ilTorinese

Apre il 16 ottobre il Crazy Pizza di Flavio Briatore

 

In via Pietro Micca 1, e l’imprenditore cuneese è atteso in città per la fine del mese

Una nuova esperienza potrà essere vissuta nel cuore di Torino, in via Pietro Micca 1,rurale all’interno di un contesto che incarna l’eleganza e la raffinatezza della città sabauda. Manca poco all’apertura ufficiale del primo Crazy Pizza torinese di Flavio Briatore. Lo staff è al completo e le prenotazioni sono già aperte in vista dell’apertura del 16 ottobre prossimo.

“Siamo entusiasti di annunciare una nuova icona del life stile italiano nel cuore di Torino, tra viali maestosi e architetture senza tempo – dichiara l’organizzazione di Crazy Pizza – in una città rinomata per la sua storia, ricca, e la sua atmosfera sofisticata portiamo un’esperienza che unisce gusto, spettacolo e stile proprio come la nostra visione del dining contemporaneo. Crazy Pizza Torino, con il suo spirito teatrale di identità inconfondibile, si inserisce perfettamente in questo scenario iconico, offrendo molto di più di una pizza, ma un’esperienza gastronomica e sensoriale che celebra le radici locali con un tocco audace. Fra tradizione e creatività, siamo pronti a conquistare Torino con sapori autentici, energia travolgente e quel pizzico di follia che ci rende unici. Dalla nostra Pizza sottile, stesa a mano, alla mozzarella fresca artigianale, la cucina è il cuore pulsante del ristorante. Ogni piatto nasce da passione, maestria e dedizione, e viene servito con amore autentico. Il menù è “à la carte”, un invitoma scoprire i sapori italiani attraverso ricette d’eccellenza”.

Dopo Milano, Montecarlo e Londra, arriva anche sotto la Mole il marchio di lusso Crazy Pizza, firmato Flavio Briatore. L’annuncio è stato diffuso con una instagram stories sulla pagina ufficiale del brand. Il format unisce la cucina gourmet all’intrattenimento. Ogni sera verrà messo in scena Lo spettacolo dai maestri pizzaioli, acrobati di professione, tra Ferrari, bollicine della catena e Birra Peroni. Il concept di Crazy Pizza vuole essere un’esperienza esclusiva con pizze realizzate con ingredienti di fascia alta, come caviale, Patanegra e tartufo nero, a prezzi compresi tra i 16 e i 69 euro, serviti in un contesto contraddistinto da musica dal vivo, djset e pizzaioli performer.

Il concetto di luxury dining di Crazy Pizza nasce già nel 2019, con l’idea di servire in maniera unica il piatto italiano più amato nel mondo, la pizza, accompagnato da un servizio premium. Quello di Torino rappresenta il 21⁰ locale della catena di luxury dinner monegasca Majestas, controllata da Briatore e Francesco Costa. Questo format è stato già sperimentato nei locali di Roma, Milano, Porro Cervo, Rijadh, Forte dei Marmi, Saint Tropez, Napoli e New York.

Mara Martellotta

Carcere, dignità ai detenuti e tutela agli agenti

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FRECCIATE

La recente aggressione a un agente della polizia penitenziaria nel carcere “Lorusso e Cutugno” di Torino è solo l’ennesimo episodio di una lunga serie. Sono numerosi infatti gli  agenti feriti da inizio anno. Numeri che raccontano un disagio profondo, non più ignorabile.

Il carcere, oggi, è un luogo dove convivono due forme di prigionia, quella dei detenuti, privati della libertà, e quella degli agenti, costretti a lavorare in condizioni di rischio e abbandono. Mentre i primi chiedono diritti, i secondi reclamano sicurezza  e nessuno dei due, quasi mai ottiene risposte.

Non si può parlare di civiltà finché il sistema penitenziario resta un girone dantesco per tutti. Restituire dignità ai detenuti e tutela agli agenti non sono obiettivi opposti, ma due facce della stessa giustizia, quella che difende l’uomo, qualunque uniforme o condanna indossi.

Iago Antonelli

Grave 23 enne caduto dal quarto piano

E’ grave, ricoverato in terapia intensiva all’ospedale di Alessandria il giovane di 23 anni caduto la notte scorsa dal quarto piano del balcone della propria abitazione nel quartiere Pista. Sono intervenuti il 118 e la polizia di Stato.

