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Automotive, missione del Piemonte negli Usa

Il Piemonte è la prima regione italiana che organizza una missione di sistema negli Stati Uniti in questa fase delicata che riguarda in particolare modo il settore dell’automotive. 

La delegazione istituzionale del Sistema Piemonte, guidata dall’Assessore alle Attività Produttive della Regione Piemonte, Andrea Tronzano, e dalla Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro, avrà modo di incontrare, tra gli altri, i manager delle più importanti realtà produttive del Michigan. 

L’occasione è la seconda edizione della business convention VTM Michigan a Pontiac dal 23 al 24 aprile, la piattaforma in cui OEMs e fornitori di prodotti e soluzioni possono incontrarsi ed esaminare le principali sfide e opportunità del futuro della mobilità e delle tecnologie più all’avanguardia dei veicoli. VTM Michigan nasce come spin-off del VTM di Torino.  

La delegazione istituzionale del Sistema Piemonte, composta dai rappresentanti della Regione Piemonte e del Comune di Torino, dal Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, dalla Presidente della Vehicle Valley Monica Mailander, dal direttore di Ceipiemonte Stefano Nigro, da Gianmarco Giorda direttore generale ANFIA, da Pierpaolo Antonioli Presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte e dai rappresentanti del Politecnico di Torino, di CNA e API, in un momento di incertezza ed evidenti difficoltà di interscambi, ha il compito di mantenere aperti tutti i canali di comunicazione con gli Stati Uniti, che rimangono il primo investitore e partner commerciale extra europeo in Piemonte. 

Gli incontri inizieranno già dal pomeriggio di martedì 22 aprile, accompagnati dalla Console italiana a Detroit, Allegra Baistrocchi, con c-level di Rivian, Stellantis, Webasto e Detroit Regional Partnerships.

Nella prima mattina di mercoledì 23 aprile verrà presentato il “Piemonte Automotive Ecosystem” a VTM con interventi dell’Assessore della Regione Piemonte Andrea Tronzano, della Vicesindaca Michela Favaro, della neo presidente della Vehicle Valley Monica Mailander,  del CEO di Dumarey Italia Pierpaolo Antonioli, del Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna e del Vice Rettore Aggregato per il Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino Gianmario Pellegrino.

In questa occasione verrà presentata e promossa la quinta edizione di VTM Torino, in programma dal 24 al 25 marzo 2026.

Nella stessa giornata nello stand Piemonte la delegazione istituzionale avrà modo di incontrare i manager di MEDC (Michigan Economic Development Corporation) e MichAuto (un’iniziativa della Detroit Regional Chamber che rappresenta e promuove l’industria automobilistica in Michigan), con il Presidente di MEMA (The Vehicle Suppliers Association). Proseguiranno nel pomeriggio gli incontri con le aziende: dopo un meeting presso la sede di General Motors seguiranno incontri con player quali Mullen e Mayco. Nella mattinata successiva, ulteriori incontri presso le sedi di produttori locali e internazionali, quali Toyota North America e Ford.

Il VTM a Pontiac è l’occasione di riavviare il dialogo commerciale e istituzionale con il Michigan, uno Stato che ha sempre avuto relazioni importanti con il Piemonte. Obiettivo è rafforzare il legame tra le economie dei due territori, entrambe strettamente legate al settore dell’automotive e dei trasporti, presentando l’offerta piemontese nella sua ampiezza e competenza, anche attraverso la recente Vehicle Valley.

Alla business convention, organizzata da ABE in partnership con Oakland County e Michigan Economic Development Corporation, parteciperanno, insieme alla delegazione istituzionale, sei imprese piemontesi: AIZOON, DRIVESEC, DUMAREY, GENERAL CAB, ITALDESIGN e MEC. Le aziende prenderanno parte a un fitto programma di incontri B2B con istituzioni e buyer internazionali di primo piano – tra cui Continental, Denso, Fev, Ford, General Motors, Hitachi Astemo, Hyundai, Nitto Seiko, Stellantis, Toyota e Volvo – oltre a un ricco calendario di conferenze tecniche e workshop tematici.

La partecipazione piemontese a VTM Michigan è coordinata da Ceipiemonte nell’ambito del Progetto Integrato di Filiera “Automotive & Transportation” della Regione Piemonte, finanziato dal PR FESR 2021-2027.

