ilTorinese

La storia di Torino ghigliottinata

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni
Anatema! avrebbe detto Mario Soldati, leggendo le proposte dei censori della storia che vorrebbero eliminare i nomi di numerose vie cittadine di Torino.
Innanzi tutto anatema per chi vuole provocare un grave disagio a molti cittadini ed attività per il cambio di indirizzo su tutti i documenti che un cambio di via comporta. Con un’anagrafe non in grado di rilasciare in tempi accettabili la carta d’identità  appare una proposta volta ad evidenziare una arretratezza che ci rende una città da terzo mondo. Ma al di là della boutade, che senso ha eliminare via Tripoli o piazza Bengasi o piazza Massaua  che i torinesi pronunciano con l’accento sbagliato da sempre?  Significa voler mettere sotto il  tappeto la storia senza misurarsi con essa.
Sarebbe la stessa cosa pensare di cancellare corso Unione Sovietica, anche se  l’URSS non c’è più e Tripoli e Bengasi , Massaua ci sono . Il col. Gheddafi si sarebbe sentito ancora più antiitaliano ad apprendere che la capitale della Libia era stata cancellata dalla toponomastica torinese. Si sono dimenticati di cassare dalla toponomastica la Somalia che è stata anch’essa colonia italiana. Qui il colonialismo o il fascismo non c’entrano nulla . Già dopo il 25 aprile 1945  e il 2 giugno i nomi delle vie e dei corsi torinesi cambiarono a furor di popolo e molti Savoia e Gabriele D’Annunzio ne fecero le spese . Benedetto Croce in visita a Torino dopo la guerra protesto ‘ contro lo snaturamento della storia della Città in una lettera al direttore de “La Stampa “ Filippo Burzio che i censori non conoscono e che dovrebbero leggersi per capire che il giacobinismo applicato alla toponomastica è del tutto fuori luogo.
Potrebbero anche pensare di eliminare corso Lepanto, ad esempio, che evoca una battaglia vinta dai cristiani contro l’Islam. Magari ,andando a spulciare , potrebbero trovare nomi di vie che non corrispondono ai gusti dei censori odierni che io  non voglio neppure nominare. Le motivazioni addotte rivelano una totale assenza di quello che Omodeo definiva “il senso della storia“.
Addirittura vogliono eliminare le vie intitolate a due Medaglie d’oro al Valor Militare. Magari dovrebbero anche chiedere la revoca del conferimento della massima  decorazione  militare e  anche la degradazione  postuma di quei due ufficiali caduti al fronte  , uno dei quali , Giuseppe Galliano, venne selvaggiamente ucciso ad Adua nel 1896 ,suscitando l’esecrazione degli Italiani. Il col. Galliano era un militare che obbediva agli ordini e non può essere considerato colonialista e razzista da gente che non  sa nulla della vita militare da cui sarebbero stati dispensati.
Per non parlare dell’ ammiraglio Umberto Cagni noto soprattutto come esploratore per la spedizione al Polo Nord con il Duca degli Abruzzi, che per essere vissuto molti anni in Somalia dove scelse di farsi seppellire, dovrebbe essere il primo dei censurati. Al Duca è anche intitolato il Museo della Montagna a cui dovrebbero cambiare il nome , seguendo la furia iconoclasta dei nuovi crociati della cancel culture subalpina. Anche il Duca Amedeo d’Aosta viceré di Etiopia morto in prigionia a  Nairobi, dovrebbe subire la stessa sorte. E forse, andando a spulciare nel mio libro dedicato alle lapidi e alle vie di Torino edito dal Comune di Torino si potrebbero trovare altri nomi da mettere sotto la ghigliottina. Il buonsenso e la cultura della Presidente del Consiglio Comunale Maria Grazia Grippo e della Commissione Toponomastica sono certo che impediranno di far cadere nel ridicolo Torino.

