ilTorinese

Torino, uomo minaccia di lanciarsi da una gru

In tarda mattinata un uomo è salito su una gru tra via Filadelfia e corso Siracusa, a Torino, e ha minacciato di lanciarsi nel vuoto. Sul posto le squadre dei vigili del fuoco e la polizia con un negoziatore per convincerlo a desistere. Sono sconosciuti i motivi che hanno spinto l’uomo a compiere tale gesto. La viabilità intorno alla gru è stata sospesa al traffico dalla polizia locale.

Lidia Poët: sulle (vere) tracce della prima donna avvocato d’Italia

Un tour, che parte da Torino Porta Nuova, vi porta alla scoperta di Lidia Poët, tra vallate assolate, luoghi da raggiungere solo a piedi, cucina contadina e tradizioni valdesi. Una giornata per scoprire i luoghi dove Lidia nacque, visse e studiò diventando una donna che precorse il suo e il nostro tempo.

 

 

Il Consorzio Turistico Pinerolese e Valli, nato due anni fa per valorizzare la zona e promuovere le eccellenze del territorio, organizza un tour del costo di 80 euro da Torino o 70 euro da Pinerolo e che comprende trasferimenti in bus e navette, guida turistica abilitata, pranzo tipico (acqua inclusa) e assicurazione sanitaria. Durante l’intera giornata è possibile incontrare in abiti tradizionali abitanti delle vallate che raccontano la maestria che si cela dietro ad ogni capo e i discendenti di Poët che approfondiranno la figura della loro illustre parente.

 

 

 

Il tour, intitolato La Toga Negata, parte da Torino Porta Nuova per poi fare una breve sosta a Pinerolo e accorpare eventuali partecipanti. Si prosegue subito alla volta di Traverse dove si trova la casa natale di Poët per poi proseguire con tratti a piedi, al cimitero di san Martino. Si scende fino all’agriturismo La Chabranda, a Pomaretto per un menù a base di ricette di inizio Novecento.

 

 

Il tour prosegue a San Germano Chisone dove sono conservate la toga ma anche abiti e borsette, per poi proseguire per la biblioteca di Pinerolo, un tempo Banca d’Italia, e il Teatro Sociale.

 

Ed è proprio qui, nella bella sala settecentesca del Circolo Sociale che mi siedo per inviare alcune foto al mio direttore. Mi fermo per soli cinque minuti, ma tanto basta per lasciarmi indietro. Mi alzo di scatto e vado verso l’uscita, ma del mio gruppo non c’è nessuna traccia. Vedo una figura in penombra che prima non avevo notato. Ha i capelli chiari raccolti sulla nuca, un abito lungo e nero, dal bustino stretto e con un collarino che ricorda le donne al ballo dipinte da Toulouse-Lautrec, una microborsina di perline tra le mani e l’aria di qualcuno che mi stava osservando da tempo.

 

Ma lei è…

 

E lei si è distratta, ed ora l’han lasciata qui.

 

Signora Poët cosa ci fa qui?

 

Crede forse che io sia solo e sempre china sui libri? Mi piace uscire e incontrare gli amici di tanto in tanto. Non si vive mica solo di studio. A proposito, ha visto Edmondo?

 

De Amicis?

 

Ma certo. Mi ha chiesto di trovargli una casa per le vacanze con camere da letto per sé e i suoi figli, una cucina e un “luogo per rifocillarsi”. Mi deve aver preso per un’agenzia di viaggi (ride). Però l’ho trovata.

 

E dove si trova? Questa conversazione è assurda e una delle due dev’essere matta.

 

E secondo lei le dico l’indirizzo? Così poi si ritrova i fotografisotto casa. Comunque non mi definirei matta. Caparbia, forse. Ma come non esserlo con quello che ho passato.

 

Va bene, aspetti, se questa intervista ha qualche senso, allora facciamola per bene. E partiamo dall’inizio. Lei nasce a Perrero e trascorre la sua infanzia in località Traverse.

 

So che vi han portati lì questa mattina. È un luogo a cui sono molto cara, dove scoprii la mia passione più grande: i libri. Andavo in soffitta e leggevo tutto ciò che trovavo, anche quel che non avrei dovuto (ride ancora, con la bocca e con gli occhi, quasi a rivelare una marachella). Sa io provengo da una famiglia valdese. Eravamo benestanti, e nella nostra comunità, lo studio viene incentivato.

 

Mi sta dicendo che la sua famiglia non l’ha osteggiata negli studi?

 

Al contrario. Quando studiavo legge, mio fratello mi accompagnava tutti i giorni in facoltà. Sa, a noi donne, ed io a legge ero l’unica, non era permesso girare da sole. E così il poverino mi scortava. Si figuri che la prima volta che arrivai un professore mi chiese se volevo un tavolo tutto per me. Dissi di no, che potevo sedermi con gli altri. Quando entravano in aula dicevano: Buon giorno Signori e Buongiorno Signorina. Poverini, non sapevano nemmeno come rivolgersi a me.

 

Lei però aveva già fatto un anno a medicina.

 

E poi decisi di cambiare. Non sono mica perfetta.

 

Fu colpa di Lombroso? Si vocifera che non era molto amabile con le donne. Anzi le preferiva in casa a fare la calzetta.

 

Il Professor Lombroso fu figlio del suo tempo, non creda. Ma anche lui cambiò idea molte volte nel corso della sua vita. E secondo me fu merito anche delle due figlie femmine che si emanciparono e non rimasero a casa a fare la calzetta. Anzi sa cosa le dico? Che quando dovetti sostenere l’esame di medicina legale, avendo un trascorso a medicina, chiesi l’esonero. Ma il Professore fu irremovibile, mi costrinse a seguire il corso proprio con lui. E quando superai l’esame mostrò soddisfazione e, mi lasci dire, anche ammirazione.