Nel 2024 il settore automotive italiano ha esportato beni per 5,5 miliardi di euro, di cui 1,1 miliardi destinati al solo Michigan. Nello stesso anno, il settore automotive del Piemonte ha esportato verso gli Stati Uniti beni per circa 550 milioni di euro. Gli Stati Uniti, pur essendo di gran lunga il principale mercato extra UE per il Piemonte, rappresentano l’8,3% dell’export regionale complessivo.

L’industria automotive USA vale il 3% del PIL e sono oltre 1,7 milioni i posti di lavoro legati direttamente all’industria e altri 7,2 milioni supportati indirettamente. Il Michigan è da sempre considerato il cuore dell’industria automobilistica americana, con Detroit soprannominata «Motor City». Oltre il 10% del PIL del Michigan dipende dall’industria automobilistica. I grandi produttori automobilistici quali Ford, General Motors e Chrysler (Stellantis) hanno radici profonde nell’assemblaggio in questa regione.

La missione in Michigan – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alle Attività produttive Andrea Tronzano – arriva in un momento delicato per il settore automotive e per i rapporti economici con gli Stati Uniti. Il Piemonte si presenta compatto sul mercato americano per incontrare grandi player internazionali e potenziali investitori, forte di una filiera che unisce qualità, innovazione e competenze. È anche il debutto internazionale della Vehicle Valley Piemonte, rete che valorizza l’alleanza tra imprese, istituzioni e ricerca, il segnale chiaro che sappiamo fare squadra e guardiamo al futuro con ambizione, portando all’estero il meglio del nostro sistema industriale”.

Torino è una città che sa guardare al passato ma anche al futuro. Forte di solide radici nel tessuto industriale e dell’automotive, ha saputo allargare i confini e le opportunità affermandosi come polo di innovazione e sviluppo e nel 2024 è stata insignita del titolo di Capitale Europea per l’Innovazione. La nostra è una città che vuole ancora crescere grazie alla sua vocazione internazionale e ad eccellenze in campo accademico e imprenditoriale. Ci auguriamo che questa missione, in uno Stato che ha una storia con molti punti di contatto con quella del nostro territorio, possa diventare il punto di partenza per promuovere nuove alleanze e collaborazioni con il settore industriale statunitense”, dichiara la Vicesindaca della Città di Torino Michela Favaro.

La nostra partecipazione – dichiara Monica Mailander, Presidente Vehicle Valley Piemonte – rappresenta un passo importante per Vehicle Valley Piemonte: promuovere il nostro distretto della mobilità come piattaforma di cooperazione internazionale. Vogliamo valorizzare il know-how del Piemonte, la sua capacità di innovare e progettare, mettendolo in dialogo con i principali attori globali della mobilità. Il Michigan e il Piemonte condividono un’identità industriale forte e una visione orientata al futuro. Siamo qui per costruire ponti, creare alleanze e rafforzare l’immagine del nostro territorio nello scenario globale”.

Ceipiemonte partecipa a questa missione, istituzionale e di business, accompagnando anche 6 aziende del nostro territorio ad incontrare buyer. È la settima iniziativa che realizziamo negli Stati Uniti solo quest’anno, segno dell’importanza del mercato. Grazie al supporto della Regione e delle Camere di Commercio piemontesi, nel 2025 realizzeremo, poi, ulteriori 90 iniziative su altri mercati, per garantire quante più possibili opportunità diversificate di export per le imprese del Piemonte”, dichiara Stefano Nigro, Direttore Generale di Ceipiemonte. “In Michigan presenteremo l’intera supply chain, rappresentata dalle oltre 200 PMI del settore automotive che partecipano alle nostre attività, con l’obiettivo di portare più buyer americani in Piemonte, in particolare in occasione di VTM Torino. Allo stesso tempo – aggiunge Nigro – vogliamo aumentare l’interesse degli investitori americani verso la nostra regione: siamo in contatto con oltre 50 aziende che stanno valutando un investimento in Piemonte, ma riteniamo che il nostro territorio abbia tutte le caratteristiche per essere ancora più attrattivo per imprese e investitori americani”.

