ilTorinese

Quella straziante foto di Yohanna

All’ “Accademia delle Belle Arti” di Torino, incontro con Cinzia Canneri, unica fotografa italiana fra i vincitori dell’ “World Press Photo”

Venerdì 24 ottobre, ore 18

Addis Abeba – Etiopia, 31 ottobre 2017. Un povero “interno”. Su uno stropicciato telo di stoffa, riposa, con la madre accanto che affettuosamente la tiene – accarezza per un braccio, Yohanna, giovane eritrea di soli 22 anni, colpita dalla polizia  al confine di Shambuko (in Eritrea), e risvegliatasi in un ospedale in Etiopia, dove ha scoperto che le era stato asportato un rene. In suo possesso, nessuna cartella clinica o documento scritto che giustifichi l’intervento chirurgico e l’asportazione dell’organo. Sull’addome, il segno di una lunga cicatrice. Forse meno dolorosa di quelle crude e disumane che Yohanna si porta e si porterà dentro per sempre negli anfratti più intimi della memoria e dell’anima. Lo scatto fa parte del progetto “Women’s bodies as battlefields” che definisce, in qualche modo, la stessa carriera artistica della fotografa, toscana di Follonica, Cinzia Canneri, autrice dello scatto ed unica italiana tra i vincitori di quest’anno dell’“World Press Photo”, il concorso di fotogiornalismo e fotografia documentaria (con sede ad Amsterdam) più prestigioso al mondo. Laureata in Psicologia e fra i fotoreporter più brillanti della nuova generazione, Cinzia è da sempre, e in ogni modo, impegnata nel “sociale”. Il suo progetto è stato premiato tra quelli “a lungo termine”: Canneri ha infatti seguito, macchina a tracolla, le vite di alcune donne in fuga dal regime repressivo in Eritrea e dal recente conflitto in Etiopia, la cosiddetta “Guerra del Tigré”, ufficialmente terminato nel 2022 ma con tensioni che continuano a causa di irrisolte dispute territoriali. Narrazioni, le sue, fissate nel tempo e specchio “impietoso” di atrocità che raccontano di corpi femminili vergognosamente e spietatamente ridotti a “campi di battaglia”.

A parlarne, venerdì 24 ottobre (alle 18), sarà la stessa Cinzia Canneri a Torino, in un incontro, moderato dalla giornalista Chiara Priante, in programma nel “Salone d’Onore” dell’“Accademia Albertina delle Belle Arti” (che, fino a lunedì 8 dicembre, espone ben 144 immagini di 42 fotografi selezionati nell’ambito dell’“World Press Photo Exhibition”), in via Accademia Albertina 6, con ingresso gratuito. Insieme a lei, ci sarà anche Meseret Hadush, etnomusicologa nata e cresciuta in Etiopia, “Ceo” e fondatrice di “HIWYET TIGRAY Charity Association”, attivista contro la violenza di genere e operatrice umanitaria. Vincitrice del “Bremen Solidarity Award 2025”, Hadush è stata proprio il riferimento di Canneri nel Tigray (la più settentrionale delle dieci regioni dell’Etiopia) e le ha permesso di svolgere il suo lavoro sul posto. L’incontro, organizzato all’“Accademia Albertina delle Belle Arti” di Torino, sarà dunque l’occasione per parlare di queste esperienze di vita e di lotta (in cui si trovano solidamente accomunate la Canneri e Hadush), ma anche di “fotografia”, di “libertà di stampa” e del “ruolo dei fotoreporter” in scenari meno narrati dai quotidiani.

Nel 2017,  Cinzia Canneri ha iniziato a documentare le esperienze delle donne eritree in fuga dal loro Paese e in cerca di rifugio in Etiopia, per sfuggire a un regime repressivo che ha implementato di fatto una coscrizione obbligatoria a tempo indeterminato. Molte di loro, fermate alle frontiere sono state assalite, violentate o colpite all’addome dalla polizia nazionale per impedire loro di avere figli. Mentre la guerra tra le forze governative etiopi contro il “Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè – TPLF” si diffondeva nella regione del Tigrè, l’attenzione di Canneri si è ampliata includendo anche le donne “tigrine”, che si stavano ora unendo alle donne eritree nella fuga dall’Etiopia verso i campi profughi ad Addis Abeba o in Sudan. Entrambi i gruppi sono stati bersaglio di violenza sessuale sistematica – stupri, sparatorie, torture – che, a causa dello stigma sociale, delle strutture sanitarie limitate e del limitato accesso di giornalisti nel Paese, rimane insufficientemente riportata dai media e compresa dal mondo in generale.

Nel gennaio 2024, Canneri ha peraltro co-fondato “Cross Looks”, un collettivo di donne italiane, eritree, tigrine e sudanesi che sta costruendo “una narrativa intersezionale sui temi di genere, classe, razza e altre forme di disuguaglianza sociale”.

