ilTorinese

Natale: come vivere questa giornata?

È arrivata la vigilia e in queste ultime ventiquattro ore c’è chi si dedica ai preparativi, chi alla corsa ai regali, chi deve gestire le incombenze dell’ultimo minuto. Diciamoci la verità: prepararsi al Natale è impegnativo. 

Sia fisicamente che mentalmente e, per molti, anche economicamente.
Ma come possiamo vivere bene questi giorni?
Sicuramente è importante ricordarsi che il Natale è simbolo di rinascita, di pace e di gioia e che tutto questo va ritrovato dentro di noi.
C’è chi aspetta con gioia il Natale e chi, invece, rifugge pranzi e cene col parentado poiché le vive come indesiderate: d’altronde si sa, quando ci si ritrova tutti insieme in famiglia bisogna avere a che fare sempre con le solite dinamiche, che possono anche risultare poco piacevoli se l’ambiente è disfunzionale.
Ma allora, cosa fare nel concreto?
Il Natale ci insegna a mettere in luce ciò che di buono e positivo ci circonda, proviamo allora a condividere gli attimi coi parenti valorizzando le risorse che ci sono e ciò che ci fa stare bene. Assaporiamo di più i momenti di condivisione delle parole e delle emozioni, invece di dare eccessiva importanza ai regali materiali che vengono scambiati. Proviamo a trovare anche uno spazio per riflettere sul significato di questa opportunità di raccoglimento e sui valori della propria famiglia. Ritroviamo la nostra quiete interiore e risentiamoci umani. Capita di dimenticarsi della propria essenza umana, trasformando un momento autentico di incontro in una festa commerciale sempre uguale a se stessa, ogni anno. Ed ogni anno, puntualmente, ci sono persone che, stanche del solito copione, incarnano i panni del Grinch e dall’inizio di dicembre non vedono l’ora che gennaio arrivi il prima possibile e che del Natale non ne rimanga la benché minima traccia.
Domani abbiamo tutti la possibilità di scegliere se vivere un Natale sentito e di farlo sperimentare anche agli altri, ma per riuscirci dobbiamo recuperare i valori di questa bellissima festa, aprendo i nostri cuori in modo autentico e non semplicemente ripetendo i jingle delle pubblicità natalizie.
Provate ad accogliere l’altro così com’è e cercate di dare un significato agli incontri che farete: valorizzate il vostro Natale, è un’occasione da non perdere.

Dott.ssa Irene Cane, Psicologa

L’Imperatore e la contessina astigiana

Favola natalizia, leggenda, storia romanzata?

