ilTorinese

Il Terrore corre sul Web 

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

Le banche sono indispensabili alla crescita dell’economia. 

Raccogliendo il denaro in eccesso (non utilizzato per vivere, dalle famiglie, o per essere investito da parte delle imprese), attraverso i depositi, e rendendolo disponibile a chi ne ha necessità (per acquistare una casa o per finanziare la propria azienda) un sistema finanziario efficiente consente all’economia di allocare al meglio le proprie risorse, distribuendole a seconda delle necessità e delle capacità di utilizzarle. 

Nella realtà il meccanismo può incepparsi per una serie di motivi. 

Innanzitutto i clienti che hanno affidato la loro liquidità ai conti correnti bancari possono improvvisamente decidere di riavere indietro il proprio denaro e questo, come visto nelle ultime settimane, può fare precipitare le banche coinvolte in una severa crisi di liquidità e, in ultimo, costringerle al fallimento (o al salvataggio in extremis, come avvenuto in Svizzera con il gruppo Credit Suisse). 

Un altro brutto incidente che può funestare la vita di una banca è l’incapacità dei propri debitori di ripagare i finanziamenti ed i mutui ricevuti: la crescita incontrollata delle insolvenze e dei crediti “incagliati” rappresenta spesso uno degli effetti collaterali delle recessioni.  

Gli azionisti/investitori, poi, possono perdere la fiducia (o anche solo la pazienza) nelle banche e iniziare a venderne le azioni causandone così il loro crollo, con la conseguente impossibilità di ottenere nuovi capitali per fronteggiare le situazioni di difficoltà. 

La crisi attuale è del primo tipo (con il conseguente crollo dei titoli in borsa) e riguarda, per ora, essenzialmente le banche statunitensi. 

La riduzione dei depositi è iniziata quando i tassi d’interesse offerti dai titoli governativi sono tornati ad essere positivi, dopo essere rimasti inchiodati allo zero per diversi anni, grazie all’aumento inaugurato dalla Fed un anno fa ma la fuga si è fatta precipitosa solo negli ultimi mesi. 

In sostanza il “parcheggio” infruttuoso sui conti correnti ha perso completamente il suo appeal (le somme possono essere utilizzate in qualunque momento senza dovere effettuare dei disinvestimenti) quando il tasso a breve termine (direttamente legato a quello ufficiale stabilito dalla Federal Reserve) si è avvicinato al 4%. 

A quel punto l’attrazione esercitata dai titoli di stato, privi di rischio, è diventata irresistibile e i deflussi dei conti correnti si sono moltiplicati. 

Le banche non sono attrezzate a fronteggiare prelievi massicci dai propri clienti e questo fenomeno può risultare letale per quelle che non sono in grado di rendere liquidi, o lo possono fare solo con pesanti perdite, gli investimenti nei quali hanno investito il denaro dei risparmiatori. 

Le più colpite sono state le banche locali americane, meno solide e meno controllate dei grandi gruppi, che stanno fronteggiando una violentissima ondata di prelievi a favore dei fondi monetari (investiti in titoli governativi a breve termine) e delle banche maggiori (ritenute più solide ed affidabili per accogliere la liquidità). 

Il fenomeno non è certamente nuovo: la fuga dei clienti è storicamente il principale fattore che conduce, alla fine, persa la fiducia dei propri clienti, alla scomparsa delle banche. 

Il fattore di novità è la velocità con la quale ciò può avvenire.  

Il fattore tempo è diventato sempre più cruciale in tutte le attività economiche: compriamo ormai sempre di più “online” senza doverci alzare dalla nostra sedia per spostarci negli affollati centri commerciali (o, sempre più raramente, nel nostro negozio di fiducia) e, similmente, utilizziamo questa modalità anche per movimentare, spinti anche dalle banche (colpevolmente inconsapevoli del rischio che corrono), i nostri conti correnti. 

Diventa così estremamente facile svuotare il nostro conto con un semplice click. 

Se poi a questo aggiungiamo il fatto che nell’era dei social network il passaparola/terrore corre sul WEB/filo, è facile immaginare come la situazione possa avvitarsi molto, molto rapidamente. 

