ilTorinese

Esposizione Internazionale Felina, i gatti più belli ad Acqui Terme

Torna ad Acqui Terme (AL) la grande Esposizione Internazionale Felina, sabato 13 e domenica 14 settembre 2025 al Centro Congressi di Viale Antiche Terme.
Gatti di tutte le razze provenienti da tutta Europa sfileranno in gara per il Best in Show, con razze pregiate come Maine Coon, Bengala, Siamesi e molti altri. Sabato pomeriggio spazio speciale per i maestosi Maine Coon.
Evento organizzato da Gatti in Festa con l’ANFI, aperto al pubblico con orario 10:00–18:30.

Info pratiche:
🎟 Biglietti: €8 intero / €6 ridotto / gratis under 10
Dove: Centro Congressi, Acqui Terme
🔗 Info: gattinfesta.com – anfitalia.it

Un weekend imperdibile per chi ama i gatti e tutti gli animali!

Enzo Grassano

 

 

 

Una serata a Palazzo Barolo: balli, racconti e tour guidato in costume con Living History

Il maestoso portone di Palazzo Barolo si apre e accoglie i visitatori in un viaggio unico, sospeso tra passato e presente

Il 13 settembre, alle ore 21, le stanze del celebre edificio torinese diventeranno il palcoscenico di una serata esclusiva di living history, in cui balli, eleganza e racconti suggestivi vengono narrati in un tour in costume.

Ai partecipanti la scelta di partecipare in vesti normalissime o con abiti d’epoca.

A guidare gli ospiti saranno Giulia e Tancredi, Marchesi di Barolo, affiancati da gentiluomini e dame dell’Ottocento che, in abiti d’epoca, condurranno il pubblico attraverso le sale più iconiche del palazzo.

Un percorso che si apre con il monumentale scalone, impreziosito da stucchi e sculture che celebrano le glorie della famiglia Falletti di Barolo, per poi approdare al maestoso Salone da Ballo: spazio che ha accolto fastosi ricevimenti e personalità illustri della società piemontese ed europea.

Il tour prosegue negli ambienti privati, scrigno della quotidianità aristocratica: la Camera da Letto, con la sua alcova dorata; il Salottino, luogo di conversazione raffinata; la Sala del Consiglio, tuttora utilizzata dai membri dell’Opera Barolo.

Ogni ambiente diventa scena viva di un passato che torna a respirare, tra arredamenti originali e atmosfere ricostruite con rigore filologico.

Come in un set cinematografico, Palazzo Barolo si trasforma nel cuore pulsante della storia. Luci, musiche e costumi ricreano l’eleganza del primo Ottocento, evocando atmosfere che ricordano le celebri serie televisive in costume, da Bridgerton a Downton Abbey.

Una notte in cui il tempo sembra sospendersi e lo spettatore diventa protagonista, avvolto in una narrazione immersiva che rende tangibile la grandezza del passato.

L’evento rappresenta non solo un’occasione culturale, ma anche un invito a riscoprire il ruolo di Palazzo Barolo nella storia torinese: un luogo che ancora oggi custodisce memoria, arte e tradizione.

CRISTINA TAVERNITI

Living History a Palazzo Barolo
13 settembre, ore 21
Info e prenotazioni: somewhere.it

“Attraverso Festival” #dieci si avvia al gran finale

La decima edizione del Progetto dell’Associazione Culturale “Hiroshima Mon Amour ETS” e “Produzioni Fuorivia”

Da lunedì 8 a mercoledì 10 settembre

Canelli (Asti)

Gli ultimi giorni dell’estate 2025 accompagnano anche, con un seguito di meritati successi, al fotofinish della decima edizione di “Attraverso Festival”: alle spalle due mesi intensi di spettacoli, musica, teatro, letteratura e incontri che hanno portato il pubblico ad attraversare con ironia, intelligenza, bellezza e profondità il Piemonte meridionale, la  “creatura” – dieci anni compiuti – di “Hiroshima Mon Amour ETS” entra ormai in “zona Cesarini”, dopo aver toccato una ventina di Comuni di Langhe, Monferrato, Roero ed Appennino piemontese, che hanno fatto da straordinaria cornice paesaggistica ad un cartellone ricco di oltre quaranta eventi.