 

Lei era molto ammirata. Dagli uomini intendo. Riceveva bigliettini dai compagni di corso…

 

Oh, non creda di farmi arrossire. Si lo ero, ma io ero anche timida all’università e comunque la vita matrimoniale non è mai stata nei miei progetti. Dovevo studiare e dovevo aprire quelle porte che per noi donne erano ancora chiuse col lucchetto. A proposito di uomini, sa cosa mi ha detto Victor-Marie l’altra sera?

 

Sta parlando di Victor Hugo?

 

Lei conosce altri Victor-Marie?

 

Manco uno

 

Eravamo ad un ballo e gli ho detto che, beh, mi serve una visita dal dentista. Ho perso un dente e vorrei rimpiazzarlo. Ma Victor mi ha fissato seria e mi ha detto: on farlo, sarebbe l’unica cosa non autentica di te (e nuovamente scoppia a ridere) Non dovrei vantarmi così, ma le confesso che mi ha fatto piacere.

 

Torniamo ai suoi studi, non vorrei che l’intervista virasse verso il gossip. Lei chiedeva continuamente di poter studiare latino. Prende tre diplomi, ma torna sempre alla stessa richiesta. Ma perché?

 

Forse perché in cuor mio volevo approdare proprio alla facoltà di legge. E per quella serviva conoscere il latino.

 

E perché giurisprudenza. Perché non restare a medicina, dove c’erano già altre donne. Perché scegliere sempre la strada meno battuta.

 

Lei ha visto dove sono nata e ha visto anche dove riposo, al Cimitero di san Martino? Io ho mosso i primi passi sulle mulattiere. Crede forse che percorrere Via Po potesse spaventarmi? Vede, la mia famiglia ha sempre stimolato la curiosità, mi ha permesso di viaggiare e di aprire la mente. E in testa io avevo concetti come il voto alle donne, i diritti degli orfani, le condizioni dei carcerati. Dovevo mettere nero su bianco. Sapevo che il diritto si sarebbe evoluto. Anche se non sono molto contenta delle condizioni nelle carceri oggi.

 

C’è un problema di sovraffollamento

 

Non solo, non c’è un adeguato reinserimento nella società. Bisogna promuovere il lavoro, insegnare un mestiere, permettere ai prigionieri di guadagnare in modo che il reinserimento nella comunità, una volta scontata la pena, sia il più naturale ed efficace possibile. Ho scritto tutto, e fortunatamente alcuni compagni di corso o lettori hanno trascritto le mie conferenze.

 

Diciamo la verità, lei aveva i fan che hanno permesso di raccogliere i suoi discorsi e di pubblicarli.

 

Ha visto che qualcosa è conservato nella Biblioteca di Pinerolo?

 

Si, ed è stato emozionante. C’è anche una copia della sua tesi sul voto alle donne.

 

A proposito, lei va a votare, vero?

 

Ovvio, è per donne come lei che non vorrei perdere diritti acquisiti con fatica. Anche se non sempre riesco a capire come formulano un referendum.

 

Politichese misto a burocratese. Sembra lo facciano a posta. Ha visto la mia richiesta di ricorso quando mi negarono la toga? Fui chiara: ho studiato, ho passato gli esami, sono stata giudicataidonea, dunque quella toga mi spetta. Eppure riuscirono a negarmela.

 

Toga o non toga, lei comunque lavorò nello studio di suo fratello. Mi racconta di qualche cliente illustre? Tanto ormai saranno procedimenti caduti in prescrizione, se non nell’oblio.

 

Agnelli

 

No, ecco magari non così illustre…

 

Stia tranquilla, non ho intenzione di tradire il segreto professionale. Dicevo, il Senatore Agnelli venne da noi per quella causa alla San Giorgio, la compagnia navale. E volle me per occuparsene. Ed io viaggiai per i vari incontri su e giù per l’Italia.

Per ringraziarmi fece fare un bellissimo ventaglio con dipinta l’aula del tribunale. Lo conserva ancora mia nipote, avvocato anche lei. Credo l’abbia conosciuta.

 

 

Si, l’avvocato Daniela Trezzi. Dicono che l’assomiglia molto. E in effetti l’aria dolce e gli occhi sorridenti la ricordano. Anche suo padre era avvocato…

 

E anche suo figlio. E ci tramandiamo una scrivania dove studiamo, su mia precisa richiesta. Mi piace pensare che il mio lavoro continui a vivere attraverso loro. A proposito, eravate a pranzo insieme. Le è piaciuto?

 

Un pranzo meraviglioso, e quel vino… io non bevo ma era così profumato.

 

La nostra è una cucina povera, contadina ma estremamente autentica. La zuppa che ha assaggiato, a base di grissini, formaggi e burro, cotta nel brodo di gallina e ripassata al forno, è molto sostanziosa. E quello che voi chiamate cibo di conforto. E poi ci sono i salumi, i formaggi, il miele e le composte di accompagnamento e il flan al caramello. E si, abbiamo anche ottimi vini. Del resto queste vallate consentono coltivazioni genuine. Mi han detto che quei matti dei mei compaesani ora coltivano lo zafferano.

 

E dicono che viene su pure piuttosto bene. In effetti, passeggiando tra le borgate sono stata investita da una grande varietà di profumi. Erbe aromatiche ma anche fiori.

 

Dove non arriva l’uomo, la natura si prende ancora i suoi spazi e i suoi tempi per fare le cose per bene. Io torno spesso a passeggiare in quelle zone. Ha visto che quiete al cimitero? Anche se quel muro che separa i cattolici dai valdesi non so se ha ragion d’essere. Non siamo forse tutti uguali, nella vita come nella morte?

 

 

Guardi, cambiamo discorso, non vorrei entrasse Totò a recitare la livella.

 

Chi? Ma si, forse dovrei andare anche io. La pasticceria in piazza è ancora aperta e… ha assaggiato la Torta Zurigo?

