La terza Commissione, presieduta da Sara Zambaia, ha espresso parere preventivo favorevole sulla proposta della Giunta regionale di Programma di attuazione per la montagna 2023, in coerenza con la Strategia regionale per le montagne del Piemonte.
Il provvedimento, illustrato dal vicepresidente Fabio Carosso, mette a disposizione 2 milioni e 365 mila euro su tre macro linee di azione: interventi di sistemazione del territorio montano; mantenimento dei servizi essenziali; altri interventi finalizzati alla crescita e allo sviluppo economico-sociale e per contrastare lo spopolamento dei territori montani.
La Commissione ha svolto l’esame del disegno di legge 218 “Sistema integrato delle politiche e dei servizi per l’orientamento permanente, la formazione professionale e il lavoro”.
Si è aperta la discussione generale con l’intervento di Monica Canalis (Pd): il suo gruppo depositerà alcuni emendamenti in seguito alle memorie ricevute dai soggetti interessati. Canalis ha “riconosciuto al Ddl il merito di aver aperto un confronto, razionalizzato e aggiornato la materia. La Commissione regionale di concertazione (Crc) ha formulato un parere favorevole. Purtroppo gli enti e le agenzie formative accreditate non siedono in questo organismo. E le critiche provengono proprio da chi ne è fuori”. La consigliera ha poi espresso contrarietà all’apertura dell’accreditamento (della formazione in obbligo di istruzione e della formazione per disoccupati) anche a soggetti che non sono ‘no profit’. Canalis ha quindi chiesto l’audizione in presenza dei soggetti più rappresentativi che hanno presentato le memorie.
Silvio Magliano (Moderati) ha domandato quale sia il rapporto tra il disegno di legge presentato e le norme proposte a livello centrale, che dovrebbero uscire a settembre. Magliano ha anche posto il problema della contrattualistica che può spingere al ribasso le retribuzioni degli operatori.
L’assessore Elena Chiorino ha rimarcato la bontà delle scelte del suo disegno di legge, sottolineando come si stia lavorando per valorizzare la formazione professionale nell’ambito di una legge che permette di regolare le politiche del lavoro attraverso un quadro normativo strategico, programmatorio e di governance. La richiesta di audizioni è superata dal fatto che le osservazioni formulate nelle memorie sono state accolte con gli emendamenti presentati.
In seguito alle discussioni e alle prese di posizione di maggioranza e minoranza nel corso della seduta anche con gli interventi di Carlo Riva Vercellotti (Fdi), Silvana Accossato (Luv) e Federico Perugini (Lega), in ogni caso, non si è trovato un accordo sul prosieguo. Quindi sono stati votati soltanto i primi quattro articoli, rimandando alle prossime riunioni un approfondimento condiviso.
È stato nominato relatore di maggioranza Vercellotti (relatori di minoranza: Canalis, Francesca Frediani, Magliano e Sean Sacco)
Carosso ha poi illustrato il disegno di legge 266, presentato dalla Giunta, che ha lo scopo di valorizzare e tutelare i luoghi storici del commercio, quali presidio storico, sociale e culturale rappresentato da numerose attività commerciali depositarie di antiche tradizioni. Decise le consultazioni online con scadenza giovedì 10 agosto e la trasmissione del Ddl per il parere al Cal.
Lady Oscar a Torino
Lady Oscar è indubbiamente un classico che sopravvive nel tempo. Adattamento del manga creato da Riyoko Ikeda nel 1972, ispirato alla biografia di Maria Antonietta scritta da Stefan Zweig, il cartone animato arrivò in Italia nel 1982 con il titolo di “Lady Oscar”, in onda su Italia 1, in quegli anni fucina mondiale di talenti animati.
Il titolo originale della serie trasmessa per la prima volta sugli schermi giapponesi il 10 ottobre 1979 era “Le rose di Versailles”, e da subito riscosse un enorme successo in tutto il mondo. All’eroina che ha fatto appassionare intere generazioni agli intrighi, alle battaglie, ai famosissimi balli ed agli immancabili amori della Reggia di Versailles è dedicata sino a domenica 23 luglio una mostra con venti opere di artisti da tutta Italia che hanno interpretato con le loro tecniche personali e con tanta passione il celebre anime e manga Lady Oscar.