Finanziamenti Polizia locale, via libera al Disegno di Legge Regionale

La Commissione legislativa del Consiglio regionale del Piemonte ha approvato all’unanimità il Disegno di Legge sul finanziamento e il potenziamento della Polizia Locale piemontese. Un provvedimento fortemente voluto dall’assessore agli Enti locali, Sicurezza e Polizia locale, Enrico Bussalino, necessario per poter procedere con l’attivazione di bandi e misure di sostegno economico rivolte ai Comuni, alle Unioni di Comuni e alle Province, mirate al rafforzamento dei corpi di Polizia Locale attraverso investimenti in attrezzature.

 

Questo DDL introduce infatti la possibilità per gli enti locali di accedere a contributi regionali per l’adeguamento e il potenziamento di attrezzature, dotazioni tecnologiche e vestiario della Polizia locale, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e supporto operativo agli agenti.

 

“Senza l’approvazione di questo disegno di legge – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore regionale agli Enti locali, Sicurezza e Polizia locale, Enrico Bussalino – non sarebbe stato possibile dare corso ai nuovi bandi regionali a favore degli enti locali per il potenziamento e il sostegno operativo dei corpi di Polizia locale. Parliamo di uno strumento essenziale che consente alla Regione di garantire continuità ai finanziamenti e rispondere concretamente alle esigenze dei territori”.

 

“Ringrazio il Consiglio regionale del Piemonte, i gruppi consiliari e il CAL – Consiglio delle Autonomie Locali – per il contributo fondamentale che ha permesso di arrivare a un testo condiviso e attento alle reali necessità dei territori. Questa legge – aggiunge Bussalino – è un atto di responsabilità verso i sindaci, gli amministratori locali e soprattutto verso gli agenti della nostra Polizia locale, che svolgono un ruolo prezioso di sicurezza, legalità e prossimità al servizio delle nostre comunità”.

Trasporti, Rifondazione: “Le controparti sono due, Regione e Comune”

Giustamente la Cgil ed altre associazioni hanno chiamato a manifestare il 10 ottobre sotto la Regione per rivendicare un trasporto pubblico più efficiente e meno caro.
La Regione ha responsabilità e competenze sul tema ed è giusto individuarla come controparte, oltre al governo. Ma occorre anche ricordare che il Comune di Torino ha il controllo della Gtt, che ha la gestione di tutto il trasporto pubblico in città e nell’area limitrofa. Quindi non si può evitare un confronto con il Comune sui tagli al servizio, compreso quello della metropolitana, delle mancate assunzioni, del ricorso agli appalti, dell’aumento del costo  dei biglietti. Per questo la vertenza trasporti, se vuole rilanciare il trasporto pubblico a Torino e in Piemonte, dovrà  misurarsi anche con la giunta Torinese ed il suo Sindaco.

