ilTorinese

Il “Gruppo Building” presenta le enigmatiche sculture di Daniele Accossato

“Wrapped”, negli spazi open air e indoor di “Domus Lascaris”

Fino al 30 aprile

“Wrapped”, come dire: “avvolto” o “imballato” o “impacchettato”. Ben chiaro il titolo. Che senza tanti giri di parole, ti mette davanti al lavoro scultoreo di un artista il cui “ghiribizzo” non è tanto il voler mostrare le sue, pur evidenti e innegabili, capacità di abile manipolatore delle forme, bensì quello di costringerti, di fronte alle sue installazioni, a fermare gli occhi per mettere in moto la testa, la riflessione, il “comprendonio”. Il cuore, forse. Sculture “imballate”. Ma perché mai? In base a quali criteri? O filosofie? O forse perché “repetita juvant”? Tant’é. L’artista di cui si parla è il giovane (classe ’87) torinese Daniele Accossato.

E l’idea, se proprio si vuole, non è così strana e peregrina. Ad “impacchettare”, molto più alla grande (come dimensioni!), oggetti e monumenti d’architettura e d’arte, e non solo, ci avevano già mirabilmente pensato da fine anni Cinquanta del secolo scorso fino al 2021 (con l’“imballaggio” postumo dell’“Arco di Trionfo” a Parigi) Christo e Jeanne Claude, dando vita alla “Land Art”, su ispirazione probabilmente della “poetica dadaista” e dell’inquietante “L’enigma di Isidore Ducasse” di Man Ray. Predecessori illustri del nostro Accossato. Non meno intrigante, però, nel creare “situazioni” plastiche decisamente coinvolgenti e suggestive. Un corpus di opere, raccolte per l’appunto, sotto il titolo di “Wrapped”, in un’esposizione aperta al pubblico, fino al prossimo 30 aprile, nella “galleria d’arte open air e indoor” di “Domus Lascaris”, palazzo razionalista degli anni Cinquanta – tra via Lascaris, via Francesco d’Assisi e via Dellala – reinterpretato nel 2020 in chiave modernista dal “Gruppo Building”, società imprenditoriale, fondata da Piero Boffa, che, negli ultimi anni si è distinta nell’investire sul recupero e la ristrutturazione di importanti palazzi storici (vedi “Alfieri 6”, scelta come “casa più bella del mondo”), con l’obiettivo di “realizzare appartamenti di prestigio e riportare il cuore di Torino ad una dimensione residenziale”. Obiettivo in cui volutamente rientra la promozione, all’interno dell’opera realizzata, di momenti espositivi tesi a sostenere l’arte contemporanea del territorio, attraverso la produzione artistica, e in particolare la ricerca nel campo della scultura. Su questa linea si inserisce la mostra dedicata al giovane Accossato, “la cui opera – si è scritto – è la metafora di un’azione violenta, irriverente e sacrilega, nettamente in antitesi con il suo apparente nobile scopo, ovvero rendere accessibile a molti qualcosa che solitamente è concesso a pochi: il bello, il sacro e la libertà”. Così si spiega il wrap, il package dell’artista: il celare l’oggetto è alla base della sua filosofia artistica, in quanto l’oggetto nascosto viene vieppiù esaltato poiché immaginato e anelato. Negata al nostro sguardo, la forma scultorea “rivela tutto il vuoto del suo non esserci”.

È questo il senso di un’esposizione (fruibile dallo spazio pubblico esterno a “Domus Lascaris”) le cui sculture vengono rinchiuse ed esposte nei loro contenitori da trasporto, tirate giù dai piedistalli e portate ad una condizione più umana e quindi ad un rapporto più intimo con lo spettatore. Le casse, le gabbie da trasporto, gli imballaggi, allo stesso tempo “prigione e protezione, fanno dell’opera una merce”. Qualcosa che verrà spedita, trasportata, venduta con una provocazione: “È davvero possibile – chiede Accossato – che l’Arte sia anche merce? L’Arte non è tale in quanto libera da compromessi?”. Ecco il birichino “ghiribizzo” (di cui sopra) dell’ “Accossato-pensiero”. A voi la risposta.

