ilTorinese

Mondiali di canoa, serata con Lucia Pistoni al Panathlon Ivrea

E’ LUCIA PISTONI, medaglia d’oro kayak junior ai MONDIALI DI CANOA d’Ivrea 2022, l’ospite sportivo della serata di giovedì 30 marzo al Bistrò di Crotte di Strambino organizzata da Francesco Rao, presidente del PANATHLON IVREA. Lucia da sempre ha gareggiato per l’Ivrea Canoa Club, abita a poca distanza dalla Dorae conosce benissimo ogni piccolo segreto dello Stadio della Canoa. La famiglia della canoista eporediese ha un forte legame con questa disciplina sportiva, infatti sia il padre che lo zio sono stati due atleti di buon livello. Da ricordare anche che Lucia è nipote di Gino Pistoni, suo nonno. Figura carismatica nella Resistenza contro i tedeschi negli anni Quaranta. L’atleta eporediese vanta anche la partecipazione a gare europee come il “Challenge” disputato a Seu d’ Urgell, in Spagna. Ricordiamo ancora che Lucia Pistoni è stata – per PANATHLON IVREA –  l’ Atleta dell’anno 2022. Questo terzo appuntamento del 2023 inizia alle 20.30 sempre al Bistrot Crotte di Strambino.

email : ivreaecanavese@panathlondistrettoitalia.it

Riforma fiscale, Grimaldi (Verdi Sinistra): Sbagliata fin nei principi

Senza investimento pubblico e rilancio del welfare non ci sarà crescita.

“Lo spazio della durata della legislatura per riscrivere la fiscalità del nostro Paese: dopo il voto della legge delega, ci saranno due anni per l’emanazione dei decreti delegati e altri 24 mesi per eventuali correttivi. Ma noi vogliamo che il testo cambi fin da ora, dai principi che lo ispirano: pensare di stimolare la crescita economica attraverso la riduzione del carico fiscale significa disconoscere il patto sociale su cui si fonda la nostra democrazia, ossia l’idea che le tasse (e la loro progressività) siano il contributo di ciascuno, secondo le sue possibilità, a quei servizi universali, come la sanità e l’istruzione pubbliche, cui devono poter accedere tutti e tutte. La riforma sarà coperta dal taglio delle tax expenditures, ossia detrazioni e deduzioni? Intanto, chi ci dice che ciò non implichi, alla fine, un aumento del gettito per qualcuno? Ma soprattutto: se non basterà, come credete che saranno compensate le minori entrate se non con minore spesa pubblica per sanità, istruzione, welfare, servizi?” – dichiara il Vice-capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi.

“Abbiamo già visto innumerevoli volte che cosa significa pensare di stimolare la crescita senza investimenti pubblici e senza intervenire in modo deciso sulla progressività e l’equità del sistema fiscale” – prosegue Grimaldi. – “Il Covid e lo sgretolamento del sistema sanitario pubblico avrebbero dovuto indicarci la strada. Invece, in uno dei Paesi al mondo con la maggiore ricchezza privata e un’evasione attorno ai 100 miliardi, si pensa ancora a condonare, agevolare le imprese ed evitare ogni intervento di prelievo fiscale su rendite e patrimoni”.

Antisionismo e antisemitismo a Torino?

La Sala Rossa ha discusso, ieri pomeriggio, un’interpellanza generale avanzata dal consigliere Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) attraverso la quale ha chiesto al Sindaco quali siano gli intendimenti e la posizione dell’Amministrazione in materia di antisionismo e antisemitismo. Il documento nasce in seguito al convegno pubblico che si è svolto il 1 febbraio scorso sul tema della “situazione dei Territori occupati palestinesi” durante il quale è stato presentato un report di Amnesty international dal titolo “Apartheid di Israele contro la popolazione palestinese”

Il sindaco Stefano Lo Russo ha risposto che la Città di Torino è contraria ad ogni forma di antisemitismo e di antisionismo, confermando che, su questo tema, la posizione non si discosta da quella che è la posizione italiana ed europea.

L’Amministrazione comunale, ha concluso, continuerà ad essere pienamente disponibile ad accogliere e promuovere formali atti di indirizzo e di impulso in materia di antisemitismo che si collochino su una linea di continuità rispetto a posizioni diplomatiche italiane ed europee come in più occasioni sintetizzate dal Capo dello Stato.

