ilTorinese

Accoltellato e ucciso in strada forse per motivi passionali

Al momento si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia in carcere, il tunisino di 43 anni che domenica scorsa ha accoltellato e ucciso il connazionale Ramzi Arfaoui. La vittima era un trentenne operaio abitante a Novara. È stato ucciso durante una lite in strada nel rione di Sant’Agabio, sembra per motivi passionali.

Visita guidata della chiesa di San Domenico a Torino

#flashcult VISITA GUIDATA
Visita guidata della #ChiesadiSanDomenico a #Torino
Il 29 aprile 2023, con inizio alle 10.30-
“l 29 aprile 2023, con inizio alle 10.30, approfittando della disponibilità del padre Enrico Arata, esperto di arte e spiritualità domenicana, sarà possibile visitare la chiesa di San Domenico di via Milano a Torino.
La chiesa è, nel suo nucleo originario, una delle più antiche di Torino, essendone documentata la costruzione nei primissimi anni del 1300. L’aspetto attuale è il risultato di modificazioni, anche profonde, intervenute nei secoli e causate o dalle crescenti necessità dei Padri Predicatori o da esigenze di tipo urbanistico. Nel corso dei secoli la chiesa è stata vissuta da almeno dieci frati consacrati Vescovi, di cui due creati Cardinali, nonché da importanti e famose figure religiose: da ultimo, i Beati Padre Giuseppe Girotti e Pier GiORGIO Frassati.
Attualmente, nonostante lo stato di conservazione non ottimale, San Domenico è ancora sede di numerosi movimenti (in primis il Laicato Domenicano) e meta di numerosi turisti. Sinteticamente, si può affermare che la chiesa è una delle più interessanti di Torino per antichità, storia, posizione e bellezza: una bellezza particolarmente apprezzata perché diversa da quella di tante altre chiese del periodo barocco presenti in città.”

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA (nel pomeriggio dopo le 18) al tel. 347.8229860 (Riccarda) lasciando il proprio numero di telefono e la propria mail; oltre i 30 partecipanti, sarà prevista un’ulteriore data.
*FONTE: SITO DELLA Diocesi di Torino, https://www.diocesi.torino.it/site/wd-appuntamenti/visita-guidata-della-chiesa-di-san-domenico-a-torino/

La sala da tè più instagrammabile di Torino e Argentina

Oggi parliamo di

“Roses and tea “, un piccolo locale in Via San Dalmazzo con una decorazione di stile romantico piena di rose che ha saputo innamorare il pubblico.

Parliamo con Florencia , la sua proprietaria e creatrice .

Come è nata l’immagine, lo stile della pasticceria?

Lo stile che abbiamo è un insieme di viaggi , idee proprie. La mia idea è sempre stata quella di creare uno spazio multiculturale, dove ci sia un po’ di ogni posto. In Roses and tea troverete un piccolo pezzo di Buenos Aires, Parigi, Inghilterra, India.

Nell’offrire la proposta gastronomica, di cosa hai tenuto conto?

-Abbiamo pensato di creare un menu con i sapori del mondo. Abbiamo una linea con più di 80 diversi tè, brunch, afternoon tea, pranzo, caffetteria.

La gastronomia argentina ha qualche influenza? O meglio, è una fusione tra la gastronomia italiana e quella argentina ?

    -Abbiamo alcuni dolci argentini come la torta marquise, alfajores con dulce de leche , torta con  e dulce de leche , pancakes…sono deliziosi! Come vi dicevo , il nostro menù è super vario , potete trovare tanto sapori del mondo. 

Quale pensate sia il motivo della buona ricettività che Roses and tea ha avuto tra i torinesi? Al  punto di avere clienti come i giocatori dalla Juventus 

   -Lavoriamo tanto, fare un attività richiede molta fatica e dedicazione, puntiamo sulla qualità del prodotto e del servizio , l’accoglienza. 

E infine cosa vi unisce all’Italia ?