“Essere presenti in Michigan con una delegazione compatta e qualificata – dichiara Pierpaolo Antonioli, Presidente della Commissione Multinazionali di Confindustria Piemonte e CEO di Dumarey Automotive Italia  – significa riaffermare il ruolo strategico del Piemonte nella mobilità del futuro, rafforzando il legame con un territorio da sempre centrale per l’automotive globale. In un contesto internazionale incerto, mantenere attivi i canali di dialogo e collaborazione è fondamentale per le nostre imprese”.

La missione che la Regione Piemonte, e in particolare l’Assessorato alle Attività Produttive, ha organizzato va nella direzione giusta, quella di conoscere meglio le opportunità di mercato oltreoceano e dai far conoscere direttamente agli interlocutori usa le nostre imprese. E’ evidente – dichiarano il Presidente di API Torino Fabrizio Cellino e il Presidente di Confapi Piemonte Roberto Cotterchio – che questa missione si svolge in un momento molto delicato dei rapporti tra Usa, Europa e Italia. Le nostre imprese vivono un periodo di grandi incertezze e difficoltà, ma conservano un potenziale produttivo e di innovazione di primo livello, che può certamente essere d’interesse nei mercati statunitensi. In un momento così difficile, conoscersi direttamente, apprezzare reciprocamente le qualità di ognuno, trovare punti di collaborazione e di interesse comune costituisce l’unica strada percorribile per riprendere la crescita e lo sviluppo”.

Come ANFIA – dichiara il Direttore Generale dell’Associazione Gianmarco Giorda – intendiamo dare un forte segnale di sostegno alla filiera automotive italiana – di cui il Piemonte è il primo distretto per numerosità di imprese, oltre 700 – in questo momento di incertezza e cambiamenti anche sul fronte delle relazioni commerciali internazionali. Oltre ad esportare negli USA, le imprese della filiera italiana hanno fatto negli anni importanti investimenti produttivi oltreoceano in ottica local-to-local. In quanto parte del Sistema Piemonte e della Vehicle Valley ci impegniamo a fare sinergia con gli altri soggetti istituzionali per valorizzare le eccellenze e le competenze del nostro territorio.Gli incontri in programma in Michigan con alcuni OEM locali saranno l’occasione per rafforzare i rapporti di partnership già esistenti e crearne di ulteriori, ribadendo la volontà di cooperare a vantaggio di entrambe le sponde dell’oceano”.

Siamo certi che questa missione contribuirà a portare nuova luce e distensione nei rapporti tra Usa ed Italia, in un settore strategico come quello dell’automotive dove le collaborazioni industriali hanno radici profonde e CNA Torino che ha aderito con entusiasmo all’Associazione Vehicle Valley Piemonte è lieta di poter fare la propria parte – ha dichiarato il Presidente della CNA di Torino Nicola Scarlatelli. “Il mondo dell’artigianato e della piccola impresa manifatturiera sono parte fondamentale delle filiere complesse dell’automotive e avrà modo di esprimere tutto il proprio potenziale in sinergia con i partner del progetto Vehicle Valley”.

Questa missione in Michigan – dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna – si inserisce in un momento complesso, ma al tempo stesso cruciale, per le relazioni economiche e commerciali tra l’Europa, l’Italia e gli Stati Uniti. In questo scenario, il settore dell’automotive riveste un ruolo chiave: è parte integrante della storia industriale di Torino e del Piemonte, e rappresenta anche una leva fondamentale per il futuro del nostro territorio.

La ricerca gioca un ruolo decisivo nel generare innovazione e nel rafforzare la competitività del sistema produttivo sui mercati internazionali. Per questo motivo, presentare oggi l’ecosistema piemontese dell’automotive, in un contesto globale in piena trasformazione, rappresenta un’occasione preziosa. È un modo concreto per valorizzare un distretto di eccellenza, che si distingue proprio per l’alto livello di competenze, ricerca e capacità di visione”.

Il Politecnico di Torino partecipa con entusiasmo a questa missione internazionale strategica per il settore dell’automotive e della mobilità sostenibile. In un contesto globale in rapida evoluzione, il nostro Ateneo è impegnato a promuovere l’innovazione e il trasferimento tecnologico, e a mettere a disposizione dell’ecosistema industriale le competenze avanzate e le infrastrutture di ricerca che sono la chiave per le sfide future di competitività e attrattività del nostro territorio”, dichiara Gianmario Pellegrino, Vice Rettore Aggregato del Politecnico di Torino per il Trasferimento Tecnologico.

cs

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IA, al Politecnico il Master per i manager della trasformazione digitale

