ilTorinese

Donna partorisce mentre la operano al cervello: salva lei e la bimba

Durante intervento in urgenza di neurochirurgia una donna viene fatta partorire, grazie ad un intervento combinato di neurochirurghi, ginecologi – ostetrici e neonatologi, presso l’ospedale Molinette di Torino. Salvate mamma e bimba

Nei giorni scorsi sono state salvate mamma e neonata presso la Neurochirurgia dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. Infatti, mentre la mamma veniva sottoposta ad intervento neurochirurgico in urgenza, in contemporanea per salvare la bimba che aveva in grembo è stata fatta partorire grazie ad un parto cesareo, che ha permesso di salvare la neonata, grazie all’intervento combinato di neurochirurghi, ginecologi – ostetrici e neonatologi.
La giovane donna di 33 anni, gravida alla 31° settimana, era stata trasferita presso la Città della Salute di Torino con riscontro improvviso di una lesione cerebrale che metteva in pericolo la sua vita.
La gravidanza era decorsa in modo fisiologico fino a quel momento, con benessere di mamma e feto.
La paziente, che fino a quella mattina stava bene, aveva iniziato ad avvertire una cefalea sempre più intensa con rapido peggioramento delle condizioni generali.
La situazione è apparsa subito molto seria, per cui ogni momento era prezioso per salvare la vita della donna.
Mentre i neurochirurghi concentravano tutti i loro sforzi per intervenire sulla donna, ginecologi –ostetrici e pediatri neonatologi si sono dedicati alla salute della bimba che la donna portava in grembo, la cui stessa sopravvivenza era messa in pericolo dalle condizioni della mamma.
E’ stato quindi necessario organizzare, in una lotta contro il tempo, l’espletamento del parto mediante cesareo in modo contestuale all’intervento neurochirurgico, indispensabile per la donna.
Il lavoro di coordinazione tra neurochirurghi, anestesisti, ginecologi, ostetriche e neonatologi ha permesso di trasformare in breve tempo una sala neurochirurgica dell’ospedale Molinette di Torino in una occasionale sala parto con tutto l’occorrente per assistere in emergenza mamma e neonata.
Un’équipe di ginecologi – ostetrici, appartenenti alla Ginecologia e Ostetricia 1 universitaria, diretta dalla professoressa Chiara Benedetto, una di neonatologi della Neonatologia universitaria, diretta dal professor Enrico Bertino, e l’anestesista, dottoressa Giovanna Marchiaro, della Anestesia 4, diretta dal dottor Maurizio Berardino, si sono prontamente recati presso le Molinette per cercare di salvare anche la piccola.
I medici della Neurochirurgia universitaria, diretta dal professor Diego Garbossa, hanno eseguito nel frattempo tutti gli accertamenti necessari per la conferma diagnostica e per il tempestivo intervento.
La criticità della situazione ha richiesto l’exeresi immediata della lesione cerebrale, espletando nello stesso tempo il parto cesareo grazie all’allestimento di due diversi campi operatori in contemporanea.
L’intervento neurochirurgico è stato effettuato dal professor Diego Garbossa, dalla dottoressa Francesca Vincitorio, dal dottor Ludovico Comite e dal dottor Roberto Racca, con l’anestesista dottor Giorgio Passalacqua, della Anestesia e Rianimazione 2 ospedaliera (diretta dal dottor Roberto Balagna).
Il cesareo è stato effettuato dal professor Luca Marozio e dal dottor Maurizio Giarola, dell’équipe della professoressa Benedetto, senza complicanze.
La neonata è stata immediatamente affidata alle cure dei neonatologi, dottoressa Alessandra Coscia, dottoressa Elena Maggiora e dottor Pierclaudio Murru, dell’équipe del professor Bertino, presenti in sala operatoria con tutta la strumentazione necessaria alle cure di una bimba nata prima del tempo.
Dopo la prima assistenza in sala operatoria, la bambina è stata trasportata presso la terapia intensiva neonatale universitaria dell’ospedale Sant’Anna di Torino, dove ha già potuto abbracciare il suo papà, ed è amorevolmente assistita dalle cure del personale ed alimentata con il prezioso nutrimento della Banca del Latte umano.
Al termine della procedura la paziente è stata trasferita nel reparto di Neurorianimazione, diretto dal dottor Roberto Balagna.
La rapida ripresa della mamma ha permesso di trasferirla già dopo un solo giorno nel reparto di neurochirurgia e successivamente in quello di Ostetricia e Ginecologia universitaria del Sant’Anna, dove come grande regalo di Natale ha potuto incontrare la propria bambina nel reparto di Neonatologia universitaria.