Segreteria provinciale Partito della Rifondazione Comunista

In scena al Teatro Erba “I Nomi e le Voci” di Roberto Mussapi

Con Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte

Martedì 14 ottobre, alle ore 21, in prima nazionale e con replica mercoledì 15 ottobre alle ore 10, debutta al Teatro Erba di Torino “I Nomi e le Voci -monologhi in versi” di Roberto Mussapi. In scena Miriam Mesturino, Matteo Anselmi e Roberta Belforte; al pianoforte Andrea Bevilacqua, il soprano è Danae Rikos. Con la partecipazione dei G.E.T. Germana Erba’s Talents:
Matilde Dalla Verde, Gaia Del Papa, Elisa Frangelli, Miriam Iezzi Mammarella, Fiamma Laiolo, Angelo Marchianó, Simone Marietta e Matilde Tacconi. Le coreografie sono curate da Laura Fonte; le musiche sono di Maurice Ravel; aiuto regia Laura Notaro. La regia è di Girolamo Angione con la produzione di Torino Spettacoli.
Nell’ambito del 27°Festival di Cultura Classica, ideato e promosso da Torino Spettacoli. Martedì 14 ottobre sarà presente in sala l’autore e sarà quindi anche possibile condividere un pensiero con lui, con il cast e con i curatori, al termine della rappresentazione.
Eco, Enea, Didone, il tuffatore di Paestum, e ancora affascinanti personaggi femminili. Roberto Mussapi, considerato uno dei maggiori poeti italiani contemporanei, da più di trent’anni è anche autore di teatro, e spesso le due realtà, poesia e drammaturgia, si fondono nel teatro in versi. Il mito in Mussapi non è mai archeologia, ma diviene sempre una storia presente.
“Teatro in versi: diciamolo, quasi un lusso di questi tempi in cui è sempre più raro trovare drammaturghi che siano poeti – ha dichiarato il regista dello spettacolo Girolamo Angione – Roberto Mussapi lo è certamente, per lunga e comprovata esperienza e riconosciuto successo. Basti ricordare quell’affascinante monologo che è ‘La Grotta azzurra’, che
ebbi la fortuna di vedere anni fa al Festival di Borgio Verezzi, nella vibrante interpretazione di Miriam Mesturino, magicamente ambientato nelle suggestive grotte del borgo ligure. Grande teatro contemporaneo, grande teatro in versi. Oggi, Miriam Mesturino ha voluto tornare al teatro di Mussapi, partendo da un personaggio, Didone, che ha sempre amato e interpretato in più forme e a più riprese: era tempo di metterlo in scena. Così, attingendo dalla silloge I nomi e le voci, si sono scelti alcuni altri monologhi in versi, prediligendo quelli ispirati a personaggi del
mito o del mondo antico: accanto a Didone ed Enea, Arianna, Cassandra, La Ninfa Eco e il Tuffatore di Paestum. Ciascuno di loro, confinato come un’ombra nel regno dei morti evoca con toni a tratti dolenti e malinconici ma sempre profondamente umani, la propria esperienza terrena illuminata dalla forza vitale dell’amore. E di ciascun personaggio, ogni monologo esprime una profondità del sentire e una verità esistenziale che sorprende e avvince. Il verso a teatro è un lusso: per l’attore, anzitutto, che nel verso si astrae dal linguaggio prosastico e nella parola poetica trova la voce con cui dirla, l’emozione della musicalità, la misura del gesto, la vibrazione del corpo; e il disegno del personaggio, nel riverbero della poesia, s’arricchisce di nuove sfumature e rivela profondità insospettate e un respiro che dà nuova vita al suo nome stesso. Parola/Voce, Musica, Gesto: questi gli elementi di una messa in scena che si è voluta essenziale e figurata ad un tempo e in cui ciascuna componente mantiene e accresce, nella necessaria autonomia, il proprio valore assoluto; configurando però nel quadro composito d’insieme, un esito che ci proponiamo equilibrato ed armonico. La musica  (Ravel l’autore prescelto per il perfetto equilibrio formale tra emozione e intelletto) non prevarica mai la parola, ma ne amplifica, semmai, il senso più intimo, il portato affettivo e dei sentimenti. protagonista assoluto, personaggio invisibile, ombra tra le ombre nel suo viaggio di ricerca ed esplorazione, a più riprese invocato
dalle ombre che anelano a lui, è il poeta; autentico demiurgo, con l’atto creativo della sua parola, il poeta riporta quelle ombre alla luce della memoria e, per tutti noi, ridà loro la vita e la voce sulla scena del teatro e della poesia. Per questo, per la straordinaria occasione che ci offre, a Roberto Mussapi vanno tutta la nostra riconoscenza e gratitudine”.
“I heard the mighty tree”, dell’artista Teresa Maresca, nell’immagine della locandina di presentazione.
Teatro Erba – corso Moncalieri 241, Torino
MARTEDÌ 14 OTTOBRE ORE 21 E MERCOLEDÌ 15 OTTOBRE ORE 10
Biglietti
Martedì sera: posto unico € 18+1 prev – rid (ov60, abbonati*, CVC, gruppi di almeno 15persone) € 12+1 ridotto speciale (under26, studenti, docenti e persone con disabilità**) € 9 no prev. Mercoledì mattina: posto unico € 9
Gian Giacomo Della Porta

A Rimini siglato l’accordo turistico Piemonte-Liguria

Le Regioni Piemonte Liguria hanno siglato ieri al TTG Travel Experience di Rimini, l’Accordo di collaborazione per una strategia condivisa di valorizzazione turistica dei territori regionaliA sottoscrivere il documento sono stati l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-Olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e l’assessore a Turismo e Marketing territoriale della Regione Liguria Luca Lombardi.