Fissolo: Cancellare o raccontare? Questo è il dilemma

 

Il piano del Comune di Torino per il contrasto al Razzismo, presentato ieri dall’Assessore Rosatelli è una buona notizia.
Meno buona è la proposta di cambiare il nome a via Tripoli e Piazza Massaua, cancellando così la storia come accadeva con la Commissione ideologica dell’Unione Sovietica. È un dato oggettivo che l’Italia non racconti abbastanza, nelle scuole, la storia del colonialismo italiano in Africa; lo racconta il Presidente della Commissione antirazzismo Abdullahi Ahmed nel suo libro: “Lo sguardo avanti”. Ma la risposta del nostro assessore risulta una boutade poco praticabile, per questioni organizzative e di coscienza del paese. Non cancellare, ma raccontare.
Sarebbe più opportuno mappare i nomi degli attivisti fascisti e intervenire su quelli, ricordando comunque che solo pochi mesi fa la proposta di cambiare il nome di Corso Unione Sovietica in Corso Unione Europea era stata bloccata anche dalla forza politica di Rosatelli. Auspichiamo che la Commissione toponomastica non si trasformi in una Commissione ideologica.

Simone Fissolo
Capogruppo dei Moderati

Costantino Della Gherardesca incontra il pubblico

sabato 25 marzo dalle 16.30 nel negozio Sky di Torino in via Lagrange 32

Un ospite speciale animerà il negozio Flagship Sky di Torino: Costantino Della Gherardesca sarà il protagonista del Meet & Greet, aperto a tutti, presso lo store torinese di Sky.

A partire dalle 16:30 di sabato 25 marzo, il conduttore di “Pechino Express” e “Quattro matrimoni” sarà all’interno del negozio Sky di Via Giuseppe Luigi Lagrange 32F – a pochi passi da Piazza Carlo Felice e da Porta Nuova – per incontrare il pubblico: Costa racconterà i segreti dei due show, a partire dai dietro le quinte di “Pechino Express”, l’avventuroso show Sky Original – quest’anno in corsa lungo “La via delle Indie” – che proprio in questi mesi va tutti i giovedì sera su Sky e in streaming su NOW, e dagli aneddoti più particolari e divertenti delle sfide a colpi di abito da sposa e di confetti di “Quattro matrimoni”, che tornerà prossimamente sempre su Sky e NOW con un nuovo ciclo di episodi.

L’iniziativa proseguirà anche nei prossimi mesi e porterà altri talent in alcuni degli store con cui Sky è presente con dei punti vendita in tutta Italia. Spazi che offriranno sempre più la possibilità al pubblico di conoscere e vivere più a fondo i contenuti di Sky, attraverso i suoi protagonisti. I negozi Sky sono il posto in cui esplorare in modo semplice e divertente la varietà dell’offerta Sky, tra sport, cinema, show, serie tv e documentari, ma anche tecnologia e connettività performanti con Sky Glass e Sky Wifi, oltre che trovare assistenza specializzata per ogni esigenza.

 

Uomo trovato morto a Torino sul sedile dell’auto

Un 49enne è stato trovato morto seduto in un’auto parcheggiata in corso Racconigi angolo piazza Marmolada a Torino.  I passanti hanno dato l’allarme e sul posto sono intervenuti i sanitari del 118  che hanno provato a rianimarlo e i carabinieri. Purtroppo non è stato possibile salvarlo. Il decesso è avvenuto per cause naturali.

Passeggera aggredita e malmenata su bus Gtt finisce in ospedale

È finita in ospedale per essere medicata la donna di 60 anni  che a bordo di un bus della linea 8 Gtt in strada San Mauro a Torino è stata aggredita apparentemente senza  motivo da un’altra donna. Quest’ultima l’ha presa  per i capelli e le ha sbattuto più volte la testa contro le pareti  del mezzo pubblico. Dopo l’aggressione è scesa facendo perdere le proprie tracce.

