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Sulla Pista 500 del Lingotto una serata speciale per gli 80 anni di “Roma città aperta” 

Festeggia 80 anni “Roma città aperta” che uscì nelle sale il 27 settembre 1945. Mercoledì 16 luglio, alle 21,30, il grande schermo allestito sulla Pista 500 – che ospita un’arena da 170 posti – omaggia il capolavoro neorealista di Roberto Rossellini, presentandolo nella versione restaurata da CSC-Cineteca Nazionale, Istituto Luce Cinecittà, Cineteca di Bologna e Coproduction Office.

L’appuntamento rientra nella rassegna cinematografica all’aperto “Cinema sulla Pista 500”, curata da Distretto Cinema e Pinacoteca Agnelli: sarà arricchito da un’introduzione di Ludovica Poli, docente di diritto internazionale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, e dalla lettura di un testo di Anna Magnani a cura dell’attrice Beatrice Modica. Un’occasione per una profonda riflessione sulla storia e sull’umanità attraverso l’arte cinematografica.

“Roma città aperta” è universalmente riconosciuto come una delle pellicole più influenti e rappresentative del neorealismo cinematografico italiano, nonché uno dei migliori film di tutti i tempi. La sua uscita segnò l’acquisizione di notorietà internazionale per l’indimenticabile Anna Magnani, co-protagonista insieme ad Aldo Fabrizi, entrambi in una delle loro interpretazioni più iconiche.

Il film, primo della “Trilogia della guerra antifascista” di Rossellini (seguito da Paisà e Germania anno zero), ha profondamente definito nell’immaginario collettivo l’immagine dell’occupazione tedesca di Roma e della Resistenza romana. Premiato con il Grand Prix al Festival di Cannes 1946 e vincitore di due Nastri d’argento (per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista a Anna Magnani), “Roma città aperta” è stato anche candidato al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale ed è incluso nella prestigiosa lista dei “100 film italiani da salvare”.

UTILITA’

Biglietto 7 euro. Ridotto under 12 e caregiver: 5 euro. Biglietti in vendita alla cassa e online su webtic.it L’accesso alle proiezioni avviene dalla biglietteria della Pinacoteca Agnelli all’interno del Centro Commerciale Lingotto.

BIOGRAFIA Beatrice Modica – attrice

26 anni, conclude il terzo anno di recitazione al Centro Sperimentale nel 2023. Il suo percorso ha inizio all’età di sei anni tra pubblicità, musical e teatro (quest’ultimo anche in francese).
Il suo primo film da coprotagonista è “Banana” di Andrea Jublin nel 2015. Grazie a “Banana” con lo stesso regista girerà per Netflix “Per lanciarsi dalle stelle” nel 2022. Nel 2023 si interessa al genere horror con il film diretto dal regista Francesco Carnesecchi “Resvurgis” che viene presentato alla Festa del cinema di Roma nella sezione “Alice nella città”. Nel 2022 partecipa al Festival di Cannes con il cortometraggio “Il barbiere Complottista” di Valerio Ferrara, che vince il primo premio alla “Cinef”. Nel 2024 prende parte al film “Confidenza” con Elio Germano, regia di Daniele Luchetti. Il 2024 si conclude con l’uscita del film “Cortina Express” diretto da Eros Puglielli, con anche Isabella Ferrari e Cristian De Sica: Beatrice interpreta il ruolo di Giorgia, la figlia di Lillo Petrolo, il protagonista.
Ha appena finito di scrivere il suo primo spettacolo teatrale, in cui interpreta sei personaggi protagonisti di una brillante e divertente storia di quotidianità condominiale romana.
Nel tempo libero si diverte su TikTok, interpretando il personaggio di “Guendalina”, amato dai più giovani. Inoltre si dedica allo sport di prepugilista, motocross, ama la fotografia e la scrittura. Il suo sogno è “far sorridere”, diventando un punto di riferimento felice per le persone.

Al Politecnico di Torino finanziamento ERC Proof of Concept

Un progetto di ricerca del Politecnico di Torino è risultato vincitore di uno dei prestigiosi finanziamenti ERC Proof of Concept, un’iniziativa dello European Research Council volta a sostenere l’applicazione pratica e la valorizzazione dei risultati di ricerche di frontiera. I progetti vincitori sono in tutto 150, tra questi 9 sono italiani.

