ilTorinese

Lopez e Solenghi al Teatro Colosseo

Giovedì 13 e venerdì 14 febbraio ore 20.30

MASSIMO LOPEZ E TULLIO SOLENGHI

Dove eravamo rimasti

Poltronissima € 39,50 / Poltrona € 33,50 / Galleria A € 33,50 / Galleria B € 29,00 / Ridotto under 16 € 31,00

Spettacolo di arti varie scritto da Massimo Lopez e Tullio Solenghi con la collaborazione di Giorgio Cappozzo

con la JAZZ COMPANY diretta dal M° Gabriele Comeglio

produzione International Music and Arts

 

“La sensazione più esaltante del nostro ultimo spettacolo, “Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show” è stata quella di avere di fronte a noi ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti della nostra avventura scenica con frammenti della loro vita. Ecco perché abbiamo voluto ripartire proprio da qui, non a caso l’abbiamo battezzato “Dove eravamo rimasti”. Questo nostro nuovo spettacolo proporrà numeri/sketch/brani musicali/contributi video, con alcuni picchi di comicità come una lectio magistralis di Sgarbi/Lopez, un affettuoso omaggio all’avanspettacolo ed il confronto Mattarella/ Papa Bergoglio, inseriti nella nostra ormai collaudata dimensione dello Show. Il filo conduttore sarà quello di una chiacchierata tra amici, la famiglia allargata di cui sopra, che collegherà i vari momenti di spettacolo. La band del maestro Gabriele Comeglio sarà ancora una volta con noi sul palco, irrinunciabile “spalla” della cornice musicale. L’intento è quello di stupire ed emozionare ancora una volta quei meravigliosi “parenti” seduti giù in platea.”

Tutte le informazioni sul sito e sui profili social del Teatro www.teatrocolosseo.it

Sogni fatti in grande, quando Dante Ferretti incontrò Pasolini

La prima volta che l’ho visto era di spalle, se ne era appena uscito dal parrucchiere di via Ripetta dove era solito andare lui”. È il primo ricordo, di un giovanissimo Dante Ferretti oggi fresco e divertito (è riuscito allegramente persino a disegnarsi la prossima sua sede al Verano) ottantaduenne, che dà il via a tutti gli altri disseminati nel piccolo volume, un centocinquanta pagine per una decina di capitoli, “La bellezza imperfetta. Io e Pasolini” che il maestro della scenografia cinematografica ha scritto con David Miliozzi per le edizioni Pendragon e presentato al Circolo dei Lettori in compagnia di Giulio Base, effervescente direttore del TFF. “Io e Pasolini avremmo poi fatto otto film insieme, siamo partiti dal “Vangelo secondo Matteo” sino a “Salò”, nel ’75. Alle prime dei film, tutti, c’era sempre sua madre Susanna, le interessava conoscere le reazioni del pubblico. Invece per “Salò” non c’era nessuno, in una sala di Parigi, Pier Paolo se n’era andato, ucciso quel due novembre, proprio due settimane prima”, il 2 quando Ninetto Davoli fu condotto all’Idroscalo di Ostia a riconoscerne il corpo e quel viso semicoperto dal fango. “È stato il poeta per eccellenza del cinema italiano”.

Otto film insieme, un buon tratto di vita. Ma il libro è anche la storia di un ragazzo di Macerata, per cui qualcosa stava già scritto nelle stelle se scampa alle incursioni degli aerei inglesi, al riparo di un grande mobile nella casa che non esiste più, se passata la paura la prima parola che pronuncia è “ciac”, se all’indomani degli esami di stato, dopo un percorso scolastico ingeneroso e semicatastrofico in cui anche la ginnastica faceva acqua – impiegato quasi ogni giorno a scappare al cinema Italia, per uno due tre film, con i soldi fregati la notte prima – ed un brillante esito, conseguito con grande onore, dopo un tour de force per lui non indifferente, chiedeva al padre, proprietario di una piccola falegnameria, il permesso di andare a Roma a frequentare l’Accademia di Belle Arti. Ad avvicinarsi al mondo del cinema il passo è breve, l’architetto Aldo Tomassini lo promuove sul campo assistente scenografo: e sono subito due peplum, dove la costa e le alture del Conero sono reinventate a luoghi avventurosi dei Caraibi. Poi arriva il grande cinema, ma arriva con la figura spesso ingombrante di Luigi Scaccianoce, impiegato nel ’64 su differenti set, indifferentemente, con Luigi Vanzi che sta girando “Sette a Tebe” e con Maselli del certo più quotato “Indifferenti” e con “Amori pericolosi” della coppia Questi/Giannetti. Nel “Vangelo” di Pasolini, appunto. In un continuo spostarsi e andare e venire, con Scaccianoce che arrivava ed era assente, c’era parecchio da fare per il Ferretti poco più che ventenne.