Gianni Milani

“Wrapped”

Domus Lascaris, via Lascaris 7, Torino; tel. 011/5581711 o www.building.it

Fino al 30 aprile

 

Nelle foto: immagini da “Wrapped”

Merlo: Popolari, adesso in campo. Alleanza con le forze centriste

 Presenti alle prossime elezioni regionali.

“Sono 2 le motivazioni principali che ci hanno spinto nei mesi scorsi a dar vita al Movimento
politico nazionale ‘Pop-Popolari in rete’ e che  abbiamo presentato in una conferenza
stampa a Torino.

Innanzitutto la necessità di ridare un protagonismo politico, culturale e sociale all’area popolare e
alla tradizione dei cattolici popolari dopo alcuni anni di emarginazione politica e di inconsistenza
progettuale. Di qui l’iniziativa di favorire una ricomposizione organizzativa nazionale di un mondo
culturale che, disperso ed anonimo, è finito per diventare un fatto politico puramente ornamentale
nei vari partiti di riferimento. E la presenza politica dei cattolici popolari, soprattutto nell’attuale
fase politica, è diventata non solo necessaria ma addirittura indispensabile nel nuovo contesto
politico che si è aperto.

Ed è proprio su questo versante che insiste la seconda considerazione. E cioè, una rinnovata
presenza dei cattolici popolari a livello regionale e nazionale è strettamente legata alla presenza di
un ‘partito di centro’ che sappia declinare una vera ed autentica ‘politica di centro’. E questo, a
maggior ragione, dopo la vittoria della destra democratica e di governo alle recenti elezioni
politiche da un lato e il ritorno di una sinistra radicale, libertaria e massimalista interpretata con
coerenza dalla nuova segretaria del Pd Elly Schlein dall’altro. E, al riguardo, la presenza degli ex
popolari in questo partito – ovviamente legittima – è molto simile a quella dei ‘cattolici indipendenti
di sinistra’ nel vecchio Pci del passato. Cioè, un ruolo del tutto marginale, periferico e quasi
innaturale.

Ma, al di là di questo dato oggettivo, quello che per noi Popolari è adesso decisivo è costruire un
progetto politico centrista, innovativo, dinamico e riformista con partiti, movimenti e culture
politiche che si riconoscono in questo percorso. E, su questa falsariga, saremo presenti alle
prossime elezioni regionali piemontesi. L’unico paletto che mettiamo, frutto di una considerazione
squisitamente politica e non ideologica, è che non saremo alleati con le forze populiste, anti
politiche, demagogiche e qualunquiste. Nel frattempo, completeremo la presenza politica ed
organizzativa nelle varie province piemontesi perchè il nostro movimento politico, che non è
ancora un partito, si fonda anche e soprattutto sul radicamento territoriale”.

Giorgio Merlo, Dirigente nazionale Pop-Popolari in rete.

Vita nascente; Marrone: “Nuovi fondi”

