ilTorinese

Da Palazzo Arsenale al Seminario, tornano le Giornate Fai d’autunno

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Evento nazionale di partecipazione attiva e di raccolta pubblica di fondi sabato 16 e domenica 17 ottobre 2021

Visite a contributo libero in 600 luoghi inaccessibili o poco conosciuti in 300 città d’Italia.

Tra questi, 42 beni delle Forze Armate in occasione del centenario della traslazione del Milite Ignoto
L’EDIZIONE 2021 È DEDICATA AD ANGELO MARAMAI GIÀ DIRETTORE GENERALE DEL FAI (1961-2021)

Elenco dei luoghi aperti e modalità di partecipazione su www.giornatefai.it

I Giovani del FAI, con il supporto di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture, propongono per sabato 16 e domenica 17 ottobre la decima edizione delle Giornate d’Autunno con visite in 600 luoghi solitamente inaccessibili o poco noti in 300 città d’Italia tra cui 42 luoghi del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore della Difesa e delle Forze Armate, aperti in occasione del centenario del Milite Ignoto.

Torna la grande festa delle Giornate FAI, la più importante manifestazione di piazza dedicata al nostro patrimonio artistico e culturale. Con energia, coraggio, voglia di fare, di migliorare e migliorarsi, di condividere e soprattutto con una passione travolgente per il nostro Paese, oltre 5.000 tra delegati e volontari FAI sono pronti a far innamorare tutti gli italiani dell’Italia. L’opportunità, ogni anno nuova e diversa, per accostarsi a un patrimonio smisurato e policromo, raccontato per l’occasione con l’entusiasmo contagioso di tutti i giovani che sposano la missione culturale del FAI: diffondere e coltivare la consapevolezza che l’Italia custodisce tesori inestimabili, fondamento dell’orgoglio che ogni cittadino prova davanti all’eccezionale bellezza del Paese e solida base su cui costruire la prosperità del futuro. Le Giornate FAI sono, dunque, un incontro sentimentale, un abbraccio collettivo tra i visitatori e l’ambiente che li circonda, prodigo di natura, arte e storia. In una parola: cultura.
Il catalogo dei luoghi visitabili è, come di consueto, amplissimo così come tantissime sono le tipologie rappresentate: dai complessi religiosi ai palazzi, dai castelli alle aree archeologiche, dai piccoli musei ai parchi e giardini storici, e ancora borghi, aree naturalistiche, luoghi produttivi e molto altro. Inoltre, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate concederanno l’accesso straordinario in 42 loro luoghi-simbolo di significativa importanza storica e istituzionale. Quest’anno, tra le aperture proposte, ecco alcuni luoghi sorprendenti delle Giornate FAI:

A Torino saranno aperti:

PALAZZO ARSENALE SEDE DEL COMANDO PER LA FORMAZIONE E SCUOLA DI APPLICAZIONE DELL’ESERCITO

PALAZZO DEL SEMINARIO METROPOLITANO DI TORINO, ORA SEDE DEL POLO TEOLOGICO TORINESE

CHIESA DI SAN SALVARIO
GRAN LOGGIA D’ITALIA DI RITO SCOZZESE (solo per soci FAI)
MUSEO DELL’INDUSTRIA AERONAUTICA, situato presso lo stabilimento Leonardo Velivoli di Torino-Caselle.

Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI. È infatti suggerito un contributo non obbligatorio di 3 euro. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati. Chi lo vorrà potrà anche iscriversi al FAI online oppure nelle diverse piazze d’Italia durante l’evento. Agli iscritti saranno dedicate aperture speciali. Prenotazione online consigliata (salvo diverse indicazioni segnalate sul sito) su www.giornatefai.it; i posti sono limitati. N.B. il programma potrebbe subire variazioni. La realizzazione dell’evento nelle singole Regioni dipenderà dal loro colore nella settimana dell’11 ottobre.
Le Giornate FAI d’Autunno si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.
Le visite si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti Covid-19.

Fondazione per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo oltre 18 milioni di euro

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Presentato il Bilancio Sociale e di Sostenibilità dal Presidente Allegra Agnelli: “Nel 2021 abbiamo tagliato il traguardo dei 35 anni di attività e, nonostante l’emergenza Covid, non ci è mai mancato l’appoggio dei nostri sostenitori”.

In corso i lavori per un ulteriore importante ampliamento dell’Istituto.

La sfida epocale del Covid non ha frenato l’impegno della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro: nel 2020 sono stati destinati all’Istituto di Candiolo IRCSS per la ricerca e la cura oltre 18 milioni di euro. E’ quanto emerge dal Bilancio Sociale e di Sostenibilità che è stato presentato dal Presidente, Allegra Agnelli.