“Il 2022 anno della ripartenza”, l’auspicio del sindaco Lo Russo

Il 2022 come l’anno della ripartenza, dell’uscita definitiva dall’emergenza sanitaria e – più nello specifico per quanto riguarda l’Amministrazione comunale del capoluogo piemontese e, in particolare, per ciò che dovrà accadere nei primi mesi del nuovo anno – il momento della definizione di quelle progettualità che dovranno accompagnare la ripresa e il rilancio della città e del suo territorio.

Questi gli auspici del sindaco Stefano Lo Russo per il nuovo anno, espressi questa mattina rispondendo alla domanda di un giornalista nel corso di un incontro con la stampa tenutosi a Palazzo di Città.

 

“Mi auguro che il 2022 sia l’anno della ripartenza per la nostra città – ha detto Lo Russo. Per la nostra Amministrazione – ha aggiunto il primo cittadino –  l’anno, soprattutto nel primo semestre, di impostazione e di definizione della progettualità che dovranno anche fungere da veicolo di ripartenza per Torino”.

“Speriamo di farlo – ha detto ancora il sindaco Lo Russo – in una condizione di vita sociale e relazionale diversa da quella a cui oggi noi siamo costretti e che mi auguro possa essere superata al più presto.  Per questa ragione rivolgo ai miei concittadini l’ulteriore appello a comprendere l’importanza di vaccinarsi,  di tenere comportamenti individuali corretti e coerenti al fine di aiutare la nostra comunità a uscire il prima possibile da questa situazione che – ha ricordato Lo Russo – oggi ci costringe a rinunciare a tante cose che potremmo fare e non facciamo perché le condizioni sanitarie non lo permettono”.

Bimbo di due anni ferito dai calcinacci caduti da un palazzo

Un bambino di due anni è stato ferito lievemente questa mattina, da calcinacci  caduti da un palazzo in via Boston, a Torino.

Mentre il piccolo stava camminando sul marciapiede, probabilmente da un balcone si è staccato un calcinaccio che lo ha colpito di striscio. Il bimbo è stato portato all’ospedale Martini in codice verde e le sue ferite non sono gravi. Sul posto la polizia municipale con i vigili del fuoco intervenuti  con l’autogru per mettere in sicurezza la facciata dell’edificio.

(foto archivio)

“Violenza stradale”, appello al Presidente Mattarella

Riceviamo e pubblichiamo

Egregio Presidente,
torniamo a contattarLa dopo l’appello inviatoLe in occasione della grande mobilitazione di Roma del 23 febbraio 2020 per esprimere la nostra amarezza. Le chiediamo un Suo deciso intervento che possa scuotere i media, l’opinione pubblica e i decisori politici.

Troppe morti e lesioni gravi o gravissime, troppo alti i costi sociali di questa ecatombe, troppo carente ed episodica la sensibilizzazione dei nostri concittadini su queste tragedie che si perpetuano ogni anno:

21 novembre 2021 – Giornata Mondiale e Nazionale del Ricordo delle Vittime della strada: pochissimi riferimenti sui media, dalle più alte cariche dello Stato, anche i canali pubblici del Quirinale, nessuna parola sulla strage quotidiana causata dalla violenza stradale.

25 novembre 2021 – Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: al confronto, martellanti e quanto mai opportuni servizi giornalistici, dibattiti sulle reti televisive, a tutte le ore del giorno, per più giorni, su tutti i media.