L’idea di stabilire una forma organica di collaborazione fra le due regioni turistiche aveva preso forma a metà agosto in un incontro fra gli assessori delle due Regioni a Sanremo ed era stata ulteriormente sviluppata in occasione di Cheese a Bra con l’annuncio del protocollo. Con questa intesa Piemonte Liguria scelgono di unire le forze per promuovere il turismo come motore di sviluppo sostenibile e competitivo, creando un sistema integrato capace di valorizzare le eccellenze dei due territori. Un accordo rafforzato anche dal sostegno espresso ieri dal ministro del Turismo Daniela Santanchè durante l’inaugurazione presso lo stand della Regione Piemonte.

L’obiettivo comune è valorizzare la continuità territoriale e la complementarità dell’offerta tra mare montagna, creando un sistema turistico integrato di qualità, capace di sviluppare progetti integrati e – in prospettiva – di veri e propri prodotti turistici capaci di valorizzare le eccellenze dei due territori ed essere così ancora più competitivi sui mercati nazionali e internazionali.

Dichiara l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport e Post-Olimpico, Caccia e Pesca, Parchi Paolo Bongioanni: «È un accordo che definirei storico, perché mette insieme l’offerta turistica del Piemonte e quella della Liguria attraverso il turismo all’aperto, e in particolare quello delle ciclovie. Piemonte e Liguria sono unite da una storia antica rappresentata dalle “vie del sale”: le antiche strade su cui si saliva dalla Riviera e si scendeva dalle montagne incontrandosi. Il Piemonte portava il grano, la Liguria portava l’olio, il sale e le acciughe, ingrediente base di tanti piatti simbolo della cucina piemontese. Quelle antiche vie oggi sono percorsi turistici straordinari: per il Piemonte cito la Strada dell’Assietta e l’Alta via del Sale, e sul versante ligure la più bella ciclovia d’Europa che è la Ospedaletti-Imperia. Messo assieme questo pacchetto avremo un prodotto straordinario, le “Alpi che si gettano nel mare”. I nostri imprenditori accresceranno così l’offerta da collocare sui mercati accanto ai laghi, alla montagna, all’enogastronomia. Potremo “avere il mare” fra i prodotti turistici del Piemonte. Una proposta nuova per andare a penetrare mercati nuovi. Sappiamo quanto oggi si debba diversificare: il mercato non ci aspetta, il mercato corre; e noi dobbiamo correre veloci come lui. Per questo ringrazio l’assessore Luca Lombardi, con cui quest’estate è nata quest’idea che oggi ha trovato in questa firma un passaggio fondamentale».

«Questa firma – ha dichiarato l’assessore regionale a Turismo e Marketing territoriale della Regione Liguria Luca Lombardi – segna un passo importante verso una collaborazione strutturale con il Piemonte. Lavorare in sinergia ci permetterà di rafforzare l’immagine turistica delle nostre regioni e generare ricadute concrete per i territori. Liguria e Piemonte sono naturalmente connessi: il verde delle montagne e il mare formano un legame storico e culturale che oggi si rinnova anche in chiave di turismo sostenibile. La nostra regione può già contare su oltre 4mila chilometri di percorsi dedicati all’outdoor, dall’escursionismo al cicloturismo, che diventano ancora più attrattivi se messi in rete con quelli piemontesi. Penso, ad esempio, alle antiche vie di collegamento, come la Via del Sale, simbolo di un patrimonio condiviso che unisce paesaggio, natura e tradizioni. E non potevamo che scegliere una delle principali fiere internazionali di settore come il TTG per siglare questo accordo, nel luogo in cui il turismo italiano ed europeo si incontra e si racconta».

Tra i primi ambiti di collaborazione rientra lo sviluppo del nuovo sistema di ciclovie attraverso le Alpi del Mare. Il progetto, che vedrà il coinvolgimento delle Camere di Commercio di Cuneo e di Riviere di Liguria, rappresenta un passo concreto nella direzione di un turismo outdoor capace di unire montagna e mare, consolidando così la proposta turistica sovraregionale in chiave di sostenibilità e competitività.