 

Si, ma aspetti. Mi dica almeno se la serie su Netflix le è piaciuta…

 

Beh, non è la mia storia. Mi vede? Non sono nemmeno mora. Capisco farmi bere il whisky per esigenze di copione, ma se la immagina mia nipote che dice parolacce? Siamo signore di altri tempi…non mi faccia dire. Però una cosa è bene che si sappia. Grazie alla serie Netflix la mia storia sta tornando in luce. Ero stata dimenticata e lo capisco. Il tempo passa e la mia è una famiglia di gente schiva. Ma io ho ancora tanto da dire. Pensi che una frase a me cara, dalla lettera di Paolo ai Corinzi, l’ho persino fatta scrivere…

 

 

Sulla sua lapide. Tre cose contano la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità.

 

Loredana dobbiamo rientrare a Torino. Non ti sarai per caso annoiata

 

 

No affatto, è che stavo parlando con la…giuro c’era qui una c’era una signora…

 

 

Rossana Turina, presidente del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli, mi riporta alla realtà e mi riaccompagna al bus di rientro. Io però sono sicura di aver incontrato... Anche se a spiegarlo al resto del gruppo c’è da non crederci.

 

Va bene, non credete a niente di quel che ho scritto. Andate a scoprirlo con i vostri occhi. Poi vediamo se sono io ad essermelo inventata.

 

Per informazioni sui prossimi Tour:

 

Sito internet: www.turismopinerolese.it

Instagram: @turismopinerolesevalli

Facebook: Turismo Pinerolese e Valli

 

 

Loredana Barozzino

 

Aree montane, Pd: “Incognita risorse”

ROSSI-GALLO (PD): “ TEMPISTICHE ELETTORALI”

9 ottobre 2023 – “Più si avvicinano le elezioni più aumentano le proposte dal sapore elettorale da parte della maggioranza. Ci aspetteremmo, invece, che almeno in questi ultimi mesi di legislatura il centrodestra affrontasse finalmente i problemi reali che pesano sulla sanità piemontese: liste d’attesa, scarsità di personale e riorganizzazione, per citarne alcuni” dichiarano il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo e il Vicepresidente della Commissione sanità e Segretario regionale Pd Domenico Rossi.

“Il centrodestra – proseguono gli esponenti dem – ha voluto l’esame della proposta di legge Preioni sull’organizzazione del Servizio sanitario regionale, nelle aree marginali montane, un provvedimento che prevede misure temporanee per sopperire alla carenza di personale sanitario, in particolare nelle aree marginali del Piemonte. Certo si tratta di una misura che nel merito potrebbe anche essere condivisibile, ma che è sospetta nella tempistica e lascia aperte due questioni importanti, quella delle risorse in un contesto di bilancio molto preoccupante per il Piemonte, aggravato dai disavanzi delle asl e dai tagli del governo e l’assenza di un piano regionale e di una riorganizzazione globale della sanità piemontese che il Partito Democratico chiede ormai da anni”.

“Se la destra avesse voluto investire nelle aree montane ci saremmo aspettati un provvedimento di giunta nelle fasi iniziali della legislatura e non lo smantellamento dei servizi sanitari a cui abbiamo assistito a partire proprio dal VCO. Abbiamo ripetutamente chiesto al centrodestra di scrivere con tutti gli attori interessati una nuova sanità, ma è ormai chiaro che l’unico interesse di questa Giunta è quello di approvare provvedimenti spot fini a se stessi e non di programmare una nuova sanità” concludono Gallo e Rossi.

 

Auto fa inversione e si scontra con motociclista: operato d’urgenza al Cto

Sulla strada provinciale 174 a Nichelino verso Stupinigi un violento scontro è avvenuto ieri tra una Fiat Punto e una moto Kawasaki che è andata a finire sulla  pista ciclabile. Il motociclista è stato portato in codice rosso al Cto di Torino dove ha subito un intervento chirurgico per le diverse fratture riportate a gambe e braccia, ma non è in pericolo di vita. Sul posto i carabinieri  di Nichelino. Sembra dalle testimonianze che la vettura stesse effettuando una  inversione di marcia.

Una Reale Mutua rimaneggiata esce sconfitta a Rieti

08 ott 2023 – Una Reale Mutua Torino rimaneggiata nel reparto esterni, senza l’infortunato Matteo Schina e con Luca Vencato a mezzo servizio per un fastidio alla schiena, esce sconfitta dal PalaSojourner di Rieti contro la Real Sebastiani. Il risultato finale è di 91-84 per la squadra di casa. Torino avrà comunque l’opportunità di riscattarsi già questo mercoledì, con il turno infrasettimanale che vedrà i gialloblù impegnati in Sicilia contro la Fortitudo Agrigento.

Coach Ciani decide di partire con Kennedy, De Vico, Ghirlanda, Thomas e Cusin. Coach Rossi risponde con Johnson, Nobile, Sarto, Raucci e Hogue.

Torino subisce una buona partenza dei padroni di casa che si portano subito sull’8-2, guidati da Jazz Johnson. Kennedy risponde dalla lunga distanza e poi trova Marco Cusin per il layup dell’8-7, ma Rieti affonda un altro colpo alla Reale Mutua con un parziale di 13-5 che costringe coach Ciani a chiamare timeout sul 21-12 dopo poco più di 5 minuti di gioco. Al rientro in campo i gialloblù reagiscono con le triple di De Vico e Pepe che chiudono il primo quarto sul -3: 28-25.

In avvio di secondo quarto Torino trova punti da Federico Poser ma dall’altra parte Johnson continua a colpire dall’arco e Rieti trova il massimo vantaggio sul +11 (43-32). Spazio al giovane gialloblù Fea che risponde presente con 5 punti, ma Sarto segna da tre e poi Raucci in lunetta spinge Torino sul -15. Kennedy dalla media distanza usa il tabellone per chiudere la prima metà di gara sul 51-38.

Al rientro dagli spogliatoi Torino prova a ricucire lo svantaggio ma Raucci e il solito Johnson respingono ogni tentativo di rimonta: dopo 5 minuti la Reale Mutua si trova sul -16 (massimo svantaggio). Cusin segna dalla media e Vencato trova Poser per un layup sotto canestro, ma la Reale Mutua continua ad avere difficoltà a contenere l’attacco dei padroni di casa. Il terzo quarto si chiude sul 69-57 per la squadra reatina.

