ilTorinese

Camionista si schianta contro guardrail e muore

Un camionista astigiano di 60 anni è morto in un incidente avvenuto per cause al vaglio della polizia stradale. L’uomo ha perso il controllo del suo tir sulla Torino Piacenza tra Alessandria Est e Alessandria Ovest in direzione Torino, finendola corsa contro un guard rail. Non sono coinvolti altri mezzi e, per l’assenza di segni di frenata,  si ipotizza un malore.

Corconio, il lago d’Orta e “l’esilio rigeneratore” di Soldati e Bonfantini

 

Corconio è una frazione in collina di Orta San Giulio dove, tra il 1934 e il 1936, Mario Soldati e Mario Bonfantini trascorsero un lungo periodo dopo averlo scelto come luogo di volontario “esilio rigeneratore” per uscire da “storte vicende sentimentali”. Nel 1934 Mario Soldati aveva 28 anni, era già stato in America, si era sposato con Marion Rieckelman  – una sua allieva della Columbia –  e da qualche tempo scriveva sceneggiature per la Cines-Pittaluga di Roma. Ma, sfortunatamente, era incappato in Acciaio, film tratto da un soggetto di Pirandello, diretto da Walter Ruttmann: più che un insuccesso, un vero disastro. Si ritrovò licenziato, senza una lira e per di più anche un po’ sospetto agli occhi del Regime. Così prese una decisone netta, pur essendo per indole poco incline agli atti estremi: lasciò Roma e raggiunse l’amico Bonfantini a Novara e da lì,  in bicicletta, pedalando su strade sterrate e polverose “con ritmo quasi da professionisti” arrivarono al buen retiro di Corconio, stregati da panorama tra il lago, le montagne e le antiche case di pietra. Quel posto divenne il suo luogo dell’anima, del vino, delle carte : ci rimase due anni, lontano da Roma e dal cinema, in compagnia di Mario Bonfantini  (“vivendo la scrittori”) e della gente del posto. Nel racconto Un lungo momento magico lo scrittore torinese rievocò le circostanze che lo avevano spinto a cercare rifugio sul Lago d’Orta. Lo fece dopo la morte di Bonfantini, “ponendo fine al silenzio su quell’esperienza dovuto forse a quella forma di pudore cui si ricorre a volte per proteggere le cose più care”.

In quel tempo Soldati scrisse il suo primo e bellissimo libro, America primo amore, diario e racconti del giovanissimo intellettuale europeo della sua esperienza di vita negli Stati Uniti, tantissimi articoli e vari altri scritti tra cui la prima parte de La confessione. Soggiornarono all’albergo della famiglia Rigotti , quasi adottati da quella famiglia, dove Angioletta e sua sorella Annetta, la “Nitti”, mandavano avanti l’attività , perché il padre, pa’ Pédar, “badava alla campagna, alle bestie, a fare il vino, a distillare la grappa clandestina, a commerci vari, a divertirsi e battere la cavallina”. Corconio, cento abitanti allora, fu un luogo importante per Soldati e Bonfantini, in grado di offrire sorprese e meraviglie tra le pieghe più insospettabili della vita quotidiana, in prossimità del lago e sotto il “meraviglioso miraggio” del Monte Rosa. Lì condivisero con la comunità del piccolo borgo la vita, lenta e piacevole, scandita dalle partite di bocce e dalle “lunghe giornate al tavolino, ore interminabili proficue, difese e ovattate dal silenzio delle lente nebbie”. Conoscono personaggi eccentrici, ascoltando i loro racconti: il Nando, un “matto pacifico” che credeva di essere un genio della politica e si riferiva a se stesso in terza persona; il Cesarone, un uomo che aveva venduto sua moglie a un ricco capo mastro emigrato negli Stati Uniti. Insomma, fu un periodo d’incontri e di lavoro in un atmosfera dove Mario Soldati, cresciuto negli ambienti della borghesia sabauda, scoprì i valori della civiltà contadina, restandone influenzato. Soldati riconobbe l’importanza di quell’esperienza , parlando dell’antica amicizia con l’altro Mario, quando scrisse:..il momento più importante della nostra amicizia e forse anche della sua e della mia vita è tra l’autunno del 1934 e la primavera del 1936, quando il destino ci appaiò, ci assecondò nella scelta di un volontario esilio sul lago d’Orta: quell’autoconfino rigeneratore, quel delizioso paradiso perduto e ritrovato che accogliendo lui e me, Mario il vecchio e Mario il giovane, ci salvò in extremis da strazianti, estenuanti, storte vicende sentimentali e restituì l’uno e l’altro al suo vero se stesso. Fa bisogno di dire che recuperammo allora, e conservammo poi per sempre, il senso della realtà, della bellezza, della vita”. Sul finire della lunghissima parentesi romana, a metà degli anni Cinquanta, poco prima del suo “rientro al Nord”, Soldati frequentò assiduamente le zone della giovinezza come “villeggiante fuori stagione”, sul lago d’Orta e sul Maggiore, dove nacquero – ad esempio – i racconti de La Messa dei villeggianti.