Prevenire i rischi dell’ipertensione e fornire diagnosi più accurate per l’insorgere di patologie cardiovascolari è oggi una sfida di primaria importanza, in tutto il mondo: il progetto dell’ateneo torinese premiato“HYSENS – HYbrid hydrogels based on 2D materials and conducting polymers for piezoresistive SENSing” presenta un impatto rivoluzionario nel settore, introducendo un sistema di monitoraggio della pressione sanguigna innovativo e all’avanguardia. Coordinato da Teresa Gatti, docente presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia-DISAT, il progetto – che ha ricevuto dall’Unione Europea un finanziamento pari a 150mila euro – mira infatti a migliorare le prestazioni dei sistemi di monitoraggio attualmente in uso, spesso percepiti dai pazienti come ingombranti e capaci di fornire solo letture intermittenti dei livelli di pressione sanguigna.

Centrale, nel nuovo studio, sarà quindi l’introduzione di nuovi dispositivi indossabili, sviluppati con sensori piezoresistivi avanzati – tipologia di sensori utilizzati per rilevare delle grandezze meccaniche e trasformarle in un segnale elettrico – e basati su idrogel ibridi – biomateriali fondamentali nel campo della medicina rigenerativa.

Nello specifico, l’approccio innovativo prende forma dal precedente studio sui materiali bidimensionali – o materiali 2D – condotto dalla professoressa Gatti, insieme al suo team di ricerca, nell’ambito del progettoJANUS BI (All-liquid phase JANUS BIdimensional materials for functional nano-architectures and assemblies) sostenuto dallo European Research Council con un finanziamento di tipo starting grant. I materiali bidimensionali – contenuti negli idrogel al centro del nuovo progetto HYSENS – presentano, rispetto ai materiali tradizionali, uno spessore estremamente ridotto e si estendono su due dimensioni, ovvero lunghezza e larghezza; le loro proprietà uniche, come l’alta resistenza meccanica e l’elevata conducibilità termica ed elettrica, li rendono così particolarmente versatili, un aspetto fondamentale nella sperimentazione in corso che permetterà di rispondere efficacemente alle variazioni di pressione con variazioni di resistenza.

Guardando all’applicazione del nuovo sistema di monitoraggio in ambito clinico, il progetto genererà due risultati sfruttabili commercialmente: un sensore senza batteria basato su NFC – Near Field Communication, tecnologia di comunicazione wireless a corto raggio che permette lo scambio di dati tra due dispositivi elettronici quando sono molto vicini – per misure rapide e puntuali, e un secondo sistema con una piccola batteria LORA – Long Range, della tipologia utilizzata per comunicazioni wireless a lungo raggio e bassa potenza integrata – per il monitoraggio continuo. Risultati, questi, che sono attualmente oggetto di un brevetto congiunto tra l’Ateneo e la Justus Liebig University di Giessen, in Germania, dove la professoressa Gatti aveva condotto le sue ricerche prima dell’arrivo al Politecnico, nel 2022.

Significativi sono quindi i vantaggi che riscontreranno i pazienti dall’utilizzo della nuova tecnologia: innanzitutto una maggiore precisione nella lettura dei livelli di pressione sanguigna e quindi la comodità derivante dal poter indossare i dispositivi di monitoraggio, con benefici importanti sullo stile di vita dei pazienti stessi. Se attualmente esistono smartwatch che effettuano letture continue con bassa precisione, il nuovo sistema studiato dal Politecnico di Torino permetterà invece una lettura diretta sfruttando la modifica del materiale intelligente (l’idrogel) causata dal pulsare del sangue. Grazie alla collaborazione con la startup Dropper – con base presso l’incubatore del Politecnico di Torino I3P – sarà inoltre possibile integrare nel sistema un chip prodotto daSTMicroelectronics, leader globale nei semiconduttori con clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica, che risolve il problema delle alterazioni indesiderate dovute al movimento del paziente. L’obiettivo è infatti consentire l’utilizzo della nuova tecnologia anche quando il paziente è in movimento, per una convivenza più agevole con la patologia cardiovascolare.

Una volta superati gli ostacoli tecnici e normativi, il potenziale impatto sul mercato, i benefici clinici e l’innovazione di approccio promessi da HYSENS avranno quindi la possibilità di guidare il futuro dell’assistenza sanitaria cardiovascolare personalizzata. Con questo progetto, il Politecnico di Torino testimonia così il suo impegno nella ricerca applicata e nello sviluppo di soluzioni innovative per sfide globali di primo piano, come la salute pubblica.

“È una grande soddisfazione vedere riconosciuto il potenziale di questa (nano)tecnologia, su cui il mio team lavora con passione da due anni e che stiamo riuscendo a portare verso TRL più elevati grazie al supporto fondamentale di Domenico Galdiero, CEO di Dropper, e al suo accesso privilegiato alle soluzioni più all’avanguardia di STMicroelectronics”, commenta la professoressa Gatti.

