ilTorinese

Due anni all’assistente di Vattimo

All’assistente del prof. Gianni Vattimo due  anni di carcere per essersi fatto nominare suo erede. Sono queste le conclusioni del processo per il collaboratore  trentottenne  che da anni vive e lavora nella casa del filosofo. Il tribunale di Torino ha stabilito la responsabilità dell’assistente  al quale ha anche inflitto una multa di 900 euro.

Stille del mio silere: come la segreta linfa della mia Terra ispira il mio discernimento

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Salvatore Seguenzia è un siciliano verace nato ad Augusta (SR) il 19 maggio del 1969; sposato, padre di due figli e laureato: vive nella sua città natale, un’isola nell’Isola. Un fazzoletto di terra piena di storia, cultura e fascino posta in un meraviglioso angolo del Mediterraneo. Uno dei più bei posti della Sicilia con una stupenda scogliera selvaggia, il cui mare (fonte della sua ispirazione), caldo ed avvolgente, ha una cromatura blu tiffany con fondali a mozzafiato e trasparenti; il tutto contornato dall’immenso panorama che è abbracciato dall’Etna. Da qualche anno è un novello scrittore e poeta.

Lo stesso si definisce agli albori di un percorso di crescita in campo poetico letterario da cui è ispirato dalla naturale sorgiva della sua Sicilia: l’arte, la cultura, la storia, la tradizione ed il dialetto. Per il neo poeta contemporaneo la poesia è il genere libero per eccellenza; infatti, per lui il poeticare è l’arte di combinare parole, suoni, ritmi per evocare immagini, suggerire sensazioni, infondere sentimenti e trasmettere emozioni. È il sincronismo tra un’immagine visiva, che viene tradotta nel proprio pensiero, e un linguaggio comunicativo, posto in essere da un creato melodico dell’ascolto: una simbiosi unica nascente tra il sentimento e l’emozione. La poesia è quindi un’arte del linguaggio progettata per suggerire e far conoscere qualcosa attraverso il ritmo, l’armonia e l’immagine. All’uopo, Emily Dickinson diceva: Accendere una lampada e sparire. Questo fanno i poeti. Ma le scintille che hanno ravvivato, se vivida è la luce, durano come i soli. Essa deve riflettere attraverso i colori, i suoni e i ritmi, tutte le bellezze dell’universo. Salvatore Seguenzia si ripropone in un’indagine affascinante e originale ossia in quella forma poetica che, nel corso dei secoli, si è consolidata, trasformata e rivoluzionata. La forma metrica (ed in particolare il sonetto endecasillabo) è, infatti, traccia preziosa di una memoria che va custodita e ringiovanita, orma indelebile della tradizione poetica letteraria italiana: essa deve rimanere quella traccia che permetta a chiunque di seguire un proprio sentiero, costruito passo dopo passo, al fine di riscoprire emozioni rimaste celate tra i meandri del proprio egoismo, della propria indifferenza nonché del proprio cinismo. Scrivere una poesia è un’arte espressiva alla portata di tutti, ognuno con la propria modalità, che diventa trascinante una volta compreso il suo segreto. Essa, sebbene possa sembrare complessa nella sua forma comunicativa, dà la possibilità – con la debita applicazione e apprendimento – di avvicinarsi ad un mondo che riempie l’animo perché aiuta a fare esprimere i propri sentimenti con la melodia delle parole a tal punto di svegliare – appunto – emozioni. In questo mondo affollato e culturalmente cresciuto si scrive più che in ogni altra epoca, soprattutto di poesia: fiorente letteratura. Il verso è libero perchè si scaricano le pulsioni emozionali inerenti al proprio essere; si cerca dentro sé stessi di scovare l’imprevisto e lo sconosciuto, trovando il proprio ritmo.

