ilTorinese

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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SOMMARIO: Papa Leone e la kefiah – Franco Reviglio della Venaria – Sul treno con la Cgil – Da “Armando al Pantheon”- Lettere

Papa Leone e la kefiah

Che il papa Leone XIV abbia accettato la kefiah palestinese “come simbolo di lotta contro l’occupazione” è una notizia molto triste. Fa il paio con l’intervista del segretario di Stato Parolin silente per molti mesi, improvvisamente risvegliatosi antisraeliano. Che il dono venga da un attivista palestinese aggrava la cosa. Quel copricapo è conosciuto in tutto il mondo come un simbolo ostile ad Israele. Il Papa deve restare neutrale, esercitando una funzione di pace tra i contendenti. Questi sono episodi che sarebbero comprensibili in Papa Francesco, anche se di per sé censurabili perché la demagogia non deve mai lambire il solio di Pietro.


Franco Reviglio della Venaria

La morte a 90 anni di Franco Reviglio non è stata ricordata come meritava il personaggio. La statura morale e scientifica del professore ha portato a scrivere di lui come  del ministro di Craxi che per altro lo sostituì con il commercialista di Bari Formica. Ho conosciuto personalmente Reviglio ed ho anche presentato dei suoi libri.

Era un gentiluomo e un uomo di cultura degno della massima stima. Non aveva neppure quel giacobinismo che gli è stato attribuito per lo scontrino fiscale, un qualcosa oggi totalmente accettato. Il demagogo semmai fu l’ex azionista Visentini, uomo di rara, superba antipatia. Ricordo con nostalgia quando ci trovavamo al vecchio “Firenze“ a cena. Alla vedova Paola Thaon di Revel, ai figli esprimo la mia vicinanza affettuosa.

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Sul treno con la Cgil
A volte oggi si vivono situazioni paradossali, quasi incredibili. A causa di una manifestazione della GGIL a Roma volta a “bloccare tutto“  promossa di  sabato da Landini ho rischiato di non riuscire ad arrivare in taxi a Termini. Poi a fatica mi sono fatto strada e mi sono trovato  in  un vagone di militanti della CGIL con cappellino rosso e maglietta “Bella ciao” che hanno viaggiato senza prenotazione, vantandosi che in andata avevano viaggiato con Italo in business class.
Avrebbero voluto attaccare discorso anche con me, ma sono sopravvissuto al diluvio propagandistico in treno, tirando fuori un libro in cui mi sono immerso anche se era il dono di un tizio venuto  venerdì ad una mia conferenza  romana che ad ogni costo voleva rifilarmi le sue poesie che ho finto di leggere fino a quando mi sono addormentato. Per altri versi ho constatato  di persona il caos  in cui è precipitato il traffico ferroviario. Ho ascoltato infiniti annunci di ritardi e di guasti. Un’idea di inefficienza che non può non toccare anche le responsabilità dirette di un ministro che vuole occuparsi di tutto, anche di politica estera, ma non si occupa abbastanza dei trasporti. Le deficienze di Ferrovie italiane non sono più tollerabili.

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Da “Armando al Pantheon”

A cena da “‘Armando al Pantheon“, il mio ristorante preferito a Roma ho incontrato Peppone Calabrese il conduttore della trasmissione domenicale su Rai 1 che valorizza le tradizioni enogastronomiche italiane. Si è subito creato un rapporto tra di noi. Mi conosceva anche come amico di Mario Soldati di cui è un estimatore. È  stata una bella sorpresa incontrarlo. Alla domenica vedo sempre la sua trasmissione, un antidoto al tg pieno di notizie di guerra e di violenze. La campagna e i suoi prodotti e la vita semplice degli abitanti: un’alternativa alla vita frenetica e stupida a cui siamo condannati.