Torino cade nuovamente sul -15 dopo un canestro di Hogue nei primi minuti del quarto quarto. Poser risponde per provare a tenere i gialloblù in partita ma dall’altra parte il centro ex Trento impedisce alla Reale Mutua di portare l’inerzia del match dalla propria parte. Quando mancano 4 minuti da giocare, la Reale Mutua riesce a trovare in Poser e Kennedy il motore per rientrare in partita, portandosi sul -7 e costringendo coach Rossi al timeout sul punteggio di 80-73. A meno di tre minuti dalla fine De Vico trova la bomba del -4 (80-76). Dall’altra parte la difesa gialloblù perde un rimbalzo fondamentale dopo uno 0/2 in lunetta di Hogue: un’ingenuità che costa caro alla Reale Mutua, che nell’extra-possesso subisce una tripla pesante di Spanghero che chiude di fatto i conti. Torino infatti non riesce più a rimontare negli ultimi secondi: il risultato finale è di 91-84.

Commento postpartita di coach Franco Ciani: “Partita di grande intensità, fisicità e di grande impatto agonsitico. Per noi è stata una partita particolarmente complessa poiché ci presentavamo senza Schina e con Vencato disponibile solo per un minutaggio limitato. Ha pesato molto per noi il secondo quarto in cui abbiamo giocato in maniera caotica e abbiamo subito molto dai nostri avversari. Meglio nella seconda metà di gara, in cui abbiamo giocato una buona pallacanestro e siamo andati vicini a ricucire, ma dobbiamo imparare a non subire questo tipo di parziali dai quali è molto difficile recuperare, specialmente in un campionato come questo dove il livello si è alzato ulteriormente.”

REAL SEBASTIANI RIETI – REALE MUTUA TORINO 91-84 (28-25, 23-13, 18-19, 22-27)

Rieti: Sarto 10, Minestrini ne, Frattoni, Petrovic 4, Hogue 13, Ancellotti 3, Johnson 27, Raucci 10, Italiano 7, Nobile 8, Spanghero 9. Allenatore: Rossi.

Torino: Kennedy 22, Thomas 7, Vencato 1, Ghirlanda, Fea 5, Poser 18, Ruà ne, De Vico 15, Cusin 6, Pepe 10. Allenatore: Ciani. Assistenti: Iacozza, Siragusa. Rimbalzi: Thomas 7. Assist: Vencato 5.

Tutto esaurito a Portici di Carta. I numeri dell’edizione appena conclusa

16a EDIZIONE sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023

Tutto esaurito a Portici di Carta 2023. Con oltre 100 appuntamenti (tutti a ingresso gratuito), 2 chilometri di libreria lungo i portici del centro torinese, grazie alla presenza 63 librerie torinesi, 69 case editrici e 49 espositori “Il libro ritrovato”, volge in chiusura la sedicesima edizione di Portici di Carta del Salone Internazionale del Libro di Torio e della Città di Torino.

Grande soddisfazione, per la manifestazione che, nelle giornate sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023, ha registrato il sold out per tutti gli appuntamenti e ha colorato Via Roma e Piazza San Carlo, con i loro eleganti portici, riunendo attorno al libro la comunità di lettrici e lettori di ogni età e ospitando scrittori e scrittrici da tutta Italia, autori internazionali, bibliotecarie, bibliotecari, insegnanti e volontari. Un appuntamento dedicato non solo al pubblico cittadino, ma anche ai turisti da ogni parte d’Italia, per proporre occasioni di incontro, ascolto, scambio di idee, riflessioni e progetti. Una festa del libro che si è svolta in un’atmosfera vivace e ricca di calore, caratterizzata da un’energia frizzante tra le bancarelle di librai e editori, impreziosito da una dedica importante, quella al compianto Milan Kundera, e da un focus sulle due case editrici ospiti di questa edizione, Adelphi e Clichy.

Ecco alcuni titoli che hanno riscosso maggior successo di vendita a Portici di Carta 2023, oltre ai romanzi delle autrici e autori di cui si sono svolte le presentazioni.

Grandi vendite per l’ultimo libro di Felicia Kingsley, il cui firmacopie è durato quasi cinque ore.
Tra i gialli più richiesti Un semplice caso di infedeltà di Jacqueline Winspeare (Neri Pozza) e Non si uccide il primo che passa di Christian Frascella (Einaudi).
Per la narrativa straniere i più amati sono stati l’ultimo libro di Isabel Allende Il vento conosce il mio nome (Feltrinelli) e Chi è nudo non teme l’acqua di Matthieu Aikins.
Nel settore saggistica i titoli più venduti sono stati All’arme! All’arme! I priori fanno carne! di Alessandro Barbero (Laterza) e Italo di Ernesto Ferrero (Einaudi).
Tra i libri per l’infanzia e ragazzi più apprezzati: i titoli dell’editore ospite Clichy, tra cui i volumi dell’illustratore Barroux, Il ladro di foglie di Alice Hemming, Giungla mortale (Ippocampo), Viaggi di Anna Benotto (Lupo Guido), Calvin and Hobbes di Bill Watterson.
Dell’editore ospite Adelphi richiestissimo Maniac di Banjiamin Labatut, ospite acclamato a Portici di Carta.
Tra i volumi sulla scienza più richiesti: l’ultimo libro di Carlo Rovelli Buchi bianchi (Adelphi).