E sarà un’altra promozione, conquistata a testa alta. Arrivano “Uccellacci e uccellini”, una esplosione per Totò, un quasi canto del cigno, “Edipo re” e finalmente “Medea”, definitivamente suo, dall’a alla zeta, senza più intermediari o doppie firme o qualcuno da rimpiazzare questo o quel giorno, per questa o quella scena. Inizia un completo lavoro insieme, una quotidianità e un confronto, un rispetto e un’amicizia, la devozione di un allievo verso chi è stato il suo primo maestro e la gratitudine (“ma ci siamo sempre dati del lei”), ogni attimo nelle pagine di “Bellezza imperfetta”, fatte altresì di ricordi come di schizzi e bozzetti e fotografie: “Le cose fatte bene – nel ricordo di Ferretti le parole del grande intellettuale italiano, perennemente critico, perennemente acuto osservatore, perennemente capace di sopravanzare ogni cosa con un pensiero – sembrano finte, l’imperfezione è necessaria perché appaia la verità”. Il ricordo di una ripresa a Napoli, dietro la chiesa di Santa Chiara, per il “Decamerone”, un gioco tra ragazzi, la “scivolarella” ambientata tra un insieme di angoli medievali e già rinascimentali: anche quella era una imperfezione che raggiungeva la bellezza, “le cose giuste sono sempre le cose sbagliate”. Asprezze e verità incanalate, trasmesse dentro una filmografia che ha portato tra gli altri ai mondi pieni d’incanto di Scorsese, di Burton e di Minghella (“anche a quelli inventati per “Le avventure del barone di Munchausen” che i critici americani hanno osannato come le più belle scenografie della storia del cinema”) e a tre premi Oscar, a quattro BAFTA e altrettanti David di Donatello e a dieci Nastri d’argento, una bella esposizione sui ripiani della casa romana (sarebbe sufficiente ricordare quelle per “Gangs of New York” – sono state “una enorme falegnameria” e nella fiumana di ricordi che Miliozzi e Base cerca di incanalare a volte a fatica va ancora il grazie alla squadra di attrezzisti, falegnami, pittori, stuccatori che diedero vita a un capolavoro – che giacciono a Cinecittà, all’aperto, viste da chi scrive questa nota in un giorno di dicembre di pioggerella e melmoso, mentre andrebbero senza dubbio conservate in un museo).

Poi i nomi di Petri e di Ferreri, poi molti altri, poi il pianeta Fellini, raggiunto soltanto nel ’78 con “Prova d’orchestra”. “Dantino” il regista di Rimini lo aveva già chiamato all’indomani di “Medea” ma lui non si sentiva pronto, “tra dieci anni, maestro, e io arrivo”. E così era stato, si era sentito pronto, “Prova” e “La città delle donne”, “E la nave va” e “Ginger e Fred” sino all’ultimo “La voce della luna”, a creare anch’essi, insieme, mondi nuovi e sogni, mentre negli anni a venire avrebbero trovato posto – con la puntuale collaborazione della moglie Francesca Lo Schiavo – le altissime prove dell’”Età dell’innocenza” e di “Ritorno a Cold Mountain”, tra i tanti tantissimi titoli. Sogni fatti a volte di niente: come quell’inizio che stava prendendo forma, impercettibile, e sistemandosi le pieghe di un immaginario abito, quando sul set di “Fellini Satyricon”, ancora sotto l’egemonia di Scaccianoce, il Ferretti di ventisei anni venne come “scoperto” dal regista, “ma lei chi è?”, “io sono qui sul set con lei da settimane”, mentre prendeva da terra un pezzo di cartone che aveva proprio quella nuance che faceva comodo al regista per un intonaco. Scaccianoce si vide azzerato quel contratto che aveva al 50%, non più rinnovato, Ferretti un riconoscibile nome nei titoli di coda. E l’altro 50% del contratto.