Il tutto ideato e coordinato da Antonella Bovino e da una vera e propria cultrice del genere, Elena Romanello che dal 2021 cura anche un blog multimediale dal titolo ” 40 anni e oltre con Lady Oscar”: ” sono una creativa da sempre con una gran passione oltre che per i gatti, per tutti gli universi di fumetti e dell’immaginario del fantastico e tutto quello che è Lady Oscar”.
L’esposizione si può visitare dalle ore 11 alle ore 19, all’Hotel Adalesia di via XX settembre, 7.
Igino Macagno
In via Poirino a Carmagnola in un incidente che tra tre veicoli si registrano cinque feriti. Due sono in codice rosso. Tra i cinque anche una bambina. Si sono scontrati due auto e un furgone, sono da verificare le cause. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e il 118.
Impara a dire “no”
Alcune sere fa ero a cena fuori ed assistevo ad una scenetta non nuova per me: comitiva di amici a cena, finiscono la serata e si alzano per andare via. Una coppia rimane un po’ indietro e sento lei dire al compagno “Basta, tutte le volte la stessa storia. Non li sopporto più [..]”.
Pur non conoscendo il motivo di tale lagnanza, ho subito pensato “Se non ti sta bene vederli e frequentarli, perché non glielo dici?”
E’ evidente, dal tono della serata, che non vi fossero gerarchie alla Fantozzi, tali da rendere quasi impossibile disertare una cena, una gara ciclistica o il varo di una nave.
Dunque, era solamente l’incapacità di far valere i propri interessi o la paura di dispiacere a qualcuno il motivo per cui, nonostante non si divertissero, continuavano a frequentare quel gruppo.
Chi segue le mie lezioni o le mie conferenze sa che, nei cambiamenti che vogliamo apportare alla nostra vita, il difficile sta nel cominciare; quando si riesce a dire “no” una prima volta, motivando tale negazione o semplicemente assumendo un tono fermo, deciso anche se cordiale poi la strada va in discesa.
Il buonismo da cui siamo affetti in particolare noi italiani ci spinge ad essere acconsenzienti ogni qualvolta ci vengano proposti uno svago, la vacanza estiva con la tribù di amici, la cena degli orrori o la proiezione del film “La Corazzata Kotiomkin” di fantozziana memoria per paura di offendere gli amici, per timore di essere poi abbandonati negli eventi organizzati successivamente, per paura di restare soli mentre gli altri si stanno divertendo.
Sicuramente ha un ruolo determinante l’insicurezza che ci spinge ad accettare passivamente quanto viene deciso da chi ha un carattere più forte, maggiori doti di iniziativa o, semplicemente, è meno pantofolaio di noi.
Come ho scritto nel mio libro “Ventiquattro sfumature di vita”, ai tempi del liceo frequentavo alcuni compagni economicamente agiati che potevano permettersi di spendere, oltre 40 anni fa, anche cinquantamila lire per sera; è evidente che io, non potendomi permettere un simile stile di vita, mi sentissi a disagio e spesso dovessi rifiutare gli inviti.
Poiché, tuttavia, la loro compagnia era molto gradevole (caffè a Milano, discoteca a Bardonecchia) trovai la giusta mediazione: uno di noi possedeva un alloggio di servizio sopra gli uffici dell’azienda di sua proprietà che era, perciò, arredato e dotato di stoviglie, sedie, ecc. Proposi di fare qualche volta la cena da loro, portando i dischi e cucinando da soli, così da non doversi sempre sbattere a girare locali, impazzire a parcheggiare ecc.
Evidentemente lo proposi in modo adeguato perché spesso, di lì in poi, la serata trascorse in quel modo e, poco dopo, anche nella villa in collina di un altro di noi. Così facendo, evitando di spendere cifre enormi ogni week end, potei permettermi di andare in discoteca una volta al mese senza dover limitare troppo la spesa.