L’amministratore delegato di Citigroup, una delle maggiori banche americane ha così sintetizzato il dramma della Silicon Valley Bank (SVB):  “Ci sono stati un paio di tweet e poi c’è stata una accelerazione come mai visto prima nella storia. In passato si aveva più tempo per rispondere a problemi di questo genere. Francamente penso che i regolatori abbiano fatto un buon lavoro nel rispondere rapidamente”. 

Per fortuna le autorità si sono mosse con grande rapidità e la crisi di liquidità è stata fronteggiata rendendo disponibili tutto quanto necessario per fronteggiare le richieste dei clienti terrorizzati e questo potrebbe riportare la calma sui mercati e la fiducia nel settore (i tremori si sono avvertiti anche da noi). 

L’acquisto “pilotato” dalla banca centrale svizzera di Credit Suisse da parte di UBS (ad una minuscola frazione del valore che la banca aveva pochi mesi fa) e quello, spinto dal tesoro statunitense, dei prestiti e dei depositi della SVB da parte della First Citizens BancShares  vanno nella direzione auspicabile per evitare che la situazione vada fuori controllo.  

Uno degli sgraditi effetti degli ultimi eventi è stato infatti l’aumento del costo al quale le banche possono finanziarsi sul mercato, emettendo obbligazioni, o dai propri depositanti (che chiedono a gran voce di essere remunerati per quanto dispongono sui conti correnti) e questo porterà certamente ad una stretta creditizia che contribuirà a rafforzare il rallentamento economico già in atto.  

Ma se una riduzione della crescita è esattamente quanto desiderato dalle banche centrali per potere ridurre l’inflazione (la minore domanda di beni e servizi si traduce in un abbassamento del loro prezzo) altra cosa sarebbe l’arresto brusco e disordinato del credito bancario, in grado di produrre una vera e propria recessione, dalle conseguenze difficilmente immaginabili. 

Di tutto questo sono consapevoli i governatori delle banche centrali che continueranno a fare quanto è nelle loro possibilità per fornire al sistema bancario liquidità a sufficienza e per evitare che questa stagione sia ricordata solo come una maledetta (e terribilmente siccitosa) primavera. 

Iannò: “Solo demagogia sulle fasce deboli”

“Inclusivi, in difesa delle fasce deboli e altre amenità del genere vengono continuamente sbandierate dall’Amministrazione che gestisce la città.

All’atto pratico solo pura demagogia e slogan da dare in pasto all’opinione pubblica e nel momento di dimostrarlo, in nome dell’ideologia da bastian contrario si mettono di traverso.

Nel Consiglio comunale di ieri si è discussa una mozione che ho presentato e in cui si richiedeva di utilizzare una parte dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie (secondo quanto previsto dall’art. 208 del Codice della Strada) per favorire l’eliminazione delle barriere architettoniche. La proposta, tra l’altro, andava nella direzione del famoso P.E.B.A. il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, approvato a larga maggioranza il 21 novembre 2022.

La mozione non è stata approvata su 28 presenti 16 sono stati contrari e 1 si è astenuto, ancora una volta una scelta di civiltà e di garanzia di accessibilità degli spazi urbani, in nome di un’ideologia e non di un diritto si è trasformata in un diniego”

Pino Iannò Torino Libero Pensiero

Il Comune di Torino vuole salvare le bocciofile

In chiusura di seduta, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità, una mozione che chiede di cambiare il futuro delle bocciofile torinesi che in questo momento non vengono utilizzate.

Il testo del documento ricorda che l69 bocciofile di proprietà della Città rappresentano la storia sociale del territorio, soprattutto nei quartieri più periferici dove hanno svolto, in particolare negli anni Settanta e Ottanta, la funzione di centri per l’aggregazione e l’integrazione.

Oggi però, i costi di gestione e canoni di locazione elevati, unitamente alla scarsa propensione al gioco delle bocce delle nuove generazioni, provocano l’abbandono e il conseguente stato di degrado di queste strutture .

