ilTorinese

Adesso il centro

Lo spettacolo inguardabile che ha caratterizzato il Parlamento in questi ultimi giorni e la rovinosa
polverizzazione dei due schieramenti che hanno dominato la politica italiana dall’avvio della
seconda repubblica, adesso esigono una decisa e coraggiosa inversione di rotta a livello politico.

Del resto, è del tutto inutile richiamare le rovine della destra e del campo della sinistra alleata con i
populisti dei 5 stelle. Alleanze che difficilmente possono essere ingessate e riproposte attraverso
strampalate e singolari leggi elettorali. Quando il dissenso politico all’interno di una coalizione è
palpabile e non si può neanche più nascondere, è estremamente complicato aggirarlo con una
dinamica di tecnica elettorale. Perchè il maggioritario è uno strumento importante quando ci sono
coalizioni e alleanze omogenee, coese, programmaticamente compatibili e politicamente credibili.

Quando tutto ciò è solo il frutto di una propaganda ipocrita e posticcia, è del tutto evidente che
emerge la necessità di rivedere quel meccanismo elettorale. Che risponde semplicemente ad una
parola: proporzionale. È altrettanto evidente, infatti, che nella concreta dialettica politica italiana
un sistema proporzionale non nega affatto le alleanze. Anzi, e al contrario, le rafforza e le rende
più credibili e più omogenee. Come, del resto, è sempre stato nelle stagioni migliori della storia
democratica del nostro paese.

Ora, all’interno di un contesto politico che è cambiato profondamente in questi ultimi mesi
caratterizzati, anche e soprattutto, dal trasformismo parlamentare e dall’opportunismo politico
frutto della propaganda anti politica, demagogica e qualunquista del populismo dei 5 stelle, è di
tutta evidenza che si impone – quasi per necessità – la presenza di un “centro” politico nel nostro
paese. Un ‘centro’ che non sia di bassa equidistanza tra la destra e la sinistra – ormai sempre più
in crisi – o una mera rendita di posizione. Ma, al contrario, un ‘centro’ che sappia declinare quella
autentica “politica di centro” che in questi ultimi tempi è stata sacrificata sull’altare del dogma
populista e del dio maggioritario. Due elementi che, come la concreta esperienza ci ha
consegnato, sono semplicemente e platealmente falliti alla prova del governo del paese. Ed è
inutile riproporli con escamotage tecnico/elettorali. Perchè, alla fine, è sempre la politica che si
impone. Anche nelle fasi di profonda decadenza morale e civica come nella stagione
contemporanea. Una “politica di centro” che sia in grado, quindi, di riproporre e di riattualizzare
alcune costanti che storicamente hanno caratterizzato la buona politica nel nostro paese: dalla
cultura della mediazione alla cultura del buon governo; dalla qualità della classe dirigente al
rispetto delle istituzioni democratiche; dalla cultura delle alleanze alla riconoscibilità culturale delle
forze politiche. Ecco, alcuni ingredienti – peraltro decisivi e fondamentali – che erano, sono e
restano fondamentali se non si vuol ricadere nel trasformismo da un lato o nella radicalizzazione
della lotta politica dall’altro. E questo perchè le coalizioni che sono tuttora in campo – anche se
escono radicalmente ridimensioniate se non addirittura ridicolizzate dopo la vicenda Quirinale –
sono accomunate da un solo elemento: perseguire l’annientamento definitivo del nemico. Certo,
sotto questo profilo la sinistra ha una cultura politica e una storia antica più raffinate ma, al
contempo, più spietata anche se meno sguaiata. Perchè prima dell’annientamento politico del
nemico c’è sempre la persistente e martellante delegittimazione morale e personale
dell’avversario. Come è sempre avvenuto in tutti i tornanti decisivi della storia nazionale in cui la
sinistra è chiamata a condividere alcune scelte di governo o di carattere istituzionale con
l’avversario/nemico.