Alla “volata” finale sono ancora quattro gli appuntamenti attesi fra Canelli, Alba ed Ovada.

Al via, per l’ultimo giro di valzer, lunedì 8 settembre, sul palco del Teatro “Balbo” nell’astigiana Canelli (ore 21), sarà protagonista la brava Lella Costa, impegnata in “Giovanna. La fanciulla, la pulzella, l’allodola”, spettacolo scritto con Gabriele Scotti che ripercorre la vicenda di Giovanna d’Arco, accompagnato dalle musiche sublimi di Giuseppe Verdi trascritte per pianoforte a quattro mani dal “Faccini Piano Duo” composto dai giovani talentuosi Betsabea ed Elia Faccini. Della “Pulzella d’Orléans” (eroina, santa e figura simbolo del patriottismo francese, che liberò la città di Orléans dall’assedio inglese durante la “Guerra dei Cent’anni”), Lella Costa e Gabriele Scotti tracciano un “ritratto dinamico, curioso e al tempo stesso rigoroso” teso a dare piena luce e verità ad una figura come quella di “Jeanette” (come Giovanna amava essere chiamata) che, nonostante fosse giovanissima ed analfabeta riuscì ad influenzare il corso della “Grande Storia”, diventando un simbolo senza tempo.

Secondo appuntamento del Festival, lunedì 9 settembre, con un doppio appuntamento. Ad Alba (Cuneo), al “Teatro Sociale G. Busca” (“Sala Marianna Torta Morolin”, ore 21), Isabella Ragonese, fra le attrici più raffinate della scena italiana, e Rodrigo D’Erasmo portano in scena “Gli amori difficili” di Italo Calvino: un omaggio al grande scrittore a quarant’anni dalla scomparsa, con musiche originali del violinista e produttore degli “Afterhours” e ricerche sui testi a cura della stessa attrice palermitana, grande estimatrice dell’opera di Calvino, di cui già nel 2001 ebbe a portare in scena “Le città invisibili” e nel 2021 il reading musicato “Cosmicomiche” al “Museo Egizio” di Torino.

In contemporanea, ore 21, al Teatro “Dino Crocco” di Ovada (Alessandria), torna la pungente stand up di Arianna Porcelli Safonov, che con “Alimentire” mette alla berlina l’ossessione contemporanea per la cucina gourmet e i suoi eccessi. Sul palco la brillante e irriverente attrice e scrittrice romana “accompagna il pubblico in un viaggio tra le contraddizioni della cultura gastronomica odierna, un’esperienza che invita il pubblico a ridere (e a riflettere) sulle stravaganze del cibo elevato a fenomeno sociale”. Come scrittrice, Arianna pubblica il suo primo libro per “Fazi Editore” nel 2014. Titolo “Fottuta campagna”, il volume è frutto di una singolare esperienza vissuta “in solitaria” sugli Appennini fra Lombardia e Liguria. Del 2017 è invece “Storie di Matti”, edito sempre da “Fazi Editore”. Dal 2015, è in tour con diversi progetti di satira e critica umoristica al costume sociale italiano: da “Piaghe” al “Riding Tristocomico” a “Diritto civile e altre parolacce” e a “Cibo, vino e altri castighi sociali”.

Mercoledì 10 settembre la chiusura ufficiale della decima edizione è affidata al Teatro “Dino Crocco” di Ovada (ore 21) con “Le Troiane” (da Euripide, 415 a. C.) spettacolo curato dal “Laboratorio Teatrale” del “Liceo Amaldi” di Novi Ligure“un segnale forte di continuità e di apertura verso le nuove generazioni, chiamate a misurarsi con i grandi classici e a portare nuova linfa creativa nel segno del futuro”.

g.m.