Di Caprio ha detto che “Ferretti è lo scenografo più emblematico del cinema italiano”, per correggersi immediatamente, “Ferretti è lo scenografo più importante della storia del cinema”. Oggi, nella sala del Circolo piena di pubblico, a noi Ferretti continua a ripetere “Pier Paolo mi ha inventato, mi ha creato per quello che sono”. E il pubblico guarda al genio, mentre si mette in fila per il firmacopie.

Elio Rabbione

Valle (Pd): “I piemontesi vanno a curarsi (anche) in Francia”

Nei giorni in cui emerge dai dati Gimbe anche per il 2024 la costante propensione dei piemontesi a curarsi nelle altre regioni e la necessità di implementare le nostre politiche di attrattività dalle altre regioni e di contenimento dell’esodo lungo i confini (le Asl di Alessandria e Novara sono quelle che più patiscono la mobilità passiva, come da tabella allegata), è il caso di guardare anche alla mobilità verso la Francia, specie lungo l’asse della Val Susa.

Lo scambio con la Francia è minore, ma il passivo è invece molto importante, perché si tratta di un flusso a senso (quasi) unico.

Ho effettuato diversi accessi agli atti che mostrano come nel 2022 il sistema sanitario piemontese abbia versato alla Francia 6,4 milioni di euro a fronte di un flusso contrario di soli 1,2 milioni.

Un passivo di 5 milioni e rotti, che evidenzia una mobilità sanitaria non solo verso le altre regioni italiane, ma anche verso i nostri vicini d’oltralpe. Purtroppo i dati 2023 non sono ancora completi per ammissione delle stesse Asl, ma i primi dati disponibili indicano che il trend non è cambiato. Asl Città di Torino e Asl To3 le più colpite, per evidenti ragioni di facilità di accesso alle strutture francesi.

A questo proposito, quando la maggioranza ha proposto l’odg n. 87 per favorire l’accesso alle cure presso l’ospedale di Briancon, il Partito Democratico ha chiesto e ottenuto che venisse inserito anche un riferimento esplicito al potenziamento dei servizi dell’ospedale di Susa: non possiamo continuare a privare la nostra sanità di risorse per pagare fuori servizi che dovremmo offrire in casa nostra.

DANIELE VALLE

“Ho voglia di essere in balìa di una grande follia…”

Music Tales, la rubrica musicale 

“Che vita senza qualità

che miseria, che tormenti, che inquinamenti!

Ho voglia di essere in balìa di una grande follia,

non pensare più nè a me, nè all’io, addio [a Dio?]”

