ilTorinese

Motociclista torinese muore nello scontro con un’auto, donna ferita al Cto

Ieri pomeriggio nel cuneese è morto un motociclista torinese, Alex Avezzano di 24 anni, diRivoli. L’incidente si è verificato Melle dove il centauro  ha perso la vita nello scontro con un’automobile. Una donna  è stata trasportata al  CTO di Torino in elisoccorso. È intubata e ha riportato diversi traumi.

L’isola del libro – Speciale Jane Birkin

Rubrica settimanale a cura di Laura Goria

 

Tutto è già stato detto e scritto sull’icona Jane Birkin, trovata morta all’alba del 16 luglio nella sua casa parigina dall’infermiera che l’assisteva. Aveva 76 anni ed era malata da tempo, combatteva dal 1998 contro la leucemia e a complicarle l’esistenza era subentrato nel 2021 un’ictus.

Era bellissima, anche negli ultimi tempi, sebbene gonfia per i farmaci; con quel sorriso unico intriso di vita, dolore, fragilità, sensibilità oltre misura. Un volto indimenticabile e un fascino che arrivava dritto da dentro, con tutta la vita macinata; tra successi, amori totalizzanti destinati a finire, il suicidio della primogenita, e tantissimo altro ancora.

Diventata famosa con la scandalosa canzone “Je t’aime…moi non plus” che Serge Gainsbourg aveva scritto per l’amore precedente Brigitte Bardot, poi l’aveva fatta interpretare dalla giovanissima Jane. Ma non si ricorda mai abbastanza che lei aveva

-di suo- talento da vendere. E’ stata modella, cantante, attrice; ha lavorato con grandissimi registi, come Antonioni, Agnès Varda, Godard, Tavernier. Sempre capace di intensità coinvolgente racchiusa in un semplice sguardo.

Non è stata solo l’esile ragazza che girava con l’enorme cesta di paglia in ogni stagione, e neppure solo la suggeritrice della famosa Birkin di Hermes, tutt’oggi un autentico investimento.

Se si vuole cercare di capire più a fondo questa incredibile donna, la strada maestra è leggere i suoi diari. Ha iniziato a scriverli a 11 anni e li ha chiusi per sempre nel 2013, schiantata dal dolore per la morte della figlia Kate Berry; volata dal quarto piano della sua casa parigina, a 46 anni, dopo una vita appesantita dall’uso di droghe e male di vivere.

Da vedere è anche il ritratto pieno di bellezza, amore e malinconia, racchiuso nel docu-film girato dalla figlia Charlotte Gainsbourg dal titolo “Jane by Charlotte”

Jane Birkin era nata a Londra il 14 dicembre 1946, figlia di un ufficiale della Marina britannica, (c’è chi sostiene che fosse un uomo dei servizi segreti di Sua Maestà); rampolla dell’establishment anglosassone, ma mossa da un dirompente desiderio di libertà. Ribelle di buona famiglia e rimasta comunque sempre legatissima ai genitori.

Ha inanellato tre matrimoni e da ognuno è nata una figlia. Dal grande compositore John Barry ha avuto Kate. Poi Serge Gainsbourg padre di Charlotte e infine il regista Jacques Doillon col quale ha messo al mondo Lou.

La sua vita affettiva sembra quasi condannata a storie in cui la tendenza era annullarsi per chi amava. Diventerà icona della Swinging London dopo aver recitato nel 1966 in “Blow up” di Antonioni, e sarà solo l’inizio dell’ inarrestabile ascesa.

 

Jane Birkin “Munkey Diaries. Diario 1957-1982” -Edizioni Clichy- euro 19,00

Jane ha solo 11 anni quando inizia ad affidare i suoi pensieri e il racconto delle sue esperienze alle pagine del diario, rivolgendosi a Munkey; uno scimmiotto di peluche vestito da fantino regalatole dallo zio e dal quale tenderà a non separarsi più….fino a….

Sono i resoconti di una bambina, figlia dell’attrice Jude Campbell e di David Birkin, comandante della Royal Navy, e ci portano dritti nel suo mondo, la quotidianità in famiglia e con i coetanei.