Così, dopo una serie di approfondimenti svolti nel corso di alcune sedute della Commissione Controllo di gestione, il consigliere Simone Tosto (PD) ha presentato il documento votato oggi, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, che impegna Sindaco e Giunta comunale a valutare la possibilità di modificare la destinazione d’uso per tutte le strutture non più utilizzate, confermandone comunque la natura aggregativa, sportiva o culturale.

La mozione chiede inoltre di portare avanti un lavoro di concerto con le realtà del Terzo settore e con le federazioni sportive rappresentative di discipline emergenti con l’obiettivo di valutare la possibilità di un diverso utilizzo delle strutture, salvaguardando le bocciofile ancora operative.

Un giardino intitolato ad Alda Croce

VENERDÌ 31 MARZO ALLE ORE 11.15, in piazza Adriano angolo via Frejus, verrà solennemente inaugurato dalla Città di Torino il giardino intitolato ad Alda CROCE scrittrice, pioniera dell’ambientalismo, presidente del centro “Pannunzio”. Tra gli altri parteciperanno la nipote di Alda Marta HERLING, segretario generale dell’ Istituto italiano di studi storici “Benedetto Croce” e Pier Franco QUAGLIENI che propose al Sindaco di Torino l’intitolazione di un ricordo di Alda nata a Torino, figlia di Adele Rossi torinese e del filosofo Benedetto Croce.

Ambrogio (Fdi): “Al Regio agevolazioni per gli over 65”

“IL PD ESCLUDE UN’IMPORTANTE FASCIA DI POPOLAZIONE DALL’ACCESSO ALLA CULTURA!”

“Rimango francamente interdetta dalla discussione avvenuta  in V Commissione sulla proposta di Fratelli d’Italia – a mia prima firma – di estendere le agevolazioni già presenti per gli under-30 anche alla fascia d’età over-65 per l’acquisto dei biglietti del Teatro Regio.
Nonostante i buoni propositi dei colleghi della maggioranza, registro che il Partito democratico oggi opera una netta scelta di campo: “Chi non riesce a pagare il biglietto dello spettacolo, resti a casa”. Onestamente non credo che questo sia lo spirito adatto per incentivare la fruizione dell’enorme patrimonio culturale che la nostra Torino e il Teatro Regio può offrire.
Dalla discussione in commissione rimane tanto fumo e poco arrosto, il tutto condito con un velo inaccettabile di classismo, visto che questa amministrazione e maggioranza consiliare sembrano del tutto disinteressate anche solo ad aprire una discussione nel merito sul tema.
Voglio tendere la mia mano alla maggioranza: sono disposta a proporre un emendamento che fissi, secondo una fascia di ISEE, l’accesso alle agevolazioni. Cosa farà la maggioranza?”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.

Al Palavillage scende in campo la solidarietà

Sabato 1 aprile una giornata di sport e beneficenza in favore della Fondazione AIEF per sostenere il progetto “Il desiderio di Kevin”

Dalle 9 alle 18, Viale Lucio Battisti 10, Grugliasco (To)

Pallina alla mano, campi pronti e tanta voglia di giocare per fare del bene: sabato 1 aprile al Palavillage scende in campo la solidarietà!

La struttura di Grugliasco (TO) organizza e ospita una giornata di beneficenza in favore de “Il desiderio di Kevin”. Kevin è un bambino nato con una grave malformazione alla gamba che deve recarsi negli Stati Uniti per sottoporsi ad una delicata operazione.

Quella di sabato 1 aprile al Palavillage sarà una giornata di sport e tante iniziative volte a sostenere la raccolta di parte dei fondi necessari per i costi dell’operazione e del percorso riabilitativo di 6 mesi negli Stati Uniti di Kevin e della sua famiglia.

L’iniziativa benefica è promossa da Fondazione AIEF per l’infanzia e l’adolescenza, patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte e dal Comune di Grugliasco.

Sabato 1 aprile a partire dalle 9 il Palavillage ospiterà diverse attività sportive (yoga, workout su sabbia, pilates, calisthenics) e alle 14 un torneo di padel benefico aperto a tutti, al quale prenderà parte anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio insieme a diversi esponenti del Consiglio Regionale e amministratori locali.