 “DOPO IL SUCCESSO DEL 2022, NEL 2023 RADDOPPIATE LE RISORSE
PER IL SOSTEGNO ALLE FUTURE MAMME IN DIFFICOLTA’. STANZIATO UN MILIONE DI EURO”
Nel 2023 il fondo “Vita Nascente” della Regione Piemonte avrà a disposizione 1 milione di euro per il sostegno ai progetti di tutela materno infantile rivolti alle donne in difficolta economico-sociali. Ad annunciarlo è l’assessore regionale alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, che spiega:
Il successo del primo bando di Vita Nascente ci ha incoraggiato a raddoppiare lo stanziamento per il sostegno alle future mamme in difficoltà, che nel bilancio previsionale 2023 arriva a un milione di euro. Di fronte alla montagna di latte in polvere, pannolini, culle, aiuti per affitti, bollette e mutui che, grazie al fondo Vita Nascente, i centri di aiuto alla vita stanno fornendo alle donne e coppie socialmente fragili che non vogliono rinunciare alle loro gravidanze, gli slogan ideologici dell’opposizione suonano sempre più stantii e distanti dal paese reale“.
Lo stanziamento di 1 milione per Vita Nascente si va a sommare all’altro stanziamento regionale da 1 milione di euro per il cosiddetto “Birth Welfare“, che permette alle imprese piemontesi di realizzare nidi e asili all’interno delle aziende o permettere ai dipendenti di fruire di servizi come centri estivi, attività culturali, laboratori didattici per i propri figli.
Nel 2022 i progetti di tutela materno-infantile risultati ammissibili erano stati 15 e ad ognuno di loro era stato assegnato un contributo di 26.666,67 €. I progetti presentati dagli Enti gestori erano stati invece 4, con 15mila€ assegnati a ciascun progetto.
Il totale le risorse assegnate per i progetti di tutela materno-infantile, suddiviso per Asl, era stato il seguente: ASL TORINO CITTÀ 79,8mila € (3 progetti), ASL TO 3 53,2mila € (2 progetti), ASL TO 4 53,2mila € (2 progetti), ASL TO 5 26,6mila € (1 progetto), ASL VCO 26,6mila € (1 progetto), ASL CN 53,2mila € (2 progetti), ASL AL 53,2mila € (2 progetti), ASL AT 26,6mila € (1 progetto), ASL BI 26,6mila € (1 progetto).
Le realtà di tutela materno infantile accreditate presso le Asl destinatarie di contributo nel 2022 erano state: CAV IVREA, CAV PINEROLO, CAV MONCALIERI, CAV RIVOLI, CAV SAVIGLIANO, MPV TORINO, CAV CUNEO, CAV ASTI, CAV BIELLA, PROMOZIONE VITA, CAV MIRAFIORI NORD, CRESCERE INSIEME, CAV VERBANIA, CAV CHIVASSO, EUROPEAN RESEARCH INSTITUTE.
Gli enti gestori destinatari di contributo erano stati: Comune di Torino, Consorzio Cissaca, Consorzio Csac del Cuneese, Comune di Novara.
Vita nascente permette alle donne di ricevere ascoltoconsulenzasupportosostegno economico e beni di prima necessità. La donna che necessiti di aiuto può contattare l’email ufficiale vitanascente@regione.piemonte.it ed essere indirizzata agli enti pubblici e privati che si occupano di tutela della madre e del bambino e hanno sede nel territorio della propria Asl di riferimento. A seconda delle sue esigenze, troverà una risposta qualificata e specifica, come: ascolto e consulenza, attraverso la presenza a sportello programmato presso i presidi sanitari; sostegno economico (compresi contributi per le spese di locazione e per il pagamento utenze) e gli aiuti materiali/fornitura beni di prima necessità (abbigliamento, alimenti, farmaci, pannolini, carrozzine, lettini, ecc.); supporto alle donne in attesa per accompagnarle in una scelta consapevole; sostegno psicologico in forma di percorsi individuali o di gruppo, attraverso figure professionali formate e accompagnamento ai gruppi di auto-mutuo aiuto tra gestanti e neomamme, destinati a rafforzare le risorse individuali, le reti parentali e amicali di supporto.

Sanità privata: confermato Perla alla presidenza regionale

 

Per il triennio 2023-2025 l’assemblea elettiva dell’AIOP ha visto numerose conferme e alcuni nuovi ingressi alla guida dell’associazione degli ospedali di diritto privato.

L’incontro è stato l’occasione per ricordare come pubblico e privato siano due ingranaggi di uno stesso meccanismo in grado di garantire un sistema sanitario nazionale efficiente.

Presente anche il Vice Presidente nazionale AIOP, che ha illustrato la bozza del nuovo statuto.

 

Per il prossimo triennio Giancarlo Perla è confermato alla guida di AIOP Piemonte (Associazione Italiana Ospedalità Privata), l’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che nella regione conta 34 realtà, comprese strutture assistenziali e ambulatoriali, per circa 3.500 letti.

Si è infatti svolta oggi l’assemblea che ha visto la rielezione all’unanimità di Perla (al suo ottavo mandato) e quella di Fabio Marchi (Gruppo Humanitas) nel ruolo di Vice Presidente con delega al Consiglio Nazionale e quindi componente dell’esecutivo nazionale col ruolo di tesoriere e degli altri vice Paola Colloraffi (Gruppo Sansavini) e Giacomo Brizio (Città di Bra, Sant’Anna). Nella squadra dei vice nuova nomina per Roberto Rusconi (Gruppo Habilita).