Il Piemonte con l’Alta Via del Sale – l’antica strada militare d’alta quota che collega la cuneese Limone con l’imperiese Monesi di Triora – è stato pioniere in Europa nell’aprire un percorso outdoor a ingresso regolamentato e pedaggiato, che oggi attira appassionati da molti Paesi. La Liguria con la Cycling Riviera – Parco costiero Riviera dei Fiori a maggio 2025 ha vinto il Premio Igraw, l’Oscar italiano del cicloturismo. L’accordo siglato a Rimini punta a connettere e sviluppare in modo organico queste realtà dal formidabile potenziale turistico.

L’Accordo prevede a tale scopo la rapida costituzione di un Gruppo di lavoro tecnico con personale delle Direzioni Turismo di entrambe le Regioni e figure con specifiche competenze nel settore, per garantire la piena attuazione degli obiettivi condivisi.

L’Accademia di Sant’Uberto suona al castello di Govone

 

Per la diaspora dei Marmi dei Giardini della Venaria il 12 ottobre prossimo

L’Accademia di Sant’Uberto è itinerante grazie alla musica e proprio un percorso tra arte e musica accoglierà i visitatori del castello di Govone il 12 ottobre prossimo, alle 15.30, con in programma “La diaspora dei Marmi dei giardini della Venaria”. Le sculture seicentesche provenienti dalla fontana di  Ercole rivivranno grazie alle note dell’equipaggio della Regia Venaria, custode dell’arte dei corni da caccia e riconosciuta dall’UNESCO quale Patrimonio culturale immateriale dell’umanità.
L’evento è inserito nella rassegna musicale intitolata “Cerimoniale e Divertissement 2025”, progettata dall’Accademia di Sant’Uberto  per le residenze reali sabaude. Le iniziative  musicali sono sostenute dal bando del Ministero della Cultura riservato al patrimonio immateriale UNESCO.
Il percorso musicale mette al centro le sculture e i bassorilievi che dalla Reggia di Vanaria sono pervenuti al castello di Govone, dove in parte sono ancora presenti, mentre altri sono andati dispersi nell’asta pubblica del 1898.
Le musiche che accompagnano la presentazione sono vere e proprie risonanze in grado di suscitare oggi l’emozione della vita di allora, che si svolgeva alla Venaria. Sono eseguite dai suonatori di corno da caccia dell’Equipaggio della Regia Venaria, che conserva e trasmette una pratica riconosciuta Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO dal 2020.
Le opere tuttora presenti a Govone provengono in gran parte dalla Fontana di Ercole della Venaria e costituiscono un caratteristico elemento architettonico e decorativo. Si tratta di sculture provenienti dalla seconda metà del Seicento, quando la Venaria era principalmente una residenza venatoria. L’Equipaggio della Regia Venaria proporrà alcuni brani musicali che accompagneranno l’esposizione della dispersione dei marmi.  Le musiche sono le stesse che hanno risuonato in quei luoghi nel corso delle cacce reali tra Seicento e Settecento, con la loro evoluzione performativa fino ai giorni nostri.
Per far conoscere questa arte musicale, l’Accademia ha avviato dal 2022 corsi di formazione specifici settimanali presso la sede operativa musicale della Venaria Reale, nella corte delle carrozze.
L’evento, in collaborazione con l’Associazione Govone Residenza Sabauda, è realizzato dall’Accademia di Sant’Uberto con il Consorzio Residenze Reali Sabaude.

Mara Martellotta

“Storie di resilienza” al Castello di Rivoli


Una rassegna gratuita di film sui diritti umani abbinata a dibattito

 Da sabato 11 ottobre, il Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea e Distretto Cinema propongono, nel teatrino del Castello di Rivoli, in piazza Mafalda di Savoia, “Storie di resilienza”, una mini rassegna dedicata al mancato rispetto dei diritti umani, con particolare attenzione alle donne e all’infanzia nei territori del Medioriente. Nasce in collaborazione con il Gruppo di interesse SIDI Cinema e diritto internazionale, Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino.

Si tratta di tre proiezioni,  tutte a ingresso gratuito, accompagnate da un incontro tenuti da docenti dell’università ed esperti della materia.

L’appuntamento è sempre alle 16,30.

Si inizia sabato 11 ottobre con “Seven Winters in Tehran” di Steffi Niederzoll, un documentario che racconta la storia di Reyhaneh Jabbari, condannata a morte in Iran per aver ucciso un uomo che cercava di violentarla. Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale all’Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Ronfani, avvocata e vicepresidente di Telefono Rosa Piemonte.