In una delle opere di Alessandro Carrera, il saggista afferma: leggere la poesia è più faticoso che scriverla. Quindi, per il neo poeta siciliano, in tale contesto, sorge il problema della comunicazione della lingua poetica: ognuno ha la propria “lingua”. I pensieri ritmati in arte poetica sono insiti spasmi che si immedesimano in personali segreti espressi in parole ma non si deve trascurare il fatto che la poesia, affinchè abbia lunga vita nonché segnali di salute e validità, deve essere proposta all’altrui pensiero in modo tale la propria forma mentis di scrittura poetica riceve un saggio giudizio estraneo ed imparziale. Victor Hugo diceva: È quel mare che ho dentro che mi crea forti tempeste. Questa è la poesia, è arte. Per il neo poeta contemporaneo siciliano la sua tempesta non si rappresenta attraverso uno stato emotivo pieno di rabbia o rancore bensì attraverso la trasparenza di un’immagine che, elaborata dal suo pensiero moderno, reale e vigente, si trasborda su un foglio bianco attraverso il colare dell’inchiostro di una semplice penna racchiusa tra due dita. Nella sua silloge poetica Stille del mio silere la prefazione è stata curata dal critico letterario Maestro Giuseppe Aletti il quale afferma che gli stilemi usati dal neo poeta siculo sono poliformi e si dirigono verso policrome rotte espressive.

La superficie che accoglie i versi dell’autore è disseminata dalla perlustrazione del reale, la parola cerca una sua forma definitiva e nella tensione espressiva della ricerca porto nel quale trovare un approdo sicuro. Salvatore Seguenzia – come un novello Ulisse – si muove liberamente, senza limiti nel testare metri stilistici e contenuti. Ha scelto di aderire alla Collana Le Perle – Audiolibri al fine di cogliere ogni nuova opportunità di condivisione e divulgazione del testo e di assecondare le nuove possibilità che l’editoria digitale mette a disposizione degli autori: la parola come impronta sulla pagina bianca e la parola come suono che si dirige libera senza limiti di spazio e di tempo. È una poesia in divenire quella per chi avrà il piacere di leggerla scoprendola attraverso la lettura delle opere che l’autore ha prodotto e cerca di diffondere. Tra questi tentativi, un faro che illumina il suo cammino dei versi, che sono ospitati in questa silloge, è l’attaccamento alle sue radici siciliane. Da “Siculante”: Muoio nella Terra in capo ad Ortigia da un avvelenato spiffero d’aria porto nel cuore il silenzio dei sordi; da “Sogno Siculo”: In questo modo cade la strada della guerra mi basta pure una carezza il mio cuore rimane inciso e da “Parlo siciliano”: Il nostro parlare è uno solo sempre in questa Terra si è parlato con la nuova il sogno fu infranto. Il poeta siculo non si dimentica mai della bellezza rigogliosa della sua Sicilia, la dolcezza dei panorami, il sublime profilo architettonico delle città e dei monumenti, la presenza della storia millenaria degli uomini e delle culture che si sono adagiate e susseguite in questa terra magica, dove la concretezza e l’incanto camminano mano nella mano.