Conti Langosco di Langosco. L’espansione torinese

I conti Langosco di Langosco discendono da un ramo dei conti di Lomello e Pavia, nominati dall’imperatore Ottone III. Come i conti Sannazzaro di Giarole e i marchesi Faà di Bruno, fanno parte delle 100 famiglie italiane ed europee dalla storia millenaria, dai Longobardi al Sacro Romano Impero, dalle lotte tra comuni e signorie medievali ai nostri giorni. Oltre al feudo pavese di Langosco in Lomellina possedevano le contee di Stroppiana, Pavia, Carisio, Caresana, Motta dei Conti, Villarboit, Castelgrana, Borgomale e il marchesato di Ticineto. Importante la loro espansione nel territorio torinese con le contee di Caselle, Borgaro Torinese e il marchesato di Pianezza, proprietà della marchesa Beatrice di Langosco alla fine del 1500.
La nobile famiglia si scompose nel XIII secolo in tre rami, i Langosco di Stroppiana, Motta dei Conti e Langosco, ramo principale. Edificarono nel 1742 il loro palazzo in stile tardo barocco a Vercelli, oggi sede del Museo Leone e nel 1776 il complesso di Santa Croce a Casale, ex convento degli Agostiniani sede del Senato, palazzo dei Gonzaga duchi di Mantova e Monferrato e sede della biblioteca civica. Ricordiamo le loro parentele monferrine con i conti Sannazzaro e Pico Gonzaga, cognati del conte Luigi Teofilo Langosco sposato con Giuseppina Callori del conte Giulio Cesare Federico di Vignale, marito di Eleonora Ricci dei marchesi di Cereseto e conti di Piová Massaia.

Teresa Gozzani, contessa di Monromeo di Serralunga di Crea figlia di Giovanni Battista e Petronilla Callori del conte Camillo e Maria Teresa Pateroni, proseguì la parentela con i conti di Vignale tramite il matrimonio con Giulio Cesare, figlio di Luigi Teofilo Langosco. Giuseppina Callori, il marito Luigi Teofilo Langosco e il figlio Giulio Cesare con la moglie Teresa Gozzani furono sepolti nella chiesetta della tenuta Regina di Langosco, proprietà di famiglia. Alla vendita della tenuta Regina, le tombe furono translate nel cimitero di Langosco dal conte Guglielmo Langosco (1843-1895) marito di Giuditta Mascazzini (1854-1934).

Giovanni Battista Gozzani, capitano nella battaglia di Austerlitz a fianco di Napoleone,  maggiore nel reggimento di Cuneo e colonnello comandante di Vercelli e Casale, fu promosso maggiore generale dopo Austerlitz con 3000 lire di pensione più 981 franchi francesi. L’attuale discendente della casata nobiliare conte Riccardo Langosco ha partecipato nel 2018 all’inaugurazione del gonfalone comunale e all’intitolazione dell’area di fronte alla chiesa dedicata alla propria famiglia. Nel 2022 ha presenziato con l’amministrazione comunale e l’ANPI provinciale alla posa della pietra d’inciampo davanti al municipio dedicata all’antenato Luigi Langosco di Langosco nato nel 1876, colonnello in pensione domiciliato a Milano e patriota della valle varesina di Olona, cuore del Contado di Seprio luogo d’origine delle nobili famiglie Contin-Gozzano di Cereseto, Venezia e Roma.

Deportato in Germania come detenuto politico dall’organizzazione criminale nazista delle SS il 13-3-1944 a Mauthausen e nel castello di Hartheim, campo di sterminio per malati convalescenti allestito per mascherare le operazioni di eutanasia di oltre 30000 persone provenienti dai vicini campi di concentramento, morì il 18-7-1944. Lo stemma dei conti Langosco con il motto “Cum mero et mixto imperio” ossia con governo puro e misto, diretto richiamo alle funzioni sovrane del conte Palatino, è rappresentato dalla giustizia vestita di rosso e azzurro con spada e bilancia, visibile nella cappella gentilizia del cimitero di Casale situata accanto a quelle dei cognati Gozzani e Savio. Nel cimitero di Langosco sono conservate le lapidi e lo stemma in marmo della nobile famiglia. Il conte Riccardo Langosco vive a Genova con la moglie Maria Clarice.
Armano Luigi Gozzano 

Infrastrutture, Ruffino (Az): “Dove sono le risorse del Decreto Ponti?”

“Il Piemonte aspetta risposte chiare sulle risorse previste dal cosiddetto ‘decreto Ponti’, un atto indispensabile per la messa in sicurezza di numerose infrastrutture del territorio. Una necessità che ho ribadito a lungo in commissione alla Camera, anche attraverso atti di sindacato ispettivo: l’ultimo è stato il 22 gennaio, in occasione del question time, in cui chiedevo la proroga del decreto. Si sarebbero perse importanti risorse, mettendo a rischio la sicurezza di intere comunità.
Lo scorso 13 febbraio, la maggioranza aveva rivendicato la proroga del decreto, ma ad oggi non ci sono certezze sullo stanziamento dei finanziamenti che, per il Piemonte, superano i 60 milioni di euro. Tra gli interventi urgenti c’è anche il Ponte Preti, opera fondamentale per il collegamento del Canavese Occidentale e Ivrea.