Ma, al di là di questa considerazione, è ormai chiaro che una presenza politica di ‘centro’ adesso
decolla. Sono già in campo partiti, movimenti e forze, accompagnati anche dalla presenza di
leader autorevoli, che perseguono questo obiettivo politico. E la travagliata e complicata vicenda
del Quirinale semplicemente la accelera. Paradossalmente con o senza proporzionale. E questo
perchè dopo il tramonto definitivo – finalmente – del populismo grillino e delle sue scorie, è
arrivata la stagione in cui la politica deve ritornare protagonista. Con le rispettive culture politiche,
con partiti organizzati e con una classe dirigente che non sia più riconducibile ai criteri della
casualità e della improvvisazione. L’ormai celebre “uno vale uno”.

È il tempo, quindi, di una svolta. Ecco perchè non tutto vien per nuocere, come recita un vecchio
proverbio. E il colpo di grazia di questo cambiamento è coinciso con la partita del Quirinale che,
come del resto tutti sapevano, era atteso come il momento decisivo per invertire la rotta. E così
sarà.

Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Noi Di Centro’

Biblioteca di Moncalieri, un tuffo nel Settecento

Al via il corso per volontari dei Beni Culturali

Duemila anni di storia alle spalle, un patrimonio artistico invidiabile, un Castello Sabaudo riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco, un centro storico di impianto medievale: Moncalieri sorprende chi percorre le vie del suo nucleo più antico per l’eleganza, la compostezza, la ricchezza di testimonianze storiche e scorci tutti da scoprire.

Il Castello è già apprezzata meta di visitatori ma l’intero centro storico è ancora tutto da scoprire. L’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’associazione Progetto Cultura e Turismo di Carignano, propone un corso volto a formare volontari dei beni culturali, con l’obiettivo di tenere aperti alle visite alcuni monumenti civili e sacri del centro storico, e di condurre residenti e visitatori che volessero approfondire la conoscenza della Città. Il corso si terrà presso la Biblioteca Arduino, in Via Cavour 31 e sarà articolato in quattro lezioni frontali con esperti del territorio, storici dell’arte e dell’architettura, e con la possibilità di collegamenti in videoconferenza con restauratori e storici (tra questi, il dott. Simone Baiocco, conservatore del Museo di Palazzo Madama a Torino, che racconterà del nesso tra una tela di Antoine de Lonhy e la Collegiata). Le lezioni si terranno il 9 e 16 febbraio, il 2 e il 16 marzo. Il corso si chiuderà idealmente a fine marzo-inizio aprile con due uscite didattiche, che avranno lo scopo di ammirare “dal vivo” le architetture e le arti narrate nel corso.

La partecipazione al corso è libera e gratuita, con iscrizione obbligatoria. E’ obbligatorio presentare all’ingresso il certificato verde rafforzato e utilizzare la mascherina FFP2 durante tutta la durata delle lezioni. Al termine del corso sarà consegnato un attestato di partecipazione. Chi dei partecipanti se la sentirà potrà, infine, mettere a disposizione il proprio tempo per accompagnare i turisti durante gli eventi organizzati dalla Città di Moncalieri.

“Stiamo lavorando intensamente, con entusiasmo e ottimi riscontri, per riannodare i fili del rapporto tra la comunità residente e il patrimonio storico-culturale così unico di Moncalieri – commenta l’assessore Laura Pompeo – L’iniziativa del corso per volontari dei Beni Culturali si inserisce in un programma più ampio di promozione e definizione dell’immagine di Moncalieri percepita dal visitatore esterno. I futuri volontari, adeguatamente valorizzati, saranno una risorsa preziosa perché questo lavoro metta radici. La carta vincente del progetto è la declinazione specifica di questi assi tematici nel senso del Barocco e delle sue eredità: senza dubbio l’epoca che più di tutte ha lasciato la sua affascinante firma sull’aspetto del nostro centro storico, e su cui si focalizza buona parte dei contenuti del corso”. Il corso è realizzato con la preziosa collaborazione della Biblioteca Civica di Moncalieri e del Centro Studi Piemontesi: per iscriversi, occorre inviare una mail a carignanoturismo@gmail.com, lasciando i propri dati, oppure telefonare ai nn. 3485479607 o 3381452945. Per accedere alla Sala Riunioni della Biblioteca, occorrerà esibire il “certificato verde rafforzato” e utilizzare la mascherina FFP2 per tutta la durata della lezione.

Perde il controllo dell’auto e muore nel canale

DAL PIEMONTE

A Galliate, nel Novarese, nella notte, nei pressi del ponte sul Ticino,  per cause da accertare, un’auto è uscita di strada finendo in un canale.