E in questo contesto, la variopinta cultura sicula si interseca perfettamente nella multiforme proposta stilistica del poeta. Solo nel distendere le parole sulla pagina, l’autore trova la piena libertà del sentire, nell’attingere dalla parte più intima e versa di sé stesso, senza conformismi o ruoli da svolgere o interpretare: l’unico obbligo è quello di sondare chi siamo e porgerlo senza infingimenti al lettore. Viviamo nel tempo della frammentazione, dove ogni individuo è un mondo separato, e Seguenzia sente questa spersonalizzazione dell’essere umano come parte di una comunità che lo accoglie e comprende; per questo nei sui componimenti cerca di evidenziare – uno a uno – i vari elementi che caratterizzano la cornice che li accoglie: partendo da Homo, per poi continuare con Colori, Vivo, Amico, Pelle, Tela. I punti cardinali si rilevano nella visione storica del proprio territorio, in un orgoglioso moto d’appartenenza, ma anche nel rilevare il disfacimento di questo tesoro, le contraddizioni, e l’impegno civile di chi sorveglia e protegge dall’incedere barbarico dei nostri tempi, vedi L’uomo malvagio, Il caporalato. La lettura di una raccolta poetica è un viaggio che si compie sempre in due, chi scrive e chi desidera sentirsi interpretato. Come afferma Pavese fare poesie è come fare l’amore: non si saprà mai se la propria gioia è condivisa”, tuttavia nessuna soddisfazione è maggiore dell’autodeterminarsi, nell’affermare semplicemente: Io sono. La poesia, oggi, è il regno della parola; ha un potere rilevante. Solitamente, nei sui libri, che fin d’ora ha scritto, pone sempre una primaria frase: Scrivere è il desiderio del pensiero: si arricchisce con la cultura ed è libero di esprimerlo. Non si deve restare con una parola nuda né è necessario ubriacarsi di parole in quanto, da esseri raziocinanti, si è mossi da un pensiero così riflesso da decomporsi ben prima di pronunciarlo. Quando ieri si scriveva una cartolina, si apprezzava, oltre il tatto e la calligrafia, il pensiero: sincero e diretto. Oggi, la tecnologia (ben venga per svariati motivi) ha sminuito il concetto di scrivere la ‘parola’; basta uno ‘sticker’ e si invia il nostro pensiero, che dev’essere interpretato, e la risposta si identifica in un semplice ‘like’. Bene, il neo poeta contemporaneo sta – pian piano – riscoprendo quanto è importante la lettura; leggere vuol dire arricchirsi di quegli elementi, appresi in quel momento astratti o apparenti, che aiutano ad accrescere e rinforzare la colonna portante del nostro modo di comunicare, del pensare, dell’agire. Diventano valori ideali per un domani.

Pertanto, quando si ritrova in talune circostanze, gli viene spontaneo ‘buttare’ giù le parole che centrifugano il suo pensiero e, attraverso la poesia, poi esterna il suo sentimento letterario; libero di esprimerlo, appunto. Ciò che gli viene libero di esternare attraverso la poesia, spera possa essere un punto di riferimento del lettore. Non per forza deve essere apprezzato il suo sentimento letterario ma, quantomeno, capisca – attraverso l’emozione che in quell’attimo prova – di immedesimarsi in talune occasioni che ha vissuto, che siano state positive o negative, e potersi dare delle risposte, apportare correzioni o prendere in considerazione per future esperienze. La poesia aiuta a dialogare, ad essere più accorti, più lungimiranti, più essere sé stessi. Il nostro odierno vivere è scandito da un pallido grigiore che soggiace, oramai, dentro ognuno di noi; ma lui spesso afferma, invece, ed è sempre più convinto di una sua veduta: Colora la tua giornata: colora ogni attimo di quel colore adatto a te; cerca sempre di essere il pittore di te stesso. La parola, per lui, rimane un’arte che va affiancata con la melodia; una melodia che proferisce talvolta acuti stonati e non viene considerata ed ascoltata ma, in altri attimi, riesce a trasmettere tutto il suo splendore. Fino a quando la parola avrà una sua melodia, quindi un suo sentimento, continuerà a trasmettere quell’energia per vivere un emozionante sogno in realtà. In conclusione, si può aggiungere che ad oggi, l’autore siciliano Seguenzia Salvatore ha scritto un altro libro di poesia quale “Megar…imando Hyblaea” (2020) ed altri di narrativa quali “Io rivivo dal buio” (2021) ed “Il calendario storico” (2022). Inoltre, talune poesie sono state inserite in varie opere letterarie internazionali come “Luci Sparse”, “La Panchina dei Versi”, “Il Paese della Poesia”, “L’Enciclopedia dei Poeti Contemporanei”, “Habere Artem”, “Il Tiburtino”, “Poeti del nuovo millennio a confronto” e “Penna d’Autore”. Altre poesie, invece, sono state lette e riprodotte sui canali virtuali dal Maestro Alessandro Quasimodo, figlio del poeta Salvatore premio Nobel nel 1959 per la letteratura, nonché dal Prof. Hafez Haidar già Docente presso l’Università di Pavia, scrittore e traduttore libanese naturalizzato italiano e candidato al Premio Nobel per la Pace 2017. Infine lo scrittore è stato già ospite televisivo nelle trasmissioni “Vox libri” e “Eccellenze Italiane” e ha partecipato a vari eventi letterari dove è stato insignito di vari riconoscimenti al merito e d’onore.