Ci unisce all Italia l’amore per il cibo , la qualità della materia prima ,e il piacere dei momenti di vita in compagnia , come festeggiare un compleanno ,prendere un caffè con qualcuno …

Senza dubbio Roses and tea non è solo una fusione di culture, ma anche un punto di incontro per condividere e assaporare  il meglio della gastronomia italo argentina.

BERNARDITA FELDMAN

I racconti dei migranti al Mei di Genova

C’erano anche loro, i piemontesi, che emigrarono verso le Americhe e alcuni Paesi europei. Fuggivano dalla guerra, dalla povertà, andavano in cerca di fortuna, bastava un modesto lavoro per fare un po’ di quattrini da mandare ai famigliari.
Partivano lasciando ogni cosa, come fanno i migranti di oggi. Molti hanno fatto fortuna e sono diventati anche persone importanti nel campo dell’industria, del commercio e della politica. Oggi sono sei milioni i piemontesi nel mondo. A centinaia di migliaia, quasi un milione e mezzo, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, si sono diretti verso la Francia, l’Argentina e gli Stati Uniti. La Francia è dietro l’angolo ma l’America è molto più lontana raggiungibile in quaranta giorni di viaggio, ammucchiati nelle stive tra tempeste e mal di mare. Ma si partiva lo stesso da Genova e da Napoli per il nord e il sud America. I racconti delle migrazioni italiane verso il mondo sono ora raccolti al Mei di Genova, il Museo nazionale dell’Emigrazione italiana, aperto un anno fa dal Ministero della Cultura, Comune di Genova e Regione Liguria, sulle ceneri del vecchio ma prestigioso museo che narrava la storia della Commenda. A Nuova Iorche, come la chiamavano i migranti, attraccarono nei primi decenni del Novecento centinaia di navi con decine di migliaia di italiani pronti ad iniziare una nuova vita in terra americana. In Argentina invece arrivarono, a partire dal 1880, molti contadini piemontesi che lasciarono le Langhe e il Monferrato, la maggior parte dei quali finì a lavorare nella Pampa. Da Genova partirono milioni di italiani diretti verso tutti i continenti. Il Mei racconta le storie di vita dei migranti attraverso diari, autobiografie, lettere, fotografie, video, giornali, documenti d’archivio, i canti e le musiche dei protagonisti dell’emigrazione come “Parto per La Merica”. Un museo in gran parte multimediale dislocato su tre piani suddivisi in 16 aree tematiche, senza oggetti, senza collezioni, con allestimenti scenici collocati in uno degli edifici medievali più antichi della città che mille anni fa ospitava i pellegrini prima di partire per la Terrasanta. Il Mei illustra anche il fenomeno migratorio nel dopoguerra e fino agli anni Settanta del secolo scorso con gli intensi flussi di migrazione interna, dal meridione verso le città industrializzate del Settentrione, tra le quali Torino. Il Museo nazionale dell’Emigrazione (Mei) nasce all’interno di una cornice architettonica ricca di storia quasi millenaria come quella della Commenda di San Giovanni di Prè.
Un tema, l’emigrazione, strettamente legato a questo storico edificio, uno dei gioielli di Genova, da sempre animato da viandanti, viaggiatori e navi. Per secoli è stato un luogo di accoglienza per pellegrini e crociati, fino agli emigranti dell’Ottocento. Fin dal 1100 la Commenda era un ostello e ricovero dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme (i futuri Cavalieri di Malta) e ospitava coloro che erano diretti in Terrasanta per visitare i luoghi di Gesù e partecipare alle Crociate. Ecco perché, sostengono in Comune a Genova, non c’era location migliore da destinare al Museo dell’emigrazione. Certamente non si può obiettare nulla, il museo merita una visita, ma un rammarico c’è, almeno per chi scrive. Entrare nella Commenda e non trovare più nulla del precedente museo è una profonda delusione. In attesa delle galee che partivano da Genova dirette a Gerusalemme, cavalieri, pellegrini e mercanti si riposavano e si rifocillavano alla Commenda di Prè. Nel 1180 furono poi costruite due chiese, una sopra l’altra, con l’ospedale attiguo, in modo che i malati potessero assistere alla Messa dal letto.
Sofisticate tecnologie avevano permesso di animare gli antichi muri della Commenda facendo tornare in vita i personaggi del tempo viaggiatori cristiani, ebrei e arabi, geografi e vescovi nonché i protagonisti delle Crociate come Baliano d’Ibelin e il Saladino. Tutto ciò era la storia della Commenda che adesso è stata cancellata dal Museo dell’Emigrazione. Un gran peccato, si poteva lasciare almeno un piano della struttura per continuare a raccontare come si viveva in questo straordinario edificio del XII secolo.
                        Filippo Re
Gli orari per visitare il Mei (Museo nazionale dell’Emigrazione italiana), Piazza della Commenda, Genova: ottobre-maggio, da martedì a venerdì 10-18, sabato e domenica 11-19, giugno-settembre, da martedì a venerdì 11-18, sabato e domenica 11-19
nelle foto il Mei di Genova alla Commenda di Prè, foto migranti, interno Museo