La digitalizzazione rappresenta uno dei fattori di crescita occupazionale, sia in termini di competenze richieste a molti lavoratori, sia come elemento distintivo di figure professionali specializzate. Secondo le previsioni Unioncamere, nel quinquennio 2022-2026 il trend tecnologico e l’accelerazione digitale post-pandemica porteranno a una domanda di personale con competenze digitali di base stimata tra 2,1 e 2,3 milioni di occupati e di figure con capacità digitali avanzate tra le 875.000 e le 960.000 unità1. A confermare l’urgenza delle richieste del mercato, anche i dati Deloitte (2024): il 67% delle imprese ha già aumentato gli investimenti in GenAI2 e il 25% prevede di adottare agenti AI nel 2025; percentuale destinata a raddoppiare entro il 20273.
In questo scenario, la Master School del Politecnico di Torino annuncia l’apertura delle iscrizioni alla prima edizione dell’Executive Master in Intelligenza Artificiale e scelte manageriali: innovazioni e strategie per la trasformazione digitale, progettato in collaborazione con Deloitte Consulting. Il percorso formativo si rivolge a managerprofessionisti e neolaureati che vogliono operare a livello nazionale e internazionale in aziende di diverse dimensioni e in tutti i settori, governando processi decisionali complessi attraverso l’adozione di tecnologie digitali e soluzioni di intelligenza artificiale.

 

“Sviluppare per tempo il potenziale dell’Intelligenza Artificiale è oggi una necessità strategica per le imprese che vogliono rimanere competitive nel medio periodo. La transizione digitale richiede nuove competenzecapacità critiche e un approccio consapevole all’uso di tecnologie sempre più pervasive. Questo Executive Master nasce dall’esigenza di fornire le competenze necessarie per tradurre la complessità tecnologica in soluzioni di valore per il business, conoscere soluzioni di IA per analizzare e ottimizzare i processi aziendali e poter così avere un ruolo attivo nel gestire innovazione e sostenibilità dei processi produttivi e decisionali”, dichiara Emilio Paolucci, Coordinatore del Master e Professore Ordinario di Strategia e Imprenditorialità al Politecnico di Torino.

 

“Il Master si distingue per un impianto didattico progettato congiuntamente da accademici e professionisti che risponde con un approccio concreto alle sfide reali del mercato. Oltre alle lezioni frontali e ai moduli specialistici, i partecipanti saranno coinvolti in project work sviluppati insieme a Deloitte, che permetteranno di applicare le conoscenze acquisite a casi aziendali reali, favorendo l’apprendimento esperienziale e l’interazione con esperti del settore. Comprendere le strategie, le tecnologie, la gestione dei rischi e sviluppare le necessarie soft skills sono gli obiettivi di questo innovativo programma di studi”, aggiunge Elisabetta Raguseo, Coordinatrice del Master e Professoressa Associata di Strategia e Management al Politecnico di Torino.
IA e Management: il Master che integra strategia e innovazione
Pensato per chi vuole comprendere e gestire l’impatto dell’IA nei processi decisionali aziendali, l’Executive Master è un percorso formativo part-time che si rivolge a figure che operano o aspirano a operare in contesti ad alta intensità tecnologica, fornendo strumenti per leggere l’evoluzione del panorama digitale e per guidare il cambiamento organizzativo. Tra gli obiettivi formativi: sviluppare competenze manageriali necessarie a gestire i processi di transizione digitalecomprendere le tecnologie di frontierainterpretare i dati per supportare decisioni informate, implementare soluzioni di IA in ottica strategica. Il master si caratterizza per un approccio pratico, basato sul learning by doing, che alle lezioni affianca un project work, occasioni di networking e sessioni di mentoring con figure senior, esperte di trasformazione digitale.

 

Dalla governance dell’IA al deep learning: un programma interdisciplinare
Il Master copre una gamma completa di tematiche che spaziano dalla governance dell’IA a contenuti più tecnici come machine learningdeep learningmodelli di linguaggio avanzati e sistemi intelligenti per il supporto alle decisioni. Una particolare attenzione è dedicata all’utilizzo dell’IA nei processi core aziendali, con focus su marketing, operation, HR, finance e innovazione, sulle opportunità dell’IA generativa e sul change management che questa tecnologia comporta. Il project work finale – per cui saranno proposti diversi casi pratici da sviluppare, ad esempio la progettazione e implementazione di agenti intelligenti di AI tradizionale e generativa per svolgere task operativi – è progettato in collaborazione con Deloitte. La simulazione di un caso reale a cui lavorare, divisi in team e alla ricerca di soluzioni innovative, rappresenta un’occasione unica di confronto diretto con il mondo professionale e di applicazione concreta degli argomenti affrontati, acquisendo competenze attraverso l’esperienza diretta da subito spendibili in azienda.

