ilTorinese

A passi andanti. In viaggio con Matteo Vinzoni, cartografo della Serenissima Repubblica di Genova

LIBRI/ A passi andanti (Sagep Editori,2021) è il titolo del libro bello e importante che Clara Cipollina – scrittice nata a Gavi e residente a Novara – ha dedicato a Matteo Vinzoni, cartografo della Serenissima Repubblica di Genova.

Il volume è la realizzazione di un progetto che l’autrice coltivava da tempo, riprendendo il filo delle ricerche negli archivi storici e gli incontri con il geografo Massimo Quaini che fu suo professore all’Università di Genova. Scorrendo le pagine del libro si ripercorre la storia di questo ligure – nato a Montaretto, frazione di Bonassola (La Spezia) il 6 dicembre 1690 e deceduto a Levanto nel 1773 – che rivoluzionò la storia della cartografia, rendendola meno arida e asettica. Lo studio dell’attività di Matteo Vinzoni cartografo proposta da Clara Cipollina si intreccia alla riflessione sulla sua esperienza del mondo e della vita come uomo del suo tempo, si focalizza sui percorsi del viaggiatore impegnato a mappare i territori della Serenissima, percorrendo nel corso della sua lunga vita, con la minuziosità di un agrimensore, il dominio genovese, prendendo misure di notte, in incognito, per anticipare le mosse avversarie, spostandosi tra terra e mare, interfacciandosi con una folla di personaggi minori e con gli abitanti dei territori stessi, validissimi confidenti. Cartografo ufficiale della Repubblica di Genova il Vinzoni realizzò non solo carte geografiche dello stato ligure (che comprendeva parte del basso Piemonte e altri possedimenti) ma anche cartine di molte città. Un attività minuziosa, incredibilmente precisa e sorprendente per la qualità delle raffigurazioni considerando i pochissimi mezzi di cui poteva disporre a quell’epoca. La repubblica della Lanterna contando sulle sue innate qualità, gli affidò gli incarichi più svariati: dirimere controversie sui confini di Stato, come quello con il Regno di Sardegna, o interni con i Feudi Imperiali, progettare i restauri delle fortezze, individuare percorsi di strade senza dazi, predisporre i lavori per l’arginamento dei corsi d’acqua, controllare mulini e un’infinità di altre missioni che lo tennero sempre lontano dalla sua casa di Levanto. Matteo Vinzoni, con le sue innovative riproduzioni, influenzò le basi della cartografia moderna, utilizzando anche gli acquarelli per colorare le sue precise  e artistiche mappe. Nell’introduzione a A passi andanti la geografa spezzina Luisa Rossi scrive che quella di Clara Cipollina non è solo interessante sotto i profilo scientifico-culturale ma ripropone in chiave odierna lo studio su Vinzoni che significa “offrire la possibilità di scoprire il legame diretto fra paesaggi del passato e paesaggi contemporanei”.  Un testo quindi molto importante per riscoprire l’enorme contributo del grande cartografo nel quale Massimo Quaini vedeva incarnati” aspetti del Barone rampante di Calvino”: come quel personaggio, pur partecipando agli avvenimenti e alle criticità della collettività, sapeva vedere la realtà dall’alto, operando scelte audaci, fuori dagli schemi e dalle consuetudini nelle quali era spesso obbligato a rientrare, con il vantaggio di aver scelto autonomamente le procedure e con il rischio di vivere momenti di separatezza e persino di isolamento. Clara Cipollina, con una scrittura al tempo stesso lieve e profonda, ha idealmente percorso a passi andanti con il Vinzoni molta strada, concentrandosi soprattutto sui territori interni, su di un paesaggio, quello ligure, in cui è ancora facile ravvisare l’armonia cromatica delle tavole dell’Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma, forse il più importante lavoro che Vinzoni approntò con il figlio Panfilo.