Brano iniziale di un disco davvero unico in Italia, “Incoerente jazz”, con il quale Rossana Casale si fece notare al grande pubblico, grazie anche all’esibizione a Sanremo nel 1989, proprio con questa canzone. Disco unico perché con una musicalità lontana dagli standard italiani dell’epoca e non solo. Straordinario l’uso del contrabbasso, che costruisce e struttura il brano dall’inizio alla fine in maniera molto marcata e non usuale. Straordinaria per me magari no   la voce sottile di Rossana, che però  dipinge una traccia onirica, che fa da cacio sui maccheroni alle armonie jazz suonate dagli strumenti. Un evergreen che ancora si ascolta benissimo, penso anche per i contenuti attualissimi.
Lei, Rossana Casale, figlia del fotografo statunitense Giac Casale, inizia la sua carriera negli anni Settanta con una lunga gavetta come corista per Vasco Rossi, Edoardo Bennato, Riccardo Cocciante, Mina, Donatello (nell’album del 1975 Il tempo degli dei), Al Bano e Romina Power (è presente all’Eurovision Song Contest 1976 come corista del duo) e, soprattutto, nei concerti dal vivo per Mia Martini e successivamente per la sorella Loredana Bertè.
Nel 1979 incide due singoli da solista: il primo, con lo pseudonimo Annette Hillmann, dal titolo Couldn’t you imagine, prodotto da Detto Mariano, sigla dell’inchiesta televisiva Mille non più mille di Leandro Castellani, il secondo, …A Uno, questa volta con lo pseudonimo Miss Mystery, scritto e prodotto da Franco Godi.
Nell’ 80 ha partecipato come corista con Marco Ferradini al tour di Umberto Tozzi con i musicisti americani. Tour che è riportato nel doppio “Tozzi in concerto” dello stesso anno.
In seguito compare come cantante in molte produzioni Italo disco in progetti quali Eva Eva Eva, Casanova, Bizzy & Co., Pink Project, Kano, N.O.I.A., e collabora con Mike Francis e con il gruppo Klein + M.B.O., con il quale incide il singolo Dirty Talk, pubblicato inizialmente soltanto a Milano nel 1982 che diventò una hit internazionale del circolo underground, oggetto di cover da parte della dj francese Miss Kittin e di sample da parte dei New Order e di Timbaland.
Il primo singolo a suo nome, Didin, scritto da lei con Alberto Fortis, esce nel 1983. Nello stesso anno recita nel film di Pupi Avati Una gita scolastica, come comparsa, e partecipa alla colonna sonora con i brani L’incanto e A tu per tu.
Nel 1984 esce il suo primo album Rossana Casale, prodotto dalla Premiata Forneria Marconi.
Nel 1986 ottiene un buon successo al Festival di Sanremo con Brividi, brano scritto da Maurizio Fabrizio, come pure la sua canzone di Sanremo dell’anno successivo, Destino. Del 1986 è l’album La via dei Misteri. Nell’autunno del 1986 partecipa a “Premiatissima 86” che vince con la canzone “Nuova vita”.
In seguito la sua produzione discografica si avvicina alle sonorità più sofisticate della musica jazz con ottiene i suoi primi riconoscimenti all’Umbria Jazz.
Partecipa a Sanremo altre tre volte: nel 1989 con A che servono gli dei (contenuto nell’album Incoerente Jazz), nel 1991 con Terra (contenuto nell’album Lo stato naturale, in cui vengono fuse sonorità etniche e jazz), e nel 1993, quando arriva terza cantando in coppia con Grazia Di Michele Gli amori diversi (poi seguito dall’album Alba Argentina).
“La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.
Buon ascolto
CHIARA DE CARLO
scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!
Ecco a voi gli eventi da non perdere!
Vi invito a seguire le pagine sottostanti per far parte di una comunità che vuole cambiare le cose.
Che vuole più educazione al rispetto per le donne e lo fa con uno spettacolo chiamato “Respect” che, a breve, sarà nelle vostre piazze.
Uno spettacolo intenso interamente cantato da uomini affinchè sia la voce maschile ad esortare al rispetto per le donne.
Oltre 30 artisti tra cantanti musicisti ballerini e performer, al lavoro per offrire un’esperienza immersiva che trasmette un grande senso di appartenenza e gruppo.
In aiuto all’associazione Scarpetta Rossa per un sostegno concreto a chi, dall’inferno della violenza, è già passato ed è riuscito a fuggire.
Vuoi far parte della rivoluzione? Seguici!
Prima data 05 aprile 2025 Parco Michelotti Torino

Settimo, sfregiata via Vittime delle Foibe. Il Comitato 10 Febbraio all’attacco

Settimo Torinese, 13 febbraio – A pochi giorni dal 10 febbraio, Giorno del Ricordo dedicato alle Martiri delle Foibe e all’Esodo giuliano-dalmata, è stata imbrattata a Settimo Torinese la targa di Via Vittime delle Foibe con scritte inneggianti a Tito.

