ilTorinese

I bandi regionali per l’assegnazione di vigneti a DOCG

Vini del Piemonte di qualità:  Gavi, Barolo, Barbaresco, Asti e Roero Arneis.

 

I Consorzi di tutela delle Docg Gavi, Barolo, Barbaresco, Asti, Roero hanno previsto un’espansione degli ettari vitati nei propri territori di produzione e hanno presentato alla Regione Piemonte una programmazione annuale o triennale al fine di ottenere il riconoscimento di nuovi vigneti Docg.

L’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ha pertanto aperto i bandi regionali 2023 rivolti alle aziende agricole piemontesi per richiedere l’assegnazione delle superfici vitate destinate alla produzione delle Docg dei Consorzi di riferimento.

In virtù della sempre più presente richiesta sul mercato dei vini piemontesi di qualità, la Regione Piemonte si è attività aprendo i primi bandi secondo le esigenze espresse da questi Consorzi di tutela. Aumenteranno così in modo graduale la superficie di vigneti per la produzione dei vini eccellenti a denominazione di origine controllata e garantita”, precisa l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte Marco Protopapa.

Il termine ultimo per la presentazione delle domande per la richiesta di assegnazione delle superfici Docg di Barolo, Barbaresco, Gavi è il 10 febbraio; per l’Asti è il 15 febbraio e per il Roero il 3 marzo. Maggiori dettagli sul sito della Regione Piemonte al link https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/viticoltura-enologia/superfici-iscrivibili-schedario

Congo Italia. Ripensare il passato

In mostra a Palazzo Madama, gli scatti in bianco e nero realizzati in Congo, nei primi decenni del Novecento, dall’ingegnere-fotografo Carlo Sesti

Fino al 27 febbraio

Una laurea in ingegneria civile acquisita a Padova con l’idea di impegnarsi da subito nell’ambito delle costruzioni ferroviarie, un covare da tempo quel sottile irrequieto “mal d’Africa” (condiviso, a inizi Novecento, da tanti illustri e meno illustri personaggi) e una passione “ribollente” per la fotografia: c’è indubbiamente tutto questo nella decisione di Giuseppe Carlo Sesti (Modena, 1873 – Torino, 1954) di lavorare, dal 1900 al 1919, alle dipendenze della “Compagnie du chemin de fer du Congo”, dal 1902 “Compagnie du chemin de fer du Congo supérieur aux Grands Lacs africains” .

E’ lui stesso a raccontare nella biografia “Pioniere d’Africa”, scritta da Riccardo Gualino nel 1938 per i tipi di “F.lli Treves Editori”, la sua decisione di partire per il Congo: “Le ombre di Livingstone e degli altri grandi pionieri turbavano da anni i miei pensieri. Che cosa c’era laggiù in quei luoghi misteriosi? Oh, poter evadere dal nostro piccolo mondo per andare in quell’Africa sconfinata e tenebrosa, a ricercarvi emozioni impensate e ignote avventure!”. Ed è proprio da quell’Africa (prima “Stato libero del Congo” e poi, dal 1908 al 1960, “Congo belga”) esplorata – macchina fotografica, sempre, fedele compagna di strada – in vaste zone, dal Kivu al Russisi ai territori intorno al lago Albert-Edwuard, che arrivano le immagini impresse su oltre trecento lastre, di cui sedici esposte oggi in mostra (fino a lunedì 27 febbraio) al primo piano di “Palazzo Madama” a Torino. Seguendo i modelli di una certa fotografia colonialista dell’epoca , le immagini, stampate in sale d’argento in occasione della mostra, sono parte di un nucleo di 343 lastre realizzate da Sesti e conservate oggi al “Museo di Antropologia ed Etnografia” dell’“Università di Torino”, recentemente restaurate grazie al progetto “Strategia Fotografia 2020” del “Ministero della Cultura”. In esse ritroviamo frequenti stereotipi di altri fondi fotografici dello stesso periodo: paesaggi, popolazioni indigene, compagni di lavoro, i nudi di donna molto in voga fra i colonizzatori dell’epoca, così come i ritratti in divisa bianca e caschetto. L’occhio indugia sui particolari cristallizzati con rigore e curiosità, documentando una realtà non facile ma, tutto sommato, ben accetta e senza mai una palese critica (che, se possibile, non avrebbe guastato!) allo sfruttamento coloniale. La rassegna in “Palazzo Madama” si inserisce nell’ambito della seconda edizione (ispirata al tema delle “Radici”) del “Black History Month Torino”, dedicato alla storia e alla cultura afrodiscendente, promossa dall’ “Associazione Donne Africa Subsahariana e Seconda generazione”. Accanto alle  foto di Carlo Sesti, nel “Museo” di piazza Castello,  troviamo esposte anche alcune “figure di potere” realizzate in legno dalle popolazioni Luba e Songye, che furono acquisite da un altro ingegnere, Tiziano Veggia (1893-1957), durante il suo soggiorno in Congo e donate nel 1955 al “Museo Civico di Torino – Palazzo Madama”.