Poi le prime esperienze lavorative, dalle piccole parti in “Blow Up” di Michelangelo Antonioni e “La piscina” con Romy Schneider e Alain Delon. Nel diario racconta le sue giornate sui set, al cospetto di attori e attrici di grande valore come Vanessa Redgrave.

C’è la storia d’amore con il compositore John Barry che sposa a soli 18 anni nel 1865, piena di aspettative e sogni che si sfilacciano presto in disinteresse da parte di lui, sempre troppo preso da se stesso, la sua arte, le sue priorità. Nel diario Jane rivela tutto il doloroso sentire con un uomo che la considerava un’appendice. E la nascita della figlia Kate acuirà ancor più il senso di solitudine.

La relazione diventa turbolenta, costellata di litigi, tradimenti di lui, indifferenza alternata ad aggressività. La misura è colma nel 1967 quando scopre che il marito era a Roma col cattivo gusto di soggiornare nello stesso hotel del loro viaggio di nozze, ma con un’altra donna. Stanca di soffrire, trova il coraggio e decide che le loro strade devono separarsi; prende la figlia di soli tre mesi e plana a Parigi dove diventerà la più inglese delle francesi.

La svolta della sua vita è l’incontro con Serge Gainsbourg, che all’inizio le appare ostico e arrogante. Tutto cambia quando penetra dietro la scorza più dura dell’uomo, durante una cena da Regine; ed è subito passione.

L’Olimpo si apre con “Je t’aime …moi non plus”, che Serge Gainsbourg aveva scritto per la compagna Brigitte Bardot, e poi l’aveva cantata invece con la giovanissima Jane: viso pulito e lontana migliaia di anni luce dal divismo. La coppia fa scandalo ed esplode in tutto il suo glamour.

Jane diventa icona di seduzione e stile, modello per intere generazioni. Jane e Serge sono la coppia erotica per eccellenza e segnano un’epoca. Sarà un amore travolgente e grandissimo, lungo 12 anni, ma in realtà mai finito. Passione e intesa tra alti e bassi, genialità e alcol, viaggi e momenti meravigliosi, ma anche urla e schiaffi.

Anche in questo caso Jane affida alle pagine del suo diario il racconto di come lei tendesse ad annullarsi per l’altro. Dipendente in modo disperato da un artista sempre sull’orlo del burrone; lei lo aspetta, vive per lui, piega la sua volontà davanti a quella dell’artista narcisista e tormentato. Da loro nasce Charlotte, e qui sono i raccontati i primi anni di questa talentuosa bambina. Gainsbourg sarà comunque un padre amorevole anche nei confronti di Kate che vive con loro.

 

 

Jane Birkin “Post-Scriptum. Diario 1982-2013” -Edizioni Clichy- euro 19,00

 

C’è continuità con la precedente in questa sezione di scritti dove Jane mette a fuoco il lavoro, i viaggi, le aspettative, le difficoltà di essere madre.

Quando Charlotte è adolescente, Jane non ce la fa più a sopportare Serge, sempre più ubriaco, sporco, autodistruttivo, quasi irriconoscibile. Lo lascia, anche se mai del tutto.

A soffrire per questa separazione è soprattutto Kate che all’epoca aveva16 anni e inizia a drogarsi. La vita familiare è costellata di litigate, Kate non rispetta nulla e nessuno, svaligia gli armadi griffati materni ed è in perenne rotta di collisione con Jane. Segue la disintossicazione, ma lo spettro della droga segnerà la vita di Kate, fotografa di successo, compagna di un tossico e madre di Roman.

Poi la Birkin si innamora del regista Jacques Dillon col quale va a vivere nel 1980 e nascerà Lou; molte pagine del diario raccontano l’amore infinito di Jane per la nuova creatura. Ma anche stavolta c’è il disperato dissolversi nell’altro, l’ennesimo compagno tossico che dopo la fiammata iniziale perde interesse….e Jane ancora una volta dovrà raccogliere i frantumi di un’unione folle e sbilanciata. Fatica a restare a galla; si ancora più che mai alle tre figlie che grondano talento e diventano fotografe, attrici e cantanti. Ognuna a modo suo alla ricerca di uno spazio significativo nella vita.