Un suggerimento per chi si vuol cimentare a scrivere poesie: I poeti, parlando a sé stessi, parlano al mondo (Giuseppe Aletti)

Al Teatro Astra di Torino “Frankenstein”, la nuova produzione TPE “Buchi Neri”

Dall’8 al 12 febbraio prossimo sarà di scena ,lo spettacolo che indaga il rapporto con la verità scientifica. Previsto un incontro anche con il meteorologo Luca Mercalli al Circolo dei Lettori

 

Dall’8 al 12 febbraio prossimo andrà in scena al Teatro Astra una nuova produzione dal titolo “TPE Buchi Neri”, che si inserisce nell’ambito della tematica che accompagna la stagione teatrale 2022/2023, quella del rapporto con la verità scientifica. Verrà messo in scena il celebre “Frankenstein” di Mary Shelley, scritto da un’autrice ancora adolescente, che anticipa l’ansia climatica contemporanea, dando origine a un nuovo genere letterario: l’horror fantascientifico.

Ad andare in scena sarà l’OHT Office for a Human Theatre, per la regia e scene di Filippo Andreatta, con suoni e musica di Davide Tomat e la performance di Silvia Costa.

Per la prima volta OHT si confronterà con un classico della letteratura occidentale, ovvero “Frankenstein o il moderno Prometeo”.

Pubblicato nel 1816, esso non soltanto rappresenta un’icona letteraria, ma anche una reazione estetica all’eruzione del vulcano Tambora in Indonesia, una delle più potenti mai registrate dall’uomo.

Sorprendentemente vicino alle sfumature politiche della ricerca di OHT, Frankenstein rappresenta un mito in cui i paesaggi esteriori si confondono con quelli interiori. Gli strapiombi del Monte Bianco diventano vertigini intime e personali nell’incontro fra il mostro e il suo creatore; luoghi inaccessibili come le Alpi si trasformano in rifugio determinante per una creatura inafferrabile, che in queste montagne impara a conoscersi, attraverso i fenomeni naturali che vi si manifestano.

La radicalità del lavoro di Mary Shelley si materializza nell’emancipazione della creatura, in quanto il demone e il paesaggio diventano un tutt’uno, mentre Victor Frankenstein non sembra più in grado di controllare ciò che lo circonda. Frankenstein si rivela come un veemente romanzo contemporaneo di formazione; incastrato dai limiti della tassonomia culturale, l’essere – più che-umano per eccellenza della letteratura occidentale non ha avuto una lettura distaccata dal contesto in cui veniva interpretato. Questo ha sempre rappresentato un limite che ha imprigionato il libro tra i lacci di un’interpretazione imbrigliata dai lettori normali. L’immaginario di Frankenstein ha sempre prevalso sulla realtà del libro e è proprio da questo scarto che nasce il lavoro di OHT. Per la prima volta è il mostro a parlare e prendere la parola, non come un soggetto escluso, ma come un concittadino, un nostro pari mostruoso che si rivela neonato della letteratura occidentale e capace di creare un nuovo immaginario.

La nuova produzione di OHT si muove dall’esperimento del Dottor Victor Frankenstein e, scartando la narrazione, opera affondi parziali e verticali nel testo, senza alcun limite di forma, linguaggio e durata. L’opera di Mary Shelley diventa un materiale prezioso da esaminare, da sezionare, ricucire e un corpo disponibile per esperimenti scenici diversi. Una reading session, un radiodramma, un’installazione, una release musicale e un libro verranno generati come parti di una stessa sperimentazione che avanza nel romanzo orizzontalmente per poi indagarne le molteplici ramificazioni.

