ilTorinese

Con l’arrivo dell’estate il coronavirus scompare

A cura di: lineaitaliapiemonte.it

Con l’avanzare della primavera il Covid 19, così come tutti i virus influenzali, perde progressivamente la sua virulenza e i contagi si riducono decisamente. Questo è quanto emerge esaminando i dati sui decessi in Italia nel periodo compreso fra maggio 2020 e maggio 2021, riportati dal sito Worldometer Coronavirus…

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CON L’ARRIVO DELL’ESTATE…

Madstock, due giorni di pace, amore e ska

Music Tales, la rubrica musicale 

Madstock, due giorni di pace, amore e ska.

Hey Tu, non guardare qua, guarda questo!

Questo è un pesante suono mostruoso

Il più sporco suono nei dintorni

Quindi se scendi in strada

e cominci a sentire il calore

allora ascolta giovanotto

Faresti meglio a cominciare a mnuovere i piedi

al suono più rock, un ritmo rocksteady

di pazzia

Un passo avanti!

A pochi anni di distanza dallo scioglimento avvenuto nel 1986 al termine di una carriera brillantissima e sempre ai vertici, i Madness decidono di tornare insieme per un’unica occasione (anche se poi le cose non andranno esattamente cosi).

La data è 8 e 9 agosto 1992. A Londra, Finsbury Park.

Lo fanno nel migliore dei modi, organizzando un piccolo festival di due giorni, chiamato ironicamente Madstock, chiaro riferimento al più famoso happening musicale della storia n.d.r.

I Madness offrono in questo concerto il meglio del loro repertorio circondati dall’affetto di un pubblico che non ha mai smesso di amarli.

I seette di Camden Town, in patria sono delle vere e proprie istituzioni tant’è che laffluenza a questo concerto è stata davvero copiosa.

Pubblicato anche il dvd, Madstock sarebbe dovuta essere il “canto del cigno” del gruppo, invece è interessante sapere che fu un vero e proprio trampolino di lancio: i Madness, forti di una ritrovata rinnovata vitalità creativa e dell’affetto dimostrato dai fan, continueranno la loro carriera con tour mondiali, dischi eccellenti e moltissime repliche di questo festival, che diventerà un ritrovo annuale.

Questa è una bella storia della musica, che ci insegna che spesso bisogna perdersi per ritrovarsi e scrivere una storia migliore della prima.

Il bello non è ritrovarsi, è il non essersi mai persi veramente;

Perdersi è facile. Ritrovarsi è una scelta.”


Chiara De Carlo

Buon ascolto, di un brano intramontabile.

https://www.youtube.com/watch?v=SOJSM46nWwo&ab_channel=Madness

Ecco a voi gli eventi della settimana!

Mi raccomando prenotate perchè i posti sono contati


Covid: il bollettino di lunedì 17 maggio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 207 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 33 dopo test antigenico), pari all’1,9 % di 10.945 tamponi eseguiti, di cui 6.865  antigenici. Dei 207 nuovi casi, gli asintomatici sono 92 (44.4%).

I casi sono così ripartiti: 28 screening, 137 contatti di caso, 42 con indagine in corso; per ambito: 4 RSA/Strutture Socio-Assistenziali, 42 scolastico, 161 popolazione generale.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 360.045 così suddivisi su base provinciale: 29.043 Alessandria, 17.232 Asti, 11.219 Biella, 51.917 Cuneo, 27.645 Novara, 192.875 Torino, 13.395 Vercelli, 12.728 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.477 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.514 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 140 (+ 2 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1179 (-71 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 9.009

I tamponi diagnostici finora processati sono 4.701.216 (+ 10.945 rispetto a ieri), di cui 1.578.848 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.514

Sono 10 i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 1 verificatosi oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 11.514 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.554 Alessandria, 700 Asti, 428 Biella, 1.430 Cuneo, 938 Novara, 5.488 Torino, 513 Vercelli, 367 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 96 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

338.113 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 338.113 (+ 634 rispetto a ieri) così suddivisi su base provinciale: 26.849 Alessandria, 16.183 Asti, 10.263 Biella, 48.787 Cuneo, 26.018 Novara, 181.742 Torino, 12.454 Vercelli, 12.068 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.380 extraregione e 2.369 in fase di definizione.