“L’interesse dell’Italia
– ricordano al Museo – per l’immenso territorio congolese si manifesta a fine Ottocento, quando numerosi lavoratori italiani (medici, ingegneri, tecnici, magistrati e militari) furono impiegati dallo ‘Stato Indipendente del Congo’ di Leopoldo II del Belgio nel sistematico sfruttamento delle risorse della regione. Ai primi del Novecento una campagna internazionale denunciò le atrocità subite dalle popolazioni, inducendo il Belgio a istituire la colonia”.

Un passato troppo spesso e ingiustamente dimenticato e che oggi, nel contesto di una società profondamente multiculturale, è quanto mai necessario ripensare. A questo dovrebbero servire anche le quattro settimane di eventi, laboratori, mostre, convegni e occasioni di riflessione sulla storia africana, il colonialismo, la migrazione e la contemporaneità in diversi luoghi del territorio, organizzate fino a domenica 26 febbraio – in occasione del “Black History Month Torino” – nella “Sala Feste” e nella “Corte Medievale” di “Palazzo Madama”.

Prenotazione obbligatoria: blackhistorymonthto@gmail.com

Gianni Milani

“Congo Italia. Ripensare il passato”

Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Antica, piazza Castello, torino; tel. 011/4433501 o www.palazzomadamatorino.it

Fino al 27 febbraio

Orari: lun. merc. giov. ven. sab. e dom. 10/18; mart. chiusura

 

Nelle foto:

–       “Ritratto di famiglia”, 1900 – 1919

–       “Passaggio del treno”, 1900-1919

–       “Maniema”, Villaggio a nord del lago Alberto Nyanza, 1904-1906

–       “Sculture raffiguranti figure protettrici (Mankishi), Popolazione Songye, ante 1951. Dono Tiziano Veggia, 1955. Torino, Palazzo Madama

“Viaggio della memoria attraverso l’esodo delle genti del confine orientale” per il Giorno del Ricordo

Si intitola “Viaggio della memoria attraverso l’esodo delle genti del confine orientale” la mostra con cui quest’anno il Consiglio regionale celebra il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio.

La mostra, che sarà esposta dall’1 al 15 febbraio 2023 nelle vetrine dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico di via Arsenale 14/G, è organizzata dalla sezione di Torino dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia – ANVGD.

L’inaugurazione si svolgerà mercoledì 1° febbraio alle 11 nei locali dell’Urp di via Arsenale 14/G a Torino, alla presenza del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Stefano Allasia e dei rappresentanti dell’associazione ANVGD: Antonio Vatta e Andor Brakus presidente e vicepresidente, i consiglieri Nello BelciWalter Cnapich e Giuliana FilippovicMario Biasiol autore del plastico, l’autore Egidio Rocchi.