Nell’incidente è morto  il conducente, un uomo di 29 anni.

Sul posto  i vigili del fuoco  e 118 con mezzi nautici e l’autogru. Sono stati recuperati il corpo senza vita e la vettura. (Foto archivio)

Il Festival di Sanremo accende la Mole e annuncia Eurovision Song Contest

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Stasera, dal palcoscenico del Festival di Sanremo, ospite il Sindaco Stefano Lo Russo, Eurovision Song Contest ha annunciato ufficialmente i 3 conduttori dell’edizione 2022 che si svolgerà a Torino il 10, 12 e 14 maggio.

Gli artisti che presenteranno la rassegna musicale internazionale, una delle più importanti al mondo seguita in 41 paesi con una audience di 200 milioni di spettatori, sono Laura Pausini, Alessandro Cattelan e Mika.

Dal Festival, insieme ad Amadeus e in collegamento con Torino, i tre hanno dato il via al countdown, proiettato sulla Mole Antonelliana, che segnerà i 100 giorni dalla partenza dell’evento.

 

Torino è pronta ad accogliere tutto il pubblico dell’Eurovision Song Contest – dichiara il Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -. Siamo felici di far vedere a tutto il mondo la nostra meravigliosa città. Essere al Festival di Sanremo – continua Lo Russo – è poi una grande emozione. Dopo la Liguria sarà Torino e il Piemonte il palcoscenico della musica internazionale. E da stasera conosciamo anche i tre conduttori: artisti straordinari e amati dal pubblico. L’Eurovision Song Contest oltre a essere una grande vetrina riporta anche al centro il messaggio di un’Europa unita, coesa e inclusiva. Mancano esattamente cento giorni alla partenza, questa notte dalla cupola della Mole Antonelliana parte il conto alla rovescia del più grande evento musicale europeo”.

 

Foibe, Leo: “No alle polemiche, memoria condivisa per ogni dramma”

“Dispiace che ogni anno le celebrazioni della Giornata del Ricordo diventino occasioni di grandi polemiche.

Così è avvenuto anche quest’anno, probabilmente anche a causa di informazioni molto parziali. In ogni caso il mio parere è che, seguendo l’appello del felicemente rieletto presidente Mattarella, si operi per arrivare a una memoria condivisa che parta dal riconoscimento delle vittime e della solidarietà che a loro è dovuta. Questo per le Foibe come per qualsiasi altro dramma storico e attuale”.  Così Giampiero Leo, vicepresidente del Comitato Diritti Umani della Regione Piemonte e portavoce del coordinamento interconfessionale ‘Noi siamo con voi’.

 “In questo senso il Comitato per i diritti umani della Regione Piemonte, fatto nascere dal presidente del Consiglio Mario Laus e oggi ricostituito a Torino con uno spirito unitario a proattivo dal presidente Allasia – dichiara Leo all’agenzia Ansa  –  si propone di operare con convinzione e equanimità come ha dimostrato la scelta delle quattro donne internazionali da parte del Comitato stesso. Pertanto non verranno considerati positivamente revisionismi settari, negazionismi e unilateralismi. Personalmente, per esempio, ho  partecipato a ogni iniziativa a favore del popolo curdo e ho aderito all’appello per liberare Ocalan, ma nello stesso tempo sostengo il diritto alla democrazia e alla vera libertà del popolo venezuelano oppresso dalla dittatura di Maduro. Quando si affrontano argomenti storici così delicati è opportuno far riferimento a storici veri e altamente qualificati come Gianni Oliva, evitando di dare spazio a divulgatori improvvisati e fautori di negazionismi propagandistici tanto che riguardino il Giorno della Memoria come quello del Ricordo”.

Foibe, Montaruli: “Conferenza giustificazionista? Vergogna!”

