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To Dream: quattro nuove aperture e gli uffici operativi Michelin 

L’Urban District torinese compie un ulteriore passo in avanti nel proprio percorso di crescita e affermazione sul territorio, annunciando le aperture di Terranova, Calliope, Chicco e Clayton oltre all’arrivo dei nuovi uffici di Michelin nella struttura.

19 dicembre 2024 – To Dream, l’Urban District più grande del Piemonte, si arricchisce con quattro nuovi tenant, confermandosi un polo commerciale dinamico, innovativo, oltre che punto di riferimento per la città di Torino e non solo. 

Tra il 14 e il 20 dicembre, Calliope, Terranova, Clayton e Chicco apronono le loro porte al pubblico, offrendo una varietà di proposte che spaziano dalla moda uomo-donna-bambino al mondo dell’infanzia.
Le nuove aperture porteranno a To Dream una varietà di proposte moda pensate per soddisfare ogni gusto e ogni esigenza, rivolgendosi a tutte le fasce di età:

Calliope e Terranova, due celebri brand italiani, sono pronti a conquistare gli amanti dello shopping. Calliope si distingue per le sue collezioni raffinate e versatili e ideali per qualsiasi occasione, dalle giornate casual agli eventi più formali. Terranova, invece, con il suo stile moderno e colorato, offre capi pop e accessibili per tutta la famiglia, diventando il punto di riferimento per chi cerca moda giovane e dinamica a prezzi competitivi.

A seguire, l’inaugurazione di Clayton porta nell’Urban District un brand maschile total-look che propone abbigliamento, calzature, profumi e accessori ispirati alle principali capitali europee e alle tendenze delle sottoculture metropolitane. Clayton è sinonimo di stile contemporaneo e urban-chic, pensato per l’uomo moderno che ama distinguersi.

A chiudere lo scenario dei nuovi opening ci sarà Chicco, lo storico brand italiano dedicato al mondo dell’infanzia. Da oltre 60 anni Chicco accompagna le famiglie offrendo una vasta gamma di accessori e abbigliamento per bambini, oltre a collezioni pensate per le future mamme. Con l’apertura di questo nuovo store, To Dream consolida ulteriormente la propria offerta dedicata alle famiglie, garantendo qualità e attenzione alle esigenze dei più piccoli.

In un momento così importante, come l’annuncio di nuove aperture che permettono a To Dream Urban District di fare un ulteriore step di crescita e di accogliere quattro nuovi prestigiosi brand, Michelin Italiana ha voluto cogliere l’occasione per comunicare ufficialmente l’apertura dei suoi nuovi uffici della Sede Legale  nel distretto commerciale situato nell’area nord-torinese. Michelin Italiana, scegliendo un’area di 1.500 metri quadrati all’interno dell’Urban District a dimostrazione dell’accoglienza di ToDream, ha inteso rafforzare il proprio legame storico con la città di Torino. To Dream, infatti, sorge sull’ex area industriale di Michelin, trasformata man mano in un moderno spazio multifunzionale.
Questo è un ulteriore traguardo per To Dream, lieto di offrire ai dipendenti Michelin un ambiente moderno e sostenibile, dotato di spazi verdi, punti di ricarica per veicoli elettrici e tecnologie all’avanguardia per l’efficienza energetica. Questa scelta certifica l’impegno verso l’innovazione e la sostenibilità di Michelin e di To Dream, a testimonianza di una connessione basata su comunità di valori e di intenti.

Dantès e il medaglione misterioso

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Affacciata sul Canale della Manica, in Normandia, Étretat è una delle meraviglie della costa di Alabastro, che si estende tra Dieppe e Le Havre, formata da alte scogliere di gesso e verdi vallate. Il pittoresco villaggio incastonato fra le due scogliere più suggestive della costa, la falesia d’Amont e quella d’Aval, ha ospitato personaggi celebri come Guy de Maupassant, Delacroix, Corot, Courbet e Monet e sembra uscire direttamente da un quadro impressionista. Per descriverla è utile ripetere le parole di Victor Hugo: “Ciò che ho visto a Étretat è meraviglioso. […] L’immensa falesia cade a picco sul mare, il suo grande arco naturale è ancora intatto, guardandovi attraverso se ne scorge un altro, ovunque si trovano grandi capitelli lavorati rozzamente dall’oceano.