Dire “NO” non significa necessariamente rifiutare una proposta; può anche significare proporre una valida alternativa per fare un qualcosa di diverso, per rimandarlo, per fare la stessa cosa in modo o luogo diverso. Se mi propongono di andare a Firenze, città che ho già visto almeno una decina di volte, invece di rifiutare posso proporre di visitare Pisa o Lucca o Pistoia, motivando la mia proposta con il minor afflusso turistico, il minor costo degli hotel o semplicemente dicendo che Firenze mi ha stufato e quindi voto contro quella proposta. Non avete idea di come le persone ammirino chi ha le idee chiare e le sa mostrare con fermezza.
La stessa cosa vale per la scelta dei locali per la cena fuori o per il film; se non conosco il locale posso provare e, in caso rimanga scontento, già al termine della cena farò sapere agli amici che su questo locale facciamo una croce. Per il film, se non è il nostro genere meglio dirlo subito e, al contempo, proporre un film di nostro gradimento. Non so che amici frequentiate voi ma so che le “immense compagnie” cantate dagli 883 sono scomparse da decenni. Se per una volta vi separaste a guadagnarci sarebbe soprattutto la vostra amicizia perché al successivo incontro avreste qualcosa in più di cui parlare.
Come ho scritto sopra, tutto sta ad iniziare; dopo le cose vengono automatiche.
Sergio Motta
Finita la Dc ma non i democristiani
30 anni fa chiudeva definitivamente i battenti la Democrazia Cristiana.
Lo decise un’assemblea
affollatissima a Roma in una fase storica e politica drammatica per il nostro paese e per la stessa
democrazia italiana. Certo, la fine della Dc, cioè del più grande partito democratico, popolare e di
governo dal secondo dopoguerra in poi, non poteva non terremotare l’intera politica italiana. E
così è stato. E questo al di là delle motivazioni specifiche, a tutti ben note anche se restano
ancora avvolte in un alone di mistero, che hanno portato alla conclusione traumatica di quel
partito.
Eppure, e a 30 anni da quella data, non possiamo non far nostre la parole, come sempre puntuali
e precise, pronunciate alcuni anni fa da Guido Bodrato, uno dei principali leader e statisti della
Democrazia Cristiana scomparso alcune settimane fa. Diceva Bodrato che “La Dc è come un
vetro infrangibile. Quando si rompe va in mille pezzi e non è più ricomponibile”. Parole semplici, le
sue, ma essenziali e come sempre intelligenti che racchiudono una profonda verità. E cioè, la DC
è stata un “fatto storico”. Ovvero, un prodotto politico concreto di una precisa ed irripetibile fase
storica italiana. Non a caso, continuano ad esistere i “democristiani” ma non esiste più la DC. E
questo per la semplice ragione che i valori, la cultura, i principi e lo “stile” dei democristiani
continuano ad essere straordinariamente attuali e contemporanei ma la forma partito è frutto e
conseguenza di una stagione ormai storicizzata e consegnata agli archivi. Cioè agli storici. Com’è
giusto che sia. E, pertanto, tutti i tentativi – goffi e anche un po’ patetici – di candidarsi ad eredi
esclusivi o parziali della Dc, oltre ad essere un’operazione irrituale e anti storica, rende anche un
cattivo servizio al ruolo politico, culturale, istituzionale e di governo esercitato per quasi 50 anni
dalla Democrazia Cristiana nel nostro paese.