Mary Shelley, i cui genitori erano filosofi, la madre femminista, il padre un politico anarchico dalle idee illuministe, fu influenzata profondamente da loro nello sviluppo del suo pensiero, e decise di prendere i loro due cognomi fino al matrimonio con il poeta Percy B. Shelley. La sua vita fu segnata dalla perdita dei suoi figli e da un aborto spontaneo che le risultò quasi fatale. Oltre a “Frankenstein” scrisse, tra gli altri, “The last man”, considerato uno dei primi testi post apocalittici e ambientato negli ultimi anni del XXI secolo, che, attraverso la voce dell’ultimo uomo, narra di una pandemia che annienta l’intera umanità e le sue istituzioni sociali.

All’origine del mito di Frankenstein è presente la vulcanologia. Nell’aprile del 1815 il monte Tambora, nell’isola di Sumbawa, in Indonesia, eruttava emettendo circa duecento km al cubo di materiale nell’atmosfera. Il Tambora diventava così il primo Supervulcano, ovvero un vulcano la cui eruzione toccava il valore più alto della Scala VEI (indice di esplosività vulcanica). L’eruzione fu sentita a più di 2500 km di distanza e abbassò la cima del monte Tambora di 1499 metri, provocando un’anomalia climatica chiamata “L’anno senza estate”, nel 1816, che coincideva con l’anno della pubblicazione di Frankenstein. Nelle parole di Mary Shelley, Frankenstein nasce a Napoli, vicino ai Campi Flegrei che, come il Tambora, è uno dei rarissimi Supervulcani del mondo.

 

Sabato 11 febbraio, alle ore 17:30, al Circolo dei Lettori di Torino, sarà presente uno spunto letterario intorno al tema del cambiamento climatico, con “I Dialoghi” con Luca Mercalli, una collaborazione tra TPE Teatro Piemonte Europa e Fondazione Circolo dei Lettori.

Questa lezione, a cura del climatologo, meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, avrà come titolo “Dall’anno senza estate all’anno senza inverno – spunti letterari sul cambiamento climatico”. Lo studioso parlerà della grande anomalia climatica dell’era moderna, avvenuta durante la stesura del romanzo Frankenstein da parte di Mary Shelley, eruzione che coprì di cenere il cielo, causando un oscuramento globale, carestie e un drastico calo delle temperature. Luca Mercalli tratterà anche il tema del surriscaldamento globale dell’epoca contemporanea, per esplorare accadimenti reali e riflettere su spunti letterari nell’ambito del cambiamento climatico.

L’incontro si inserisce nell’ambito de “I Dialoghi”, che accompagnano la stagione TPE “Buchi Neri”.

Ingresso libero

Consigliata la prenotazione, scrivendo a dialoghi@fondazionetpe.it

O tramite form su circolodeilettori.it

Negli spazi del Teatro Astra è anche stata pensata un’installazione, uno scarto architettonico omesso dai disegni esecutivi del teatro stesso. Un affondo nell’architettura del teatro che si manifesta attraverso la sua aporia intellettuale. Si tratta di un luogo precluso, omesso alla vista, capace di evocare la presenza del mostro e di scatenare un dialogo incomprensibile, con la necessità di rimanere nascosti e capace di rendere l’invisibilità. Siamo di fronte a un incontro sentimentale fra l’oscenità architettonica e l’evocazione del mostro di Frankenstein.

