ilTorinese

Allerta neve, la lieve precipitazione in atto dovrebbe esaurirsi in serata

 Mezzi spargisale già in azione dalla scorsa notte sui percorsi collinari

 

Su Torino cade da qualche ora una debole nevicata che tuttavia non prelude accumuli nevosi particolarmente rilevanti. In base all’ultimo bollettino meteo infatti il transito della perturbazione su Torino dovrebbe essere veloce e il fenomeno dovrebbe esaurirsi in serata con le prime schiarite.

Tale fenomeno meteorologico che sta interessando tutto il Piemonte è al limite del passaggio tra pioggia e neve ed è sufficiente una piccola variazione della temperatura di 1-2° C per determinare condizioni diverse.

La Città di Torino è comunque pronta e il Piano Neve si è già attivato sul livello verde con l’entrata in azione della formazione dei mezzi per gli interventi antighiaccio, che hanno preventivamente sparso il sale già a partire dalle ore 03.00 di questa notte sugli undici percorsi collinari.

Al momento le pattuglie addette al monitoraggio non riferiscono criticità relative alla circolazione dei veicoli. Resteranno in ogni caso presenti due presidi di monitoraggio, uno nella zona nord e uno nella zona sud della città, pronti ad eventuali interventi che si rendessero necessari.

Eventuali aggiornamenti saranno comunicati con tempestività alla cittadinanza e agli organi di informazione attraverso comunicati stampa, sulla home page del sito web della Città e sui suoi canali social.

Morto in un incidente cavallo di carrozza turistica

E’ stato  abbattuto un cavallo che trainava una carrozza turistica che è stata tamponata stamani da un’auto a Piverone, Comune dell’Area Metropolitana di Torino. L’animale ha riportato ferite molto gravi e il veterinario dell’Asl To4 ha deciso di sopprimerlo. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiederà formalmente al Comune e all’Area metropolitana se il cocchiere sia in possesso di una regolare licenza.

L’Oipa, da sempre impegnata nella battaglia per l’abolizione delle botticelle e di tutti i veicoli a trazione animale, torna a chiedere a Governo e Parlamento una previsione legislativa che vieti l’uso di poveri animali costretti a trainare carrozze in strada. Si realizzerebbe così la volontà della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica.

In Italia sono ormai poche decine i titolari di licenze, fa notare l’Oipa, tuttavia le Amministrazioni locali, senza una previsione nazionale, non possono abolirle.

«È tempo di superare questa tradizione antiquata e invisa ai più, che ancora va avanti sulla pelle dei cavalli per gli interessi pochi conduttori che si ostinano a usare i cavalli per scarrozzare turisti ancora insensibili al tema», osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «La riconversione di tali licenze sarebbe opportuna dal punto di vista etico, e rappresenterebbe anche un segnale di sensibilità ecologica laddove si passasse alla trazione elettrica, così come è stato fatto nella Reggia di Caserta dove, dopo la morte tragica di un cavallo nell’agosto del 2020 per fatica e caldo, si è deciso di adottare per il trasporto dei turisti una flottiglia di golfcar».

L’Oipa invita dunque il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, a studiare una riforma della legislazione nazionale che metta fuori gioco lo spettacolo pietoso di cavalli costretti ad arrancare sotto il solleone, a qualsiasi ora e a qualsiasi temperatura, o sotto la pioggia, o sull’asfalto bagnato, anche nel traffico caotico di grandi città.

«La vita dei cavalli delle carrozze va tutelata e lo Stato deve fare la sua parte per difendere ogni animale in quanto essere senziente», afferma l’Oipa. «Da ultimo, anche il nuovo articolo 9 della Costituzione sancisce la difesa degli animali e della biodiversità».

Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa)

Ex villaggio olimpico: il più grande centro occupato d’Europa si trasforma in housing

LA CITTÀ CHE CAMBIA

Lo studio Picco Architetti ha completato il restauro, risanamento conservativo e recupero funzionale di 7 delle 39 palazzine dell’ex villaggio olimpico di Torino, progettato nel 2006 su masterplan dell’architetto tedesco Otto Steidle con il coordinamento di Benedetto Camerana, per i Giochi invernali sull’area occupata, fino al 2001, dai Mercati Generali.