Vengono poi gli anni terribili dei lutti.

La Birkin non ha mai abbandonato del tutto l’uomo della sua vita, Serge Gainsbourg, che precipita inarrestabile verso il baratro; la salute minata dagli eccessi, dall’alcol e da un tumore. Lei lo accudisce come una madre e quando lui muore nel 1991, Jane fa scivolare nella sua bara Munkey.

A pochi giorni di distanza muore anche il padre e lei fa lo spola tra Londra e Parigi, tra un funerale e l’altro, dovendo fare i conti con la devastante perdita dei due uomini che sono stati colonne portanti del suo cuore.

Ma il colpo forse più duro, non metabolizzabile, è quello della morte della primogenita Kate, che non ha mai sconfitto i suoi demoni e a 46 anni, nel 2013, vola dal quarto piano della sua casa parigina, lasciando aperto il dubbio sulla sua misteriosa morte, probabilmente cercata

Da allora i diari tacciono per sempre.

 

 

Jane Birkin “Oh scusa dormivi” -Barbès Editore- euro 14,00

Questo è il dialogo di una coppia in crisi. Una scena di vita, diventata anche una commedia teatrale autobiografica di Jane Birkin in Francia negli anni 90, poi un film per la televisione diretto dall’autrice.

Protagonisti sono un artista già affermato e una giovane attrice, bella quanto insicura e fragile. In queste pagine si assiste al racconto-dialogo che ha luogo durante una notte in cui lei sveglia il compagno e si inerpica sul difficile sentiero in cui a suon di domande tenta disperatamente di fare il punto della situazione, della loro storia.

Momento sbagliato per interrompere il sonno di lui e subissarlo di dubbi, domande complicate e risposte dolorose in cui c’è l’ansia per il tempo che scorre troppo veloce, il disinteresse e la noiosa mortale abitudine.

Sono una coppia apparentemente consolidata; ma dietro l’apparenza si sono aperte crepe importanti, la crisi è in pieno atto e sviscerare ogni pensiero aprirà ancora di più il solco profondo che li sta dividendo. Lei è rosa dai dubbi e dalle incertezze sul loro legame e annaspa alla disperata ricerca di conferme. Adotta più strategie, dai ricordi del passato alle minacce sul futuro.

Ma finisce per schiantarsi contro il muro del fastidio di chi vorrebbe solo dormire e non ha alcuna intenzione di analizzare la storia che si sta sfilacciando. Impossibile rinsaldare un rapporto che ormai sembra avere fatto il suo tempo.

 

 

Jennifer Radulović “Gainsbourg Scandale” -Edizioni Paginauno- euro 23,00

 

Per capire più a fondo l’esistenza di Jane Birkin aiuta questa splendida biografia del suo compagno storico Serge Gainsbourg, scritta dalla storica Jennifer Radulović. Storia della vita di un “poeta” geniale e maledetto che si legge come un romanzo e ripercorre la parabola del mito ribelle e provocatore, nato nel 1928 a Parigi e morto nel 19991.

Come scrive nell’incipit la Radulović «Questa è la storia d’amore di un uomo alluvionato nell’anima». Una frase in cui c’è tutto il destino di Gainsbourg, ritenuto il compositore più prolifico e intrigante del XX secolo; colui che ha saputo trasformare l’Amore – per la bellezza e l’arte- nella sua musa, ragione di vita, vocazione e condanna che alla fine lo consegnerà alla solitudine. Amante del lusso, di belle donne, sigarette Gitanes, degli eccessi – primo fra tutti l’alcol- attratto dall’oscurità e tormentato.

Qui viene ripercorsa l’intera sua vita a partire dalla nascita a Pigalle dal russo ebreo nato a Costantinopoli Joseph Ginsburg; pianista di discreto talento, emigrato a Parigi nel 1921 con la moglie Olga di due anni più grande di lui. Amano entrambi la musica che è la fonte di sostentamento della famiglia, allietata dalla nascita di 3 figli.