Impegno “sociale” a tutto campo. Che non solo ha portato la Canneri a lavorare a lungo, sui temi succitati, nel Corno d’Africa, ma anche, fra l’altro, sulla coraggiosa documentazione di questioni sociali legate ad esempio allo “sfruttamento dei lavoratori”. Basti pensare, in proposito, che nel 2016 un suo Progetto, “Like Two Wings” sulle vittime dell’amianto ha ricevuto un “Premio di eccellenza” al “POYi Science and Natural History Picture Story” (presso la “Missouri School of Journalism”) e il primo premio all’“Umbria Fest” in Italia. Scatti, i suoi, che hanno trovato “casa” sulle pagine delle più prestigiose riviste internazionali, dal “New York Times”, al “Days Japan”, fino all’“Obs”, al norvegese “Aftenposten”, al “The Washington Post”, all’“Internazionale” e all’“Espresso”.

Gianni Milani

Nelle foto: Cinzia Canneri da “Women’s bodies as battlefields”; Cinzia Canneri

Il Centro non è la sommatoria delle liste civiche

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Da che mondo è mondo, come si suol dire, in politica difficilmente si possono sommare le pere
con le mele. Fuor di metafora, le elezioni locali – comunali o regionali che siano non fa differenza
alcuna – non possono mai essere confuse con le elezioni politiche nazionali. E questo per una
ragione persin troppo semplice da spiegare. Il voto nazionale, infatti, prescinde radicalmente dalle
dinamiche locali e gli stessi protagonisti e leader sono diversi. Molto diversi. Una regola talmente
ovvia e scontata che, quasi puntualmente, chi vince le elezioni locali poi, di norma, anche se non
sempre, perde quelle nazionali. Per le semplici ragioni che ho poc’anzi ricordato.

Ma c’è un’altra regola, altrettanto scontata perchè ha trovato ripetutamente conferma, che porta
a non confondere mai le liste civiche locali con il concreto orientamento di voto di quegli elettori
sul versante nazionale. Del resto, chi si riconosce in una lista civica locale, di norma, somma
esperienze e candidature trasversali riconducibili ad un programma definito e ad un preciso
candidato. Esperienza che, come capita puntualmente, non si ripete nella consultazione nazionale
perchè vengono a mancare quegli elementi decisivi che hanno caratterizzato, appunto, quel voto
locale.

Ora, e partendo proprio dalle ultime elezioni regionali – quella più contesa nelle Marche e quella
del tutto scontata in Toscana – c’è una ulteriore illusione che campeggia. E che riguarda la
coalizione di sinistra e progressista. E cioè, com’è capitato in Toscana, sommare in un ipotetico e
del tutto virtuale Centro a livello nazionale i voti ottenuti dalla lista del Presidente Giani. Lista
legata esclusivamente al profilo politico, civico ed amministrativo del Presidente con l’apporto di
partiti, movimenti, gruppi e associazioni che si riconoscono, appunto, nella sua persona e nel suo
programma. Sommare tutto ciò e trasferirlo meccanicamente in un partito che ufficialmente non è
ancora neanche nato – come ha fatto il capo del partito personale di Italia Viva, Renzi,
sostenendo che il peso di “Casa riformista” e quindi del Centro nella coalizione di sinistra e
progressista a livello nazionale è pari ai voti ottenuti dalla lista del Presidente della Regione
Toscana – più che un ragionamento politico è un esercizio folkloristico. Come, del resto, ha
sostenuto in un’intervista ad un quotidiano nazionale lo stesso Presidente Giani.

Per queste ragioni, semplici ma oggettive, è sempre consigliabile – soprattutto quando si parla di
elezioni locali e di consultazioni nazionali – non confondere i piani. E, meno che mai, pensare che
il consenso ad un partito nazionale possa decollare sommando semplicemente tutto il civismo. E
questo perchè il civismo appartiene rigorosamente e storicamente nel nostro paese alle
esperienze locali mentre le dinamiche nazionali, com’è altrettanto ovvio, sono riconducibili ad altri
criteri e, soprattutto, rispondono ad altre priorità politiche e programmatiche. Come, del resto,
capita da sempre.

