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Alla Reggia di Venaria la prima consegna del Drapo’, la bandiera dei piemontesi

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È ufficialmente partito questa mattina, dalla Reggia di Venaria, il giro nelle province piemontesi del Consiglio regionale, per consegnare ai 1.181 comuni del Piemonte il Drapò, emblema di una regione ma anche un simbolo di appartenenza e riconoscimento di tradizione e valori.  

Ad accogliere i sindaci della provincia di Torino, sul palco allestito nel Gran Parterre dei Giardini della Reggia di Venaria, il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia e i componenti dell’Ufficio di presidenza, i vicepresidenti Francesco Graglia e Mauro Salizzoni e i consiglieri segretari Giorgio Bertola, Michele Mosca e Gianluca Gavazza.

“Questa iniziativa si sarebbe dovuta svolgere lo scorso anno, in occasione del 50esimo anniversario della Regione Piemonte, ma l’arrivo di questa terribile pandemia ha purtroppo posticipato la cerimonia – ha esordito sul palco il presidente Stefano Allasia– Oltre alla rete delle istituzioni, dallo Stato alla Regione, alle Province, che hanno saputo lavorare in sinergia seppur tra tante difficoltà, un ruolo fondamentale  lo hanno avuto le comunità locali, realtà coese tra loro che – lo dimostra la storia piemontese – sono da sempre capaci di far valere la propria lungimiranza, forza e laboriosità. Il Drapò è il vessillo di tutti i piemontesi, sotto il quale il Consiglio regionale, insieme con ciascun Comune, intende affrontare le molteplici sfide del futuro. L’auspicio  – conclude – è che, attorno al nostro storico Drapò, ogni piemontese possa rafforzare il valore dell’identità e l’orgoglio di appartenere ad una regione con una storia plurisecolare e che ogni sindaco, nel proprio Comune, si faccia “custode” della nostra bandiera, e con essa, di quei sentimenti di amore e gratitudine per il nostro grande e bel Piemonte”.

“I nostri sindaci possono dirsi orgogliosi di vivere in un luogo eccezionale, pieno di bellezze come il Piemonte – ha dichiarato il vicepresidente della giunta regionale Fabio Carosso –  Mai come in questo periodo abbiamo avuto dimostrazione di come  i sindaci siano sempre in prima linea, compiendo sforzi enormi per salvaguardare i cittadini in questo anno di pandemia. Abbiamo ancora bisogno del loro sforzo e del loro  lavoro. L’augurio che dobbiamo forci è quello di tornare ad essere primi, come è stato in passato, grazie al sacrificio e alla serietà degli  uomini  e delle donne che amministrano le nostre città. I sindaci sono di fatto i primi a poter migliorare la qualità della vita dei cittadini. Consegnare loro la bandiera del Piemonte, è un gesto importante, perché ci accomuna e ci rende tutti fieri di appartenere a questa regione che ha fatto la storia e, insieme, continueremo a farla”.

“Sono onorata di essere oggi qui per ricevere, in rappresentanza di tutti i sindaci della nostra regione, la storica bandiera del Piemonte, il “drapò” del Piemont – ha dichiarato Il sindaco metropolitano, Chiara Appendino – Ogni comunità, da sempre, si riconosce nei propri simboli come la bandiera, lo stemma, alcuni fatti e frasi storiche, perché sono elementi che, di generazione in generazione, trasmettono il senso di identità, di orgogliosa appartenenza, e, non di rado, rendono bene l’idea del carattere di un territorio e della sua gente”.

“La cerimonia di consegna della bandiera del Piemonte è l’occasione per un richiamo alla necessaria coesione fra le istituzioni”, ha affermato Fabio Giulivi, sindaco di Venaria Reale. “Stiamo affrontando una delle crisi più drammatiche dal dopoguerra ed è quindi fondamentale unire le forze fra le istituzioni di ogni livello per saldare quel fronte comune che sappia affrontare la sfida della ripartenza. Il luogo dove siamo oggi racconta come lo sforzo comune e la sinergia fra enti diversi possa infatti permettere di raggiungere traguardi impensabili, un’azione che si è concretizzata con il restauro della Reggia e dei giardini di Venaria, avviato nel 1999. Il Piemonte ha la capacità politica e gli anticorpi morali per far sì che le risorse che atterreranno sul territorio non vadano sprecate”.