Agricoltura, AVS: sfruttamento è noto, dare gambe politiche alla ricerca

“Serve dare gambe politiche alla ricerca svolta”. Così ha esordito Maria Panariello di Terra! nel corso del terzo incontro del gruppo di lavoro sullo sfruttamento lavorativo della Commissione Legalità, voluto dal Gruppo Consiliare AVS, a cui hanno partecipato Confindustria Piemonte e le associazioni Libera contro le Mafie e Terra!. 

In linea con la questa premessa, proseguono gli incontri che permetteranno alla commissione di approfondire il tema dello sfruttamento lavorativo, perché i problemi emersi dalle numerose ricerche portate avanti da queste realtà sono noti, ma intrecciati in un sistema complesso che non può essere cambiato senza una forte volontà politica. 

Occorre invertire una cultura del lavoro che ha smesso di riconoscere il valore del lavoratore come portatore di competenze, riducendolo a semplice forza fisica utile al profitto. Così come ridefinire il ruolo e il potere della grande distribuzione organizzata nella sostenibilità delle filiere. Questi alcuni punti chiave di cui si è parlato nel corso dell’incontro.

Ma la questione non riguarda solo l’economia agricola, ma anche l’impatto diretto di questa situazione sulla sicurezza e la coesione dei territori. E in questo senso è stato grave constatare oggi l’assenza della Lega, forza politica che appare molto preoccupata dalla condizione degli agricoltori e che sostiene politiche sempre più repressive, mentre troppo spesso dimentica l’importanza della tutela della manodopera, in particolare di origine straniera, per garantire una società più giusta e sicura per tutti e tutte.

Il caporalato non è un corpo estraneo o un “cancro” del sistema, ma un fenomeno che nasce e si sviluppa in contesti economici e sociali che lo rendono possibile. È stato detto con chiarezza da Valentina Sandroni di Libera: “il caporalato è come un seme, che se cade in un terreno fertile, radica e si diffonde”. Dove c’è illegalità diffusa, assenza di alternative, marginalità sociale, economica e civile, lo sfruttamento prende piede.

È qui che la Regione può e deve giocare un ruolo fondamentale, promuovendo la divulgazione di una nuova cultura del lavoro, fondata sulla dignità, legalità e trasparenza. Parlare di sfruttamento non è un attacco al sistema economico: è proprio questa difensiva ideologica il più grande ostacolo al cambiamento.

Serve un cambio di passo da parte delle istituzioni. La repressione da sola non basta: è urgente investire in prevenzione, intervenendo alla radice delle filiere con strumenti che promuovano trasparenza negli appalti, assunzioni dirette e una nuova organizzazione del lavoro agricolo – dai meccanismi di reclutamento stagionale fino agli alloggi e trasporti. Si tratta di un lavoro portato avanti anche dal progetto Common Ground, che ora va messo a sistema e reso strutturale, anche con nuove norme se occorre.

Anche sul piano economico, troppo spesso, questa dinamica viene giustificata con la necessità di “salvare la filiera”, finendo però per normalizzare i contratti grigi e legittimare un’irregolarità strutturale. La paura dei dazi, la svalutazione dell’euro, il calo dei consumi di alcuni prodotti agricoli hanno conseguenze dirette sulle aziende, ma tutto questo non può ricadere sui lavoratori: abbassare i costi a scapito dei diritti non può essere un’opzione. I prodotti di eccellenza del nostro territorio, a partire dal vino, dovrebbero seguire filiere tracciare anche per quanto riguarda il lavoro di qualità: oggi purtroppo non è così.

La responsabilità è collettiva: il fenomeno è sistemico, e coinvolge politica, istituzioni, imprese e consumatori. Servono strumenti concreti e visione politica, per smettere di tollerare lo sfruttamento come condizione accettata del mercato, ma anche per dare una visione di agricoltura del futuro, dove le filiere corte, le piccole aziende e le best practice in ottica di lotta al cambiamento climatico siano tasselli fondamentali nella costruzione di un modello sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale.

GRUPPO AVS CONSIGLIO REGIONALE DEL PIEMONTE

Single Entry Point sportello servizi di innovazione sull’idrogeno

Punto unico di contatto e accesso ai servizi per startup, PMI e aziende  che vogliono innovare nel campo dell’idrogeno

La SEP – Single Entry Point è lo sportello di accesso ai servizi di innovazione sull’idrogeno, punto unico di contatto unico lanciato dal progetto europeo H2SHIFT (Services for Hydrogen Innovation Facilitation and Testing, GA n. 101137953), iniziativa di cui Snam è capofila in un consorzio composto da 13 partner.