La Giornata della ristorazione: le interpretazioni del pane

Venerdì 28 aprile 2023

Iniziativa Epat Ascom per promuovere la cultura e la qualità gastronomica del territorio

A TORINO E PROVINCIA LA TRADIZIONE INTERPRETATA ATTRAVERSO LE ZUPPE

Nella carta dei ristoranti un piatto speciale a base di pane per far riscoprire le tradizioni

Torino, 24 aprile 2023 – I ristoratori torinesi hanno risposto con entusiasmo alla chiamata della prima Giornata della Ristorazione promossa per il 28 aprile da FIPE-Confcommercio in tutta Italia con l’intento di valorizzare la cultura della ristorazione e della gastronomia e per celebrare i temi dell’ospitalità e della condivisione.

I ristoratori sono chiamati a preparare per quel giorno un piatto a base di pane, alimento designato come leit motivdi questa prima edizione quale simbolo della ritrovata convivialità dopo il periodo pandemico.

A Torino e provincia l’iniziativa è portata avanti da EpatAscom, che ha coinvolto circa 150 ristoranti. «I difficili anni pandemia – commenta la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa ci hanno fatto riscoprire il valore della convivialità e la Giornata della Ristorazione vuole sottolineare il ruolo fondamentale dei ristoratori nel saper riunire intorno ad un tavolo gli ospiti offrendo competenza, maestria, impegno e passione. Ai ristoratori il nostro grazie più sentito e un augurio affinché questa iniziativa sia un’occasione per farli conoscere e apprezzare ancora di più».

Insignita della “Medaglia del Presidente della Repubblica” per l’alto valore dell’iniziativa, la Giornata della Ristorazione è infatti anche un’occasione sociale per rifondare il senso di comunità del Paese attraverso il tema della convivialità e per valorizzare e rafforzare i valori e il ruolo della ristorazione e della gastronomia italiana.

«Siamo felici di avere una giornata a noi dedicata – dichiara il presidente dei ristoratori di Epat Ascom Maurizio Zito -. È un riconoscimento che apprezziamo molto. Anche quando siamo circondati dai problemi, e non sono pochi, nelle nostre cucine diamo sempre il massimo e la più grande soddisfazione è vedere il sorriso sul volto dei clienti di fronte ai nostri piatti. Oggi ripartiamo dal pane, il più simbolico degli alimenti e anche il più versatile, che tutti potranno gustare nelle sue mille interpretazioni».

Tra le interpretazioni del tema del pane Epat Ascom scelgono di arricchirlo abbinandolo alle zuppe, quale piatto tradizionale del territorio. Oltre a coinvolgere i ristoratori di Torino e della provincia Epat Ascom hanno infatti organizzato un evento nella sede storica di Palazzo Rey, appena restaurata, che vede protagonisti l’Associazione provinciale dei Cuochi della Mole, i cuochi del Canavese, i ristoranti aderenti a Epat e gli allievi dell’istituto alberghiero Colombatto nella preparazione delle zuppe della tradizione che saranno offerte in degustazione nei gazebo allestiti su Corso Stati Uniti a Torino. Mentre chef e allievi preparano le zuppe di ajucche tipiche del Canavese, la supa barbetta con i grissini di origine valdese, la supa mitunà del Biellese, la zuppa Valtellinese e quella Toscana, all’interno della sede Ascom si terrà un momento divulgativo sulla tradizione della raccolta delle erbe e della lavorazione degli ingredienti che rendono queste zuppe espressione tipica della cultura gastronomica del territorio.