A fare da sfondo alla cerimonia, occasione in cui sono stati ricordati i cinquant’anni della Regione Piemonte, che si sarebbero dovuti celebrare nel 2020,  la proiezione della mostra fotografica “Piemonte cinquant’anni”, un racconto per immagini di mezzo secolo di storia, a cura dell’agenzia Ansa e il sostegno della Fondazione Crt. Le note di brani appartenenti alla tradizione  piemontese, eseguiti dai maestri Loris Gallo e Valerio Chiovarelli, hanno accompagnato la consegna delle bandiere sul palco della Venaria.  A simbolo del passaggio nella  provincia di Torino del Consiglio regionale, questa sera, la facciata di palazzo Madama a Torino,  sarà illuminata con l’immagine del Drapò.

 

Accende le sterpaglie: torinese muore soffocata dal fumo in Liguria

Voleva bruciare un cumulo di sterpaglie ma le fiamme le sono sfuggite di mano.

Soffocata dal fumo è morta Gabriella Ghirardo, 73 anni, di Collegno. Il marito Sergio Gaio, 74 anni, nel tentativo di soccorrerla è rimasto gravemente ferito. I die  erano in Liguria, a Chiusanico, in provincia di Imperia. Il figlio Andrea ha dato l’allarme Nel terreno di proprietà della coppia è atterrato l’elicottero del 118 che ha trasferito l’uomo ferito al centro grandi ustionati di Villa Scassi a Genova Sampierdarena.

(foto archivio)

Ruba in una pizzeria e si rifugia in commissariato

Viene  riconosciuto dalle vittime

Per scappare si rifugia all’interno del Commissariato Barriera Nizza

TORINO / Ha solo 17 e anni e mezzo ma vanta una discreta esperienza nei furti all’interno di esercizi commerciali: l’ultimo, in ordine di tempo, avviene  domenica notte ai danni di una pizzeria in via Genova. Il diciassettenne, di nazionalità marocchina, si introduce nel locale alle prime ore dell’alba forzando la serranda esterna e ruba il denaro lasciato in cassa, un cellulare ed un tablet di servizio. Tutto viene nitidamente ripreso dalle immagini di videosorveglianza della pizzeria. I proprietari si accorgeranno del furto in mattinata, attorno alle 10 e, dopo aver visionato i filmati, si recano a fare denuncia nel vicino commissariato di Barriera Nizza; ma all’angolo fra via Ventimiglia e Corso Spezia si imbattono proprio nell’autore del furto. Anche il giovane li riconosce e si dà alla fuga. Suona al citofono della polizia  asserendo che dei malintenzionati lo stanno inseguendo; non intende, però, aspettare davanti agli uffici l’arrivo della volante. E’ così spaventato che fa il giro della struttura e in corrispondenza del passo carraio su via Nizza, con un balzo fulmineo, scavalca la recinzione e si introduce all’interno dell’edificio. Ovviamente, dall’altra parte, i poliziotti lo fermano immediatamente e chiedono contezza del gesto. Il ragazzo, visibilmente alterato dall’assunzione di bevande alcoliche, sostiene che degli uomini lo inseguivano senza motivo: pochi istanti dopo, giunge presso gli  uffici di polizia il proprietario della pizzeria, in compagnia del padre, che spiegherà quanto accaduto. Il giovane, che ha numerosissimi precedenti specifici, è stato denunciato per furto aggravato e per ingresso arbitrario in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato.

(foto archivio il Torinese)

Ddl Zan: “Noi siamo con voi”, Leo: “contro ogni discriminazione libera espressione” 