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quaglieni penna scritturaLETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com

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Messa in dialetto
Cosa pensa di questa iniziativa a Pianezza che propone una Messa in dialetto piemontese? A me sembra un‘iniziativa impropria. E’ quasi impossibile ascoltare una Messa in Latino per colpa di Papa Francesco, il dialetto è del tutto fuori posto. Quanti fedeli comprenderanno il testo? Meridionali, emigrati ecc.?      Filippo de Baldi
Concordo con lei. Soprattutto mi domando quanti fedeli seguiranno la Messa. Il dialetto è sepolto anche per i piemontesi. Figurarsi gli altri. Il celebrante che è uomo colto si troverà in difficoltà.
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Quella foto su internet
Cosa pensa di questa fotografia che circola in Internet? Mi sembra il rischio politico peggiore in cui possa precipitare l’Italia. Edoardo Giletti
Lo penso anch’io. Manca qualche volto femminile per dare una qualche idea di parità e poi saremmo al completo. Spero che sia un brutto sogno.
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“Radicali” e IV Novembre
Ho letto che certi “radicali“ estremisti contestano il IV novembre non per scelta antimilitarista, ma perché è prevista una preghiera cattolica. Questo è anticlericalismo volgare alla Podrecca. Cosa ne pensa?    Francesca Ritucci
Non ho trovato riscontri documentati per rispondere. I veri radicali sono altra cosa .Io anche quest’anno sarò ad Alassio a parlare per il IV novembre e da sempre è prevista, insieme alla mia orazione, la celebrazione della Messa  senza problemi per nessuno. E’ un suffragio ai Caduti che solo gente rozza e fanatica può rifiutare con intendimenti politici molto meschini e pretestuosi.

Affrontare il cambiamento / 3

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Il cambiamento parte dalla consapevolezza dei vantaggi che ne derivano, ma per averli ben chiari dobbiamo prima avere contezza anche di tutti gli svantaggi insiti nella situazione in cui siamo, e nel non cambiare. Non c’è motivazione senza questa chiarezza, e non c’è vero cambiamento senza una profonda e stimolante motivazione.
Certo, per affrontare il cambiamento serve coraggio, anche quello di guardare ai nostri limiti, magari scoprendo un’immagine di noi stessi e della nostra reale situazione diversa da quella che vorremmo vedere, e serve il coraggio di venire a contatto con le nostre parti più fragili, più impaurite e quindi più refrattarie al cambiamento.
Come adattarci allora nel modo migliore al cambiamento necessario? In ogni caso, per avere il giusto rapporto con il cambiamento è necessario che siamo in grado di non essere eccessivamente e negativamente attaccati alle nostre abitudini, alle persone e alle cose.
La paura di cambiare, che si tratti del lavoro, di una relazione, di una abitazione, eccetera, è dovuta anche all’eccessivo attaccamento emotivo che abbiamo sviluppato.  E quali sono i comportamenti da adottare per far si che qualsiasi cambiamento avvenga nel modo migliore?
Premesso che non sempre cambiare è necessario od opportuno, sta a noi comprendere se e quando è bene assecondare il cambiamento e modificare le nostre abitudini e i nostri comportamenti. Impariamo ad ascoltarci, ad ascoltare il nostro corpo e le nostre emozioni e sensazioni
Anche quelle che ci piacciono di meno, come la paura, la rabbia e l’ansia, perché esse ci possono suggerire la nostra posizione rispetto al cambiamento da effettuare. Se lo facciamo con attenzione, saremo in grado di dare loro la giusta risposta.
(Fine della terza e ultima parte dell’argomento).
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Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.

Pro Pal in piazza contro Tajani. Scontri con la polizia, due agenti feriti

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Come era stato annunciato da locandine sui social(foto sotto), questa mattina a Torino in piazza Castello, a Torino, alcune centinaia di pro Pal hanno manifestato contro il ministro degli Esteri Antonio Tajani che si trovava poco distante al teatro Carignano per gli Stati Generali della Casa organizzati da Forza Italia. La polizia ha caricato i manifestanti, due agenti sono rimasti feriti. “Mentre qui fuori c’è gente che urla e non si sa perché – ha commentato Tajani, che ha espresso solidarietà alla polizia – l’Italia è il Paese che accoglie il maggior numero di palestinesi bisognosi di aiuto”.

Al via la stagione invernale di Torino Airport: mai così tanti posti in vendita per volare

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20 Paesi collegati

12 nuove rotte

7 nuove destinazioni: Budapest, Sofia, Liverpool, Sharm el-Sheikh, Chisinau, Bucarest Baneasa, Pescara

Forte aumento delle frequenze su alcune destinazioni fra cui Dublino, Londra, Madrid e Siviglia

 

Caselle Torinese – Si aprirà domenica 26 ottobre la stagione invernale 2025/2026 dell’Aeroporto di Torino, che si prefigura come la più ampia di sempre in termini di posti offerti per volare dallo scalo piemontese.