Restiamo profondamente turbati, al confronto, per la disparità delle iniziative di sensibilizzazione su questi due inaccettabili sciagure, diverse per loro natura, ma accomunate dalle medesime insensate e retrograde carenze culturali che ne sono alla base.
Secondo i dati ACI-Istat in un anno 3.500 morti e 250.000 feriti. Sulle strade italiane ogni 2,5 ore UN MORTO e 28,6 feriti/ora. Più di 600 pedoni morti, di cui più della metà investiti sulle strisce pedonali, gravissimo indicatore di inciviltà. Non chiamiamole disgrazie o incidenti. È VIOLENZA STRADALE.
Il Piano Nazionale Sicurezza Stradale 2030 non ci piace sotto diversi aspetti: la cornice del piano è quella della deresponsabilizzazione di chi causa i sinistri, riconducendo il fattore “errore umano” a pura fatalità, nella previsione – e rassegnata accettazione – che i conducenti siano necessariamente distratti e, oltre ad impattare tra loro, non si possano accorgere della presenza di pedoni e ciclisti. Ricorrono nel piano continui e allarmanti richiami alla responsabilizzazione dell’utenza vulnerabile e alla protezione passiva quasi come se il fatto di essere vittime predestinate dipendesse da loro. Nessuna parola sulla necessità di introdurre una normativa sui dispositivi di moderazione, come tutti i paesi europei hanno fatto da almeno 30 anni. Questo è inaccettabile.
Questo piano poco o nulla dice sui necessari interventi repressivi del fenomeno, quando invece occorrerebbe potenziare i controlli di polizia stradale, oggi drasticamente ridotti a causa della diminuzione delle pattuglie in servizio, come quasi del tutto ignorata è l’adeguata formazione sui comportamenti pericolosi di guida e le varie implicazioni del fattore umano.

Signor Presidente, per la sensibilità da Lei sempre dimostrata, il Suo settennato non può che concludersi con un severo e fermo appello alla coscienza della Cittadinanza, dei Media, degli Organi di Governo, Legislativi ed Amministrativi affinché si possa interrompere questa violenza stradale perché sono tutte morti evitabili. Solo prevenendo la violenza motoristica con una strategia attiva di riduzione della velocità, delle opere di moderazione del traffico e di ridisegno dello spazio pubblico possiamo sperare di raggiungere la visione ZERO VITTIME. Parigi, Madrid, Barcellona, Bilbao, Bruxelles hanno già scelto di abbassare i limiti di velocità ed Helsinki ha raggiunto le zero vittime grazie al limite dei 30 km/h nelle aree urbane. Ai primi di ottobre 2021 il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione per abbassare a 30 km/h il limite di velocità in tutte le aree edificate: mentre l’Europa va verso il futuro, l’Italia torna indietro di decenni. La stessa Europa ha reso obbligatorio l’importantissimo dispositivo di limitazione automatica della velocità I.S.A. (Intelligent Speed Adaptation) da maggio 2022, ma il nostro Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili non ha ancora predisposto alcun provvedimento di recepimento.
Attualmente la PIRAMIDE DELLA MOBILITA’ ordina le seguenti priorità: Auto Privata- Trasporto Pubblico -Ciclisti -Pedoni, disabili e bambini. BISOGNA ROVESCIARLA: Pedoni, disabili e bambini -Ciclisti -Trasporto Pubblico -Auto Privata.
Le strategie di lungo periodo devono essere basate su una redistribuzione dello spazio pubblico, introduzione zone edificate a 30 km/h e una riduzione della principale causa di morte in circolazione: il parco auto non va semplicemente sostituito con mezzi più nuovi e meno inquinanti, bisogna ridurlo drasticamente.

Attendiamo con fiducia un riscontro per un incontro con Lei e autorità competenti in materia di cultura della strada, moderazione, controllo e riduzione del traffico.

Con profondo rispetto e stima

I familiari delle Vittime e utenti della strada
Referente del comitato promotore l’iniziativa: Rete Vivinstrada vivinstrada@outlook.it

Il Piemonte ai vertici della Guida per l’Enoturista di Go Wine

43 Impronte d’Eccellenza assegnate

CANTINE D’ITALIA 2022

La guida di Go Wine presentata a Milano 

È distribuita in libreria e a disposizione dei soci

  

È uscita la nuova edizione 2022 di Cantine d’Italia, la Guida per l’Enoturista a cura di Go Wine.