 

L’’Ex Villaggio olimpico era stato pensato come un quartiere destinato a essere assorbito nel tessuto cittadino. La vita post-olimpica del villaggio ha testimoniato invece la complessità del “fare un nuovo pezzo di città”. Dopo l’evento olimpico, i tre lotti di palazzine sono stati adibiti ad abitazioni sociali e uffici dell’Arpa, mentre altre sono state destinate a uffici del Torino Olympic Park, ostello e alcune residenze sociali. Successivamente parte del complesso è stato oggetto dell’occupazione abusiva più grande d’Europa.  Partendo quindi da una situazione di emergenza sociale, il nuovo complesso residenziale è stato una straordinaria opportunità di rigenerazione urbana, con una dotazione di circa 400 posti letto.

 

Il progetto di Picco Architetti ha previsto la realizzazione di un nuovo modello residenziale flessibile, partendo dall’impostazione originale di Steidle. La matrice insediativa proposta dell’architetto tedesco, aveva introdotto una articolazione aperta a scacchiera, alternativa a quella, ad isolato chiuso, della tradizione urbana di Torino. A partire dalle preesistenti arcate degli ex Mercati Generali, disegnate da Umberto Cuzzi nel 1932, i 39 edifici erano disposti secondo un impianto dal fronte parzialmente chiuso verso la città e aperto verso la collina. L’assetto planimetrico dell’ex Villaggio Olimpico genera quindi uno spazio aperto tra gli edifici, organizzato su direttrici pedonali longitudinali che alternano aree verdi a spazi e percorsi pedonali trasversali di collegamento tra le palazzine.

 

Sei dei sette edifici del nuovo student e social Housing erano stati progettati da Otto Steidle. Cinque  (B2,D0, D2, F0, F2) avevano caratteristiche analoghe sotto il profilo tipologico con pianta centrale e un sistema distributivo verticale organizzato da rampe in linea e sviluppo circolare del pianerottolo distributivo. La sesta palazzina (E4), quella più grande, collocata sul fronte strada e che costituisce il punto di accesso accoglienza dell’intero complesso, era strutturata invece con due scale, una a servire il corpo di 2 piani fuori terra ed una a servire il corpo di 7 piani fuori terra collegata anche al piano interrato. Il settimo edificio (E1)invece era stato progettato dall’architetto austriaco Adolf Krischanitz e presentava una  scala centrale a rampe parallele.

Le prime sei palazzine sono state organizzate con alloggi, da monolocali a 4 posti, a tutti i piani. La settima palazzina è organizzata in 27 monolocali e 14 bilocali.

In relazione con la tipologia della casa singola aperta, il progetto  favorisce l’integrazione del nuovo distretto nell’ambiente e offre una varietà di forme per lo sviluppo interno della comunicazione e dell’individualità.

 

Gli interventi di recupero, progettati da Picco Architetti con la direzione lavori di Studio Pession e realizzati dall’impresa CO.GE.FA. spa di Torino, sono stati organizzati in due fasi precedute da una prima attività di sgombero degli oggetti e degli arredi lasciati all’interno dei locali.

Nella prima delle due, gli edifici sono stati oggetto di attività di strip out, con la demolizione di tutti i tramezzi interni e  la rimozione di tutti gli impianti meccanici ed elettrici.

Nella seconda fase sono state realizzate tutte le opere edili ed impiantistiche e, in quattordici mesi di lavoro, sono stati consegnati gli edifici, completi in ogni parte. L’esito è quello di un complesso confermato nell’identità formale e profondamente rinnovato nei contenuti: una residenza flessibile, organizzata in alloggi di diverse dimensioni, con punto di reception e controllo inserito al piano terra della palazzina su via Giordano Bruno. Qui sono stati localizzati gli uffici, la palestra, aree di soggiorno e un locale di somministrazione.

 

L’intervento ha previsto inoltre la sistemazione delle aree di pertinenza aperte delle palazzine ed il rifacimento dei percorsi comuni e delle parti a verde, con nuove piantumazioni arboree e arbustive.

 

Picco architetti ha fortemente voluto riportare alla luce i colori originali del complesso ideati, nel progetto originale, dall’artista tedesco Erich Wiesner. Le palazzine erano infatti declinate in linguaggi diversi, secondo un piano dei colori che ha conferito al piccolo quartiere una forte identità visiva e contribuito al suo netto distacco nei confronti del tessuto urbano circostante.