Dopo il Il dibattito

Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) vuole rispondere all’accusa di volere fomentare l’antisemitismo. Lo fa citando Amnesty international che in alcuni documenti paragona le modalità espresse dal governo Israeliano nei confronti dei sette milioni di Palestinesi come un sistema di discriminazione su base etnica, definibile come Apartheid nel diritto internazionale. Denunciare gli effetti delle politiche Israeliane sui Palestinesi non ha nulla a che vedere con la discriminazione degli ebrei, né contro lo Stato di Israele.

Silvio Viale (Lista Civica per Torino) non tollera chi ritiene di sostenere gruppi che chiedono la fine dello Stato di Israele, è antisemitismo. E ritiene un errore che Amnesty definisca il governo Israeliano come simile a quello che ha praticato l’Apartheid. Viale sostiene poi che sui diritti civili non c’è partita fra Israele e i partiti che lo circondano. Ma Israele deve potersi difendere da chi lo attacca. Tiziana Ciampolini (Torino Domani) richiama attenzione sull’utilizzo dell’antisemitismo come arma politica e lamenta la ricerca dell’antisemitismo dove in realtà non c’è. Si può discutere di tutto ma va evitata la caccia al nemico. Serve la democrazia del dialogo perché non le piace il rischio di odio ideologico e ritiene pericolose le contrapposizioni assolute. E l’interpellanza in discussione le ricorda tanto modalità da guerra santa.

Giuseppe Catizone (Lega), ritiene il report di Amnesty International non veritiero e pensa che il sindaco avrebbe dovuto prendere una posizione più netta. In Israele non c’è alcuna apartheid, i cittadini arabi vi hanno rappresentanza politica e istituzionale, ha aggiunto, può darsi che a Gaza ci sia preclusione di alcuni diritti ma è così anche in altri Paesi: infine ha proposto atti concreti di solidarietà con Israele, magari in toponomastica

Pierlucio Firrao (Torino Bellissima) ha attaccato Sinistra ecologista perché critica verso la TAV, le forze dell’ordine, ora su Israele, chiedendosi quale sia il suo ruolo nella maggioranza

Paola Ambrogio (Fratelli d’Italia) ha segnalato come nella lotta contro discriminazioni e antisemitismo si dovrebbe essere uniti, ma suo avviso si è lontani dal raggiungere questo risultato, visto il dibattito. Ci sono stati episodi e dichiarazioni di antisemitismo a Palazzo Civico. Oggi, ha aggiunto, il primo cittadino è sembrato invitare la maggioranza a tacere. Fd’I, ha concluso, ha una posizione chiara e più volte ha preso le distanze dell’antisemitismo.

L’antisemitismo non è scomparso e basta poco per ripropagarsi ha spiegato Nadia Conticelli (PD) evidenziando gli attacchi a esponenti del Pd – non ultimo alla neo segretaria Elly Schlein – per poi ricordare come nessun esponente della maggioranza di Palazzo civico abbia espresso posizioni antisemite e antisioniste, definiti due concetti da combattere sempre.

La consigliera Elena Apollonio (Misto di maggioranza) ha espresso ferma condanna nelle varie declinazioni si esprimano oggi l’antisemitismo e l’antisionismo ricordando come l’Amministrazione comunale abbia dimostrato vicinanza alla comunità ebraica evidenziando che oggi in Aula si è riproposto un dibattito strumentale.

Valentina Sganga (M5S) ha condiviso le posizioni di Ravinale ringraziandola di aver organizzato il convegno con Amnesty International dove si è ricordato quel poco che resta del territorio palestinese. Nel ricordare la discussione di un atto da calendarizzare in Commissione di accordi fra Iren e una società israeliana, la consigliera si è detta solidale con il popolo palestinese, definito parte debole del conflitto.

Secondo Giovanni Crosetto (FDI), il dibattito odierno è stato più utile per le cose non dette che per quelle dette. Non c’è stata nessuna condanna per le parole usate nel convegno nel quale si è accusato Israele di apartheid quando è l’unico Stato con una democrazia compiuta in tutta quella zona.

Pierino Crema (PD) ricorda come in Commissione, egli stesso, a nome della maggioranza, abbia condannato ogni forma di antisemitismo e antisionismo, evidenziando come altra cosa sia contestare le scelte dello Stato di Israele.