La più bella architettura che ci sia”. Proprio a Étretat viveva un piccolo cane yorkshire terrier di nome Dantès. Nonostante le sue dimensioni ridotte aveva un cuore grande e uno spirito avventuroso che lo portava a esplorare ogni angolo della sua amata costa. Ogni mattina Dantès si svegliava all’alba annusando l’aria fresca del mare che soffiava attraverso la finestra della sua padrona, la signora Claire Leblanc. Claire, pronipote dello scrittore Maurice Leblanc, creatore delle avventure di Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo, era una donna minuta e gentile con una passione per la pittura tant’è che spesso si sedeva sulla spiaggia per catturare le meraviglie della natura riproponendole sulla tela con delicati colori. Viveva accanto alla villetta, ora trasformata in museo, ereditata dal celebre prozio al numero 15 di rue Guy de Maupassant dove Leblanc per 25 anni scrisse e in parte ambientò le avventure rocambolesche del personaggio al quale dedicò ben 17 romanzi, 39 racconti e 5 pièce teatrali tra il 1907 e il 1935. Dantès adorava accompagnare la sua padrona, correndo felice tra i gabbiani e scavando piccole buche nella sabbia dove riusciva a trovarne lungo la spiaggia di ciottoli. Un giorno, mentre Claire era intenta a dipingere il maestoso arco di pietra che Guy de Maupassant descrisse come la proboscide di un elefante che emerge dal mare a pochi metri dall’Aiguille de la Falaise d’Aval, detta l’Ago, alta 55 metri, isolata e lontana dalla scogliera, il piccolo Dantès decise di avventurarsi poco più in là, attratto dalla sensazione di scovare qualcosa di misterioso.

Scoprì un sentiero poco battuto che si arrampicava sulle falesie, e guidato dal suo spirito curioso, decise di seguirlo. Il sentiero lo portò in cima in cima alla falesia dove il panorama mozzava il fiato: le onde dell’oceano si infrangevano contro le rocce, e il cielo era punteggiato di nuvole bianche. Ma mentre Dantès si godeva la vista si accorse che il sentiero proseguiva sempre più stretto e ripido fino all’imbocco di una piccola grotta nascosta tra il muschio e l’erba alta. Incuriosito si avvicinò e, con un piccolo guaito, entrò nella grotta. All’interno, scoprì un tesoro inaspettato: un vecchio baule di legno, coperto di sabbia e alghe. Annusandolo con curiosità, Dantès lo ispezionò e, dopo un po’, riuscì a sollevare il coperchio con le sue piccole zampe. Dentro al baule c’erano molti oggetti scintillanti: monete d’oro, gioielli e strani artefatti. Ma ciò che colpì di più il piccolo yorkshire fu un antico medaglione, ornato con un’immagine di un cane che assomigliava a lui. Era come se il destino avesse voluto che Dantès trovasse quel tesoro. Era riuscito a scoprire il mistero dell’Aiguille Creuse, forse il romanzo più famoso di Leblanc e a individuare il nascondiglio di uno dei tesori più clamorosi con perle, rubini, zaffiri e diamanti dei re di Francia? Deciso a comunicare la scoperta alla sua padrona, Dantès prese tra i denti il medaglione e tornò indietro, correndo a perdifiato lungo il sentiero. Quando raggiunse Claire la trovò intenta a dipingere. Con un guaito entusiasta il piccolo cane saltò accanto a lei, mostrandole il medaglione scintillante. Claire si chinò, sorpresa e affascinata. “Dantès, dove hai trovato questa meraviglia?” chiese, accarezzandolo affettuosamente. Lo yorkshire terrier scodinzolò, felice di condividere la sua avventura e ripercorse il sentiero con la sua padrona. Insieme decisero di riportare il medaglione e gli altri tesori al villaggio, dove avrebbero potuto scoprire la loro storia. Con l’aiuto degli abitanti del posto e le ricerche di madame Catherine Lapoint, la bibliotecaria appassionata di storie e leggende, si scoprì che quegli oggetti appartenevano a un vecchio marinaio che aveva vissuto nel villaggio secoli prima, e che il medaglione era un simbolo di protezione per il suo fedele compagno a quattro zampe. Non era stato svelato il mistero della falesia cava e del tesoro dei Re del quale narrava Leblanc nella più celebre delle avventure di Arsenio Lupin ma era pur sempre una scoperta molto importante. Da quel giorno Dantès non fu considerato soltanto un cane avventuroso, ma anche un piccolo eroe del villaggio. Le persone lo ammiravano e lo ringraziavano per aver riportato alla luce una parte della loro storia. E mentre Claire continuava a dipingere la bellezza delle falesie, Dantès restava al suo fianco, pronto per nuove avventure, con il cuore pieno di gioia e il medaglione scintillante legato al suo collare.