L’evento di presentazione e premiazione si è tenuto giovedì 2 dicembre a Milano presso l’Hotel Melià.

 

Cantine d’Italia 2022 si presenta con una copertina flessibile rinnovata, 820 cantine selezionate, 245 “Impronte d’eccellenza” per l’Enoturismo, oltre 4.400 vini segnalati, circa 1.500 indirizzi utili per mangiare e dormire.

 

Si tratta di una Guida alle Cantine, con una sua identità specifica, non è una Guida tradizionale ai vini.

Una Guida pensata per i turisti del vino, che racconta e scrive di vino partendo dalla “Cantina”.

Ovvero la Cantina come luogo dove uomini e donne del vino operano e progettano il loro lavoro, dove sono portatori di storie e tradizioni familiari, oppure di più recenti investimenti.

La Cantina che, nel corso degli anni, è diventata a pieno titolo un luogo di promozione del territorio, perché invita al viaggio e comunica con la sua realtà un’identità territoriale fatta di tutto quanto ruota attorno: il paesaggio, i vigneti, la tradizione del luogo, i borghi.

Una Guida che privilegia il tema della narrazione perché raccontando la cantina, racconta le vicende che stanno attorno al vino e aiutano meglio a comprendere il profilo di ogni realtà.

Una Guida che pertanto non vuole rivolgersi soltanto ai “super appassionati”, ma che desidera essere un’occasione per creare cultura a favore del vino e dei suoi territori. E per far riflettere sull’importante ruolo che la viticoltura italiana sta svolgendo a favore della bellezza e della valorizzazione di tanti territori.

Una Guida edita da Go Wine e che mantiene inalterata la sua mission: promuovere la grande accoglienza italiana in cantina e comunicare anche attraverso un volume l’identità dell’associazione.

 

Il volume consiste in un articolato repertorio di cantine, ricco di dati e riferimenti che si aggiorna in ogni edizione, con nuovi inserimenti ed alcune esclusioni. E con nuove cantine che ottengono per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta fra cui, in Piemonte, la cantina di Michele Chiarlo.

 

Sono in totale 245 le “Impronte Go Wine” nell’edizione 2022: esse rappresentano un segno di “eccellenza” nel campo dell’Enoturismo nazionale e costituiscono una sorta di segno ideale che Go Wine attribuisce alle cantine che hanno conseguito un alto punteggio nella valutazione complessiva su sito, accoglienza e profilo produttivo.

Si tratta dei tre fattori su cui si compone la presentazione delle singole cantine e su cui si definisce una loro valutazione.

Sito: il luogo ove si trova la cantina, guardando anche alla cantina medesima dal punto di vista architettonico; ma anche sito da intendersi come il patrimonio complessivo di vigneti di cui dispone la cantina.

Accoglienza: la vocazione della cantina ad “aprirsi” all’esterno al pubblico con una parallela attività, sia in ambito recettivo: agriturismo, B&B o ristorazione, sia svolgendo iniziative culturali che si rivolgono al mondo esterno.

Vino: il profilo produttivo dell’azienda valutato nel tempo, al di là dell’esito di una singola vendemmia; tenendo conto del carattere della produzione, della eccellenza di alcune etichette, della particolare cura verso specifiche tipologie di vini.

 

Il Piemonte è ai vertici della Guida con oltre 130 cantine recensite e con ben 43 Impronte Go Wine.

 

Le Tre Impronte, ovvero il massimo riconoscimento per l’esperienza enoturistica, vanno alle cantine piemontesi Ceretto, Fontanafredda e Malvirà.

 

Il Premio “Cantine Meravigliose”, uno degli 8 Premi Speciali, va alla cantina Marchesi Alfieri di San Martino Alfieri per l’EnoArchitettura dell’anno. Un riconoscimento alla mirabile architettura e alla storia di questa cantina, con gli ambienti storici risalenti ai primi del settecento, con la “Citroneria”, il parco con piante secolari e con il Castello che domina il tutto, come un grande disegno nel segno della bellezza e dell’accoglienza. Attorno il piccolo borgo di San Martino Alfieri, ai confini fra la provincia di Asti e il Roero.

