.
Un’ opportunita’ lecita per extracomunitari che dalle 5 del mattino attendono l’apertura dei cancelli, per prendere possesso della piazzola: pagano per l’affitto 15 euro ed espongono oggetti usati spesso provenienti da sgomberi di alloggi o cantine. Vi si può trovare di tutto, dal piccolo elettrodomestico al quadro d’autore da computer a telefonini , addirittura mobili anche antichi.Fare il buon affare e a portata di tutti, un modo intelligente per fare integrazione.E anche di passare il tempo il Sabato e la Domenica in un mercato eterogeneo. Vi consiglio di fare un salto a vedere questa realta’, rimarrete stupiti dalle opportunita’ assolutamente legali offerte. Sono ben organizzati hanno creato un luogo apposito recintato con all’interno una decina di nuovi servizi igienici con tanto di addetti alla loro pulizia durante il mercato. Inoltre chi compra un elettrodomestico con la spesa di un euro può provare se funziona.
E ci si può ritrovare di acquistare con 5 euro una macchina per il caffè a capsule, anziché pagarla 90 euro nuova. Se cercate lampadari o abat jour, lì troverete modelli nell’arco di un secolo, libri in perfetto stato a 50 centesimi, stampe d’autore a 5 euro. Utensili di ogni genere compresi trapani e avvitatori, motoseghe e decespugliatori a motore ed elettrici, bici e accessori per bici, inoltre all’ingresso vi è un africano che si è creato una piazzola con gli strumenti per riparare a poco prezzo con ricambi usati bici di ogni genere. Insomma multioccasioni per soddisfare il compratore più esigente. Ha passato momenti di polemiche sulle merci esposte, ma l’organizzazione e i vigili urbani presenti con due o tre auto vigilano attentamente sul libero scambio. Il mercatino e aperto dalle 6.00 alle 14.00 il Sabato e la Domenica con una pausa di 2 settimane ad Agosto. E’ servito da autobus, gli stessi che si usano per far visita ai nostri cari al cimitero generale.
Paolo P.
Una coppia rientrata a casa l’ha trovata svaligiata. Ma le brutte sorprese non erano finite: i due prioritari dell’appartamento a Novara si sono accorti che i ladri, probabilmente insoddisfatti per il magro bottino rimediato, avevano urinato e defecato nei cassetti in segno di protesta.
NOTIZIE DAL PIEMONTE
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Il portale istituzionale della città è stato completamente rinnovato, con un design moderno e funzionale, e progettato secondo le Linee Guida di Designers Italia per i siti web dei comuni italiani, redatte dal Dipartimento per la trasformazione digitale e dall’AgID (Agenzia per l’Italia Digitale). Queste linee guida garantiscono usabilità e design uniformi, rendendo l’esperienza online più semplice, accessibile e interattiva.
Caratteristiche principali del nuovo portale:
– Una navigazione intuitiva e un’architettura dell’informazione semplificata.
– Accessibilità migliorata, per garantire un utilizzo inclusivo a tutti i cittadini.
– Maggiore interattività, favorendo una comunicazione diretta e una partecipazione attiva tra Amministrazione e comunità.
– Realizzazione finanziata con i fondi del PNRR nell’ambito della Misura 1.4.1 “Esperienza del cittadino nei servizi pubblici”
Il Sindaco Alessandro Errigo ha evidenziato come il nuovo portale rappresenti “un passo avanti fondamentale per migliorare il dialogo tra Amministrazione e cittadini. Si tratta di uno strumento progettato per semplificare l’accesso ai servizi e favorire la partecipazione attiva alla vita della città, con un’attenzione particolare alla trasparenza”.
L’Assessore alla Trasformazione Digitale, Emanuele Bugnone, ha sottolineato: “Grazie ai fondi del PNRR, abbiamo sviluppato un portale che risponde ai più elevati standard di usabilità e tecnologia per la Pubblica Amministrazione. Il nuovo sito sarà un punto di riferimento per tutti i cittadini, con servizi online efficienti e informazioni sempre aggiornate”.
A partire dal 18 dicembre, il portale sarà accessibile all’indirizzo ufficiale www.comune.rivoli.to.it. Si invitano i cittadini a esplorare le novità e a utilizzare i servizi digitali disponibili.
In questo periodo prenatalizio un po’ ovunque, specie nel nord e centro Europa, i mercatini di Natale attirano persone anche da località piuttosto distanti.
Alcuni agenzie di viaggi sono quasi specializzate in viaggi in autobus o con mezzi propri verso località sede di mercatini famosi, come Innsbruck, Annecy, Graz, Budapest, Montreux o Merano.
Questi mercatini natalizi, ed i viaggi organizzati, hanno una caratteristica che li differenzia da tutti gli altri: non si va lì per fare affari, né per la scelta di articoli natalizi; si va lì per stare con altre persone, per tuffarsi nell’atmosfera natalizia, per cambiare aria potremmo dire.