Caro Direttore,
qui di seguito il “documento/appello” sul tema della approvazione del DDL Zan.  Per trasparenza e correttezza riteniamo importante sottolineare le seguenti premesse:
1- Promotore dell’appello è il “Coordinamento interconfessionale del Piemonte Noi siamo con voi”.
2- Il documento è stato però elaborato, discusso, approvato e sottoscritto da molti altri soggetti – collettivi e singoli – delle più diverse appartenenze culturali.
3- Il nostro Coordinamento ha”geneticamente” impressi in sé i principi dell’inclusione, del rifiuto di ogni discriminazione, del rispetto e dell’accoglienza del “diverso da noi”, della tolleranza e del dialogo. Quindi il nostro contributo non vuole essere contro nessuno, né si permette di avere il significato di giudizio su idee diverse dalle nostre.
4- L’unico giudizio negativo che ci sentiamo di dare, è verso di chi assume posizioni, toni, atteggiamenti, linguaggi ecc., violenti, denigratori, offensivi nei confronti di chi non si uniforma ai propri convincimenti.
5- Aggiungiamo, infine,che – partendo da questa occasione – abbiamo anche aperto fra noi una riflessione e una ricerca sincera, libera, forte proprio sul tema della “sessualità” all’interno delle culture e delle religioni. Altresì siamo ancora più convinti della necessità di un affronto sempre libero, pluralista, tollerante e rispettoso e – nel senso corretto del termine – “laico” delle tante problematiche che affliggono l’umanità.
In questo modo abbiamo la convinzione e la speranza di poter apportare un contributo di bene,di pace, di giustizia vera e, perchè no, anche di amore all’Umanità dei nostri tempi.
 

Giampiero Leo portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”

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IL DOCUMENTO
Noi siamo… contro ogni discriminazione e per la libertà di espressione 

Noi siamo un movimento sorto per manifestare solidarietà alle vittime di oppressione e
persecuzione. Non abbiamo dunque difficoltà a prendere atto che molto spesso, in vari contesti, le
forme in cui la sessualità è stata regolamentata hanno comportato discriminazione rispetto a chi in
quelle forme non poteva riconoscersi; e sotto questo aspetto il fatto che tali discriminazioni non
siano più ritenute accettabili dalla coscienza morale odierna lo consideriamo patrimonio prezioso e
irrinunciabile. Tutto ciò che sul piano legislativo può contribuire ad impedirle è pertanto senz’altro
da approvare.

Riteniamo però che la tutela dalle discriminazioni non debba diventare fonte di discriminazione a
propria volta.

La sessualità non è soltanto un ambito tra gli altri, ma un nucleo profondo della vita e della
coscienza umana. Essa ha un grande valore spirituale. Chiediamo pertanto che tale valore sia
riconosciuto e rispettato, e che le trasformazioni nel modo di percepirla e viverla siano accolte e
accompagnate senza venire imposte da decisioni legislative. Su temi così delicati, su cui il
confronto civile deve rimanere aperto, vanno evitate forzature, e soprattutto che a decidere siano
presupposti ideologici di parte.

In questa prospettiva, al di là degli schieramenti politici e riprendendo autorevoli osservazioni di
esponenti del mondo del diritto di diverso orientamento culturale, esprimiamo una serie di
perplessità su alcuni passaggi dell’articolato del Disegno di legge Zan in discussione al Senato.

Il motivo di allarme è che la proposta di legge, per quanto (art. 4) affermi la libertà di espressione
tutelata dall’art. 21 della nostra Costituzione, che riconosce a tutti il diritto di esprimere e divulgare
in qualsiasi forma il proprio pensiero e prevede di punire solo chi commetta un reato, di fatto la
insidia. Il punto è infatti che introduce fattispecie di reato assai vaghe e indefinite, venendo meno al
principio base della determinatezza del reato, senza garanzie per i cittadini e aprendo la strada a
possibili forme di arbitrio da parte dell’autorità giudiziaria; laddove è invece opportuno che le
decisioni giudiziarie non siano influenzate da opinioni che esulano dall’ambito giuridico. Nel giusto
tentativo di prevenire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, una decisione
potrebbe infatti divenire causa di discriminazione contro coloro che hanno una diversa visione.
Il problema a monte infatti è che, nel definire ex lege (art. 1) concetti tratti da teorie tutt’altro che
condivise in tema di identità di genere e disponendone (art. 7) la divulgazione nelle scuole, la
proposta comprime indebitamente la libertà di educazione e di insegnamento, contrastando quindi
con l’art. 33 della Costituzione, oltre che con l’essenza del moderno Stato di diritto, il quale, per
definizione, non sposa filosofie, concezioni di vita, religioni.