Marco Travaglini

Scoperto in Barriera di Milano deposito di refurtiva di valore

Due fermi per ricettazione

Personale della Squadra Volante, a seguito di alcuni controlli effettuati in corso Novara, altezza di corso Palermo, ha  individuato lo scorso lunedì un appartamento situato all’ultimo piano di uno stabile del quale era in possesso delle chiavi un cittadino marocchino 43enne con precedenti di polizia. L’uomo, con la complicità di un connazionale di 38 anni, ha in tutti i modi cercato di sviare i poliziotti entrati all’interno dello stabile, negando di avere la disponibilità dell’alloggio in questione:  i due infatti avevano trasformato l’appartamento di corso Novara in un vero e proprio deposito di merce rubata. I poliziotti hanno infatti rinvenuto oltre 20 000 € di beni provento di furto, in particolare: 7 biciclette, alcune delle quali di ingente valore, 3 monopattini, alcuni pc e navigatori satellitari, fotocamere e videocamere, dispositivi per la lettura digitale e per giocare al computer, diversi telefoni cellulari, una trentina di paia di occhiali da sole, abiti e profumi. Per parte della refurtiva era già stata presentata denuncia, ed è stata riconsegnata ai legittimi proprietari; molti altri furti si presume siano avvenuti durante le vacanze di Ferragosto.

I due cittadini marocchini, che hanno precedenti per furto e stupefacenti, sono stati sottoposti a fermo per ricettazione.

Tornano le culture politiche?

Con il progressivo esaurirsi del populismo demagogico, anti politico, giustizialista e manettaro del partito dei 5 stelle – sperando che sia il più rapido possibile – forse ritornano le culture politiche.

Il che sarebbe una novità quasi rivoluzionaria nel nostro paese perchè non possiamo dimenticare
che una delle ragioni costitutive del populismo qualunquista è stata proprio l’azzeramento
radicale di tutte le culture politiche. Cioè di quei filoni ideali che sono stati centrali e decisivi per la
costruzione e il consolidamento della nostra democrazia. E, soprattutto, per orientare e
condizionare quelle culture di governo che hanno scandito e modulato le varie stagioni politiche
del nostro paese dal secondo dopoguerra in poi. Non a caso, il populismo nasce e si alimenta di
una feroce e costante anti politica che individua proprio nella cancellazione delle diversità
politiche e cultuali la sua ragion d’essere. E la naturale conseguenza di questa deriva anti politica
e qualunquista prevede anche la soppressione della naturale e persin strutturale distinzione tra la
destra, il centro e la sinistra. Del resto, quando prevale la sub cultura dell’”anno zero” e
dell’azzeramento di tutte le culture politiche è del tutto naturale che la storica distinzione tra i
progressisti e i conservatori, tra i riformisti e i liberisti e via discorrendo giunge al capolinea e viene
del tutto azzerata. E così è stato in questi anni nella confusa, complessa, grigia e spenta politica
italiana.

Ora, almeno così pare anche se è sempre bene diffidare delle conversioni politiche improvvise,
misteriose e soprattutto collettive, pare che quel populismo non sia più così raggiante e vincente.
Anche se, lo ripeto, quando la cifra distintiva di un partito era ed è sempre stato il populismo, è
difficile, molto difficile, che da un giorno all’altro tutto muta, tutto cambia. Compreso l’intero
orientamento dell’elettorato che per svariati lustri si è abbeverato a quella predicazione dogmatica
martellante ed inesistente. Ma, al di là del futuro del partito populista per eccellenza, cioè il partito
di Conte e di Grillo, è indubbio che la politica può ritornare protagonista e centrale nel nostro
paese solo se le singole culture politiche faranno nuovamente capolino nella cittadella politica
italiana. Certo, adeguandole alla stagione contemporanea senza regressioni nostalgiche o
passatiste. E riproponendole come chiave di svolta per reintrodurre categorie politiche, culturali e
ricette di governo che non nascono solo dalla violenza verbale, dalla voglia di demolizione del
passato e dalla sola volontà della conquista del potere demonizzando gli avversari e demolendoli
sul versante personale e politico. Serve, cioè, una netta inversione di rotta anche solo rispetto ad
un passato recente.