Nulla di tutto ciò, la storia è vera ma poco conosciuta. Il celebre Federico II, imperatore, re di Sicilia e amante dell’Italia, si innamorò perdutamente di una giovane nobildonna astigiana che si chiamava Bianca Lancia o Bianca d’Agliano. Un amore a prima vista che scoppiò ad Agliano Terme, appena i due si videro davanti al castello della famiglia Lancia. Non si poterono sposare perché lei apparteneva solo alla piccola borghesia ma il loro fu comunque un grande amore semi-segreto. O forse è stata l’ultima moglie dell’imperatore che egli sposò in punto di morte. Fra le tante donne di Federico, tra mogli e amanti, lo svevo-jesino scelse Bianca. Oggi Agliano d’Asti, piccolo paese di 1500 abitanti, è più noto per le terme e il suo barbera che per il passaggio dell’imperatore svevo. L’antico castello non c’è più, distrutto nel Seicento durante le guerre tra i Savoia e gli spagnoli, ma la torre è sopravvissuta, c’è ancora, è lì a ricordare l’incontro storico tra Federico e Bianca intorno al 1225. Fu un colpo di fulmine per entrambi. Ma cosa ci faceva il grande Federico II in un piccolo borgo a 20 chilometri da Asti? I Lancia erano conti piemontesi e hanno sempre avuto stretti legami con il casato svevo degli Hohenstaufen. Il capostipite della famiglia Lancia, il nobile Manfredi, aveva ottimi rapporti con il Barbarossa, nonno di Federico II. Sia i Lancia sia gli Agliano erano aristocratiche famiglie ghibelline del Piemonte, tra loro imparentati, e proprietari di castelli, palazzi, tenute e interi paesi del Monferrato. Un tal giorno Bonifacio di Agliano, cognato di Manfredi Lancia e vassallo dell’imperatore, ricevette un giovane Federico II che, in visita in Piemonte, tornava da una battuta di caccia e gli presentò la sua famiglia. Tra Bianca, appena sedicenne, e il trentenne Federico, fu subito grande amore. La castellana, secondo le fonti storiche, era molto bella, snella, bionda, elegante, una bellezza mozzafiato che fulminò Federico. Se ne innamorò alla follia e, nonostante fosse già sposato, la portò con sé nei suoi tanti castelli che ancora oggi si possono ammirare in Italia e da lei ebbe tre figli, Costanza, Manfredi, re di Sicilia, e Violante. Fu tuttavia una relazione semi-clandestina e secondo una leggenda, durante la gravidanza di uno dei figli, Federico, forse per gelosia, tenne chiusa l’amante in una torre del castello di Gioia del Colle nel quale erano soliti trascorrere lunghi periodi. Fu molto generoso con Bianca e le assegnò terre e proprietà. E bravo il nostro Federico, nostro perché in fondo è più italiano che straniero: nato a Jesi, morto in Puglia, sepolto a Palermo. Ma il racconto non finisce qui anche perché la storia di Bianca Lancia è circondata dal mistero. I due personaggi forse si sposarono nell’ultimo istante della loro vita. Federico fu costretto, per esigenze reali, a sposarsi per la terza volta e di conseguenza la bella amante fu allontanata. Ma non sparì mai dalla sua vita e si sostiene che il matrimonio fu fatto in punto di morte al capezzale di Federico nel 1250 o a quello di Bianca ma fu in qualche modo celebrato. Bianca fu l’unica donna che conquistò davvero il cuore di Federico II di Svevia. Né con le mogli legittime né con le amanti Federico ebbe mai una relazione così intensa e lunga. Pensando a Oria (Brindisi) dove ogni anno, pandemia permettendo, si rievocano con un corteo storico i fasti del matrimonio tra Federico II e Jolanda di Brienne, la seconda moglie, chissà se un giorno anche ad Agliano d’Asti sarà possibile organizzare qualcosa di simile, come si vede nel dipinto, per ricordare il grande amore tra Federico e Bianca?
                                                             Filippo Re

Due ricercati presi dalla polizia

L’intensificazione dei servizi di controllo del territorio effettuato dalle Volanti dell’UPGP e dei Commissariati di P.S. cittadini nella settimana santa ha portato alla individuazione di due persone colpite da provvedimenti restrittivi della libertà personale.

In un caso, il ricercato, un cittadino nigeriano 31enne, si era reso protagonista di un diverbio per motivi di viabilità con un connazionale; una pattuglia del Commissariato DI P.S. Barriera di Milano interveniva per riportare alla calma i due soggetti: nutrendo dei sospetti sull’identità del richiedente, gli chiedevano di esibire i documenti, ma ricevevano un diniego molto deciso motivato dal fatto che era stato proprio lui a segnalare alla Polizia il litigio in atto.

A fronte del rifiuto di esibire i documenti e di fornire le proprie generalità, gli investigatori effettuavano allora ulteriori accertamenti, che permettevano di riscontrare come il soggetto fosse destinatario di un ordine di carcerazione per l’espiazione di una pena di oltre 2 anni per il reato di rapina; pertanto, l’uomo, veniva arrestato.

Nelle stesse ore, una Volante dell’UPGSP, transitando in corso Svizzera, notava all’altezza di via Musinè un uomo che, alla vista della pattuglia di polizia, assumeva un atteggiamento sospetto. I poliziotti fermavano immediatamente la marcia del veicolo e  procedevano al controllo del soggetto, un 44enne di nazionalità rumena; i controlli nei sistemi informatici facevano emergere un mandato di cattura a suo carico per l’espiazione di 3 anni, 2 mesi  e 6 giorni per un cumulo di pene, provvedimento emesso dal Tribunale Ordinario di Torino, Ufficio Esecuzioni Penali.

Bando AmbientAzioni 2022, scelto il progetto “Irrigazione responsabile”

L’iniziativa mira a introdurre un impianto fotovoltaico negli orti urbani di Mirafiori Sud per la costituzione di una Comunità energetica

 

Torino, 21 dicembre 2022 – Un progetto per migliorare la sostenibilità energetica e ambientale degli orti urbani di Mirafiori, e che contribuirà alla costituzione di una comunità energetica coinvolgendo il territorio sui temi ambientali: questi, in sintesi, gli obiettivi di “Irrigazione responsabile”, l’iniziativa scelta per la realizzazione nell’ambito del Bando Ambientazioni Torino 2022 rivolto ai giovani tra i 18 e i 26 anni residenti o studenti nella Città Metropolitana.