Nel direttivo restano Marco Gilardone (Papa Giovanni, Villa Iris, Villa Adriana), Sergio Bariani (Gruppo Gheron), Piero Aceto (Gruppo Sansavini), Donato Corrado (San Giorgio) e al loro fianco entranoPaolo Berno (Koelliker) ed Elena Zara (Gruppo Orpea). Tra i presidenti provinciali, eletti la scorsa settimana, entra, per Novara, Emilio Iodice (San Gaudenzio). Sono confermati a Torino Emilio Giusta (Sedes Sapientiae), a Vercelli Alessandro Cagliani (Santa Rita), ad Alessandria Paola De Salvo (Città di Alessandria), a Cuneo Giacomo Brizio (Città di Bra) a Biella Clemente Ponzetti (Clinica La Vialarda).

 

L’assemblea è stata l’occasione per rinnovare l’impegno di AIOP a seguire le indicazioni della giunta regionale verso una crescente integrazione tra pubblico e privato. «Questa doppia anima del nostro sistema ospedaliero, infatti, ha già dato prova di essere vincente e, come ha recentemente dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, può rappresentare davvero la chiave per risolvere alcune criticità: lavorando sinergicamente si può rispondere con efficacia alle esigenze di prevenzione, cura e assistenza di tutti i cittadini» ha commentato Giancarlo Perla durante l’assemblea, in una giornata profondamente rattristata per la prematura scomparsa, ieri, di Josè Parrella presidente ARIS Piemonte (Associazione Religiosa Istituti Socio sanitari). «Con lui – ha dichiarato unanimemente il nuovo direttivo – abbiamo perso un amico e un grande conoscitore della sanità, insieme al quale ci siamo confrontati per 30 anni con la politica sanitaria regionale».

 

La sanità di diritto privato è un modello organizzativo che funziona. In Piemonte incide per l’8% sul bilancio della Regione ed eroga prestazioni all’incirca del 20%, costituendo modello virtuoso che si esprime anche attraverso investimenti in tecnologia, in formazione, in qualità dei servizi. Nel 2022 l’attività privata in Piemonte è cresciuta di circa il 10% rispetto al 2021, tornando al suo limite massimo di produzione, superato solo nell’emergenza pandemica, pari a 713 milioni, stanziati in base al D.L. 95/2012. Questo, di fatto, ha stabilito i tetti di spesa che oggi impediscono alle Regioni di utilizzare pienamente le potenzialità di intervento delle strutture di diritto privato accreditate, rendendo difficile il riassorbimento delle liste d’attesa e una piena risposta ai bisogni di salute espressi dal territorio. AIOP quindi auspica che si riesca a replicare l’alleanza di scopo tra strutture ospedaliere di diritto pubblico e di diritto privato accreditate, efficacemente sperimentata nella fase più critica dell’emergenza pandemica, quando queste ultime in Italia hanno messo a disposizione più di 10.000 posti letto per i pazienti Covid e 25.000 per i non-Covid, creando un valore aggiunto sostanziale.

 

«Le strutture di diritto privato sono, di fatto, una componente proattiva del Sistema Sanitario Nazionale, sempre pronta a portare in dote le sue peculiarità a vantaggio di tutti, in primis dei pazienti» ha ricordato Perla. Restano aperte sfide che vedono tutte le strutture AIOP in prima linea. Gli obiettivi primari riguardano la contrazione delle liste di attesala riduzione della mobilità passiva, ovvero il flusso di cittadini piemontesi costretti a curarsi in altre regioni, e la promozione dell’eccellenza piemontese su scala nazionale, favorendo una crescente mobilità attiva, ovvero pazienti di altre regioni che scelgono il Piemonte.

 

L’incontro ha visto anche la presenza di Gabriele Pelissero, Vice Presidente AIOP nazionale che la illustrato la bozza del nuovo statuto di AIOP, ripensato per rendere l’Associazione più attenta alle attuali esigenze della sanità, integrando attività ospedaliere e socio sanitarie, e rivisto per aggiornare le logiche associative di una rappresentanza iscritta a Confindustria. La versione finale sarà presentata all’assemblea nazionale prevista a Lecce per metà maggio.