L’esposizione è divisa in tre parti: l’esodo vero e proprio con le partenze degli esuli, la descrizione dei luoghi che sono stati da loro forzatamente abbandonati nei territori della ex Jugoslavia ed infine il plastico del villaggio di baracche di corso Polonia a Torino (attuale corso Unità d’Italia) che, sorto nel 1947 sulle rive del Po per ospitare profughi e sfollati provenienti da diverse zone, venne smantellato soltanto nel 1961 in vista delle manifestazioni per l’anniversario dell’Unità d’Italia.

Le tre sezioni sono raccontate attraverso una quindicina di fotografie e 12 dipinti realizzati dagli esuli che, traferiti a Torino, non hanno mai dimenticato la propria terra di origine: Luigi Buranello, Maria Cervai, Luigi Cnapich, Piero De Gennaro, Algerio De Luca, Antonio Donorà, Gianfranco Gavinelli, Michele Privileggi, Aurelia Pusar, Alfredo Sficco, Aldo Sponza, Tullio Tulliach.

Si sente male e muore al volante della sua auto

Ha avuto un malore mentre era volante della sua vettura ed è morto. Quando è giunto il personale della Croce Rossa per l’uomo non c’era più nulla da fare. È successo a Vercelli, in via Derna, all’angolo con via Massaua. Sul posto la polizia.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

La lunga notte di Sarajevo nelle foto di Paolo Siccardi

Giovedì 9 febbraio, dalle 17,30 alle 21,00, verrà inaugurata presso il Museo Storico Nazionale d’Artiglieria nel Mastio della Cittadella di Torino la mostra fotografica di Paolo Siccardi “La lunga notte di Sarajevo – 5 aprile 1992/29nfebbraio 1996”.

L’evento è organizzato dall’Associazione La Porta di Vetro, presieduta dall’ex giornalista RAI Michele Ruggiero. La mostra sarà visitabile presso il Museo dell’Artiglieria tutti i giorni dal 10 febbraio al 19 marzo, dalle 9,00 alle 19,00 con ingresso gratuito. Ancora una volta la Porta di Vetro ha deciso di utilizzare il linguaggio fotografico per dare respiro a eventi che appartengono alla nostra storia contemporanea, dopo “Torino ferita” e “Città ferite” sugli anni del terrorismo in Italia, focalizzando il drammatico assedio di Sarajevo, durato quattro anni, durante la guerra nei Balcani della prima metà degli anni ’90. L’iniziativa, sostenuta dal Consiglio regionale del Piemonte e dal Comitato regionale dei Diritti Umani, patrocinata dalla Città di Torino, è frutto della collaborazione con la Direzione del Museo di Artiglieria, cui si deve l’ospitalità, e l’Anarti, l’Associazione Artiglieri d’Italia, che ha inserito la mostra all’interno delle manifestazioni previste per il Centenario della sua costituzione. Le foto rappresentano il lavoro del fotoreporter free-lance torinese Paolo Siccardi,testimone attento e scrupoloso, nei suoi continui reportage in quegli anni a Sarajevo. Uno sguardo sull’orrore dei conflitti armati che riporta all’attualità dei nostri giorni. La mostra raccoglie trenta immagini in bianco e nero di medio-grande formato, suddivise in cinque gruppi con l’intento di rendere visibile l’attesa delle persone intrappolate nel catino sarajevese, tenute sotto scacco dal tiro dei cecchini e dalla martellante pioggia di granate. Paolo Siccardi, giornalista e photoreporter free-lance torinese, è autore di diversi libri e mostre fotografiche. Il suo percorso professionale è iniziato documentando a Torino le lotte operaie e alla fine degli anni di piombo, i primi processi per terrorismo. I suoi reportages prevalentemente a carattere sociale, sono stati pubblicati dai più importanti giornali italiani ed esteri. Tra i più significativi: la guerra in Afghanistan durante l’invasione sovietica nel 1986 che seguirà fino al 2009 con la missione Isaf. Il Nicaragua sandinista e nel 1991 la prima guerra del Golfo con l’Iraq di Saddam Hussein. Per dieci anni ha seguito i conflitti nell’ex Jugoslavia (Slovenia, Croazia, Bosnia, Macedonia fino al 1999 in Kosovo). Era in Romania prima e dopo la caduta del regime di Ceausescu per seguire la condizione infantile dei bambini sieropositivi e i ragazzi di strada. In Africa nord-occidentale (Libia, Marocco, Senegal, Costa d’Avorio, Repubblica Popolare del Benin e Togo). Dal 2000 ha iniziato la sua collaborazione esclusiva con il settimanale Famiglia Cristiana che lo ha portato diverse volte in Sud Sudan con i progetti di Unicef, AMREF e Flying Doctors per documentare la condizione umanitaria e lo scoppio del conflitto. Nell’ottobre 2012 è stato in Siria nella città assediata di Aleppo, a Gaza e West Bank per seguire i progetti dell’ONG inglese Oxfam. Nel 2015 inizia a seguire il conflitto nel Donbass in Ucraina che l’ha portato più volte in quella regione. Dal gennaio del 2016 lavora sulle rotte migratorie e sui profughi in fuga dalle guerre attraverso la Wester Balk Route. Vincitore del premio giornalistico per il migliore reportage di guerra nel 2002, promosso dall’Ordine dei Giornalisti dell’Abruzzo ha ricevuto la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica per la partecipazione alla mostra fotografica collettiva “Exodos” del 2017.

