ilTorinese

Affrontare il cambiamento / 2

/

La prima ragione per cui il cambiamento può essere destabilizzante sta nel fatto che cambiare significa, inevitabilmente, lasciare indietro una parte di noi. Che si tratti di chiudere una relazione o di dover apportare significativi cambiamenti nel nostro modo di lavorare, di dover cambiare casa o di accettare la perdita di una persona cara.

Di un bene a cui tenevamo molto, o di qualsiasi altro cambiamento la vita ci imponga. Se ci pensiamo bene in ogni cambiamento, piccolo o grande che sia, qualcosa dentro di noi “muore”. E, che ne siamo o meno consapevoli, ci crea uno stress emotivo, e traumi, in genere piccoli e impercettibili, ma talvolta devastanti.

Anche quando il cambiamento non ci viene obbligatoriamente imposto, ma parte dal nostro desiderio e dalla nostra volontà, si porta sempre dietro una certa quantità di stress e di ansia…
È soprattutto per questa ragione che molte persone sono perennemente indecise di fronte alla scelta di un cambiamento da loro comunque desiderato.

Oppure in grande e talvolta insormontabile difficoltà nell’adattarsi a un cambiamento che viene imposto da condizioni non dipendenti dalla loro volontà. Succede quando abbiamo la sensazione che il “costo” in termini di energie e tempo da spendere, di stress e di difficoltà, superi il beneficio del cambiare o dell’adattarsi positivamente al cambiamento.

E quindi siamo bloccati dal dubbio, dall’incertezza, dalla resistenza, e non riusciamo a scegliere.
Il primo passo per superare questa impasse consiste nel prendere consapevolezza della fatica e dello stress emotivo che si accompagna al cambiamento, e nel non aver timore a guardarlo e a esprimerlo.

Perché per evolvere, che é una delle conseguenze positive dello scegliere e dell’accettare il cambiamento, abbiamo necessità di elaborare quello stress. Al contempo è però utile e necessario contemporaneamente focalizzare i benefici del “nuovo che avanza”. Se è vero che nel cambiare si lascia una parte di sé, è altrettanto vero che una nuova parte di noi è pronta a sbocciare!

(Fine della seconda parte dell’argomento).

Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.

Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Torino, il sindacato Sappe: “lanciano droga e telefonini nel carcere”

Ennesimo importante rinvenimento da parte delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria del carcere di Torino. A dare la notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce del segretario Vicente Santilli, il quale informa sull’ennesimo tentativo di introdurre illecitamente telefoni cellulari al “Lo Russo Cutugno”: “Oggi pomeriggio, verso le 14, dall’esterno del carcere, venivano lanciati diversi involucri oltre il muro di recinzione e successivamente ritrovati dalla polizia penitenziaria. Nonostante le difficoltà, i sempre attenti Agenti di Polizia Penitenziaria sono sempre vigili per impedire l’ingresso di oggetti proibiti ed all’interno degli involucri sono stati ritrovati significativi quantitativi di hashish, cocaina, e 3 telefonini. Il sindacalista denuncia come anche questi seppur maldestri tentativi di introdurre oggetti vietati in carcere “dimostrano la vulnerabilità del carcere di Torino e, per tanto, il SAPPE rinnova all’Amministrazione penitenziaria la richiesta di dotare la Polizia Penitenziaria di droni per il controllo esterno del carcere nonché di Nucleo di unità cinofila del Corpo per il contrasto delle sostanze stupefacenti”.
Il Segretario Generale del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, Donato Capece, evidenzia che “nelle carceri italiane il 30% circa dei detenuti è tossicodipendente ed anche più del 20% degli stranieri ha problemi di droga e che nonostante l’Italia sia un Paese il cui ordinamento è caratterizzato da una legislazione all’avanguardia per quanto riguarda la possibilità che i tossicodipendenti possano scontare la pena all’esterno, i drogati detenuti in carcere sono tantissimi”. “Peraltro”, prosegue il leader nazionale del SAPPE, “è utile ricordare che anche nelle ultime relazioni al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia è emerso come lo scenario della diffusione e del consumo di sostanze stupefacenti e psicotrope in Italia è caratterizzato da trend in aumento: in rapporto sia ai consumi, sia ai reati penali in violazione del “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza“, sia alla domanda di trattamento.
“Fatto, questo, che coinvolge anche la popolazione detenuta”, conclude Capece, per cui “il SAPPE rinnova percorsi di formazione ed aggiornamento professionale ad hoc per il personale della Polizia Penitenziaria”.

