



Il 30 agosto nello splendido anfiteatro della Cantinetta Resort di Roberto Imarisio, raffinato collezionista ed egli stesso versatile artista, avverrà il confronto tra il particolare Surrealismo di Enrico Colombotto Rosso e Leonor Fini, legati da forte amicizia alimentata dalla affinità elettiva.
Una nuova mostra sarà allestita nelle Sale Chiablese di Palazzo Reale dall’8 novembre 2025 al 14 aprile 2026 e dedicata al genio di Orazio Gentileschi, padre della famosa pittrice Artemisia.
La mostra è intitolata “Orazio Gentileschi. Un pittore in viaggio” ed è curata da Annamaria Bava dei Musei Reali di Torino e da Gelsomina Spione dell’Università di Torino.
Orazio Gentileschi è stato uno degli artisti più significativi del Seicento italiano, un grande pittore in sospeso tra il manierismo che si riscontra nei primi anni della sua attività e il nascente linguaggio barocco che, invece, compare in alcune delle sue ultime realizzazioni, sebbene l’artista non si possa assolutamente definire un pittore barocco.
Orazio, nato a Pisa nel 1563, cambiò il cognome da Lomi in Gentileschi, assumendo quello dello zio materno cui era stato affidato durante il suo viaggio a Roma. Già a tredici anni Orazio si trovava a Roma e nella capitale dello Stato pontificio studiò sotto il fratello Aurelio, negli anni Ottanta del Cinquecento, ed ebbe modo di conoscere il Caravaggio. Al 1590 risale la sua prima opera nota dal titolo “Madonna con Bambino e i santi Sebastiano e Francesco” , ora conservata a Pisa a Palazzo Blu. La qualità della sua pittura e la sua fortuna lo resero celebre al pari di Caravaggio, Rubens, van Dick.
In vita fu apprezzato da un grande numero di committenti, regnanti e collezionisti, tra i quali si annoverano Carlo Emanuele I di Savoia, Maria de’ Medici, Filippo IV di Spagna e Carlo I d’Inghilterra.
Eleganza raffinata, unita a un naturalismo luminoso e a un uso poetico del colore, seppe conquistare il pubblico dell’epoca, formato da aristocratici e sovrani, oltre che permettergli di frequentare centri artistici di rilievo e corti italiane e straniere.
La chiave interpretativa della mostra è rappresentata dal tema del viaggio, un itinerario non solo geografico, ma anche artistico e culturale. Cuore della mostra sarà la pala dell’Annunciazione, realizzata nel 1623 per il duca di Savoia e considerata dalla critica uno dei vertici nella pittura di Orazio Gentileschi, uno dei capolavori assoluti della Galleria Sabauda.
Il percorso espositivo ruoterà intorno a quest’opera, attraverso un dialogo serrato tra le opere conservate a Torino e la selezione dei prestiti provenienti da musei italiani, internazionali e collezioni private. L’esposizione si inserisce pienamente nella missione dei Musei Reali di Torino, che da tempo sono impegnati in un’attività di collaborazione e scambio culturale con istituzioni nazionali e straniere.
Mara Martellotta
Dal 12 settembre prossimo Palazzo Falletti di Barolo ospiterà, fino all’11 gennaio 2026, la mostra fotografica dedicata a Bruno Barbey, in collaborazione con Magnum Photos e l’archivio Bruno Barbey.
L’esposizione, che si intitola “Bruno Barbey. Gli Italiani” è prodotta da Ares e nasce da una selezione eseguita dallo stesso artista, nato in Marocco nel 1941 e deceduto a Parigi nel 2020, una selezione composta da un centinaio di fotografie in bianco e nero scattate tra il 1962 e il 1966.
Si tratta di una mostra di fotografie che raccontano l’Italia all’epoca del cosiddetto miracolo economico, immagini di un’Italia, quella degli anni Sessanta del secolo scorso, vista attraverso le istantanee di Bruno Barbey, fotografo francese di origini marocchine, uno dei maestri di Magnum Photos che, in oltre cinquanta anni di carriera, ha documentato conflitti internazionali e mutamenti sociali in tutto il mondo.