Purtroppo, e al costo di essere non coerenti ma semplicemente ridicoli, non mancano – tutt’oggi –
i detrattori della DC. Seppur nel rigoroso rispetto di tutte le opinioni. Ovvero coloro che, ieri come
oggi, continuano ad individuare nella Dc e nella sua straordinaria classe dirigente una esperienza
o “criminale” o semplicemente “nefasta” per la salute della democrazia italiana, per la credibilità
delle nostre istituzioni e per il governo del paese. Una narrazione che appunto, ieri come oggi, è
riconducibile prevalentemente al campo della sinistra politica, culturale, editoriale, intellettuale ed
accademica e ad alcuni settori marginali della destra. Un campo che non riesce a spogliarsi di
questa caricatura, strumentale e rancorosa. Eppure, la storia e l’esperienza della Dc non solo
hanno garantito una lunga stagione di democrazia, di benessere e di crescita all’intero paese in un
periodo carico di difficoltà e di contraddizioni ma, soprattutto, hanno saputo dispiegare – seppur
tra alti e basi – un “progetto di società” capace di coniugare sviluppo e giustizia sociale, libertà e
autonomia, dritti e doveri, pluralismo e rispetto dell’azione di governo. Insomma, una visione
complessiva della società che affondava le sue radici nel patrimonio culturale e storico del
cattolicesimo democratico, popolare e sociale. Per dirla con parole più semplici, nella storia e
nell’esperienza del cattolicesimo politico italiano. Il tutto, come ovvio, con una classe dirigente di
grande autorevolezza e di rara qualità. È appena sufficiente scorrere i nomi e i cognomi dei leader
storici delle tanto vituperate “correnti” – che, è sempre bene ricordarlo, erano strumenti
democratici di elaborazione politica e culturale e, soprattutto, rappresentavano pezzi di società e
legittimi interessi sociali – per rendersi conto che la classe dirigente della Dc non è più stata
eguagliata nel tempo. Certo, sarebbe offensivo anche solo il confronto con quella della seconda
repubblica per non parlare del “niente della politica”, per dirla con Mino Martinazzoli, che ha
caratterizzato la stagione populista, anti politica, demagogica e qualunquista di questi ultimi anni.
Per questi semplici motivi le parole di Bodrato sono e restano inappellabili. Ed è anche per questa
ragione che è compito e dovere di noi cattolici democratici, popolari e sociali far sì che, oggi, la
storia e l’esperienza della Dc non continuino ad essere infangati e derisi da un lato e che,
dall’altro, quei valori e quella cultura abbiano ancora piena ed attiva cittadinanza nella cittadella
politica italiana. Non per il bene dei cattolici democratici e popolari ma, soprattutto, per la qualità
e il futuro stesso della nostra democrazia.
Giorgio Merlo
Carrozzerie: “Torni la libertà di scelta”
“La situazione non è più sostenibile, il sistema assicurativo, facendo cartello nel mercato delle polizze auto, ha spinto il comparto della autocarrozzeria, oltre ventimila imprese in Italia, in una posizione subalterna di dipendenza economica”. Lo ha ribadito la delegazione di Federcarrozzieri (composta da Alberto Bonino, Cristiana Sanfilippo e Patrizio Mannai), in audizione in Terza commissione dove prosegue l’esame della Proposta di legge al Parlamento di Sara Zambaia (Lega, che oggi ha presieduto la seduta) per modificare il Codice delle assicurazioni private e mettere così fine a limitazioni del mercato sempre più stringenti.
In Piemonte si contano 2.600 carrozzerie artigiane che impegnano circa 8mila addetti. Secondo i calcoli presentati, sono a rischio chiusura 2.000 imprese, con 5.200 addetti. A livello nazionale le carrozzerie potrebbero bruciare circa 60mila posti di lavoro, “se non si interviene”.
I danni, sostengono i carrozzieri, colpiscono anche i consumatori, privati della libertà di scelta attraverso una rete di contratti assicurativi fatti di divieti di riparazione, penali o franchigie raddoppiate per chi tenta di far valere il diritto della libertà di scelta del riparatore. Sono danneggiati i consumatori per il livellamento verso il basso della qualità del lavoro sottopagato, i carrozzieri indipendenti che faticano a stare sul mercato per le politiche aggressive di canalizzazione forzata del lavoro e anche i fiduciari che hanno scelto legittimamente di lavorare per la committenza assicurativa che, in un simile quadro, si permette di imporre condizioni di lavoro sempre peggiori” ha ribadito Federcarrozzieri.
Sono intervenuti per delucidazioni Valter Marin e Michele Mosca (Lega), Sarah Disabato e Sean Sacco (M5s) e Maurizio Marello (Pd).
Sulle stesse questioni hanno poi manifestato la propria posizione Confartigianato, Cna Piemonte e Casartigiani (presenti con Alessio Cochis, Mattia Basile, Silvano Gecchele, Luca Massenz e Giorgio Calvi), che hanno costituito, in forma unitaria, la seconda delegazione audita.