Il 28 aprile rappresenta la prima edizione di un’iniziativa che si ripeterà ogni anno l’ultimo venerdì di aprile.

www.giornatadellaristorazione.it

I ristoranti piemontesi aderenti: https://www.giornatadellaristorazione.com/adesionilista/?ristoranti&regione=Piemonte

Gli Amendola. Una famiglia al centro della politica italiana del Novecento

Alla “Fondazione Giorgio Amendola” di Torino, presentazione del libro su Giovanni, Giorgio e gli altri, edito dalla “Cambridge University Press”

Sabato 29 aprile, ore 17

A scriverlo il professor Richard James Boon Bosworth da Sidney, docente di Storia all’“University of Oxford” e fra i massimi esperti di storia italiana contemporanea. Il libro è scritto in inglese, ma Bosworth parla perfettamente la lingua italiana e sarà dunque proprio lui a presentare, sabato 29 aprile (ore 17) nei locali della torinese “Fondazione Giorgio Amendola” (via Tollegno 52, a Torino) il suo ultimo libro dedicato alla storia di una delle “nostre famiglie”, fra le più celebri, complesse e storicamente e civilmente impegnate nella lotta al regime fascista, quale fu, per diverse generazioni, la Famiglia Amendola. Con lui, dialogheranno su “Politics, Murder and Love in an Italian Family. The Amendolas in the Age of Totalitarianisms” / “Politica, omicidio e amore in una famiglia italiana. Gli Amendola negli anni dei Totalitarismi” (questo il titolo del libro), Ottavia Dal Maso (PhD, dottorando di ricerca all’“Università di Genova”), Gianni Cerchia(direttore scientifico “Fondazione Giorgio Amendola”) e Domenico Cerabona (direttore della stessa “Fondazione”).

“Richard Bosworth – sottolinea Domenico Cerabona è uno dei più autorevoli storici dell’Italia contemporanea, professore ad Oxford forse la più prestigiosa Università del mondo. La sua ricerca, pubblicata in questo importante libro, dimostra quanto ancora attuale sia la storia della famiglia Amendola, con Giovanni e Giorgio impegnati in prima linea nella lotta antifascista e nella costruzione dell’Italia democratica. Quella di sabato sarà un’occasione importante per riflettere e riscoprire un pezzo importante della storia d’Italia e di Torino. Ricordiamo infatti che Giorgio Amendola è stato anche uno dei massimi dirigenti del CLN torinese”.

Cosa significava vivere sotto il regime fascista, il comunismo e il totalitarismo nell’Italia moderna? E cosa possiamo imparare da un padre liberaldemocratico martirizzato (Giovanni, maestro di Giorgio Napolitano e, per lui, “campione intransigente del liberalismo democratico”) e di suo figlio Giorgio, comunista dal ’29, dopo la morte in Francia, a causa dell’ennesimo pestaggio fascista subito a Montecatini, del padre? Domande poste in prefazione alla ricerca di Bosworth. La risposta: Attraverso il prisma di un’unica, eccezionale famiglia, gli Amendola, R.J.B. Bosworth svela il cuore della politica italiana del Novecento. Giovanni e Giorgio Amendola, padre e figlio, erano entrambi convinti antifascisti. Hanno avuto entrambi un ruolo importante nella storia d’Italia. E hanno avuto vite private ricche ma contrastanti. Hanno sposato tutti e due una donna straniera e affermata: Giovanni, una donna di un’ illustre famiglia intellettuale tedesco-russa; Giorgio, una ragazza della classe operaia parigina, che per lui incarnava la Rivoluzione. Questo studio biografico vivido e coinvolgente esplora gli alti e bassi di una famiglia che è stata al centro della politica italiana per diverse generazioni. Tracciando il complesso rapporto tra la politica antifascista e la vita privata dei singoli e della famiglia. ‘Politica, omicidio e amore in una famiglia italiana’ offre un ritratto profondo di un secolo di vita italiana”.