Giachino scrive a Rixi per la sicurezza in tangenziale: “Una foto poco rassicurante”

L’ex sottosegretario alle infrastrutture Mino Giachino ha inviato la seguente lettera, che sotto riportiamo, al viceministro Edoardo Rixi per segnalare una foto che mostra una “spaccatura” su un ponte in tangenziale. Sui social alcuni commentano che potrebbe però trattarsi di un giunto di espansione, soluzione adottata proprio per questioni di sicurezza legate ai cambiamenti termici. 
.
Carissimo Vice Ministro,
Amici di Moncalieri mi hanno inviato questa foto poco rassicurante relativa alla tangenziale di Torino vista dalla Ferrovia Torino -Genova. Puoi far verificare urgentemente?
Grazie e buon lavoro
.
Mino GIACHINO
già sottosegretario ai trasporti

Settimana Europea Sicurezza sul Lavoro, le iniziative del Piemonte

/

Dal 20 al 24 ottobre 2025 si celebra la Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, promossa da EU-OSHA – Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, con il coinvolgimento delle Regioni e delle parti sociali. L’edizione 2025 conclude la campagna triennale dedicata al tema “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Salute e sicurezza sul lavoro nell’era digitale”, che pone l’attenzione sulle opportunità e le sfide della trasformazione digitale.

Le attività di vigilanza e controllo

In Piemonte i Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPreSAL) delle ASL garantiscono la vigilanza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, attraverso inchieste e accertamenti su malattie professionali e infortuni, iniziative d’informazione e formazione e assistenza ai lavoratori e alle aziende.

Le cause di infortunio

Le principali cause di infortunio grave sono riferibili a carenza di informazione, mancanza di procedure di sicurezza, assenza di misure di emergenza e sottovalutazione del rischio.

I Piani mirati di prevenzione

La Regione Piemonte attua modelli di assistenza e supporto alle imprese nella prevenzione dei rischi per raggiungere i lavoratori socialmente più svantaggiati, generalmente occupati in microimprese e in mansioni che comportano maggiore esposizione a rischi.

In particolare ha attivato la diffusione di buone pratiche, la formazione sui rischi specifici alle figure della prevenzione delle imprese, la sollecitazione all’autovalutazione e canali di comunicazione diretta con gli SPreSAL delle ASL.

La Rete WHP Regione Piemonte

La rete dei luoghi di lavoro che promuovono salute (Workplace Health Promotion, WHP) contribuisce a migliorare lo stato di salute e di benessere dei lavoratori, incoraggiando, nei luoghi di lavoro, azioni e cambiamenti organizzativi e comportamentali attraverso l’attuazione di interventi riconosciuti come pratiche raccomandate. Nell’ambito del Piano Regionale di Prevenzione, DORS – Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (ASL TO3) e la Comunità di pratica regionale hanno realizzato l’istantanea “La Rete WHP Regione Piemonte” che descrive le modalità di adesione, i vantaggi e le principali azioni che devono mettere in atto le aziende aderenti. Inoltre è stato tradotto il Decalogo dell’azienda che promuove salute prodotto dall’Agenzia di salute pubblica della Catalogna, uno strumento di informazione e sensibilizzazione che riassume principi e azioni che devono guidare le aziende nel promuovere la salute dei lavoratori e della comunità di cui fanno parte.

“Storie di infortunio”

Il progetto, realizzato da DORS e Regione Piemonte, valorizza l’inchiesta infortuni attraverso storie che utilizzano gli elementi della narrazione per proporre soluzioni efficaci per la prevenzione. Le storie sono scritte dagli operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro delle ASL piemontesi. Nel complesso, 115 storie di infortunio, 7 podcast di racconti di infortuni in formato audio e i libri “Vittime” e ”Invisibili”, raccolte di racconti nati con l’idea di valorizzare l’impegno di quanti si sono sforzati di restituire umanità e sentimento ai protagonisti delle inchieste e alle vittime di infortunio.