Morta 19enne nell’incidente La conducente rischia omicidio stradale

Una giovane di 19 anni  di Lombriasco, trasportata in gravissime condizioni ieri notte al Cto di Torino, a seguito di un incidente in cui sono rimaste coinvolte altre due ragazze, è deceduta in ospedale per le gravi ferite. Non era alla guida della Peugeot 208, uscita fuori strada abbattendo due pali della linea telefonica sull’ex statale 663 a Ceretto di Lombriasco. La conducente è una 23enne di Lombriasco, rimasta ferita lievemente con una 18enne di Polonghera. Ora rischia l’accusa di omicidio stradale. Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Moncalieri  riguardano le condizioni psicofisiche della giovane alla guida.

Come in un film, auto si ribalta sulla tangenziale

Questo  pomeriggio due veicoli si sono scontrati sulla tangenziale di Torino, nei pressi dello svincolo di Borgaro Torinese e del raccordo autostradale. A causa dello schianto  una vettura si è ribaltata sulla corsia. Si sono verificate  code e rallentamenti alla circolazione ed è stata bloccata la tangenziale nord in direzione nord Milano-Aosta.

 

Il 14 marzo del 2004 la rete n. 200 di Baggio

Accadde oggi

Il 14 marzo del 2004,Roberto Baggio, uno dei più forti calciatori italiani di tutti i tempi, stabiliva un record personale di grande livello: nella partita di Serie A tra Parma e Brescia siglò la rete numero 200 della sua carriera.
L’ex viola segnò la rete del definitivo 2-2 allo stadio “Tardini”. I padroni di casa passarono quasi subito in vantaggio con Carbone, Di Biagio siglò la rete del pareggio 1-1. Nella ripresa il Parma ripassò in vantaggio con Marchionni ma ad un quarto d’ora dalla fine pareggiarono le rondinelle bresciane grazie al grande Baggio che segnò con un sinistro perfetto ed imprendibile per il portiere Frey.

Enzo Grassano

Rinasce lo stabilimento Fiorentini a Torino

Riconversione e novità nel vecchio sito produttivo, che l’azienda delle gallette e snack non abbandona, anzi rilancia con un prodotto fortemente strategico:
Peanut butter, la crema di noccioline fatta in Italia da Fiorentini, a partire dalla tostatura

Fiorentini Alimentari annuncia ufficialmente la riapertura del suo vecchio stabilimento di Torino, da cui l’azienda si era trasferita nel 2019 per insediarsi nella nuova sede d’avanguardia a Trofarello, nella prima cintura di Torino. Con un investimento di 5milioni di Euro per la riconversione del sito produttivo originario, l’azienda specializzata nella produzione di gallette e snack sani, leggeri, gustosi e pensati per soddisfare diverse esigenze di benessere, diversifica e amplia la produzione con una linea interamente dedicata al Peanut Butter, la crema di arachidi.

Un ritorno alle origini nel segno della continua innovazione per Fiorentini Alimentari, che ha scelto di riaprire i battenti dello stabilimento dove dal 2002 ha iniziato la produzione di sostitutivi del pane e snack salutistici, grazie all’intuizione di Adriana Gasco e Roberto Fiorentini, AD e Presidente dell’azienda. Furono loro ad avere l’idea di puntare su questa nicchia di mercato, scelta che in meno di vent’anni ha portato l’azienda ai vertici nazionali del settore. L’azienda fa rivivere oggi la sede di Torino con una nuova linea produttiva interamente dedicata al Peanut Butter, la crema di arachidi in tre versioni (100% arachidi, Creamy e Crunchy), strategica per una crescita ulteriore dell’azienda, che nel 2022 ha superato il traguardo importante dei 100 milioni di fatturato.

Sono trascorsi appena quattro anni dal trasferimento dell’intera produzione nell’attuale stabilimento di Trofarello – commenta il Presidente Roberto Fiorentini – che abbiamo progettato in gran parte con nostre idee interne, incluse le linee, realizzando opere di forte innovazione tecnologica che ci consentono di raggiungere alti livelli di efficienza e grandi risparmi e riutilizzo di energia e risorse. Lo abbiamo fatto in uno dei momenti più difficili della nostra storia: lo scoppio della pandemia e il primo lockdown. Siamo quindi molto soddisfatti ed emozionati di poter annunciare la realizzazione di questo nuovo progetto e di riportare a nuova vita il vecchio sito di Torino, che dedichiamo interamente alla preparazione, dalla tostatura dell’arachide al barattolo finito, della nostra crema di noccioline, che rappresenta in chiave attuale la nostra filosofia di sempre e il nostro approccio alle novità alimentari.” 