Grande spazio anche alle attività per i bambini con i laboratori interattivi con i mattoncini Lego organizzati da Bricks4Kidz® che, dalle 10 alle 18, si terranno presso la Brick City di Palavillage.

Non solo sport, durante la giornata sarà allestito un banco di beneficenza che coinvolgerà tutti gli sponsor di Palavillage che metteranno in palio ricchi premi; al pomeriggio la Fondazione AIEF sarà presente con uno stand informativo dedicato e la Croce Rossa di Rivoli metterà a disposizione della struttura un’ambulanza con equipaggiamento completo.

A fine giornata Kevin e la sua famiglia saranno presenti con Fondazione AIEF per la premiazione dei vincitori del torneo di padel e per ricevere la somma raccolta.

La giornata del 1 aprile è aperta a tutti coloro che desiderano partecipare. Donazione minima: 50€ a persona.

Maggiori informazioni e iscrizionisegreteria@palavillage.com |Telefono: 011/19475700| www.palavillage.com

L’iniziativa è ideata da Fondazione AIEF, sostenuta e realizzata da Palavillage, patrocinata dalla Regione Piemonte, dal Consiglio Regionale del Piemonte e dal Comune di Grugliasco. Main sponsor: Gino SpA. Con il contributo di: Perrero Serramenti, Glass Drive, Inestasy, Lube Cucine, Studio Dentistico Leoci, Move viaggi, Fisio e Funzione, IGD shop, Parafarmacia, Banca CRS, Chiara Savarino Biologa Nutrizionista. Palavillage Restaurant, Foot Lab, Bricks4Kidz®, AEPISCINE DI MA.RA.SRL.

Le metropoli su cui scommettere

Torino dopo Napoli nella graduatoria delle Città in cui si cerca il futuro è una bocciatura che i torinesi che amano Torino e che si battono anche in piazza da anni per essa non si meritano. Responsabilità delle ultime Amministrazioni. Non se ne può più.  Cos’ha  di progressista la sinistra torinese che ormai si esalta per le adunate sportive e se la canta al Festival della Democrazia dove non si parla di lavoro o di periferie degradate dopo trent’anni di amministrazioni di sinistra? Meno male che noi abbiamo salvato la TAV e abbiamo portato a Torino la Autorità dei trasporti. Mi auguro che la iniziativa delle tre Unioni Industriali di Torino, Genova e Milano per rilanciare il Vecchio Triangolo industriale vada avanti con determinazione e riceverà sicuramente il nostro appoggio.  Le Infrastrutture come la TAV, il Terzo Valico e il Porto di Genova ne costituiranno un motore di rilancio e di crescita.
Mino Giachino
responsabile Infrastrutture Fdi Piemonte

Senza far nomi, la Spoon River di Giulio Martinoli

Sabato 1 aprile , alle ore 17, la Biblioteca Civica di Omegna Gianni Rodari ospiterà la presentazione del libro “Senza far nomi (Storie di famiglia)”  di Giulio Martinoli.

