ilTorinese

Il bollettino Covid di venerdì 4 febbraio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 6.921nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 5.373 dopo test antigenico), pari all’ 8,6% di 80.114 tamponi eseguiti, di cui 70.218 antigenici. Dei 6.921 nuovi casi gli asintomatici sono 5.868 (84,8%).

I casi sono così ripartiti: 5.200 screening, 1270 contatti di caso, 451 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 910.200, così suddivisi su base provinciale: 74.194 Alessandria, 41.700 Asti, 34.909 Biella, 124.452 Cuneo, 69.911 Novara, 480.994 Torino, 32.271 Vercelli, 32.678 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 4.427 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 14.664 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 110 (- 6 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1983 (- 8 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 108.191

I tamponi diagnostici finora processati sono 14. 610.613(+ 80.114 rispetto a ieri).

I DECESSI DIVENTANO 12.696

Sono 24, uno di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.696 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.684 Alessandria, 771Asti, 483 Biella, 1.562 Cuneo, 1.025 Novara, 6.051 Torino, 584 Vercelli, 412 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 124 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

787.220 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 787.220 (+14.835 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 65.626 Alessandria, 37.388 Asti, 29.925 Biella, 109.990 Cuneo, 63.377 Novara, 414.874 Torino, 27.847 Vercelli, 29.056 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.963 extraregione e 6.174 in fase di definizione.

Gli studenti sono tornati in piazza

Trascorsa una settimana dagli scontri  con le forze dell’ordine, gli studenti torinesi sono tornati  a manifestare per Lorenzo Parelli, il 18enne morto durante uno stage aziendale per un incidente sul lavoro a Udine.

Erano circa un migliaio i giovani ritrovatisi  in piazza XVIII Dicembre  per dare vita a una ‘passeggiata consapevole’, cosi la manifestazione è stata ribattezzata dopo gli accordi  di ieri in Questura e Prefettura. Le norme anticovid in zona arancione, vietano infatti i cortei. Per verificare il rispetto del diritto di manifestare in piazza erano presenti anche gli osservatori di Amnesty International.

(Foto Cgil)

Tentata rapina, arrestata sul tram

Mercoledì pomeriggio, durante un servizio di pattuglia in Corso Regina Margherita, gli agenti del Comando Territoriale IV della Polizia Municipale sono intervenuti a bordo di un tram della linea 16 , fermo in prossimità dell’incrocio con via Livorno, dove era in corso una colluttazione violenta tra due donne.

I ‘civich’ hanno diviso le due litiganti e, dopo aver ricostruito la dinamica degli eventi gli accertamenti di rito, hanno proceduto all’arresto di una delle due donne per “tentata rapina” (artt. 56 e 628 c.p.) e “danneggiamento”(art. 635 c.p.).

 

La lite era stata innescata da una richiesta di denaro avanzata da una delle due.  L’altra si era rifiutata e a quel punto la situazione è degenerata in aggressione fisica. Ad avere la peggio è stata la vittima dell’estorsione, una donna di 47 anni affetta da una disabilità che la rende un soggetto visibilmente fragile e facile preda di malintenzionati, la quale ha rimediato un colpo al volto e la rottura degli occhiali da vista.

 

A seguito degli accertamenti effettuati, la protagonista dell’aggressione, una quarantaquattrenne di nazionalità italiana, è risultata intestataria di numerosi precedenti penali, tra cui “resistenza a Pubblico Ufficiale”, “percosse”, “interruzione di pubblico servizio” e “rapina impropria”. Inoltre, la donna è risultata destinataria di una misura di prevenzione emessa dal Questore di Torino che le imponeva il divieto di possedere ed utilizzare apparati di comunicazione radio trasmittenti, ragion per cui gli agenti, oltre a denunciarla ai sensi dell’art. 76 comma 2 del D. Lgs 159 del 2011, hanno posto sotto sequestro il telefono cellulare in suo possesso.

 

Al termine della redazione degli atti presso il Comando di via Bologna, la donna è stata tratta in arresto ed associata alla Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno”, così come disposto dal P.M. di turno.