Mara Martellotta

Fondazione Teatro Piemonte Europa

Via Rosolino Pilo 6, 10143 Torino

Sede organizzativa: Via Santa Teresa 23, 10121 Torino

 

“Mutamorfosi” al Café Muller

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Lo spettacolo ideato e portato in scena dall’artista Sara Lisanti, con un reading di poesia introduttivo del poeta Gian Giacomo Della Porta, il 9 febbraio prossimo alle ore 21

Il 9 febbraio prossimo, alle ore 21:00, presso la sala teatro del Café Muller di Via Paolo Sacchi 18/d, a Torino, verrà portato in scena lo spettacolo “Mutamorfosi”, ideato dall’artista salernitana Sara Lisanti e introdotto da un reading di poesia del poeta torinese Gian Giacomo Della Porta.

La performance avrà inizio col momento poetico denominato “La calma della crisalide”, simbolo dell’imminente trasformazione, un’interpretazione contemporanea della poesia del cambiamento, la forza che precede l’esplosione in bellezza e che prepara lo spettatore alla fase in cui la parola lascia spazio ai colori, al silenzio e, infine, alla musica di un’immagine in movimento interpretata dalla talentuosa artista Sara Lisanti che, partendo da un bozzolo, si troverà rinchiusa all’interno della propria sofferenza, quasi fosse la consapevolezza ultima atta a innescare le fasi della metamorfosi, fino alla nascita, o alla rinascita.

Attraverso una continua stratificazione di suoni che andranno a determinare l’intensità delle varie fasi dello spettacolo, la Lisanti cambierà pelle più volte, prendendo spunto dalla muta tipica dei rettili e armonizzandosi nel più umano concetto di “venire al mondo”, nella fatica che precede il primo vagito del neonato, nella voce liberatoria di una nuova bellezza.

Mutamorfosi”

Café Muller, via Paolo Sacchi 18/d, Torino

Ore 21:00

Info e prenotazioni: 3389357120 – 3899641668

inforadoass@gmail.com

Il pecorino etico solidale Biraghi festeggia il sesto anno di vita

La storica azienda Biraghi,  fin dall’insediamento del suo negozio in Piazza San Carlo, ha saputo ben presto conquistare i nostalgici torinesi , a ricordo delle piccole pezzature di formaggio – i famosi ” biraghini” e non solo – : è stata in grado, in maniera esemplare, di mantenere la sua identità di industria casearia,  ben radicata al territorio piemontese e nazionale, sostenendo la filiera di produzione italiana, raccogliendo e lavorando circa 465.000 litri di latte al giorno, per un totale di 170 milioni di litri l’anno. 

 

In questo lavoro di continuo raccordo con le aziende italiane della sua categoria, con una in particolare si sono create le condizioni per una produzione integrata del formaggio identitario della Sardegna – il pecorino romano – a sostegno dei pastori sardi e del loro appassionato lavoro.
A più di 6 anni dal lancio, il “Pecorino Etico Solidale Biraghi” ha riscontrato  un grande successo: attualmente è distribuito in più di 3.100 punti vendita sul territorio italiano e, a novembre 2022, si è registrata una distribuzione ponderata pari al 35% su tutta Italia. Non solo la Grande Distribuzione, ma anche i consumatori hanno risposto in maniera più che positiva all’iniziativa.

Il Pecorino Etico Solidale Biraghi, frutto dell’accordo tra Biraghi, FDAI e Coldiretti Sardegna a sostegno dei pastori sardi, festeggia il sesto anno di vita con un nuovo record: sono infatti oltre 1.100.000 kg di prodotto (70% di Pecorino e 30% di Gran Biraghi) venduti dal 2017 ad oggi.

«Questo è un esempio concreto di un accordo che fa bene al Sistema Paese, nel quale ogni attore coinvolto ha saputo mettersi a disposizione per creare un prodotto di qualità e competitivo sul mercato» ha commentato Adolfo Giannecchini, Responsabile dei progetti di Filiera Agricola Italiana.

«Un accordo che cresce e si rafforza anche grazie ai nuovi progetti che stiamo mettendo in campo con la Biraghi – afferma il Direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Questo ci consentirà di allargare l’accordo anche ad altre realtà locali e crescere nei numeri».