L’evento, a cura dell’associazione I Lamberti, è patrocinato dalla città di Omegna. Dopo l’introduzione vi saranno le letture dell’attore Giuseppe Maranta e un commento dello psicoterapeuta Mauro Bozzola. Dal 1885 ai nostri giorni, attraverso i ricordi e dove i ricordi non arrivano, con l’aiuto dell’immaginazione, Giulio Martinoli prova a stabilire i nessi tra le vite dei famigliari che lo hanno preceduto, a Jersey, i laghi d’Orta, di Como, di Lugano, Omegna, attraverso una ridda di costumi, lingue e dialetti. Un album di fotografie di famiglia e molto più di questo perché quell’album restituisce, oltre alla memoria, anche le atmosfere e quasi gli odori di un tempo passato. Attraverso una narrazione piacevolissima, l’autore porta per mano il lettore alla ricerca di qualcosa che si cela proprio nelle pieghe di tante biografie intrecciate, divise, coerenti con l’andamento di una storia collettiva. Senza far nomi è un romanzo, un libro sulla memoria, una biografia di persone che non sono più. Carlo Carena, grande traduttore e critico letterario, ha definito il libro “un raro esempio e insegnamento di pietas filiale, che delinea una storia secolare tramandata o documentata, e la ricrea sorreggendola e integrandola con una brillante immaginazione”. Aggiungendo di riconoscere tra le pagine “l’autenticità dei personaggi, delle vicende, dei paesaggi e degli ambienti; famiglie numerose, donne e uomini che penarono e sacrificarono la loro esistenza per i familiari  o furono protagonisti di grandi avventure, artigiani e operai nel loro piccolo lago o migranti nel grande Nord, coinvolti in brutte guerre o seduti attorno a una buona tavola allestita dalla massaia”. Lo sguardo dell’autore sembra indugiare su vecchie foto in bianco e nero o virate color seppia che svelano vicende ormai lontane, racchiuse in un tempo dilatato che parte dall’infelice inizio del 1885 quando morì il bisnonno in Valle Strona, a Sambughetto, fino al doloroso racconto della scomparsa dei genitori. Come un cronista d’antan, Giulio Martinoli intinge la penna nell’inchiostro del calamaio, descrive e ricostruisce facendo leva sull’immaginazione, vecchie carte e documenti, testimonianze riportate o dirette, il complesso filo invisibile delle relazioni di una vicenda corale e originale, per lunghi tratti comune a molte altre così da contribuire per propria parte a quella storia con la esse maiuscola che è poi la somma delle vicende di collettività e generazioni, paesi e nazioni. Anche i luoghi e i viaggi contano, e contano molto. Legami di famiglia che si intrecciano sulle sponde del Cusio, Lario e Ceresio, tra le vie di Omegna e i sentieri della valle dei gratagamul, sapienti artigiani del legno; durante gli anni passati sulla più grande delle isole del Canale della Manica ( Jersey, a una ventina di km dalla costa della Normandia, dove nel 1942 è nato l’autore); i viaggi marini e transoceanici del padre maître che si ribellò giovanissimo al destino di diventare operaio per forza; le vecchie e sbuffanti locomotive su rotaie in parte oggi in disuso e i battelli che procedevano a zig zag tra i vari scali lacustri mentre gli ingranaggi “facevano mulinare le grandi ruote laterali a pale dipinte di rosso”. Nelle storie i luoghi, i viaggi, gli incontri sembrano avvolti da un alone d’avventura che rimanda ai racconti di Salgari, Conrad o Melville anche se non è davvero necessario scomodare troppo l’immaginazione o fare ricorso ai sotterfugi dell’abbellimento ai sotterfugi della potenza creativa considerando che si tratta pur sempre della semplice verità. I tempi difficili, le scelte che potevano imprimere svolte improvvise nella vita e segnare i destini dei singoli e di interi rami della grande famiglia allargata (la principale protagonista della storia), i drammi e le gioie, le avarizie di affetti e gli sconfinati amori, gli immancabili diverbi e i dispetti narrati con puntuta ironia, le grandezze e le miserie, i rovesci e le fortune ci conducono all’incontro con altre vicende – dalle più grandi alle meno note – che a loro modo contribuirono a fare epoca. Gli scorci sui costumi, le abitudini, i mestieri del tempo (operai e cavallanti, cuochi e modiste, camerieri e barcaioli, artigiani e bottegai) restituiscono dettagliati fotogrammi di vita vissuta dove si delineano caratteri e personalità di donne e di uomini per certi versi originali, sia che fossero remissivi o indisciplinati, spesso ribelli nello spirito e ben disposti verso il rischio e l’avventura, affrontando l’ignoto senza indulgere però nell’azzardo. Dei periodi che intercorrono tra le due guerre mondiali fino ai concitati anni del dopoguerra, dopo aver vissuto gli ultimi mesi del conflitto tra i due laghi, quelli d’Orta e di Como , e in valle, nel paese natale della nonna, si intuisce perfettamente lo spirito di quei tempi che furono tutt’altro che facili. Nell’incedere dell’esposizione l’equilibrato uso delle parole rende scorrevole e avvincente la lettura, senza tralasciare il giusto riferimento ai termini dialettali con la gamma vasta delle “lingue popolari” infarcite dalle inflessioni ticinesi e dell’alto Piemonte che si mescolano con le asprezze fonetiche valstronesi. Ai suoi genitori dedica le ultime pagine, tra le più belle e difficili, senza necessariamente far torto alle altre. Lì si riannodano vicende e sentimenti, segnati dalla prematura scomparsa dell’amatissimo padre (morì il 15 settembre del 1973, a nemmeno 65 anni, “quattro giorni dopo Salvador Allende, che era suo coetaneo, più anziano di lui di qualche mese”) e alla tragica fine della madre. Scrive, Giulio Martinoli: “Aveva vissuto tutta una vita votata al sacrificio, si era sempre donata, ora che non aveva più nulla da dare aveva forse pensato che fosse meglio troncare, che Dio l’avrebbe comunque perdonata..”. In conclusione del racconto, nonostante fosse partito con l’intenzione di non fare nomi, offre in appendice a chi legge un elenco di persone e di luoghi, “più o meno in ordine di apparizione”. Nel racconto, in parte autobiografico, i legami di un gruppo famigliare si intrecciano con la storia d’Italia sotto un profilo nuovo. Le memorie private, singole e personali, diventano storie universali, collettive, scritte “dal basso”. In fondo quella raccontata in “Senza far nomi” è a tutti gli effetti parte integrante della storia di un Paese e aiuta, senza retorica e in maniera schietta e onesta, a comprendere il mondo dove viviamo, la nostra società, noi stessi.