 

Altamente automatizzato, l’impianto Fiorentini di Torino ha una capacità produttiva fino a 1500 kg/ora. In questa prima fase, l’impianto soddisfa l’intera produzione a marchio Fiorentini, a cui potrà aggiungersi la produzione per le marche private della grande distribuzione.

Il rilancio del vecchio stabilimento conferma la volontà dell’azienda di restare e continuare ad investire nel suo territorio di origine. Nella riattivazione del sito produttivo, l’azienda ha privilegiato il coinvolgimento dei dipendenti residenti in zona.

Da sempre pioniera dei prodotti ad alta valenza salutistica e all’adattamento di gusti “esotici” alle abitudini italiane, Fiorentini è stata la prima azienda ad importare in Italia oltre vent’anni fa, quando ancora era considerato un prodotto di nicchia, il burro di arachidi protagonista di numerose pellicole cinematografiche americane. L’importazione si è poi trasformata nel 2018 in produzione a marchio proprio in chiave salutistica affidata ad un produttore esterno. Anche in questo caso Fiorentini non si è limitata ad imitare una ricetta, ma ha scelto di rivisitare la formula sviluppando una propria ricetta più “healthy”, con un alto contenuto di arachidi (oltre il 90%), senza zuccheri aggiunti, né olio di palma e glutine.

Partendo dalla tostatura delle arachidi senza guscio provenienti dall’Argentina – le migliori per proprietà alto-oleiche e l’ottimo sapore naturalmente dolce e tostato – il processo produttivo continua con la macinatura che trasforma le noccioline direttamente in crema, la quale viene confezionata tal quale per la versione 100% arachidi oppure arricchita di pochi semplici ingredienti per creare le versioni Creamy e Crunchy. Pochi semplici passaggi per un prodotto che sta entrando sempre più nelle abitudini di consumo degli Italiani.

Come anche le gallette di mais, diventate ormai un sostitutivo del pane, ma che nei primi anni Duemila, quando dopo averle scoperte in un viaggio in Australia la famiglia Fiorentini ha iniziato a produrle per prima in Europa, erano una novità assoluta, diventata in pochi anni il primo vero grande successo dell’azienda piemontese. Mais e riso sono a tutt’oggi le materie prime principali utilizzate in produzione, da sempre a prevalente origine locale (Piemonte e regioni limitrofe).

La crema di arachidi è naturalmente fonte di proteinespiega la Sales & Marketing Manager Simona Fiorentini, che con la sorella Fabrizia rappresenta la quarta generazionee soddisfa la tendenza dei prodotti rich-in. La ricerca di prodotti altamente proteici sta crescendo a ritmi davvero importanti. Una tendenza che in qualche modo avevamo previsto, onorando il dnainnovatore dei nostri fondatori, che ci ha permesso di essere pronti oggi con uno stabilimento interamente dedicato a questa tipologia di prodotto.

Inoltre – continua ancora Fiorentini – l’aspetto più significativo dal punto di vista salutistico è che si tratta di una crema ricca di grassi insaturi. I grassi in essa contenuti contengono un’elevata quantità di acido oleico, grasso monoinsaturo tipicamente contenuto nell’olio extravergine di oliva, ma che nella crema di arachidi alto oleica è contenuto in percentuale addirittura maggiore.

Con il 39% delle quote a valore e il 43% a volume, oggi Fiorentini Alimentari è leader del mercato della categoria Peanut Butter, comparto che sta continuando a crescere e solo nel 2022 ha registrato un +40% rispetto all’anno precedente. 

Il “Premio Gianmaria Testa 2023” al cantautore pescarese Domenico Imperato

 

Moncalieri (Torino)

Cantautore e produttore musicale pescarese (già “Premio Fabrizio De André nel 2014”, due dischi pubblicati, “Postura Libera” nel 2014 e “Bellavista” nel 2018) è il giovane Domenico Imperato il vincitore del moncalierese “Premio Gianmaria Testa 2023”. Dopo aver superato la selezione di oltre 170 brani provenienti da tutt’Italia, Imperato si è imposto sugli altri cinque finalisti, con il brano inedito “Sorridi”, nella cerimonia di premiazione tenutasi al “Teatro Superga” di Nichelino, grazie al giudizio della giuria presieduta da Eugenio Bennato e ottenendo una targa e un premio di 1.500 euro oltre a un’esibizione che si terrà a settembre durante il Festival “Ritmika 2023” al “Pala Expo” di Moncalieri. Al duo folk – rock di origini siciliane “Corimè” ( i fratelli Roberto e Maurizio Giannone) è andato invece il “Premio speciale per la migliore esibizione dal vivo”, per la loro interpretazione di “Extra Muros” di Gianmaria Testa.