 

Le iscrizioni all’Executive Master sono aperte fino alle ore 14:00 del 19 maggio 2025. Maggiori informazioni su requisiti di iscrizione, modalità del bando e scadenze sono disponibili sul sito ufficiale del Politecnico di Torino.

Krumiri Rossi, un dolce pezzo di storia piemontese

Anche un biscotto può aggiungere fama ad una città come Casale Monferrato, già nota per aver dato i natali a grandi pittori e scultori, ad un politico della statura di Giovanni Lanza, a Stefano Guazzo autore della “Civil conversazione” oltre ad una nutrita presenza di chiese e palazzi settecenteschi, della Cattedrale con il magnifico nartece romanico, del castello Paleologo e di tutto quanto la rende la “Siena del Piemonte” come un tempo fu definita.

Ad attirare il turismo allo stesso modo concorrono i KrumiriRossi,  deliziosi biscotti inventati pochi anni dopo l’esito risorgimentale in una tranquilla serata allorché il pasticcere Domenico Rossi li sfornò nel suo laboratorio per farli gustare agli amici.

Ne uscì una prelibatezza dalla forma ricurva simile ai baffi di Re Vittorio Emanuele II di Savoia che con Cavour “Fece l’Italia”.

I dolci, attualmente forniti dagli eredi della famiglia Portinaro, che rilevò l’azienda nel 1953, sono rimasti identici a quelli originali ottocenteschi ottenuti con uova, farina, burro, zucchero, vaniglia a cui si aggiungeva un ingrediente, gelosamente tenuto segreto ancor oggi, al fine di ottenere il gusto inconfondibile ed inimitabile.

KrumiriLe belle scatole di latta rossa litografata contenenti i biscotti sono un ulteriore attrazione e talmente apprezzate da diventare oggetto di collezionismo.

Se l’arte, per essere tale, deve essere invenzione di qualcosa che prima non c’era e creatività, perché non pensare che i Krumiri, inventati e creati dal signor Rossi, non siano essi stessi opere d’arte.

Giuliana Romano Bussola

 

(Nella foto di copertina la latta gigante di Krumiri Rossi che riproduce un’antica confezione dei famosi biscotti)

 

Dalla Regione un aiuto alla montagna piemontese per migliorare i servizi

L’assessore alle Aree Interne della Regione Piemonte, Marco Gallo: “Vivere e lavorare in montagna non può essere una sfida: risorse per migliorare la qualità della vita delle aree”

Una montagna più connessa, più vivibile e con servizi adeguati: è questo l’obiettivo della nuova ripartizione del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane (FOSMIT) 2024, che destina oltre 23 milioni di euro alle Unioni Montane del Piemonte.

La proposta, approvata con delibera di Giunta e inviata al Dipartimento Affari Istituzionali, introduce interventi concreti su tre assi fondamentali: potenziamento della connettività e della telefonia, sostegno ai servizi essenziali e interventi sui sentieri di montagna.

Così l’Assessore regionale alle Aree Interne, Marco Gallo“Vivere e lavorare in montagna non può essere una sfida: non può esistere sviluppo senza connessione, senza servizi di base, senza un sostegno concreto alle comunità locali. Abbiamo voluto strutturare un piano di risposta ai problemi reali: la mancanza di segnale telefonico e internet in molte zone, la difficoltà di mantenere attivi negozi e servizi di prossimità, la necessità di rilanciare il turismo montano attraverso infrastrutture moderne e accessibili. È un investimento per chi sceglie di restare, per chi vuole fare impresa e per chi crede nel futuro della montagna.”