H2SHIFT è un vero e proprio Open Innovation Test Beds (OITB), un ecosistema completo di servizi, dalle prove di laboratorio fino al supporto per il business, dedicato a startup, PMI e imprese che vogliono sviluppare tecnologie innovative nel campo della produzione di idrogeno.

La SEP è stata presentata in occasione dell’evento, che si è tenuto lo scorso 11 giugno, “ENVIH2DAY: Infrastrutture di ricerca, nuovi impianti e opportunità per lo sviluppo dell’idrogeno su scala territoriale”, appuntamento annuale dedicato al settore idrogeno organizzato da Environment Park, in collaborazione con il Consorzio H2SHIFT.

Attraverso la SEP, centri di ricerca e centri specializzati mettono a disposizione laboratori e competenze per supportare le aziende che vogliono valutare l’adeguatezza e compatibilità dei propri prodotti con l’idrogeno. Questo supporto è fondamentale per start-up e piccole aziende, che difficilmente possono investire in test lines ad hoc, ma anche per le grandi aziende che necessitano di un’esperienza consolidata e facilities adeguate. L’obiettivo è favorire lo sviluppo di tecnologie innovative rispetto a quanto già disponibile sul mercato, anche considerando fonti alternative.

Grazie alla federazione di nove test lines (sette infrastrutture di test e due di supporto alla crescita del business) distribuite in tutta Europa, tra cui due ospitate da Politecnico di Torino in Envipark, H2SHIFT rende disponibili competenze, impianti per la sperimentazione, modellazioni ad hoc e servizi di validazione e accelerazione, che favoriscono lo scale-up tecnologico, la validazione di tecnologie innovative per la produzione di idrogeno e il business. Le tecnologie target includono elettrolisi avanzata dell’acqua (alta temperatura e a membrana anionica), produzione di idrogeno da gas di origine biologica, produzione diretta dal solare e produzione di idrogeno in ambiente offshore.

I servizi sono accessibili attraverso la SEP, punto di contatto unico per soggetti pubblici e privati che operano nel settore dell’idrogeno e che vogliono utilizzare la test line più adatta alle loro esigenze. La SEP si occuperà di vagliare le richieste di servizi e di identificare le test lines e il tipo di offerta di supporto più adatta, in base ai bisogni tecnologici e di sviluppo. Una volta avviato il contatto, quindi, l’impresa sarà seguita passo dopo passo nel percorso di accesso ai servizi, fino alla definizione di un piano di attività con il partner tecnico più adatto.

A fine 2025, il progetto H2SHIFT lancerà, attraverso la SEP, la prima delle due open call previste per l’accesso gratuito ai servizi. Più informazioni saranno disponibili sui canali di comunicazione di H2SHIFT:

 

Esplosione via Nizza: a Torino e Mazzè i funerali di Jacopo

Il funerale di Jacopo Peretti, 33 anni, vittima dell’esplosione avvenuta nel palazzo di via Nizza 389 a Torino, si tiene oggi a Torino, nella parrocchia Assunzione Maria Vergine di via Nizza 355.

Domani cerimonia funebre anche presso la Chiesa Parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio di Mazzè.

 

Sviluppo Lavoro Italia e ILO insieme per Scuola Politiche Lavoro

Sviluppo Lavoro Italia, ente in house del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il Centro Internazionale di Formazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (CIF-OIL) annunciano l’avvio di un’importante partnership strategica. La collaborazione nasce nell’ambito dell’accordo tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Centro dell’ILO con sede a Torino con il fine di qualificare le competenze degli operatori, della filiera lavoro e formazione e dell’inclusione sociale, sia tramite momenti formativi che esperienziali, sia attraverso la costituzione di community di apprendimento e pratica.

Grazie a questa intesa, il CIF-OIL affiancherà Sviluppo Lavoro Italia nella progettazione della Scuola Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro, nel miglioramento dell’offerta formativanelle azioni di capacity building del personale e del sistema dei servizi e politiche del lavoro, attingendo alle migliori prassi internazionali. Il progetto, realizzato nel quadro del Piano Nazionale “Giovani, Donne e Lavoro”, prevede la costruzione di un modello di governance della Scuola multidimensionale, operativo e sostenibile, che utilizzi anche strumenti di intelligenza artificiale per progettare percorsi formativi sempre più efficaci. L’obiettivo è quello di implementare gli strumenti tecnologici e le metodologie nell’erogazione di formazione, progettare le Comunità di pratica di operatori e manager che si consolidino anche oltre il momento formativo, contribuendo al rafforzamento del sistema dei servizi.