Nuovi scenari per il Caat del futuro

Con un incremento del risultato rispetto all’anno precedente. Ne parliamo con il Presidente Marco Lazzarino

 

L’Assemblea dei Soci del CAAT (Centro Agroalimentare  di Torino), tenutasi lo scorso 14 maggio, ha visto l’approvazione del bilancio 2020 e il raggiungimento degli obiettivi che erano assegnati dagli azionisti al Consiglio di Amministrazione.

Il Bilancio di CAAT si chiude nuovamente in utile e con un incremento del risultato rispetto all’anno precedente.

 

“Il 2020 è stato un anno difficilissimo – spiega il Presidente del CAAT ingegner Marco  Lazzarino – caratterizzato dalla diffusionedel Covid 19.

Il CAAT, struttura nella quale ogni notte lavorano migliaia di persone, è riuscito ad affrontare la situazione emergenziale senza interrompere neanche per un giorno l’attività e garantendo alla città di Torino l’approvvigionamento di prodotti agroalimentari freschi e sani.

Abbiamo inoltre tutelato il lavoro e la sicurezza dei nostrioperatori e dei nostri clienti.

Nello stilare un bilancio di questi ultimi anni mi preme sottolineare alcuni risultati “qualitativi” che abbiamo conseguito e che ritengo importanti tanto, se non di più, rispetto a quelli strettamente “economici””.

“Quando mi insediai nel 2017 – precisa il Presidente Marco Lazzarino – il CAAT era in forte sofferenza economica e manutentiva (milioni di Euro di perdite pregresse e manutenzionecarente), era in atto un conflitto a tutto campo con i grossisti (proliferare di cause legali che rischiavano di affossare la società),erano presenti contratti di locazione mai rivisti e sempre tacitamente rinnovati e, infine, era in atto l’avvio di un percorso di dismissione quote da parte del principale socio pubblico.

La situazione, a distanza di quattro anni, è radicalmente mutata in positivo.

Da un primo importante punto di vista, la società ha raggiunto una solidità economica che ci permette di affrontare investimenti volti alla modernizzazione e dell’innovazione anche digitale; nei prossimi anni prevediamo consistenti investimenti nel settore della digitalizzazione, del risparmio energetico, nelle energie rinnovabili e nella logistica sostenibile.

In secondo luogo siamo stati capaci di ristabilire un clima di armonia e di collaborazione con i grossisti insediati presso il CAAT e, ad oggi, non vi sono più procedimenti giudiziali in relazione al foltissimo contenzioso sui rifiuti ereditato dalla precedente gestione.

Sono stati stipulati inoltre nuovi contratti di locazione, che hanno messo in sicurezza i conti futuri della Società e che hanno disciplinato in modo chiaro gli oneri comprensoriali a carico dei grossisti.
Abbiamo recentemente ratificato, mediante un’assemblea straordinaria, le modifiche Statutarie che hanno visto il riconoscimento del CAAT come Società di “Interesse Generale”.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie all’impegno corale di tutti i soggetti coinvolti e sono stati possibili grazie al sostegno dei Soci, che mi hanno stimolato e sostenuto nel difficile compito”.

 

“Un contributo fondamentale – aggiunge il Presidente del CAAT Marco Lazzarino-  è stato quello di APGO (l’associazione deigrossisti del CAAT), che ha collaborato lealmente e responsabilmente con la Società permettendo di superare il contenzioso e di sottoscrivere i nuovi contratti di locazione.

Il Comune di Torino, per mezzo dell’Assessore Avv. Alberto Sacco, e la Camera di Commercio, per mezzo del Direttore Dott. Guido Bolatto, hanno seguito con attenzione e costantemente favorito questo percorso, avendo ben presente l’importanza strategica del CAAT e del settore agroalimentare per l’economia della Regione, tanto più in un periodo difficile come il presente.