L’intervento dà continuità alle azioni già messe in campo attraverso le precedenti annualità del FOSMIT e introduce due elementi di innovazione, fortemente voluti dalla Giunta, in risposta alle esigenze più urgenti per i territori:  4 milioni di euro per l’abbattimento del Digital Divide dei comuni montani, e 10 milioni a sostengo dei servizi essenziali e di sviluppo e promozione della montagna.
“Con queste misure vogliamo realizzare un’infrastruttura digitale che connetta tutti quei comuni che ancora oggi non hanno segnale telefonico – ha aggiunto l’assessore Gallo –. È un intervento complesso, che richiederà studi e approfondimenti della Direzione Competitività per individuare il miglior percorso”.

Il piano nasce da un percorso di concertazione costante con i territori, attraverso il confronto con la Conferenza dei Presidenti delle Unioni Montane, che confermano il loro ruolo strategico nella programmazione degli interventi per le aree montane.


Le Unioni Montane potranno inoltre destinare le risorse a interventi chiave per la qualità della vita nelle aree montane, tra cui: il sostegno ai negozi di prossimità per aiutare le attività commerciali di montagna a restare aperte e a garantire servizi alle piccole comunità; il supporto alle famiglie, con misure dedicate all’infanzia, tra cui pre e post scuola e sostegno ai servizi per la fascia 0-6 anni; interventi per il turismo, con risorse per il miglioramento della segnaletica e la manutenzione dei sentieri escursionistici, fondamentali per il rilancio delle attività outdoor.

Nel dettaglio:

  • Azioni di tutela, promozione e valorizzazione delle risorse ambientali dei territori montani (Green Communities): 3.961.863 euro
  • Prevenzione del rischio del dissesto idrogeologico nei territori montani: 2 milioni per la prevenzione del rischio e 1.081.279 di integrazione del Bando Terrazzamenti
  • Interventi per la creazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili: 1,7 milioni
  • Associazioni Fondiarie: 200.000 euro
  • Potenziamento delle infrastrutture digitali: 4 milioni
  • Sostegno agli esercizi di prossimità, servizi all’infanzia 0-6 anni e per il pre e post scuola, promozione turistica finalizzati all’adeguamento della segnaletica e alla manutenzione dei percorsi escursionistici: 10.096.429 euro, che verranno ripartiti alle Unioni Montane

Quando i vescovi del Piemonte furono ricevuti da Papa Francesco

Foto di gruppo per i vescovi del Piemonte e della Valle D’Aosta recatisi in Vaticano in udienza da Papa Francesco. L’immagine risale a fine gennaio 2024, quando il papa ricevette in Vaticano i vescovi della “sua” regione. Il Piemonte venne spesso ricordato con affetto dal Santo Padre in numerose occasioni pubbliche.

Mercoledì una veglia in Duomo per papa Francesco

L’Arcivescovo Roberto  Repole  mercoledì 23 aprile alle ore 20.30 presiederà nella Cattedrale di Torino una Veglia di preghiera in suffragio di Papa Francesco.

Le parole di cordoglio dell’Arcivescovo Repole: 

Il Papa se n’è andato nell’Anno della Speranza, il Giubileo che aveva tanto desiderato. Ora è davanti al Signore ed era questa la sua grande speranza, che Francesco ha cercato di condividerci: la notizia che un giorno saremo tutti nell’abbraccio di Dio.

Siamo nei giorni della Pasqua, che ieri Francesco ha ancora celebrato con noi. Nel grande dolore per la morte, ma anche nella fiducia dell’abbraccio tenerissimo di Dio le Chiese di Torino e Susa, la Chiesa piemontese dove il Papa aveva le sue radici, pregano per Francesco con affetto e tanta riconoscenza per aver speso la vita, tutta la sua vita lunga e generosa, ad annunciare la gioia del Vangelo.

È una gioia senza eguali, «Evangeli gaudium»: viene dalla notizia che Gesù è risorto e perciò il mondo, questo nostro mondo così difficile e violento, non sarà sconfitto dal male.
Il Papa Francesco ha cercato di comunicare l’amore di Dio con ogni mezzo e ad ogni latitudine, l’ha fatto con parole semplici che tutti potevano comprendere: ha spiegato ai potenti della Terra e agli ultimi, ai poveri, alle persone scartate, che il volto di Dio è innanzi tutto Misericordia e questo volto è in grado di cambiare il nostro cuore, può addirittura cambiare il corso della storia.