Tra le prime attività previste, due percorsi formativi dedicati al personale coinvolto: uno sulle metodologie didattiche innovative e l’altro sulle competenze trasversali, fondamentali per affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione.

ll nostro obiettivo – afferma Paola Nicastro, Presidente e Amministratore Delegato di Sviluppo Lavoro Italia – è costruire una Scuola che sia a sostegno dell’ecosistema delle politiche per il lavoro, capace di mettere in rete diversi soggetti, dai livelli decisionali a quelli operativi, dal livello nazionale a quello territoriale. Un mercato del lavoro che evolve richiede di intervenire sempre di più sulle conoscenze e competenze degli operatori: in tal senso, la Scuola può contribuire a sviluppare non solo momenti di conoscenza ma anche di scambio ed apprendimento reciproco tra tutti gli attori del sistema. Una struttura stabile, in grado di aggiornare e potenziare le competenze degli operatori, promuovendo anche l’uso dell’IA nella progettazione e nella didattica. Con la collaborazione del Centro di Torino dell’OIL, mettiamo solide basi internazionali a un progetto strategico per il futuro del lavoro in Italia”.

Questo progetto – evidenzia Christophe Perrin, Direttore del Centro Internazionale di Formazione dell’OIL – rappresenta un esempio concreto del nostro approccio di servizio ai costituenti dell’OIL, che combina visione strategica, co-progettazione e supporto tecnico personalizzato. In linea con i valori dell’Organizzazione e con l’esperienza maturata nei nostri 60 anni come motore di innovazione nel settore della formazione, mettiamo a disposizione di Sviluppo Lavoro Italia una comunità di esperti trasversale, per accompagnare la Scuola Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro in tutte le sue dimensioni: istituzionale, tecnica e formativa. Il nostro obiettivo è contribuire alla costruzione di un ecosistema pubblico più efficace, capace di generare impatto duraturo per territori, lavoratori e imprese, ispirato alle migliori prassi internazionali”.

La Scuola sarà operativa su tutto il territorio nazionale, con ricadute locali e uno sguardo aperto sull’Europa e sulle esperienze internazionali.

La Scuola Nazionale delle Politiche Attive del Lavoro – dichiara Massimo Temussi, Direttore Generale delle politiche attive del lavoro, dei servizi per il lavoro e degli incentivi all’occupazione presso il Ministero del Lavoro – è frutto di un accordo internazionale fatto dal Ministro, che cerca di potenziare ed elevare la capacità tecniche e gestionali dei servizi per il lavoro, a partire da quelli pubblici. L’obiettivo è portarli verso la media europea per quanto riguarda la gestione delle transizioni digitali, green, demografiche e lavorative. Sarà importante coinvolgere gli operatori nella rivoluzione in atto a seguito dell’intelligenza artificiale, creando inoltre le condizioni per comunità professionali che scambino prassi tra le Regioni e Province Autonome anche attingendo oltre i confini nazionali. Una Scuola che sarà nazionale, con ricadute territoriali e con uno sguardo rivolto all’Europa e ad altre esperienze internazionali”.

Attraverso questa collaborazione, la Scuola rappresenterà un punto di raccordo tra le iniziative nazionali e quelle territoriali, motrice di innovazione e presidio formativo strategico per un sistema del lavoro sempre più dinamico e inclusivo, accogliendo anche la sfida dell’impatto dell’IA sul mercato e i servizi del lavoro.

Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ecco il programma

Prosegue l’attività della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT per il secondo semestre 2025

Dal 2000, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente “art oriented” della Fondazione CRT, mette in campo azioni concrete volte a valorizzare talenti e ad arricchire il patrimonio culturale, alimentando al contempo un’estesa collezione di opere d’arte contemporanea, diventata nel tempo tra le più prestigiose a livello nazionale e internazionale.

 

Nel venticinquesimo anno dalla sua costituzione (27 dicembre 2000), la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT prosegue con impegno crescente nell’implementare le linee strategiche del proprio programma, consolidando di anno in anno la sua visione e il suo impatto grazie a singoli eventi e a progetti speciali: Spazio pubblico, scelto come luogo privilegiato per realizzare opere attraverso un processo di coinvolgimento attivo di abitanti, enti locali, associazioni, rendendo l’arte accessibile e partecipata; Internazionalizzazione: un’apertura a progetti oltre i confini della città di Torino e del Piemonte; Comunità, filo conduttore che attraversa tutti i progetti della Fondazione, intesa come destinazione dei progetti di Fondazione e come approccio diretto alla costruzione di una pluralità di gruppi, con l’obiettivo di creare connessioni e rafforzare il tessuto sociale attraverso l’arte; Professioni, quelle dell’arte contemporanea, un settore che richiede competenze specifiche che vanno incoraggiate e formate; Educazione, da sempre un pilastro dell’azione della Fondazione e strumento fondamentale per avvicinare persone di tutte le età ai linguaggi dell’arte, promuovendone la comprensione e l’apprezzamento; Collezione, il cuore dell’identità istituzionale della Fondazione, un patrimonio artistico a disposizione della collettività.