Gli Stati generali della frutticoltura piemontese

Analisi del mercato, finanziamenti pubblici, gestione del rischio e innovazione si discuteranno nel convegno di venerdì 24 ottobre prossimo a Manta

L’evento degli Stati generali della frutticoltura è in programma venerdì 24 ottobre prossimo alle ore 14 e si svolgerà presso il Centro Sperimentale per la frutticoltura di Fondazione Agrion, in via Falicetto 24, a Manta, nel Cuneese. L’incontro si propone come un vero e proprio momento di approfondimento e dialogo che vedrà la partecipazione di esperti del settore agricolo, rappresentanti della filiera e istituzioni. Riunirà, infatti, rappresentanti della ricerca e della filiera produttiva  per approfondire le sfide e le prospettive di uno dei comparti più strategici per l’agricoltura piemontese.
A dare il via all’evento, alle 14, sarà l’inaugurazione del nuovo Digi Open lab di Fondazione Agrion, nato per offrire al settore un laboratorio di alto livello e ospitare università, centri di ricerca e aziende che nei prossimi anni vorranno dedicarsi allo sviluppo di tecnologie a servizio dei produttori frutticoli. Un vero e proprio polo di attrazione dove le migliori competenze, la creatività di ricercatori e il fabbisogno del comparto frutta si possono incontrare per dare vita a progetti  di sviluppo di nuove tecnologie, in grado di rispondere alle sfide del momento: salute delle piante e qualità dei prodotti, produttività costante  e elevata, calo del fabbisogno  di manodopera, ulteriore limitazione dell’utilizzo dei principali fattori di produzione e agrofarmaci, riduzione dei costi energetici e incremento delle fonti di energia rinnovabile, efficientamento dei sistemi di conservazione e stoccaggio. Si tratta di un lavoro importante per il quale il Piemonte può candidarsi ed essere riferimento a livello nazionale e europeo nel fornire alle imprese agricole soluzioni tecnologiche e pratiche agronomiche innovative tali da consentire l’efficientamento dei processi produttivi, l’ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro e la sostenibilità economica dell’impresa.
Nell’occasione sarà anche firmato un protocollo d’intesa con i principali poli universitari piemontesi, a testimonianza dell’impegno congiunto per sostenere il comparto agricolo.

Seguirà il convegno introdotto dall’assessore al Commercio, Agricoltura e cibo, Parchi, Caccia e pesca, Peste Suina, Turismo, Sport e post olimpico Paolo Bongioanni e del presidente della Fondazione Agrion Giacomo Ballari, che vedrà gli interventi di esperti quali Angelo  Frascarelli, professore di Economia e Politica Agraria all’Università di Perugia, Luca Nari, responsabile dell’area tecnica di Fondazione Agrion, Bruno Mezzetti, professore ordinario di Arboricultura Generale e Coltivazioni Arboree all’Università politecnica delle Marche, Andrea Berti, direttore di Asnacodi ed Elisa Macchi , direttrice del Cso Italy.
Particolare attenzione sarà data al tavolo di confronto con la filiera, che coinvolgerà protagonisti dell’imprenditoria e della distribuzione ortofrutticola, tra cui Marco Rivoira, Ceo del gruppo Rivoira, Domenico Sacchetto,  presidente AOP Piemonte, Fabrizio Galliati, presidente del Caat di Torino e Domenico Paschetta di Orbita SB.
Durante la giornata sarà consegnata a giornalisti e istituzioni la Carta della frutticoltura, un documento di analisi e proposte realizzato e condiviso da tutti gli attori della frutticoltura piemontese, che delinea in modo chiaro le priorità future e le proposte strategiche su cui si chiede un forte impegno di tutti a livello regionale, nazionale e europeo. I suoi contenuti saranno esposti direttamente dagli attori della filiera presenti durante la giornata e potranno essere arricchiti dal dibattito e intervento degli esperti. Si tratta di una carta che vuole contribuire a definire una strategia chiara e condivisa per il Piemonte, ma che si candida ad essere un documento di riferimento per le altre principali regioni frutticoltura italiane ed europee.
Le conclusioni saranno affidate al direttore dell’Assessorato Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, Paolo Balocco.

Mara Martellotta

2° Motoraduno Lions della Solidarietà e Screening Sanitari

Domenica 19 ottobre 2025 tra Pianezza e Galliate campus medici e una giornata su due ruote per scoprire il patrimonio del territorio

Domenica 19 ottobre con inizio dalle 8.30 a Pianezza, il Distretto Lions 108 Ia1 organizza il 2° Motoraduno Lions della Solidarietà con “Campus Medici”.

Un’iniziativa aperta a tutti tipi di moto, che abbina la voglia di condivisione delle 2 ruote e visite al nostro patrimonio storico con la solidarietà e la prevenzione sanitaria gratuita. Una giornata tra motociclette e medici volontari, tra passione per le due ruote e impegno per il bene comune. Il ricavato del Motoraduno, infatti, dedotte le spese, verrà devoluto per un service a favore di un progetto di educativa specialistica per i bambini autistici gestito dal Comune di Pianezza e per un service in favore dei bambini autistici gestito dall’Associazione NOICOMEVOI di Galliate.