Per il settore Voci di donne: i libri di Michela Murgia come Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Accabadora, Stai Zitta e e Il pozzo delle bambole di Simona Baldelli (Sellerio).
Tra i grandi autori e autrici internazionali sono stati particolarmente richiesti i romanzi di Cormac McCarthy, Margaret Atwood e Milan Kundera, autore a cui l’edizione è stata dedicata.
Per il settore poesia, lettrici e lettori hanno particolarmente amato la raccolta di Patrizia Cavalli Poesie (1974-1992), edito da Einaudi.
Nel settore dei graphic novel hanno suscitato interesse: I quaderni ucraini e I quaderni giapponesi di Igort (Oblomov).
Tra i libri d’arte: Me la ricordo come una giornata felice di Roberto Racca (Allemandi)
Tra i libri in lingua più venduti: The Little Prince di Antoine de Saint-Exupéry, edito da Penguin. Grande interesse per i libri di narrativa e saggistica dedicati al Giappone.
Sul tema della montagna lettrici e lettori hanno richiesto Le mie montagne di Bonatti (Solferino). Per quanto riguarda le storie locali, Porta Palazzo Stories (Graphot) è stato il libro più venduto. Nell’anno dell’anniversario di Italo Calvino, i libri dell’autore più acquistati a Portici di Carta sono stati come Il barone rampante, Marcovaldo, Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Grande partecipazione agli incontri con autrici e autori nelle sale delle Gallerie d’Italia-Torino Intesa Sanpaolo, all’Oratorio San Filippo Neri e in piazza San Carlo.

Tutto esaurito per tutti gli appuntamenti, tra cui quelli con protagonisti:

lo scrittore cileno Beniamìn Labatut (Cile) intervistato da Paolo Giordano; Viola Ardone in dialogo con Annalena Benini; l’illustratore francese Barroux; Roberto Colajanni e Chiara Valerio sulla casa editrice Adelphi, editore ospite a Portici di Carta; Michela Marzano in dialogo con Simonetta Sciandivasci; Giorgio Pinotti su Milan Kundera, a cui Portici di Carta è stata dedicata; Marco Rossari con Tiziano Scarpa; Walter Siti con Ottavio Fatica su Louis-Ferdinand Céline; Lorenza Gentile; gli autori per bambini e ragazzi Sergio Olivotti e Giulia Pastorino, autori editi da Clichy, editore ospite.
Felicia Kingsley: «Sono molto affezionata al rapporto con le persone che leggono i miei romanzi, infatti quando scrivo sento una certa responsabilità e temo di deluderle. Come costruisco i protagonisti dei miei libri? Si tratta di un processo spontaneo, è come se i personaggi parlassero nella mia testa e quando succede le opzioni sono due: perdi la ragione o ne fai un lavoro scrivendo dei libri!»
Benjamin Labatut: «Non dico mai da dove arrivano i miei libri perché nemmeno io lo capisco; sicuramente è qualcosa che ha a che fare con il subconscio. Per me i libri sono una sorta di lungo incantesimo. Come esseri umani fatichiamo a farci bastare il mondo che viviamo: gli scienziati infatti soffrono molto i limiti della realtà, ma per fortuna nella letteratura il finito può espandersi in infinito».
Viola Ardone: «Come sei entrata dentro questa storia? L’idea nasce proprio a Torino durante il progetto Adotta uno scrittore del Salone del Libro, quando sono stata “adottata” da una scuola che si trova all’interno del reparto di psichiatria dell’ospedale Regina Margherita. Ho scritto questo libro per tutte quelle famiglie che si sono sentite sole e abbandonate, per cercare di mettere in contatto parti diverse del mondo che di solito non si toccano».

I commenti

Michela Marzano: «Le donne della mia generazione sono cresciute con l’idea che la parità di genere esisteva già, ma non era vero. Quello che io volevo raccontare era la storia delle donne della mia generazione, delle mie colleghe, delle mie studentesse e di tutte le persone che si sono trovate in una situazione in cui non hanno potuto dire no. Più porto in giro questo libro più diventa la storia di tutte le donne. Abbiamo capito tutte cos’è la sorellanza: avere una storia comune che abbiamo subito e che ha limitato la nostra volontà. Con questo libro volevo mostrare come mi piacerebbe che alcune lezioni avvenissero nelle scuole e nelle università, lezioni che trattino l’educazione al rispetto e alla consapevolezza del proprio valore. Provo a spiegare ai miei studenti che il concetto di giustizia nasce nel momento in cui esci dalla legge del taglione, non è che facendo subire lo stesso o qualcosa di peggiore che si migliora il mondo. Io sono per una scrittura riparativa, per me raccontare vuol dire proprio riparare le storie».
Giorgio Pinotti: «Negli anni ’80 Kundera sente una forte esigenza: liberare la sua opera letteraria da qualsiasi sovrainterpretazione di carattere politico. Per Milan Kundera il romanzo è l’ultimo osservatorio dal quale è possibile abbracciare la vita».

Molto apprezzate dalle famiglie le attività nello spazio Mini Portici in piazza San Carlo, che hanno coinvolto bambine e bambini, come le letture ad alta voce di Nati per leggere, le proposte delle Biblioteche civiche torinesi e TorinoReteLibri Piemonte, le azioni di pittura del Dipartimento Educazione Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, i laboratori con autori e autrici di Clichy, editore di narrativa per l’infanzia ospite di questa edizione (l’illustratore francese Barroux, Giulia Pastorino, Sergio Olivotti, Marianna Balducci. In Piazza San Carlo ha fatto tappa anche il Bibliobus, la biblioteca itinerante della Città di Torino, con proposte di attività e servizi, inaugurato nell’edizione 2018 di Portici di Carta.
Emozionante il concerto di apertura Musβ es sein? Es muβ sein!” – omaggio a Milan Kundera, proposto dall’Ensemble Futura, gruppo formato da giovani musicisti, cantanti, attori e ballerini provenienti dalle associazioni e dalle scuole elementari, medie e superiori di Torino e del Piemonte. Ingresso libero senza prenotazione.