 

L’operazione è stata promossa dal Fondo Abitare Sostenibile Piemonte gestito da Investire Sgr con la partecipazione del Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cassa Depositi e Prestiti Real Asset Sgr, della Fondazione Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT Sviluppo e Crescita, del Fondo Social & Human Purpose, Comparto A, gestito da REAM Sgr – e delle maggiori fondazioni di origine bancaria piemontesi. Il campus è gestito dal provider italiano di co-living e di housing per studenti universitari, Camplus.

 

La riqualificazione urbana e sociale delle palazzine dell’ex Villaggio MOI mette a disposizione dei futuri residenti un’offerta abitativa moderna ed accessibile, ricca di servizi alla persona, in una città universitaria come Torino che continua a vivere una fase di grande progettualità, grazie a diverse iniziative.

Il progetto è poi candidato a essere il volano della grande trasformazione di un’area urbana che dovrebbe vedere nei prossimi anni il sorgere del Parco della Salute, della Ricerca e dell’Innovazione e il ripristino delle arcate dell’ex mercato.

FONDAZIONE CRT Tre innovativi progetti di inclusione

Tre innovativi progetti di inclusione, presentati da associazioni non profit in partnership con istituzioni pubbliche e imprese, sono pronti a partire in Piemonte e Valle d’Aosta con il finanziamento della Fondazione CRT. Le idee progettuali, selezionate tramite call, sono finalizzate al sostegno alle famiglie, uno dei goal strategici dell’Agenda della Disabilità della Fondazione CRT e della CPD-Consulta per le Persone in Difficoltà che, nell’ultimo anno, ha “conquistato” anche il mondo for profit. Ad oggi, infatti, sono oltre 60 le imprese che hanno aderito all’Agenda, in aggiunta a 300 enti non profit.

 

  1. Il progetto Da adesso in poi, con la regia dell’Associazione Rubens di Torino, propone azioni a supporto della genitorialità, ma anche attività ludiche e di svago. La composizione del partenariato e la previsione di supporti adeguati renderanno le attività fruibili anche da famiglie di migranti.
  2. Sguardi al futuro, con capofila la Fondazione Time2, amplierà l’applicazione e la fruizione dell’Officina della Vita indipendente, avviata dall’Università di Torino, estendendo la tipologia di attività previste e raggiungendo ulteriori territori e beneficiari. Trasversale a tutte le azioni progettuali è il coinvolgimento di dipendenti-volontari della Lavazza nell’ambito del programma di volontariato aziendale.
  3. AutOri, con capofila Angsa Biella, si focalizza sulla transizione alla vita adulta, supportando i nuclei familiari verso una maggiore consapevolezza dei talenti, delle caratteristiche e delle competenze delle persone con autismo. Il progetto affronta anche il tema dell’approccio al mondo del lavoro, prevedendo azioni di orientamento dei giovani e di preparazione del contesto aziendale ad accogliere lavoratori con disabilità.

 

Queste tre nuove sfide – annunciate al Convegno sull’Agenda della Disabilità che si è tenuto  alle OGR Torino – partiranno nel 2024 grazie al sostegno della Fondazione CRT.

 

L’Agenda della Disabilità promossa da Fondazione CRT e CPD sta alimentando ‘un’onda’ di buone idee e buone pratiche per una società realmente inclusiva: una nuova ‘disability culture’ che coinvolge in modo sempre più pervasivo anche il mondo delle imprese, accanto alle associazioni non profit e alle istituzioni pubbliche”, afferma il Segretario Generale della Fondazione CRT Andrea Varese.

 

“L’obiettivo principe dell’Agenda della Disabilità – dichiara Giovanni Ferrero, direttore della CPD – è fare incontrare il mondo non profit con il mondo profit, affinché insieme possano attuare un cambio di paradigma intorno al modo con cui ci si approccia al tema della disabilità. Il concorso di idee da cui sono stati selezionati i tre progetti vincitori e la creazione del DIR, ne sono la perfetta incarnazione. Di conseguenza sono queste le azioni che, tra le altre, porteremo avanti nel tempo in modo da elevare sempre di più il livello di impatto e di incisività delle persone con disabilità, sia dal punto di vista di progettazione del mondo non profit, sia e soprattutto dal punto di vista del mondo profit per quanto riguarda la creazione di una nuova cultura”.