Donna trovata morta in casa, indaga la Scientifica

Una donna è  stata trovata  priva di vita all’interno del suo appartamento a Biella. Ancora non sono note né età e generalità, né le cause della morte. Sono intervenuti i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale, con  i sanitari del 118 e il medico legale che ne ha constatato il decesso. Sul posto anche Carabinieri e Polizia insieme alla Scientifica.
NOTIZIE DAL PIEMONTE

Sport dilettantistico si cambia, Malagò: “bisogna sostenerlo”

Convegno a Torino dei commercialisti

 

ll 1 luglio prossimo entrerà in vigore la Riforma dello Sport, dopo un lungo iter iniziato nel 2019. Una svolta epocale per le decine di migliaia associazioni e società sportive dilettantistiche italiane. Comporta un profondo riordino di questi enti e affronta, in particolare il tema dei diritti di chi lavora in queste realtà. Se n’è parlato al convegno “La Riforma dello sport, prospettive attuali e future”, che si è svolto oggi al Dipartimento di Management dell’Università di Torino. Vi ha partecipato in collegamento video il Presidente del Coni, Giovanni Malagò: “Le società sportive dilettantistiche – ha detto – ritengono che sia giusto affrontare il tema dei diritti, ma bisogna vedere se hanno i mezzi per sostenerli, ci vuole qualcosa che le aiuti, ad esempio sgravi fiscali, incentivazioni in caso di assunzione, così come avviene per altri comparti”.

Ad organizzare l’evento, che ha avuto il patrocinio del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili, l’Ordine dei Commercialisti di Torino, la Fondazione Piero Piccatti e Aldo Milanese, il Dipartimento di Management. “Non parliamo di società di capitali, salvo poche – ha proseguito Malagò – e il timing con cui ci stiano confrontando è il peggiore possibile: arriviamo da due anni di Covid e un anno di guerra, con l’aumento dei costi dell’energia e di quant’altro”. Il Presidente del Coni ha concluso ricordando che “il meraviglioso mondo dello sport italiano che fa dei risultati strabilianti è tutto basato sulle associazioni e società sportive dilettantistiche”.

All’evento, aperto dai saluti di Luca Asvisio, Presidente ODCEC Torino, di Francesca Culasso, Direttore Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino, di Fabrizio Ricca, Assessore allo Sport Regione Piemonte, sono intervenuti fra gli altri il consigliere nazionale dell’ Ordine, David Moro, referente dell’Area Diritto societario, Enti del Terzo settore, Politiche giovanili e di genere, e Ivo Ferriani, membro del Board del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), Presidente della Federazione internazionale Bob e Skeleton (IBSF) e dell’Associazione Federazioni Internazionali di Sport invernali Olimpici (AIOWF) e di SportAccord.

“Abbiamo cercato di chiarire – spiega Enrico Vidali, Referente dell’Ordine dei Commercialisti di Torino per l’Area Sport e Fisco e moderatore del convegno insieme con il collega Andrea Gippone – le tante novità e i tanti interrogativi legati alla riforma, che non solo richiede maggiori professionalità ai dirigenti sportivi, ma apre anche nuove opportunità lavorative. Si è parlato della nuova legge, che ha ancora delle parti in sospeso, in attesa dei relativi decreti attuativi, di come dovranno essere redatti i bilanci, proponendo uno schema di rendicontazione messo a punto dal Dipartimento di Management, dei nuovi obblighi statutari e della nuova modalità di acquisizione della personalità giuridica, della possibilità di distribuzione dei dividendi e della restituzione del capitale investito. Sono stati affrontati altri due temi importanti: come si deve evolvere la figura del dirigente sportivo, cui vengono richieste competenze tecniche, amministrative e gestionali adeguate, e il modo nuovo di inquadrare il rapporto di lavoro, che prevede anche per il mondo sportivo dilettantistico l’instaurazione di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, con tutti gli obblighi contributivi e fiscali conseguenti. Insomma, una piccola rivoluzione”.

Regione, Travaglini: “Non serve mostrare i muscoli, le regole si scrivono insieme”

Ho letto le esternazioni di Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, sulle “minoranze che frenano la modernizzazione dello Statuto” che l’hanno portato a denunciare “l’ennesima degenerazione di un regolamento d’Aula assurdo e anacronistico, senza equivalenti nelle altre Regioni: un’altra stortura che questa maggioranza, di cui la Lega è la prima forza, provvederà a sanare entro la fine della legislatura“.