Per Ludovica Cioria (PD) ci sono state ben tre occasioni durante le quali il tema è stato affrontato: durante il convegno, quando è stata data la parola a chi non condivideva le posizioni emerse, in Commissione, con i rappresentanti della Comunità Ebraica, e nel Consiglio odierno.

Enzo Liardo (FDI) ha l’impressione che si metta in discussione la democrazia di Israele. Non ha sentito nessuna parola di condanna per il convegno ed evidenzia un “doppiopesismo” della maggioranza che non dice nulla rispetto a chi, anche in Francia, sta lottando per una forma di libertà.

Per Andrea Russi (M5S) se non c’è illegalità, tutti hanno il diritto di organizzare un convegno e dire quello che pensano. Che in quei territori qualcosa non funziona è risaputo da anni: i coloni nei territori Palestinesi sono un problema, i razionamenti dell’energia sono un problema, il muro è inaccettabile. In una situazione di conflitto è lo spiegamento di forze in campo, anche mediatiche, ad essere inaccettabile.

Nella sua replica il Sindaco Stefano Lo Russo ha ribadito di essere stato chiaro nella sua risposta, nel dire che la Città lavora nell’ottica della cooperazione internazionale nell’ambito di una politica di Pace che prova a tradurre in opere concrete un’azione amministrativa coerente con questa impostazione. Il Sindaco ha ricordato che Torino ha una lunga storia di cooperazione internazionale sia con il governo Israeliano sia con l’autorità nazionale Palestinese. Senza nulla togliere all’importanza della discussione odierna, ha poi insistito sul fatto che il Comune di Torino continuerà a fare quello che ha sempre fatto in passato: raccordare le proprie politiche con il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

Semaforo antismog, livello 0 fino a mercoledì 29 marzo

In vigore le sole misure strutturali

 

Sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog. Fino a mercoledì 29 marzo 2023 compreso – prossimo giorno di controllo – resteranno pertanto in vigore le sole misure strutturali di limitazione al traffico.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

Semaforo antismog, prosegue il livello 0 (bianco). Fino a mercoledì 29 marzo in vigore le sole misure strutturali

 

Il Terrore corre sul Web 

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

Le banche sono indispensabili alla crescita dell’economia. 

Raccogliendo il denaro in eccesso (non utilizzato per vivere, dalle famiglie, o per essere investito da parte delle imprese), attraverso i depositi, e rendendolo disponibile a chi ne ha necessità (per acquistare una casa o per finanziare la propria azienda) un sistema finanziario efficiente consente all’economia di allocare al meglio le proprie risorse, distribuendole a seconda delle necessità e delle capacità di utilizzarle. 

Nella realtà il meccanismo può incepparsi per una serie di motivi. 

Innanzitutto i clienti che hanno affidato la loro liquidità ai conti correnti bancari possono improvvisamente decidere di riavere indietro il proprio denaro e questo, come visto nelle ultime settimane, può fare precipitare le banche coinvolte in una severa crisi di liquidità e, in ultimo, costringerle al fallimento (o al salvataggio in extremis, come avvenuto in Svizzera con il gruppo Credit Suisse). 

Un altro brutto incidente che può funestare la vita di una banca è l’incapacità dei propri debitori di ripagare i finanziamenti ed i mutui ricevuti: la crescita incontrollata delle insolvenze e dei crediti “incagliati” rappresenta spesso uno degli effetti collaterali delle recessioni.  

Gli azionisti/investitori, poi, possono perdere la fiducia (o anche solo la pazienza) nelle banche e iniziare a venderne le azioni causandone così il loro crollo, con la conseguente impossibilità di ottenere nuovi capitali per fronteggiare le situazioni di difficoltà. 

La crisi attuale è del primo tipo (con il conseguente crollo dei titoli in borsa) e riguarda, per ora, essenzialmente le banche statunitensi. 

La riduzione dei depositi è iniziata quando i tassi d’interesse offerti dai titoli governativi sono tornati ad essere positivi, dopo essere rimasti inchiodati allo zero per diversi anni, grazie all’aumento inaugurato dalla Fed un anno fa ma la fuga si è fatta precipitosa solo negli ultimi mesi. 

In sostanza il “parcheggio” infruttuoso sui conti correnti ha perso completamente il suo appeal (le somme possono essere utilizzate in qualunque momento senza dovere effettuare dei disinvestimenti) quando il tasso a breve termine (direttamente legato a quello ufficiale stabilito dalla Federal Reserve) si è avvicinato al 4%. 