Il 2 aprile 1928 viene al mondo il gracile Lucien Ginsburg, il futuro Serge Gainsbourg. Il libro narra la sua infanzia tra Pigalle e la guerra, poi l’accademia di pittura e l’esplodere della vocazione musicale.

Gli esordi nei piano bar turistici, in seguito i primi album e via via verso un crescente successo, le sue canzoni interpretate da donne famose, tra le quali Brigitte Bardot con la quale imbastì anche una complicata relazione sentimentale di 3 mesi intensissimi.

Una vita densa di avvenimenti quella di Serge Gainsbourg, provocatore capace di rompere gli schemi e scandalizzare. Un genio, autore di oltre 1400 canzoni che vanno dalla musica classica al jazz, dal rock al reggae. Capace di spaziare brillantemente dalla creatività del musicista a quella del paroliere, divo, attore, regista, personaggio televisivo, pittore e romanziere.

Sul versante della vita privata ha collezionato due matrimoni e due figli prima di incontrare la musa per eccellenza, Jane Birkin; conosciuta nel 1968 sul set di “Slogan”. Il primo approccio non è dei migliori, lui caustico e arrogante. Poi la scintilla scocca una sera improvvisamente: lui 40enne di successo e Jane 21enne che nel breve arco di una notte scopre l’anima dell’uomo che diventerà l’amore della sua vita.

Nonostante i 19 anni di differenza l’unione inizia totalizzante e saranno la coppia più in vista, non solo in Francia; insieme per 12 anni, nella casa che Gainsbourg aveva acquistato nel 1967 in piena liaison con la Bardot, al 5 bis di Rue deVerneul. Dall’erotica “Je t’aime ….moi non plus” che canteranno insieme, i due raggiungono il successo planetario.

Il libro racconta molto del privato di un uomo che farà da padre alla figlia di primo letto della compagna e impazzirà d’amore quando nasce Charlotte. Poi la sua anima tormentata e l’alcolismo allontaneranno la Birkin che inutilmente tentava di salvarlo; quando puzzava di alcol, non si lavava e diventava insopportabile. Ma anche dopo la separazione e altri amori il loro legame resterà unico, indissolubile.

A tenerli uniti c’è pure la figlia Charlotte, il cui Dna gronda del talento dei genitori; basti ricordare che a soli 14 anni debutta nel cinema e vince il prestigiosissimo premo César.

La corsa verso la morte di Serge è inarrestabile, e Jane deve arrendersi alla sua auto-distruttività. Gainsbourg morirà il 2 febbraio 1991 – un mese esatto prima di compiere 63 anni- stroncato da un arresto cardiaco nel suo letto, da solo, nella casa che lo aveva visto felice con la sua musa. La sua salute era minata da tempo, condannato da un cancro in metastasi.

Jane nella bara del suo grande amore mette Munkey, dal quale non si era mai separata, perché accompagni Serge nel viaggio nell’al di là. Poi lo seppellisce nel cimitero di Montparnasse, tra il lutto generale e l’encomio del Presidente della Repubblica Francese François Mitterand che lo definisce uno dei più grandi artisti del paese.

Ma poiché la vita può essere assurdamente spietata, Jane, che all’epoca ha 45 anni, lo stesso giorno del funerale di Serge perde il padre a Londra, e subito riparte per salutare l’altro protagonista della sua esistenza.

 

Insieme per la prevenzione degli incendi boschivi

La tua opinione conta | Il questionario Uncem

Uncem – l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – in accordo con l’Agenzia per la Coesione territoriale, Ti propone questo breve questionario. Insieme potremo così impostare attività formativa, informativa, coordinare le azioni, scambiare le buone pratiche, coinvolgere le Istituzioni. Il tema è complesso, delicato, importantissimo. La prevenzione degli incendi boschivi. Nel quadro della pianificazione di protezione civile e della valorizzazione del patrimonio forestale.