Ieri con i miei collaboratori ho visitato i mercatini di Aosta che, nonostante la sede provvisoria in attesa che l’area romana venga ripristinata, contengono decine di casette. Abbiamo chiesto ad alcuni visitatori quale motivo li spingesse a venire, spesso dalla Francia, a visitare questo mercatino. La risposta è stata promettente, almeno da un punto di vista umano: la voglia di stare in mezzo ad altre persone, respirare questa atmosfera e, ma in misura molto minore, acquistare qualche prodotto tipico (liquori, ricami, artigianato ligneo). Agli espositori è stato chiesto come stesse andando l’edizione di quest’anno: la risposta è stata positiva, tanti visitatori nonostante il freddo pungente, poche vendite di oggetti, molte consumazioni di cibi e bevande tipici (succo di mela caldo, vin brulè, strudel, brezeln).
Si evince, quindi, che il motivo per cui queste persone si recano a visitare questi eventi non sia il risparmio (tra benzina e autostrada o considerando il costo del viaggio organizzato occorrerebbe acquistare davvero tanti articoli convenienti per ammortizzare i costi sostenuti), non è la ricerca di articoli particolari (vi sono negozi che vendono online e negozietti specializzati anche nelle nostre città), non è la concomitanza dei mercatini con un week end in zona, perché la quasi totalità viaggia in giornata.
Cosa spinge allora le persone, e intere famiglie con bimbi piccoli, a visitare questi mercatini?
L’ipotesi più plausibile, e molti intervistati l’hanno testimoniato, è la voglia di stare in mezzo alla gente, tornare all’atmosfera natalizia, riempire gli occhi dei più piccoli di oggetti e tradizioni natalizie.
In una città come Torino in cui, nel periodo natalizio, i parcheggi sono a pagamento anche nei festivi, in cui cantieri eterni disincentivano i giri in centro, dove i problemi di parcheggio ti fanno preferire viaggi di 100-200 chilometri per trascorrere una giornata senza stress, in cui il mercatino natalizio di piazza Castello è sparito ai tempi del Covid e ora stanno ancora evidentemente disinfettando la piazza, le persone non trovano un’atmosfera degna di questo periodo, dove socializzare, fare acquisti da persone e non da siti e, pertanto, si rivolgono altrove, com’è nella logica umana.
Salta subito all’occhio come, obbligati a stare con il cellulare in mano tutto il giorno, per lavoro, per tenere contatti con amici e con la famiglia, raggiungere un indirizzo, effettuare un bonifico, leggere le mail, riconoscere un brano musicale di anni addietro, pagare, accendere da remoto il termosifone di casa o togliere l’antifurto in ufficio, segnare un appuntamento in agenda o messaggiare con qualcuno potersi finalmente incontrare di persona anche se con perfetti sconosciuti, lasciare un attimo lo smartphone in tasca per poter toccare gli oggetti, bere il vin brulè o spingere il passeggino acquistino un sapore, un piacere dimenticato.
Ripeto sempre che l’uomo è un animale sociale che ha bisogno di stare in mezzo ad altri esseri umani, di confrontarsi con essi e, soprattutto, di affermare o confutare i propri pensieri, le proprie idee, le proprie convinzioni.
Dal secondo dopo guerra il QI delle persone è in calo, ed in Italia il problema è particolarmente sentito stante che il 70% degli adulti è analfabeta funzionale (sa leggere ma non comprende il senso); al di là di ogni possibile terapia cognitiva, cura medica, intervento ministeriale nei programmi educativi, ecc ecc, è palese che confrontarsi con gli altri, anziché convincersi ogni giorno di più che il proprio smartphone sia la Bibbia, che ognuno di noi sia la reincarnazione della più alta divinità, possa influire positivamente su questo calo intellettivo.
Confrontare tesi e opinioni, saper cambiare il proprio punto di vista (Einstein sosteneva che l’intelligenza è la capacità di adattarsi al cambiamento) è segno di obiettività, di intelligenza e, dunque, di umiltà.
Mantenere sempre la stessa opinione, rimanere ancorati a poche idee, ma sempre le stesse, non indica carattere forte, anzi, mostra semplicemente di non avere interesse a capire la verità ma solo a non ammettere di essersi sbagliati.
Sergio Motta
Si è svolta nella giornata di domenica 15 dicembre, presso l’Educatorio della Provvidenza, la premiazione del progetto “Piccolo Urbanista”, che ha coinvolto 600 studenti
Nella mattinata di domenica 15 dicembre si è svolta, presso l’Aula Magna dell’Educatorio della Provvidenza in corso Trento 13, la premiazione del progetto “Piccolo Urbanista – piccoli progettisti per un grande cambiamento”, che ha coinvolto 10 istituti scolastici torinesi, 30 classi e 600 studenti.