Marco Travaglini

Andrea Fontana all’assalto del titolo Welter

L’attesa è finita. Sabato sera il palasport comunale Falcone e Borsellino di San Severo (Fg) con inizio alle 20,30 si trasformerà in un ring infuocato. Andrea Fontana della Boxing De Rua in collaborazione con la Promoboxe Italia di Mario Loreni cercherà di ottenere il titolo italiano pesi welter sfidando Michele De Filippo.

Dopo mesi di allenamenti intensivi, l’allievo di Stefano Abatangelo è finalmente pronto a mettere alla prova le sue abilità. Il pugile torinese, 26 anni,  soprannominato “The Doctor” arriva al match con 12 vittorie e una sconfitta, consapevole di giocarsi un’ottima chance sull’avversario. Ha combattuto l’ultima volta a maggio a Collegno contro Riccardo Joshua conquistando IBF Mediterranean Welter.

“Ha sostenuto una preparazione mirata – spiega Abatangelo – che va oltre a quella fisica,seguita dal preparatore atletico Antonio Santoro. Si è puntato anche, visto che l’avversario è un picchiatore, sul mantenimento di una lucidità mentale. Gli sparring sono stati effettuati con pugili potenzialmente molto diversi, per avere la capacità di affrontare situazioni differenti”.

L’avversario pugliese trentatreenne è stato un atleta della nazionale italiana, ha vinto tre guanti d’oro ed una medaglia d’argento ai campionati italiani assoluti. Ad oggi ha 11 match tutti vinti di cui 6 per ko. Da ottobre risiede a Lanciano in Toscana.  La riunione prevede anche 2 incontri sotto clou di 6 riprese e 7 incontri dilettanti.

Il match sarà trasmesso in diretta sul canale Youtube Fighters Life,

Tra gli ospiti d’onore ci saranno Patrizio Oliva, Francesco Damiani e Mauro Galvano.

Le industrie della ricerca fanno squadra per un’infrastruttura Cloud to Edge

Politecnico di Torino, Fondazione Bruno Kessler, Enea, Engineering, Fincantieri, Replay, Team e Tiscali alleati

 

Le industrie della ricerca italiane fanno squadra nel principale progetto europeo di politica digitale. Politecnico di Torino, Fondazione Bruno Kessler, Enea, Engineering, Fincantieri, Replay, Team e Tiscali realizzeranno un ambiente di test condiviso che punta a valorizzare i risultati delle attività di “8 RA”, il progetto finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma IPCEI ( Important Project of Common European Interest). L’obiettivo è favorire l’interoperabilità e l’integrazione delle offerte Cloud in Europa, la disponibilità di investimenti pubblici e privati nell’ambito dell’Edge e del Cloud e l’ingresso di nuove imprese sul mercato con conseguente crescita del sistema. Nel dicembre 2023 la Commissione Europea ha autorizzato, attraverso aiuti di Stato per oltre 1,2 miliardi a livello europeo, di cui circa 409 milioni di euro destinati all’Italia, la realizzazione del primo IPCEI incentrato sulle tecnologie che mirano a creare una catena del valore europea per le infrastrutture e i servizi Cloud (CIS).

Questa iniziativa rappresenta una nuova collaborazione tra industria e ricerca in Italia, attraverso la quale aziende italiane ed estere possono sperimentare e integrare sulle piattaforme Edge realizzate dai partner soluzioni tecnologiche innovative e specifiche dei diversi settori e, più in generale, dei comparti industriali in cui operano. La collaborazione è infatti uno dei fondamentali abilitativi tecnologici del progetto IPCEI – CIS, finalizzata a creare un continuum fra le risorse Cloud e i diversi partner coinvolti. L’ambiente di test sarà in grado di fornire una piattaforma condivisa in cui ciascun partner potrà sfruttare in maniera integrata le risorse realizzate da tutti i partecipanti del gruppo, e effettuare sperimentazioni, studi di fattibilità e validazione dei rispettivo progetti. L’approccio collaborativo ha inoktrebl’obiettivo di ottimizzare l’efficienza, facilitando un più rapido sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate ed amplificarne l’adozione nelle fasi future di industrializzazione dei prodotti.