Portici di Carta è stata anche l’occasione per presentare e confrontarsi su progetti di promozione alla lettura:

il Concorso letterario nazionale Lingua Madre, la Festa del libro medievale e antico di Saluzzo (in programma dal 20 al 22 ottobre), l’Independent Book Tour (dopo la partenza a Verbania), ideato da Hangar del Libro – Regione Piemonte e Salone Internazionale del Libro di Torino, il convegno Stati generali delle biblioteche scolastiche del Piemonte, l’appuntamento Ma… dove vanno i librai? con i librai di diverse parti d’Italia e il presidente nazionale di ALI Paolo Ambrosini.
I luoghi degli incontri sono stati l’Oratorio e la Chiesta San Filippo Neri, le Gallerie d’Italia-Torino di Intesa Sanpaolo, Piazza San Carlo e alcuni Caffè storici, pasticcerie ed esercizi commerciali che si affacciano sulla piazza stessa, orgogliosamente soprannominata il salotto di Torino (Caffè San Carlo, Biraghi, Caffetteria Torino, Pasticceria Iginio Massari, Costadoro, Mokita, Sinatra, Stratta).
Sold out per le otto passeggiate: sei curate da Alba Andreini, una da Rocco Pinto e una dalla casa editrice Edt che hanno guidato il pubblico alla scoperta dei luoghi e degli spazi cittadini frequentati

da scrittori, pensatori, nomi illustri che hanno visitato a Torino (come Fruttero & Lucentini, Mario Soldati, Jean Jacques Rousseau, Edmondo De Amicis, Augusto Monti, Vittorio Alfieri, Friedrich Nietzsche, Leone Ginzburg, Cesare Pavese, Primo Levi, Emilio Salgari, Italo Calvino) oppure nella Torino dei copisti, degli editori e degli stampatori o, novità di questa edizione, alla scoperta delle relazioni tra arte, architettura e mondo dei libri con la passeggiata matematica.
Portici di Carta ha visto un pubblico nutrito partecipare agli incontri letterari Il giro del mondo in 40 libri, ideati per confrontarsi sui temi della multiculturalità, migrazione e inclusione, grazie al Centro Interculturale della Città di Torino, e agli appuntamenti proposti all’insegna della consapevolezza green al Gazebo Sambuy, grazie a Il Giardino Forbito con il mercato della Biodiversità Googreen. Apprezzatissimi gli incontri di Matota Festival di letteratura per ragazze e ragazzi. Novità di quest’anno è stata la collaborazione con le Giornate della Legalità della Fondazione per la Cultura della Città di Torino e con Festival del Digitale Popolare.
Portici di Carta si conferma la manifestazione di promozione del libro e della lettura capace di coinvolgere tutti i soggetti della filiera, dagli editori ai librai, dalle biblioteche alle scuole.
Quest’anno, grazie alla collaborazione con TPE – Teatro Piemonte Europa, attrici e attori hanno dato voce alle pagine di alcuni romanzi protagonisti a portici: Grande Meraviglia di Viola Ardone (Einaudi) e Guerra di Louis-Ferdinand Céline (Adelphi).

I giovani a Portici di Carta
Anche quest’anno a Portici di Carta, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, un gruppo di studentesse e studenti è stato coinvolto attivamente nella logistica dell’evento. Grazie alla relazione strutturale con TorinoReteLibri Piemonte (rete di coordinamento delle biblioteche scolastiche che conta più di 69 scuole aderenti sul territorio), i ragazzi e le ragazze hanno la possibilità di svolgere le ore di alternanza scuola-lavoro aiutando nell’accoglienza del pubblico, nella gestione degli spazi e delle sale e nel supporto alle attività per bambine e bambini di Mini Portici. Tutti gli studenti e le studentesse hanno partecipato al percorso organizzato dal Salone del Libro, Lavorare con i libri, l’esperienza formativa che accompagna alla scoperta della filiera del libro. Un percorso per rendere più fruttuosa e consapevole la loro esperienza di PCTO.
A Portici di Carta sono tornati anche le e ragazze e i ragazzi del Bookblog, i giovani reporter del Salone Internazionale del Libro. Una decina di studentesse e studenti del Liceo Alfieri di Torino hanno documentato con interviste, reportage e articoli le giornate di Portici di Carta, raccogliendo riflessioni, temi, idee che saranno riportati sul blog online bookblog.salonelibro.it.
I numeri

Programma Portici di Carta:

20 appuntamenti
Mini Portici: 22 appuntamenti + lo spazio Nati per Leggere aperto tutta la giornata Passeggiate letterarie: 8 appuntamenti

Centro Interculturale della Città di Torino: 40 appuntamenti Portici della legalità: 6 appuntamenti
Matota Festival: 24
Librerie: 63
Case editrici: 69
Libro Ritrovato: 49 espositori Totale espositori: 120

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Martin Amis “La storia da dentro” -Einaudi- euro 25,00

E’ morto recentemente, a 73 anni, (il 19 maggio 2023), lo scrittore, saggista e sceneggiatore britannico Martin Amis; una manciata di giorni prima della pubblicazione in italiano di questo suo libro che può essere letto come una sorta di testamento e come il seguito del memoir “Esperienza” uscito nel 2000.

Era figlio del mostro sacro della letteratura, Kingley Amis; che tra l’altro sposò un’altra scrittrice di talento, Elizabeth Jane Howard, matrigna di Martin. Un matrimonio che il figliastro descrisse armonioso agli inizi, cementato dalla condivisione della scrittura, poi finito malamente.

Martin non sarà un lettore precoce, neanche di successo immediato, e comunque sempre in qualche modo in gara col padre.

La storia da dentro” è stata definita un’autobiografia di fantasmi, in cui miscela memorie, pensieri sparsi, ritratti di grandi intellettuali conosciuti e frequentati nel corso della vita. Un libro coraggioso, che non fa mai sconti a nessuno, a tratti spigoloso e senza paura di dire fino in fondo. Fondamentalmente parla di morte e vita. I massimi sistemi.

In queste numerose pagine, la vita di Amis interseca e racconta soprattutto le vicende e i rapporti con grandi amici-maestri, le loro morti e come le hanno affrontate. Il romanziere Saul Bellow e i suoi ultimi tempi obnubilato dall’Alzheimer che trascina via la sua mente geniale. Il poeta Philip Larkin che apparteneva alla cerchia paterna e gli fece da mentore; come pure John Updike. Il saggista e amico fin dai tempi di gioventù Christopher Hitchens ucciso dallo stesso male che si portò via Martin, un terribile cancro.