Il Bando, promosso dal Comitato Territoriale Iren di Torino, aveva l’obiettivo di selezionare nuove idee progettuali per la sostenibilità e la transizione ecologica, capaci di generare un cambiamento sul territorio e una partecipazione il più possibile diffusa.

“Irrigazione Responsabile”, intende intervenire nell’area degli orti urbani di Mirafiori, in strada Castello di Mirafiori, con azioni strutturali volte a migliorarne la sostenibilità sotto il profilo del consumo energetico e idrico e, allo stesso tempo, coinvolgendo i cittadini e gli stakeholder locali con attività di divulgazione aperte a tutti. Nello specifico, il progetto prevede innanzitutto di ottimizzare il sistema di irrigazione centralizzato in uso e l’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto dei containers presenti all’interno dell’area: l’impianto potrà contribuire alla nascente Comunità Energetica “Mirafiori”, che, nelle intenzioni dei proponenti dovrà avere tra i beneficiari primari i soggetti più esposti alla povertà energetica.

Grazie alla partecipazione di scuole, biblioteche e altre associazioni del quartiere, il progetto sarà accompagnato da un piano di attività di divulgazione che, attraverso eventi pubblici e corsi ludico-creativi, potrà rafforzare la conoscenza e consapevolezza sui temi ambientali e sull’uso consapevole delle risorse.

Questo progetto, che sarà supportato dal Comitato Territoriale Iren di Torino con un contributo di 25mila euro, è stato selezionato per la capacità di coniugare i valori della sostenibilità ambientale con quelli della partecipazione civica, dando vita a un percorso sviluppato con originalità e una metodologia che lo rendono realizzabile anche nel breve-medio periodo, nonché replicabile, come richiesto dal Bando. A concorrere alla selezione del progetto è stata inoltre l’ampia platea di studenti e giovani a cui è rivolto, grazie al coinvolgimento di scuole, realtà associative ed enti del territorio.

Illusion Magic Show, incantesimi di Natale

Dal 26 dicembre all’8 gennaio torna l’appuntamento con la magia alla Casa del Teatro di Torino con lo spettacolo Illusion Magic Show. Gli artisti del Circolo Amici della Magia di Torino, la più importante realtà magica italiana, fucina di grandi nomi (come Brachetti, Alexander e Luca Bono) di cui quest’anno ricorrono i 50 anni, daranno vita ad uno spettacolo unico, divertente e magico, adatto ai giovani spettatori così come a quelli adulti che non hanno perso la voglia di lasciarsi stupire ed incantare. 19 spettacoli, tra pomeridiane e serali, fanno di questo spettacolo forse il titolo con maggior numero di repliche delle feste torinese.

Un viaggio in meandri onirici e fantasiosi universi attraverso le grandi illusioni di Alberto Giorgi, artista internazionale conosciuto come l’Alchimista (reduce dai successi della produzione statunitense The Illusionist e di Italia’s Got Talent), in grado di vaporizzare la propria partner Laura con la quale saprà dar vita a momenti di grande suspense e spettacolarità. Il mondo della comicità e del divertimento sarà popolato dagli improbabili personaggi di Arturo Il Mago, clown e fantasista dalle mille sfaccettature e da “Gi” insolente, ma deliziosa giraffina che deve la sua voce al talentuoso ventriloquo Rafael: insieme sono gli inseparabili Gi & Raf. Maestro di cerimonia, Antonio Argus, brioso mentalista ironico e coinvolgente.

Intero 18 €; Bambini (fino a 14 anni) 12 €. 31/12 speciale serata di Capodanno. Tel. 389.2064590. Info e biglietti su magic-show-it oppure casateatroragazzi.it.

Assegno unico, che cosa cambia

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Tra gli interventi della legge di Bilancio 2023 c’è anche quello sull’assegno unico.
La misura di sostegno alle famiglie rientra nel miliardo e mezzo di euro stanziato dall’esecutivo per gli aiuti alla famiglia e alla natalità. Ciò si traduce in alcune novità che entreranno in vigore dall’anno prossimo, in particolare la maggiorazione del 50% per i nuclei numerosi, in attesa dell’adeguamento all’inflazione con gli aumenti che portano l’importo minimo che passa da 50 a 75 euro al mese, mentre il massimo sale fino a 262,5 euro.