Nel 2020 la collaborazione tra Biraghi e Coldiretti Sardegna si è consolidata con il lancio di un nuovo prodotto da tavola: dopo il Grattugiato fresco “La Nostra Ricetta al Pecorino Biraghi”, l’azienda cuneese, insieme a FDAI e all’organizzazione sarda hanno presentato lo Spicchio di Pecorino Etico Solidale, una fetta da 150 grammi senza crosta laterale, prodotta con 100% latte di pecora sardo, a lunga stagionatura, caratterizzata da un gusto dolce e delicato e acquistabile in una pratica confezione con un vassoio per tenerla in tavola, apertura facilitata e zip “apri e chiudi”.

 

Chiara Vannini

 

 

Le Fondamenta dei Regni  

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

Le prospettive economiche rimangono quantomai incerte ma da qualche tempo è iniziato a filtrare un certo ottimismo da parte degli investitori, degli analisti e degli economisti. 

Ultime, ma solo in ordine di tempo, sono giunte le previsioni del Fondo Monetario Internazionale (FMI). 

Secondo l’FMI il rallentamento sarà inferiore alle attese e si passerà da una crescita del PIL del 3,4% nel 2022 al 2,9%. 

A patire le peggiori conseguenze saranno i Paesi industrializzati, destinati nel loro complesso a dimezzare la crescita dal 2,7% all’1,2%. 

L’Europa, epicentro degli eventi scatenati dalla guerra in Ucraina, pagherà il prezzo più salato e l’area dell’euro sarà in virtuale stallo (+0,7%) per tutto l’anno appena iniziato. 

Note più liete sono riservate dall’FMI all’Asia emergente che, trainata dalla Cina dovrebbero crescere di più del 5%.

 

Ma se quanto sopra era in una certa misura atteso quello che sorprende forse di più sono le previsioni sulla Russia, vista in miglioramento (dopo una discesa del 2,2% nel 2022) sia quest’anno (+0,3%) che il prossimo (+2,1%). 

In effetti il regno di Putin ha sinora subito delle conseguenze tutto sommato modeste dall’embargo dei Paesi occidentali. 

Com’è possibile, ci si chiede, che un Paese che dipende quasi esclusivamente dall’esportazione di petrolio e gas naturale possa fare fronte alla perdita dei suoi più importanti clienti (i principali Paesi europei) senza subire un tracollo della sua economia. 

La risposta sta nei dati che consentono di fare luce sulla destinazione dei flussi di greggio: da questi appare evidente che a compensare il netto calo della domanda europea ci abbia pensato l’Asia. 

Basti pensare che, dall’inizio della guerra, un anno fa, le importazioni cinesi di petrolio russo sono quasi raddoppiate e sono pressoché esplose (moltiplicandosi di 14 volte) da parte dell’India (che ha quasi appaiato Pechino come primo cliente di Mosca).  

Non desta sorpresa, poi, che, sebbene assai meno importanti, anche la Turchia e la Bulgaria abbiano approfittato delle “offerte speciali” (greggio a prezzo scontato) del supermercato russo. 

Meno ovvia è stata la crescita delle importazioni di petrolio russo da parte del nostro Paese, raddoppiate nel corso del 2022. 

La situazione paradossale si spiega con la presenza della raffineria russa, della Lukoil, ad Augusta, in Sicilia.  

Prima della guerra, infatti, solo il 30% del petrolio raffinato in Italia dalla Lukoil era di provenienza russa ma dopo l’imposizione delle sanzioni le banche italiane hanno chiuso le linee di credito “costringendo” la raffineria ad approvvigionarsi al 100% con petrolio domestico (importato dalla Russia). 

Vedremo nei prossimi mesi se le misure ulteriormente restrittive sulle esportazioni di greggio via mare, a fine anno scorso, e di prodotti raffinati, dal 5 febbraio, finiranno per sortire gli effetti sperati (togliere ossigeno alla macchina da guerra russa). 