 

L’arrivo del terzo aeromobile Ryanair in base a Torino, nuove rotte verso l’Est Europa, un’ampia offerta neve e un incremento di frequenze su moltissime destinazioni, rendono la stagione invernale 2025/2026 la più ricca di sempre per Torino. Con 20 Paesi collegati, 12 nuove rotte, 7 nuove destinazioni e 15 mete – di cui 8 internazionali – che vedono un forte aumento di frequenze, l’aeroporto si conferma un punto di riferimento strategico per il turismo invernale e per la connettività del Nord-Ovest.

 

Con l’avvio della stagione invernale 2025/2026, Torino Airport accoglie il terzo aeromobile Ryanair in base, un investimento che permette il potenziamento delle frequenze su moltissime tratte già servite, e l’apertura del nuovo collegamento con Liverpool oltre che la conferma del volo per Pescara anche per tutta la stagione invernale.

 

Il network invernale porta con sé anche un deciso rafforzamento dei collegamenti con l’Est Europa. Wizz Air inaugurerà il 28 ottobre i nuovi voli per Sofia, in Bulgaria, per la prima volta connessa a Torino, e Budapest, in Ungheria, mentre dal 13 dicembre partirà la nuova rotta per Chisinau, in Moldavia, anche servita dal vettore FlyOne. La destinazione Bucarest sarà collegata dalla nuova rotta per l’aeroporto di Baneasa (novità Wizz Air) che si aggiunge a quella per l’aeroporto Otopeni.

 

Torino Airport conferma la propria vocazione di porta d’accesso alle Alpi, con una rete di voli dedicati agli sciatori in costante crescita. Oltre al già citato collegamento con Liverpool, il network neve si arricchisce con la new entry di Aer Lingus, che dal 20 dicembre collegherà Torino e Dublino fino a due volte a settimana. Novità della stagione sciistica anche il volo SAS per Copenaghen, a cui si affiancano le consolidate località britanniche, irlandesi e nordeuropee che caratterizzano l’inverno di Torino Airport. Tra queste, EdimburgoManchesterBirminghamBristolLondra Luton e Belfast in Gran Bretagna, Shannon in Irlanda e Varsavia in Polonia.

 

Durante le festività natalizie sarà operativo il volo verso la destinazione regina del Mar Rosso, Sharm el Sheikh, servita da Neos (Alpitour World).

 

La stagione invernale 2025/2026 sarà segnata anche da un forte aumento delle frequenze su moltissime destinazioni. British Airways incrementerà i voli su Londra Gatwick, mentre Ryanair potenzierà i collegamenti verso CharleroiCopenaghenLondra StanstedMadridMaltaMarrakechPorto Siviglia, e Wizz Air quelli per Tirana. Inoltre, quest’inverno saranno disponibili due voli settimanali per Parigi Orly operati da Volotea. Sul fronte domestico, aumenteranno le frequenze per BariBrindisiCagliariPalermoReggio CalabriaTrapani Napoli.

 

Sempre ricca l’offerta di collegamenti plurigiornalieri con i principali hub europei e non – Roma (ITA Airways), Amsterdam (KLM), Francoforte Monaco (Air Dolomiti), Madrid (Iberia), Parigi Charles de Gaulle (Air France), Istanbul (Turkish Airlines) e Casablanca (Royal Air Maroc) – che permettono di raggiungere con facilità qualsiasi destinazione nel mondo.

Come cambierà Mirafiori: 1,5 milioni di euro per parcheggi, aree verdi, infrastrutture Ict e illuminazione

 

Prosegue lo sviluppo dell’area di Mirafiori, gestita dalla società Torino Nuova Economia (TNE), al confine con i comuni di Grugliasco e Beinasco, tra corso Settembrini e corso Orbassano.

La Giunta comunale ha approvato  il Piano Esecutivo Convenzionato della Zona Urbana di Trasformazione di Mirafiori, un passo decisivo per la rigenerazione di un’area strategica, già sede di importanti insediamenti come il Politecnico di Torino e la Cittadella del Design e della Mobilità.