Dal 1° gennaio 2023, gli importi dell’assegno unico sono incrementati del 50%: per ciascun figlio di età inferiore a un anno, indipendentemente dal reddito; per i nuclei familiari con tre o più figli, per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione che l’Isee sia fino a 40mila euro.

Significa che l’importo minimo dovrebbe essere aumentato di 25 euro passando da 50 euro a 75 euro, mentre quello massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro, con un aumento di 87,5 euro.

Ricordiamo che attualmente per ciascun figlio minorenne o con disabilità (senza limiti d’età in questo caso) è previsto un importo di 175 euro mensili per un Isee fino a 15mila euro, somma che si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori fino a raggiungere quota 50 euro in corrispondenza di un Isee di 40mila euro (per livelli superiori rimane costante).

La maggiorazione del 50% per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli, vale per ciascun figlio di età compresa tra uno e tre anni, a condizione però che l’Isee sia fino a 40mila euro.

Prendono il via il 15 il dicembre, a metà mese come di consuetudine, i pagamenti dell’assegno unico: a patto che le domande siano state inviate nei mesi di gennaio e febbraio 2022 (a partire dal 1° gennaio).

Se invece le domande sono state inviate dal 1° marzo 2022, il pagamento avverrà a partire dalla fine del mese successivo a quello di presentazione delle stesse

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

Tenta di rapinare la seconda volta il Carrefour. Riconosciuto, viene arrestato

La polizia ha arrestato un giovane di 20 anni, senza fissa dimora, per aver commesso due rapine al  Carrefour Market di Baluardo Partigiani a Novara. La prima rapina  domenica 18 dicembre, alle 10 del mattino, quando il ragazzo è entrato nel supermercato con il volto coperto da una mascherina, e ha rapinato 100 euro. Gli agenti hanno ricostruito il suo percorso, grazie alle telecamere, seguendolo fino alla stazione. Tornato pochi giorni dopo presso il supermarket ha minacciato  un cassiere mostrando un rigonfiamento sotto il giubbotto, dicendo di avere un’arma e intimando di dargli tutti i soldi che avevano in cassa. Le Volanti, avvisate,  sono giunte immediatamente sul posto e lo hanno arrestato.

Libertà di educazione, Voucher: “premiato l’impegno dei Moderati”

Siamo da sempre per la libertà di educazione: alla Giunta, che ringraziamo, riconosciamo il merito di aver rispettato il nostro Ordine del Giorno dello scorso aprile.



«Le 4.603 domande per il Voucher di iscrizione alle Scuole Paritarie saranno soddisfatte»: buone notizie in arrivo sul fronte della libertà di educazione. Con l’incremento di 3,2 milioni di euro per i Voucher scuola la Giunta rispetta gli impegni presi coprendo il 100% delle domande legate al Voucher “iscrizione e frequenza”. Un ottimo risultato, che premia la costanza delle nostre battaglie in Aula e che rappresenta una risposta al grande aumento di richieste e alla crisi economica in atto. Notizie positive anche dal fronte del Diritto allo Studio, con la copertura di tutte le richieste di Voucher per materiale didattico e trasporti fino a un ISEE pari a 6.464 euro. L’approvazione, lo scorso aprile, del nostro Ordine del Giorno collegato al Bilancio aveva impegnato la Giunta Cirio a reperire 3 ulteriori milioni di euro per il triennio in corso per garantire una reale parità scolastica: è stato così possibile aumentare il numero di studenti beneficiari di Assegni di Iscrizione e Frequenza di diverse centinaia.

Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Tornano nel Pd i “cattolici indipendenti di sinistra”?

Diciamoci la verità senza fronzoli ed ipocrisia. Un partito come il Pd, comprensibilmente e anche giustamente, si appresta a ridefinire la propria identità culturale e il proprio profilo politico dopo la disfatta elettorale del 25 settembre scorso e le note vicende giudiziarie che arrivano dall’Europa.