Il programma della giornata:

  • Ritrovo alle ore 8.30 e verifica iscrizioni a Pianezza in Piazza Napoleone Leuman fino alla partenza verso l’esposizione delle moto in via Giolitti

  • Alle ore 10 partenza del Run in moto fino al Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate, a seguire pranzo allestito nel quadriportico del Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate.

  • Fiera a Pianezza dalle 9 alle 17 Fiera Antichi Mestieri, Fattoria Didattica e Trucca Bimbi nel Parco del Municipio

Screening sanitari gratuiti:

A Pianezza Campus Medico dalle 9 alle 13 e dalle 14.30 alle 17, effettuazione screening sanitari gratuiti a cura della storica Villa Leumann sede del Municipio di Pianezza: ecocolordoppler carotide; visita cardiologica; visita optometrica e controllo visivo; prevenzione disturbi uditivi; consulenza nutrizionale; elettrocardiogramma; screening glicemia; misurazione saturazione; misurazione pressione; dimostrazione tecniche di primo soccorso (manovre di disostruzione o utilizzo del Dae) e solamente alla mattina dalle 9 alle 13: screening benessere mentale e visita dermatologica.

A Galliate screening sanitari gratuiti dalle 11 alle 13 e dalle 14 alle 16, presso Castello Visconteo-Sforzesco di Galliate: attività di educazione sanitaria nella prevenzione dei tumori (LILT); accertamenti per ambliopia; accertamenti per osteoporosi; informativa cardiologica; benessere e salute mentale (solo al pomeriggio).

L’iniziativa, promossa dal Distretto Lions 108 Ia1, è in partnership con l’Amministrazione Comunale di Pianezza ed in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Galliate, con l’Avgvsta Tavrinorvm Chapter Italy – Harley Davidson, le Pro Loco di Pianezza e Galliate, con i Giovanniti, la Croce Rossa Italiana Comitato di Rivoli ed altre numerose Associazioni di volontariato e con l’aiuto ed il contributo dei medici e dei volontari Lions,

Con i patrocini del Consiglio Regionale del Piemonte, del Comune di Pianezza, del Comune di Galliate e dell’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino.

Intitolate tre nuove vie limitrofe all’Urban District To Dream 

Sabato 18 ottobre 2025, alle ore 11, si terrà la cerimonia di intitolazione delle vie limitrofe all’Urban District To Dream (già corso Giulio Cesare 424/51). Tra i nuovi toponimi figura quello dedicato a Florence Nightingale, fondatrice dell’infermieristica moderna e simbolo universale di dedizione, competenza e umanità nella cura.

Contestualmente, saranno intitolate nello stesso comprensorio di To Dream due altre vie, alle artiste Evangelina Gemma Alciati Jessie Boswell, figure femminili che hanno segnato il mondo culturale torinese.

Nel corso della cerimonia prenderanno la parola, prima dello scoprimento delle nuove targhe viarie, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, il Coordinatore della II Commissione della Circoscrizione 6 Maurizio Anastasia, il presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Torino Ivan Bufalo e Guglielmo Marciano, presidente della Commissione d’albo Infermieri pediatrici.

«Sono lieta di avere portato a buon fine la proposta di intitolazione di un sedime cittadino a Florence Nightingale, che era stata caldeggiata dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche e poi unanimemente approvata dalla Commissione comunale per la Toponomastica» commenta la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo. «Con il suo coraggio e la sua determinazione, non comuni ai tempi nostri e ancor di più nel XIX secolo, Florence Nightingale seppe non solo alleviare le sofferenze di feriti e malati, ma anche e soprattutto promuovere un cambiamento complessivo nell’idea stessa dei servizi sanitari, aprendo la strada alla moderna concezione delle professioni infermieristiche».

«La cerimonia di sabato» – ha concluso Grippo – «rappresenterà un passo in avanti importante nel percorso di riequilibrio di genere nella toponomastica torinese, che ho perseguito sin dall’inizio del mio mandato. Sarà inoltre l’occasione per rendere un ideale e meritato omaggio a tre donne di eccezionale valore e di grandi capacità di innovare e rompere gli schemi, svolgendo un ruolo pionieristico nei rispettivi campi di attività.

«Ringraziamo il Comune di Torino per questa scelta di valore, che riconosce e istituzionalizza il ruolo della professione infermieristica, e in particolare la presidente Grippo, da anni sempre vicina alla nostra categoria e alle nostre attività, sino ad essere ormai come una nostra iscritta honoris causa» dichiara Ivan Bufalo, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Torino, aggiungendo: «Questo percorso comune rende la giornata dell’intitolazione il riconoscimento di un cammini condiviso che la Città di Torino, attraverso la sua presidente, ha intrapreso con il mondo infermieristico.