Tra il 1962 e il 1966, poco più che ventenne, Bruno Barbey ha esplorato la penisola italiana in tutta la sua estensione, al volante del suo maggiolino Volkswagen, documentando una società in completo mutamento, da una parte ancora fiaccata dalla guerra, ma dall’altra già rinvigorita da nuove speranze, con il Nord lanciato verso il sogno metropolitano e il Sud che procedeva a fatica nella ricostruzione.
Bruno Barbey costruisce un vero e proprio affresco visivo di un’Italia in via di trasformazione, sospesa tra modernità e tradizione, tra sviluppo economico e tensioni sociali. Il suo approccio, profondamente empatico e mai invadente, riesce a cogliere l’essenza vera degli italiani nel loro senso di comunità, nella loro teatralità, resilienza e gioia di vivere.
Attraverso i suoi ritratti di mendicanti, aristocratici, suore, bambini di strada, ci ha restituito uno dei reportage più vividi dell’Italia degli anni Sessanta.
“Gli Italiani” di Bruno Barbey rappresentano un documento prezioso, capace di far rivivere un passato recente con uno sguardo nuovo e di far riflettere sull’identità culturale del nostro Paese. Il centinaio di fotografie in bianco e nero che compongono la mostra sono state selezionate dall’artista poco prima della sua scomparsa.
Mara Martellotta
E’ morto nelle scorse ore mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo emerito di Torino. Aveva 80 anni. Da alcune settimane era ricoverato all’ospedale Gradenigo in corso Regina Margherita per una polmonite. L’arcivescovo emerito il prossimo 5 ottobre avrebbe compiuto 81 anni. Nosiglia è mancato nella notte all’Hospice Cottolengo di Chieri dove era stato trasferito.
La notizia della morte di mons. Nosiglia è stata annunciata dal cardinale Repole, attuale arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa: «Ho potuto visitare Nosiglia fino all’ultimo giorno e accompagnarlo nella preghiera. Uno dei primi ricordi che affiorano in queste ore è lo stile del suo servizio alla Chiesa e alla Città, uno stile instancabile: non si fermava mai, tanti lo ricordano così. Credo che Torino e Susa conserveranno memoria grata del suo desiderio di stare a fianco dei poveri e dei carcerati, dei migranti, dei lavoratori delle tante aziende in crisi: ha cercato di scuotere le coscienze e di mobilitare la solidarietà, penso che sia stato il suo dono più bello”.
La Biografia
Mons. Nosiglia era nato il 5 ottobre 1944 a Rossiglione, nella diocesi di Acqui e provincia di Genova. Dopo aver compiuto gli studi nel Seminario di Acqui Terme, conseguì la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e quella in Sacra Scrittura presso il Pontifico Istituto Biblico a Roma.
Era stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 per la diocesi di Acqui.
Tra i suoi incarichi pastorali più significativi: dal 1968 al 1975 collaboratore nella parrocchia di San Giovanni Battista De Rossi a Roma; dal 1971 al 1983 addetto all’Ufficio Catechistico nazionale della C.E.I.; dal 1975 al 1991 collaboratore nella parrocchia di San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti; dal 1978 al 1980 docente di Teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; dal 1983 al 1986 vicedirettore dell’Ufficio Catechistico nazionale C.E.I.; dal 1986 al 1991 direttore dell’Ufficio Catechistico nazionale della C.E.I.
Eletto alla Chiesa titolare di Vittoriana e nominato vescovo ausiliare di Roma il 6 luglio 1991, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 settembre successivo. Durante il Sinodo di Roma ha ricoperto gli incarichi di relatore generale e presidente della Commissione post-sinodale. Il 19 luglio 1996 è stato nominato vicegerente di Roma con il titolo personale di arcivescovo. Il 6 ottobre 2003 è stato trasferito alla diocesi di Vicenza.
A livello nazionale, è stato anche presidente del Consiglio nazionale della Scuola Cattolica, presidente dell’Organismo internazionale dell’Educazione Cattolica (OIEC), nonché delegato del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa per la Catechesi e l’Università.
Nell’ambito della Conferenza Episcopale Italiana è stato membro della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede (1992-1999), segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica (1995-2000) e presidente della stessa Commissione (2000-2005), infine vice-presidente della Conferenza Episcopale Italiana (2010-2015).