Hanno partecipato all’ evento – che si è svolto in modalità digitale all’ Istituto di Candiolo Irccs ed è stato trasmesso online sul sito de La Stampa e sulla pagine Facebook della Fondazione – esponenti delle istituzioni, della comunità scientifica, del mondo dell’ imprenditoria e della finanza: Alberto Cirio, Presidente della Regione Piemonte, Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer e Special Advisor on Strategic Evolution dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA), Anna Sapino, Direttore Scientifico dell’ Istituto di Candiolo IRCCS, Giuseppe Banna, Responsabile Ricerca Clinica e Traslazionale per i Tumori Toracici dell’ Istituto, Gianmarco Sala, Direttore della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Marco Lavazza, Vice Presidente di Lavazza, Marco Morganti, Responsabile Direzione Impact Intesa Sanpaolo, Julien Di Pace, Head of Jeep Brand Advertising, Massimiliano Allegri, allenatore della Juventus. Ha moderato l’incontro il Direttore dell’HuffPost ed editorialista della Stampa, Mattia Feltri.

“Nel 2020 siamo stati chiamati a uno sforzo straordinario – ha detto Allegra Agnelli – siamo scesi in campo per supportare il sistema sanitario nella lotta contro il Covid-19, accogliendo pazienti oncologici da altre strutture sanitarie, abbiamo realizzato un laboratorio per l’analisi dei tamponi e nel 2021 siamo diventati hub per le vaccinazioni e centro di riferimento per il tracciamento delle varianti del virus. Nonostante tutto questo abbiamo garantito cure, trattamenti e destinato ingenti risorse alla ricerca sul cancro”.

“Nel giugno di quest’anno – ha aggiunto – la Fondazione ha compiuto 35 anni di attività, un grande traguardo raggiunto solo grazie a chi ci sostiene dal 1986 ad oggi. Questa storia è il nostro futuro: grazie ai nostri sostenitori stiamo realizzando l’Istituto di Candiolo di domani”.

Il Presidente Alberto Cirio ha lodato l’ Istituto di Candiolo per il contributo dato al contrasto alla pandemia e per il suo alto livello scientifico: “Il Covid ci ha insegnato – ha aggiunto – l’

importanza della ricerca, ma ha anche ha abbattuto i tabù contro la sanità privata. Da oggi bisogna pensare a un nuovo rapporto fra pubblico e privato”.

Il forte legame fra la Fondazione e il territorio è stato così sintetizzato dal Direttore Gianmarco Sala: “Nel 2020 la Fondazione ha raccolto complessivamente, tra donazioni dirette, 5×1000 ed eredità più di 23 milioni. Per ogni euro donato oltre 90 centesimi vengono destinati alla missione dell’Istituto. Un risultato importante, sottolineato dal sostegno che riceviamo: nel 2020, 47 mila donazioni direttee 254 mila persone che hanno scelto di destinare il loro 5×1000 a Candiolo. Poi ha ricordato che nel maggio scorso, nonostante la pandemia, sono iniziati i lavori “per mettere a disposizione di medici, ricercatori e, soprattutto, pazienti e loro familiari, nuovi spazi”. I primi interventi riguardano il nuovo servizio di Hospice “Monviso e laboratori per ospitare ricercatori clinici provenienti dalla più importanti strutture internazionali. A seguire sono previsti una Biobanca per conservare i tessuti in un’ottica di future terapie oncologiche personalizzate, la Protonterapia, avanzata forma di radioterapia, un Poliambulatorio e spazi dedicati alla formazione, alla didattica e a servizi di foresteria. L’obiettivo è curare sempre più persone e farlosempre meglio, ha concluso Sala.

Per quanto riguarda l’attività di ricerca, la Professoressa Anna Sapino ha ricordato i dati del 2020: 288 ricercatori impegnati in 37 laboratori e unità di ricerca, 231 lavori pubblicati, record di citazioni (10.392) sulle più importanti riviste scientifiche mondiali, con conseguente crescita dell’impact factor a 1.621,32 (è l’indice che misura l’impatto di una pubblicazione sulla comunità scientifica).

All’Istituto di Candiolo lavorano circa 800 persone, di cui 464 nell’attività di assistenza ospedaliera. Nel 2020 sono state erogate 1.314 mila prestazioni ambulatoriali e sono stati ricoverati 8.144 pazienti; oltre 1.100 sono stati sottoposti a trattamenti di radioterapia. Inoltre, erano attivi 154 protocolli e studi sperimentali. L’Istituto, nonostante la pandemia, ha mantenuto pressochè invariati i volumi di attività clinica e ha anche messo a disposizione di altre strutture ospedaliere (ASO San Luigi e Mauriziano, Ospedali di Rivoli, Pinerolo, Moncalieri, Chieri, Carmagnola) il proprio blocco operatorio per interventi chirurgici non procrastinabili su pazienti oncologici.