Nelle foto: Lella Costa, Isabella Ragonese, Arianna Porcelli Safonov

Ottiglio, la Grotta dei Saraceni e la “Maga Alcina”

 

I Romani ritempravano anima e corpo nelle acque sulfuree e curative che abbondavano in questo angolo della provincia di Alessandria per cercare un po’ di benessere dopo cruente battaglie mentre i saraceni vi nascondevano i bottini delle razzie compiute nelle vallate del Piemonte terrorizzando la popolazione. Tutto ciò accadeva nella zona di Ottiglio, piccolo comune del Monferrato casalese, tra vigne di barbera e grignolino, dove vi è una caverna nota come la “Grotta dei Saraceni”. Situata nei pressi di Moleto, la cavità era già conosciuta dai Romani che avrebbero eretto al suo interno un tempio dedicato a una divinità. La grotta ha una storia che risalirebbe al III secolo a.C. quando una guarnigione romana si insediò in questa zona e costruì un luogo di culto sotterraneo dedicato al dio Mitra.

Se davvero è esistito, il tempio potrebbe giacere sepolto sotto alcuni metri di terra. Nei secoli successivi la caverna avrebbe ospitato bande di saraceni, fuggiaschi murati vivi insieme ai propri cavalli e un favoloso tesoro nascosto costituito da gioielli d’oro e gemme preziose ancora oggi oggetto di ricerca da parte di curiosi ed appassionati. Secoli di leggende dunque a cui si aggiunge anche qualche fantasma. Nella boscaglia della Valle dei Guaraldi spunta un intreccio di cunicoli scavati nella roccia calcarea parzialmente inesplorati e si scorgono due varchi. Tali cavità sono prodotte dalle falde di acqua potabile e per le frequenti infiltrazioni sono soggette a smottamenti e crolli. È quindi molto pericoloso inoltrarsi in questi sotterranei e chi lo fa mette in pericolo la propria vita. È questa una delle tante grotte che punteggiano la terra piemontese, molte sono esplorabili in sicurezza e tante altre sono ancora da scoprire. La “Grotta dei Saraceni” di Ottiglio è una di queste. Il nome della grotta deriverebbe dalle incursioni di pirati arabi del X secolo narrate nelle “Cronache della Novalesa”. La caverna divenne il luogo ideale in cui nascondere il bottino sottratto agli abitanti. Molti predoni rimasero però bloccati per sempre all’interno delle grotte con il loro malloppo a causa del crollo di alcune gallerie. Molti altri si servirono di queste cavità, per lo stesso motivo dei “saraceni”. All’inizio del Seicento, durante le Guerre del Monferrato, le grotte divennero rifugio di disertori e briganti e quindi una minaccia per l’ordine pubblico. Le autorità ducali del Monferrato fecero sbarrare gli ingressi, e se diamo credito alla tradizione locale, al suo interno, oltre al tesoro nascosto, rimasero imprigionati molti uomini, murati vivi con i loro cavalli. E le sorprese non finiscono qui. Circolano anche storie di presenze diaboliche che si aggirerebbero in questi sotterranei, e in particolare un fantasma, una donna, la “Maga Alcina” che comparirebbe ogni anno la notte del solstizio d’inverno, il 21 dicembre, all’ingresso della grotta. Finora nulla è stato trovato nella caverna. Negli ultimi decenni diversi gruppi di speleologi hanno esplorato le gallerie ma senza risultati di rilievo.

Filippo Re

 