Dedicare una via a Florence Nightingale – conclude Bufalo – significa ricordare non solo la fondatrice dell’infermieristica moderna, ma anche l’impegno quotidiano, spesso silenzioso, di migliaia di professionisti che operano nel nostro territorio».

Il presidente Cirio in visita alla Biraghi

Giovedì 9 ottobre, l’azienda Biraghi – storica realtà del settore lattiero-caseario con sede a Cavallermaggiore (CN) – ha ospitato il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, accompagnato dal Sindaco di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro.

Accolti dal Presidente Bruno Biraghi e da alcuni rappresentanti del Consiglio d’Amministrazione, gli ospiti hanno preso parte a una visita approfondita dello stabilimento, durante la quale hanno potuto osservare da vicino le linee produttiveconoscere il lavoro quotidiano degli operatori e apprezzare l’impegno dell’azienda per la qualità, la sicurezza alimentare e l’innovazione, sempre nel rispetto della tradizione.

Fondata nel 1934, Biraghi è oggi una delle realtà d’eccellenza dell’agroalimentare piemontese, riconosciuta in Italia e all’estero per la produzione di formaggi di alta qualità – come il Gran Biraghi e il Gorgonzola DOP – e per la valorizzazione delle materie prime locali. L’azienda si distingue per il forte radicamento nel territorio, il sostegno alla filiera corta e l’attenzione costante ai temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale.

“Accogliere il Presidente Cirio è stato per noi un grande onore” ha dichiarato Bruno Biraghi, Presidente dell’azienda“Abbiamo avuto l’opportunità di condividere con lui i nostri progetti futuri e ribadire il nostro impegno a investire sul territorio. La sua visita rappresenta un riconoscimento importante per il lavoro svolto ogni giorno da tutte le persone che fanno parte del team Biraghi.”

Anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha sottolineato il valore dell’incontro: “Biraghi è un’eccellenza piemontese conosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti e il forte legame con il territorio. Una realtà che unisce tradizione, innovazione e passione, valorizzando ogni giorno la filiera locale. Un grande esempio di come si può crescere facendo della qualità e del legame con la comunità la propria forza.”

Gravel: si corre sull’altopiano delle Rocche

Da Rocca di Mezzo a Rocca di Cambio: circa 50 km il percorso all’interno del Parco naturale del Sirente-Velino. Un centinaio i corridori attesi al via in Abruzzo. Iscritti 13 Comitati rappresentativi di 7 regioni italiane per contendersi le maglie tricolori

Il ciclismo del CSI fa 13! Tanti sono i traguardi nazionali dei campionati in bicicletta, organizzati nel 2025 dall’ente arancioblu. Il penultimo appuntamento stagionale valido per la conquista delle maglie tricolori è fissato in Abruzzo sull’altopiano delle Rocche, all’interno del paesaggistico Parco naturale regionale Sirente-Velino.

Domenica 19 ottobre, con partenza da Rocca di Mezzo e arrivo a Rocca di Cambio, si svolgerà il Campionato nazionale di Gravel, organizzato dalla Polisportiva Icaro, in collaborazione con il CSI L’Aquila e il CSI Lazio, con il patrocinio dei due Comuni di Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. Il percorso di gara pianeggiante è costituito da un circuito di 13 km da ripetere tre volte che prevede tratti asfaltati, bosco e sterrato. Un tratto turistico e 3 giri agonistici per circa 50 km complessivi. Partenza da Via delle Pezzelle, a Rocca di Mezzo ed arrivo a Rocca di Cambio, dove dopo il pasta-party ci saranno le premiazioni. Velocità ed efficienza su strada sono le caratteristiche delle bici “gravel”, robuste nel telaio ed assai stabili, con gli pneumatici più larghi, adatti a percorrere terreni misti. Al via sono attesi un centinaio di corridori da 7 regioni CSI (Lazio, Abruzzo, Marche, Umbria, Toscana, Puglia, Campania). A contendersi il podio saranno le due ruote di 13 Comitati (Bari, Napoli, Roma, Livorno, Perugia, Viterbo, Latina, Frosinone, Fermo, Chieti, Ascoli Piceno, Macerata, Foligno).

Sicurezza dei presidi sanitari, firmato protocollo tra Prefettura,  Asl Città di Torino e Regione