 

Per ora possiamo solo convenire con quanto sosteneva l’economista statunitense Jeremy Rifkin: “Il regno dei cieli potrà anche essere fondato sulla giustizia ma i regni terrestri sono fondati sul petrolio.”

Ricerca e formazione, accordo tra Città e Politecnico

Mercoledi 8 febbraio alle ore 12 in Sala Congregazioni di Palazzo Civico si svolgerà la  cerimonia della firma dell’Accordo fra Città di Torino e Politecnico in materia di programmi e attività di ricerca, trasferimento tecnologico, didattica e formazione.

L’Accordo verrà sottoscritto dal Sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e dal Rettore del Politecnico, Guido Saracco.

Bonus edilizia, Fi: bene Regione su sblocco crediti incagliati

“Sono estremamente soddisfatto per l’iniziativa che ha intrapreso la Regione Piemonte in ambito di cessione del credito per il settore edilizio. L’assessore di Forza Italia alle Attività Produttive Andrea Tronzano e il nostro presidente della Regione Alberto Cirio dimostrano come il nostro partito sia attento al tema della casa nei fatti e non a parole, intervenendo in modo diretto su quei crediti incagliati che mettono a rischio in Italia circa 200mila posti di lavoro, movimentando un fondo di circa 50milioni di euro all’anno. La Regione Piemonte ancora una volta fa da laboratorio per il Paese. Personalmente continuerò a combattere a livello nazionale affinchè il Governo intervenga in modo radicale su questo tema, non lasciando da soli i territori, e venendo incontro alle esigenze di un comparto che ha solo la colpa di aver rispettato le regole”. Ad affermarlo in una nota il senatore di Forza Italia Roberto Rosso, responsabile nazionale del Dipartimento Casa per gli Azzurri.

Torino e Piemonte, i consumi frenano

In Piemonte i consumi calano peggio della media nazionale e anche di altre regioni del Nord e del Centro. Così si evince dallo studio di Confesercenti sulla spesa delle famiglie nel 2023.

Sul territorio regionale la previsione di spesa è di 2.376 euro medi a famiglia, dato inferiore ai 2.443 euro della media nazionale, e anche  a quello delle regioni del nord (eccetto la Liguria), oltre a Emilia e Toscana. Al Piemonte, inoltre, mancano 139 euro per pareggiare il livello di spesa del 2019, ultimo anno prima della pandemia, rispetto ai 50 euro mancanti a livello di media italiana. Dopo il Covid i consumi dei piemontesi hanno ripreso a salire anche se mentre nel 2021 rispetto al 2020 e nel 2021 rispetto al 2022 la crescita è stata  di 70,5 euro e 82,2 euro, nel 2023 rispetto allo scorso anno supererà di poco i 18 euro, pari allo 0,8%. Le difficoltà risultano anche dalla composizione della spesa. Ben il 46%, in questo caso sostanzialmente in linea con la media nazionale è per costi legati all’abitazione e alle bollette di elettricità, gas, e acqua, spesa in forte crescita. Se nel 2023 le tariffe di luce e gas si dovessero ridurre del 40%, come ipotizzato dal ministro Giorgetti, la spesa delle famiglie per le utenze domestiche si ridurrebbe in modo significativo, liberando risorse da impiegare per altri consumi.

 

Terzo Polo, gazebo a Chieri

Sabato 4 febbraio, dalle 15 alle 19, in centro a Chieri si è tenuto il primo gazebo informativo dell’anno.

Siamo stati contenti di incontrare cittadini, amministratori e rappresentanti di altre forze politiche, che durante tutto il pomeriggio sono venuti a confrontarsi con noi.

Il Terzo Polo a Chieri è già oggi una realtà: continueremo a lavorare per far crescere il nostro territorio al fianco di cittadini e imprese, attraverso una serie di iniziative pubbliche nei prossimi mesi.

In allegato alcune foto dell’iniziativa.

Pier Antonio Pasquero
Coordinatore Italia Viva del Chierese e Carmagnolese