Ecco il primo parco giochi inclusivo di Rivalta

PARCO MARIELE, GIOCO E DIVERTIMENTO SONO PER TUTTI

Da oggi Rivalta ha il suo parco giochi inclusivo. È stato inaugurato questa mattina, alla
presenza di oltre duecento bambini delle scuole rivaltesi, nell’area verde di viale Vif il “Parco
Mariele”, luogo dove bambine e bambini possono giocare in sicurezza e in piena libertà.
Giochi, installazioni, materiali e percorsi sono stati progettati e realizzati per far sì che tutti
possano divertirsi e incontrarsi, rispettando esigenze e fragilità di ciascuno.

Non a caso per il taglio del nastro è stato scelto il 3 febbraio, Giornata dei Calzini Spaiati,
ricorrenza nata per promuovere il più vero e semplice spirito dell’amicizia, che non
discrimina e rispetta le specificità di tutti.

«Ho detto ai bambini che questo giardino è un posto speciale che tutti, ma proprio tutti
potranno usare, un luogo magico dove ritrovarsi insieme, festeggiare il proprio compleanno,
chiamare l’amico lontano» ha detto il sindaco Sergio Muro. «È da qui che bisogna partire per
comprenderne l’importanza e sensibilizzare alla realizzazione di nuove strutture inclusive e
all’adeguamento di quelle esistenti in chiave sostenibile».

Proprio questo, come sancito dall’articolo 31 della Convenzione internazionale Unicef sui
diritti dell’infanzia, è l’obiettivo di un “parco inclusivo”: rendere fruibile un luogo a persone
con difficoltà – motorie o sensoriali – che altrimenti resterebbero escluse da qualsiasi
possibilità di godere di uno dei diritti basilari dell’infanzia.

Ecco perché le dotazioni del nuovo parco sono prive di barriere per il passaggio di sedie a
rotelle, sono provviste di sistemi di stabilizzazione, permettono di interagire con i cinque
sensi e stimolano coordinazione motoria e sviluppo delle capacità logiche. A questi si
aggiungono poi spazi verdi che completano la trasformazione del parco in una vera palestra
di gioco.

All’allestimento del “Parco Mariele” ha partecipato, accanto ai progettisti e ai tecnici
dell’amministrazione rivaltese, un gruppo di genitori nato nell’ambito del progetto “Attivare
scintille”: con la loro esperienza le mamme e i papà di Rivalta hanno saputo suggerire
miglioramenti e ideare soluzioni, condividendo sguardi e visioni diverse.