/
«L’iniziativa che oggi sottoscriviamo realizza un programma di interventi volti a venire sempre più incontro alle esigenze di sicurezza e serenità di chi quotidianamente è impegnato in prima linea per la salute dei cittadini».  
Lo ha sottolineato il Prefetto Donato Cafagna, firmando  insieme al Direttore Generale dell’ASL Città di Torino Carlo Picco e agli Assessori Regionali alla Sanità e alle Politiche Sociali e all’Integrazione Socio-Sanitaria, Federico Riboldi e Maurizio Marrone, il Protocollo di Intesa per la sicurezza dei presidi sanitari che prevede percorsi condivisi, con modalità d’azione prestabilite, concordate ed efficaci, per affrontare, e possibilmente prevenire, un’aggressione o atteggiamenti violenti all’interno delle strutture sanitarie e dei servizi sanitari.
L’attenzione sarà maggiormente rivolta alle strutture ritenute ad alto rischio, come i Pronto Soccorso, i punti di primo intervento – i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, i Centri di Salute Mentale, i Servizi Dipendenze Patologiche e gli altri servizi delle strutture sanitarie. Sarà implementato l’utilizzo di strumenti di videosorveglianza, e/o dei sistemi di teleallarme e di vigilanza diurna/notturna.
«C’è una richiesta di maggiore presenza delle Forze dell’Ordine da parte degli Ordini, delle Organizzazioni sindacali, delle Asl – ha spiegato il Prefetto ­- e l’obiettivo è quello di corrispondere a questa richiesta in maniera dinamica e coordinata, potenziando la presenza all’interno dei presidi e implementando i sistemi di videosorveglianza, ma anche consolidando quelle forme di collaborazione tra mondo sanitario e mondo della sicurezza in modo da rendere più incisivi possibili gli interventi. Grazie a questo protocollo, inoltre, alla prevenzione e alla deterrenza, si affiancheranno iniziative di formazione e comunicazione, volte a rinsaldare il dialogo e il rapporto di fiducia che deve intercorrere tra sanitari e pazienti.  
«Al fine di contrastare le aggressioni  – ha spiegato il Direttore Carlo Picco – l’ASL Città di Torino ha messo in atto una serie di azioni, tra cui la vigilanza armata, i pulsanti antipanico, le telecamere e i video collegamenti, la collaborazione con la Prefettura e la Questura, le convenzioni con il “Nucleo Associazione Nazionale Carabinieri di Protezione Civile della Provincia di Torino” e “Capitano Ultimo Volontari di Protezione Civile Piemonte” nei Pronto Soccorso degli Ospedali Maria Vittoria e San Giovanni Bosco. Con la firma del Protocollo siglato oggi, per il quale ringrazio il Prefetto, le Forze dell’Ordine e gli Assessori Regionali alla Sanità e alle Politiche Sociali e all’Integrazione Socio-Sanitaria, si intende rafforzare la collaborazione tra l’ASL Città di Torino e le Forze dell’Ordine per tutelare gli operatori sanitari da aggressioni o atti di violenza, definendo le modalità di attivazione delle Forze dell’Ordine per garantire il loro tempestivo intervento in caso di episodi di violenza che coinvolgano il personale sanitario».
L’Assessore Regionale Federico Riboldi ha tenuto a sottolineare che: «Il protocollo per la sicurezza nei Pronto Soccorso firmato oggi a Torino è il secondo in Piemonte dopo quello sottoscritto ad Asti nel mese di aprile. Ringrazio il Prefetto di Torino Donato Cafagna, il Direttore Generale ASL Città di Torino Carlo Picco e tutti coloro che si sono impegnati per raggiungere questo obiettivo che è una priorità assoluta per l’assessorato alla Sanità. La Regione Piemonte continuerà ad investire nella sicurezza per garantire agli operatori la serenità di poter svolgere il proprio lavoro senza dover temere per la propria incolumità personale e ai pazienti e alle famiglie di essere curati in ambienti dove non si verificano fatti incresciosi. È in svolgimento una gara d’appalto per la presenza di guardie armate in tutti i Pronto Soccorso aziendali, con prevista aggiudicazione entro la fine dell’anno. Fino a pochi anni fa il personale del Pronto Soccorso era rispettato e anche ringraziato: si vede che alcuni schemi nella società sono saltati. Per questo motivo, la Regione ha avviato quest’anno un monitoraggio in tutte le aziende sanitarie sulla presenza di misure di sicurezza e la prevenzione della violenza a danno degli operatori sanitari. Infine, un ringraziamento alle Forze dell’Ordine che ogni giorno lavorano per la nostra sicurezza e che sono certo daranno il loro fondamentale contributo anche in questo ambito».
Per l’Assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone: «La vera sicurezza in luoghi sempre aperti e accessibili come gli ospedali la si garantisce solo rafforzando la presenza delle Forze dell’Ordine e questo stanno facendo le Istituzioni unendo le energie. Grazie anche alle associazioni d’Arma, come l’Associazione Nazionale Carabinieri, per la loro disponibilità a garantire la loro presenza rassicurante. Siamo orgogliosi di sostenerli con le risorse regionali per l’Invecchiamento Attivo».
Alla firma del documento erano presenti i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine e i presidenti dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Torino, dell’Ordine delle Professioni infermieristiche e dell’Ordine delle Professioni Sanitarie tecniche.