A pochi giorni dalle celebrazioni della “Festa della Liberazione”, il confronto e la presentazione del libro alla “Fondazione Giorgio Amendola”, possono certamente fungere da richiamo per  quanti, ancora una volta, hanno vissuto il recente 25 aprile come “giornata di festa” ma anche “di memoria”. Irrinunciabile. E doverosa. “Ora e sempre”.

Per info: “Fondazione Giorgio Amendola”, via Tollegno 52, Torino; tel. 011/2482970 o www.fondazioneamendola.it

g.m.

Nelle foto:

–       Fondazione Giorgio Amendola

–       Cover libro “Politics, Murder and Love in an Italian Family: The Amendolas in the Age of Totalitarianisms”

Raccordo  Torino – Caselle, dal 7 maggio aperto anche in direzione Sud

 

Sono in via di ultimazione i lavori di sistemazione del Passante tra corso Grosseto e via Breglio per la completa apertura del collegamento diretto con il raccordo autostradale per Caselle.

Nella giornata di giovedì 27 aprile, con l’ausilio della Polizia Municipale, sarà attivato l’impianto semaforico tra corso Venezia e via Breglio – via Lauro Rossi.

Per la realizzazione della segnaletica stradale sul tratto di transizione fra corso Venezia e il raccordo RA10, a partire dalle ore 9.00 circa del 2 maggio sarà chiuso al traffico lo svincolo in uscita su Corso Grosseto. Tutti i veicoli provenienti da nord dovranno utilizzare l’uscita Cenisia-Vallette-Madonna di Campagna.

Al termine di questa fase, che dovrebbe concludersi il 7 maggio salvo imprevisti, sarà attivo definitivamente, nei due sensi di marcia, il raccordo tra la Torino-Caselle e corso Venezia, che consentirà anche ai veicoli provenienti dal raccordo autostradale di Caselle di proseguire fino al centro città, e verrà riaperto lo svincolo verso corso Grosseto – piazza Rebaudengo.

Intanto proseguono regolari i lavori relativi al secondo lotto con i quali sarà riqualificata l’area verde liberata dal cantiere della Torino-Ceres, e sarà realizzato il secondo accesso a corso Venezia da via Sospello. La conclusione del cantiere è prevista per ottobre 2023.

FdI: Da un mese in Circoscrizione 4 non vengono convocati i Consigli

Da ormai un mese in Circoscrizione 4 non vengono convocati i Consigli Circoscrizionali, volti alla discussione dei documenti atti a risolvere le problematiche dei quartieri. Questa situazione, che si verifica solo ed esclusivamente in questa Circoscrizione, sta scatenando l’ira e lo sdegno dei cittadini, che attendo risposte dal Presidente e dalla sua Giunta. Sul punto sono intervenuti  i Consiglieri di Fratelli d’Italia in Circoscrizione, Raffaele Marascio e Luca Maggia.

“Quanto sta avvenendo in Circoscrizione 4 da oltre un mese a questa parte è scandaloso.” – dichiarano i Consiglieri di Fratelli d’Italia in Circoscrizione 4 Raffaele Marascio e Luca Maggia – “Da ormai un mese il Presidente Alberto Re si rifiuta di convocare i Consigli volti a discutere i documenti presentati dai Consiglieri in rappresentanza dei cittadini e delle problematiche che affrancano la nostra Circoscrizione”- continuano – “Siamo di fronte alla paralisi più totale dell’ente circoscrizionale che viene in tal modo spogliato del suo valore di unità territoriale nata per svolgere funzioni di governo e gestire servizi di base nel modo più possibile vicino alla cittadinanza” – proseguono –”Una Giunta immobile, probabilmente troppo impegnata in giochetti di palazzo,  ormai da settimane non permette alle opposizioni e al Consiglio nella sua interezza di portare avanti le problematiche dei quartieri di San Donato, Campidoglio e Parella. Non accetteremo ulteriormente questa situazione di totale immobilismo, altamente irrispettosa nei confronti dei residenti. Siamo pronti a valerci degli strumenti giuridici e amministrativi di cui disponiamo per sbloccare questa situazione vergognosa e a scendere in piazza con i cittadini ormai stanchi del menefreghismo del Presidente e della Giunta. Torneremo presto a farci sentire, dentro e fuori dall’aula”.