«Il nuovo parco è stato intitolato a Maria Rachele Ventre, la fondatrice del Piccolo Coro
dell’Antoniano di Bologna. E non è stata una scelta casuale» ha spiegato il vicesindaco
Agnese Orlandini. «Mariele per decenni, dedicando la sua attività professionale ai più
giovani, ha insegnato e applicato nella quotidianità nuovi ideali etici e pedagogici che
l’hanno resa straordinariamente popolare e vicina al cuore della gente».

Programmi dell’accesso, scadenza il 28 febbraio

È fissato per martedì 28 febbraio il termine per la presentazione delle domande per i programmi dell’accesso relativi al secondo trimestre 2023.

I programmi dell’accesso sono uno spazio televisivo e radiofonico gratuito e autogestito, della durata massima di cinque minuti, messo a disposizione per la comunicazione di soggetti collettivi – tra cui per esempio associazioni e onlus, autonomie locali, gruppi di rilevante interesse sociale, gruppi etnici e religiosi, sindacati, movimenti politici – grazie al protocollo d’intesa fra Corecom e Centro di produzione tv Rai.

I programmi devono essere prodotti in lingua italiana e possono essere realizzati in modo autonomo o con il supporto tecnico gratuito della sede regionale della Rai.

Il procedimento di accesso alle trasmissioni radiofoniche e televisive su Rai 3 Piemonte è gestito dal Corecom, che istruisce le istanze, ne valuta l’ammissibilità e svolge, inoltre, l’attività di vigilanza sul rispetto degli impegni assunti dai soggetti ammessi e sull’esecuzione dei piani di messa in onda.

La domanda di ammissione ai programmi può essere inviata a mezzo posta certificata all’indirizzo corecom@cert.cr.piemonte.it, via fax (011 5757845), per raccomandata con avviso di ricevimento, all’indirizzo Consiglio regionale del Piemonte – Settore Corecom Piemonte  (via Alfieri 15 – 10121 Torino), oppure presentata a mano al Corecom Piemonte  (in piazza Solferino 22 a Torino, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30, telefonando preventivamente per conferma).

Il bando e la documentazione di riferimento sono pubblicati sulla pagina del Corecom e sul bollettino ufficiale regionale:

http://www.cr.piemonte.it/web/per-il-cittadino/corecom/cosa-facciamo/programmi-dell-accesso

http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/05/attach/aa_aa_comunicato%20del%20consiglio%20regionale_2023-01-30_84454.pdf

Autonomia, Ravetti (PD) “Solo propaganda a favore della Lega in vista delle elezioni lombarde”

<Il provvedimento del Consiglio dei Ministri sull’autonomia regionale differenziata è una scatola vuota che rimanda i contenuti al dibattito parlamentare. La questione sarà seria quando si discuterà di livelli essenziali delle prestazioni e di allocazione delle risorse. – commenta Domenico Ravetti, consigliere regionale PD e vice presidente della Commissione regionale che si occupa dalla materia.

<Ho già detto che non ho un approccio ideologico al tema e che non serve a niente un dibattito superficiale – aggiunge il consigliere dem – Non voglio un’Italia a più velocità ma nemmeno questo stato delle cose dove di fatto, per esempio, in tema di qualità dei servizi socio sanitari, il Paese mostra differenze evidentissime. Il sud è ora che è in svantaggio rispetto al nord>.

<Siccome la propaganda fa gioco alla destra chiedo per l’ennesima volta un confronto serio al presidente della Giunta regionale in Commissione o in Aula> conclude Ravetti.

Nuovo menù al ristorante della Rocca di Arignano

La Locanda della Rocca di Arignano riapre con nuovi orari e nuovi menu.

A partire dal 1 febbraio, infatti, è aperta il venerdì e il sabato a cena, la domenica a pranzo. Negli altri giorni La Locanda della Rocca apre anche a pranzo e a cena ma SOLO per tavoli di almeno 10 PERSONE e SOLO SU PRENOTAZIONE.