In occasione del grande Giubileo dell’anno 2000 gli sono state affidate la vicepresidenza della Commissione Pastorale-Missionaria del Comitato centrale, la presidenza del Comitato Italiano per la Giornata mondiale della Gioventù e la vicepresidenza del Congresso Eucaristico Internazionale. Inoltre, è stato membro del Consiglio internazionale per la Catechesi della Congregazione per il Clero. È stato presidente del Comitato preparatorio del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze 2015.
Dall’11 ottobre 2010 al 19 febbraio 2022 è stato arcivescovo di Torino. Dal gennaio 2011 – fino alla fine del suo incarico episcopale – è stato presidente della Conferenza episcopale del Piemonte e Valle d’Aosta e Membro del Consiglio episcopale permanente della CEI.
Nell’anno del compimento del 75-mo anno di età, il 1° agosto 2019, S. Eusebio, patrono del Piemonte, papa Francesco aveva confermato mons. Nosiglia arcivescovo di Torino per altri due anni. Il 12 ottobre 2019 era stato nominato anche amministratore apostolico della Diocesi di Susa.
Sabato 19 febbraio 2022, in concomitanza all’annuncio ufficiale della designazione del nuovo arcivescovo di Torino, nominato anche Vescovo di Susa, nella persona dell’allora can. Roberto Repole, il Pontefice aveva nominato mons. Nosiglia amministratore apostolico di Torino, attribuendogli i diritti, le facoltà, i compiti che spettano al vescovo diocesano. Egli, pertanto, ha continuato nell’esercizio di tali munera fino alla presa di possesso canonico delle due Diocesi da parte del successore designato, mons. Roberto Repole, avvenuta sabato 7 maggio 2022.
(www.diocesi.torino.it)
Vi riproponiamo una intervista a mons. Nosiglia di qualche anno fa realizzata da Francesco Valente
Monsignor Nosiglia, durante la commemorazione dei defunti del 2017, concesse una breve intervista-riflessione al nostro giornale sull’importanza del silenzio in generale e che dovrebbe essere dominante nei cimiteri. Purtroppo, in quell’anno, erano stati concessi alcuni “concerti” al Monumentale, dove il silenzio è stato violato. Credo che ricordare la figura dell’Arcivescovo con queste immagini e queste parole pronunciate direttamente da Lui sia il modo migliore per ricordare la Sua figura senza ricorrere a particolari elegie funebri che, in queste situazioni, vengono elargite in abbondanza.
Il silenzio, oggi, sembra una promessa tradita: siamo immersi nella società del rumore, nel chiasso che non tace. Le notizie affollano la mente, e forse toccano poco il cuore. La televisione resta accesa, i mass media ci avvolgono, e anche i telefonini gridano nel silenzio degli altri. Pensiamo ai giovani: dove trovare un luogo che sappia custodire momenti di silenzio veri?
Il cimitero potrebbe custodire questo dono: uno spazio dove la gente si incontra per pregare, da soli o in famiglia, accanto alla tomba dei cari, e lo fa in silenzio. A volte nessuna parola viene pronunciata, perché non la si ricorda o non la si sa più, ma resta un segno profondissimo di affetto e di fede. Conserviamolo.
Eppure il silenzio andrebbe ritrovato anche altrove: nelle nostre case, nelle nostre comunità, sia cristiane sia civili. Viviamo oggi come in un mercato, con suoni e parole che si accavallano. Al mercato si va, ed è giusto così; ma la vita non deve restare solo uno scambio di merci. Servono momenti di riflessione: su ciò che accade, su ciò che si fa, su ciò che si dovrebbe fare. Se non ci si ferma a meditare partendo dall’anima, dall’interiorità, si lascia che le occasioni e l’apparenza prendano il sopravvento. E, alla fine, queste esteriorità non producono frutto, ma lasciano dentro un vuoto.
Francesco Valente
Guarda il video:
Con la fine dell’estate e le prime giornate d’autunno torna il desiderio di gite fuori porta che, seppure a pochi chilometri da casa, possano offrire spunti di visita originali ed adatti a tutta la famiglia.