Ecco il link per accedere al questionario:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSdW9QApM9Yd8CjCk9gzWZO0RedIk6piEgD31G3aNDKXAYFhRg/viewform?usp=sf_link

Grazie sin d’ora per le risposte che vorrai dare, in forma anonima. [Entro il 15 settembre 2023]
Per qualsiasi necessità, proposta, idea puoi scrivere un whatsapp al numero 3498599339 o una mail a uncem.nazionale@uncem.net

Stagione 2024/25 Come cambierà la Champions League

La Champions League di quest’annata 2023/24 sarà l’ultima nel formato a gironi così come lo conosciamo.
Dalla prossima stagione 2024/25 cambierà tutto.
Ci sarà un unico girone,composto da 36 squadre come la tipologia di un campionato vero e proprio con tutte le formazioni in gara.In questa ‘fase campionato’ ad ogni squadra verranno garantite otto partite contro otto squadre diverse, di cui quattro giocate in casa e quattro giocate in trasferta,sempre attraverso un sorteggio.
Le prime otto formazioni classificate si potranno qualificare per la successiva fase ad eliminazione diretta. Le compagini che si classificheranno invece dal nono al 24esimo posto saranno chiamate a sfidarsi nei playoff,uno spareggio in due partite, per accedere agli ottavi di finale.Le squadre classificate dalla 25esima alla 36esima posizione saranno eliminate da tutte le competizioni UEFA e non verranno quindi ripescate nelle competizioni minori.
Sarà un torneo sempre più avvincente e sorprendente.

Enzo Grassano

Cirio e gli assessori regionali in visita nelle scuole

In occasione dell’apertura dell’anno scolastico lunedì prossimo, 11 settembre, la Giunta regionale sarà presente in numerose scuole del Piemonte per portare il saluto della Regione agli studenti, ai docenti e al personale amministrativo:

– il presidente Cirio sarà alle ore 9 Castagnole Piemonte (TO) al nuovo polo scolastico infanzia/primaria, via Martiri della Libertà, e alle ore 11 a Torino all’Istituto di Istruzione superiore Copernico-Luxemburg, corso Caio Plinio 2 (qui anche l’assessore Tronzano)

– l’assessore Chiorino sarà alle ore 8.45 all’Istituto primario “Lamarmora” di Biella, alle ore 9.45 all’Istituto di Istruzione secondaria di primo grado di Sandigliano (BI), alle ore 11 al Liceo scientifico Avogadro di Vercelli per l’inaugurazione della nuova area a conclusione dei lavori di messa in sicurezza a seguito del terremoto del 2012

– il vicepresidente Carosso sarà alle ore 8.30 a Castello d’Annone (AT), via Aldo Leone 17, nella Scuola Primaria “Arturo Balestrirti”

– l’assessore Caucino sarà a Biella: alle ore 9.20 alla scuola media statale Nino Costa di Chiavazza, in via De Amicis 7, successivamente all’Istituto comprensivo San Francesco d’Assisi in piazza Martiri della Libertà 12

– l’assessore Gabusi sarà alle ore 8 nella scuola primaria Bosca di Canelli (AT)

– l’assessore Icardi sarà alle ore 8.30 nell’Istituto professionale Velso Mucci di Bra (CN), via Craveri 8

– l’assessore Marnati sarà a Novara: ore 8.45 Scuola primaria Buscaglia, via Fara 19; ore 9.15 Scuola secondaria di primo grado Pajetta, via Rivolta 4; ore 9.50 Scuola dell’Infanzia Collodi, via Spreafico 6; ore 10.20 Istituto Comprensivo Bellini, via della Riotta

– l’assessore Marrone sarà alle ore 9 presso l’Istituto comprensivo di Carignano (TO), via Tappi 44

– l’assessore Poggio sarà alle ore 10.30 nella scuola elementare De Amicis di Pontecurone (AL), via Roma 65, e alle ore 11.45 nella scuola elementare Salvo D’Acquisto di Tortona (AL), piazzale Mossi 1

Ruffino (Azione): “Governo ignora la sanità, ma è vulcano sociale”