 

La cantina Michele Chiarlo consegue per la prima volta il riconoscimento de L’Impronta.

 

Alleghiamo a seguire l’elenco delle cantine piemontesi che hanno ottenuto in questa edizione il riconoscimento de L’Impronta Go Wine:

 

Ascheri

Boglietti Enzo

Bovio Gianfranco

Braida

Brezza Giacomo & Figli

Bricco Maiolica

Broglia Piero – Tenuta La Meirana

Burlotto Comm. G.B.

Cascina Chicco

Cascina del Monastero

Castello di Razzano

Castello di Tagliolo

Castello di Verduno

Centovigne

Ceretto

Chiarlo Michele

Contratto Giuseppe

Cordero di Montezemolo

Correggia

Damilano

Fontanafredda

Forteto della Luja

La Raia

Malvirà

Manzone Giovanni

Marchesi Alfieri

Marchesi di Barolo

Marchesi di Grésy – Cisa Asinari

Montalbera

Negro Angelo & Figli

Oddero Poderi e Cantine

Palladino

Pecchenino

Poderi Luigi Einaudi

Diego Pressenda

Rabajà – Bruno Rocca

Sordo Giovanni

Tenuta Carretta

Tenuta Montemagno

Travaglini Giancarlo

Vajra G.D.

Vietti

Villa Sparina

 

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La Guida Cantine d’Italia 2022 è edita dall’associazione Go Wine e nasce da un’idea di Massimo Corrado che ne cura il coordinamento e la direzione editoriale. Conferma l’impegno dell’associazione volto ad affermare, anche attraverso la Guida, i principi ispiratori dell’attività associativa. La redazione Go Wine cura la redazione di tutto il volume e del repertorio delle cantine selezionate, con i contributi e le segnalazioni di giornalisti e delegati Go Wine in Italia.

Le 820 cantine presenti nel volume sono state scelte in base all’esperienza diretta.

Per ogni cantina una pagina ricca di notizie: dall’anagrafica aziendale ai dati sulla produzione, ai referenti interni da contattare; dai giorni e gli orari di visita alle informazioni stradali; dal racconto delle suggestioni che la cantina e il suo contesto offrono al visitatore a una serie di utili appunti sui vini aziendali con indicazione del vino top e degli altri vini da conoscere.

Ogni cantina è presentata attraverso una valutazione in stelle (su scala 5), suddivisa nei tre aspetti che sono ritenuti rilevanti dalla Guida: il sito, l’accoglienza e i vini.

Inalterato è sempre lo spirito dell’opera: spingere l’appassionato a viaggiare per conoscere il fascino del territorio del vino italiano attraverso il racconto di molti suoi interpreti d’elezione.

 

 

Per ulteriori informazioni:
Redazione Go Wine Editore, rif. Elisa Nota, tel. 0173 364631 gowine.editore@gowinet.it

 

Obbligo catene da neve, che cosa c’è da sapere

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori.

Con l’arrivo dell’inverno aumenta anche il freddo e la possibilità di nevicate. Per questo motivo, la legge italiana obbliga ad avere con sé in auto le dotazioni invernali (catene da neve a bordo o pneumatici invernali), dal 15 novembre al 15 aprile. Nel caso in cui la strada sia coperta di neve e/o ghiaccio, allora le catene sono la scelta migliore. Vediamo tutto quello che bisogna sapere a riguardo e le migliori in vendita.

Le catene per le gomme sono uno strumento davvero utile in auto contro neve e ghiaccio. Se la neve si accumula sulla carreggiata e il ghiaccio rende il percorso difficoltoso, duro e scivoloso, le catene aumentano sensibilmente la presa delle ruote sulla strada e garantiscono un elevato standard di sicurezza per guidare senza rischi.

Con le intemperie invernali, infatti non si può scherzare: chi vive nel nord Italia o in zone montane sa bene cosa significa provare l’esperienza di guidare su strade innevate. Le catene, inoltre, sono un’alternativa valida, sicura ed economica agli pneumatici invernali.