Questa fase di collaborazione rappresenta il primo passo verso l’utilizzo commerciale dei risultati del progetto, tracciando un modello che potrà essere ulteriormente esteso. Grazie a questo ambiente di test sarà infatti possibile certificare la validità di progetti complessi in un contesto condiviso, aprendo nuove prospettive per lo sviluppo e l’adozione di soluzioni tecnologiche all’avanguardia.

 

Mara Martellotta

È ‘Torino riflessa’ la nuova guida che narra la città del commercio, della tradizione e dell’innovazione

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Da giovedì 19 dicembre Torino ha una nuova guida turistica, promossa dalla Città di Torino, in collaborazione con EDT, e si intitola “Torino riflessa. La città vista dalle vetrine”. Si tratta di un viaggio tra gli spazi del commercio locale che raccontano storie di resilienza, innovazione e tradizioni tramandate, svelando il volto autentico della città attraverso le vetrine dei suoi negozi, i mercati rionali, le botteghe artigianali.

“Abbiamo voluto mostrare la Città attraverso le vetrine dei negozi – ha dichiarato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino- per raccontare storie di tradizione, resilienza e innovazione, sottolineando l’importanza del commercio di prossimità come motore economico e pilastro della comunità. Non solo guida, ma un invito a guardare la Città che ha saputo coniugare memoria e modernizzazione con occhi nuovi. Un viaggio tra passato e presente che ci invita a riflettere sul valore delle nostre scelte di acquisto e sulla nostra capacità di valorizzare ciò che rende unica la nostra città “.

“Ci siamo sentiti a casa nello sviluppare questo progetto – ha dichiarato il direttore di EDT Angelo Pittro – perché EDT condivide lo spirito delle storie raccontate da questa guida. Siamo una casa editrice torinese fondata cinquanta anni fa dalla famiglia Peruccio e anche la nostra sede è frutto della riconversione di un’antica fabbrica. Con ‘Torino riflessa’, grazie alla scrittura ispirata di Alessandro Lamacchia e Stefano Cavallito e agli scatti di Michele d’Ottavio, abbiamo voluto dar voce alle storie nascoste dietro le vetrine, raccontando luoghi che custodiscono il valore del lavoro artigianale delle cose fatte con cura e passione.

Il progetto riesce a mettere in luce come, dal cuore elegante di Torino, con i suoi fasti barocchi e risorgimentali, alle periferie più vitali, Torino abbia mostrato più di una volta il suo talento nel cambiare pelle, mantenendo, però, una profonda connessione con il suo passato.

Le vetrine di Torino non sono solo spazi di esposizione, sono specchi del tempo capaci di riflettere le trasformazioni sociali e culturali della città. Ogni angolo ha qualche cosa da raccontare, dalle scaffalature in legno, così preziose, della storica Erboristeria della Consolata, che profuma ancora di timo serpillo, alla splendida boiserie della gioielleria Palmerio 1932, sita in via XX Settembre, un tempo sede dell’agenzia di viaggio Transatlantica Robotti, fino a via San Secondo dove le vetrine viola di un centro dentistico convivono con la grande devanture lignea con motivi neoclassici di inizio Novecento e parte degli arredi dell’attuale caffetteria Nobili.

Porta Palazzo, il mercato più grande d’Europa, rappresenta il simbolo della diversità e dell’accoglienza di Torino, come ci ricordano le Luci d’artista di Michelangelo Pistoletto “Amare le differenze”, che decorano l’Antica Tettoia dell’Orologio.

Girando per questo mercato e per gli altri che si trovano più a Nord nella città, si trovano specialità uniche come il sapone di Aleppo della Drogheria Rinaldi o i taralli fragranti del tarallificio il Covo in piazza Foroni. Nella galleria Umberto I, che si imbocca dall’esedra di Porta Palazzo, la storica Casa della Tuta, nata nel 1933, continua a vendere abiti di tradizione da lavoro ormai da generazioni. Questi mercati, più che spazi commerciali, si sono trasformati in luoghi di incontro e di vita dove tradizioni e storie si intrecciano.