657 strepitose pagine che racchiudono infinite vite, amori, morti, vuoti, alta letteratura; una galleria preziosa di ritratti, in parte affettuosi e in parte satirici, di alcuni grandissimi scrittori. Tanti squarci unici che raccontano l’intellighenzia tra swinging London e New York, dal Vermont allo Yorkshire, tra talento, genio a bizzeffe e sregolatezza.

 

Melissa Da Costa “Bucaneve” -Rizzoli- euro 19,00

La scrittrice francese 33enne Melissa Da Costa -dopo i precedenti successi “I quaderni botanici di Madame Lucie” e “Tutto il blu del cielo”- questa volta strega i lettori con la storia di una Biancaneve moderna.

E’ Ambre, ha 20 anni, una famiglia come tante, dove silenzi e incomprensioni scavano solchi profondi. Dopo un periodo di stravizi e compagnie sbagliate, tra alcol, droga e sesso occasionale, è diventata l’amante di un uomo sposato.

E’ Philippe, professionista 40enne, sposato, con due figli e nessuna intenzione di lasciare la famiglia per la giovanissima amante. Lei diventa succube di quest’uomo che la sistema in un appartamentino, la mantiene, va a trovarla dapprima con una certa costanza, poi sempre più latitante.

La prima svolta è quando lei tenta di farla finita e lui la trova in un bagno di sangue; è allora che, dopo un ricovero, Philippe la spedisce lontano. In un paesino delle Alte Alpi francesi, Arvieux, dove la sistema come cameriera stagionale nell’hotel di suoi conoscenti. E’ lì che Ambre farà nuove conoscenze, altre persone come lei, che sembrano rifiutate dal mondo, e in quella valle isolata trovano lavoro e costruiscono solidarietà.

Il resto del romanzo narra la rinascita della protagonista che impara a volersi bene e rivedere le priorità nella sua vita. Tutto passa attraverso travagli interiori, processi di crescita e nuovi legami; in particolare l’affetto profondo che nasce tra Ambre e Tim, ragazzo gay respinto dalla famiglia che non accetta la sua vera natura.

Un romanzo che parla di amori infelici, sogni, rapporti familiari difficili e della difficoltà di ricostruirsi il futuro dopo una delusione cocente.

 

 

Sequoia Nagamatsu “In alto nel buio” -Neri Pozza- euro 19,00

E’ notevole la fantasia dello scrittore americano di origine giapponese Sequoia Nagamatsu che ha scritto questo strabiliante romanzo durante la pandemia; tassello importante nell’elaborazione del lutto per il nonno al quale non ha potuto dare l’ultimo saluto.

La storia sconfina nella fantascienza ma racchiude molto di più: profonde meditazioni sul senso della vita, della storia, dei rapporti umani e sul futuro del mondo e dell’universo.

Siamo nel 2030 in Siberia dove arriva lo scienziato Cliff Miyashiro per finire il lavoro della figlia adottiva Clara che ha dedicato la sua breve esistenza alla ricerca, ed è morta precipitando nel vuoto del cratere artico durante una scoperta eccezionale; lasciando dietro la figlia piccola e la famiglia

Dal permafrost disciolto in Siberia emergono un virus preistorico e i resti di una ragazza di Neanderthal di 30 mila anni fa che nasconde un segreto di portata cosmica. Tra le pagine più geniali, vi anticipo solo quelle che raccontano di ottovolanti dell’eutanasia, che garantiscono agli infettati dalla piaga artica una morte indolore; oppure cani robot che tengono vivo il ricordo dei defunti, attraverso delle registrazioni.

Ma aspettatevi ben altro e un futuro distopico in cui tutto tende a trovare una cura per il virus e c’è pure l’idea di un nuovo pianeta da colonizzare. Un romanzo che inneggia comunque alla speranza e alla salvezza, per la quale sarà strategico soprattutto un personaggio incredibile: una costruttrice di mondi che secolo dopo secolo si reincarna……..

 

Paola Capriolo “Irina Nikolaevna” -Bompiani- euro 17,00

Questo romanzo è un affresco raffinato e potente di un mondo scomparso. Siamo nella Riviera Ligure, a Sanremo tra 1881 e primi anni del 1900. La storia inizia con Irina Nikolaevna, figura enigmatica e fulcro della storia.

E’ la figlia illegittima di un gentiluomo di camera della zarina Maria Aleksandrovna, ed è cresciuta all’ombra della corte, ricevendo un’ottima educazione in svariati collegi. Poi, alla morte della sovrana russa, il padre era dovuto rientrare in patria e tornare ai suoi obblighi verso la famiglia ufficiale; così Irina si era trovata nella necessità di guadagnarsi da vivere.

All’epoca molte fanciulle di buona educazione e cultura, ma sprovviste di mezzi, diventavano dame di compagnia di signore altolocate, entrando di straforo nel loro mondo dorato. Ora Irina si presenta al colloquio per il posto di dama di compagnia nella villa della vedova di un baronetto, Lady Brown. Le due donne trascorreranno insieme ben 20 anni, tra thè e feste sontuose, amicizie importanti e tanto fascino.

All’epoca la città dei fiori, per il suo clima salubre, era meta ambitissima di molti esponenti del gran mondo: milionari, aristocratici, principi e sovrani che a Sanremo andavano volentieri a svernare nelle magnifiche ville che possedevano o affittavano. Paola Capriolo ricostruisce questo affascinante milieu di glamour, ricchezza e vite privilegiate.

In parte il romanzo si può dire anche storico perché vi compaiono personaggi realmente esistiti. Uno su tutti, il futuro Kaiser di Germania Federico Guglielmo, malato di cancro alla gola che, con la moglie (figlia della regina Vittoria), soggiorna nella magnifica Villa Zirio, in parte trasformata in una sorta di clinica di lusso. E’ una cronistoria puntuale dell’epoca, il racconto delle cure cruente dell’epoca, di come a tutti stesse a cuore la salute del futuro Kaiser e dell’ondata di cordoglio che ne accompagnò la morte, e il trasferimento della salma.