A quel punto l’attrazione esercitata dai titoli di stato, privi di rischio, è diventata irresistibile e i deflussi dei conti correnti si sono moltiplicati. 

Le banche non sono attrezzate a fronteggiare prelievi massicci dai propri clienti e questo fenomeno può risultare letale per quelle che non sono in grado di rendere liquidi, o lo possono fare solo con pesanti perdite, gli investimenti nei quali hanno investito il denaro dei risparmiatori. 

Le più colpite sono state le banche locali americane, meno solide e meno controllate dei grandi gruppi, che stanno fronteggiando una violentissima ondata di prelievi a favore dei fondi monetari (investiti in titoli governativi a breve termine) e delle banche maggiori (ritenute più solide ed affidabili per accogliere la liquidità). 

Il fenomeno non è certamente nuovo: la fuga dei clienti è storicamente il principale fattore che conduce, alla fine, persa la fiducia dei propri clienti, alla scomparsa delle banche. 

Il fattore di novità è la velocità con la quale ciò può avvenire.  

Il fattore tempo è diventato sempre più cruciale in tutte le attività economiche: compriamo ormai sempre di più “online” senza doverci alzare dalla nostra sedia per spostarci negli affollati centri commerciali (o, sempre più raramente, nel nostro negozio di fiducia) e, similmente, utilizziamo questa modalità anche per movimentare, spinti anche dalle banche (colpevolmente inconsapevoli del rischio che corrono), i nostri conti correnti. 

Diventa così estremamente facile svuotare il nostro conto con un semplice click. 

Se poi a questo aggiungiamo il fatto che nell’era dei social network il passaparola/terrore corre sul WEB/filo, è facile immaginare come la situazione possa avvitarsi molto, molto rapidamente. 

L’amministratore delegato di Citigroup, una delle maggiori banche americane ha così sintetizzato il dramma della Silicon Valley Bank (SVB):  “Ci sono stati un paio di tweet e poi c’è stata una accelerazione come mai visto prima nella storia. In passato si aveva più tempo per rispondere a problemi di questo genere. Francamente penso che i regolatori abbiano fatto un buon lavoro nel rispondere rapidamente”. 

Per fortuna le autorità si sono mosse con grande rapidità e la crisi di liquidità è stata fronteggiata rendendo disponibili tutto quanto necessario per fronteggiare le richieste dei clienti terrorizzati e questo potrebbe riportare la calma sui mercati e la fiducia nel settore (i tremori si sono avvertiti anche da noi). 

L’acquisto “pilotato” dalla banca centrale svizzera di Credit Suisse da parte di UBS (ad una minuscola frazione del valore che la banca aveva pochi mesi fa) e quello, spinto dal tesoro statunitense, dei prestiti e dei depositi della SVB da parte della First Citizens BancShares  vanno nella direzione auspicabile per evitare che la situazione vada fuori controllo.  

Uno degli sgraditi effetti degli ultimi eventi è stato infatti l’aumento del costo al quale le banche possono finanziarsi sul mercato, emettendo obbligazioni, o dai propri depositanti (che chiedono a gran voce di essere remunerati per quanto dispongono sui conti correnti) e questo porterà certamente ad una stretta creditizia che contribuirà a rafforzare il rallentamento economico già in atto.  

Ma se una riduzione della crescita è esattamente quanto desiderato dalle banche centrali per potere ridurre l’inflazione (la minore domanda di beni e servizi si traduce in un abbassamento del loro prezzo) altra cosa sarebbe l’arresto brusco e disordinato del credito bancario, in grado di produrre una vera e propria recessione, dalle conseguenze difficilmente immaginabili. 

Di tutto questo sono consapevoli i governatori delle banche centrali che continueranno a fare quanto è nelle loro possibilità per fornire al sistema bancario liquidità a sufficienza e per evitare che questa stagione sia ricordata solo come una maledetta (e terribilmente siccitosa) primavera. 

Iannò: “Solo demagogia sulle fasce deboli”

“Inclusivi, in difesa delle fasce deboli e altre amenità del genere vengono continuamente sbandierate dall’Amministrazione che gestisce la città.

All’atto pratico solo pura demagogia e slogan da dare in pasto all’opinione pubblica e nel momento di dimostrarlo, in nome dell’ideologia da bastian contrario si mettono di traverso.