A rischio ci sono 2.000 imprese in Piemonte, con 5.200 addetti. A livello nazionale le carrozzerie impiegano circa 60mila addetti.
“I carrozzieri contestano le norme che impongono di far riparare il veicolo incidentato esclusivamente dalle officine di carrozzeria convenzionate con le assicurazioni e pagate direttamente da queste ultime. In questo modo si rischia di far chiudere migliaia di carrozzerie indipendenti che non operano in convenzione con le assicurazioni” è stato sottolineato.
Per richiedere ulteriori informazioni è intervenuta Disabato.
La Pdl di Zambaia si pone due obiettivi: il divieto per le assicurazioni di inserire limitazioni nella scelta dell’impresa di autoriparazione e l’obbligo, per le stesse assicurazioni, di comunicare preventivamente al contraente o al danneggiato se viene effettuata la riparazione o la sostituzione della parte danneggiata e la tecnica di esecuzione della riparazione stessa.
Santena: taxi sociale per mercato e cimitero
La Città di Santena avvisa i cittadini che durante i mesi estivi la navetta per il trasporto al cimitero e per il mercato verrà sostituita da un taxi sociale.
È fortemente raccomandato di farsi trovare in concomitanza della palina degli autobus
Orario servizio navetta mercato:
Giovedì, partenza ore 9.00 con il seguente percorso:
Via Canonico Bosio
Via Tetti Giro
Via Principe Amedeo
Ponte Banna
Via Cavour
Via Trinità
Via Compans
Via Napoli
Via Badini
Ponte Banna
Via Cavour
Via Sambuy
Via Milano
Via Torino
Via Quaglia
Fermata Mercato
Ritorno: percorso inverso h. 11.00
Orario servizio navetta cimitero:
Venerdì, partenza h. 15.00 con il seguente percorso:
Via Quaglia
Via Torino
Via Cavour
Via Tana
Via Principe Amedeo
Via Avataneo
Via Tetti Giro
Via Principe Amedeo
Ponte Banna
Via Cavour
Via Trinità
Fermata Cimitero
Ritorno: percorso inverso h. 16.00
#santena #SantenaInforma
A TORINO FINO AD OTTOBRE
Parlare di salute con arguzia, ironia e comicità. Farlo nelle piazze, nei loghi di aggregazione dei quartieri, in mezzo alla gente. Avvicinare il pubblico, ed in particolare gli elementi più fragili della società, a temi importanti come movimento ed alimentazione. È questa l’idea che sta dietro a Bugiardini, un progetto della Fondazione TRG e Ospedale Koelliker, inserito nel ricco calendario di appuntamenti de La cultura dietro l’angolo, un programma – da un’idea di Fondazione Compagnia di San Paolo in collaborazione con la Città di Torino – di oltre 120 attività culturali diffuse nelle circoscrizioni della città che porta la cultura a poca distanza da casa, creando nuove occasioni di relazione, condivisione, aggregazione e partecipazione.
Bugiardini è un ciclo di incontri gratuiti che, fino al 3 ottobre, porta nelle case del quartiere, nelle biblioteche e nelle librerie di Torino la salute, rendendola semplice e divertente, alla portata di tutti.
I protagonisti di Bugiardini sono l’attrice torinese Giorgia Goldini della Fondazione TRG, i medici dell’Ospedale Koelliker – fisiatri, gastroenterologi, infermieri, fisioterapisti, ortopedici, infettivologi – e, ovviamente, il pubblico. In ogni incontro, come nella migliore delle tradizioni del teatro di improvvisazione, si sa di ciò che si parla ma non come lo si farà. Giorgia guida, il medico risponde, il pubblico partecipa, reagisce, interviene… E tra una risata e l’altra si riescono ad affrontare con leggerezza temi importantissimi per tutti.
“La cultura e il teatro in particolare – dichiara Emiliano Bronzino, Direttore Artistico della Fondazione TRG – sono occasioni fondamentali per il benessere di tutti. Inoltre, i linguaggi teatrali aiutano a veicolare concetti importanti come la salute e la prevenzione in modo semplice e alla portata di tutti. Con Bugiardini fin dai primi appuntamenti ci siamo resi conto di come il teatro permetta agli spettatori di incuriosire e sentirsi liberi di esprimere i propri dubbi e domande”.