 Quindi, sabato 18 ottobre, “The Matchmaker” di Benedetta Argentieri, la storia di una delle più famigerate jihadiste britanniche che ha abbandonato Londra per unirsi allo Stato islamico e reclutare donne che diventassero le future mogli di combattenti dell’Isis.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza, e Anna Mastromarino, ordinaria di diritto pubblico comparato, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza.

 Si chiude il 25 ottobre con “La bicicletta verde” di Haifaa Al-Mansour. Il film è ambientato in Arabia Saudita dove una ragazzina lotta per conquistarsi il diritto dell’uso della bicicletta, riservato ai maschi.

Il film è introdotto da Ludovica Poli, associata di diritto internazionale, Università degli Studi di Torino – Dipartimento di Giurisprudenza e da Maria Chiara Vitucci, ordinaria di diritto internazionale, Università della Campania Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Giurisprudenza.

L’amaro gusto dell’acqua

Era sempre la stessa storia. Ogni volta che un gerarca veniva sul lago, in visita alle isole Borromee,  a Stresa o in un’altra località nelle vicinanze, Gino e Lucio finivano ammanettati nella rimessa delle barche, proprio  sotto la passeggiata del  lungolago di Baveno.

Le disposizioni, del resto, erano chiare: tutti coloro sui quali si nutriva anche solo il sospetto d’essere dei  sovversivi andavano controllati e, se necessario, messi a tacere. I due, pur avendo schivato il confino non potevano evitare quella restrizione della loro libertà. E quindi, giù sotto, in riva al lago, al riparo da sguardi indiscreti. Incatenati ai grandi anelli di ferro dove venivano assicurate le cime da ormeggio delle imbarcazioni, non erano in condizione di nuocere. “Anche se si lamentassero, là sotto, nessuno potrà udirli”, sentenziò il maresciallo Rustici. Fascista antemarcia, il graduato dei carabinieri evadeva così la spinosa “pratica” di “quelle due teste calde”. “Oh, Carmelo – disse, rivolgendosi al carabiniere scelto Esposito -; ma ti pare che dovevano proprio capitare tra i piedi a noi questi rompiballe?”. Carmelo, buono come un pezzo di pane, annuì per far piacere al suo superiore ma in cuor suo non li avrebbe costretti a star lì, quasi a mollo nel lago, in quell’antro umido e inospitale. Già l’ultima volta, per un  soffio, non c’era scappato il morto. I due –  ai quali era stato aggregato anche Olimpo Bronzelli – erano finiti ammanettati agli anelli d’ormeggio perché era stata annunciata la visita di un pezzo grosso all’hotel Beau Rivage. L’Hotel era proprio lì, dall’altra parte della strada che attraversava il paese. Olimpo, scalpellino nella cava di granito rosa, era finito ai ferri perché reo di aver canticchiato in un’osteria un motivetto che il Podestà aveva giudicato offensivo nei confronti del regime e del Regno. In realtà, il povero tagliapietre – un po’ brillo – aveva improvvisato un’innocua e vecchia tiritera che più o meno suonava così: “Viva il Re, viva la regina e viva la capra della Bettina”, animale reso famoso dall’eccellente e copiosa produzione di latte. Uno scioglilingua che però era stato mal interpretato e così, ai soliti due reprobi si aggiunse pure il terzo. Il problema derivò dal maltempo. Una forte perturbazione stava imperversando tra il lago e le alture del Mottarone e, in poco tempo, le onde s’ingrossarono trasformandosi in schiumosi cavalloni che s’infrangevano sulla massicciata ricavata dalla passeggiata del lungolago. Immaginarsi che inferno anche là sotto, per i tre prigionieri. A tratti le onde li sommergevano per poi ritirarsi, lasciandoli infreddoliti e in balia di altri, gelidi, schiaffi d’acqua. Tutti e tre furono costretti, loro malgrado, a bere quell’acqua dal cattivo sapore. Soprattutto Lucio che, una volta liberato, giurò di non toccar più una goccia di quel liquido tremendo, limitandosi – pur nelle restrizioni dell’epoca – a sorseggiare soltanto vino, compreso quello aspro e ruvido, che legava in bocca, spillato dalla botte dell’osteria della Miniera, su in  Tranquilla.

Marco Travaglini