Una “mission” che non potrà che essere, come sostengono quasi tutti i suoi dirigenti, i militanti, i simpatizzanti e soprattuto gli elettori, come rilevano tutti gli istituti demoscopici, un vero e autentico “partito di sinistra”. Ovvero, un partito che sia in grado rilanciare, riaggiornare e rimodellare nella società contemporanea l’antica filiera della sinistra storica italiana. Cioè quella che corre lungo il solco della storia del PCI/PDS/DS/Pd. Pur sapendo che si tratta di un’operazione nè semplice e nè facile perchè ci sono nel cammino del Pd due diverse e speculari competizioni politiche ed elettorali. L’una sul versante progressista con la “sinistra per caso” interpretata e declinata dal partito populista, anti politico e demagogico per eccellenza, cioè i 5 stelle. E l’altra sul versante centrista con la presenza del cosiddetto “terzo polo”. Anche se si tratta di un partito ancora in forte evoluzione sperando di superare il profilo di partito – o partiti – “personale” che oggi lo caratterizza.
A fronte di questa situazione, è del tutto ovvio che la presenza, il ruolo e la funzione dei Popolari e dell’area cattolico sociale diventa del tutto irrilevante se non addirittura ininfluente ai fini dell’elaborazione del progetto politico complessivo del Partito democratico. E, al riguardo, ci sono almeno due condizioni che lo confermano in modo persin plateale.
Innanzitutto il capitolo della prospettiva politica, culturale e programmatica del Partito democratico. È noto a tutti, come ricordavo poc’anzi, che dopo la sconfitta elettorale l’unica via d’uscita è quella di trasformare definitivamente ed irreversibilmente il Pd in un partito autenticamente ed organicamente di sinistra. Una prospettiva di sinistra, come ci ricorda giustamente Luca Ricolfi, che si trova oggi ad un bivio alla vigilia del congresso del partito: e cioè, o dar vita ad un partito della sinistra liberale che sia però in grado di ricomporre tutta l’area ex e post comunista nel nostro paese oppure scegliere una strada che privilegia una sinistra più radicale e libertaria. Ma, al di là degli slogan che riassumono la competizione politica in atto, quello che è certo è che il futuro del Pd sarà quello di essere un partito di sinistra.
In secondo luogo, e per fermarsi alla contingenza, assistiamo ad un dibattito all’interno del Pd alquanto singolare dove i 3, 4 o 5 candidati alla segreteria nazionale sono tutti espressione della cultura storica della sinistra italiana che non possono che perseguire, coerentemente e legittimamente, una prospettiva e un progetto politico di sinistra. E quindi, e di conseguenza, cosa centra il ruolo, la storia e la stessa “mission” dei Popolari e dei cattolici sociali in un contesto del genere è francamente difficile da spiegare e da declinare. Pubblicamente e anche privatamente. Anche perchè, come tutti ben sappiamo, un vero e serio centro sinistra – soprattutto dopo l’esperienza concreta del Pd – è credibile di fronte agli elettori e alle rispettive aree sociali e culturali solo quando il centro e la sinistra si uniscono in una alleanza di governo ma con una soggettualità e una personalità politica autonoma. Il famoso “trattino” che unisce il centro e la sinistra in un progetto di governo. Per fare un solo esempio, ricordo l’esperienza dell’Ulivo.
Insomma, anche su questo versante si tratta di scegliere se la tradizione del popolarismo di ispirazione cristiana intende giocare una partita vera sul campo rilanciando la sua personalità e la sua originalità culturale e politica o se, come pare, si riduce ad essere la nuova versione – seppur aggiornata e rivista – dei “cattolici indipendenti di sinistra” degli anni ‘70. Dove sono garantiti quasi per legge una percentuale di eletti – come è avvenuto puntualmente alle recenti elezioni politiche con l’auto nomina dei capi corrente degli ex popolari del Pd e dei loro cari nella quota proporzionale – e forse qualche “premio di consolazione” alla carriera a futura memoria negli assetti di partito per qualche altro notabile. Ovvero, per dirla con un vecchio slogan, una operazione che “fa fine e non impegna”.
Ecco perchè, a fronte di questo quadro, sta emergendo in quasi tutta la periferia italiana la voglia di un rinnovato “protagonismo” politico, culturale, programmatico e soprattutto organizzativo dei Popolari e dei cattolici sociali. Un protagonismo che non ha come obiettivo esclusivo e prioritario quello di commentare ciò che capita nel campo della sinistra italiana. E cioè, la vecchia filiera del PCI/PDS/DS/PD.