Gli spazi industriali dismessi di Torino, come il Lingotto, ora polo culturale e commerciale, e il birrificio Metzger di via Catania, trasformato in birreria artigianale e sede di eventi culturali, dimostrano la straordinaria capacità della città di reinventarsi e rigenerarsi. Lo stesso accade nei piccoli negozi come la Panetteria Bertino, in via Galliari, che all’epoca delle leggi razziali salvò alcuni dei suoi clienti storici nascondendoli nei sotterranei, o alla Torrefazione Samambaia di via Madama Cristina, dove un florilegio di dolciumi testimonia storie di resilienza e passione con una fragranza di altri tempi.

‘Torino Riflessa’ sottolinea l’importanza del commercio locale non solo come motore economico, ma anche come pilastro della comunità. Nella centralissima via San Tommaso negozi come la latteria delle sorelle Bera e la Drogheria fondata da Lavazza nel 1895 raccontano un passato che si rinnova ogni giorno. Non meno significative sono le attività periferiche, come la fabbrica di vernici Zoccali, che ha saputo reinventarsi per rispondere alle attuali esigenze.

‘Torino riflessa’ è molto più di una guida, è un invito a guardare la Città con occhi nuovi, a perdersi nei suoi quartieri e a scoprire la bellezza nascosta nelle sue vetrine.

Attraverso luoghi simbolici come il San Giors, una stazione di posta rinnovata alla fine dell’Ottocento e oggi bellissimo ristorante tradizionale e locanda con “camere d’artista”, o come il grande ostello Combo, ospitato nell’antica caserma dei pompieri, il progetto conferma e rivela che la città ha saputo coniugare memoria e innovazione. Seguire l’ispirazione di ‘Torino riflessa’ rappresenta un viaggio tra passato e presente, che ci invita a riflettere sulle scelte quotidiane dei torinesi e sulla loro capacità di convogliare le energie per rendere unica la loro città.

 

Mara Martellotta

“Cuori infranti tour” di Giorgieness

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In programma il 20 dicembre, presso il CAP10100, la data torinese 

 

Giorgieness prosegue con il “Cuori infranti tour”, che porta dal vivo a Torino il nuovo album “Giorgieness e i cuori infranti”, uscito il 1° novembre per SoundToBe. Special Guest, L’evento è previsto per sabato 20 dicembre presso il CAP10100.
La special guest sarà Queen of Saba.

“Credo che per comprendere il mio mondo sia fondamentale vederlo succedere, live, occhi negli occhi – spiega Giorgieness – non esiterebbe la mia musica senza quella speciale connessione che si crea con chi l’ascolta e solo i concerti riescono a rendere reale qualcosa di impalpabile come le canzoni. Ho scritto questo album immaginandomi come sarebbe stato portarlo dal vivo e finalmente ci siamo, si comincia. Cuori infranti di tutte le latitudini, vi aspetto, sarà speciale.»

Ad aprire il live di Giorgieness ci sarà Obi, giovane artista hip hop che in 12 mesi ha vinto il premio Amnesty – Voci per la Libertà 2023 nella sezione emergenti e il premio della critica con “Attimo” e il
Deejay Onstage in agosto con “Odissea sul Divano” ed è ora fuori col singolo “Roma”.

Giorgieness presenta il nuovo album in studio, “Giorgieness e i cuori infranti”, uscito il 1° novembre 2024. Il disco è stato anticipato dai singoli “Cuori Infranti” e “Cazzate”, e include anche “Eclissi”, uscito nel 2023. L’album è stato realizzato con il sostegno del MIC e di SIAE nell’ambito del progetto del programma “Per Chi Crea”.
Giorgieness e i Cuori Infranti ha due anime che si muovono parallelamente: da una parte è un break-up album in pieno stile e dall’altra è un disco sul diventare “grandi” e iniziare a volersi
un po’ più bene. Oltre ai contenuti, che abbracciano e raccontano i piccoli grandi drammi della vita di ognuno, esteticamente Giorgia ha voluto che il disco e tutto ciò che lo circonda riprendessero
l’immaginario dell’adolescente degli anni 2000: collage, diari, glitter, telefonini, tv, stickers, e tanto tantissimo rosa.

“Mi piace l’idea di costruire un racconto attraverso le canzoni – continua Giorgieness – sono affezionata al concetto di “album” vecchio stile, così do molta importanza alla tracklist perchè permette anche a me di capire cosa è successo mentre scrivevo quei brani e come uno dopo l’altro stanno cercando di dirmi qualcosa”.