L’intervento, dal valore complessivo di oltre 1,5 milioni di euro, prevede la realizzazione di nuove infrastrutture e servizi funzionali all’insediamento di imprese industriali, artigianali e terziarie. In particolare, sono previste quattro aree a parcheggio (tre di nuova costruzione e una già attiva) per un totale di circa 150 posti auto, di cui 5 riservati a persone con disabilità e 14 dotati di colonnine per la ricarica elettrica.

Il progetto, che insiste su una superficie totale di oltre 16mila metri quadri, include, inoltre, la nuova viabilità interna, piazze e spazi pubblici, percorsi pedonali e ciclabili, aree verdi attrezzate con impianti irrigui, nuovi impianti di illuminazione pubblica sia interni sia lungo la viabilità esterna. È previsto anche l’adeguamento dei sottoservizi, con interventi su fognature bianche e nere, rete idrica e infrastrutture ICT e dati.

Grazie a questi interventi, Mirafiori sarà pronta ad accogliere nuove attività produttive e innovative, in un contesto urbano completamente attrezzato e connesso.

TORINO CLICK

Come saranno organizzati i play-off di qualificazione per il FIFA World Cup 2026

Il contesto
Per il Mondiale 2026, il torneo si svolgerà con 48 nazionali finaliste, un ampliamento rispetto alle edizioni precedenti.
Ciò implica che ogni confederazione continentale ha una propria ripartizione di posti diretti + posti riservati ai play‐off.
Il format dei play-off
I play-off si dividono in due grandi tipologie, a seconda della zona geografica:

I play-off all’interno della confederazione (soprattutto per l’Europa)
Si qualificano direttamente 12 nazioni, ovvero i vincitori dei 12 gruppi della fase di qualificazione europea.
I play-off europei vedono 16 squadre: i 12 secondi posti dei gruppi + le 4 migliori squadre della UEFA Nations League (o più precisamente i migliori «non qualificati» tramite il gruppo) che non sono già tra i primi due.
Il formato sarà: quattro “percorsi” indipendenti, ciascuno con 4 squadre. Ogni percorso prevede una semifinale in gara unica e una finale in gara unica, e il vincitore di ogni percorso ottiene il posto mondiale.
Le partite sono programmate nel marzo 2026.

Enzo Grassano

Un trapianto di cuore che ha vinto la nebbia alle Molinette di Torino

Questa è la storia di una paziente di 53 anni che, a causa di una grave cardiomiopatia dilatativa, attende fiduciosa da oltre un anno un cuore e, come spesso accade, finalmente arriva il prezioso dono da una giovane donna che, a causa di un’emorragia cerebrale, purtroppo muore. I suoi parenti acconsentono alla donazione del cuore e di tutti gli altri organi.
La donatrice si trova a Udine, nell’estremo nord-est dell’Italia, a quasi 600 km di distanza da Torino. Niente di eccezionale per il Centro Regionale Trapianti del Piemonte e della Valle d’Aosta (diretto dal professor Federico Genzano), abituato a organizzare prelievi anche a distanze maggiori. Questa volta, però, qualcosa di eccezionale c’è: il meteo.
La nebbia è molto fitta, con visibilità ridottissima. L’aereo privato su cui vola l’équipe prelievo torinese (formata dal dottor Matteo Marro e dal dottor Vittorio Sancipriano dell’ospedale Molinette di Torino) fatica ad atterrare a Udine: solo dopo tre tentativi l’aereo riesce finalmente a toccare terra e a raggiungere l’ospedale dove è ricoverata la donatrice.
Il problema si ripresenta al ritorno. Sono le 5 del mattino: il cuore deve arrivare a destinazione in tempo, ma all’aeroporto di Caselle l’aereo che trasporta l’organo e l’équipe non può atterrare per nebbia e viene dirottato su Milano Malpensa. Troppo distante da Torino per un trasporto via terra.
A questo punto il Centro trapianti regionale chiede alla Centrale Operativa 118 di Torino – Nucleo Gestione Elicotteri di Azienda Zero – il supporto per il trasporto urgente dell’équipe di trapianto e dell’organo. L’elicottero del servizio regionale di Elisoccorso di Azienda Zero (diretto dal dottor Andrea Mina) dalla base di Borgosesia decolla in pochi minuti e raggiunge Malpensa, preleva l’équipe e il cuore direttamente sottobordo dell’aereo e, 40 minuti dopo, atterra sull’elisuperficie della Città della Salute e della Scienza di Torino, dove la visibilità è buona.
In pochi minuti il cuore – che per tutto il viaggio è stato trasportato in un nuovo sistema di conservazione di cui si è dotato da poco il Centro di Trapianto di Cuore di Torino, che permette di preservare l’organo con maggiore sicurezza e per più tempo – è a destinazione all’ospedale Molinette, centro d’eccellenza per i trapianti.
La paziente viene portata in sala operatoria della Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) per il trapianto. L’intervento, durato oltre sette ore, viene effettuato con successo dal professor Massimo Boffini, dalla dottoressa Erika Simonato e dal dottor Giuseppe Monteleone (sotto la guida del professor Mauro Rinaldi), coadiuvati dalla dottoressa Maria Luisa Contristano (sotto la supervisione del professor Luca Brazzi e della dottoressa Anna Trompeo, della Rianimazione).
Anche questo trapianto è il frutto di un collaudato e complesso lavoro di squadra che ha coinvolto decine di operatori, che silenziosamente operano per permettere che un dono prezioso si trasformi in una nuova vita salvata. Questo intervento, come altri realizzati in passato, testimonia l’efficacia del coordinamento tra le strutture sanitarie regionali e la rete di emergenza-urgenza, a conferma di un sistema capace di agire con tempestività e sinergia per garantire ai cittadini cure di eccellenza.