Per questi motivi, e in considerazione della delicatezza etica e giuridica dei temi in questione,
facciamo appello alle forze politiche affinché, dopo una più attenta riflessione, introducano i
necessari correttivi al testo operando alla ricerca di soluzioni veramente condivise.

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Lite tra vicini di casa: muore accoltellato

DAL PIEMONTE/ E’ morto il sessantenne accoltellato  ieri a Novara in via Valsesia

L’aggressore è un vicino di casa coetaneo della vittima.

Il movente del delitto sarebbe  da attribuire a questioni condominiali

Papa Francesco e la Messa di Pio V

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

La questione della Messa in latino sembrava un argomento su cui non fosse più il caso di discutere. Appariva un tema non più divisivo all’interno del mondo cattolico, invece, all’improvviso, è intervenuto con fermezza Papa Francesco, ritenendo la celebrazione della Messa di Pio V motivo di scontro conflittuale  all’interno della Chiesa.

Il Pontefice ha revocato  con il Motu proprio “ Traditionis costodes “le concessioni dei suoi due predecessori relative ad una certa “liberalizzazione“ nella  celebrazione della Messa in Latino secondo il Messale  del 1962 ,precedente al Concilio Vaticano II. Tra le principali novità – scrive” Avvenire”, voce della CEI- viene affermato il ruolo esclusivo del vescovo nell’autorizzare l’uso del Messale precedente alla riforma liturgica voluta da Paolo VI.
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Il Pontefice è preoccupato che vere e proprie comunità di credenti vedano nella Messa in latino una  forma  di contestazione non solo del Concilio, ma addirittura della stessa autorità del Papa attuale, sollevando la questione della sua illegittimità. Esistono infatti sacerdoti e credenti che ritengono che l’unico  vero Papa sia Benedetto XVI. Si tratta di posizioni estreme volte a sconvolgere l’intera Chiesa in  nome di  un tradizionalismo ribelle  che va persino oltre quello del vescovo  Lefebvre che fu promotore  di un piccolo scisma contro il  Concilio e la nuova liturgia che non si limitava a tradurre nelle diverse lingue il Messale, ma cambiava anche radicalmente la Messa, partendo dall’altare dal quale essa veniva celebrata. Ci fu chi disse che la nuova liturgia ribaltava  una visione teocentrica ( con il sacerdote che dava le spalle ai fedeli e restava rivolto verso l’altare) in una visione antropocentrica in cui l’assemblea dei fedeli era coprotagonista del rito. Un tentativo, si disse, per riavviare un dialogo verso il mondo protestante. Non ho la cultura sufficiente in materia liturgica per dare dei giudizi, ma ricordo di aver vissuto  da studente liceale tutta la vicenda. La Messa di Pio V e del Concilio di Trento   fu archiviata come un’eredità della Controriforma. Un segno di rinnovamento che svecchiava la Chiesa di secoli privandola di un qualcosa che aveva sfidato il tempo ed era diventato quasi metastorico. La Chiesa cattolica romana preferì abbandonare o almeno ridimensionare la tradizione
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La  lingua latina venne considerata superata . La liturgia  tradizionale e il canto gregoriano che rappresentava un’attrattiva persino per l’ateo Massimo Mila (che ne  subiva il fascino non solo musicale  vennero sacrificati a favore di un rinnovamento che cancellò un’eredità che durava da secoli. Nel Latino sconosciuto ai più c’era il  fascino del mistero che è andato perduto. Forse la via obbligata della Chiesa era quella di aprirsi al presente e al futuro, guardando al terzo e al quarto mondo. La questione sociale è diventata anche per Chiesa   la questione centrale e l’attuale Papa, anche per le sue origini, appare assai concentrato sui temi sociali, sulla povertà evangelica, sulle disuguaglianze e sui temi ambientali. Questa stretta molto ferma sulla possibilità di celebrare la Messa di Pio V ha  sicuramente delle ragioni che vanno oltre la sua  celebrazione che alcuni hanno utilizzato come una clava contro l’attuale Pontefice, che ha risposto in modo duro e anche comprensibile, mettendo sotto il controllo dei vescovi la possibilità di celebrare la Messa precedente al Concilio. Se devo essere sincero, la Messa voluta da Paolo VI non mi ha mai entusiasmato e ricordo le discussioni animate con il  mio compagno di liceo Mauro Barrera (mancato da poco) che ne era entusiasta. Non credo casualmente Barrera divenne uno dei leader della contestazione studentesca nel ‘68 e seguitò  coerentemente per tutta la vita nella sua scelta progressista. Al contrario  ho sentito rimpianto per la vecchia Messa che ragazzino andavo a servire, come si usava in quell’epoca. Ricordo le solenni Messe cantate nelle grandi festività che davano il senso della festa religiosa oggi forse non più recuperabile.
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Capisco  che i nostalgici  siano considerati dei reazionari. Io che non mi sento affatto un reazionario, ma un liberale  sento il valore di una tradizione che viene da lontano. Vivere immersi nel presente a volte e’ cosa miserevole specie in tempi di nichilismo più o meno totale. Forse è anche la nostalgia della giovinezza a far rimpiangere l’antico. Oggi non avrebbe ragione l’umanista Lorenzo Valla a dire che i veri antichi siamo noi  perchè il presente senza radici che stiamo vivendo  ci priva dell’eredità del passato. Sarebbe  necessario ,a mio modo di vedere , recuperare il senso della storia e del passato e anche la Messa di Pio V costituisce un tassello importante, al di là del fatto che si creda o non si creda. Vivere nel presente può portare a grandi disastri . La storia consente un dialogo tra generazioni diversamente impossibile. Ed oggi il dialogo tra generazioni è diventato sempre più difficile persino all’interno della stessa Chiesa.