Marco Travaglini

Bruxelles, la Regione presenta le eccellenze agroalimentari

Il 29 e 30 marzo con i Consorzi di tutela

  del Piemonte

Mercoledì 29 marzo, nella sede istituzionale della Regione Piemonte a Bruxelles, si svolgerà l’evento “Guarda e gusta il Piemonte: un viaggio tra cibo e cinema”, con la partecipazione del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura e cibo Marco Protopapa.

Alle ore 18 verrà proiettato il docufilm “Coltivare storie. L’agricoltura piemontese al cinema” di Giulio Pedretti e prodotto da Regione Piemonte con l’idea di raccontare alcuni prodotti enogastronomici ed i territori rurali da cui hanno origine attraverso lo sguardo di registi e documentaristi piemontesi; a seguire, sarà offerta una degustazione di tutti i prodotti ed i vini ad indicazione geografica piemontesi, introdotti da alcuni rappresentanti dei Consorzi di tutela aderenti.

L’evento è dedicato ai rappresentanti del mondo istituzionale e imprenditoriale di stanza a Bruxelles ed è organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte in collaborazione con Visit Piemonte, Vignaioli Piemontesi e il ristorante Iosono Piemonte di Bruxelles.

Giovedì 30 marzoa Bruxelles, l’assessore regionale Marco Protopapa interverrà al convegno “The future challenges for geographical indications”, sulla riforma della politica europea delle indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari, con la partecipazione di Paolo De Castro, relatore della riforma attualmente in corso, e di Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.

Il convegno è organizzato nel contesto della quinta edizione di Arepo European event on quality and origin products, l’associazione delle Regioni Europee dei Prodotti d’Origine, di cui fanno parte 33 Regioni, tra cui il Piemonte, di 8 diverse nazioni europee. https://www.arepoquality.eu/event/5th-european-event-of-quality-and-origin-products/

Al termine è in programma la presentazione di una selezione di prodotti e vini a denominazione di origine e ad indicazione geografica delle Regioni coinvolte. In rappresentanza di tutti i prodotti certificati piemontesi, nello stand del Piemonte, allestito dall’Assessorato all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte saranno proposti il Roccaverano Dop, il Crudo di Cuneo, la Nocciola del Piemonte Igp, la Freisa Doc (vitigno dell’anno 2022 per Regione Piemonte) e l’Erbaluce spumante Docg (vitigno dell’anno 2023 per Regione Piemonte).