La legge italiana obbliga gli automobilisti a installare gli pneumatici invernali sulla vettura o a tenere a bordo le catene da neve dal 15 novembre 2021 al 15 aprile 2022. L’obbligo vale sui tratti stradali e autostradali maggiormente soggetti al rischio di precipitazioni nevose, dove è presente l’apposita segnaletica.

Attenzione: in caso di insolvenza rispetto alle disposizioni previste dall’articolo 6 del Codice della Strada, sono previste sanzioni che variano da 85 euro a 338 euro sui tratti autostradali e dai 41 euro ai 169 euro su quelli comunali. Oltre alla sanzione è prevista anche la decurtazione di tre punti sulla patente.

Per chi non ha gli pneumatici invernali, dunque, le catene da neve sono uno strumento assolutamente indispensabile da tenere in auto durante la stagione invernale per la propria sicurezza e per evitare le multe salate e la decurtazione dei punti dalla patente. In base a quanto prescritto dalla legge, le catene devono essere omologate e avere l’etichetta con marchio CE, a garanzia di funzionalità e resistenza, come queste che vi consigliamo noi.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.itcompilando l’apposito format.

Telegram, cosa è e come si usa

Il sistema di messaggistica istantanea che garantisce maggiore privacy e sicurezza.

Nata nel 2013 dai fratelli Durov, Telegram è una applicazione di messaggistica che ha raggiunto i 500 milioni utenti mensili attivi. A differenza di altri servizi similari ,Telegram, grazie ad una tecnologia che fa uso dei cloud, assicura una maggiore sicurezza delle conversazioni che non vengono salvate all’interno del nostro dispositivo ma su una piattaforma esterna che effettuerà un backup criptato.
E’ importante spiegare, innanzitutto, che la tecnologia cloud, “nuvola” nella nostra lingua, permette di usufruire di memorie per l’archiviazione di dati, come documenti o foto, tramite l’utilizzo di un server remoto, e che l’accesso a questi ultimi è sempre possibile connettendosi ad internet tramite cellulare, tablet o computer; questa app fornisce, quindi, anche un servizio di catalogazione di tutto quel materiale che abitualmente viene conservato nei nostri dispositivi permettendo, pertanto, un notevole risparmio di tempo nelle azioni di backup e una consistente disponibilità di spazio nelle nostre memorie personali o di lavoro. Dal 24 marzo 2019, inoltre, è stata introdotta una funzione che consente di eliminare messaggi inviati e ricevuti senza limiti di tempo cancellando ogni traccia di chat e , rimanendo in tema di protezione, gli utenti possono essere rintracciati anche attraverso il nickname scelto durante la registrazione senza necessariamente rendere pubblico il numero di telefono.
Telegram è gratuito e l’applicazione può essere scaricata facilmente da PlayStore o dall’AppleStore. Il sistema crittografico server-client mantiene chiuso l’accesso e la lettura delle conversazioni da parte di terzi il meccanismo delle spunte, argomento spesso trattato, ha un percorso diverso da quello di Whatsapp: una spunta vuol dire che il messaggio è stato inviato, due spunte per indicare che il messaggio è stato letto, si evita così quella fase “ha ricevuto ma non ha ancora visualizzato” che spesso provoca situazione scomode e di imbarazzo.
Questo evoluto sistema di messaggistica offre la possibilità di creare gruppi con un numero di iscritti fino a 200, super gruppi fino a 5.000, le cui impostazioni di base possono essere utilizzate esclusivamente dall’amministratore, e canali, gestiti da una sola persona che pubblica contenuti e informazioni, che ricordano un po’ le newsletter e che possono costituire un valido strumento commerciale.
Telegram, inoltre, è in grado di inserire nella sua applicazione i bot, chat automatiche che rispondono a specifiche richieste dell’utente seguendo comandi predeterminati come nell’ l’assistenza clienti o nei costumer care. Inoltre queste chat bot sono in grado di comunicare informazioni aggiuntive e interessanti come sconti, promozioni o fornire un supporto nell’acquisto dei prodotti.
Utilizzare questa applicazione è semplice, dopo aver scaricato l’applicazione e aver concesso l’accesso alla lista dei propri contatti, si potrà cominciare a messaggiare, inviare file, adesivi, foto e video e attraverso un motore di ricerca interno sarà possibile, inoltre, trovare persone di nostro interesse.
Telegram, dunque, non è un semplice un programma di messaggistica, è una applicazione evoluta che permette la condivisione di file anche molto pesanti, garantisce un alto livello di privacy e sicurezza e può essere un valido strumento di promozione e assistenza.