 

“La programmazione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT racconta ciò che questi 25 anni sono stati, ma anche ciò che la Fondazione CRT ha voluto e continua a volere: promuovere la cultura come bene collettivo, generare valore attraverso l’arte, rendere il patrimonio accessibile a tutta la comunità – dichiara Anna Maria Poggi, Presidente della Fondazione CRT -. Nata nel 2000 per valorizzare un nucleo di opere di Arte Povera, la Fondazione è cresciuta fino a diventare una realtà culturale di riferimento a livello internazionale, con una collezione di oltre 930 opere di 330 artisti, messa a disposizione della collettività e dei musei torinesi. Nel tempo abbiamo ampliato il nostro impegno, avvicinandoci sempre più al territorio, come con il progetto di arte pubblica Radis, e sostenendo attivamente il sistema dell’arte contemporanea piemontese. Abbiamo promosso progetti di rete nei campi della formazione e dell’educazione, come Aperto e aulArte, riconosciuti come best practice a livello nazionale. Oggi la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT continua a contribuire a rafforzare l’identità di Torino come capitale italiana dell’arte contemporanea: il ritorno in Italia del summit internazionale del CIMAM, proprio a Torino dopo oltre cinquant’anni, rappresenta un riconoscimento importante di questa visione aperta, dinamica e attenta alle nuove sfide, come quella dell’AI e della contaminazione tra arte e tecnologia, che trova una delle sue case naturali alle OGR Torino, hub di cultura e innovazione della Fondazione CRT, da dove CIMAM prenderà il via”.

 

“È per me una gioia veder riunite in questo ricco calendario le attività che vedranno la luce nei prossimi mesi, a testimonianza della continuità e dello sviluppo del programma 2024-2027 – dichiara Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT -. Le sei parole chiave, con le quali abbiamo sistematizzato la strategia dell’istituzione, rispecchiano le sue vocazioni originarie, collezionistiche ed educative e, d’altra parte, ne indirizzano gli investimenti, progettuali ed economici, verso programmi innovativi nell’ambito dell’arte nello spazio pubblico, dell’alta formazione e dell’internazionalizzazione. Intorno alla collezione, giunta all’importante traguardo dei suoi 25 anni, la Fondazione è oggi più che mai un’istituzione impegnata a favore della comunità dei pubblici dell’arte, del sistema e delle sue istituzioni. Sono certa che, dopo il successo delle prime edizioni, i programmi di arte pubblica Radis e di alta formazione Aperto confermeranno il valore strategico che rivestono per l’istituzione e il territorio. Infine, sono felice che la Fondazione CRT, insieme alla Fondazione Arte, sostenga la Conferenza annuale del CIMAM, un evento internazionale che si svolgerà a Torino nel novembre 2025 e che darà nuova visibilità e centralità alla nostra città”.

Granfondo Biella-Oropa: Ferraro Morey concede il bis, Cavallo superlativa

Nella quinta tappa del Circuito Coppa Piemonte Drali, spettacolo e fatica in un bellissimo territorio e sulla storica “salita dei campioni” verso il Santuario di Oropa.

Biella, 13 luglio 2025 – Una giornata di sport, passione e grandi emozioni ha accompagnato la Granfondo Biella-Oropa, quinta prova del Circuito Coppa Piemonte Drali, che ha visto al via 500 ciclisti pronti a sfidarsi su un tracciato affascinante e impegnativo. L’arrivo, come da tradizione, è avvenuto davanti al maestoso Santuario di Oropa, simbolo del ciclismo epico e della cultura biellese.

Nonostante il meteo incerto, lo spirito sportivo ha prevalso, coinvolgendo atleti, pubblico e volontari lungo tutto il percorso.

 


 

Accoglienza  e pacco gara 

 

L’organizzazione, curata nei minimi dettagli dall’Unione Ciclo Alpina Biellese 1925, ha potuto contare sul sostegno del Comune di Biella, dell’Amministrazione del Santuario di Oropa e sulla collaborazione di forze dell’ordine ed enti locali.

 

Il ritrovo è stato ospitato al Palazzetto dello Sport adiacente al centro commerciale “Gli Orsi”, dove i partecipanti hanno ricevuto un ricco pacco gara: torcetti De Mori, integratori Daigo, una birra Coop da 50 cl, barretta energetica, lubrificante Finisch Line e salvietta detergente.