Pedopornografia, cinque arresti

Nell’ambito delle attività poste in essere dalla Polizia di Stato a tutela dei minori, il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica di Torino ha concluso un’importante operazione di contrasto alla pedopornografia online che ha portato all’arresto di 5 persone in flagranza di reato ex artt. 600 ter e quater c.p. e alla denuncia in stato di libertà di altri 5 soggetti, a carico dei quali è stato sequestrato materiale informatico utilizzato per la detenzione e la distribuzione dei contenuti multimediali illeciti.

L’attività, avviata dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia Online (C.N.C.P.O.) e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, è proseguita anche in modalità sotto coperturapermettendo di delineare 22 posizioni meritevoli di approfondimento investigativo per aver condiviso e scaricato files, immagini e video di pornografia minorile.  

In particolare, l’esecuzione dei decreti di perquisizione emessi dalla Procura della Repubblica di Torino avvenuta con la collaborazione del C.O.S.C. Milano e delle Sezioni Operative di Asti, Biella, Cuneo, Imperia, Novara, Savona e Vercelli, ha portato all’arresto in flagranza di 5 soggetti, 4 nel capoluogo torinese ed 1 a Novara.

Gli arrestati, di età ricompresa tra i 30 ed i 61 anni, avevano a disposizione contenuti di sfruttamento minorile di diversa natura, talvolta relativi a violenze sessuali con bambini anche in tenera età nonché materiale particolarmente cruento e caratterizzato da contenuti violenti (cd. “gore”). In un caso, oltre alla detenzione di materiale proibito si è proceduto all’arresto anche per la divulgazione dello stesso in quanto all’atto dell’ingresso nell’abitazione dell’indagato, lo si trovava intento a scambiare detto materiale con terzi.

A carico degli arrestati, come di altri cinque indagati deferiti in stato di libertà, è stato sequestrato numerosissimo materiale informatico che sarà oggetto di approfondimento mediante analisi.

Le radici di Torino: le famiglie che hanno fatto la città

SCOPRI – TO ALLA SCOPERTA DI TORINO

Torino è una città che non si racconta in fretta. Sotto la superficie elegante dei suoi portici, tra i palazzi severi e i caffè storici, scorre una linfa fatta di industria, arte e ambizione. È una città che deve molto non solo ai suoi re e ai suoi architetti, ma anche a un pugno di famiglie che, con visioni diverse ma complementari, hanno contribuito a modellarne l’identità. Gli Agnelli, i Lavazza, i Pininfarina, i Ferrero: nomi che ormai si pronunciano come simboli, ma che nascono da storie di coraggio e di lungimiranza.