 

Attorno all’Agenda si è sviluppato anche un nuovo progetto, frutto della collaborazione tra CPD e SAA: il DIR – Disability Inclusion Roadmap è un percorso rivolto alle imprese, chiamate a dotarsi progressivamente, a partire dal 2024, di un bilancio di sostenibilità, per migliorare il proprio impatto rispetto all’inclusione delle persone con disabilità. Si tratta di un questionario di autovalutazione che risponde a domande quali: quanto i prodotti/servizi dell’azienda sono for all? Quanto la comunicazione interna/esterna dell’impresa è inclusiva?

Quanto la cultura aziendale va oltre la compliancy? Quanto il welfare aziendale promuove e sostiene l’inclusività? Quanto le policy interne favoriscono l’inserimento di lavoratori con disabilità?

 

La Fondazione CRT e CPD hanno implementato l’Agenda con altre tre iniziative:

AgenData, un’apposita sezione sulla piattaforma www.agendadelladisabilita.it che riporta fonti statistiche, ricerche, approfondimenti sui temi della disabilità (25 le fonti informative ad oggi pubblicate);

il gioco di cooperazione Space Ability, che vede i giocatori coinvolti in un’avventura spaziale in cui, per vincere, bisogna lavorare insieme e fare in modo che tutti si sentano accolti e inclusi;

il vademecum Eventi per Tutti: una vera e propria bussola per l’accessibilità – intesa come politica strutturale e non accessoria – che fornisce indicazioni progettuali, gestionali e tecniche per l’organizzazione di concerti, fiere, manifestazioni, mostre, convegni, seminari pienamente inclusivi e accessibili per tutte le tipologie di pubblico.

 

www.agendadelladisabilita.it

 

DUBAI, Iannò: “A Torino tira una brutta aria: cosa andiamo a raccontare?”

 

“Sono molto contento nell’apprendere, che il Sindaco sia stato invitato alla COP 28 di Dubai, per presentare le soluzioni attuate a livello locale sul cambiamento climatico. Mi domando quale dossier di provvedimenti pensa di presentare, visto che metaforicamente a Torino tira una brutta aria? Per fortuna, che siamo stati scelti tra le cento città UE per raggiungere la neutralità climatica nel 2030. Un’idea ce l’ho, ci ritroveremo tutti ad andare in bicicletta e con il monopattino. Una grande innovazione sicuramente! Tanto continua il triste primato di città più inquinata d’Italia per il Pm10 con 98 giorni di sforamento nel 2022. Sindaco come la mettiamo? ”

Pino IANNO’ Torino Libero Pensiero

Leo: “La Chiesa è aperta al dialogo ma venga rispettata”

Rispetto all’episodio avvenuto  nel Duomo di Torino, ove un gruppo di attiviste/i “ambientaliste/i”  hanno interrotto la Santa Messa, vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza a Mons Repole e alla comunità cattolica.

Condividiamo con l’Arcivescovo di Torino la stima e l’apprezzamento per chi si impegna a difesa dell’ambiente, vieppiù se lo fa anche in riferimento alle encicliche di Papa Francesco. Infatti il Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi” ha svolto e continua a svolgere numerose e serie iniziative su questo tema.

Quello che invece ci rende perplessi – e anche un po’ dubbiosi – è il fatto che chi si autoproclama portavoce del pensiero del Santo Padre, non mostri alcun rispetto per uno dei momenti più importanti per la vita della Chiesa: la Santa Messa. Peraltro – come ha dichiarato l’Arcivescovo – la Chiesa cattolica è sempre aperta al dialogo e in molteplici occasioni è stata accordata la possibilità di fare interventi liberi anche in luoghi di culto, sempre però concordando i tempi e le modalità così da non ferire alcuna sensibilità.

Proclamarsi  a favore del rispetto dei diritti – e sicuramente quelli della difesa dell’ambiente e della vita sono diritti basilari e agire sostanzialmente violando con leggerezza diritti altrettanto fondamentali, come quello della libertà di culto e di preghiera, non conferisce certo grande autorevolezza e credibilità a chi agisce in questi modi.

Giampiero Leo,

portavoce del Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”,

vice presidente del Comitato diritti umani della Regione Piemonte

GL events: determinati per Torino grande destinazione di turismo d’affari

Lieto di apprendere che Regione, Città e Camera di Commercio riconoscano il valore strategico del Polo fieristico per lo sviluppo economico del territorio, GL events è aperta alle possibili soluzioni, purché in una logica concreta, pianificata e condivisa. La mancanza di impegno fattivo delle autorità locali non permette di fare di Torino la destinazione d’affari che merita.