Il Bilancio Sociale e di Sostenibilità è stato realizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Torino e con il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino

Litiga col tabaccaio per una ricarica Arriva la Polizia e dà in escandescenze

Si era recato presso una tabaccheria di via Borgo Dora chiedendo di poter effettuare una ricarica telefonica. Il cittadino nigeriano, 24 anni, effettuata la transazione, era dunque uscito dall’esercizio commerciale ma vi aveva fatto ritorno pochi minuti dopo, sostenendo di non aver ricevuto la ricarica effettuata; a sostegno di tale tesi, sosteneva che il pin riportato sulla schedina fosse già stato utilizzato e pertanto non più valido. Il tabaccaio spiegava al cliente come tale eventualità fosse assolutamente impossibile, in quanto i pin sono unici e vendibili una sola volta. Inoltre, contattato il gestore, si veniva a scoprire che il suo credito era stato riazzerato dopo la ricarica, in virtù di un debito pregresso in capo all’intestatario della scheda. Non contento, il cittadino nigeriano ritornava al negozio portandosi al seguito un connazionale di 27 anni e minacciava il tabaccaio, lanciando dei prodotti esposti alla vendita al suo indirizzo. Personale del Comm.to Centro prontamente intervenuto sul posto riportava alla calma con difficoltà i due soggetti, che peraltro si rifiutavano di fornire le proprie generalità. Uno dei due, il ventisettenne, sferrava addirittura un pugno all’indirizzo di un operatore di polizia poco prima di essere trasportato in Questura per gli accertamenti sull’identità personale. Verrà arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale, mentre il suo amico verrà denunciato per resistenza, rifiuto di fornire le proprie generalità e per violazione della Legge sull’immigrazione.

Orientamento professionale itinerante con Comau

Comau e la rete di imprese Asse 4, con la collaborazione delle società Skills4U e Reti S.p.A e con il supporto dell’Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa (INDIRE) e della Rete ITS Italy, hanno realizzato “e.DO Roadshow 2021”, un progetto didattico itinerante per l’orientamento professionale dedicato alla divulgazione delle materie STEM e della cultura del lavoro, in programma dal 6 ottobre al 3 dicembre 2021.

L’iniziativa, articolata in 15 tappe, coinvolgerà in percorsi di formazione innovativi una trentina di istituti tecnici di II grado con sede in 12 regioni italiane. In ogni scuola verrà allestito un e.DO Learning Center, formato da 4 postazioni robotizzate, che accompagnerà gli studenti e i docenti in laboratori didattici condotti grazie al supporto del robot educativo e.DO di Comau.

Obiettivo di “e.DO Roadshow 2021” è quello di promuovere, in partnership con le scuole, le imprese e gli stakeholder locali, lo studio di robotica e STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), materie ritenute fondamentali per sviluppare le competenze delle nuove generazioni. Le sessioni di attività si propongono inoltre di fornire agli studenti un servizio di orientamento professionale, utile per poter intraprendere in futuro una carriera di successo.

Durante gli appuntamenti di formazione, che raggiungeranno una platea di circa 2.000 partecipanti in tutta Italia, gli studenti – affiancati dai propri insegnanti e dai facilitatori Asse 4 formati da Comau – frequenteranno lezioni teoriche e pratiche in cui si cimenteranno con la risoluzione di problemi di lavoro reali attraverso l’utilizzo del robot e.DO.

Ogni laboratorio proposto da Comau integra aspetti di Robotica e di Industria 4.0. Come modulo preliminare introdurrà la storia della robotica e si spiegheranno i principali componenti che costituiscono un robot, per poi permettere agli allievi di programmare e muovere un braccio robotico nello spazio. Successivamente verrà presentato un processo industriale e quali sono i metodi e le strategie più efficaci per la gestione della produzione manifatturiera. Infine, gli studenti si dedicheranno alla stesura di un business plan semplificato per valutare gli investimenti e le azioni necessari per incrementare un ciclo produttivo. Al termine dell’esperienza si terrà un momento di condivisione dei lavori svolti per la verifica di quanto acquisito.