Manifestazione studentesca, Grimaldi (LUV): Oggi le camionette e i cordoni erano distanti. Ci voleva tanto?

Dialogo non sono le pacche sulle spalle ma un vero dibattito sullo scempio dell’economia della promessa.

È morto un coetaneo e la risposta alla loro rabbia è consistita in molti lividi e teste spaccate. Oggi per fortuna le camionette erano distanti, così come i cordoni di polizia. Ci voleva tanto? Il dialogo non passa solo dal garantire a tutte e tutti il diritto a manifestare e non alzare i manganelli su persone pacifiche e disarmate, ma deve significare prendere sul serio l’indignazione e la protesta dei ragazzi e delle ragazze per il destino tragico di un coetaneo, morto di lavoro mentre avrebbe dovuto essere a scuola. Un’indignazione che tuttavia ha saputo restare pacifica e non violenta: nessuno è sceso in piazza con scudi, caschi, armi contundenti, viso coperto, nessuno ha assaltato le sedi degli uffici scolastici o dell’Unione Industriale” – è il commento del Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, che questa mattina ha partecipato alla manifestazione studentesca contro l’alternanza scuola-lavoro.

Dialogo” – prosegue Grimaldi – “non sono le pacche sulle spalle e i tavoli in Prefettura per autorizzare le passeggiate consapevoli, ma significa aprire un vero dibattito sullo scempio della situazione salariale in Italia, dei finti stage e tirocini, del volontariato mascherato, dell’alternanza scuola-lavoro, di tutte quelle forme di lavoro povero o gratuito travestite da formazione, esperienza, investimento sul futuro, strategie per ottenere profitto risparmiando sui costi e facendo leva sull’immaginario dell’economia della promessa. Dialogo significa prendere sul serio il desiderio e il bisogno espresso dai ragazzi e delle ragazze di una scuola migliore di quella che vivono in presenza e a casa, di un’esistenza migliore di quella a cui sono statə costrettə da due anni di pandemia e da una ben più lunga crisi sociale.

Come cantavano oggi, sanno che se le scuole cadono a pezzi, se vengono sfrutttatə e devono crescere nell’economia della promessa, la colpa non è certo degli immigrati. I responsabili sono tutti coloro che continuano a ripetergli che il mondo va così, senza assumersi la responsabilità di cambiarlo”.

Ultimi giorni e grande successo a “CAMERA” per Martin Parr

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E intanto si aspettano i capolavori dal “MoMA” di New York

Fino al 13 febbraio

Inaugurata nell’ottobre del 2021, resta poco più  di una settimana, fino a domenica 13 febbraio, per visitare la mostra “Martin Parr. We Love Sports”, dedicata da “CAMERA-Centro  Italiano per la Fotografia” di via delle Rosine 18 a Torino, al grande fotografo inglese e ai suoi scatti (150 le immagini presenti in mostra) di spietata e divertita e divertente ironia, capaci di cristallizzare immagini del sociale in vere e proprie icone del nostro tempo. Quelle soprattutto dedicate al mondo dello sport. Un mondo visto da spettatore e fotografo assai curioso e originale. Con l’obiettivo attratto in particolare (come nell’esplorazione dell’umana quotidianità) da chi si accalca sulle tribune o a bordo campo, dall’universo della tifoseria più che dal gesto atletico, “capovolgendo così l’immaginario visivo dello sportivo- divo”.