“Volevo partire da uno statement – conclude Giorgieness – un manifesto che riguardasse le persone a cui sto parlando, per poi introdurre subito l’altro tema portante dell’album. Nella parte centrale c’è tutto un esorcismo delle mie paure profonde, di tutto quello che mi ha bloccata, c’è il rapporto con mia madre e pure il mio compleanno. Mi piaceva l’idea di finire con due canzoni in profondo contrasto, proprio come sono spesso le mie emozioni. Con questo album voglio dimostrare che la gentilezza e l’amore non sono mai ridicoli, ma potenti. Le relazioni, anche le più complicate, meritano di essere vissute con coraggio. I riferimenti visivi agli anni 2000 all’adolescenza riflettono proprio questo, un periodo in cui spesso si è più vulnerabili e confusi, ma anche più veri”.

 

Mara Martellotta

I giocatori della Juve in visita ai bimbi di Casa Ugi e del Regina Margherita

Nel pomeriggio odierno una delegazione di giocatori della Juventus Football Club, guidata dal Presidente Gianluca Ferrero, ha fatto visita ai pazienti dell’ospedale Infantile Regina Margherita e di Casa UGI. La delegazione, composta da Dusan Vlahovic, Danilo, Mattia Perin, Michele Di Gregorio, Federico Gatti, Cecilia Salvai, Barbara Bonansea, Arianna Caruso, è stata accompagnata dalla professoressa Franca Fagioli, dal professor Enrico Pira (Presidente UGI Odv) e da Giuseppe e Francesca Lavazza nei reparti di Oncoematologia pediatrica, Centro Trapianti, Hospice Isola di Margherita, Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica. I giocatori hanno distribuito regali ad ogni paziente ricoverato.  Un pomeriggio natalizio particolare che verrà ricordato dai bambini e dai ragazzi che desiderano soltanto vivere momenti di leggerezza ed essere coinvolti, malgrado il periodo di sofferenza e grande incertezza che stanno vivendo.

Ristoranti etnici a Torino, un assaggio di sapori e gusti unici

Informazione promozionale

Il nostro quotidiano, Il Torinese, esplora il ricco patrimonio culturale ed enogastronomico della città, fatto di sapori, tradizioni e gusti di qualità.

Torino vanta un’ampia offerta di ristoranti etnici, sempre più apprezzati dalla clientela. L’amore per la cucina internazionale, inizialmente introdotto dalla ristorazione cinese, si è nel tempo ampliato verso orizzonti più vasti, abbracciando piatti e tradizioni di Cina, Corea, Giappone, Thailandia, India, Spagna, Messico, Grecia e persino Africa.

Che sia per effetto della globalizzazione o per il desiderio di rompere la monotonia delle abitudini alimentari tradizionali, la passione per le cucine etniche è ormai una tendenza inarrestabile. Negli ultimi anni, questa curiosità gastronomica ha continuato a crescere, conquistando il palato degli italiani da nord a sud.

Per voi lettori, Il Torinese ha selezionato alcuni ristoranti etnici che si distinguono per qualità e personalità. Vi invitiamo a scoprirli e a lasciarvi tentare dall’esperienza unica che offrono.

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Dawat Ristorante Indiano

 

VIA MILANO 8/H TORINO

TEL 3381125890

www. dawattorino.it

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Dawat ristorante indiano, eccellenza e qualità delle materie prime

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2018 Ristorante CHENRONG via Goito4 /f 

 Ristorante cinese
 Aperto dal martedì alla domenica ore 12:00 – 15:00 e 18:30 – 00:00

Chengioni97@gmail.com – 3392670532

SU INSTAGRAM:

  https://www.instagram.com/2018ristorante/

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2018 Ristorante CHENRONG, autentica cucina cinese: dove il cibo unisce

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Quinoa Cafè & Pastry LAB


Via Madama Cristina, 52 – 10125 Torino 
011 056 8505
https://quinoacafe.qromo.it/

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Quinoa Cafè & Pastry LAB, il gusto della pasticceria asiatica e del buon caffè

 

 

 