La prima tappa di “e.DO Roadshow 2021” sarà ospitata presso la società Reti S.p.A con la partecipazione di istituti tecnici secondari della Lombardia, il 6 e 7 di ottobre, mentre le successive si svolgeranno in 13 realtà scolastiche presenti su tutto il territorio nazionale. Alcune tappe saranno anche aperte alla partecipazione di Istituti tecnici superiori (ITS) con l’obiettivo di creare un ponte verso le professioni più richieste dal mondo del lavoro. Infine, per ogni regione è prevista una sessione di due ore finalizzata alla formazione del personale docente interessato alla didattica delle materie STEM.

Il percorso si concluderà nuovamente in Lombardia, il 2-3 dicembre, in occasione del meeting dell’industria italiana a CONNEXT, evento promosso da Confindustria, durante il quale verranno presentati pubblicamente risultati e saranno premiate testimonianze significative tratte dall’esperienza del Roadshow appena concluso.

Ezio Fregnan, Direttore dell’Academy e dell’EducationBusiness di Comau, ha affermato: “La collaborazione con Asse 4 è stata molto importante per la realizzazione di un’iniziativa che ha l’obiettivo di promuovere, nelle scuole italiane di ogni ordine e grado, lo studio di materie fondamentali per il futuro del lavoro, come STEM e robotica, iniziando ad esplorare il mondo dell’impresa. In tal modo Comau rinnova il suo investimento sulle nuove generazioni e rafforza ulteriormente la collaborazione con tutti gli stakeholder locali e nazionali impegnati nella progettazione di innovativi progetti didattici”.

Roberto Dentale, Referente Scuole Asse 4 – Rete di Imprese, ha precisato: “Grazie all’esperienza condivisa con la società partner Skills4U e alle tecnologie di Comau gli e.DO Learning Center allestiti presso gli istituti partecipanti, forniranno agli studenti la possibilità di conoscere da vicino e in modo esperienziale il mondo della robotica e delle tecnologie abilitanti, dell’impresa e dell’industria, iniziando così a porre le basi per approcciare con successo il proprio futuro professionale”.

Antonella Zuccaro, Responsabile struttura di ricerca di Indire, afferma: “Grazie al progetto formativo itinerante organizzato da Comau e Asse 4 gli studenti potranno ampliare le loro esperienze di apprendimento attraverso l’utilizzo delle tecnologie abilitanti di industria 4.0. Integrare le tecnologie 4.0 come interfacce di apprendimento permette di inquadrarle culturalmente come ulteriori oggetti da usare con la testa. Un approccio che permetterà, auspicabilmente, ai lavoratori del futuro di porsi in maniera proattiva in relazione alle sfide in corso. E gli ITS sono i più interessati da questa sfida, in quanto segmento formativo a più diretto contatto con l’innovazione, con il mondo produttivo, con il cambiamento del lavoro”.

“Crediamo molto in questo progetto che avvicina i giovani e le scuole alle nuove competenze richieste dalla rivoluzione tecnologica, – afferma Bruno Paneghini, Amministratore Delegato di Reti S.p.A – confermando il nostro impegno a essere un ponte tra il sistema scolastico e quello aziendale, favorendo il confronto e lo sviluppo di piani formativi che soddisfino le esigenze dei professionisti del futuro. Far parte del progetto di Comau rappresenta per Reti una promessa al territorio: quella di lavorare al fianco delle scuole per avvicinare le tematiche STEM alle nuove generazioni”.

Il programma completo dell’evento, con indicazione delle sedi e delle date di ogni tappa di “e.DO Roadshow 2021” sono consultabili al link:

https://news.comau.biz/edo_roadshow_2021

Comau, società parte di Stellantis, è leader mondiale nello sviluppo di sistemi e prodotti avanzati per l’automazione industriale. La sua offerta include tecnologie e sistemi per la produzione di veicoli elettrici, ibridi e tradizionali, robot industriali, soluzioni di robotica indossabile e collaborativa, strumenti per la logistica a guida autonoma, centri di lavorazione meccanica dedicati, servizi digitali interconnessi e sistemi in grado di trasmettere, elaborare e analizzare dati macchina e di processo. Con oltre 45 anni di esperienza sul campo e una forte presenza nei maggiori Paesi industrializzati, Comau aiuta le aziende costruttrici, di tutte le dimensioni e di qualunque settore, a migliorare qualità e produttività, riducendo time-to-market e costi complessivi. La sua offerta si estende al project management e alla consulenza, nonché ai servizi di manutenzione e training, per una vasta gamma di segmenti industriali. Comau ha il suo centro direzionale a Torino e opera attraverso una rete internazionale di 7 centri di innovazione, 5 digital hub, 8 stabilimenti di produzione, in cui lavorano oltre 9.000 persone, presenti in 14 Paesi. Una rete globale di distributori e partner consente di rispondere velocemente alle esigenze dei clienti, ovunque si trovino nel mondo. Attraverso le attività di formazione curate dalla sua Academy, Comau si impegna inoltre a sviluppare le conoscenze tecniche e manageriali necessarie alle aziende per affrontare le sfide e le opportunità dell’Industria 4.0

www.comau.com

Oscar Giammarinaro (Statuto) in concerto a Torino dopo più di trent’anni di carriera