Slow Food e Rete Comuni Sostenibili, sostenibilità e buona alimentazione

Due percorsi paralleli finalmente si incontrano. La Rete dei Comuni Sostenibili e Slow Food Italia hanno siglato una lettera d’intenti per intensificare e condividere un impegno che, in molti casi, si fonda sui medesimi e solidi valori, quali la sostenibilità ambientale, sociale e alimentare a partire dai territori e dai cittadini che li vivono e custodiscono.
La prima e importante occasione di collaborazione è stata la Guida dei Comuni sostenibili italiani 2025/2026, presentata allo scorso Salone Internazionale del Libro di Torino, dove figura un intervento di Raoul Tiraboschi, vicepresidente di Slow Food Italia, che ha anche preso parte all’iniziativa del Lingotto Fiere. Tra i principali obiettivi concreti condivisi troviamo la promozione delle rispettive esperienze ai propri aderenti. Quindi la promozione di buone pratiche tramite iniziative come campagne di sensibilizzazione su temi quali la lotta allo spreco alimentare, la promozione di regimi alimentari corretti e sostenibili e la tutela della biodiversità mediante scelte consapevoli.
Per quanto riguarda la Rete dei Comuni Sostenibili vi è  l’intenzione di impegnarsi a migliorare e integrare il set di indicatori per il monitoraggio della sostenibilità degli enti locali con parametri individuati insieme a Slow Food che, dal canto suo, è pronto a favorire la promozione della rete nella realtà dove sono presenti progetti Slow Food, favorendone l’incontro con le amministrazioni e proponendo l’esperienza del monitoraggio volontario della sostenibilità dei territori.  Un altro punto che è stato esaminato è quello dell’affiancamento agli enti locali nella partecipazione a percorsi progettuali con l’obiettivo di creare sistemi locali del cibo con opportune food policies, iniziative e processi legati all’educazione alimentare e, più in generale, al rapporto tra cibo e salute.

“ Tra i grandi obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030, rientra a pieno titolo quello dell’alimentazione – affermano Valerio Lucciarini De Vincenzi e  Benedetta Squittieri, presidente della Rete dei Comuni Sostenibili – In Europa e in Italia tale obiettivo è declinato attraverso una serie di azioni per l’educazione alimentare, la lotta allo spreco di cibo, il biologico e le filiere corte, la salvaguardia delle produzioni locali, la protezione della biodiversità. I comuni sono particolarmente impegnati su questo fronte, dalle mense scolastiche agli Orti urbani, dall’acqua pubblica alla valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche, fino al turismo sostenibile. La rete dei Comuni sostenibili esalta queste buone pratiche e ha creato anche una Guida dei Comuni Sostenibili, per narrare tutte queste iniziative.  L’intesa che abbiamo siglato con Slow Food Italia rappresenta un nuovo importante strumento che mettiamo a disposizione degli enti aderenti alla rete e ne trarranno beneficio sia il sistema di monitoraggio della sostenibilità  sia la possibilità di condivisione reciproca di buone pratiche territoriali”.

“I Comuni sono i nostri interlocutori privilegiati per un cambiamento diffuso e urgente che si muove dal basso. Slow Food, di fronte alle trasformazioni che stanno avvenendo,vuole fare la sua parte come movimento globale del cibo. Insieme a tutti coloro che credono com enti nella partecipazione democratica nella crescita in consapevolezza della società civile, possiamo essere ambasciatori con la Rete dei Comuni Sostenibili di buone pratiche e percorsi che, in questi anni, hanno testimoniato che un altro sistema alimentare è possibile, oltre che urgente – dichiara Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia – I sistemi del cibo che da quasi quaranta anni promuoviamo, locali, diffusi, orizzontali, sono capaci  di generare circuiti virtuosi basati sulle relazioni. I Presidi, l’Arca del Gusto, i Mercati della Terra, gli orti di comunità  e scolastici, gli itinerari Slow Food Travel, la ristorazione collettiva, sono tutti strumenti concreti capaci di proiettarsi verso un futuro di pace e prosperità collettivo, che è diritto di tutti e tutte, come il cibo buono, pulito e giusto che lo nutre”.

Mara Martellotta

L’Orchestra Sinfonica della RAI a MITO con due concerti a Torino, l’8 e il 12 settembre

L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai torna protagonista di MITO SETTEMBREMUSICA,  con due concerti all’Auditorium  RAI Arturo Toscanini di Torino dedicati rispettivamente al repertorio contemporaneo e diretti da Tito Ceccherini e Thomas Dausguaard, interpreti molto apprezzati della musica contemporanea . Le due serate fanno parte del perimetro “Rivoluzioni-Tempi di guerra e di pace”.