Maria La Barbera

Non gradisce il pranzo di Natale: prende a pugni la compagna e le taglia un sopracciglio con una chiave

Non ha gradito il pranzo di Natale e le ha tagliato un sopracciglio con una chiave. Lui,  37 anni, si era già arrabbiato con la compagna perché al mattino avevano trovato chiuso un supermercato. Le aveva lanciato addosso il carrello e cercato di picchiarla ma lei era riuscita a tornare a casa, in  Barriera di Milano. Durante il pranzo però l’ha colpita in volto con un pugno e le ha tagliato un sopracciglio con una chiave. La donna è riuscita  a chiamare la polizia che ha arrestato il compagno per maltrattamenti in famiglia.

La strana coppia (tassi di interesse e inflazione)

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina  

 

I risparmiatori sono sempre più sconcertati dalla mancata protezione fornita ai loro risparmi dai titoli di Stato.  

 

Non parliamo solamente del nostro mercato, di BTP e CCT, ma di tutte le obbligazioni emesse dai principali Paesi sviluppati.

 

Il tasso di interesse, il rendimento dei titoli obbligazionari, dovrebbe garantire che i capitali concessi in prestito (nient’altro che questo, infatti, si tratta quando si acquistano dei titoli di Stato) possano essere rimborsati mantenendo invariato il loro potere di acquisto.

 

La remunerazione ricevuta dagli obbligazionisti dovrebbe perciò essere tale da ricompensarli per la perdita di spesa generata dagli aumenti dei prezzi che ci si aspetta si verifichino (l’“inflazione attesa”) dal momento del prestito a quello del suo rimborso.

 

Questo non sembra proprio essere quanto sta avvenendo di questi tempi e, per citare Warren Buffet (il celebre investitore statunitense): investire è semplice ma non è facile.

 

L’inflazione, “rara avis” sino all’inizio dell’anno, è da qualche mese in rapidissima salita.

 

Negli Stati Uniti si è passati dall’1,5% di gennaio al 6,8% di novembre e nel nostro Paese è salita dallo zero al 4% circa.

 

Questa risalita è stata a più riprese (e secondo chi scrive) correttamente attribuita in buona parte ai colli di bottiglia generatisi dopo la ripartenza della crescita economica (domanda di beni e servizi), che ha superato la capacità di fornire prontamente quanto veniva richiesto (le imprese avevano ridotto le scorte di magazzino durante il primo anno di pandemia e la ripartenza del processo produttivo ha richiesto più tempo).

I fattori che hanno provocato il surriscaldamento dei prezzi dovrebbero mitigarsi a partire dalla prossima primavera e questo dovrebbe essere sufficiente a “raffreddare” la temperatura, ora al calor bianco.

 

Rimane però il fatto che i rendimenti delle emissioni governative sono aumentati da inizio anno (provocando una discesa dei prezzi dei titoli) ma solo in minima misura rispetto non solo all’attuale tasso di inflazione (“temporaneamente” molto elevato) ma anche ad un livello più “normale” del 2-2,5%.

 

Oltreoceano, infatti, il titolo governativo decennale rende oggi l’1,49% mentre il nostro BTP con uguale scadenza frutta solo l’1,1% (e il titolo a 5 anni lo 0,34%).

 

Le spiegazioni fornite a questo apparente paradosso sono di tre tipi.

 

Da un lato ci sono coloro che accusano le banche centrali di avere falsato irrimediabilmente il funzionamento dei mercati attraverso i loro massicci e reiterati interventi di acquisto di titoli (il cui rendimento risulta così molto più basso di quanto dovrebbe essere).