 

Duro l’attacco di Matteo Rossino, responsabile provinciale del Comitato 10 Febbraio: “Ciò che è accaduto è figlio di quel giustificazionismo spesso troppo avvallato a sinistra. Il patrocinio negato alla nostra iniziativa probabilmente ha fatto sentire qualcuno in diritto di infangare il ricordo degli italiani morti in quelle terre. Dopo Basovizza e Torino, ora anche Settimo.”

 

“Come Comitato 10 Febbraio – conclude Rossino – non lasceremo nessuno spazio a chi nega o sminuisce la tragedia delle foibe, così come non daremo tregua alle istituzioni che alimentano il revisionismo e vorrebbero rimettere sotto al tappeto quella che ormai è, dopo tanti anni, diventata finalmente storia d’Italia.”

 

Sulla vicenda anche Antonio Borrini, del Comitato 10 Febbraio di Settimo: “Per una certa parte politica non bisogna parlare dei Martiri delle foibe e quanto accaduto a Settimo ne è la dimostrazione. Noi non arretriamo di un millimetro. Continueremo a commemorare e ricordare tutti coloro che sono stati trucidati con la sola colpa di essere italiani.”

cs

Rapina a mano armata: riconosciuto per i tatuaggi e un dito fasciato

Uno dei due rapinatori viene notato da due Carabiniere libere dal servizio
Torino, quartiere “San Salvario”

Poco prima della mezzanotte dello scorso 27 settembre, il proprietario di un minimarket di Via Madama Cristina, insieme ad un suo collaboratore, erano stati da poco vittime di una rapina. Gli autori, due uomini, uno a volto coperto e l’altro con cappuccio della felpa indossato, si erano fatti consegnare l’intero incasso della giornata, che ammontava a poco più di mille euro.
L’uomo con il volto travisato era entrato insieme al complice impugnando una pistola, che puntata all’altezza del volto del titolare del minimarket, gli aveva permesso di mettere a segno il colpo in meno di un minuto, per poi farsi consegnare anche le chiavi del punto vendita e chiudere dentro entrambi per evitare che le due vittime li seguissero.
Da un’attenta e capillare ricostruzione investigativa, partita dall’acquisizione delle telecamere di videosorveglianza della zona e dai connotati degli autori della rapina, i Carabinieri sono riusciti a identificare i due uomini: un trentaquattrenne nord-africano e un trentacinquenne italiano, entrambi senza fissa dimora e con precedenti per reati simili. L’uomo a volto coperto aveva poi un particolare che non è sfuggito agli investigatori: due tatuaggi sulla mano sinistra e un dito ferito con della garza attorno. Il complice invece, che aveva agito a volto scoperto, è stato riconosciuto perché già visto gravitare nel quartiere in altre occasioni.
La pistola e il passamontagna utilizzati per commettere la rapina erano stati poi trovati da un operatore ecologico, dentro un bidone dell’immondizia nel Parco del Valentino, zona verso cui i due erano fuggiti. Gli elementi indiziari raccolti hanno quindi fatto scaturire l’emissione della misura cautelare in carcere da parte dell’Autorità Giudiziaria, eseguita dai militari della Stazione San Salvario i giorni scorsi. Determinante per l’arresto di uno degli autori, è stato l’intervento di due Carabiniere che, libere dal servizio, hanno notato l’uomo passeggiare, di notte, tra le vie del quartiere.

Donna muore investita da auto

Una donna di 74 anni è deceduta per le ferite riportate dopo essere stata investita da un’auto la scorsa sera a Biella. È stata portata al pronto soccorso ma nonostante le cure dei medici non è stato possibile salvarla.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Fdi, Mozione per l’azzeramento dei pedaggi dell’Autostrada A5

 

 Antonetto: “La richiesta di cancellare, momentaneamente, i pedaggi risponde a ragioni di correttezza nei confronti degli utenti che, quotidianamente, già sopportano le numerose criticità ed i disagi causati dai lavori”

È stata presentata, in Consiglio Regionale del Piemonte, dal consigliere di Fratelli d’Italia, Paola Antonetto, una mozione con la quale si richiede l’azzeramento dei pedaggi dell’Autostrada A5.