Nel corso di questi anni ho inoltre sempre avuto un confronto utile e costruttivo con gli amici Giancarlo Banchieri, Presidente di Confesercenti Torino, e Fabrizio Galliati, Presidente di Coldiretti Torino, i quali mi hanno supportato con i loro consigli e hanno sempre agevolato il confronto con le categorie da loro rappresentate.

La Regione Piemonte, infine, ha recentemente espresso un proprio rappresentante in seno al CDA e ciò dimostra attenzione e vicinanza nei nostri confronti.

Adesso sta a noi “approfittare” delle condizioni estremamente favorevoli nelle quali versiamo per cogliere tutte le opportunità della ripresa e delle risorse che verranno stanziate a favore dei mercati all’ingrosso nell’ambito del Recovery Plan.

Grazie infatti all’intensa attività di Italmercati (Rete di imprese che raggruppa i principali mercati all’ingrosso), i poli agroalimentari sono riusciti ad ottenere un riconoscimento ufficiale all’interno del PNRR. Ora la sfida di ciascun mercato agroalimentare è di predisporre piani di sviluppo e investimento”.

“Al CAAT – aggiunge il Presidente Marco Lazzarino – abbiamo già cominciato a lavorare in questo senso, mediante lapredisposizione di progetti nell’ambito della digitalizzazione, della logistica sostenibile e della sostenibilità energetica e ambientale. Vogliamo farci trovare pronti nel momento in cui le risorse si renderanno disponibili, avendo approntato dei progetti immediatamente “cantierabili” e come tali appetibili in base alle tempistiche esecutive richieste dal PNRR.

Per concludere voglio affermare che sono molto ottimista circa le prospettive future del CAAT e che il lavoro di squadra che è stato fatto sta portando frutti e ci pone nelle migliori condizioni per posizionare il CAAT tra le eccellenze del settore agroalimentare in Italia”.

La civiltà liberale di Pannunzio: online con Quaglieni

Martedì 18 maggio alle ore 18, Nunzio Mastrolia, giornalista e direttore di “Stroncature” e  Carla Sodini, docente all’Università di Firenze, presenteranno,  in dialogo con  l’autore, il libro “Mario Pannunzio, la civiltà liberale” di Pier Franco Quaglieni, storico e Direttore del Centro “Pannunzio” di Torino.

Per partecipare all’incontro on line è necessario registrarsi sulla piattaforma “Stroncature”.

Damilano: “solidarietà al Pd, no agli atti di vandalismo”

Il Candidato Sindaco Paolo Damilano esprime “Solidarietà e sostegno al Pd dopo l’increscioso atto di vandalismo di questa notte contro la sede del Partito Democratico in via Dina. Azioni come queste vanno condannate con fermezza. La politica non deve mai essere violenza, ma solo dialogo e confronto.”

Il senatore che vuole chiudere il museo Lombroso

 Il senatore Saverio De Bonis vuole chiudere il museo Lombroso. Che personaggio! Persino i pentastellati non lo vogliono più nelle proprie file.