“Sicuramente in bosco”, sicurezza e formazione nelle attività forestali

La Regione Piemonte e IPLA promuovono per il 21 ottobre un incontro tecnico – informativo a Roccabruna (CN) dedicato alla prevenzione degli infortuni e alla promozione della sicurezza nelle attività selvicolturali. L’evento ha l’obiettivo di promuovere la cultura della sicurezza nel settore forestale, favorire la formazione pratica e il confronto diretto tra operatori del settore, diffondere buone pratiche operative e soluzioni tecnologiche innovative per ridurre il rischio nelle attività di abbattimento, movimentazione e allestimento del legname. Durante la giornata sono previste dimostrazioni pratiche in bosco, con particolare attenzione all’uso in sicurezza di escavatori forestali e verricelli e alle tecniche di abbattimento controllato. Tutti i dettagli dell’evento sono disponibili qui.

Serie A, 7ª giornata: Como-Juventus 2-0, primo KO per Tudor

Dopo cinque pareggi consecutivi tra campionato e Champions, la Juventus di Igor Tudor cade per la prima volta in stagione, sconfitta 2-0 da un sorprendente Como. Al “Sinigaglia” decide una super prestazione di Nico Paz, autore di un assist e di un gran gol nel finale.
Partenza shock per i bianconeri: dopo appena 4 minuti, Kempf sblocca il risultato su assist dell’argentino. La Juve reagisce con Yildiz, Moreno e Thuram, ma senza precisione. A David viene annullato un gol per fuorigioco.
Nel secondo tempo, Caqueret va vicino al raddoppio, che arriva al 79′ con una perla di Nico Paz. Il Como firma così un colpo pesante e raggiunge la Juventus in classifica. I bianconeri restano a -3 dalla vetta, in attesa di Milan-Fiorentina.

Enzo Grassano

Con le fabbriche del vento Alba è capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2027

Alba è  ufficialmente capitale italiana dell’Arte Contemporanea 2027. La proclamazione è avvenuta nel pomeriggio di venerdì 17 ottobre al Ministero della Cultura  a Roma, il giorno successivo all’audizione delle quattro città finaliste. “Le fabbriche del vento” ha convinto la giuria per la sua visione diffusa e duratura, capace di rigenerare territori, comunità e linguaggi attraverso l’arte del presente.
La candidatura di Alba è stata promossa dal Comune di Alba e dal Comitato Alba Capitale Italiana dell’arte contemporanea 2027, composto dalla presidente Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, dal sindaco Alberto Gatto e da Nicolas Ballari,  che ha curato il dossier insieme a un vasto team. Il progetto diventerà ora un programma culturale permanente  che, attarverso le Capitali sorelle, sarà diffuso su tutto il territorio delle Langhe, Roero e Monferrato, un territorio riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.

“Questa vittoria è il frutto di un grande lavoro di squadra e di territorio – ha dichiarato il sindaco di Alba Alberto Gatto – il dossier è nato dall’incontro tra artisti, professionisti del settore, istituzioni  e enti che hanno creduto nella forza propulsiva dell’Arta contemporanea. A tutti loro il nostro grazie. L’arte si affiancherà  ora alla bellezza del nostro paesaggio Patrimonio dell’Umanità e alle eccellenze enogastronomiche celebri nel mondo.  Con la prima Biennale delle Langhe daremo forma a un laboratorio permanente di idee e di cultura”.

“Quella di oggi è una giornata straordinaria da incorniciare per tutti i piemontesi – hanno affermato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’Assessore Marina Chiarelli – È una vittoria della squadra, di un dossier credibile come “Fabbriche del vento”, costruito da istituzioni pubbliche e private che hanno lavorato insieme. Sappiamo ora che c’è molto da fare e lo faremo insieme. Alba e il Piemonte hanno dimostrato che la cultura è un linguaggio condiviso e che l’arte è capace di unire energie e persone. Questo riconoscimento è un ulteriore passo prezioso per continuare a costruire un Piemonte dove l’arte non resta chiusa nei musei, ma innerva le comunità e le nutre quotidianamente. È la conferma che investire  nella bellezza e nel talento è una scelta che ripaga sempre”.
“Nel progetto “Le fabbriche del vento “ – spiega Patrizia Sandretto Re Rebaudengo,  Presidente del Comitato Alba Capitale 2027 – l’arte contemporanea è  come un seme, che può essere seminato, diffuso, moltiplicato. In un tempo complesso, Alba sceglie l’arte come energia capace di generare comunità,  senso e visione. È un onore condividere questo risultato con una squadra straordinaria e con un territorio che ha creduto nel valore del contemporaneo”.
“Abbiamo immaginato un dossier con l’ambizione di suggerire un nuovo modello per il sistema dell’arte contemporanea- spiega Nicolas Ballario, curatore del dossier. Un modello che assemblasse le eccellenze del settore artistico con industrie, fondazioni e altre discipline come il teatro e la musica. Assegnazioni così importanti devono lasciare un’eredità concreta. Abbiamo scritto un dossier ricco e complesso, adesso dobbiamo metterci al lavoro per attuarlo in ogni dettaglio.