Il fotografo come spettatore narrante di spettatori. E come dimenticare allora le sue piccole e grandi folle vocianti a più non posso sugli spalti, i gadgetvistosi e goliardici, le parrucche colorate in tinta con le divise della squadra del cuore, i travestimenti grotteschi, gli abiti eleganti e un po’ snob di chi assiste alle corse dei cavalli, così come alle parures kitsch sfoggiate con la naturalezza di una sana incoscienza fino a quella piacevole teoria di cappelli candidi a larghe tese, all’apparenza immobili come statue di gesso, al “Roland Garros” del 2016”? Mostra altamente apprezzata dal pubblico torinese, fors’anche per la concomitanza con le “Nitto ATP Finals”, che da ottobre a novembre scorsi hanno fatto di Torino la capitale internazionale del tennis. Fatto sta, fanno sapere da “CAMERA”, che la grande mostra dell’autunno-inverno 2021-2022 ha, fino ad oggi, conteggiato la presenza di oltre 10mila persone. Alti, benedetti numeri, cui altri se ne aggiungeranno, incrociando le dita, nei prossimi giorni. In una volata di grande euforia, se si pensa che il Centro di via delle Rosine ha già pronto un altro bell’ asso nella manica, di quelli destinati a sbaragliare il tavolo e per davvero a “fare storia”. In un passaparola New York-Torino che porterà a “CAMERA” la grande fotografia nientemeno che del “MoMA” newyorkese. L’appuntamento, su cui – com’è ben comprensibile – è notevole l’attesa, è dal 3 marzo fino al 26 giugnoprossimi. Titolo, “Capolavori della fotografia moderna 1900-1940. La collezione Thomas Walther del Museum of Modern Art, New York”, la mostra – curata da Sarah Hermanson Meister e da Quentin Bajac con il coordinamento di Monica Poggi e Carlo Spinelli– verrà presentata per la prima volta in Italia e ciò inorgoglisce la città e ovviamente i responsabili di “CAMERA” che sottolineano: “L’esposizione è una straordinaria selezione di oltre 230 opere fotografiche della prima metà del XX secolo, capolavori assoluti della storia della fotografia realizzati dai grandi maestri dell’obiettivo, le cui immagini appaiono innovative ancora oggi. Come i contemporanei Matisse, Picasso e Duchamp hanno saputo rivoluzionare il linguaggio delle arti plastiche, così gli autori in mostra, ben 121 tra nomi leggendari e sorprendenti scoperte, hanno ridefinito i canoni della fotografia facendole assumere un ruolo centrale nello sviluppo delle avanguardie di inizio secolo”.

Accanto ad immagini iconiche di fotografi americani come Alfred Stieglitz, Edward Steichen, Paul Strand, Walker Evans o Edward Weston e europei come Max Burchartz, Karl Blossfeldt, Brassaï, Henri Cartier- Bresson, André Kertész e August Sander, la collezione “Walther” valorizza il ruolo centrale delle donne nella prima fotografia moderna, con opere di Berenice Abbott, Marianne Breslauer, Claude Cahun, Lore Feininger, Florence Henri, Irene Hoffmann, Lotte Jocobi, Lee Miller, Tina Modotti, Germaine Krull, Lucia Moholy, Leni Riefenstahl e molte altre. Inoltre, accanto ai capolavori della fotografia del Bauhaus (László Moholy-Nagy, Iwao Yamawaki), del costruttivismo (El Lissitzky, Aleksandr Rodčenko, Gustav Klutsis) e del surrealismo (Man Ray, Maurice Tabard, Raoul Ubac) troveremo anche le sperimentazioni futuriste di Anton Giulio Bragaglia e le composizioni astratte di Luigi Veronesi, due fra gli italiani presenti in mostra insieme a Wanda Wulz e Tina Modotti.

Gianni Milani

(Foto in bianco e nero: Max Burchartz “Lotte (Eye)”, 1928, MoMA, New York)

 

“Martin Parr. We Love Sports”

CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, via delle Rosine 18, Torino, tel. 011/0881150 o www.camera.to

Fino al 13 febbraio

Orari: lun. merc. ven. sab. e dom. 11/19 – giov. 11/21

La Polfer vicina alla famiglia del collega prematuramente scomparso

Cordoglio  ad Asti e a Camerano Casasco, suo paese d’origine, per la morte di Michelino Mele, assistente capo della polizia ferroviaria astigiana

Era in pensione dal 2018, aveva 64 anni ed era  ricoverato all’ospedale di Asti dopo avere  contratto il Covid.  I funerali verranno celebrati sabato mattina a Camerano Casasco, con partenza del corteo funebre alle 10,30 dall’ospedale Cardinal Massaia di Asti.

Studenti o agitatori politici?