Espulso, e non per questioni politiche, bensì per una restituzione di soldi alla regione Basilicata perché li avrebbe ottenuti dichiarando il falso. A casa mia, se così è successo,  sa di truffa. Eletto a Potenza con un mare di preferenze, accusa il museo che manco conosce di razzismo scientifico.
Purtroppo non è il primo, e quasi sicuramente non sarà l’ultimo. L’ignoranza al potere. Cesare Lombroso  fondatore della crimilogia moderna e della medicina legale nel nostro paese. Avrà certamente detto delle cose non fondate, ma ci è invidiato da molti paesi , in particolare quelli di cultura anglosassone. E poi al sottoscritto è sempre stato simpatico. Giusto al liceo scientifico Albert Einstein. Giusto quasi 50 anni fa.
Chiaramente ero,  già allora fuori linea.
Unico orizzonte possibile il Marxismo leninismo. Eppure il positivismo di Cesare lombroso mi piaceva. Questo tentativo di dare uno sbocco filosofico alle scienze. Intellettuale a tutto tondo. Dall’essere medico agli studi giuridici , per essere tra i primi antropologi. Oggi, più che mai, l’antropologia è essenziale per capire il perché siamo arrivati a questo punto. Decisamente non a caso a Cesare lombroso è stato dedicato un intero museo, in particolare sugli studi empirici da lui effettuati. L’accusa di razzismo è patetica e senza alcun fondamento. Si inserisce,  difatto, su un certo revanscismo neo Borbonico. Per loro, in estrema sintesi, i Savoia sono solo imperialisti che hanno , solo con la forza , cacciato i Borboni napoletani amatissimi dal proprio popolo. Ovviamente stupidaggini e balle colossali. Come, ad esempio, la vicenda del Forte di Fenestrelle. Prima considerato un lager dove migliaia di Soldati borboni hanno orrendamente perso la vita.
Poi , lo storico Alessandro Barbero, e il mio carissimo amico Juri Bossuto, per decenni presidente dell’ente Forte di Fenestrelle, con due diverse pubblicazioni, hanno dimostrato, dati alla mano,  esattamente l’opposto. Ma Barbero e Bossuto hanno una grave colpa: prima di dire studiano. Viceversa Il senatore De Bonis è orgogliosissimo della sua Ignoranza storica, vantandosene in giro.
Ultima domanda: il ministro ha l’obbligo della risposta? Ho paura di sì. In tal caso spero solo che si aggiunga del ridicolo ad una vicenda ridicola come il quella sollevata dal Senatore Saverio De Bonis.

Patrizio Tosetto

Nella foto Cesare Lombroso

L’isola del libro

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

Mazo de la Roche   “La fortuna di Finch”    -Fazi-    euro  18,00

 

Dopo “Jalna” e “Il gioco della vita”, ecco il terzo capitolo della saga che prende il nome della casa che domina le praterie e i boschi dell’Ontario, di proprietà della famiglia Whiteoak. Partono da lì gli intrecci di personaggi e vite  che l’autrice scrisse tra fine anni 20 e 50 del 900.

La vita stessa della scrittrice canadese Mazo de la Roche (nata a Newmarket nel 1879, morta a Toronto nel 1961 a 82 anni) vale più di mille romanzi. Un’infanzia solitaria allietata dalla passione per la lettura, una fantasia inarrestabile che la cala in un mondo immaginario. Un rapporto fuori dagli schemi con la compagna di tutta la vita Caroline Clement: la cugina orfana di 8 anni che i genitori di Mazo avevano adottato.

Da allora sono state inseparabili, in quello che all’epoca era chiamato “Boston Marriage”, e adottarono anche due bambini.

Nell’arco della sua esistenza ha scritto 23 romanzi, tra i quali la saga di Jalna, lunga storia familiare architettata in 16 volumi che abbracciano l’arco di tempo tra 1854 e 1954 e che si rivelò un successo internazionale.

Ambientata in Canada, racconta le vicende di più generazioni di  Whiteoak, padroni del maniero di Jalna, nell’Ontario. Capostipiti il capitano Philiph e la sua adorata moglie Adeline, circondata da uno stuolo di figli e nipoti di cui detiene il controllo, tra una bizza e l’altra.

Nel terzo volume la centenaria Adeline è morta da più di un anno e come ultima beffa ha stabilito che erede della sua fortuna sia il nipote Finch al compimento dei 21 anni.

Nel corso della festa per il compleanno decisivo, Finch propone agli zii Ernest e Nicholas di offrirgli un viaggio in Inghilterra, dove aveva avuto inizio la loro stirpe; un modo per ampliare il suo orizzonte ed incontrare persone e un mondo nuovi.

Molti i personaggi che si affacciano sulla scena, a partire dalla cugina Sarah, orfana cresciuta dalla zia Augusta nella campagna del Devon. Giovane fanciulla sensibile, raffinata e amante della musica. Finch ne è stregato ma dovrà vedersela con un altro pretendente.

Nel frattempo a Jalna i rapporti tra Renny (che gestisce la proprietà) e sua moglie Alayne, da passionali si fanno turbolenti, anche per l’amicizia del marito con una vedova tostissima che forse sarebbe più adatta come sua compagna …..e poi altri continui sviluppi raccontati con l’incanto di questa scrittrice.