Per fare un solo esempio concreto, è possibile che una cultura politica che è stata sempre
decisiva in tutti gli snodi più delicati della storia italiana dal secondo dopoguerra in poi, sia oggi
del tutto assente dal dibattito pubblico e dalla concreta dialettica politica del nostro paese? Parlo
della tradizione del cattolicesimo politico, popolare, sociale democratico che nel corso di vari
decenni non solo ha prodotto una classe dirigente di grande levatura politico e di governo ma che
ha contribuito anche a sciogliere nodi politici apparentemente inestricabili. Come può un filone
ideale come quello che ho citato ridursi ad una sorta di sub cultura utile solo per rivendicare seggi
e candidature in alcuni partiti? Come è possibile, pur di accontentare la deriva populista,
demagogica e anti politica della moda passeggera del momento, evitare di parlare in pubblico per
non apparire antimoderni e nostalgici? Perchè, alla fine, di questo si tratta.

Ecco perchè la fase politica che si sta aprendo nel nostro paese e che culminerà con le prossime
elezioni politiche nazionali, non potrà più fare a meno di quei valori, di quelle prassi, di quei
pensieri e di quelle culture che hanno costruito la cornice democratica, costituzionale e riformista
del nostro paese. Ne va della qualità della nostra democrazia e del futuro delle nostre istituzioni.
Altrochè non disturbare i dogmi del populismo nostrano per evitare di essere retrogradi e fuori
moda e fuori tempo!

Giorgio Merlo

Sottopasso del Lingotto chiuso dal 23 agosto al 10 settembre

Proseguono i lavori per completare la viabilità interrata a servizio dell’area del nuovo palazzo della Regione – Sede Unica.

E’ infatti prevista la chiusura del sottopasso Lingotto dal 23 agosto al 10 settembre per l’esecuzione delle lavorazioni in superficie (il completamento dei marciapiedi e collegamento utenze; riparazione/sostituzioni delle basi dei pannelli fonoassorbenti danneggiate da incidenti, sistemazione pavimentazione stradale bitumate e segnaletica orizzontale e verticale; posa di ventilatore jet fan sulla struttura in acciaio) e completamento degli impianti a servizio.

Contestualmente vanno avanti anche i lavori nel cantiere del grattacielo. Si stanno attuando i lavori di cui alla perizia 7, approvata a dicembre 2019, e alla perizia 8 approvata a settembre 2020. Si tratta di una serie di interventi di adeguamento degli impianti elettromeccanici e altri di natura edile. Nel giugno di quest’anno è stata approvata inoltre la perizia di variante 9 che riguarda quegli interventi il cui progetto, necessitando di approfondimenti tecnici, non è rientrato nelle precedenti varianti per non rallentare i lavori (interventi edilizi ed impiantistici derivanti dalla modifica delle destinazioni d’uso dell’ex asilo, gli interventi edilizi e impiantistici derivanti dalle modifiche degli interrati della Torre laddove sono previste la palestra, la mensa e la control room).

E’ stata altresì eseguita una nuova linea di piezometri relativa alla fase 2 del Piano operativo di bonifica della falda da cromo esavalente, mentre continua la fase 1 fino all’attivazione del nuovo impianto full scale di prossimo avvio. La fine dei lavori per la parte di viabilità è prevista per il 21 dicembre 2021, mentre per il grattacielo la data prevista è gennaio 2022.