“GL events desidera mantenere Torino e il Piemonte forti, competitivi e attrattivi e quindi intende continuare a investire sul territorio, ma non può più farlo da sola. La società internazionale è lieta di apprendere che le istituzioni locali riconoscano il valore strategico del Polo Fieristico per lo sviluppo economico del territorio e resta aperta alle possibili soluzioni, purché l’impegno dei rappresentanti pubblici si traduca in proposte concrete con un chiaro calendario dei prossimi mesi.

«È questo il senso della “scadenza” del Salone del Libro, una data che viene posta come obiettivo di lavoro, che aiuti tutti a non indugiare oltre, ma a programmare per traguardi: la gestione del tempo e della produttività è essenziale per il successo e la crescita di un’organizzazione» spiega Gàbor Ganczer, amministratore delegato di GL events Italia, oltreché di Hungexpo.

GL events ha dimostrato l’efficacia del modello pubblico/privato in tutte le strutture che gestisce nel mondo. Proprietario del Lingotto Fiere, è a Torino da quasi 15 anni. «Negli ultimi quattro abbiamo avuto molteplici incontri e tavoli di lavoro con le autorità locali di Torino e del Piemonte, al fine di rendere più performante un modello di gestione che rappresenta un caso unico in Italia» dichiara Christophe Cizeron, amministratore delegato di GL events Venues. In nessun’altra città italiana infatti, una società privata assume il management esclusivo di un polo fieristico, asset strategico, senza la partecipazione o il coinvolgimento pubblico.

«Abbiamo avanzato più proposte, nessuna ha avuto seguito e la situazione attuale non può persistere – prosegue Cizeron –. Al di là del sostegno ad alcuni eventi che si svolgono nel polo fieristico, occorre che le istituzioni forniscano segnali concreti del loro interesse per garantire lo sviluppo futuro del sito e l’attrattività economica locale, sia che si tratti di un rilevamento della struttura, con un acquisto a prezzo di mercato, sia che si tratti della creazione di una società mista o di un altro tipo di impegno finanziario, che rifletta l’ambizione delle istituzioni per il territorio».

Considerando le potenzialità dell’attività imprenditoriale condivisa, non vi è dubbio che uno scambio a breve termine consentirà di concludere un accordo a vantaggio dell’animazione economica e sociale del territorio. «Chiediamo però un nuovo modello di lavoro, ci aspettiamo che gli enti locali siano fonte di proposte e attivamente coinvolti nella gestione della sede» chiosa Cizeron.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Helga Flatland “Fino alla fine” -Fazi Editore- euro 18,50

Dopo il bellissimo “Una famiglia moderna” (Fazi 2022), la scrittrice norvegese mette a segno un altro colpo vincente e riconferma la sua bravura nell’addentrarsi nelle complesse e sottese dinamiche familiari.

Ora al centro della narrazione è il difficile rapporto tra la ginecologa Sigrid -ribelle che è fuggita dal piccolo villaggio rurale scandinavo e il suo orizzonte ristretto- e la madre Anne, insegnante che invece nella casa avita abita da sola.

Due donne molto diverse e legate da una sorta di odio-amore, intriso di disattenzioni, incomprensioni, non detti e pochi abbracci. Si sentono sporadicamente solo telefonicamente, quasi per convenzione; senza parlarsi veramente e così facendo il divario che le separa diventa sempre più un burrone.

Sigrid vive a Oslo, presa dal lavoro, i rapporti con i figli, l’ex marito e l’attuale compagno. Cova un rancore costante verso quella madre che avverte distante da sempre, disattenta verso di lei fin da quando era bambina, tanto da dimenticarne i compleanni.

Anne è una roccia di donna, indipendente ma segnata dalle difficoltà dell’esistenza; a partire dagli anni difficili al fianco del marito Gustav che a 60 anni era stato annullato da una malattia neurovegetativa. Ora lui non c’è più, ma Anne ogni mattina e in ogni stagione, inverno compreso, onora la loro abitudine di tuffarsi dal pontile nelle acque gelide del lago vicino. Questo per dirvi la tempra di questa anziana signora che da sola sa cavarsela benissimo nella fattoria che manda avanti da sempre.