 

C’è poi chi ritiene gli investitori obbligazionari estremamente razionali (in contrapposizione alla presunta irrazionalità di quelli azionari) ed informati; in quest’ottica i (bassissimi) tassi di interesse rifletterebbero qualcosa di molto negativo: una recessione sarebbe nuovamente alle porte e con questa la fine dell’inflazione (la diminuzione della domanda di beni e servizi porterebbe alla discesa dei loro prezzi, dopo la salita di quest’anno).

 

In verità risulta difficile negare, almeno in parte, le ragioni di questi primi due gruppi ma cionondimeno ci sembra che la realtà sia ben più complessa.

 

I mercati del reddito fisso sono sempre più dominati da quattro diverse categorie di operatori (che superano in importanza gli investitori tradizionali):

 

  • Gli speculatori che agiscono sulla base di algoritmi, noncuranti del livello assoluto dei tassi di interesse (e che “giocano” sul differenziale tra tassi a lungo e tassi a breve, la “pendenza” della curva);
  • Gli investitori “ufficiali”, le banche centrali ed i governi, che intervengono per perseguire i loro obiettivi di politica monetaria (per sostenere o rallentare l’economia) o per stabilizzare la propria valuta nazionale;
  • I grandi fondi pensione, le compagnie assicurative e le banche che acquistano titoli obbligazionari per allocare parte delle proprie attività a basso rischio (come dettato dagli organi regolamentari);
  • Gli investitori privati che perseguono il profitto tramite i mercati azionari e che utilizzano le obbligazioni governative per abbassare il rischio complessivo dei loro portafogli.

 

La presenza di questi attori sul mercato rende meno “inspiegabile” l’attuale livello dei tassi di interesse (destinato comunque a salire se l’economia mondiale non deraglierà dal percorso di crescita dettato dagli investimenti in corso di implementazione in tutto il mondo).

 

Rimane, comunque, per noi poveri investitori la difficoltà di trovare degli investimenti che proteggano il nostro cammino dal deprezzamento generato dall’aumento dei prezzi al consumo.

 

La risposta negli ultimi anni è stata fornita dal volo compiuto dai mercati azionari i quali però presuppongono una capacità di rischiare e di pazientare (allungare l’orizzonte temporale dei propri investimenti rimane l’unico metodo verificato per ridurre la probabilità di perdere) non sempre correttamente valutata ex ante (la “voglia” di rischiare tende ad essere elevata quando i risultati sono positivi per poi annullarsi in caso di perdite).

 

Prepariamoci ad un altro anno molto interessante al quale ben si addice, a mo’ di augurio, la frase di Martin Luther King: “Se non puoi volare, corri, se non puoi correre, cammina, se non riesci a camminare, allora striscia, ma qualunque cosa tu faccia, devi andare avanti.”

 

Auguri a voi ed ai vostri patrimoni.

Uncem: portare i vaccini nei paesi di montagna

“L’impegno del Commissario Figliuolo lo condividiamo fino in fondo.

Portare i vaccini in tutti i paesi, anche i più lontani dai centri vaccinali, e portare i cittadini ai vaccini, ai centri vaccinali. Uncem ritiene decisivo questo impegno del Commissario, nell’arrivare a tutti”. Lo afferma Roberto Colombero, Presidente Uncem Piemonte. Uncem lo aveva chiesto già un anno fa, auspicando camper mobili per salire fino a Balme, Campertogno, Elva, Castelletto d’Erro, Carrega Ligure. Uncem sta con il Commissario in questo impegno per vaccinare tutti, al più presto. Anche agevolando la Regione Piemonte e i Comuni nell’attivare campagne di vaccinazione efficaci e veloci.

Sono inaccettabili, secondo Uncem, le campagne pubblicitarie di paesi montani no vax, per rispetto del lavoro di tanti e della responsabilità della stragrande maggioranza degli abitanti della montagna. “Le Istituzioni locali si facciano, con responsabilità e coraggio – prosegue il Presidente Uncem – portavoce di un rinnovato impegno nella campagna vaccinale che è l’unica via per uscire dalla crisi sanitaria evitando chiusure che nessuno, e tanto meno la montagna, può permettersi”.