Speranza, Misericordia. Come suonano diverse, queste parole, di fronte alle regole imperanti della guerra e della sopraffazione! Basta prenderle sul serio. Credo che sia per questo messaggio mite e sorridente che il Papa è stato tanto amato dagli uomini e dalle donne del nostro tempo, anche da chi non crede; per questo messaggio è stato riconosciuto come riferimento fondamentale negli equilibri internazionali.
Nelle ore dell’addio, vorrei che raccogliessimo le parole che il Papa ci ha lasciato in consegna. Le terremo nel cuore.

Porterò, io personalmente, il ricordo grato dell’amicizia che mi ha legato a Papa Francesco, la coscienza delle responsabilità che mi ha affidato, l’immagine – a me carissima – del giorno in cui volle incontrare i miei genitori e la mia famiglia con tanto affetto e semplicità.
Soprattutto porterò, spero che porteremo tutti, il ricordo di un uomo che ha creduto e ha testimoniato il Vangelo.

+ Roberto Repole, Arcivescovo di Torino
e Vescovo di Susa

Da La Voce e il Tempo

MAO, la mostra sugli “Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone

Dal 12 aprile al 7 settembre prossimo è ospitata e aperta al pubblico presso il MAO, Museo di Arte Orientale, la mostra intitolata “Haori. Gli abiti maschili del primo Novecento narrano il Giappone”, che offre una singolare esplorazione della cultura materiale giapponese attraverso circa 50 haori e juban ( le giacche sovrakimono e le vesti sotto kimono maschili) nonché alcuni abiti tradizionali da bambino, provenienti dalla collezione Manavello, in dialogo con installazioni di artisti contemporanei.

La mostra non ha precedenti né in Italia né in Europa e si pone come una novità assoluta nel panorama delle proposte aventi come tematica l’arte dell’Estremo Oriente.

Le raffigurazioni che decorano gli abiti presentati non solo sono esempi di preziosa manifattura, ma documenti e testimonianze che approfondiscono il Giappone del primo Novecento, un periodo cruciale segnato da trasformazioni sociali, culturali e politiche , tra una modernizzazione accelerata e tensioni interne imperialiste.

All’interno del percorso espositivo sono presentate opere di artisti contemporanei come strumenti d’analisi e di riflessione, invitando il pubblico a orientarsi in un’epoca storica di relazioni complesse tra Giappone, Cina e Corea, ancora poco conosciuta in Italia.

Il progetto espositivo si avvale della consulenza curatoriale di Silvia Vesco, docente di Storia dell’Arte Giapponese presso l’università Ca’ Foscari di Venezia, Lydia Manavello, Yu Mi (curatrice indipendente e attualmente docente di Arte ed Economia all’Università di Kassel), in collaborazione con il direttore del MAO, Davide Quadrio, e la curatrice Anna Musini, con l’assistenza di Francesca Corrias.

Svelare, non esibire, suggerire senza palesare. A questi principi si ispira la millenaria cultura giapponese che, sull’equilibrio in perenne divenire tra pieni e vuoti e sul senso dell’armonia, tesse ancor oggi la propria esistenza.

L’abbigliamento concorre a definire i ruoli e gli spazi in cui si configura e si muove la complessa società nipponica; in questo contesto grande interesse ha sempre destato il kimono femminile, mentre l’ambito degli indumenti maschili è stato ancora poco indagato.

Meno appariscenti ma assai interessanti, le vesti da uomo costituiscono, in realtà, una parte consistente del ricco apparato tessile giapponese.

Nell’eleganza austera del completo cerimoniale o nella sobrietà di un abito da vivere tutti i giorni, i kimono da uomo racchiudono e definiscono un universo che si rende accessibile solo nel contesto domestico o nel segreto di un incontro amoroso. A rivelare l’anima di chi li indossa sono i soggetti che impreziosiscono gli interni delle giacche o l’intera superficie dei sotto kimono: immagini seduttive o narrative, sempre sofisticate, abilmente tessute o dipinte, elaborate con minuzia o appena suggerite da qualche tratto di inchiostro, raccontano la cultura del Sol Levante con riferimenti alla letteratura e all’arte della guerra, al mondo naturale e alla sfera divina.