“Lo spazio Comala ospiterà per parlare di Foibe un personaggio che si esibisce a pugno chiuso accanto al busto del sanguinario dittatore Tito, se è questa la tanto magnificata offerta “culturale” dei collettivi di sinistra difesi dall’assessore Rosatelli c’è solo da vergognarsi”

A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli, intervenendo in merito alla conferenza di Eric Gobetti (nella foto piccola)  “Fascismo e Foibe tra storia e propaganda” prevista per il 6 febbraio al Comala. “Gli stessi manifestanti che poche settimane fa si sono scontrati violentemente con gli agenti con la scusa di protestare contro la nuova sede dell’Esselunga, ora si rifanno vivi con un nauseante evento dal sapore giustificazionista proprio a ridosso del Giorno del Ricordo (10 Febbraio). Sulla locandina – prosegue Montaruli – campeggia addirittura una bandiera comunista titina, la stessa che fu il simbolo degli infoibatori. Mi auguro di sentire parole di sdegno e condanna anche da parte di quelle istituzioni cittadine che in precedenza si erano mostrate solidali con gli attivisti del Comala, dimostratisi nient’altro che militanti dei centri sociali con una palese ambiguità per la pulizia etnica delle foibe. Ogni offesa al ricordo dei martiri delle foibe è un insulto a tutta Torino e all’Italia intera”.

Teatro Regio, aperto confronto su nuovo sovrintendente

E’ ancora aperto il confronto tra i soci del Teatro Regio di Torino per la scelta del nuovo sovrintendente che sarà nominato dal consiglio di indirizzo nella riunione convocata dal sindaco Stefano Lo Russo per il 16 febbraio. La Regione Piemonte  dovrebbe scegliere il suo rappresentante entro il 10 febbraio, quindi in tempo per la riunione.

 Tra i candidati per la carica di sovrintendente c’è l’attuale direttore generale del Teatro Guido Mulè, ipotesi che avrebbe tra i suoi sostenitori l’assessore comunale alla Cultura Rosanna Purchia, fino allo scorso autunno commissario straordinario dell’ente, mentre la Regione preferirebbe una figura con un profilo ‘più forte’ dal punto di vista culturale. Circola il nome dell’attuale direttore dello Stabile Filippo Fonsatti, mentre non sembra molto gettonata l’ipotesi Sebastian Schwarz, già sovrintendente e oggi direttore culturale del Regio.

La Fondazione Crt auspica che “si individui una personalità con elevate competenze sia gestionali sia culturali e artistiche” spiega il consigliere Giampiero Leo (nella foto) d’intesa con il presidente Giovanni Quaglia. Leo precisa che si atterrà alle indicazioni della Fondazione “avendo apprezzato l’attenzione speciale dedicata al Regio dal presidente Giovanni Quaglia e dal segretario generale Massimo Lapucci”. “La Fondazione Crt, come ha più volte detto Quaglia – spiega Leo – si attribuisce un ruolo di aiuto regista perché il ruolo prioritario spetta agli enti politici, Comune e Regione. Il nostro pensiero è che debbano raggiungere una posizione di concordia e convergenza”.

Auto, Giachino: “Ok Giorgetti su incentivi, ma non basta”

 “Difendere l’industria dell’auto vuol dire difendere lavoro e innovazione non solo a Torino, ma almeno nelle sette regioni dove vi sono stabilimenti Stellantis, Iveco e grandi aziende dell’indotto”.

Così il leader dell’Associazione Si Tav Si Lavoro, Mino Giachino, promotore dell’iniziativa  che ha spinto la lega a presentare una mozione in Parlamento per creare un tavolo nazionale dell’auto. “L’apertura di Giorgetti a interventi per l’auto, che non c’erano 50 giorni fa nella Legge di Bilancio, è importante – dice a proposito dell’annuncio del ministro di incentivi per il settore – ma non è ancora sufficiente”. “Il Ministro Franco, che stimo molto, si ricreda: il settore dell’auto, che ha dato tanto al nostro Paese, potrà ancora dare molto in termini di lavoro, di occupazione e di una mobilità sostenibile. Pertanto va difeso e aiutato. Così come altri grandi Paesi europei”.

Il conformismo ci sta travolgendo

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

Le polemiche, prendendo a pretesto un manifesto forse non proprio  felice, ma che certo non è una “vergogna”, come dice l’ANPI, sul Giorno del ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo Giuliano- Dalmata, si ripetono per il secondo anno di fila dopo l’uscita lo scorso anno di un fazioso libello giustificazionista del dramma del confine orientale dal 1943 al 1945.