 Si avventa su cani e auto in sosta: denunciato

Venerdì pomeriggio una cittadina segnala al 112 NUE la presenza di un soggetto molesto in lungo Dora Firenze.

Alla pattuglia del commissariato Dora Vanchiglia giunta sul posto, la donna racconta di un uomo che poco prima, senza apparente motivo, aveva iniziato a prendere a calci il cane di una passante, urlando frasi incomprensibili. Non pago, aveva poi rivolto la propria attenzione verso alcune auto in sosta, colpendole a più riprese.

Grazie alla descrizione fornita, il reo, cittadino nordafricano di 35 anni, viene rintracciato all’altezza di lungo Dora Siena. Durante la perquisizione, gli operatori rinvengono un taglierino occultato nella tasca dei pantaloni.

Da ulteriori accertamenti è emerso come il trentacinquenne non fosse nuovo a questo tipo di episodi.

L’uomo è stato denunciato per maltrattamento di animali e porto di oggetti atti ad offendere.

Damilano a Parella

Il candidato sindaco di Torino per il centrodestra Paolo Damilano ha incontrato i commercianti di zona Parella.

“Il rilancio passa anche dalla riscoperta della nostra Torino Bellissima. Parella è un luogo del cuore da far riscoprire anche ai torinesi. – ha detto Damilano – Ci sono eccellenze del commercio che vanno aiutate e sostenute, ma soprattutto vanno messe al centro di un progetto torinese per rendere più attrattivi i quartieri, valorizzando le loro eccellenze.
Ma per farlo servirà puntare con forza su un decoro urbano che aumenti la qualità della vita e dello stare”.

Esce di casa pronto a spacciare Visto dalla Polizia, cerca di fuggire

Le dosi di fumo erano già suddivise, pronte ad essere smerciate.

Purtroppo, lo scorso mercoledì mattina, per il ventitreenne gambiano l’attività di spaccio non si è però rivelata affatto produttiva: infatti, non appena messo piede fuori dallo stabile in cui vive, in via Giaveno, una Volante del Comm.to Barriera Milano lo ha notato. L’uomo per tutta risposta si è voltato repentinamente rientrando nel condominio; gli agenti gli sono andati dietro e lo hanno visto correre su per le scale, fino al quarto piano, ove lo hanno raggiunto. Vistosi ormai senza via d’uscita si è fermato, portando la mano destra dietro la schiena: cercava di nascondere qualcosa all’interno dei pantaloni. Si trattava di 30 grammi di marijuana, già suddivisa in dosi singole: il giovane, che ha numerosi pregiudizi di polizia per reati inerenti agli stupefacenti,  è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.