Corso per servizi di accompagnamento con relazione di aiuto

Le Pubbliche Assistenze Anpas Croce Verde di Pinerolo e Croce Bianca di Orbassano, giovedì 4 maggio, daranno il via al corso gratuito conosciuto con l’acronimo “Sara” (Servizio di Accompagnamento con Relazione d’Aiuto) che abilita a svolgere servizi programmati di accompagnamento a visite o a terapie, a dialisi con ambulanze o pulmini anche attrezzati per il trasporto di persone disabili.

Il corso si svolgerà nel mese di maggio tra Pinerolo, presso la Parrocchia dello Spirito Santo in strada al Colletto 16 e Orbassano presso la sede della Croce Bianca in Strada Rivalta 50.

Per le date ad Orbassano sarà disponibile un servizio navetta da Pinerolo. Il corso e il servizio navetta sono gratuiti.

Il corso è rivolto a tutte le cittadine e i cittadini interessati a dare aiuto ad anziani o malati, verrà insegnato come assistere persone con diverse esigenze e come rapportarsi e comunicare efficacemente con loro.

L’obiettivo è formare volontarie e volontari per l’accompagnamento delle persone a centri diurni, visite, terapie, dialisi, istituti scolastici.

Il corso avrà la durata di 44 ore. Le lezioni inizieranno il 4 maggio alle ore 19.30 presso la Croce Bianca di Orbassano.

Il corso “Sara” tratterà diversi argomenti tra cui il sistema di emergenza sanitaria, la chiamata di soccorso e le comunicazioni radio, il supporto di base alle funzioni vitali, la mobilizzazione e il trasferimento della persona, la relazione d’aiuto e molto altro.

Il calendario del corso è il seguente:

Giovedì 04 maggio orario 19:30 – 23:30 – Orbassano

Lunedì 08 maggio orario 19:30 – 23:30 – Pinerolo

Giovedì 11 maggio orario 19:30 – 23:30 – Orbassano

Sabato 13 maggio orario 9:00 – 18:00 – Pinerolo

Lunedì 15 maggio orario 19:30 – 23:30 – Pinerolo

Giovedì 18 maggio orario 19:30 – 23:30 – Orbassano

Sabato 20 maggio orario 9:00 – 18:00 – Orbassano

Lunedì 22 maggio orario 19:30 – 23:30 – Pinerolo

Giovedì 25 maggio orario 19:30 – 23:30 – Orbassano

Per servizi di accompagnamento si intendono i trasporti ordinari non di emergenza e i trasporti infermi, ossia quei servizi svolti in ambulanza e non, che prevedono la necessità di offrire assistenza sanitaria, ma soprattutto relazionale di aiuto alla persona accompagnata. Si tratta di servizi e trasporti a carattere socio sanitario come quelli interospedalieri per terapie, dialisi o visite mediche, dimissioni da ospedali e case di cura, accompagnamenti in centri diurni di socializzazione o riabilitazione, assistenza ad anziani e disabili.

Per informazioni telefonare al numero 0121-321988 o scrivere a info@croceverdepinerolo.org oppure asegreteria@crocebiancaorbassano.it. Iscrizioni al link:https://bit.ly/CVPsara2023.

L’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) Comitato Regionale Piemonte rappresenta oggi 80 associazioni di volontariato con 10 sezioni distaccate, 10.310 volontari (di cui 4.122 donne), 5.245 soci, 670 dipendenti, di cui 76 amministrativi che, con 436 autoambulanze, 230 automezzi per il trasporto disabili, 264 automezzi per il trasporto persone e di protezione civile e 2 imbarcazioni, svolgono annualmente 570.082 servizi con una percorrenza complessiva di 18.784.626 chilometri.