La programmazione di Alba 2027 prenderà forma come Anno I della Biennale delle Langhe, manifestazione internazionale dedicata al dialogo tra arte, paesaggio e comunità,  che diventerà il lascito permanente della candidatura. Il progetto coinvolgerà artisti, curatori, studiosi italiani e internazionali  e darà vita a una rete di spazi espositivi, opere pubbliche e progetti educativi in dialogo con il territorio UNESCO delle Langhe, Roero e Monferrato.

Tra i progetti principali la mostra dedicata a  Pinot Gallizio, la retrospettiva su Roberto Longhi, il progetto Radis della Fondazione Arte Crt, Vigne d’Arte, con gli interventi artistici della Fondazione Ospedale Alba Bra e l’ampliamento della Biblioteca Civica G. Ferrero, con una sezione intitolata a Luca Beatrice.
La vittoria di Alba riconosce il modello delle Capitali sorelle, che unisce città e territori in una rete culturale e produttiva condivisa. Il progetto è sostenuto da una vasta rete di enti, fondazioni e realtà economiche, tra cui Fondazione CRC, Fondazione Ferrero, Fondazione CRT, Ente Turismo Langhe Monferrato e Roero, Ente Fiera di Alba, Confindustria,  Coldiretti, Confartigianato, Associazione Commercianti Albesi, Fondazione Radical Design e Cantine Ceretto.

Mara Martellotta

Se la droga in carcere arriva nelle palle da tennis

È allarme spaccio di droga nella Casa circondariale di Vercelli dove negli ultimi giorni, a seguito di diversi controlli su più detenuti e in diverse celle, è stata rinvenuta sostanza stupefacente. Ed è sorprendete una delle modalità attraverso la quale la droga entra in carcere. Lo denuncia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Il tempestivo intervento e l’attenzione del personale di Polizia Penitenziaria di Vercelli hanno permesso di individuare e sequestrare la sostanza stupefacente che diversi detenuti occultavano o sulla propria persona o in oggetti in loro possesso”, spiega Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del SAPPE. “Si tratta dell’ennesima prova della professionalità, dell’esperienza e del costante impegno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria, che ogni giorno operano in condizioni difficili per garantire la sicurezza all’interno del carcere”. 

Ma è certamente singolare una delle modalità con cui, dall’esterno della struttura, si tenta di introdurre la droga in carcere: “L’attenta vigilanza dei Baschi Azzurri ha permesso, nelle ultime ore, di fermare due persone che si aggiravano con fare sospetto nei pressi del carcere. Ebbene, i due avevano tentato di lanciare all’interno della Casa circondariale delle palline da tennis al cui interno vi era cocaina e cannabis!”. “Il SAPPE”, conclude il sindacalista, “esprime vivo apprezzamento per l’operato del personale e sottolinea, ancora una volta, come sia indispensabile che l’Amministrazione ponga la massima attenzione su tali episodi e fornisca supporto adeguato per fronteggiare efficacemente il fenomeno dell’introduzione e diffusione di sostanze e oggetti illeciti all’interno degli istituti penitenziari”.