Il primo è in programma lunedì 8 settembre alle 20 ed è interamente dedicato al compositore Samy Moussa. Nato a Montreal nel 1984 e residente a Berlino, ha dato vita ad opere che sono eseguite  da orchestre di massimo prestigio, come i Wiener Philarmoniker, la London Symphony Orchestra, la Los Angeles Philarmonic e quella del Royal Concertgebouw di Amsterdam.  In apertura di serata verrà eseguito il suo “Elysium” per orchestra, composto nel 2021 su commissione congiunta dei Wiener Philarmoniker, della Vancouver Symphony Orchestra, del Festival de Lanaudière, della Royal Scottish National Orchestra e della BBC  Scottish Symphony Orchestra.
Il brano viene proposto in prima esecuzione italiana per MITO SETTEMBREMUSICA  e il suo titolo riflette l’attrazione di Moussa per l’antichità classica. Si riferisce ai Campi Elisi, un regno paradisiaco, distinto dagli Inferi della mitologia greca, che offrivano una vita beata agli eroi e ai favoriti dagli Dei.
A seguire, sempre di Moussa, la Sinfonia n. 1 detta Concordia, commissionatagli dall’Orchestre Symphonique di Montréal, dedicataria dell’opera insieme al maestro e direttore Kent Nagano, per festeggiare il 375esimo anniversario della fondazione della città canadese. È stata eseguita in prima assoluta il 31 maggio 2017 e ora proposta per la prima volta in Italia.
Sul podio  impegnato il maestro Tito Ceccherini, che ha diretto molte volte l’Orchestra RAI, e che si distingue come appassionato interprete della musica contemporanea,  affrontando anche capolavori del repertorio cameristico da Debussy ai nostri giorni.

Il secondo Concerto, in programma venerdì 12 settembre, alle ore 20, accoglierà tre diverse pagine tutte di musicisti danesi. In apertura il Quartetto n. 3 di Langgaard, scritto nel 1924 ed orchestrato cent’anni dopo, e una più recente, del contemporaneo Hans Abrahamsen, classe 1952. Chiude il concerto la Sinfonia n. 4 op. 29 di Carl Nielsen detta “L’inestinguibile”, scritta a partire dal 1914 e conclusa due anni dopo, in pieno conflitto mondiale. Si tratta del più importante lavoro del celebre compositore danese, che fu eseguito , sotto la direzione dello stesso Nielsen, a Copenaghen nel 1916. Nieles scelse questo titolo dell’opera per indicare in una sola parola ciò che soltanto la musica può esprimere, la elementare volontà di vivere.
Sul podio è  chiamato Thomas Dausgaard, anche lui danese e allievo dello stesso Nielsen, oltre che di Franco Ferrara e Leonard Bernstein.