Gli Agnelli: Torino e l’Italia sull’asfalto

La storia degli Agnelli è inseparabile da quella della Fiat, e dunque da quella dell’Italia del Novecento. Giovanni Agnelli, il fondatore, vide nell’automobile non solo un mezzo di trasporto, ma una promessa di modernità. A Mirafiori, più che una fabbrica, nacque un simbolo. Le catene di montaggio della Fiat scandirono per decenni il ritmo della città: le sirene che annunciavano i turni, le file di operai, la folla che ogni mattina si riversava verso il lavoro. Ma gli Agnelli non hanno soltanto costruito macchine: hanno costruito un immaginario, una certa idea di eleganza, di discrezione, di potere. Con Gianni Agnelli, “l’Avvocato”, Torino divenne il centro silenzioso di un’Italia che voleva essere moderna ma senza rinnegare il proprio stile.

Lavazza e il gusto dell’identità

Mentre la Fiat portava il nome di Torino nel mondo industriale, un’altra famiglia lo portava in quello del gusto. I Lavazza cominciarono nel 1895 con una piccola drogheria in via San Tommaso. Oggi il loro nome è sinonimo di caffè italiano nel mondo. Ma dietro quella tazzina ci sono decenni di sperimentazioni, campagne pubblicitarie visionarie, una cura maniacale per la qualità. Torino, con il suo gusto per le cose fatte bene e la sua discrezione sabauda, trovò nei Lavazza un riflesso perfetto. Non è un caso che ancora oggi la città sembri avere un legame quasi affettivo con il marchio, come se quel caffè fosse parte della sua identità più profonda.PININFARINA

Pininfarina e Ferrero: il design e la dolcezza

Poi ci sono i Pininfarina, artigiani del sogno e del metallo. Le loro linee hanno vestito Ferrari, Maserati, Alfa Romeo. Torino, con la sua vocazione ingegneristica e il suo gusto per l’armonia, non poteva non generare un simile laboratorio di bellezza. Il design, per i Pininfarina, non è mai stato solo estetica: è stato un linguaggio. Ogni curva racconta un’idea di eleganza italiana, misurata ma riconoscibile ovunque.

E infine i Ferrero, che pur nati ad Alba, hanno sempre avuto un legame profondo con il Piemonte e con Torino. Nel dopoguerra, quando l’Italia cercava di rialzarsi, la famiglia Ferrero trovò nella semplicità e nella dolcezza una via per ripartire. La Nutella, oggi simbolo globale, nacque in un contesto di scarsità: la genialità stava nel trasformare il poco in qualcosa di straordinario. È una lezione torinese, in fondo: eleganza nella misura, forza nella sobrietà.

I Biscaretti di Ruffia: la memoria su quattro ruote

Tra le famiglie meno ricordate ma fondamentali per l’anima culturale della città, ci sono i Biscaretti di Ruffia. Carlo Biscaretti, figlio di un senatore del Regno, fu tra i pionieri dell’automobile in Italia e uno dei primi a capire che l’automobile non era solo un mezzo, ma un simbolo di progresso. La sua passione lo portò a fondare il Museo dell’Automobile, che oggi porta il suo nome, un luogo dove la storia industriale di Torino si fa racconto visivo e sensoriale. È grazie a figure come lui che la città ha conservato la memoria della propria evoluzione, trasformando la tecnologia in cultura.

Una città che vive delle sue famiglie

Torino non sarebbe la stessa senza queste dinastie. Hanno influenzato la sua economia, ma anche il suo modo di pensarsi. Una città che tende a nascondere più che a esibire, che lavora nel silenzio e solo dopo mostra i risultati. Oggi, in un tempo in cui tutto sembra muoversi più veloce, le famiglie storiche torinesi restano come colonne silenziose di un tempio che resiste ai cambiamenti.

Torino continua a guardare avanti, ma con un occhio sempre rivolto a ciò che l’ha resa unica: la sua capacità di far convivere industria e poesia, razionalità e sogno, metallo e caffè, auto e cioccolato. È una città che non si lascia mai leggere tutta d’un fiato. E forse è proprio questo il suo segreto più affascinante.

Noemi gariano