Lo scatto avviene quando ad Anne viene diagnosticato un cancro ed è allora che i rapporti e gli affetti si ricollocano in nuove prospettive. Sarà la chiave di volta che aprirà i cuori, riconfigurerà rapporti e ruoli, smaltirà i silenzi e ci porterà nel cuore di una famiglia alle prese con la vita e i vari destini.

 

Patrick Modiano “La strada per Chevreuse” -Einaudi- euro 16,00

Impossibile riassumere questo libro dello scrittore francese Premio Nobel per la letteratura nel 2014, che alcuni critici accostano niente meno che a Proust. “La strada per Chevreuse” è in realtà senza trama, se non quella della memoria, dei ricordi e di sprazzi di vissuto.

Protagonista è l’alter ego dell’autore, Jean Bosmans, di professione scrittore, orgogliosamente sonnambulo, dunque in un certo senso dotato dell’abilità di vedere dove altri non possono farlo.

In queste pagine Jean cerca di ricostruire scene e incontri del suo passato legati alla parola Chevreuse; ed è in questa valle che si dirige in macchina con Camille, l’amica indecifrabile soprannominata “Teschio”.

Durante il viaggio a Jean tornano in mente reminiscenze di quando era bambino, ricordi vaghi di persone che sfumano in ombre, una casa che sa di conoscere da sempre ma non ricorda bene perché.

A rendere ancora più complicato questo viaggio nella memoria resta la misteriosa Camille che si aiuta a sopportare la vita con pillole rosa e sembra legata a ulteriori misteri. Case abitate da personaggi equivoci e inquietanti; Jean avverte una sorta di accerchiamento e… forse ha assistito ad un crimine. Insomma un conturbante viaggio nella memoria spesso nebulosa.

 

 

Manuel Vilas “ Amor costante” -Guanda- euro 19,00

L’ultimo romanzo dello scrittore spagnolo è il racconto di un’utopia, quella della protagonista Irene, vedova di 50 anni, dopo 20 di matrimonio felice; o almeno così si è indotti a credere per buona parte del libro. Non siamo al livello di meravigliosa profondità dell’esordio con “In tutto c’è stata bellezza” (2018), però l’abilità narrativa di Vilas c’è intatta, e già solo quella vale la lettura.

Irene è una signora benestante e ancora in grado di suscitare l’interesse dell’altro sesso; ora, dopo la vita idilliaca con Marc è alle prese con lo struggente ricordo del marito defunto. Ripensa continuamente agli anni trascorsi con lui, quando loro due si erano chiusi e avviluppati in un bozzolo privatissimo di passione e amore totale. Si potrebbe dire che Irene e Marc avevano vissuto l’uno per l’altra, in modo così totale che poco a poco erano stati isolati dagli amici, che si sentivano esclusi e quasi infastiditi dalla loro dirompente intimità.

Ora che Marc non c’è più, per lei sono insormontabili il dolore e l’isolamento. Da lui ha ereditato una piccola fortuna che le consente di fare quello che vuole senza alcuna preoccupazione finanziaria. Così Irene intraprende un viaggio quasi donchisciottesco senza una meta precisa, da un hotel di lusso all’altro, lungo le coste spagnole, francesi e italiane. Un mediterraneo descritto come una sorta di paradiso; anche se fanno capolino i drammatici naufragi dei migranti e la crisi climatica.

Ma il nocciolo della storia è il disperato tentativo di Irene di far rivivere la magia del suo matrimonio attraverso fugaci incontri con altri uomini incontrati per caso. Sconosciuti con cui passa la notte, nel tentativo di ritrovare nell’attimo del loro piacere il volto del marito.

E’ il suo modo di sfuggire alla triste realtà, di perpetrare un’intesa unica che la morte le ha strappato. E’ anche l’escamotage per convincersi che comunque non stia tradendo la memoria di Marc dal momento che è lui che cerca nei volti di altri uomini, anche se solo per il fulmineo attimo di un orgasmo. E qui forse il romanzo un po’ zoppica.

Resta il racconto intelligente di una fantasia personale che in qualche modo cerca di essere la risposta a un mondo deludente e la difesa da un destino perfido. Ma non mancheranno le soprese.