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Dopo più di trent’anni di carriera e 15 album con la storica band mod Statuto, con cui si è esibito su palchi prestigiosi come quello del Festival di Sanremo e del Festivalbar, per la prima volta Oscar intraprende un percorso artistico da solista con un progetto discografico che punta ad uno stile raffinato, fatto di sonorità ricche ed eleganti, accessibili ed orecchiabili.

«La decisione di lavorare a un progetto solista – dichiara Oscar – deriva dall’aver raggiunto con l’esperienza una maturità tale che mi ha portato al bisogno di comporre canzoni più intime e personali. Questo lavoro non si sostituisce alla realtà degli Statuto, è un percorso nuovo e parallelo che trova nella proposta cantautoriale la sua dimensione più adatta. In un momento in cui il panorama musicale italiano sembra trascurare la ricercatezza compositiva ho voluto lavorare ad un progetto artistico attento allo stile e all’eleganza “totale”: nelle sonorità, negli arrangiamenti, nei testi e nelle grafiche. Questi brani parlano di sentimenti in diversi modi, ma sempre senza inibizioni, in maniera molto istintiva, diretta e passionale. Da qui il nome dell’album “Sentimenti Travolgenti”».

Prodotto da Pietro Foresti e distribuito da Universal Music Italia, “Sentimenti Travolgenti” è un album (pubblicato solo in vinile) composto da 8 brani (5 inediti e 3 rivisitazioni di canzoni già pubblicate con gli Statuto) che con eleganza lessicale e attenzione estetica ruotano attorno a tematiche sentimentali, non esclusivamente amorose. L’album contiene anche il primo singolo “Lei Canterà” (uscito in formato 45 giri in edizione limitata), che descrive come in una fotografia il momento in cui Oscar conobbe Mia Martini durante il Festival di Sanremo del 1992. Il 14 maggio 2021 è stato pubblicato per Universal Music Italia il brano “Non mi manchi più” e lo scorso 13 settembre il nuovissimo “La Musica Magica“, brano tributo all’artista Ezio Bosso, fraterno amico di Oscar, presentato già alle selezioni del Festival di Sanremo 2021.

Per questa data Oscar sarà accompagnato dalla band composta da Enrico Bontempi (chitarra), Rudy Ruzza (basso), Gigi Rivetti (tastiera) e Marco Ruggiero (batteria).

Sabato 9 ottobre

Ore 21

Caffè Neruda

Via Errico Giachino, 28 – Torino

Ingresso Libero con tessera ARCI e green pass

Infoline 3483793726

https://www.facebook.com/oscarilmod

https://www.instagram.com/oscar_giammarinaro/

VIDEOCLIP “LA MUSICA MAGICA”

https://www.youtube.com/watch?v=dsi1HfvnOO0

Ubriaco e senza patente forza il posto di blocco, urta sei auto e si ribalta

A  Nichelino  un uomo ubriaco e con la patente revocata, con a bordo della droga, ha forzato il posto di blocco dei carabinieri, su una Fiat 500. 

Fuggendo si è scontrato con sei auto, finchè la sua si è ribaltata. E’ poi risultato positivo all’alcol test ed  era alla guida senza patente che gli era stata già revocata. È stato arrestato, mentre la strada è rimasta chiusa per alcune ore per rimuovere i mezzi danneggiati.

Italia Spagna 1-2

Azzurri eliminati: doppietta di Torres, Gol di Pellegrini

Nella prima semifinale della Nations League, la Spagna di Luis Enrique supera l’Italia con una doppietta di Ferran Torres. Espulso Bonucci sul finale di primo tempo per doppia ammonizione.
l’Italia ha affrontato la Spagna per le semifinali di Nations League allo Stadio San Siro di Milano. Mancini inizia la partita con Federico Bernardeschi falso centravanti mentre Luis Enrique mette in campo il più giovane esordiente della storia calcistica spagnola, il 17enne Gavi. La partita si conclude con la vittoria degli spagnoli grazie alle reti di Ferran Torres nel primo tempo, con l’espulsione di Leonardo Bonucci che ha facilitato la vittoria delle Furie Rosse ed il conseguente raggiungimento della finale di Nations League, in attesa della partita di domani tra Francia e Belgio. Inutile il gol di Pellegrini nell’assalto finale degli azzurri contro le furie rosse.
La nazionale italiana giocherà la finale per il terzo e quarto posto domenica prossima 10 ottobre contro la perdente tra Francia e Belgio.