Dichiarazione dell’on. Daniela Ruffino (Azione):
Le chiacchiere da bar del ministro Salvini sono fatte per accrescere l’allarme sulle intenzioni del governo in materia di sanità: voce Fini a ieri assente dalla manovra di bilancio. Si sta parlando della salute di milioni di italiani, almeno di tutti coloro che non possono permettersi cure e diagnostica nelle strutture private. Salvini ha smosso l’aria per dire che la sanità è prioritaria nella legge di bilancio. Bene: allora può dirci quanti in che località sono dislocati gli ospedali di comunità? Con quale personale medico e infermieristico saranno gestiti? Nella manovra si terrà in debito conto delle aree interne, quelle disagiate sul piano logistico e più lontane dall’ospedale?
Gli italiani che hanno ricevuto l’elemosina di Stato con la card da 300 euro, quanti mesi o anni dovranno aspettare per un elettrocardiogramma o per una Tac? Posso permettermi un suggerimento al ministro Schillaci e ai suoi colleghi di governo? Vadano una mattina, senza preavviso, a un pronto soccorso, e, senza farsi preannunciare da squilli di fanfara, vedano con i loro occhi in quale stato versa la sanità pubblica. Altro che taglio del cuneo fiscale e simili altre mance … alla sanità mancano 4 miliardi solo per avere lo stesso finanziamento dell’anno scorso. Molti di più né mancano se si vuole ripianare la spesa dell’emergenza Covid. Ultimo punto di domanda: il governo sta predisponendo il piano pandemico nazionale in vista di un autunno ricco di incognite sul Covid?

Piscine Trecate e Gaidano, manutenzione straordinaria

Partiranno in autunno i lavori di manutenzione straordinaria diffusa degli impianti sportivi Gaidano e Trecate. Il via libera agli interventi nelle due piscine è stato approvato dalla Giunta comunale, con una delibera proposta dall’assessore allo Sport Domenico Carretta. I lavori avranno un costo complessivo di 2 milioni e 217 mila euro finanziati con i fondi del Piano Integrato Urbano, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

 

Per quanto riguarda la piscina Trecate gli interventi prevedono la posa di nuovo sistema impermeabile su parte delle coperture piane (in corrispondenza della porzione a chiusura superiore orizzontale delle palestre e relativi locali accessori posti al piano primo della struttura e prospicienti la vasca ricreativa esterna); la sostituzione dei due lucernari presenti in corrispondenza della copertura della vasca natatoria da 50 metri; il rifacimento della pavimentazione e dei rivestimenti della vasca ricreativa esterna e di porzione del relativo piano vasca; il rifacimento dei rivestimenti del solarium rialzato, corrispondente con la copertura del locale tecnico sottostante seminterrato e la demolizione e ricostruzione del secondo solarium rialzato presente sul piano vasca a servizio della vasca ricreativa esterna; la manutenzione straordinaria degli idro scivoli esterni; la sostituzione delle elettropompe a servizio degli idroscivoli. Per la vasca ricreativa esterna sono previsti la realizzazione di nuova passerella pedonale per collegare l’attuale piano vasca con l’isola interna (attualmente raggiungibile solo immergendosi nella vasca) e la sostituzione di elettropompe a servizio giochi d’acqua.

Alla piscina Gaidano i lavori riguarderanno la riqualificazione degli spogliatoi (maschile e femminile) presenti al piano seminterrato con il rifacimento delle pavimentazioni, dei rivestimenti, la sostituzione dei sanitari, il rifacimento dell’impianto idrico sanitario e la sostituzione dei serramenti interni. Saranno sostituiti i serramenti esterni attualmente a chiusura del piano vasca (comprensivi della facciata vetrata continua). Previsti anche il risanamento dei locali tecnici e la realizzazione di percorsi per ipovedenti e mappe tattili in corrispondenza degli spogliatoi maschili e femminili.

Alpignano, presidio al giardino Impastato

L’Associazione Calabresi per la Legalità1, referente per il Piemonte di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, esprime ferma condanna per gesto di sfregio avvenuto nella notte tra il 08 e il 09 settembre 2023 della targa di intitolazione del “Giardino Peppino Impastato” c/o la Scuola primaria “A. Gramsci” di Alpignano (To).

Un’area intitolata a Peppino Impastato il 21 maggio 2022 dal Comune di Alpignano su proposta della nostra Associazione per ricordare una figura esemplare di lotta alla mafia.