Un Centro Medico al Sermig

Il Sermig festeggia 60 anni di solidarietà e apre un Centro Medico. Era il 1964 quando il ventiquattrenne Ernesto Olivero fondò a Torino il Sermig in Borgo Dora, il Servizio Missionario Giovani, per aiutare i più poveri a Torino, combattere la fame nel mondo con opere di giustizia e praticare la solidarietà verso i più bisognosi. Oggi il Sermig li aiuta in tutto il mondo. Nell’estate del 1983 un gruppo di giovani cattolici varcò la soglia del vecchio arsenale militare della città dove da oltre un secolo si fabbricavano le armi. Migliaia di persone, tutte giovani, si misero al lavoro e con un impegno enorme, gratuito, di giorno e di notte, per interi mesi, trasformarono la fabbrica di armi nell’ “Arsenale della Pace” che diventò il cuore delle attività del Sermig di Olivero. Oggi l’Arsenale della Pace è una delle realtà sociali più importanti del mondo. È presente con i suoi progetti di solidarietà in Italia e in molti altri Stati, dal Libano al Brasile, dall’Iraq al Bangladesh. Viene visitato e ammirato da capi di governo e di Stato provenienti da vari continenti.
Continua a svolgere la sua opera di assistenza nei suoi tre Arsenali, oltre a quello torinese in Borgo Dora, nell’Arsenale della Speranza in Brasile e nell’Arsenale dell’Incontro in Giordania a favore di anziani, poveri, donne e bambini. Offre un tetto per la notte, pasti, cure mediche e sostegno psicologico. Nel corso degli anni i volontari del Sermig hanno attivato oltre 3000 progetti e svolto 70 missioni in teatri di guerra. “Un sogno lungo sessanta anni, ricorda l’84enne Ernesto Olivero, ma siamo solo all’inizio. Dobbiamo fare i conti con l’eternità e con l’umanità tutta intera perché ogni uomo e donna abbia le stesse possibilità. Non è demagogia ma un semplice sogno di giustizia, ieri come oggi”. Ora il sogno del Sermig continua con la prossima apertura, grazie ad alcune donazioni, di un grande Centro Medico che sorgerà nel “Cortile dei Ciliegi” in via Andreis, sempre nelle strutture dell’ex Arsenale militare. Sarà pronto tra un anno, raddoppierà i servizi dell’attuale poliambulatorio, attivo dal 1989 e sarà a disposizione di persone e famiglie, italiane e straniere, che non possono beneficiare delle cure sanitarie di base e di visite specialistiche.                   Filippo Re

Pompeo – Pentenero (PD): intervenire per crisi Trasnova e Yazaki

 “GRUGLIASCO: CHE COSA STA FACENDO LA REGIONE? SI PREVEDA UN TAVOLO DI CONFRONTO VERO PER RISCRIVERE IL FUTURO DELL’INDUSTRIA”

 

19 dicembre 2024 – “Le situazioni di Trasnova e Yazaki Italia si inseriscono nel contesto più ampio della gravissima crisi dell’automotive che sta interessando il settore a livello internazionale. In Piemonte il calo delle commesse ha colpito tutte le aziende del comparto. Il 30 novembre sono terminati gli ammortizzatori sociali per la Trasnova e, a seguito della cancellazione da parte di Maserati delle commesse relative alla fornitura di cablaggi per automobili, Yazaki ha deciso di avviare una procedura di licenziamento collettivo per 52 lavoratori su 75, con un impatto devastante sulle famiglie coinvolte” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“Abbiamo appreso – prosegue la Consigliera regionale Pd – che venerdì 13 dicembre Trasnova ha inviato alla Regione Piemonte una richiesta per verificare la sua disponibilità a fornire ulteriori strumenti di sostegno, ma, a oggi, non risulta vi sia chiarezza su che cosa la Giunta intenda fare. Ho, quindi, presentato un’interrogazione per sapere dall’Assessore Chiorino se siano stati avviati tavoli di confronto con Trasnova e Yazaki per valutare soluzioni alternative finalizzate a tutelare i livelli occupazionali e a sostenere lavoratori e famiglie come, per esempio, un fondo straordinario”.

“Ci attendiamo risposte immediate e concrete – afferma Laura Pompeo – e sarebbe davvero importante prevedere un tavolo di confronto vero per capire qual è l’azione programmatoria e di sostegno al futuro dell’industria della nostra Regione. Lo sarebbe per queste aziende, ma anche per tutte le altre interessate da questa gravissima crisi”.

“Un altro esempio che sottolinea l’esigenza di un tavolo regionale che ragioni sul futuro di tutto il comparto automotive. Da Stellantis all’indotto non possiamo continuare a inseguire le emergenze, ma occorre uno spazio che concerti la nuova politica industriale del Piemonte per un settore trainante” ha aggiunto la Presidente del gruppo Pd Gianna Pentenero.

cs