Vincenzo Grassano

Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy

Si conclude a Torino, in un’antologica presentata a Palazzo Madama, il poliedrico “viaggio artistico” dell’artista borgognone

Dal 7 ottobre al 9 gennaio 2022

“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”, atto secondo. Mentre prosegue, infatti, fino al prossimo 7 novembre, al “Museo Diocesano” di Susa la prima  tappa piemontese della mostra dedicata a de Lonhy (e curata da Vittorio Natale), il testimone passa ora a Torino, dove nella “Sala Senato” di Palazzo Madama e sotto lo stesso titolo sono raccolte (fino al 9 gennaio del 2022) 35 opere dell’artista di Borgogna, arrivate da prestigiosi prestiti nazionali ed internazionali, pubblici e privati, alcune mai esposte al pubblico. Curata da Simone Baiocco e Simonetta Castronovo, anche la rassegna torinese (sponsorizzata da “Reale Mutua”) si inserisce nel progetto nato nell’ambito  del “Réseau européen des musées d’art médiéval”, una rete di musei europei fondata nel 2011 da Élisabeth Taburet-Delahaye, già direttrice del “Musée de Cluny – Musée National du Moyen Âge” di Parigi, per promuovere iniziative espositive comuni, ricerche condivise, convegni e conferenze sul proprio patrimonio artistico. Obiettivo della mostra subalpina, quello di “ricomporre” la visione artistica estremamente poliedrica di Antoine de Lonhy – pittore, ma anche miniatore, maestro vetraio, scultore e autore di disegni per ricami – che ebbe un impatto straordinario per il rinnovamento del panorama figurativo di quello che è oggi il territorio piemontese, nella seconda metà del Quattrocento. Originario di Autun, in Borgogna, e formatosi alla scuola della pittura fiamminga, fra i vari Jan van Eych ed i Rogier van der Weyden, l’artista visse e lavorò in tre Paesi diversi, intrecciando il “fare” dell’originaria cultura nordica a quella mediterranea e savoiarda, divenendo “portatore – dicono i curatori della rassegna – di una concezione europea del Rinascimento, caratterizzato dalla capacità di sintesi di diversi linguaggi figurativi”.

Tenendosi sempre ben lontano dagli orpelli e dagli eccessi decorativi di quel “gotico internazionale” che allora andava per la maggiore. Artista eclettico, dalla carriera itinerante, lo si trova dapprima a Tolosa, in Francia meridionale, dove realizzò almeno un ciclo di affreschi e decorò diversi codici liturgici e statuti cittadini; in seguito é a Barcellona, in Catalogna, dove ancora sopravvive uno dei suoi capolavori, la grande vetrata per la “Chiesa di Santa Maria del Mar”; infine nel ducato di Savoia, dove si spense, probabilmente, prima della fine del secolo. Il trasferimento di Lonhy dalla Spagna ad Avigliana – dove è documentato dal 1462 – si deve a diversi fattori, “come la presenza in questo centro di un castello dei duchi di Savoia e la vicinanza con le prestigiose Abbazie di Novalesa e Ranverso, poste sulla Via Francigena, una delle principali arterie di comunicazione già dal Medioevo, da cui passavano cavalieri, ecclesiastici e mercanti di mezza Europa, e quindi un luogo promettente per un artista alla ricerca di nuovi incarichi”.

L’esposizione torinese inizia raccontando la “scoperta” di Antoine de Lonhy: come spesso avviene nel campo della storia dell’arte, la sua vera identità è stata messa in luce infatti  solo in anni relativamente recenti, grazie a lavori di ricerca condotti in parallelo da vari studiosi. In precedenza de Lonhy era indicato con diversi nomi convenzionali: dal “Maestro delle Ore di Saluzzo”, da un manoscritto miniato oggi  conservato alla “British Library” di Londra (presente in mostra),  al “Maestro della Trinità di Torino”, da uno dei suoi principali dipinti custodito proprio a “Palazzo Madama”. Suggestivo l’itinerario artistico europeo documentato in mostra, ma ancor di più la sezione (la più estesa) rivolta agli anni della sua permanenza nel Ducato di Savoia. Il fascino dei dipinti raccolti in questa occasione aveva conquistato già in passato alcuni collezionisti privati, le cui storie sono sempre affascinanti, pur rimanendo nel “dietro le quinte”. Emblematico il caso del senatore Leone Fontana, che nell’Ottocento aveva acquistato la già citata “Trinità”, inserendola nella sua ricchissima raccolta di opere piemontesi, donata in seguito al Museo di Torino. Da segnalare anche la “Dormitio Virginis”, quattro tavole disperse fra Aversa, Parigi e Torino (in deposito presso Palazzo Madama) e la “Presentazione di Gesù al Tempio”  del 1490. Forse la sua ultima opera.