Ma la vera novità del 2023 è il nuovo menu. Il nostro chef Lorenzo Careggio ha infatti dato vita a quello che potremmo definire un vero e proprio percorso di degustazione alla scoperta del mondo de La Rocca. Punto di partenza saranno ingredienti semplici e di stagione, principalmente del territorio e molto spesso del nostro orto, che grazie a lavorazioni e combinazioni particolari si trasformeranno in piatti unici. Si potrà scegliere fra un percorso degustazione di tre o cinque portate, declinato in due varianti: una con pesce di lago e carne, una vegetariana.

Anche per gli ospiti dell’hotel il 2023 porta una bella news: la possibilità di cenare o di fare un light lunch all’interno della struttura nei giorni di lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica.

Nelle stesse sere, dalle 18 alle 20, per ospiti dell’hotel e non, resta confermato l’appuntamento con gli Aperientes, i nostri aperitivi. Potrete scegliere tra buon cocktail, un buon vino dalla nostra cantina o quello che più vi piace. I drink saranno sempre accompagnati da piccoli stuzzichini diversi di volta in volta, secondo la fantasia della cucina e della stagionalità.

A Torino Sabato 4 Febbraio “Riapriamo le Porte” per garantire a tutti l’accesso alle cure

Riceviamo e pubblichiamo
“La salute è un diritto fondamentale per ogni individuo, e la sua  promozione è essenziale per garantire una vita lunga e sana”
Con questo in mente, il Comitato di Sana e Robusta Costituzione in collaborazione con il Coordinamento
Piemonte per i Diritti Umani, a Torino Sabato 4 Febbraio 2023, con interventi mirati presso le strutture  sanitarie  dalle ore 10:00 alle ore 17:30, promuove l’Operazione “Riapriamo le Porte”, per chiedere:
1) di garantire l’accesso alle cure a tutti;
2) l’abrogazione totale del green pass e del tampone per accedere ai percorsi diagnostici e terapeutici, in
quanto ancora oggi alcune strutture limitano l’accesso;
3) la riapertura totale alle visite dei parenti sia nei reparti ordinari sia nelle terapie intensive senza restrizione alcuna e aumentarne il tempo di permanenza che gioverebbe non solo ai pazienti ma anche al personale sanitario che sarebbe sgravato da alcune incombenze;
4) la fine della richiesta di autocertificazione dell’assenza sintomatologica, perché siamo fuori
emergenza sanitaria da quasi 1 anno;

per ribadire queste richieste invitiamo tutti i cittadini ad unirsi al PRESIDIO di fronte all’Ospedale

“MOLINETTE” di Torino, in Corso Bramante, dalle ore 16 di Sabato 4 febbraio 2023.
Tutto questo nel pieno rispetto delle disposizioni normative vigenti in quanto con la conversione in legge
del decreto-legge 162/2022 (legge 199/2022) sono stati abrogati gli artt. 1 bis, commi 1 bis, 1 ter, 1 quater, 1 quinquies, 1 sexies e 1 septies del decreto legge 44/2021 e gli artt. 2 bis e 2 quater del decreto legge 52/2021
Pertanto, il certificato verde Covid-19 non è più necessario per l’accesso ad ospedali e strutture di ricovero.
Non è necessario nemmeno possedere o esibire una certificazione di tampone negativo al Covid-19,
trattandosi di un adempimento che non è previsto da alcuna norma.
Resta solo l’obbligo di indossare una mascherina chirurgica previsto dall’ordinanza del 31 ottobre 2022 del Ministero della Salute prorogata sino al 30 aprile 2023 con ordinanza del 31 dicembre 2022.
Siamo impegnati a migliorare la salute e il benessere della comunità e continueremo a lavorare sodo per
raggiungere questo obiettivo.

Invitiamo tutti a unirsi a noi in questo sforzo per migliorare la salute e il

benessere della comunità.


Ufficio Stampa Coordinamento Piemonte per i Diritti Umani