A Orta e Corconio, Mario Soldati tornò anche per girare nel ’59 Orta mia, un magnifico cortometraggio della collezione Corona Cinematografica, di grande ed elegante narrazione, girato in un superbo Ferraniacolor. Già nel  1941 aveva scelto il lago per realizzarvi le scene conclusive del film Piccolo mondo antico e, successivamente, vi ambientò alcuni dei suoi Racconti del Maresciallo. Il filmato di Orta mia si chiude sulla terrazza di una vecchia osteria affacciata sul lago, richiamando il luogo che aveva accolto i due amici tanti anni prima. Per una significativa coincidenza, anche Mario Bonfantini, nel suo volume Il lago d’Orta del 1961, scelse di congedarsi dai suoi lettori con la stessa immagine di Soldati, descrivendo così l’albergo Rigotti: “Una modesta casa di belle linee dove era fino a non molti anni fa una cortese locanda: v’è chi sostiene che dalla sua lunga terrazza si gode, in ogni stagione, la più bella vista del lago”. Ora l’albergo non c’è più, ma tutto il resto è rimasto più o meno come allora. Dalla Chiesa di S. Stefano alla seicentesca villa della famiglia Bonola. La stazione , col quel rosso ferroviario dei muri sempre più smunto, da tempo è una casa privata: lì, i treni che sferragliano sulla Domodossola-Novara, non si fermano più da una vita. Ma se i muri delle case potessero parlare chissà quanti racconti avrebbe in serbo Corconio. Storie per chi sa ascoltare e non ha fretta. Come non ne avevano, a quel tempo, i due Mario.

Marco Travaglini

Clara Cipollina il 19 agosto a Voltaggio con il libro su Matteo Vinzoni

Lunedì 19 agosto, alle ore 21, la biblioteca civica di Voltaggio (Al) organizza nel giardino delle scuole un incontro sul libro A passi andanti. Matteo Vinzoni cartografo della Serenissima Repubblica di Genova. Sarà presente l’autrice Clara Cipollina che dialogherà con il professor Luigi Pagliantini. Il volume  della scrittrice nata a Gavi e residente a Novara è la realizzazione di un progetto importante dove l’autrice ha ripreso il filo delle ricerche negli archivi storici e gli incontri con il geografo Massimo Quaini che fu suo professore all’Università di Genova. Scorrendo le pagine del libro edito da Sagep si ripercorre la storia di questo ligure – nato a Montaretto, frazione di Bonassola (La Spezia) il 6 dicembre 1690 e deceduto a Levanto nel 1773 – che rivoluzionò la storia della cartografia, rendendola meno arida e asettica. Lo studio dell’attività di Matteo Vinzoni cartografo proposta da Clara Cipollina si intreccia alla riflessione sulla sua esperienza del mondo e della vita come uomo del suo tempo, si focalizza sui percorsi del viaggiatore impegnato a mappare i territori della Serenissima, percorrendo nel corso della sua lunga vita, con la minuziosità di un agrimensore, il dominio genovese, prendendo misure di notte, in incognito, per anticipare le mosse avversarie, spostandosi tra terra e mare, interfacciandosi con una folla di personaggi minori e con gli abitanti dei territori stessi, validissimi confidenti.