 


 

Il percorso: 114 km tra paesaggi e fatica

 

Partenza alle 9:30 dal centro commerciale Gli Orsi, in direzione Candelo, attraversando la Baraggia verso Cossato, Mottalciata, Gifflenga, per poi sconfinare sulla provincia di Vercelli con Buronzo, Rovasenda e Roasio, nel suggestivo scenario delle risaie vercellesi.

 

Rientro in provincia di Biella da Crevacuore e inizio delle salite attraversando Valdilana in direzione Bielmonte, entrando in nell’Oasi Zegna. Dopo una lunga discesa in Valle Cervo, si è affrontata la celebre “salita Pantani”, fino all’arrivo al Santuario.

 


 

La gara: attacchi, strategia e assolo finale

 

Gara veloce sin dai primi chilometri, con il primo tentativo di fuga firmato da Andrea Pisetta, che ha guadagnato oltre un minuto sul gruppo, mentre a Roasio si è unito a lui Bruno Sanetti. Sulla Panoramica Zegna, con l’asfalto bagnato da alcune gocce di pioggia, la gara si è accesa.

 

Bielmonte, con meteo instabile, passano al comando Matteo RaimondiPaolo Castelnovo e Gioele Gasparetto. Tra le donne è Martina Cavallo a scollinare per prima.

 

In discesa verso la Valle Cervo, Gasparetto guida su Gavazzi e Ferraro Morey, che poi recupera terreno. All’imbocco della salita finale verso Oropa, quattro atleti tentano l’allungo.

 

Sulla rampa decisiva, è Paolo Castelnovo a rompere gli indugi, ma allo sprint finale è il biellese Alessio Ferraro Morey a trionfare per la secon da volta davanti al pubblico di casa.

 


 

I tre assoluti maschili e femminili

 

Alessio Ferraro Morey (U.S. Vallese) si impone con il tempo di 3h14’58”, battendo in volata Matteo Raimondi (OM.CC, 3h14’59”) e Paolo Castelnovo (Team MP Filtri, 3h14’59”).

 

Tra le donne, straordinaria impresa solitaria di Martina Cavallo (OM.CC) che chiude in 3h27’42”, seguita da Michela Gorini (Santini Squadra Corse, 3h45’29”) e Sabrina De Marchi (ASD Rodman Team, 3h51’26”).

 


 

Le parole dei protagonisti

 

Alessio Ferraro Morey: “Sono felice di aver vinto di nuovo qui a Biella. Abbiamo gestito bene la gara in quattro, sapendo che ce la saremmo giocata sull’arrivo a Oropa. Così è stato.”

 

Martina Cavallo: “Partenza un po’ nervosa, ma sono riuscita a stare sempre davanti. Ho attaccato sulla salita di Bielmonte, poi ho gestito bene la discesa e dato tutto sull’ultima salita. Felicissima del risultato.”

 


 

Pasta party e premiazioni

 

Grande festa con il pasta party firmato Giovanni Rana al centro commerciale Gli Orsi: pasta al pomodoro o ravioli, frutta o dolce, acqua per tutti.

 

Le premiazioni assolute si sono svolte subito dopo l’arrivo al Santuario, mentre la premiazione generale ha avuto luogo presso “Gli Orsi”, con premi in abbigliamento tecnico, utensili Beta, cesti Coop e materiale sportivo e biciclette.

 


 

Classifiche Coppa Piemonte: cambiano gli equilibri

 

Dopo cinque tappe, ecco i leader provvisori:

 

  • Dis: Cinzia Fantino
  • F1: Camilla Puricelli
  • F2: Sabrina De Marchi
  • F3: Elisabetta Debernardi
  • GEN1: Tommaso Galli
  • GEN2: Angelo Quarena
  • JU: Francesco Vai
  • SEN1: Massimiliano Barbero Piantino
  • SEN2: Antonio Spezia
  • SGA: Stefano Carbone
  • SGB: Dante Marchis
  • VET1: Alberto Roggero
  • VET2: Marco Palmero

 

Classifica a squadre di giornata:

 

  1. ASD Rodman Team
  2. ASD Swatt Club
  3. ASD Penta Bike Cyclin Team
  4. U.C.A.B. 1925 Biella Semperlux
  5. ASD Myg Cycling Team
  6. Team Garda Matergia
  7. ASD Biella Biking
  8. Team Locca
  9. U.S. Vallese
  10. Lupato Brothers Racing Team

 


 

Prossima tappa: la Granfondo Diablo

 

Il circuito si chiuderà il 14 settembre 2025 a Ponte di Formazza (VB) con la Granfondo Diablo, tappa conclusiva dell’edizione 2025. Un percorso alpino tra salite impegnative e scenari mozzafiato.

 

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