Mara Martellotta

Il Digiuno Intermittente spiegato dal dr. Enrico Riggi    

La pratica del digiuno intermittente ha origini molto antiche, a cominciare da alcune abitudini religiose (Ramadan e Quaresima) e dalle consuetudini alimentari degli uomini primitivi, soggetti molto spesso a periodi di scarsità di cibo. Studi scientifici nel XX secolo hanno rivelato i benefici per la salute del digiuno già considerato da Ippocrate, nella Grecia antica, come uno strumento purificatore per anima e corpo.
Ne abbiamo parlato con il dr. Enrico Riggi, specialista a Torino in Medicina Anti-Aging, la cosiddetta Medicina della Longevità, ovvero come contrastare e rallentare i processi degenerativi dell’invecchiamento e quindi migliorare la qualità della nostra vita.
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Dr Riggi, si parla moltissimo di digiuno intermittente, di cosa si tratta esattamente?
“Inizio subito precisando che non stiamo parlando di una terapia dimagrante, si tratta di una pratica essenzialmente purificante. Faccio un esempio: se mangio un piatto di pasta il mio stomaco si svuoterà in 45 minuti, poi ne serviranno altri 45 per essere assorbito dall’intestino e altri 45 per venire distribuito nell’organismo; a questo punto avremo bisogno di un periodo di riposo ma se mangio nuovamente non permetto che questo riposo necessario avvenga. Il digiuno intermittente facilita dunque il riposo, lascia il tempo all’organismo di non lavorare e di auto pulirsi, vengono così eliminate le tossine e le cellule morte, questo periodo viene definito ‘calma insulinica’. Infatti quando mangiamo abbiamo un picco di insulina perché il glucosio la fa salire ed infiamma l’organismo”.
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Esistono vari tipi di digiuno intermittente, come si possono dividere?
“Abbiamo il metodo 16/8, in cui digiuno per 16 ore e posso mangiare nelle restanti 8 ore, ad esempio dalle 12.00 alle 20.00 e questo è il sistema più adottato e sostenibile.
Ci sono persone che preferiscono saltare la cena, mangiando alle 17.00 e altre che preferiscono cenare e non fare colazione. Nelle ore di digiuno posso bere acqua, caffè, tisane ma devo evitare assolutamente lo zucchero, posso assumere degli integratori ma niente di calorico, quindi neanche i dolcificanti.
Un altro tipo di digiuno è quello delle 12 ore: cena alle 19.00, colazione alle 7.00 e nuovamente cena alle 19. Dobbiamo lasciare il tempo alle difese antiossidanti di agire; dopo il digiuno consiglio un pasto proteico, ad esempio due uova e una fetta di pane.
C’è poi chi preferisce fare uno o due digiuni completi di 24 ore alla settimana ed infine ma un po’ estremo, da fare ogni 3/4 mesi, 72 ore di digiuno in cui assumere solo 400 calorie per poter sostenere il metabolismo, fornite da verdura cruda (sedano, carote, finocchi). In questo modo dopo 18/20 ore l’organismo sintetizza le sirtuine, le proteine della longevità, e’ come se si facesse pulizia in casa (autofagia), da qui effetti positivi sulla digestione, sulla pelle e sul microbiota”.
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Tutti possono praticare il digiuno intermittente?
“ Non possono farlo i diabetici, le persone con disturbi alimentari, le donne in gravidanza o che allattano e gli atleti e comunque ogni persona è un caso a sé, io consiglio sempre ai miei pazienti di fare una serie di esami per capire quale tipo di digiuno è più idoneo e quali integratori assumere in base alle loro carenze. Tutto ciò è possibile anche contattandomi via email, info@dottenricoriggi.it, e facendo poi delle videochiamate”.
DIDIA BARGNANI

Merlo: Partiti e classe dirigente. Pd, nomine dall’alto; FI, si elegge dal basso. Il caso Campania

“La selezione democratica della classe dirigente è la condizione essenziale e decisiva per
misurare la credibilità, la serietà, la trasparenza, la democraticità e l’autorevolezza del partiti. Sotto
questo versante, ciò che sta concretamente emergendo dalla Campania è un modello da non
seguire e da non copiare. E questo perchè, al di là delle chiacchiere e della propaganda spicciola,
rappresenta il peggio di come oggi può essere selezionata una classe dirigente di partito. L’esatto
opposto di quello che, per fare un solo esempio, avviene in Forza Italia dove la classe dirigente
locale del partito è stata eletta attraverso regolari congressi democratici e di base. Congressi, di
conseguenza, contendibili e quindi dibattuti e veri.
È la differenza che passa quando la democrazia viene predicata e quando, al contrario, viene
invece praticata”.

On. Giorgio Merlo
Presidente nazionale ‘Scelta Cristiano Popolare’