“Mi chiamo Ibukun – ha raccontato un giovane studente, tra i vincitori del premio – e frequento la prima A della scuola Martiri del Martinetto, che si trova nel quartiere Barca. Ho 11 anni. Oggi in questo tema parlerò del mio quartiere ideale. Il mio quartiere ideale è tutto colorato, si respira area pulita e fresca. Mentre passeggio posso ammirare panchine colorate dove sedermi e fare due o tre chiacchiere con gli amici. Nel quartiere dei miei sogni ci sono persone anziane che chiacchierano al fresco degli alberi e bambini che si prendono cura della pulizia del parco. Il quartiere dei miei sogni è sicuro e colorato, frequentato da persone educate e rispettose dei più bisognosi, è pieno di attività divertenti dove poter socializzare con tutti. Le strade belle e colorate rendono tutti più felici. Nel quartiere dei miei sogni “siamo tutti di-versi perché siamo poesia”.
Da tutti gli elaborati, e da questo in particolare, è emersa una chiara indicazione generale affinchè la città dei sogni e in particolare la Torino del futuro sia un luogo inclusivo, verde, sostenibile e accessibile.
“Leggere alcuni di questi temi – dichiara Piero Abruzzese, presidente del MOBA, promotore del progetto – è stata un’esperienza molto forte. Se una bambina di quinta elementare riesce a dirci che anche nei parchi giochi dovremmo introdurre cartelli inclusivi che spieghino a tutti come orientarsi e che non c’è un unico linguaggio universale, ma ce ne sono tanti, dal braille alla lingua dei segni, significa che i piccoli urbanisti sono già tra noi. Il messaggio che lanciano è fondamentale: una città a misura di bambino e una città che non è adatta solo ai più piccoli, ma a tutti e soprattutto è la città ideale per tutte le età della vita”.
Dopo i saluti istituzionali di Paola Casacci e Veronica Taricco, rispettivamente direttrice e responsabile ufficio eventi di Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS, oltre a Piero Abruzzese sono intervenute Maria Vittoria Zanchin della CPD, Anna Monticelli, esperta in Climate Change di Intesa Sanpaolo Innovation Center, Alessandra Serio, psicologa della Fondazione Educatorio della Provvidenza, Davide Greco, segretario MOBA e Fabrizio Vespa come moderatore. Sono state 16 le classi premiate con un voucher del valore di € 100,00 spendibile nei negozi e sullo store online Feltrinelli, e altre 9 con laboratori gratuiti sul tema della sostenibilità ambientale presso l’Intesa Sanpaolo Innovation Center.
” Piccolo Urbanista” è un progetto finalizzato a sensibilizzare i giovani sull’importanza di partecipare attivamente alla progettazione e allo sviluppo del proprio territorio, favorendo il benessere psico-fisico e una maggiore libertà nelle scelte personali con il coinvolgimento degli studenti delle scuole primarie e medie di 8 circoscrizioni di Torino e di alcuni comuni montani. In particolare, gli studenti hanno esplorato il proprio quartiere, identificando problemi e opportunità, venendo in contatto con gli enti locali che operano nel territorio mentre durante le passeggiate hanno raccolto foto, disegni e appunti per progettare la loro “città dei sogni”. Alla fine hanno realizzato un elaborato con cui hanno descritto il quartiere ideale, sviluppando così una consapevolezza attiva e progettuale del proprio ambiente. Le circoscrizioni coinvolte includono Torino e il comune di Roure e nello specifico si tratta delle circoscrizioni 1,2,3,4,5,6,7,8, del Comune di Roure – Frazione Balma “Cirillo Gouthier”, Scuola Circoscrizione 1, I.C. “Tommaseo”, Scuola Circoscrizione 2, I.C. “Ezio Bosso”, Scuola Circoscrizione 3, I.C. “Baricco”, Scuola Circoscrizione 4, I.C. “Pacinotti”, Scuola Circoscrizione 6, I.C. “Cena”, Scuola Circoscrizione 7, I.C. “Marconi-Antonelli” e Scuola Circoscrizione 8, I.C. “Sandro Pertini”.
Inoltre, la CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà ETS ODV si è incaricata di curare il filone dell’inclusione sociale e dell’accessibilità, temi fondamentali per guardare alla città di oggi e di domani affinchè gli ambienti diventino accoglienti per tutti, a prescindere dalle loro condizioni particolari, e adatti ad ogni stagione della loro vita. Il Piccolo Urbanista è un progetto di MOBA – Movimento per i Bambini ODV, OPES ITALIA – Ente di Promozione Sportiva, Fondazione Educatorio della Provvidenza ETS, in collaborazione con la Regione Piemonte, con il contributo del Ministero del Lavoro e con il patrocinio della Circoscrizione 1 oltre agli enti collaboratori CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà ODV ETS, CSV Vol.To ETS, Associazione Solidarietà Insieme 2010 ODV, UNICEF – Comitato Provinciale di Torino per l’Unicef Fondazione Onlus, Intesa Sanpaolo Innovation Center, Experior e WeGlad.
Mara Martellotta