 

Abraham Pais “Oppenheimer” -Mondadori- euro18,00

Abraham Pais (nato ad Amsterdam il 1918 e morto a Copenhagen nel 2000) è stato un importante fisico teorico. Ha collaborato con Albert Einstein e Niels Bohr, è stato ricercatore e docente in prestigiose università americane e ha scritto libri scientifici e biografie.

Pais è stato collega di Oppenheimer a Princeton, e questo è un valore aggiunto della sua ricostruzione della vita del direttore del Progetto Manhattan.

In queste pagine ripercorre la vita del geniale scienziato, inventore della bomba atomica e perseguitato poi dalla sua coscienza per essere stato un creatore di morte a un livello mai visto prima, un distruttore di mondi.

Pais ricuce gli anni giovanili, universitari e da docente di Oppenheimer, la tenacia nel perseguire le sue intuizioni e la lotta per realizzarle, salvo poi finirne travolto in tutti i sensi. Il libro unisce dati biografici essenziali e un ritratto a tutto tondo dell’uomo, precisa competenza tecnica (la parte più ostica se non si ha una preparazione scientifica), accurata ricostruzione storica e abilità narrativa.

 

Agli orti urbani dì Grugliasco i ragazzi di Susa per l’inclusione sociale

I ragazzi del progetto Energia 2.0, promosso dalla Croce Rossa Italiana, sono stati in visita agli orti urbani di strada del Gerbido, accolti da alcuni soci e dal presidente Domenico Verduci.

Energia 2.0 é un progetto nazionale che favorisce l’inclusione sociale e lavorativa. In collaborazione con il Formont-Val Susa, ai ragazzi é stata data l’opportunità di seguire un corso di ristorazione e di ottenere una qualifica professionale in tecniche ristorative. Gli studenti hanno superato brillantemente l’esame e la maggioranza ha ottenuto la possibilitá di essere assunto presso ristoranti e hotel dopo l’esperienza dello stage.

Nel progetto sono state organizzate e promosse visite culturali e di promozione al territorio. Tra questi la visita agli orti urbani di Grugliasco, organizzata dall’assistente sociale Sara Russo, in collaborazione con il presidente Verduci.
I ragazzi sono stati accolti con entusiasmo e hanno percepito tutta l’energia positiva e la passione che circondava gli orti.

Sappe: “Ennesima aggressione nelle carceri piemontesi”

ALESSANDRIA,  S.MICHELE: TORNA A PROTESTARE IL SAPPE

Il copione sembra essere, incredibilmente, sempre lo stesso: si sono infatti vissute le ennesime ore di folle e assurda violenza, nei giorni scorsi nella Casa di reclusione S. Michele di Alessandra: “Colpa della scelleratezza di un detenuto straniero, che ha alimentato la tensione nella struttura detentiva”, riferisce Vicente Santilli, segretario nazionale per il Piemonte Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Il fatto violento è avvenuto quando un detenuto di origini sudamericane ha aggredito un poliziotto, lanciandogli contro tavoli e sedie durante il proprio colloquio con i familiari per futili motivi. Il collega è stato portato in ospedale per alcune contusioni”. 

“Solo grazie all’intervento di altri appartenenti alla Polizia Penitenziaria che riuscivano a bloccare il ristretto si è evitato il peggio”, aggiunge Santilli che è fermo nella sua denuncia: “La situazione nelle carceri del Piemonte è critica, e il SAPPE lo denuncia da tempo: forse aspettiamo un gesto ancora più eclatante affinché qualcuno possa intervenire dimenticando che chi opera all’interno degli istituti sono uomini e donne che rischiano per garantire la sicurezza? I poliziotti penitenziari in servizio nel Distretto Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta da tempo prestano la loro attività lavorativa in condizioni critiche perdendo ogni serenità lavorativa. Da parte del Provveditore ci si aspettano provvedimenti risolutivi che migliorino la vita lavorativa dei poliziotti penitenziari”.

“La situazione penitenziaria è sempre più critica” – dichiara Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE. “Va bene l’intendimento del Governo orientato a non avere alcuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”Capece ricorda di avere espresso “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane” ed auspica “che analoghi accordi vengano assunti con i Paesi che hanno un alto numero di loro connazionali tra i detenuti in Italia, ovvero Romania, Nigeria, Marocco e Tunisia per poi, via via, interessare tutti gli altri Paesi”.