L’atto di indirizzo impegna la Giunta a interloquire con il Concessionario e con il Ministero delle Infrastrutture, affinché gli utenti vengano esentati dal pedaggio sino alla chiusura del cantiere.

“Ho voluto presentare questa mozione – spiega Paola Antonetto, consigliere regionale di Fdi – per tutelare i cittadini dell’area del Canavese che in questo momento sono pesantemente colpiti dalle criticità generate dai lavori sul raccordo Autostradale A4/A5 Ivrea-Santhià” 

“Sull’Autostrada A5 – prosegue Antonetto -, che ricordo collega Torino al Traforo del Monte Bianco, insiste un elevato traffico, sia privato che commerciale, oltre che turistico siccome il tracciato consente di raggiungere le località sciistiche valdostane”.

“Non ultimo, la chiusura dello svincolo ai Tir ed al traffico pesante genera un ulteriore aggravio per le arterie stradali dei comuni limitrofi, inadatte a sopportarne il carico.                      Sulla scorta delle ragioni esposte, trovo corretto siano cancellati i pedaggi, sino al termine dei lavori” conclude Antonetto.

Migranti, Coldiretti: quote ingressi per l’agricoltura già “bruciate”

Si è svolta ieri mattina la procedura nazionale del “Click Day” per consentire l’ingresso a lavoratori stranieri per impieghi in agricoltura in vista dell’annata agraria 2025. Anche quest’anno le quote di ingressi si sono esaurite nello spazio di pochi minuti, senza peraltro la sicurezza che i lavoratori arrivino e siano effettivamente disponibili quando serve.

«È giunto il momento di superare una volta per tutte un meccanismo che non risponde né alle esigenze del mondo produttivo né alle legittime attese di chi cerca un impiego in agricoltura» afferma Coldiretti nazionale dopo che il click day ha fatto registrare un overbooking per I 110mila “posti” previsti, nonostante lo slittamento di orario per le difficoltà tecniche.

«Una situazione Kafkiana – osserva il direttore di Coldiretti Torino, Carlo Loffreda – Il meccanismo del Click Day rappresenta una procedura assurda che non soddisfa né il fabbisogno delle aziende di manodopera né i lavoratori stranieri stagionali che non hanno la certezza di una regolarità lavorativa. Come Coldiretti chiediamo che questo sia l’ultimo Click Day e che si arrivi a una nuova procedura. La manodopera stagionale è importante per l’agricoltura torinese, in particolare per le produzioni orticole e frutticole».

«A novembre – ricorda Loffreda – nel corso del convegno di Cavour “L’impresa agricola e i suoi salariati di fronte al valore del lavoro”, le imprese agricole con Coldiretti Torino e gli uffici delle pastorali sociali delle Diocesi di Pinerolo e Torino avevano chiesto meccanismi di ingresso e di assunzione che garantiscano la certezza della continuità lavorativa necessaria ai lavoratori e alle aziende. Sono necessari meccanismi di welfare che permettano una stabilizzazione del lavoro stagionale negli anni e, soprattutto una formazione professionale adeguata per fare in modo che i lavoratori arrivino nei campi già formati sulle prassi e sull’utilizzo dei dispositivi anti infortunio e sulle regole contrattuali che definiscono i diritti ma anche i doveri del lavoratore nei confronti dell’azienda».

Il primo problema del Click Day è rappresentato dal fatto che non tutti gli occupati richiesti risultano poi effettivamente disponibili. Nel 2024, secondo una stima Coldiretti, della quota gestita direttamente dalle associazioni datoriali agricole ne era arrivato solo il 70%. Ma nel 2023 la percentuale era stata addirittura di appena 1/3.

Numeri che evidenziano come sia giunto il tempo di assumere una gestione diretta, sfruttando i passi importanti fatti con la revisione dell’ultimo decreto flussi, con un maggiore coinvolgimento delle associazioni datoriali. In questo modo si andrebbero ad evitare i fenomeni fraudolenti e le infiltrazioni della criminalità organizzata. Ma serve lavorare anche sui consolati, dove tropo spesso si creano dei “colli di bottiglia” sull’invio delle domande, poi difficile da evadere in tempi brevi.