Ogni giorno“, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane, per adulti e minori, si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte dei Baschi Azzurri della Penitenziaria diviene fondamentale. E deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”. Capece torna a sottolineare le criticità detentive connesse all’alto numero di presenze di tossicodipendenti tra di detenuti: “Noi con il metadone non risolviamo il problema, ma dobbiamo portare questi ragazzi nelle comunità terapeutiche, anche perché ci costano di meno. Un detenuto in carcere costa mediamente 200 euro mentre in una comunità terapeutica da 50 a 80 euro. Così non solo risparmiamo, ma tra quelle persone qualcuno riusciamo a salvarlo e quando ci riusciamo non abbiamo salvato solo i ragazzi ma anche le famiglie, perché la tossicodipendenza non è un problema legato solo ai ragazzi ma è un problema di tutte le famiglie. E allora che senso ha tenerli in carcere?  Basterebbe anche replicare l’esperienza del carcere di Rimini, dove, oltre 20 anni fa, fu istituita una piccola sezione, con 16 posti, nella quale accedono quei detenuti che sottoscrivono un programma con l’amministrazione, impegnandosi a studiare, lavorare, non assumere più sostanze alternative come il metadone, e dopo un certo periodo di tempo, 6 mesi, un anno, vanno in comunità e vengono tutti recuperati. Risolveremmo in parte anche il problema del sovraffollamento”. Il segretario generale del SAPPE, infine, evidenzia il ruolo centrale della Polizia Penitenziaria come parte integrante del sistema sicurezza della Nazione, specie nell’ambito dell’esecuzione penale e penitenziaria per minori: “Sicurezza e diritti sono un binomio inscindibile anche quando si affronta la complessa realtà del sistema penitenziario, perché, salvi i casi più gravi, la doverosa esecuzione della pena deve costituire il presupposto per il ritorno alla vita civile del detenuto. Stare vicini alle donne ed agli uomini della Polizia Penitenziaria vuol dire condividere il delicato ruolo istituzionale che a loro affida lo Stato”.

Polizia municipale, questa sconosciuta

Riprende la rubrica PAROLE Rosse a cura di Roberto Placido. Un articolo ogni qualvolta accade qualcosa meritevole di segnalazione in città…

Oramai il problema della Polizia Municipale di Torino ha superato ogni limite. Facendo la doverosa premessa che, ci sono tanti vigili perbene che fanno onestamente e con impegno il loro lavoro, e di questo li ringraziamo, ce ne sono tanti, troppi, che non si capisce cosa facciano. Capitolo multe a parte, anche quelle aumentate non per il loro lavoro ma per l’utilizzo, a volte vessatorio, degli apparati fissi , i T Red, è in tutto il resto che non si vedono.

Per i Monopattini e le bici, oramai, le loro corsie sono i marciapiedi ed i portici. Che siano in due o tre sopra non fa nemmeno più notizia. Ma veniamo al motivo di oggi. Ieri sera sabato 18, dopo le ore 24 sento le urla ed invocazioni di una signora avanti con l’età e mi affaccio al balcone. Era , al secondo piano del palazzo di fronte disperata che chiedeva di fare qualcosa in quanto, nello stesso palazzo, al primo piano, era in pieno svolgimento un Rave Party in miniatura con una cinquantina di ragazzi che sostavano sui balconi con le porte spalancate e musica a …”palla”. . Allora faccio il bravo cittadino e telefono al 112 e dopo un’attesa non proprio brevissima ed avere fornito i miei dati mi dirottano alla Poliza Locale. Spiego la situazione e mi rispondono “ appena possibile mandiamo una pattuglia”. E così nell’attesa vana che arrivassero i “nostri” con o senza Rin Tin Tin, verso le tre e dopo avere visto la vittoria dell’Inter e un film e qualche TG sono andato, accompagnato in sottofondo, anche se la camera da letto è dall’altra parte, non proprio da una ninna nanna di Mozart ma dalla musica del mini Rave Party. Alcuni speravano che con l’arrivo di un ufficiale dei Carabinieri alla guida del corpo dei Vigili Urbani le cose sarebbero cambiate…. macchè, forse sarebbero stato meglio un vecchio graduato dei Cittadini dell’Ordine, rispolverato alla bisogna.

ROBERTO PLACIDO

Torino: Paulaner Oktoberfest, non solo birra per 16 giorni

IL TORINESE WEB TV

16 giorni di festa alla Pellerina, con birra Paulaner, cucina tipica bavarese, concerti live e un nuovo Villaggio Oktoberfest all’aperto. Sicurezza e accessibilità grazie all’accordo con GTT e Taxi Torino.
Il cuore dell’evento è il grande padiglione da 3.000 m²con oltre 2.500 posti a sedere , affiancato dal Beer Garden e dal Villaggio Oktoberfest , per una capienza complessiva di circa 3.500 posti.
Protagonista assoluta è la birra Paulaner, servita nei tradizionali boccali da un litro ( Maß ) da oltre 70 giovani in abiti tipici bavaresi, dirndl per le ragazze, lederhosen per i ragazzi , affiancati dalle immancabili Bretzeline, con i loro cesti di brezel caldi.
La cucina a vista è guidata dallo chef piemontese Fulvio Marengo, con 40 addetti, che prepara ogni giorno stinchi, schnitzel, gulasch, spätzle e tante altre specialità bavaresi, con proposte anche vegetariane, gluten-free e menù per bambini. I prodotti provengono da artigiani trentini e produttori locali del territorio torinese. Tutti i menù sono sul sito della festa.
Anche quest’anno è alta l’attenzione alle ricadute economiche sul territorio, con oltre 200 giovani locali assunti e l’utilizzo di maestranze torinesi.
Ai mostri microfoni l’Assessore al commercio del comune di Torino Paolo Chiavarino.