Cartografo ufficiale della Repubblica di Genova il Vinzoni realizzò non solo carte geografiche dello stato ligure (che comprendeva parte del basso Piemonte e altri possedimenti) ma anche cartine di molte città. Una attività minuziosa, incredibilmente precisa e sorprendente per la qualità delle raffigurazioni considerando i pochissimi mezzi di cui poteva disporre a quell’epoca. La repubblica della Lanterna contando sulle sue innate qualità, gli affidò gli incarichi più svariati: dirimere controversie sui confini di Stato, come quello con il Regno di Sardegna, o interni con i Feudi Imperiali, progettare i restauri delle fortezze, individuare percorsi di strade senza dazi, predisporre i lavori per l’arginamento dei corsi d’acqua, controllare mulini e un’infinità di altre missioni che lo tennero sempre lontano dalla sua casa di Levanto. Matteo Vinzoni, con le sue innovative riproduzioni, influenzò le basi della cartografia moderna, utilizzando anche gli acquarelli per colorare le sue precise e artistiche mappe. Nell’introduzione a A passi andanti la geografa spezzina Luisa Rossi scrive che quella di Clara Cipollina non è solo interessante sotto il profilo scientifico-culturale ma ripropone in chiave odierna lo studio su Vinzoni che significa “offrire la possibilità di scoprire il legame diretto fra paesaggi del passato e paesaggi contemporanei”. Un testo quindi molto importante per riscoprire l’enorme contributo del grande cartografo nel quale Massimo Quaini vedeva incarnati” aspetti del Barone rampante di Calvino”: come quel personaggio che, pur partecipando agli avvenimenti e alle criticità della collettività, sapeva vedere la realtà dall’alto, operando scelte audaci, fuori dagli schemi e dalle consuetudini nelle quali era spesso obbligato a rientrare, con il vantaggio di aver scelto autonomamente le procedure e con il rischio di vivere momenti di separatezza e persino di isolamento. Clara Cipollina con la scrittura al tempo stesso lieve e profonda che la contraddistingue ha idealmente percorso a passi andanti con il Vinzoni molta strada, concentrandosi soprattutto sui territori interni, su di un paesaggio, quello ligure, in cui è ancora facile ravvisare l’armonia cromatica delle tavole dell’Atlante dei Domini della Serenissima Repubblica di Genova e Terraferma, forse il più importante lavoro che Vinzoni approntò con il figlio Panfilo.

Marco Travaglini

Ferragosto di cultura: tanti visitatori nei musei torinesi

Nella giornata di Ferragosto i musei della Fondazione Torino Musei hanno accolto 4.930 visitatori, che hanno potuto visitare le mostre temporanee Italo Cremona. Tutto il resto è profonda notte, Expanded – I paesaggi dell’arte, Jacopo Benassi. Autoritratto criminale e Silenziosuono alla GAM, Tradu/izioni d’Eurasia Reloaded al MAO, Change! Ieri, oggi, domani. Il Po e Teatri e teatrini a Palazzo Madama, oltre alle collezioni permanenti di MAO e Palazzo Madama.

In particolare, 1.221 persone hanno scelto la GAM, dove erano visitabili solo le mostre temporanee e non le collezioni, chiuse per riallestimento, 1.501 il MAO e 2.208 Palazzo Madama.

Con il caldo crescono gli accessi al pronto soccorso

Rispetto al 2023 sono cresciuti  del 23% gli accessi al Pronto Soccorso dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli. I dati si riferiscono alle prime due settimane di agosto,  a causa del caldo estivo. Lo comunica l’Asl in una nota in cui si evidenzia che  gli accessi medi giornalieri nel periodo 1-13 agosto di un anno fa erano stati 92, mentre quest’anno sono 130. Anche i ricoveri hanno registrato una crescita del 28%.  Le diagnosi principali correlabili all’ondata di calore sono disidratazione, colpo di calore, sincope e collasso, insufficienza renale acuta, colica renale. È stato inoltre osservato un aumento contenuto, ma rilevabile, dei casi di polmonite da Legionella, spesso legata alla cattiva manutenzione degli apparati di condizionamento.

NOTIZIE DAL PIEMONTE

Il progetto AICS “Sport tra pratica e partecipazione”

Pregiudizi, scarse risorse, formazione inadeguata: troppo spesso, anche gli ambiti sportivi  e sociali non riescono ad accogliere adeguatamente bambini e persone con disabilità, in particolare quelle intellettive e sensoriali. 

Per rispondere a questa sfida, AiCS Torino, in collaborazione con la direzione nazionale dell’Associazione Italiana Cultura Sport e con il contributo di Fondazione Time2 nell’ambito del bando Cambiamenti, ha lanciato il progetto “Sport tra pratica e partecipazione“.

Un intervento sistemico che punta a modificare il contesto relazionale e fisico attraverso un linguaggio ampio e inclusivo e un cambiamento culturale, in linea con le raccomandazioni della Convenzione
delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità
, ratificata dal Parlamento italiano con la legge 18/2009, e con la riforma della normativa sulla disabilità 227/2021.