Gianni Milani

 

“Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy”

Palazzo Madama – Sala Senato, piazza Castello, Torino; tel.011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino al 9 gennaio 2022

Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 10/18, giov. 13/21. Chiuso il martedì.

 

Nelle foto

–         “Libro d’Ore secondo l’uso liturgico di Chalon-sur-Saone”, tempera ed oro su pergamena, 1446-’49 ca.

–         “Trinità e angelo piangente”, dipinto su tavola trasportato su tela, 1465-’70 ca.

Riflessioni, spunti e rielaborazioni dal diario della psicologa

LIBRI /  Nel libro della psicologa e  psicoterapeuta Rita Caggegi “Ma perché mi succede?”, edito da Paola Caramella Editrice

In tempi di Covid è sicuramente aumentata la richiesta di aiuto da parte delle persone nei confronti degli psicoterapeuti, medici o psicologi, dato il difficile periodo attraversato dal marzo dello scorso anno e attualmente non ancora completamente superato.
La psicologa e psicoterapeuta Rita Caggegi è autrice di un saggio piuttosto stimolante, dal titolo “Ma perché mi succede?” Paola Caramella Editrice ), rivolto a addetti ai lavori e non, capace di unire linguistica e psicologia. Il titolo risulta strettamente legato alla domanda che viene fortemente posta all’autrice durante il suo lavoro terapeutico, che risponde al quesito “Dottoressa, perché mi succede questo?”.
Come ha ben osservato il professor Alessandro Meluzzi nella prefazione al volume “nel libro emerge il fatto che i cinquanta minuti di terapia compongono un microcosmo relazionale tra analista e paziente, in cui emergono due dinamiche, il transfert e controtransfert.
“Lo spazio-tempo terapeutico coinvolge due persone – spiega il professor Alessandro Meluzzi – ma l’ermeneutica terapeutica compie un viaggio nuovo di fronte ad ogni nuovo paziente, che si denuda per ritrovare la sua identità, che non viene demolita durante il colloquio, ma, al contrario, armonizzata”.
L’autrice del saggio svela, attraverso i racconti di molteplici esperienze, storie vere e percorsi emotivi, anche ai non addetti ai lavori il modo in cui comportarsi, nel momento in cui insorge un disagio e il modo di procedere quando si ottiene la consapevolezza di avvertirlo. Fondamentale risulta scoprire la causa del disagio; l’aumento dei disturbi psicologici risulta collegato alla crisi dell’attuale sistema politico, economico e sociale, che costringe continuamente l’individuo a essere performante ma, al tempo stesso, ad avvertire un profondo senso di solitudine, di inadeguatezza e di non appartenenza.
“Nel mondo – precisa il professor Meluzzi – sono circa 300 milioni le persone che accusano i sintomi della depressione, un numero veramente elevato se si considera che gli individui con tumore sono circa 23 milioni.
Il disagio mentale non rappresenta una malattia da curare, ma un processo. Una persona su cinque è un paziente nella vita, capace di superare la sua condizione. Non si parla di guarigione, ma di qualità della vita; durante i periodi di forte stress i sintomi possono ricomparire. E se esiste un segreto, questo consiste nell’imparare a convivere con essi, mirando ad una qualità di vita migliore”.
Il libro scritto da Rita Caggegi propone dei dialoghi avvenuti nell’ambito delle sedute da lei tenute, che sono stati modificati grazie all’ausilio della fantasia letteraria e ricorrendo alle metafore; anche i nomi attribuiti ai singoli personaggi rispondono a pura fantasia, nell’intento di dimostrare che la psicoterapia non soltanto rappresenta la cura dei sintomi, ma anche la costruzione di nuove opportunità, di nuovi modi di vivere e rappresentarsi, attraverso la riscoperta di “quei campi di luce che erano lì, dentro di noi ma che qualcosa li aveva oscurati”.
Dal volume e dalle sue riflessioni raccolte emerge l’importanza di uno degli aspetti fondamentali del colloquio psicologico e della seduta psicoterapeutica, vale a dire l’alleanza terapeutica che si instaura in modo non conflittuale e che concerne la capacità da parte del paziente di collaborare con lo psicoterapeuta, portando all’individuazione di quali siano i suoi reali obiettivi terapeutici. La relazione terapeutica viene poi a fornire un’interpretazione delle dinamiche del paziente, aumentando il bagaglio di strumenti a sua disposizione per una migliore comprensione di se stesso e al fine di produrre un cambiamento profondo rispetto a quello ottenuto dalla semplice attività intellettiva.
Il libro di cui è autrice Rita Caggegi verrà presentato nell’ambito del Salone Internazionale del Libro di Torino, al Lingotto Fiere, il 14 ottobre prossimo, nella Sala Arancio.