Poi la frequentazione di Irina con Madame Ormond, poetessa e moglie dell’industriale svizzero (ramo sigari). Dopo il terremoto che distrusse la vicina Bussana e danneggiò la sua magione, decise di spianare tutto e creare una sontuosa e impareggiabile villa, circondata da un parco declinante fino al mare. Un Eden visitabile ancora oggi e racconta ricchezze e raffinatezze oggi quasi impossibili.

Compare anche Alfred Nobel, l’inventore della dinamite e dell’omonimo prestigioso premio. Irina entrerà nella sua vita, sviluppando nei suoi confronti un amore filiale. Lui è un uomo tormentato, ghermito dai sensi di colpa. Diventato ricchissimo e considerato un mercante di morte, Nobel non si perdona di aver inventato esplosive miscele. Una più letale dall’altra nell’uccidere il massimo numero di persone, nel minor tempo possibile. E le pagine che raccontano la sua amicizia con la protagonista sono semplicemente magnifiche. Un romanzo sulla Sanremo fin de siécle che ci catapulta in anni incredibili e irripetibili, una lettura appassionante.

 

La Giornata della Salute Mentale a Torino

 Con laboratori, incontri, spettacoli in piazza Castello

La malattia mentale ha un simbolo: è un Cavallo di nome Marco, fatto di cartapesta e legno, alto quattro metri e di colore blu. È nato a Trieste nel 1973 per mano degli operatori e degli ospiti dell’ospedale psichiatrico diretto da Franco Basaglia. Da allora gira l’Italia e venerdì 6 ottobre Marco Cavallo a Torino, in piazza Castello, ha dato il via alle celebrazioni del World Health Mental Day, la Giornata Mondiale della Salute Mentale, indetta il 10 ottobre.

L’associazione Pre.zio.sa Prevenzione Promozione Salute, l’associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali Onlus e Diapsi Piemonte Odv, in collaborazione con i Dipartimenti di Salute Mentale dell’Asl Città di Torino, ASL TO3, ASL TO4, ASL TO5, hanno organizzato la giornata con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problemi di salute mentale. Nel mondo più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. In Europa, tra le patologie rilevate, l’ansia e la depressione rappresentano oltre la metà dei casi e il suicidio è diventato la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi su 100mila, dopo gli incidenti stradali (5 casi su 100mila).

Laboratori, conferenze, incontri, spettacoli di teatro di strada e musica dal vivo, tornei di calcetto da tavolo e scacchi hanno animato per tutta la giornata piazza Castello.

Martedì 10 ottobre, dalle 9 alle 16.30, all’Auditorium della Città Metropolitana di Torino sarà in programma il convegno “Percorsi di inclusione sociale: residenzialità, semiresidenzialità e sostegno domiciliare”

La Giornata Mondiale della Salute Mentale è organizzata da associazione Pre.zio.sa Prevenzione Promozione Salute, associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali Onlus, Diapsi Piemonte Odv, in collaborazione con i Dipartimenti di Salute Mentale dell’Asl Città di Torino, ASL TO3, ASL TO4, ASL TO5. Con il sostegno di Fenascoop, Legacooperative. Con il patrocinio di Regione Piemonte, AICCRE, Città di Torino, Città Metropolitana di Torino, Università degli Studi di Torino e Ordini dei Medici, degli Psicologi, delle Professioni Infermieristiche, degli Assistenti Sociali. Creatività: Serotonina Agency.

73esima giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro

73°GIORNATA NAZIONALE ANMIL/CHIORINO: “RAFFORZIAMO LA CULTURA DELLA SICUREZZA SUL LAVORO INSERENDOLA TRA LE MATERIE DI STUDIO IN CLASSE”

“Le norme ci sono come le sanzioni per chi non rispetta le regole: bisogna rafforzare la cultura della sicurezza, questa è la vera sfida per arrestare un fenomeno che continua a mietere vittime – così l’assessore al lavoro, istruzione e merito della Regione Piemonte Elena Chiorino intervenuta a Torino in occasione della 73esima giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro.”Importante è lavorare sul concetto di partecipazione come ad inserire la sicurezza sul lavoro tra le materie di studio in classe. Insegnando ai nostri ragazzi l’importanza di preservare la vita delle persone, responsabilizziamo e formiamo potenziali imprenditori e lavoratori di domani. Siamo in linea con il Governo Meloni nel ribadire quanto sia indispensabile acquisire una maggiore consapevolezza dei rischi, delle regole già esistenti e potenziare il più possibile i controlli ispettivi come già sta avvenendo con i nuovi 42 ispettori assunti in Piemonte. A livello regionale confermo che il prossimo 25 ottobre si riuniranno le parti sociali per condividere il piano regionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro. In sede di Conferenza Stato/Regioni, invece, sarà ufficializzato il protocollo con Inail Nazionale per rafforzare la formazione di chi lavorerà nei cantieri Pnrr attraverso fondi destinati alle Regioni: in Piemonte arriveranno 700 mila euro per la formazione. La sicurezza sul lavoro è un dovere ed un investimento per il futuro della nostra Nazione – ha concluso Chiorino – morire per onorare un proprio dovere è inaccettabile, a maggior ragione in età adolescenziale. L’alternanza scuola/lavoro è un’opportunità a cui non possiamo rinunciare. Bene ha fatto il Governo a non commettere lo stesso errore, come quello di rinunciare alle Olimpiadi per paura delle infiltrazioni mafiose: la soluzione ad un problema non è l’eliminazione dello strumento, semmai una revisione dello stesso in termini di sicurezza e non a caso il Decreto, varato a maggio, ha previsto un monitoraggio qualitativo dei percorsi e l’obbligo, un segno di sensibilità che va nella giusta direzione.”