Il pellerossa e il day-glo

CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60

 

Citazione letteraria d’obbligo in apertura di articolo, oggi che parliamo dell’etichetta di Los Angeles “Chattahoochee Records”, attiva tra 1962 e 1966 e saltuariamente tra 1972 e 1979. La cromia piuttosto ricorrente sui 45 giri in questione vedeva l’accostamento viola chiaro e arancio, che nella mia mente rimanda subito ai colori “DayGlo” tanto cari a quei pionieri del movimento psichedelico che furono i “Merry Pranksters”, le cui vicissitudini e il cui viaggio “coast to coast” vennero narrati e storicizzati nel celebre libro del 1968 di Tom Wolfe “The Electric Kool-Aid Acid Test”, vero manifesto della “Psychedelia” a stelle e strisce. Colori che avevano la tipica pigmentazione rilucente e autoriflettente alla luce solare (“glowing in daylight”) dei primi psichedelici della “West Coast” tra San Francisco e Los Angeles, che pareva accendersi ulteriormente sulla pelle abbronzata di quei liberi vagabondi sognatori; quei colori saranno poi ben visibili per esempio nei successivi celeberrimi manifesti rock di Victor Moscoso e di innumerevoli locandine ed annunci di eventi della “Summer of Love” del 1967. Ecco che “Chattahoochee Records”, proprio negli anni 1963-1964 delle scorribande “Pranksters”, iniziava a proporre quella cromia suggestiva e iconica, accompagnata da un logo in cui campeggiava un pellerossa con copricapo e tamburi. Possiamo segnalare inoltre che, sebbene la discografia “Chattahoochee Records” non fosse incentrata sul garage e sul surf rock, tuttavia nelle “compilations” attuali si rileva un interessante ritorno di questa etichetta, così come nei cataloghi di settore e tra i cultori del genere. Qui di seguito si elencano esclusivamente i 45 giri di surf, garage e psychedelic rock del periodo 1963-1966:

– THE MURMAIDS “Wild And Wonderful / Bull Talk” (CH 641-1) [1964];

– THE CONTENDERS “The Dune Buggy / Go Ahead” (CH-644) [1964];

– THE CONTENDERS “Johnny B. Goode / Rise ‘n’ Shine” (CH 656) [1964];

– THEE MIDNITERS “Land Of A Thousand Dances (Part 1 – 2)” (CH-666) [1964];

– THE CONTENDERS “The Toughest Band Around / Drag Slot” (CH-671) [1965];

– DANNY WARNER & THE SESSIONS “Big Boss Man / Tramway” (CH 675) [1965];

– THEE MIDNITERS “Whittier Blvd. / Evil Love” (CH-684) [1965];

– THE BOSTWEEDS “Simple Man / Little Bad News” (CH-689) [1965];

– THEE MIDNITERS “Empty Heart / I Need Someone” (CH-693) [1965];

– THEE MIDNITERS “That’s All / It’s Not Unusual” (CH-694) [1965];

– THE PASTEL SIX “I Can’t Dance / Red River Valley” (CH 696) [1965];

– TY WAGNER & THE SCOTCHMEN / TY WAGNER & THE ONES “I’m A No-Count / Walking Down Lonely Street” (699) [1965];

– THE BOSTWEEDS “She Belongs To Me / Lisa” (CH-701) [1965];

– THEE MIDNITERS “Land Of A Thousand Dances / Ball O’Twine” (CH 666; RE-1) [1965];

– BOB LINKLETTER “The Out Crowd / The Final Season” (CH 702) [1966];

– MOSS & THE ROCKS “There She Goes / Please Come Back” (CH-703) [1966];

– THE ANGLO-AMERICANS “The Music Never Stops / Are You Ready For This?” (705) [1966];

– THEE MIDNITERS “I Found A Peanut / Are You Angry” (CH-706) [1966];

– DEE CEE CORD “Ya Know / Kind Words” (CH-707) [1966];

– DOW JONES AND THE AVERAGES “Bring It On Home / Chim Chim Cher-ee” (CH-709) [1966];

– THE CHYMES “Quite A Reputation / He’s Not There Anymore” (CH-715) [1966];

– THE END RESULT “A Bird In The Hand / Never Ask Again” (CH-717) [1966];

– THE SURVIVORS “Midnight Mines / Quoth The Raven” (CH-718) [1966].

Gian Marchisio

Dal comunismo al consumismo

A grandi linee tutti sappiamo cosa sia o, per meglio dire, sia stato il comunismo. Ispirato al “Manifesto del partito comunista” di Marx e Hengels, ha portato avanti tesi che hanno permesso la nascita ed il governo per 70 anni dell’Unione Sovietica, con annessi Paesi del Patto di Varsavia, di governare Stati come Jugoslavia, Laos, Vietnam, Cuba e Cina, per citarne solo alcuni, e che hanno giustificato interventi armati degli USA in Paesi come il Vietnam.