 

Rachel  Cusk   “Il lavoro di una vita”    -Einaudi-   euro 12,00

Rachel Cusk è l’autrice di successo della trilogia “Resoconto”, “Transiti” e “Onori” con i quali ha rivoluzionato la scrittura contemporanea, usando in modo nuovo la prima persona singolare in libri che sfiorano l’autobiografia e il memoir, ma sono una cosa ancora diversa e non facilmente incasellabile in una definizione.

Nata in Canada, si è trasferita in Gran Bretagna dove vive tra Londra e il Norfolk, è madre di due figlie e proprio di maternità parla in “Il lavoro di una vita”; una sorta di diario di questa esperienza che fu pubblicato la prima volta 20 anni fa e le valse una montagna di critiche. Fu messa all’indice, bollata come madre inadeguata, egoista e ostile verso i bambini.

La verità è che ha avuto il coraggio di sviscerare a fondo pensieri, dubbi, ansie, tormenti e cambiamenti di vita e del corpo… e lo ha fatto in modo lucido, quasi spietato, senza indulgere nei soliti luoghi comuni relativi all’essere madri.

In 150 pagine l’autrice descrive il rito di passaggio della maternità con il corollario di stati d’animo oscillanti, fatica, paura  e dolore del parto.

La sua è una visione dirompente rispetto alla letteratura classica in materia, dal momento che invece di osannare gestazione, parto e cura della prole, parla di difficoltà oggettiva nell’affrontare un cambiamento così enorme che non solo incide a fondo sul fisico, ma muta radicalmente il percorso di vita.

Perché, come scrive: «il corpicino di mia figlia mi viene consegnato…in quel momento mi rendo conto che ora esiste una persona che è me, ma non è confinata nel mio corpo».

Per darvi un’idea ecco la sua narrazione dell’allattamento al seno: «i suoi seni sono requisiti, riprogrammati….Quando il  bebè arriva  sono come due testate pronte al lancio. Il bambino succhia; il macchinario entra in azione».

Poi c’è la riorganizzazione della vita e della coppia per accudire la prole, il tabù dello scambio di ruoli

in cui magari è la donna ad andare al lavoro, mentre l’uomo resta a casa. Ma più facilmente c’è la rinuncia materna alla carriera, perché le donne sono anche un po’riluttanti ad abdicare al prestigio dell’essere madre.

La Cusk sottolinea come «quando nasce un bambino non è detto che nasca anche una madre. A volte deve nascere anche lei, ed è come imparare una lingua straniera». Ecco possiamo sintetizzare così il suo pensiero. Ma non perdetevi il suo libro che contiene molto di più ….

 

Carlo Verdone  “La carezza della memoria”   -Bompiani-   euro   17,00

Tenerezza e melanconia sono ciò che rende carezzevole la memoria del passato. Potremmo definire così questo libro di Carlo Verdone, attore, regista e sceneggiatore che non ha bisogno di presentazione.

Dopo il successo del memoir precedente “La casa sopra i portici” nel 2012, ora prosegue con il racconto di parte della sua vita.

Galeotto fu il Covid 19, per colpa del quale, scrive Verdone «Stiamo perdendo la generazione degli anziani, i veri custodi della memoria».

Complice l’isolamento imposto dal lockdown, si è ritrovato immerso nella solitudine e nel silenzio della sua casa romana, con il terrazzo la cui vista spazia dalla Pineta di Castel Fusano al Pincio. E’ nata così l’idea di aprire finalmente un grosso scatolone, parcheggiato da un decennio sull’ultimo ripiano di un armadio.

Uno scrigno siglato “Fotografie sparse (da riordinare)”, pieno di autentici tesori della memoria: lettere, pagine varie, fotografie e biglietti.

Il libro prende vita da lì e in 14 capitoli, ognuno aperto da una fotografia in bianco e nero, Verdone ci diletta con spizzichi del suo passato…. e non un passato banale.