Tranchida in visita ai cantieri degli ospedali Molinette e Cto 

IL NUOVO DIRETTORE

Un primo viaggio nei cantieri degli ospedali Molinette e Cto della Città della Salute e della Scienza di Torino. Livio Tranchida ha deciso che è necessario, tra i suoi primi provvedimenti, dare un’accelerata ai numerosi cantieri dei presidi torinesi. Soprattutto alla luce della vetustà di un ospedale nato nel 1935, che ha bisogno di continue manutenzioni e ristrutturazioni, non più rinviabili, per renderlo a misura dei pazienti e dei professionisti che lavorano al suo interno. La struttura non è all’altezza delle eccellenze sanitarie. E questo discorso non riguarda solo il Pronto soccorso, che sarà uno dei primi temi che Tranchida affronterà. Sono stati sopralluoghi per chiedere al personale dell’Ufficio tecnico aziendale aggiornamenti sui tempi e per accertarsi sull’avanzamento dei lavori. Un particolare occhio di riguardo per la sicurezza e la messa a norma e sull’aspetto dell’umanizzazione. Uno degli aspetti fondamentali l’adeguamento della climatizzazione degli ambienti, dopo le recenti polemiche estive per il troppo caldo in corsia. Accompagnato dal Direttore sanitario Lorenzo Angelone, dal Direttore amministrativo Giampaolo Grippa e dal Direttore di presidio Antonio Scarmozzino, ha dapprima visitato il cantiere della nuova attività di ammodernamento e potenziamento dell’endoscopia digestiva (diretta dalla professoressa Elisabetta Bugianesi), la cui consegna e messa a regime è prevista entro il mese di ottobre 2025. Si è poi recato nel cantiere del nuovo reparto di Day surgery dipartimentale (con due sale operatorie) nel padiglione Abegg chirurgia (la cui consegna è prevista entro il mese di ottobre). Ha poi visitato quella che sarà la futura Rianimazione, realizzata con fondi Arcuri, al secondo piano del padiglione di Neuroscienze, composta da 24 posti letto di terapia intensiva e sub – intensiva (acnhe questa consegna prevista entro il mese di ottobre) per poi proseguire al primo piano del medesimo Padiglione in quella che sarà la nuova Rianimazione ospedaliera con 14 posti letto di terapia intensiva (consegna prevista entro il mese di dicembre 2025). Infine si è recato presso il cantiere del nuovo reparto di Ortopedia al sedicesimo piano piano del Cto, che sarà consegnato entro il mese di dicembre.
“Abbiamo bisogno di certezza nel rispetto delle scadenze di inizio e fine dei cantieri” dichiara il Direttore generale Livio Tranchida.

Zootecnia, Ue – Mercosur: il Piemonte potrebbe patire ripercussioni

L’intesa UE – Mercosur, elaborata già sei mesi fa a Montevideo dopo un lunghissimo negoziato e in ratifica da ieri alla Commissione europea, desta preoccupazione tra gli agricoltori e gli allevatori del Piemonte.

“È un accordo che non ci soddisfa perché, pur avendo potenziali vantaggi per alcuni settori, rischia di minare la stabilità, già peraltro precaria, di alcuni fondamentali comparti agricoli del nostro territorio: mi riferisco, in particolare, alla zootecnia da carne e alla cerealicoltura” afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.

 

Il libero scambio con i paesi del Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) prevede una riduzione elevata delle tariffe doganali su vino e liquori (fino al 35%), eccellenza tutta italiana. Inoltre, dovrebbe sostenere una crescita dell’export di quei prodotti agroalimentari tradizionali e di alta qualità europei, proteggendo da riproduzioni fraudolenti le 344 indicazioni geografiche europee.

Se da un lato l’economia europea potrebbe, grazie anche alle clausole di salvaguardia che verrebbero siglate da entrambe le parti, vedere aumentate le esportazioni, c’è da considerare l’ingresso, sebbene sulla carta potenziale, di un massiccio contingente di prodotti sudamericani, realizzati con regole ambientali e sanitarie meno stringenti rispetto alle attualmente in vigore in Europa e, soprattutto, in Piemonte: “I nostri allevatori e cerealicoltori hanno investito per anni in qualità, sicurezza alimentare e sostenibilità: non possiamo accettare una concorrenza al ribasso che vanifica questi sforzi” evidenzia Allasia.

 

Nel processo di ratifica, con la presentazione ai 27 Paesi membri e all’Europarlamento, Confagricoltura auspica che ci siano spazi di miglioramento, soprattutto per i comparti più esposti. La Commissione ha rassicurato sul fatto che ci saranno misure concrete a tutela degli standard ambientali e sanitari, con un rafforzamento dei controlli nei Paesi partner.

 

le garanzie annunciate dalla Commissione non sembrano al momento tutelare a sufficienza il nostro settore e l’eccellenza delle nostre produzioni. Apprezziamo gli sforzi del governo italiano nel tutelare le imprese agricole. Lavoreremo insieme ai nostri rappresentanti a Bruxelles e con il Copa affinché il settore primario europeo non paghi il conto di un’intesa che grava sul comparto già fortemente colpito dai dazi Usa e dal contesto geopolitico internazionale” precisa il presidente nazionale Massimiliano Giansanti