L’intento della maggioranza di centrodestra è di cambiare Statuto e regole nell’ultimo anno di legislatura a colpi di maggioranza, moltiplicando posti e costi della politica con l’introduzione delle figure di quattro sottosegretari ( in analogia con la Lombardia che ha più del doppio della popolazione piemontese, mentre l’Emilia Romagna ne ha uno solo) e con un automatismo mutuato dal calcio: l’introduzione di una sorta di “panchina” che consentirebbe la sostituzione di ogni consigliere che diventi assessore con il primo escluso. Una proposta sbagliata nel merito, ma ancor più nel metodo perché, nonostante la cosa piaccia poco al decisionismo di Preioni, le regole si discutono e si cambiano insieme. Conosco bene il tema del regolamento del Consiglio regionale del Piemonte, essendomene occupato da vicepresidente dell’apposito organismo a Palazzo Lascaris tra il 2005 e il 2010. Quindici anni fa, dopo un lungo dibattito e una maratona in Consiglio riformammo il testo che era in vigore dal 1990. La questione del regolamento non è un fatto marginale perché incide sulla qualità del lavoro della assemblea legislativa. Già dal 2003, quando gli allora DS erano all’opposizione venne avanzata una proposta articolata senza pensare ai vincoli o agli interessi di collocazione, perché in democrazia e in una logica di alternanza le regole vanno definite, scritte e condivise con la più larga intesa possibile. La stessa logica avvenne con l’approvazione del nuovo Statuto nel 2005, negli ultimi mesi della giunta Ghigo. Se si intende affrontare il tema della programmazione dei lavori consiliari per definire con maggior precisione dei tempi certi per l’esame dei provvedimenti (garantendo anche una riserva per i provvedimenti dell’opposizione), organizzando in modo funzionale i lavori delle Commissioni e dell’Aula, normando con precisione i casi e le modalità circa il ricorso alle questioni preliminari, pregiudiziali e sospensive, i tempi e le modalità di presentazione di emendamenti e subemendamenti, una maggiore efficacia agli atti di sindacato ispettivo e rendere più spedito e funzionale l’iter delle leggi va avviata una discussione seria. Il regolamento non si cambia minacciando prove di forza muscolari e modifiche a randellate. La maggioranza deve poter perseguire il suo programma di governo (“e ci mancherebbe!”, parafrasando il linguaggio preioniano), ma è evidente che chi è in minoranza deve, altresì, poter svolgere pienamente la sua funzione di controllo. Le regole, quando si sceglie di riscriverle, necessitano di un ampio consenso e non di atti d’imperio tanto roboanti quanto, spesso, inconcludenti. La democrazia non è una perdita di tempo se si ha a cuore il buon funzionamento delle istituzioni e non solo l’interesse personale o di bottega.

 Marco Travaglini

(già vicepresidente della Giunta del Regolamento in Consiglio regionale nell’VIII° legislatura)

Muore in carcere a 27 anni dopo aver inalato gas da una bomboletta

Un altro suicidio in carcere, questa volta a Torino dove un detenuto di 27 anni è morto al Lorusso e Cutugno  dopo avere respirato del gas da alcune bombolette. Si è salvato il compagno di cella trovato privo di conoscenza ma salvato dopo essere stato portato in ospedale.

Spiraglio olimpico per Torino Forse il pattinaggio all’Oval

Dopo la rinuncia dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino ad aderire alle Olimpiadi di Milano e Cortina, Torino potrebbe comunque ospitare le gare di pattinaggio. Le opzioni in campo sono al momento la Fiera di Rho e l’ Oval del Lingotto . Lo ha stabilito  la cabina di regia per le opere e gli interventi relativi ai Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026 attraverso un comunicato diramato da Palazzo Chigi. Il sindaco di Milano Beppe Sala, è  pronto a sollevare una questione politica su Torino, proprio per la scelta pentastellata fatta a suo tempo da Appendino. Cirio e Lo Russo, governatore del Piemonte e sindaco, esprimono la loro soddisfazione per la possibilità di utilizzare l’Oval.