In Italia, dopo anni di monocolore democristiano e qualche Governo pentapartito, si giunse al famoso “compromesso storico” che avrebbe dovuto portare i comunisti al Governo; l’idea, nata all’indomani del Golpe Pinochet in Cile ad opera di Berlinguer, di fatto non si realizzò mai.  Quegli anni, successivi all’ autunno caldo, in concomitanza con la stagione del terrorismo (Italicus, 1974 per dirne una) video da un lato l’affermarsi dell’ideologia comunista e dall’altro, ipso facto, molti cittadini prenderne le distanze.

A distanza di 50 anni circa, se vogliamo fare un bilancio, possiamo dire che tale dottrina sia stata completamente soppiantata da altre due altrettanto incisive: il qualunquismo ed il capitalismo, con la sua emanazione peggiore: il consumismo.

Mentre per il primo avevamo manifestazioni già ottant’anni fa, e la rivista “L’uomo qualunque” ne era portavoce, il secondo è nato con la complicità di tutti noi, vuoi per aderire alle smanie di progresso esterofile, vuoi per pigrizia, assecondando decisioni prese ad alti livelli.

Si assiste, quindi, alla nascita degli ipermercati a cavallo tra anni ’70 ed ’80 che permettono di comprare anche ciò che non ti serve(vedi il mio articolo https://iltorinese.it/2023/08/19/usa-e-getta-no-grazie/), convinti di risparmiare e non accorgendosi che, per una serie di implicazioni, veniamo a spendere molto di più.

I presunti sconti, le promozioni, i saldi, le fidelizzazioni consentono di ottenere merce scontata che, presumibilmente, va ad integrare, anziché sostituire, analoga merce che già possediamo: quanti di noi hanno fatto riparare un TV o un lettore di CD negli ultimi anni? Meglio prenderne uno in più, così è sempre nuovo ed in garanzia, tanto sull’altro qualcosa funziona ancora. Ovviamente, al momento di riparare l’oggetto, preferiamo gettarlo in discarica contribuendo, in misura minima, all’aumento della TARI, al problema dello smaltimento dei rifiuti speciali ma contenti di aver contribuito all’occupazione (quella cinese).

Io stesso, dovessi cercare un radioriparatore, così come un ciabattino, avrei difficoltà non vedendone uno in strada da anni.

La maggior parte di noi ha una TV in camera da letto, non potendo fare a meno della puntata 6000 della fiction preferita; se sei a letto è per dormire, magari leggere, soddisfare i doveri coniugali e, eventualmente, riprodurti; non puoi mantenere separate le due cose, ritornando a ritmi umani?

Quanti di noi hanno almeno un doppione negli elettrodomestici (due taglia barba, due tostapane di modello diverso, vestiti che hanno le piaghe da decubito a forza di stare chiusi nell’armadio perché usiamo sempre gli stessi 4 o 5) e magari otto tra eau de toilette e dopobarba che diventeranno modernariato perché non li usiamo mai?  Certo, forse ci sono stati regalati, ma ciò sposta solo il problema: qualcuno effettua regali non pensando se sia utile a chi lo riceverà o aumenterà solo i profitti del venditore.

Non parliamo delle autovetture: lo spauracchio dell’”Euro qualcosa”, che ogni tot anni renderà le vetture di quel tipo non-ecologiche, fa si che molti, quasi tutti, cambino le auto dopo 5-6 anni, a meno della metà del chilometraggio percorribile, perché “così ho sempre un’auto ecologica”.

Naturalmente fa parte del pacchetto consumistico anche la non refusione del danno da grandine da parte di alcuni assicuratori, che obbliga i possessori di auto costose ad acquistare un box o, quantomeno, pagare l’affitto in un’autorimessa.

Se ci addentiamo nella sanità, poi, ne usciamo sconfitti: siamo tutti malati, molti di ignoranza. Su un tema importante qual è la salute, ci si aspetterebbe che un soggetto consulti almeno 3-4 medici per avere pareri diversi, a volte discordanti tra di loro, si documenti su testi di provata affidabilità scientifica per giungere alla determinazione che Big Pharma abbia un ruolo nelle modifiche continue ai valori massimi degli esami ematochimici o, al contrario, si adatti ai mutati parametri della sanità.

Quanti lo fanno?

Diventa, dunque, evidente che le dittature non si manifestino più con proclami dal balcone, attraverso l’organo di stampa giornale ufficiale del partito ma, semplicemente, ti convincano che stanno lavorando per te, per risolvere i problemi che non sapevi di avere, soprattutto che non hai ancora o non avresti mai.

Il lockdown?  Consideriamola una prova generale.

Sergio Motta