I lavori proseguono come da cronoprogramma – conferma l’Assessore al Patrimonio Andrea Tronzano – e i prossimi mesi saranno decisivi per la chiusura di un cantiere che dura da troppo tempo”

“L’ultimo lenzuolo bianco”, viaggio interiore in Afghanistan

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Vi riproponiamo questa recensione che torna di stretta attualità per le drammatiche vicende afghane

LIBRI / L’AFGHANISTAN E IL VIAGGIO INTERIORE DI FARHAD BITANI

Dice di non essere uno scrittore Farhad Bitani, ma un militare che la vissuto la paura, un essere umano che porta i segni indelebili della guerra, visibili e invisibili, che hanno condizionato, facendolo tuttora,  il suo modo di guardare la vita. Figlio di un generale e mujaheddin, appartenente ad una delle famiglie più ricche e fortunate dell’Afghanistan, Bitani ha vissuto nella guerra, assuefatto dalla normalità del conflitto, proprio come, purtroppo, tutte le ultime generazioni della popolazione afghana.

Da vincitore prima, il padre contribuì alla sconfitta del potere sovietico,  e da perseguitato in un secondo momento, a causa della presa di potere da parte dei talebani, ha egli stesso partecipato alla guerra che ha significato assisterne agli orrori, vivendoinevitabilmente una vita che non ha mai conosciuto la pace.

Nel 2011, durante una vacanza che lo riporta dall’Italia, dove studiava presso l’Accademia Militare,  al suo paese d’origine  accade un terribile episodio, un attentato, che cambia la sua esistenza per sempre: “la strada era piena di dossi, ho rallentato, dai boschi arriva uno sparo, poi una grandinata di colpi, cinque o sei sparano coi kalasnikov, corriamo come pazzi in mezzo ai colpi”. Bitani si salva, ma rimane ferito. “Non sono morto, ci ripenso e non so spiegarmi perché”.

Il libro racconta la vita dell’autore, un afghano di Kabul, ci porta in un disperato scenario di guerra cronica, in una realtà scandita da un indottrinamento radicato contro l’occidente, da una cultura opprimente. Si narra di una quotidianità che cambia drammaticamente sotto il potere talebano, vessazioni giornaliere, interrogazioni sulla dottrina seguite da terribili punizioni, burqa per le donne e barba per gli uomini con obbligo inappellabile di osservanza.

Quella di Bitani è una testimonianza importante, una critica robusta ai fondamentalismi, una presa di consapevolezza sulle falsità raccontate a proposito della “guerra santa”,  complice il ruolo dell’ignoranza, che ha portato ad utilizzare “il nome dell’Islam per il potere”.

Il lavoro dello scrittore è un racconto consapevole, vissuto sulla propria pelle, del dramma di tutte quelle persone che fuggono dalla guerra con una speranza, carichi di una tragedia inimmaginabile, avvolti da quella disperazione a volte incompresa.

 

Maria La Barbera

Pragelato, vandali contro la panchina dedicata a Patrik Negro e Cala Cimenti

“Vergogna!”

“Vandalizzata nella notte a Pragelato la panchina dedicata recentemente a Patrik Negro e a Cala Cimenti, due grandi alpinisti e due amanti della montagna recentemente scomparsi in una tragedia sulle alture del nostro territorio. Un atto vandalico senza precedenti che colpisce un simbolo inaugurato appena due settimane fa dalla Amministrazione Comunale di Pragelato e dalla Nuova Pro Loco di Pragelato. Come ovvio, faremo denuncia agli organi competenti contro ignoti.

Ma, nel frattempo, non possiamo non sottolineare il grave atto compiuto a Pragelato a conferma che viviamo in un contesto sociale dove il rispetto delle persone, del dolore dei famigliari e di una intera comunità vengono sacrificati sull’altare di gesti violenti e sconsiderati. Un imbarbarimento del costume civile che va seriamente e quotidianamente combattuto e che sia capace, al contempo, di recuperare e rilanciare una cultura basata sul rispetto delle persone, dei simboli di una comunità e dei valori democratici, sociali e civili”.

Così commenta Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Assessore Comunicazione Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea.

Turismo, a Torino passa lo straniero

Il trend per il turismo è positivo a Torino nelle prime settimane di agosto.