A breve distanza da Torino, domenica 31 agosto (orario indicativo dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 fino alle 17.30 )alcune Dimore Storiche del Pinerolese iscritte all’ A.D.S.I (Associazione dimore storiche Italiane) aprono le porte al pubblico per visite accompagnate dagli stessi proprietari (a pagamento). Ville, palazzi ed antiche proprietà di epoche e stili diversi fra loro che preservano il fascino e le suggestioni tramandate e custodite da generazioni. Attraverso testimonianze ed aneddoti sarà possibile ricomporre momenti di arte, economia storia pubblica e privata del Piemonte. L’itinerario intende valorizzare sotto un profilo turistico – culturale una zona del Piemonte che fu strategica per la storia,l’arte e l’economia della regione e della stessa Capitale.
Ecco l’elenco delle dimore aperte domenica 31 agosto
Bricherasio Palazzo dei Conti di Bricherasio
Pinerolo Villa Le Peschiere (ultima apertura di stagione)
Cascina Losetta – Tenuta del Colombretto
Parco Storico il Torrione
Piobesi T.se Villa La Paesana
Piossasco Casa Lajolo
San Secondo di Pinerolo Castello di Miradolo
Villafranca Piemonte Castello di Marchierù
Castello dei Conti Piossasco
Volvera Palazzotto Juva
Oltre alla abituale visita guidata, da segnalare che Cascina Losetta propone nel pomeriggio letture per bambini seguita da merenda per tutti con gelato e Palazzotto Juva di Volvera invita alla visita di una mostra d’arte.
“Desidero esprimere il cordoglio e la vicinanza della Città di Torino alla Diocesi torinese, a quella di Susa e ai suoi cari per la scomparsa dell’arcivescovo Cesare Nosiglia – ha affermato il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo -. La Città ed il territorio torinese perdono un interlocutore attento ai problemi sociali, alle difficoltà delle lavoratrici e dei lavoratori e impegnato nel costruire una comunità inclusiva e accogliente, soprattutto per i più giovani. Come istituzioni cercheremo di fare tesoro del suo prezioso insegnamento”.
ALESSI (CAPOGRUPPO FDI CIRCOSCRIZIONE 7): SITUAZIONE INACCETTABILE COME SEMPRE. CITTA’ E SINDACO NON PERVENUTI. SEGNALAZIONE ALL’ASL
Come negli anni passati, come nei mesi passati, come nei giorni passati, ieri e questa mattina la situazione del Giardino MTC è INACCETTABILE sia dal punto di vista del decoro, sia dal punto dell’igiene pubblica.
Finora di progetti ce ne sono stati tanti e non hanno dato risultati. Noi come Fratelli d’Italia avevamo proposto il daspo urbano, il divieto di vendita e consumo di alcolici h 24, un bagno pubblico: tutto bocciato dalla maggioranza di sinistra.
Ora insieme ai colleghi di FdI in Circoscrizione 7 Francesco Caria e Domenico Giovannini faremo anche una segnalazione all’Asl perché vi sono wc a cielo aperto, e non solo, che sono un problema igienico-sanitario.
Alcuni cittadini, non tutti, vogliono chiudere il Giardino di notte pensando di risolvere parte dei problemi, allora perché come provocazione non chiuderlo h24 per 3 mesi? Anche se così non si risolverebbero le criticità ma magari si sposterebbero al vicino e nuovo Giardino di Via Saint Bon ….che già inizia avere delle criticità….

LE CRITICITA’ VANNO AFFRONTATE IN TEMPO, PURTROPPO IN CERTI TRATTI DI QUARTIERE LA CITTA’ E’ “NON PERVENUTA”…..AL MASSIMO “MONITORA”….
Un grazie come sempre alle FdO che ogni tanto intervengono ma senza la “volontà politica” di chi Amministra la Città e la Circoscrizione 7 non si affrontano i problemi esistenti nel modo giusto.
Anni fa ho chiesto personalmente di dotare l’area di videosorveglianza, credendo fosse un passo concreto verso una maggiore sicurezza urbana. Oggi mi trovo a constatare che quelle telecamere (ben 6) sembrano servire solo a posteriori, se avviene qualcosa di molto grave come un omicidio, e non a prevenire il disagio quotidiano di chi vive o attraversa il Giardino.
Dove hanno la residenza le persone che bivaccano, spacciano, vendono alimenti, svolgono il mestiere dei parrucchieri, e altro a MTC? Hanno regolari contratti di affitto? I controlli devono essere a 360° sennò tutto rimane come sempre e può solo peggiorare
Le parole non bastano più. Servono interventi veri, misurabili, con tempi certi.
PATRIZIA ALESSI