Tradizionalmente considerati espressione dell’intimità quotidiana, gli haori e le juban presentati in mostra assumono un nuovo significato e diventano un’occasione per affrontare temi di grande attualità, tra cui le questioni legate all’espansione giapponese del XX secolo in Asia e alle implicazioni politiche e sociali che ne caratterizzarono il contesto storico. Tra queste anche la propaganda, affidata non solo ai tradizionali mezzi di comunicazione, ma in modo tanto sorprendente, quanto pervasivo, proprio agli abiti tra i quali anche quelli da bambino, cui è dedicata un’apposita sezione della mostra.

L’esposizione esplora, dunque, l’immaginario comune del Giappone in Occidente, ancora legato a una visione tradizionale e romantica, in contrapposizione alla percezione di un Giappone diverso, a tutt’oggi poco conosciuto che è quello che trapela dagli abiti maschili; le immagini che li caratterizzano da un lato celebrano il mito dell’Occidente, dai plurimi volti, dall’altro mirano ad enfatizzare l’orgoglio nazionale nipponico, entrambi culminanti nell’evoluzione tecnologica e nella strenua difesa della propria identità, prima e durante il secondo conflitto mondiale.

Questa eredità, lungi dall’essere cancellata dal tempo, sopravvive ancor oggi in Paesi e realtà al di fuori del Giappone, ma allora coinvolti, e di essa le installazioni ei video contemporanei in mostra offrono una tangibile testimonianza, arricchendo il racconto con riflessioni sul tempo passato e presente.

Con il patrocinio del Consolato Generale del Giappone a Milano

MAO Museo di Arte Orientale

Via San Domenico 11

Orari martedì- domenica 10-18. Lunedì chiuso.

 

Mara Martellotta

 

 

Papa Francesco e la “munia quacia”

ACCADDE NEL 2014

Il Santo Padre, che non ha mai fatto mistero dell’attaccamento alle proprie radici, nel giugno del 2014 usò il dialetto della sua antica terra di origine per colpire quegli ipocriti che si mascherano dietro una facciata umile ma che, in realtà, non è tale

Si stima che in Argentina siano addirittura 6 milioni gli abitanti di origine piemontese, giunti in cerca di fortuna nell’America del Sud uno o due secoli fa e, successivamente, là stabilitisi con le proprie famiglie da intere generazioni.

 Non dovrebbe stupire, ma fa tanto “cool” per chi è  piemontese,  il fatto che Papa Francesco abbia usato, in una udienza generale di ormai più di 10 anni fa  l’espressione dialettale “munia quacia”,  (si pronuncia più o meno “mugna”) traducibile con “aspetto da acqua cheta”, prostrata e dimessa almeno all’apparenza. Il santo padre, che non ha mai fatto mistero dell’attaccamento alle proprie radici,  ha usato lo “slang” della sua antica terra di origine per attaccare quegli ipocriti che si mascherano dietro una facciata umile ma che, in realtà, non è tale.

Un grande comunicatore, bisogna riconoscerlo. In fondo anche in quell’occasione fu (inconsapevole?) testimonial del Piemonte e della sua cultura.

Cristiano Bussola

 

Quante uova di Pasqua vi sono avanzate?

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani
Per qualche giorno ancora dopo Pasqua ci piace mangiare le uova di cioccolato ma arriva il momento in cui vorremmo non averle più in casa o perché ci hanno stufato, si sa, anche l’aragosta mangiata tutti i giorni, che barba, che noia o semplicemente perché non vogliamo più avere la tentazione di cedere alla golosità.
E allora finiamola una volta per tutte: una torta tenerina meravigliosa, fondente, umida e cioccolatosa è la soluzione perfetta.
Per uno stampo di circa 18/20 cm. mi serviranno:
200 gr. di cioccolato, 70 gr. di olio di semi, 3 uova, 90 gr. di zucchero a velo, 20gr. di farina o fecola.
Accendo il forno a 180 in modalità ventilato, sciolgo il cioccolato a bagno maria, faccio raffreddare, aggiungo l’olio.
In un’altra ciotola monto con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e unisco la farina setacciata. Aggiungo il cioccolato precedentemente sciolto e mescolo il tutto.
Verso l’impasto nello stampo foderato con carta forno e possibilmente un po’ imburrato.
La Tenerina è pronta per essere infornata; il forno deve essere già a temperatura.
Dopo circa 30 minuti il dolce sarà pronto, se desidero una consistenza meno umida lascerò cuocere qualche minuto in più, cospargo di zucchero a velo e con una tazza di tè o un caffè dico addio alle uova di Pasqua, almeno fino al prossimo anno.