Un passo importante è arrivare a sanare le tante posizioni di irregolarità, nate anche a causa delle anomalie e delle incertezze dei click day, con stagionali che hanno preso parte alle attività di raccolta ma che non sono poi rientrati nei propri Paesi per evitare di perdere l’opportunità di essere impiegati ancora. Una forza lavoro “sommersa” che va ad alimentare il business delle agromafie e finisce vittima dei “caporali” quando potrebbe essere messa in trasparenza, considerata la pressante richiesta di manodopera da parte delle aziende.

Ma occorre soprattutto lavorare sulla formazione all’estero. Coldiretti assieme a Filiera Italia, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim) e E4Impact, ha già messo in campo un progetto per la reperibilità di manodopera qualificata, partito da Egitto, Marocco e Costa d’Avorio. L’obiettivo è formare i lavoratori direttamente nei Paesi d’origine, superando l’idea che l’agricoltura abbia bisogno solo di braccianti, attraverso una formazione specialistica che punti a creare anche, ad esempio, piloti di droni o altre figure professionali capaci di padroneggiare gli strumenti di Agricoltura 4.0.

Bonus teleriscaldamento Iren, al via le domande

È online dal 12 febbraio sul sito di Iren Luce, Gas e Servizi, il form per richiedere il Bonus Teleriscaldamento Iren 2025, lo sconto in bolletta a carico totale del gruppo Iren messo in campo per dare un sostegno concreto ai propri clienti, con un’attenzione particolare ai nuclei familiari che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica.

La domanda potrà essere fatta online e direttamente attraverso i canali Iren; per procedere occorre avere l’attestazione ISEE oltre al numero cliente e al codice contratto ( indicati in bolletta) e copia di un documento di identità in corso di validità. Peri clienti che hanno già ottenuto il bonus per la stagione termica 2023/24 è stata predisposta una procedura semplificata con una apposita comunicazione.

Restano attivi tutti i punti di contatto tradizionali a disposizione dei cittadini: oltre al numero verde 800969696 e Whatsapp 3771227905 per ricevere informazioni e supporto ai clienti i cittadini possono recarsi agli sportelli territoriali Iren, dove gli operatori sono attrezzati per supportare i clienti per la compilazione della domanda.

Per accedere al bonus Teleriscaldamento 2025, calcolato in linea con i parametri attualmente in vigore e stabiliti dall’ARERA per il settore del gas, sono previsti i seguenti valori di soglia ISEE e di importi economici ( Iva 10% compresa):

Per i nuclei familiari con indicatore ISEE non superiore a 9530 euro sarà riconosciuto un bonus pari a 149 euro per famiglie fino a 4 componenti oppure di 168 euro per le famiglie con oltre 4 componenti

Peri nuclei familiari con indicatore ISEE compreso tra 9530 e15 mila euro sarà riconosciuto un bonus pari a 119 euro per le famiglie fino a 4 componenti oppure di 134 euro per le famiglie con oltre 4 componenti

Peri nuclei familiari con almeno 4 figli a carico ( famiglia numerosa) e indicatore ISEE non superiore a 20 mila euro sarà riconosciuto un bonus pari a168 euro.

Il bonus può essere richiesto entro il 31 marzo 2025 da tutti i clienti domestici che abbiano la residenza anagrafica in uno dei Comuni dove Iren gestisce la rete di teleriscaldamento e che ne utilizzano il servizio ad uso riscaldamento o riscaldamento promiscuo per la propria abitazione tra il 15 ottobre 2024 e il 30 aprile 2025.

Per i cittadini che dovessero risultare idonei, il bonus sarà corrisposto a partire dai 3 mesi successivi alla presentazione della domanda direttamente in bolletta come sconto commerciale sui consumi effettuati. Per i clienti con contratto condominiale centralizzato, verranno inviate apposite comunicazioni anche agli amministratori di condominio che riceveranno tutte le informazioni necessarie per riconoscere autonomamente il bonus ai cittadini interessati.

 

Mara Martellotta