FRANCESCO VALENTE

Battistoni guida il Regio tra inferni, purgatori e un Paradiso un po’ kitsch

Di Renato Verga

Dal buio dell’Inferno alla luce del Paradiso: così si apre la nuova serie di concerti del Teatro Regio di Torino, significativamente intitolata “Abissi”. A guidarci nel viaggio è Andrea Battistoni, che dopo aver inaugurato la stagione lirica con la Francesca da Rimini di Zandonai, torna ora sulla stessa figura dantesca nella “fantasia sinfonica” che Čajkovskij le dedicò nel 1876. Il compositore russo, suggestionato dal turbine di passioni e condanne del V canto, traduce in musica la tempesta che travolge i lussuriosi con un’orchestra che sibila e geme, mentre un clarinetto solitario — l’ottimo Antonio Capolupo — dà voce alla dolente Francesca. Poi l’amore si accende, cresce, divampa: il tema lirico dei legni e degli archi si trasforma in un vortice sinfonico di potenza quasi operistica. Dopo l’esplosione drammatica, il silenzio pietoso. Battistoni, che dirige a memoria con gesto ampio e teatrale, restituisce con entusiasmo la tensione emotiva di una delle pagine più travolgenti del sinfonismo romantico.

Dopo l’Inferno, il Purgatorio: Schicksalslied (il Canto del destino) di Brahms, composto nel 1871 su versi di Hölderlin. È la parte più raccolta, ma anche il cuore poetico del concerto. Brahms oppone due mondi — quello perfetto e luminoso degli dèi e quello fragile e dolente degli uomini — in un equilibrio miracoloso tra forma classica e emozione romantica. L’inizio è tutto purezza e sospensione: archi e fiati fluttuano in un’atmosfera quasi celeste, interrotta solo dai battiti lontani dei timpani. Poi irrompe la tempesta: la musica precipita, come la condizione umana, “da roccia a roccia”, e la coralità si fa drammatica, disperata. Ma il finale, un ritorno trasfigurato al tema iniziale, apre uno spiraglio di pace. Brahms, più ottimista del poeta, sembra dire che l’arte può salvare ciò che la vita spezza. Battistoni ne sottolinea i contrasti con una direzione piena di calore, che passa dal misticismo al furore con fluida naturalezza.

E infine, il Paradiso. È il “Prologo in cielo” dal Mefistofele di Arrigo Boito, quella folgorante pagina in cui Dio e il Diavolo si sfidano sul destino di Faust. Boito, librettista geniale e musicista diseguale, qui si supera: costruisce un affresco sonoro grandioso e megalomane, sospeso tra il sublime e il kitsch. Con un’orchestra in assetto da battaglia — quattro percussionisti, due arpe, organo, nove ottoni in scena e altrettanti fuori scena — il Regio risuona come una cattedrale.

Peccato che nella lettura di Battistoni, pur precisa e compatta, manchi quella punta di ironia che renderebbe giustizia alla visionarietà un po’ folle di Boito. Anche Erwin Schrott, Mefistofele di lusso, preferisce il canto alla caricatura: voce sontuosa, ma poco zolfo.

Il coro del Regio, guidato con consueta maestria da Ulisse Trabacchin, e quello di voci bianche preparato da Claudio Fenoglio (quasi tutto al femminile: cinque maschietti su trentaquattro) contribuiscono all’impatto spettacolare del finale, accolto da applausi entusiasti e meritati.

Così, tra i venti infernali di Čajkovskij, la struggente meditazione di Brahms e l’apoteosi celeste di Boito, il concerto si fa moderno viaggio dantesco. Non promette la salvezza, ma una consapevolezza più lucida: che gli “abissi” dell’anima, se attraversati con la musica, possono condurre almeno a un frammento di verità. O, per dirla con Dante, “a riveder le stelle”.