Gli inizi da giovane, quando emerge il suo talento nel comporre monologhi per il teatro. E’ bravo e si fa subito notare dal regista Enzo Trapani, all’epoca eminenza grigia della Rai sempre in cerca di nuovi talenti. Lo vuole a Torino, nel 1978, dove per tre mesi alloggia in un orrido hotel del centro, e lavora in Rai con “I gatti di Vicolo Miracoli”,“I Giancattivi” e incontra Nuti e Troisi.

Poi ci sono i ricordi dei genitori, il padre Mario, grande critico stimatissimo, ma negato nella guida…e preparatevi ad aneddoti divertenti.

I fratelli, i viaggi con il padre, i rapporti con i suoi due figli, l’amore per la musica e la sua collezione di  dischi  che contagia il  figlio Paolo e gli indica una strada per superare la sua timidezza.

C’è molta famiglia in questo libro, quella che l’ha cresciuto con precisi valori e grande sensibilità. Doti che fanno amare Verdone e a volte  lo mettono in imbarazzo, come quando la gente lo ferma e gli chiede aiuto. Una popolarità che gli permette di entrare, anche se per poco, nella vita di persone meravigliose, come l’ex  modella bellissima, Stella.

Ma c’è molto altro in queste pagine soffuse di malinconia, in cui uno degli attori più amati del cinema italiano ci fa entrare, con infinito garbo, nelle pieghe più intime del suo animo.

 

Massimiliano Governi   “L’editor”    -Blu Atlantide-     euro  16,00

Lo scrittore romano in questo romanzo porta in scena una trama gialla e l’ambienta nel mondo dell’editoria.

L’inizio promette subito bene, nel parco della Caffarella, con il ritrovamento di «..un corpo disarticolato come quello di un rospo, disteso nello spiazzo erboso……ucciso a colpi di bastone sul volto e alla testa».

Dapprima si pensa che la vittima di tanta efferata violenza potrebbe essere uno dei tanti barboni della capitale.

Poi si scopre che è un famoso editor romano di 47 anni. Chi e perché si è accanito tanto da avergli sfondato il cranio, sfigurato il volto, spezzato gambe e braccia forse con una mazzetta da muratore?

Sulle tracce dell’assassino si avventura un ispettore di mezza età, che in passato aveva indagato su fatti di mafia, poi trasferito dal sud. Il suo nome non compare mai, si sa solo che è un accanito fumatore di “Stop” senza filtro, appassionato di letteratura, si è cimentato anche come scrittore, ha una moglie malata e il suo lavoro da tempo non gli dà più grandi soddisfazioni.

L’idea di entrare nel mondo dell’editoria ad alto livello sembra più che mai nelle sue corde.

La sua però più che un indagine è una vera e propria ossessione: ripercorre i passi dell’editor quasi al millimetro, ricostruisce i suoi rapporti personali e professionali, i dolori che hanno segnato la sua vita.

Mette a ferro e fuoco autori, scrittori, imprenditori privi di scrupoli, amici, nemici e colleghi del morto.

Interroga la vedova, della quale finisce per subire il fascino, e che gli lascia aperta la porta di casa nella quale l’ispettore entra più volte, dormendo nel letto della vittima, frugando nel suo computer e nelle sue cose con un’attenzione maniacale per ogni minuscolo dettaglio.

Procede praticamente in solitaria e conduce un’indagine fuori dagli schemi, quasi un diario esistenziale, dalle atmosfere malinconiche.

L’ispettore si muove sullo sfondo di una Roma affascinante, con le sue strade piene di storia e l’indagine che lo conduce anche tra le lapidi del mastodontico cimitero del Verano. Accumula prove, restringe il campo e ovviamente finisce per trovare il colpevole.