Non credo assolutamente che uno faccia musica – ha dichiarato Imperato – con la missione di vincere gare e concorsi, ma questo riconoscimento, in questo momento, fa tanto bene. Ringrazio tutte le persone che mi seguono ai concerti e che hanno speso delle buone parole per me e la mia musica. Ringrazio, nonostante tutto, anche chi non mi ha capito e chi non mi ha voluto: piano piano riusciremo a capirci“.

Durante l’evento, inserito all’interno della 43esima edizione del Premio Letterario“Città di Moncalieri”, organizzato dall’Associazione Culturale “Saturnio”, ha avuto luogo anche la premiazione dei poeti vincitori della “Sezione Silloge Edita”, ovvero della friulana (oggi residente fra Torino e Milano) Mary Barbara Tolusso con “Apolide” (Mondadori) e il milanese Marco Balzano con “Nature Umane” (Einaudi).

Sono contrario alle giurie – ha sottolineato Bennato prima di chiudere la serata con la sua esibizione dal vivo – e questa sera a maggior ragione, perché ci sono cinque finalisti che hanno fatto cinque esecuzioni splendide sia nell’inedito che nel brano di Gianmaria Testa. Ho sentito tanta arte, tanta musicalità, tanta bravura per cui vorrei in questo momento vigliaccamente tirarmi fuori e dire: hanno vinto tutti”.

L’evento più intenso e suggestivo della serata, nata per ricordare il cantautore-ferroviere, “il più francese dei cantautori italiani” (nativo di Cavallermaggiore e scomparso ad Alba proprio sette anni fa), è stato l’esibizione dal vivo di Neri Marcorè che, attraverso le sue canzoni ha reso omaggio alla poetica di Gianmaria Testa, accompagnato da Domenico Mariorenzi(pianoforte e chitarra) e Stefano Chiabrera(violoncello). Infine, nella stessa serata, è stato annunciato che grazie a “Egea Music” e “Produzioni Fuorivia” si realizzerà un cd con le canzoni inedite dei cinque finalisti e la loro interpretazione del brano di Gianmaria Testa, scelto da ognuno di loro per l’interpretazione live, che sarà distribuito in tutta Italia e diventerà una sorta di importante biglietto da visita del “Premio”.

g. m.

 

Nelle foto:

–       Gianmaria Testa

–       Domenico Imperato

–       Mary Barbara Tolusso

La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata

Oltre Torino. Storie, miti, leggende del torinese dimenticato.

Torino e l’acqua

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce.

Il fil rouge di questa serie di articoli su Torino vuole essere l’acqua. L’acqua in tutte le sue accezioni e con i suoi significati altri, l’acqua come elemento essenziale per la sopravvivenza del pianeta e di tutto l’ecosistema ma anche come simbolo di purificazione e come immagine magico-esoterica.

1. Torino e i suoi fiumi
2. La Fontana dei Dodici Mesi tra mito e storia
3. La Fontana Angelica tra bellezza e magia
4. La Fontana dell’Aiuola Balbo e il Risorgimento
5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
6. La Fontana del Monumento al Traforo del Frejus: angeli o diavoli?
7. La Fontana Luminosa di Italia ’61 in ricordo dell’Unità d’Italia
8. La Fontana del Parco della Tesoriera e il suo fantasma
9. La Fontana Igloo: Mario Merz interpreta l’acqua
10. Il Toret piccolo, verde simbolo di Torino