Peppino Impastato ha pagato con la vita: lui diceva che “la mafia uccide, il silenzio pure”. Lui non ha taciuto. Con la sua vita, le sue scelte, i suoi interventi dai microfoni di Radio Aut ha sempre condannato la mafia e deriso i mafiosi. Si è impegnato in politica, avrebbe voluto dare un contributo al suo paese ma gli è stato impedito.

In realtà il 9 maggio 1978 hanno ucciso Peppino ma non le sue idee.

La sua morte non è stata vana e il suo ricordo va custodito e tramandato.

Queste le parole del nostro Presidente Pasquale Lo Tufo:

“Vandalizzata ad Alpignano a pochi giorni dall’accaduto di Torino la targa dedicata a Peppino Impastato che si trova nel giardino della scuola Gramsci.

Il giardino è stato intitolato a Peppino il 21 maggio 2022 dal Comune di Alpignano su proposta dell’ Associazione Calabresi per la Legalità.

Sconforto, indignazione e rammarico sono i sentimenti che provo in questo momento.
Sono vicino a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato a Giovanni a Luisa Impastato e tutta la loro famiglia.

Perché colpire ancora una volta la figura di Peppino Impastato?
Questi barbari gesti vanno condannati e combattuti con la cultura della Legalità.
Con il coraggio e le idee di Peppino si continua.”

Ringraziamo l’Amministrazione Comunale del Comune di Alpignano e il Sindaco Steven Giuseppe Palmieri per aver prontamente ripristinato la targa di intitolazione dei Giardini Impastato.”

Ieri 10 settembre 2023 alle ore 10:30 è stato organizzato, anche  in comune accordo con il Sindaco di Alpignano Steven Giuseppe Palmieri , un presidio presso il Giardino Peppino Impastato oggetto dell’atto vandalico davanti alla Scuola Primaria “A. Gramsci” in via Cavour 45″

La lunga strada di Seydou, attraverso il deserto e il mare

Nelle sale “Io, capitano”, miglior regia a Venezia a Matteo Garrone

PIANETA CINEMA a cura di Elio Rabbione

“Lo cunto de li cunti” dei nostri tempi, incessante, pressoché quotidiano, fatto di approdi e di tragedie, è quello delle migrazioni. Lo ha voluto affrontare anche Matteo Garrone, arrivato alla sua decima opera, lasciando doverosamente il clima baroccheggiante e cromaticamente sfarzoso del suo “Racconto dei racconti” (sono passati otto anni) e semmai immergendosi in un realismo pieno dove trova spazio la semplicità coniugata con i soprusi e le violenze (che furono già di “Dogman”) e dove possono, come in un miraggio lattiginoso e tremolante, nascere dagli occhi di un ingenuo ragazzo sparuti sprazzi fiabeschi e leggeri, di rappacificazione con il mondo e con se stesso (come già fu in “Pinocchio”). Una vicenda lineare, prevedibile nel suo svolgersi, per quella memoria che abbiamo dalle tante cronache, qui vista dall’interno (“una sorta di controcampo, rispetto a quel che siamo abituati a vedere qui in Europa”, dice Garrone), con gli occhi dei diretti protagonisti, con le testimonianze di quanti li hanno preceduti, necessariamente riscrivendo ogni cosa il regista e i suoi collaboratori Massimo Gaudioso e Andrea Tagliaferri nonché Massimo Ceccherini, scavezzacollo della compagine pieraccioniana e già impegnato per la trasposizione del romanzo di Collodi: con la confessione, nei giorni scorsi, da parte ancora di Garrone, “racconto una grande avventura popolare e Massimo viene dal popolo, è puro, mentre io faccio parte della borghesia.” Mah!