Al Piemonte 19 milioni per la montagna. Ristori per imprese, impianti e maestri di sci

Le risorse si aggiungono ai 20 milioni di euro già stanziati dalla Regione Piemonte con il Bonus Montagna

Nuovo e decisivo passo in avanti nell’iter per l’assegnazione dei ristori previsti dal decreto “Sostegni” per risarcire la filiera turistica della montagna dei mancati incassi di quest’inverno, a causa della pandemia.
Nelle scorse ore, infatti, la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha approvato il riparto dei 700 milioni stanziati dal Governo per questo settore: 430 andranno agli esercenti funiviari, 40 ai maestri di sci, 230 agli esercenti di imprese turistice di beni e servizi al pubblico.
All’interno di questa suddivisione al Piemonte spetteranno circa 18,8 milioni di euro per le imprese di beni e servizi e circa 8 milioni per gli oltre 3 mila maestri di sci del territorio piemontese.

Sara la Regione a erogare le risorse, mentre i fondi per gli impianti sciistici saranno erogati direttamente dallo Stato, sulla base dei dati dell’Agenzia delle Entrate.

«Abbiamo lavorato molto in questi mesi perché si arrivasse a questo risultato, che permetterà di dare un concreto sostegno alle aziende ed ai lavoratori nelle nostre montagne – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il vicepresidente e assessore  alla Montagna, Fabio Carosso –. Le nostre vallate e vette alpine, come gli altri settori turistici della nostra regione, hanno patito pesantemente gli effetti delle chiusure e hanno bisogno di questo sostegno sia per poter vivere, ma anche per garantire la manutenzione delle loro attività. Per alcune di loro, auspichiamo che già la stagione estiva sia fruttuosa e ricca di turisti. Per chi è occupato negli sport invernali, l’augurio è che il prossimo anno si possa ripartire e che non si ripeta più una stagione drammatica come quella passata».

Le risorse nazionali si aggiungono a quelle già stanziate dalla Regione Piemonte nei mesi scorsi, per dare supporto al territorio attraverso il bonus montagna che stanzia in tutto più di 20 milioni di euro: 5,3 milioni per i gestori degli impianti di risalita, 1.500 euro per le agenzie di viaggi, un bonus fino a 2.000 euro per i maestri di sci e 10 milioni di euro per aiutare le altre realtà professionali profondamente danneggiate dalla mancata partenza della stagione invernale.

«Non abbiamo mai fatto un passo indietro – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Turismo e Commercio, Vittoria Poggio –  ma anzi sempre uno in avanti per non abbandonare le nostre montagne alle quali si deve buona parte di quel 7% del Pil turistico della regione. Nei momenti di difficoltà ci siamo fatti carico di sostenere economicamente gli operatori per quanto possibile, attraverso soluzioni non risolutive ma importanti per mantenere viva la speranza di ripartire».

«Le nostre montagne, motore di sport e turismo, sono state fin troppo penalizzate nel corso di questa pandemia – afferma l’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca -. È nostro dovere, ora, fare in modo che le migliaia di lavoratori del comparto possano ripartire in sicurezza, gettando le basi anche per le prossime stagioni».

Coprifuoco violato: chiusa in Borgo San Paolo pizzeria Kebab

Clienti seduti a consumare ai tavoli e davanti al locale ben oltre l’orario del coprifuoco

Personale del Comm.to San Paolo, ausiliato da alcune pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine, ha effettuato lo scorso giovedì sera un controllo straordinario del territorio nella giurisdizione di competenza, con particolare riferimento alle zona dell’area pedonale di via Di Nanni. Complessivamente, gli operatori di polizia hanno identificato 45 persone e sottoposto a controllo 3 esercizi commerciali, fra cui una pizzeria kebab. Il gestore di quest’ultima, cittadino turco, era ancora intento, alle 22.40, a somministrare cibi e bevande alla clientela, consistente in 17 persone, alcune delle quali sedute al tavolo esterno ed altre in piedi davanti all’ingresso del locale a consumare bevande. Considerata la palese violazione delle disposizioni volte alla prevenzione della pandemia da Covid 19, quali la somministrazione ben oltre l’orario del coprifuoco a una clientela peraltro assembrata senza l’osservanza delle distanze di sicurezza, il titolare del locale è stato sanzionato in merito, con chiusura immediata dell’esercizio pubblico per 5 gg. Nei confronti di tutti i trasgressori sono state elevate le relative sanzioni amministrative.