“Portare la salute più vicina alla vita delle persone, – dichiara Koelliker – incontrare la gente, interagire con il pubblico e dare la possibilità a tutti di capire l’importanza di argomenti come movimento o alimentazione è un’attività che intraprendiamo con grande piacere. Il motto del nostro ospedale è Prima la persona e queste attività ci aiutano ad avvicinarci realmente a tutti e a proseguire la missione di aiutare le persone a stare bene”
I PROSSIMI APPUNTAMENTI DI BUGIARDINI
Martedì 25 luglio | 17:30 | Casa Vallette | piazza Eugenio Montale 18/A |
Giovedì 27 luglio | 17:30 | Piùspazio4 | via Saccarelli 4 |
Venerdì 1° settembre | 17:30 | Casa nel parco | via Panetti 1 |
Martedì 5 settembre | 17:30 | Binaria | Via Sestriere 34 |
Venerdì 15 settembre | 17.00 | Centro interculturale | corso Taranto 160 |
Mercoledì 27 settembre | 17:30 | CdQ San Salvario | via Oddino Morgari 14 |
Venerdì 29 settembre | 17:30 | Casa nel parco | via Panetti 1 |
Martedì 3 ottobre | 17:30 | Binaria | Via Sestriere 34 |
Nel nuovo spot ambientato al PalaFenera di Chieri, a pochi chilometri dall’avveniristico stabilimento Fiorentini di Trofarello, dove l’azienda ha spostato la produzione dal 2020 (fatta eccezione per il peanut butter, per cui è stato inaugurato a inizio 2023 un nuovo reparto produttivo, recuperando il vecchio stabilimento di Torino).
Dal 23 luglio al 19 agosto Fiorentini infatti torna in tv con un nuovo spot che lascerà il segno. L’azienda piemontese, nota a tutti per “le gallette e gli snackini”, un jingle che fin dal debutto nell’anno 2015 non ha più abbandonato le orecchie di milioni di Italiani, ora punta sulla crema di noccioline, con uno spot da 15’’ che andrà in onda sulle principali emittenti televisive, generaliste, satellitari e digitali, con ampia concentrazione nella fascia prime time.
Dopo aver dedicato proprio al peanut butter un recente importante investimento per realizzare una intera linea produttiva, che ha portato a nuova vita lo stabilimento di Torino, ora Fiorentini mette la crema di noccioline anche al centro di una nuova campagna di comunicazione che si farà notare per il tono leggero e divertente e che parla di sport, alimentazione sana, movimento, giovani e territorio.
Al centro della scena c’è il volley, uno sport che rappresenta un’eccellenza per il territorio di Chieri, nella prima cintura di Torino, a pochi chilometri dall’avveniristico stabilimento Fiorentini di Trofarello, dove l’azienda ha spostato la produzione dal 2020 (fatta eccezione per il peanut butter, per cui è stato inaugurato a inizio 2023 un nuovo reparto produttivo, recuperando il vecchio stabilimento di Torino). Dal 1976, Chieri è una fucina di talenti della pallavolo e negli ultimi anni, grazie all’impegno della società Chieri 76 Volleyball, ha portato le squadre della città ai vertici nazionali, facendo della società un modello virtuoso di crescita sostenibile, anche per le giovani e giovanissime atlete che giungono dal resto d’Italia e fin dall’estero per allenarsi qui
Protagoniste dello spot sono un’allenatrice (l’atleta Alessia Mazzaro, che è campionessa d’Europa in carica con la Nazionale maggiore di volley e ha giocato quattro importanti stagioni in Serie A nella squadra Reale Mutua Fenera Chieri), la piccola Camilla (anche lei giovane promessa della società) e le tre referenze della gamma del Peanut Butter Fiorentini Alimentari: oltre alla 100% arachidi, perfetta per una merenda sana e nutriente, composta con un solo semplice ingrediente, le arachidi appunto, anche la versione creamy e crunchy.
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