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

Le norme vietano i cortei, ma gli studenti (quali ?) insieme ai centri sociali che sono di per se’ violenti, hanno forzato la mano e hanno tentato negli scorsi giorni un corteo che è stato bloccato dalla Polizia che è preposta a far rispettare le leggi anche agli studenti che, fino a prova contraria, non possono godere di trattamenti di favore, come ebbero nell’eterno ‘68 italiano.

Adesso il sindaco di Torino ha giustamente invitato alla calma e si è fatto promotore insieme all’assessore all’istruzione di un incontro in prefettura con gli studenti che ha avuto solo tre partecipanti e che è stato subito sconfessato dalla Consulta degli studenti e dai seguenti gruppi su cui bisogna rivolgere l’attenzione: Fronte della gioventù comunista, il Ksa, Kollettivo studenti auto organizzati,vicino al centro sociale Askstasuna,la Last. Questi gruppi non possono rappresentare gli studenti tuout-court, ma esigue frange di estremisti.
In tempi di pandemia,di difficoltà di scuola in presenza e di dad i veri studenti cercano di studiare e non fanno scioperi e proteste per senso di responsabilità . Anche le famiglie dovrebbero responsabilmente schierarsi per la tutela della salute dei loro figli e per la frequenza della scuola che esce squassata dalla pandemia. Poi tutto all’improsdiso si risolve, derubricando un corteo in una “passeggiata consapevole “scortata dalla polizia.
Non voglio commentare perché so che Prefetto e Questore hanno fatto tutto ciò che era in loro per evitare ogni tensione e far rispettare le leggi. Certo questo andazzo di strumentalizzare gli studenti, anzi gli student* , da parte di estremisti politici va denunciato con fermezza. La pandemia esige da parte di tutti sacrifici e disciplina e non ammette lassismi da parte di nessuno.

Ospedale di Settimo, Gallo (Pd) chiede audizione dei sindaci

“CHIEDO CON URGENZA UN’INFORMATIVA DELL’ASSESSORE ALLA SANITA’, UN’AUDIZIONE DEI SINDACI DELL’ASL TO4 E DEI VERTICI DI SAAPA. E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE CHIAREZZA SUL FUTURO DEL PRESIDIO”

4 febbraio 2022 – “Ho chiesto oggi un’informativa urgente dell’Assessore regionale Icardi in Commissione sanità per ottenere risposte certe sul futuro dell’Ospedale di Settimo Torinese, dal momento che si è conclusa la raccolta delle manifestazioni di interesse sulla struttura. Ho, inoltre, avanzato altre due richieste: l’audizione dell’Assemblea dei Sindaci del territorio dell’Asl To4 e quella dei vertici di Saapa Spa” spiega il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“L’Amministrazione regionale – prosegue Gallo – nei mesi scorsi ha più volte ribadito l’intenzione di potenziare questo presidio ospedaliero e di fronte alle richieste di chiarimenti dei Sindaci del territorio e del nostro Gruppo ha spiegato che la procedura finalizzata alla cessione è “una decisione che assolutamente non contraddice la disponibilità della Regione a prendere in carico l’ospedale tramite l’Asl To4, né comporterebbe alcun detrimento in termini di qualità delle cure in caso di eventuale cessione a terzi della gestione della struttura, soggetta ai rigorosi standard di accreditamento regionale, trattandosi di struttura autorizzata, accreditata e contrattualizzata per l’esercizio di attività sanitarie al pari delle altre strutture private accreditate presenti sul territorio regionale”. Tuttavia, queste parole non ci tranquillizzano affatto e vogliamo certezze sul futuro dell’ospedale di Settimo”.

“Pensavamo – conclude Gallo – che l’annosa vicenda che ha coinvolto un presidio tanto importante per il territorio dell’Asl To4 si concludesse mantenendo l’ospedale pubblico, come avevano sollecitato i Sindaci della zona, ma a quanto pare la Regione potrebbe valutare anche altre ipotesi. Credo sia arrivato il momento di capire quale sia la direzione che l’Assessore alla Sanità vuole seguire, soprattutto in un momento in cui la sanità dovrebbe essere potenziata e funzionare al meglio”.