5. La Fontana Nereide e l’antichità ritrovata
Ancora una volta alla scoperta di una Torino magica e misteriosa. Ci troviamo all’interno dei Giardini Reali, ormai molto curati e ristrutturati; siamo appena poco lontani da Piazza Castello, una delle storiche piazze torinesi, e intanto il sontuoso Palazzo Reale ci protegge dall’andirivieni turistico e ci immerge in un’atmosfera ovattata, silenziosa e del tutto piacevole. Eccoci in un altro luogo poco conosciuto ma meritevole di essere visitato, purtroppo richiesto da pochi, in genere dagli appassionati di esoterismo che vanno in cerca dell’ingresso delle celebri grotte alchemiche.
Torino è colma di dettagli curiosi, mostruosi volti in pietra che si affacciano da sotto i cornicioni, diavoli in bronzo che proteggono portoni massicci, vi sono persino piccoli occhi a fessura che da terra spiano cosa accade in superficie. Numerosi sono i crocevia in cui si dice che si siano svolte vicende strane e bizzarre, e altrettanti sono i luoghi misteriosi in cui si tenta di individuare un ingresso o un passaggio. La fontana Nereide o dei Tritoni è appunto una delle tappe del tour del mistero.

Proprio al centro della parte recintata dei Giardini Reali si scorge una vasca in marmo bianco con la Fontana di Nereide e dei Tritoni. La composizione vede la ninfa, seduta con il busto in lieve torsione e un braccio volto quasi a indicare Palazzo Reale, come figura perno attorno alla quale si ergono i tritoni, creature marine che hanno la parte alta del corpo simile a quella di un uomo, quella bassa a forma di pesce. La collocazione della fontana risale al 1758.

È una creazione scultorea gioiosa, che esalta la giovinezza e la vita, in cui uno degli elementi principali è proprio l’acqua, componente che rimanda al mito greco delle Nereidi, figlie di Nereo, divinità marina, e dell’oceanina Doride. Le Nereidi e Doride sono, nella tradizione classica, amiche e confortatrici dei naviganti, identificate anche con le lente e lievi onde del mare in bonaccia.
Si tratta di un’opera realizzata secondo il gusto barocco, vengono messi in risalto i corpi muscolosi e torti dei tritoni, e le forme morbide e aggraziate della ninfa. La scena realizzata da Simone Martinez, nipote di Filippo Juvarra, esprime appieno la sensazione di tumulto e movimento, come se i protagonisti dell’opera stessero emergendo da un mare in tempesta, con i muscoli tesi, i capelli mossi dal vento e il viso proteso per guardare oltre l’acqua salmastra.

Quanto oggi posiamo ammirare è in gran parte opera dell’architetto André Le Nôtre, già attivo alla corte di Versailles per committenza dei Borbone e rispecchia quella che era una caratteristica dei giardini nobiliari europei: i giochi d’acqua e le prospettive floreali. Già al tempo di Carlo Emanuele I e Vittorio Amedeo I di Savoia il giardino aveva subito notevoli ampliamenti, ma è dal tardo Seicento che si avranno, con il lavoro del De Marne, i veri e propri splendori.

L’opera è certamente meravigliosa e già questo basterebbe a soddisfare l’ipotetico visitatore, in cerca delle bellezze torinesi, eppure c’è altro che tale fontana può raccontarci.
Dicono le leggende popolari, che camminare tre volte intorno alla vasca della fontana porti fortuna, ma dicono anche che proprio nelle vicinanze della stessa fontana si trovi la scala di accesso alle grotte alchemiche. Tale passaggio sarebbe sorvegliato costantemente da una creatura marina benevola, uno di quegli esseri elementali che prendono forma solo dopo essere stati “pensati”, si dice che ancora oggi il guardiano invisibile sia lì a portare avanti il suo compito di osservatore e custode.

Tra gli appassionati di esoterismo molti sono quelli che giocano a cercare le grotte alchemiche, luoghi considerati come porte tridimensionali, all’interno delle quali sarebbe possibile passare da una dimensione materiale a una immateriale e, sempre all’interno di esse, si troverebbe la celebre pietra filosofale.Quindi, se non siete di fretta, rimanete ancora un pochino all’interno dei giardini, aspettate che la maggior parte della gente si allontani e infine aggiratevi per tre volte intorno alla fontana e provate a scorgere qualche angusto ingresso segreto. Se non lo trovate, vorrà dire che il piccolo guardiano marino non si è fidato di voi e allora potrete consolarvi con un fresco aperitivo, in una delle più belle piazze di Torino.

 

Alessia Cagnotto