Si tratta, quindi, di scegliere. E questo perchè, come direbbe Aldo Moro, “tempi nuovi si annunciano” e non possono essere affrontati con strumenti vecchi e modalità superate dalla storia politica di questi ultimi anni. Una scelta che deve avvenire alla luce del sole, senza polemiche politiche e, men che meno, diatribe personali. E il futuro dei Popolari e dello stesso popolarismo, per usare una metafora calcistica, non può essere quello delle riserve che toccano la palla in panchina solo per darla ai giocatori in campo. In attesa di qualche riconoscimento dei titolari. Non è questa l’eredità che abbiamo ricevuto dal magistero dei grandi leader e statisti del pensiero popolare, cattolico sociale e cattolico popolare del passato.

Giorgio Merlo

Spazio 44 for art lovers

Si è inaugurata a Torino ai primi di dicembre una nuova galleria d’arte nel quartiere di Borgo Nuovo, dal nome “Spazio 44 for art lovers”

È nato un nuovo luogo creativo nel centro storico torinese. Si tratta della galleria Spazio 44, pensato per l’arte e i suoi linguaggi. Si presenta in una dimensione accogliente e informale, nata in uno dei palazzi più caratteristici del quartiere Borgo Nuovo, cuore pulsante della vita culturale e sociale torinese.
Spazio 44, inaugurato venerdì 2 dicembre scorso, ha recuperato un locale da tempo inutilizzato con l’intenzione di rivitalizzare l’ambiente artistico torinese e le sue dinamiche, proponendosi come un salotto d’altri tempi che ospiterà esponenti dell’arte contemporanea riconosciuta sia a livello nazionale sia internazionale, promuovendo anche talenti e realtà emergenti e favorendo la circolazione di idee e dialogo fra gli artisti. Alla base di tutto questo vi è la profonda convinzione che l’arte possa contribuire a migliorare la qualità della vita, diffondendo sensazioni, riflessioni e spazi per uno sguardo nuovo.
Claudia e Angela dello Spazio 44 sono state felici di accogliere Edoardo Di Mauro, Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, che è intervenuto in occasione della presentazione della prima mostra ospitata nella galleria, e dedicata all’artista Bruno Zanichelli.
La sua prolifica e promettente carriera artistica è stata tragicamente interrotta, ma ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario di chi lo ha conosciuto. Bruno Zanichelli ha rappresentato una delle figure di maggior spicco nella pratica artistica negli anni Ottanta, grazie alla sua capacità di azzerare, all’apparenza, ogni differenza tra gli elementi culturali cosiddetti “alti” e quelli “bassi”, dal fumetto all’illustrazione, fino alla pubblicità, sullo sfondo della seconda fase della postmodernità. Il suo primo periodo artistico si è sviluppato tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, un momento nel quale si andava esaurendo la carica propulsiva dell’avanguardia novecentesca e, dopo l’azzeramento linguistico del concettuale, gli artisti si impossessavano nuovamente di strumenti e tecniche tradizionali, in primo luogo in campo pittorico.
La seconda fase dell’opera artistica di Bruno Zanichelli si colloca tra la metà degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, espressione di un eclettismo stilistico in cui convivono pittura, fotografia, installazioni e video, in un confronto continuo tra la tecnologia e i miti della creatività giovanile. Emergono in particolar modo la scena postpunk e new wave.
A partire dal 1986, l’artista ha dato corpo a una svolta stilistica repentina, caratterizzata da una sopraggiunta maturità. Nulla viene rinnegato delle fasi artistiche precedenti, ma le immagini assumono un rilievo a tutto tondo. La vivacità coloristica e la capacità di cogliere il dettaglio si mutano in una dimensione poetica, calando le immagini della comunicazione di massa su scenari senza tempo, pregni di un’atmosfera magica. Bruno Zanichelli, conscio della sua fine prematura a causa di una malattia incurabile, negli ultimi anni della vita si dedicò febbrilmente all’attività produttiva, volendo lasciare una traccia di sé il più possibile significativa.
La mostra in corso presso la galleria Spazio 44 presenta anche lavori inediti, dalle prime sperimentazioni al confine tra arte e illustrazione fino alle opere successive che raramente vennero esposte, fino a approdare ai lavori precedenti alla prematura scomparsa, avvenuta nei primi mesi del 1990.