Nel Consiglio comunale di ieri si è discussa una mozione che ho presentato e in cui si richiedeva di utilizzare una parte dei proventi derivanti dalle sanzioni amministrative pecuniarie (secondo quanto previsto dall’art. 208 del Codice della Strada) per favorire l’eliminazione delle barriere architettoniche. La proposta, tra l’altro, andava nella direzione del famoso P.E.B.A. il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, approvato a larga maggioranza il 21 novembre 2022.

La mozione non è stata approvata su 28 presenti 16 sono stati contrari e 1 si è astenuto, ancora una volta una scelta di civiltà e di garanzia di accessibilità degli spazi urbani, in nome di un’ideologia e non di un diritto si è trasformata in un diniego”

Pino Iannò Torino Libero Pensiero

Il Comune di Torino vuole salvare le bocciofile

In chiusura di seduta, il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità, una mozione che chiede di cambiare il futuro delle bocciofile torinesi che in questo momento non vengono utilizzate.

Il testo del documento ricorda che l69 bocciofile di proprietà della Città rappresentano la storia sociale del territorio, soprattutto nei quartieri più periferici dove hanno svolto, in particolare negli anni Settanta e Ottanta, la funzione di centri per l’aggregazione e l’integrazione.

Oggi però, i costi di gestione e canoni di locazione elevati, unitamente alla scarsa propensione al gioco delle bocce delle nuove generazioni, provocano l’abbandono e il conseguente stato di degrado di queste strutture .

Così, dopo una serie di approfondimenti svolti nel corso di alcune sedute della Commissione Controllo di gestione, il consigliere Simone Tosto (PD) ha presentato il documento votato oggi, sottoscritto da tutti i gruppi consiliari, che impegna Sindaco e Giunta comunale a valutare la possibilità di modificare la destinazione d’uso per tutte le strutture non più utilizzate, confermandone comunque la natura aggregativa, sportiva o culturale.

La mozione chiede inoltre di portare avanti un lavoro di concerto con le realtà del Terzo settore e con le federazioni sportive rappresentative di discipline emergenti con l’obiettivo di valutare la possibilità di un diverso utilizzo delle strutture, salvaguardando le bocciofile ancora operative.

Un giardino intitolato ad Alda Croce

VENERDÌ 31 MARZO ALLE ORE 11.15, in piazza Adriano angolo via Frejus, verrà solennemente inaugurato dalla Città di Torino il giardino intitolato ad Alda CROCE scrittrice, pioniera dell’ambientalismo, presidente del centro “Pannunzio”. Tra gli altri parteciperanno la nipote di Alda Marta HERLING, segretario generale dell’ Istituto italiano di studi storici “Benedetto Croce” e Pier Franco QUAGLIENI che propose al Sindaco di Torino l’intitolazione di un ricordo di Alda nata a Torino, figlia di Adele Rossi torinese e del filosofo Benedetto Croce.

Ambrogio (Fdi): “Al Regio agevolazioni per gli over 65”

“IL PD ESCLUDE UN’IMPORTANTE FASCIA DI POPOLAZIONE DALL’ACCESSO ALLA CULTURA!”

“Rimango francamente interdetta dalla discussione avvenuta  in V Commissione sulla proposta di Fratelli d’Italia – a mia prima firma – di estendere le agevolazioni già presenti per gli under-30 anche alla fascia d’età over-65 per l’acquisto dei biglietti del Teatro Regio.
Nonostante i buoni propositi dei colleghi della maggioranza, registro che il Partito democratico oggi opera una netta scelta di campo: “Chi non riesce a pagare il biglietto dello spettacolo, resti a casa”. Onestamente non credo che questo sia lo spirito adatto per incentivare la fruizione dell’enorme patrimonio culturale che la nostra Torino e il Teatro Regio può offrire.
Dalla discussione in commissione rimane tanto fumo e poco arrosto, il tutto condito con un velo inaccettabile di classismo, visto che questa amministrazione e maggioranza consiliare sembrano del tutto disinteressate anche solo ad aprire una discussione nel merito sul tema.
Voglio tendere la mia mano alla maggioranza: sono disposta a proporre un emendamento che fissi, secondo una fascia di ISEE, l’accesso alle agevolazioni. Cosa farà la maggioranza?”.
Così Paola Ambrogio, Senatore di Fratelli d’Italia e Consigliere comunale di Torino.