C’è stato chi ha detto che quel manifesto della Regione Piemonte e del Circolo dei lettori (che ha fatto una scelta coraggiosa) evocava il clima del 1948 e addirittura della propaganda nazista. Il manifesto in maniera molto dura evoca ciò che accadde in Istria e in Dalmazia con l’uccisione di 15mila italiani e la cacciata di oltre 300mila nostri  compatrioti dalle loro terre. Fu una pulizia etnica, lo ha detto anche il Presidente della Repubblica Mattarella  E’ strano questo arretramento di giudizio da parte di persone note per la loro onestà intellettuale che ora negano che fu pulizia etnica. Si può discutere se il manifesto sia esteticamente bello o brutto, ma certo rispecchia efficacemente, direi brutalmente  il dramma  reale dell’epoca e per questo da’ fastidio a tutti i negazionisti e i giustificazionisti delle foibe. E’ una vicenda atroce  come quella della cacciata degli Italiani. non credo sia materia di discussione per gli esteti, ma semmai per gli storici. Vedremo cosa accadrà il 10 febbraio. Fin d’ora mi schiero senza incertezze con l’ANVGD con cui collaboro da tanti anni. Ma l’ondata di conformismo non si ferma al 10 febbraio e  travolge anche il festival di Sanremo dove Ornella Muti pubblicizza la legalizzazione della canapa indiana e Roberto Saviano ricorderà davvero da par suo  i giudici Falcone e Borsellino “a titolo gratuito“. Il festival dovrebbe essere motivo di svago e non di propaganda politica.  Almeno così era in passato. E non può essere tribuna privilegiata  per i demagoghi. Anche la Polizia è oggetto di una campagna di stampa delegittimante per aver usato il manganello per contenere una protesta di studenti e di centri sociali che pretendeva di fare un corteo non autorizzato dalle disposizioni sanitarie. E una parte di studenti parla di repressione ( parola già usata nel 1968 e nel 1977), forse non sapendo neppure cosa significhi e i soliti giornalisti soffiano sul fuoco, elogiando l’occupazione del liceo Gioberti di Torino. Finalmente la ministra dell’ interno si è svegliata dal torpore dopo troppo lassismo che ha fatto moltiplicare il contagio e adesso fioccano contro di lei le interrogazioni e le interpellanze parlamentari  da parte di gente faziosa ed irresponsabile. Voglio dirlo chiaramente: io sto senza esitazioni dalla parte del Prefetto e del Questore di Torino.

Bilancio: accordo su contenzioso, in arrivo 28 milioni per la Città 

La Città di Torino ha concluso un accordo con il Ministero dell’Interno in merito al calcolo del gettito derivante dall’ICI e dall’IMU che aveva creato un’ingiusta riduzione delle attribuzioni dello Stato ai danni delle casse del Comune di Torino.

 

Il Comune di Torino, riconosciuto l’errore relativo all’anno 2012, ha fatto ricorso alla giustizia amministrativa presso il Tar del Lazio e successivamente al Consiglio di Stato, gradi di giudizio che hanno sempre riconosciuto la fondatezza dell’istanza avanzata da Torino.

La prima sentenza favorevole alla Città risale al 2014 presso il Tribunale amministrativo del Lazio.

In assenza di esecuzione spontanea della sentenza da parte dei Ministeri la Città ha proposto ricorso per l’ottemperanza da parte dei Ministeri.

L’assessore al Bilancio, Gabriella Nardelli, ha presentato, nel corso di una Giunta straordinaria, la delibera che formalizza l’accordo con il Viminale che prevede il pagamento di una prima tranche di 7 milioni di euro entro la fine di febbraio e i restanti 21 milioni entro fine aprile.

È un accordo molto positivo per la Città – dichiara l’assessore Nardelli – che chiude finalmente un lungo contenzioso. Nelle scorse settimane a Roma abbiamo ulteriormente motivato le nostre ragioni e ottenuto, in tempi stretti, un accordo che prevede il pagamento di quanto dovuto alla Città di Torino. È stato un lavoro tecnico e politico – conclude – nel quale è intervenuto anche il Sindaco, un lavoro di squadra grazie al quale si è conclusa una vicenda irrisolta da diversi anni”.