Il progetto, della durata di 15 mesi, è già entrato nel vivo con gruppi partecipati di “Siamo corpo, cervello, mente, desiderio, ascolto ed emozioni… in relazione” formati da esperti, persone disabili, famiglie e operatori delle associazioni AiCS per avviare il confronto e la condivisione su come cambiare insieme regole e per la costruzione della campagna mediatica. Da settembre, il progetto sarà esteso a livello nazionale, rivolgendosi a tutti gli operatori del terzo settore interessati al tema – tecnici e non – attraverso seminari gratuiti

È partita la sperimentazione di una piattaforma di partecipazione civica

La Giunta comunale, su proposta della Vicesindaca Favaro, ha approvato un accordo tra Città di Torino e Università degli Studi di Torino per la promozione di “Firstlife”, una piattaforma open source partecipazione civica per promuovere politiche innovative e offrire servizi integrati per le famiglie.

L’amministrazione comunale è al lavoro per favorire la creazione di reti tra diversi Enti Pubblici al fine di offrire servizi integrati alla cittadinanza.

La piattaforma “Firstlife”, realizzata dal Dipartimento di Informatica, avrà come finalità quella di formare all’uso di tecnologie civiche digitali all’interno di progetti di partecipazione civica e di comunità. Non avrà alcun fine commerciale e avrà come obiettivo la creazione collettiva di una mappa ispirata ad un modello urbano volto a promuovere il concetto di prossimità (la cosiddetta “città dei 15 minuti”) mettendosi a disposizione di enti, network, pubbliche amministrazioni e cittadini con l’obiettivo di valorizzare connessioni, coordinamento e monitoraggio delle azioni di comunità. L’evoluzione della piattaforma sarà possibile dall’integrazione tra ricerche condotte dal team di progetto del Dipartimento di Informatica, soluzioni sperimentate in progetti pilota e processi di coprogettazione con realtà territoriali.

I due enti intendono quindi avviare una fase di sperimentazione finalizzata alla realizzazione di una mappatura georeferenziata al fine di diffondere la conoscenza di servizi, attività e progetti utili alle famiglie torinesi con figlie e figli di tutte le età.

“Con questo accordo – spiega la Vicesindaca Michela Favaro – muoviamo un altro passo nel lavoro del Piano per le Famiglie per rendere Torino una città sempre più solidale, aperta e a misura delle famiglie. La collaborazione con l’Università e con altri enti del territorio ci aiuterà nel compito che ci siamo prefissati di offrire servizi e opportunità che mettano a disposizione alle torinesi e ai torinesi un supporto concreto nella conciliazione del tempo da dedicare alla famiglia.”

Innovazione urbana, Torino capofila del progetto “2Nite”

 

Partirà a settembre il progetto “2Nite”, a cui la Città di Torino, che ne sarà la capofila, si è candidata attraverso la Call for Innovation Transfer Networks nell’ambito del programma Urban IV della Commissione Europea, indirizzata alle città che intendono condividere la propria esperienza con lo strumento dello European Urban Initiative (EUI), insieme ad altre città europee interessate ad attuare progetti simili in differenti contesti urbani.

“2Nite” prevede un partenariato composto da Torino, Riga, Cluj-Napoca, Sant Boi de Llobregat e l’associazione di comuni portoghesi del Quadrilatero Urbano (Barcelos, Braga, Guimarães e Famalicão) e si dipanerà nell’arco di 24 mesi (da settembre 2024 ad agosto 2026).

L’obiettivo è proseguire ed estendere fuori dai confini cittadini ed italiani le azioni di miglioramento della percezione sulla sicurezza urbana avviate con il progetto “ToNite”, che si è concluso un anno fa.

Realizzato dalla Città di Torino nell’ambito della quarta Call UIA tra settembre 2019 e Agosto 2023, “ToNite” ha proposto soluzioni multidisciplinari volte a migliorare la vivibilità degli spazi pubblici nelle aree vicine al fiume Dora. Queste pratiche e soluzioni innovative saranno ora sperimentate dalle città europee partner della nuova progettazione. Torino, da parte sua, svilupperà un piano di replicabilità delle stesse pratiche in ambito cittadino.

“2Nite” è finanziato dal programma europeo Urbact IV – ITN (Innovation Transfer Networks), per un valore di 370mila e 714 euro, a fronte di un budget complessivo di 511mila e 630 euro: al Comune di Torino spetteranno 111mila e 670, pari al 65 percento dei costi totali ammissibili.

La delibera di partecipazione al progetto, proposta dall’assessora alla Mobilità e Trasporti Chiara Foglietta, è stata approvata ieri dalla Giunta comunale.

(Torino Click)