Il bullismo, la famiglia, la scuola: il “quando” e il “perché” di una tragedia

“Il nodo” di Johnna Adams, sino al 6 febbraio al Carignano per la stagione dello Stabile

Una classe di prima media nella scuola pubblica di Lake Forest, un piccolo centro nei dintorni di Chicago, una pedana e pochi banchi nel chiuso di una stanza. Un luogo che potrebbe essere completamente cancellato, l’universalità rende il “dove” non importante, è importante il “quando”, è importante soprattutto il “perché”. L’azione potremmo ritrovarla qui o chissà dove, non avrebbe nessuna importanza, le troppe storie che leggiamo ormai quotidianamente ci hanno sentiamo che i confini sono stati infelicemente cancellati.

È l’orario per i colloqui con gli insegnanti, la signora Heather Clark, madre single di Gidion, arriva inaspettata – intimamente devastata: la ferita è recente ma quella devastazione non si vede, non è conclamata, si è lì per lottare, quello è un ring, con un ordine da sovvertire mandando ogni cosa a gambe all’aria, è una lotta all’ultimo sangue, per i sentimenti da squadernare non c’è spazio – davanti all’insegnante Corryn Fell, dell’appuntamento non c’è traccia, eppure Heather deve interrogare, deve sapere. Le prime parole aspre, i primi alterchi, i primi tentativi di ricomporre una situazione, le prime ambiguità, quelle stesse ambiguità che sono il perno intorno a cui ruota il testo. Dovrà pur sapere perché suo figlio abbia ricevuto nei giorni precedenti una lettera di sospensione, forse per un comportamento scorretto o per un rimprovero troppo forte, inadeguato, proprio da parte della Fell, perché lo abbia visto tornare a casa con dei lividi, vittima di bullismo?, chi lo abbia picchiato e per quali motivi, se la vittima sia stata lui o se al contrario sia stato proprio lui a molestare, quale peso abbiano avuto quei compagni più vicino a lui. Deve sapere perché pochi istanti dopo si sia chiuso nel garage di casa per non uscirne più.

“Il nodo” della scrittrice americana Johnna Adams, nella traduzione di Vincenzo Manna e Edward Fortes inserito nella stagione dello Stabile torinese, fa domande ed esige risposte, mentre la disgrazia del suicidio di Gidion aleggia in una continua tensione, un realismo che, complice il cambio di luci, si tramuta quasi in una favola, per un attimo, alla lettura dell’ultimo tema del ragazzo. Domande e risposte che faticano ad uscire fuori dalle bocche, e dai cuori, mescolate tra sospiri e urla, tra parole scandite e frasi che nella rabbia si sovrappongono l’una all’altra, tra rimproveri e verità che sfuggono. Il privato si mescola al pubblico, qual è il peso dell’educazione, quale il peso di una famiglia o della scuola, con i piccoli successi e le sconfitte irreparabili, le parole della madre single ribattono a quelle dell’insegnante che meriterebbe in altro tempo una commedia a sé (l’insegnamento forse portato avanti senza gioia, disperatamente subito, non un figlio, non uno straccio di famiglia, i giorni uno eguale all’altro), la ricerca della verità che dura realisticamente 80’, nel quesito senza spegnimento di chi sia la colpa e la responsabilità, la ricerca delle cause e non degli effetti.

Incisiva, alla ricerca di dare ancora più spessore alle parole, ai “momenti”, del testo, la regia di Serena Senigaglia, che cattura con bravura gli anfratti continui che emergono tra le parole; forti interpreti, preziose nella loro verità di attrici, Ambra Angiolini (che è Heather) e Arianna Scommegna (che è Corryn), indimenticata “Misery” un paio di anni fa. Sala osannante, con le attrici a ringraziare in proscenio, pronte allo stupore e anche alla furtiva lacrima. Da vedere, si replica al Carignano sino a domenica 6 febbraio.

Elio Rabbione

Le immagini dello spettacolo sono di Azzurra Primavera