Dopo un un luglio scarso in quanto a presenze e l’agosto molto difficile nel 2020, anche se non si possono dare cifre certe,  Fabio Borio, presidente di Fedetarberghi Torino dice che in città “c’è movimento e sono tornati gli stranieri, molti  francesi, tedeschi e olandesi. in particolare coppie e famiglie che arrivano in albergo senza prenotare, convinti di trovare posto” Non essendoci congressi e convegni, il dato fa ben sperare perchè significa che i turisti vengono “solo” per ammirare la città  con i suoi musei, monumenti e ristoranti. Prosegue Borio:  “da tempo chiediamo che i grandi eventi, le mostre, i congressi siano  spalmati lungo  l’arco dell’anno”.

Udinese Juventus 2-2

Marcatori: Dybala 3′, Cuadrado 23′, Pereyra 51′, Deulofeu 82′

Partita incredibile con tante emozioni:
rigori,pali,Ronaldo al 94′ gol annullato dal var.Prima giornata di campionato con i bianconeri che devono recriminare solo contro se stessi anche se l’Udinese non ha rubato nulla.Primo tempo di marca Juve,poi rilassamento nella seconda frazione di gioco della squadra di Allegri col doppio pareggio dei friulani abili a sfruttare la disastrosa giornata del portiere juventino Szcscesny.La svolta potrebbe arrivare al quarto minuto di recupero:Chiesa entra dentro il campo e con il sinistro crossa al bacio sul secondo palo, dove c’è appostato Ronaldo. Grande colpo di testa del portoghese che segna un gran bel gol, con Silvestri che non può fare niente. Il 2-3 manda in orbita la Juve  ma il Var dice no per pochi millimetri di fuorigioco in partenza  della posizione di CR7. Emozioni, pali, calci di rigore, in una partita che arriva all’ottavo minuto di recupero ma che segna solo delusione nel popolo bianconero e fa gioire la gente friulana per un pareggio insperato.

Vincenzo Grassano

Gara di solidarietà per i profughi afghani, 42 sono bambini

I profughi afgani ospitati a Settimo Torinese nel centro Fenoglio sono in tutto 94, di cui 42 bambini, alcuni molto piccoli, con  i loro genitori e altri parenti.

I profughi  rimarranno  al Fenoglio circa una decina di giorni per poi essere distribuiti  in diversi  Comuni nei progetti di accoglienza già attivi.

Gara di solidarietà della cittadinanza per consegnare cibo,  vestiti, giocattoli.

Il  Comune ha chiesto alla Croce rossa  un elenco di materiale di cui c’è effettiva necessità,  consultabile sul sito di Fondazione Comunità Solidale.

Il bollettino Covid di domenica 22 agosto

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 177 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 12 dopo test antigenico), pari all’1,5% di 11.545 tamponi eseguiti, di cui 8.155 antigenici. Dei 177 nuovi casi, gli asintomatici sono 78 (44,1%).

I casi sono così ripartiti: 28 screening, 103 contatti di caso, 46 con indagine in corso; 11 Rsa/Strutture Socio-Assistenziali.

Il totale dei casi positivi diventa quindi 374.856 così suddivisi su base provinciale: 30.554 Alessandria, 17.701 Asti, 11.786 Biella, 53.882 Cuneo, 29.175 Novara, 199.911 Torino, 14.013 Vercelli, 13.380 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.546 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 2.638 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 12 ( invariato rispetto aieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 140 (+ 7 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 3.491.

I tamponi diagnostici finora processati sono 6.270.747 (+ 11.545 rispetto a ieri), di cui 1.980.710 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 11.710

1 decesso (nessuno nella giornata di oggi) di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte.

Il totale è quindi 11.710 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 945 Novara, 5.596 Torino, 528 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

359.233 GUARITI

I pazienti guariti sono complessivamente 359.233 (+ 114 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.628 Alessandria, 16.912 Asti, 11.170 Biella, 52.092 Cuneo, 27.932 Novara, 192.419 Torino, 13.335 Vercelli, 12.853 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.441 in fase di definizione.