Mara Martellotta

Il cibo è cultura

IL PENSIERO DI VIRGINIA

 

Si è concluso a Torino, in questi ultimi giorni di settembre, la VI edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, diretto da Massimiliano Borgia, che ha realizzato un’ edizione post lockdown ricca di eventi e discussioni sul tema assoluto della centralità del “CIBO”, coinvolgendo diverse realtà: giornalisti, blogger, aziende, istituzioni, uffici stampa, scienziati e alimentaristi.

I temi su cui si è concentrato maggiormente il dibattito sono stati: lo spreco alimentare, la transizione ecologica nella Food Industry, il lockdown e le abitudini alimentari, l’infodemia, le fake news e le nuove frontiere del turismo enogastronomico e della professione giornalistica.

Oggi più che mai, in questo nuovo mondo post pandemia, c’è bisogno di una precisa e dettagliata informazione scientifica, agronomica, economica e sociale, e di un giornalismo preparato e consapevole del proprio ruolo nella società.

Ci deve essere quindi un forte legame tra la comunicazione efficace giornalistica e le scoperte scientifiche, per evitare casi di falso allarmismo e di fake news circolate sui social, che hanno informato e che informano ad oggi in modo distorto l’opinione pubblica.

Ci è sembrato doveroso rivolgerci ad un esperto del settore, il Dott. Marco Zanetti, con studi a Torino, Milano e Roma, che alla luce delle sue tre specializzazioni ( Biologo, Farmacista e Scienza dell’Alimentazione) e del suo ricco curriculum legato al mondo dello sport e della salute, affinchè ci chiarisca alcune domande centrali sorte in questa Kermesse del giornalismo alimentare di Torino.

Al Festival Alimentare di Torino – Dott. Zanetti – si è parlato a lungo del concetto di benessere del Pianeta Terra, prima ancora che dell’uomo nella sua centralita’.

“Per il benessere del Pianeta Terra dovremo controllare gli sprechi alimentari. Tra i paesi con maggiore inquinamento del Pianeta troviamo gli Stati Uniti e la Cina, che sono anche tra coloro che sprecano di più in termini di cibo, e si trovano in condizioni di salute pessime”.

Da una ricerca  di “Media  & Food” sull’informazione alimentare 2021 sui vari tipi di diete, è risultato che la dieta chetogenica e la dieta mediterranea,  hanno superato di gran lunga quella vegana e quella vegetariana. Lei cosa ci può aggiungere sul perchè?

“Il perchè è legato alla differenza degli approcci alimentari;

La dieta vegana e quella vegetariana sono ottime diete, ma sono limitative perchè

servono solo per alcune persone e non per tutti.

Non credo però che la dieta chetogenica abbia superato la dieta vegetariana.

Se l’ha superata, lo ha fatto temporaneamente, visto il picco di “popolarità” che sta avendo la dieta chetogenica”.

 

Ma Dott. Zanetti, non trova che oggi più che mai si parli solo di dieta chetogenica, e ancor più pericoloso, si parli di dieta chetogenica fai da te?

“La dieta chetogenica fai da te non esiste. Chi la segue, sbaglia. E’ una dieta terapeutica, e non funziona se fatta da soli e con gravi rischi per la salute”.

Con quale dieta allora si possono prevenire le malattie?

“Potremmo riassumere dicendo che le malattie si possono prevenire con la dieta mediterranea vera, quella originale, e non con quella trasformata in “occidente”.

Può concludere con un suo pensiero sui disturbi del comportamento alimentare, sull’anoressia nervosa, che è diventata la protagonista “sinistra” del lockdown?

“Sono i digiuni intermittenti che stanno prendendo il sopravvento nelle abitudini errate alimentari. L’anoressia nervosa è un disturbo che ha avuto nel passato momenti di picco, legati sempre alla “moda”. Il lockdown ha inciso e sta incidendo sull’equilibrio mentale delle persone in genere, e le persone fragili possono cadere più facilmente nei DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare). Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali”.

Virginia Sanchesi

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