“Io, capitano” ha vinto il Leone per la miglior regia (gli altri cinque compagni allineati a Venezia da un Alberto Barbera troppo generoso sono rimasti a mani vuote) e il suo intenso interprete Seydou Sarr il Marcello Mastroianni come miglior giovane promessa. Racconta di Seydou, ragazzo sedicenne che vive a Dakar, che trasporta sacchi di cemento, che abita dignitosamente in una piccola casa con le sorelline più giovani e con la madre, e la sera se ne vanno tutti quanti a ballare per le strade della capitale. Nessuna guerra per combattere un’economia povera, nessun colpo di stato sanguinoso, sonni profondi, allegria, luci per le strade, musica. Ma il miraggio dell’Europa di tanto in tanto compare, pronto con prepotenza a coinvolgere il cugino Moussa: la madre urla no ma i ragazzi continuano a ingrossare e a nascondere il loro mucchio di soldi nella sabbia. Salire su quell’autobus è l’immagine della ragazzata incosciente, le risate, gli occhi trasognati e tranquilli si spingono sempre più oltre. Ma poi c’è la necessità di un nuovo passaporto e di nuove generalità, c’è la crudeltà che si espande dagli uomini alla natura, ci sono i brutti ceffi senza scrupoli che pretendono sempre più soldi, quelli che aiutano e invitano a collaborare “altrimenti sarete uccisi”, ci sono le botte e le torture e la corruzione, le lunghe traversate del deserto dove si può essere dimenticati a morire, la Libia delle promesse che nasconde soltanto soprusi, ci sono le lacrime e le ferite, c’è l’imposizione, ad un ragazzo di sedici anni che non sa nemmeno nuotare, a guidare una carretta del mare che dovrà portare lui e tutti i suoi compagni al di là delle acque del Mediterraneo. Ma Seydou ce la fa: “Nessuno è morto, una donna ha partorito il suo bambino, io li ho guidati sino a qui, io capitano!”

È un viaggio il film, della speranza e dell’azzardo, dell’affrontare la propria “stagione all’inferno”, è la crescita e la conquista di una coscienza di se stessi, della maturità raggiunta, della sapienza nell’affrontare le avversità. È un racconto piano, che scorre senza che si incontrino giudizi e prediche, che Garrone conduce in avanti con grande correttezza e con umana partecipazione, squarciando quella rete di crudeltà, in un paio di occasioni, con un sentimento leggero di favola, di sospensione onirica; è l’occasione per il regista, all’interno di quel vasto mare di realismo, per affidarsi a quella componente favoleggiante che gli è propria. “Io, capitano” ti riporta con la mente a certe idee e a certi momenti del “Pinocchio”, e allora il viaggio del burattino verso l’umanizzazione e la sua crescita tanto s’avvicina all’odissea sabbiosa e acquea di Seydou (attraverso la Nigeria e il Sudan e il Sahara e il mare), allora il vecchio muratore prende il posto della fata turchina che incoraggia e aiuta, i tipacci che sbarrano la strada quello del gatto e della volpe, il paese dei balocchi ha la medesima immagine delle luci che si scorgono lontane. Garrone lascia il suo ragazzo con quell’urlo in gola, gli occhi rivolti alla costa, quasi in un atteggiamento di sfida, nel disegno del suo film non c’è posto per il dopo, per i giorni e per le tante domande a venire, interrompe e preferisce non tratteggiare un approdo, un’accoglienza, un inserimento.

Con quello sguardo il viaggio fisico e morale di Seydou è terminato. Dell’interprete e del personaggio. Adesso che abbiamo visto con i suoi (loro) occhi le stazioni della lunga via crucis, ci chiediamo legittimamente se quelle luci laggiù lontane, immerse in un paese dei balocchi che proprio dei balocchi non è, non possano domani prevalere e far dimenticare le angosce del lungo viaggio. La sincerità e la genuinità di quelle lacrime che hanno accompagnato la premiazione (“grazie, grazie a tutti, sono felice, non ci sono parole”) ci spingerebbero a sognarlo perfettamente integrato: vogliamo credere che sarà così.

Elio Rabbione

Quattro feriti e code in tangenziale per un incidente

Il bilancio è di quattro feriti in codice giallo, tre auto danneggiate e lunghe code per l’incidente avvenuto ieri sulla tangenziale di Torino,  nei pressi dello svincolo di corso Francia. I feriti sono stati trasportati all’ospedale di Rivoli.