Stanziati dalla Regione 105 milioni di euro a favore di 805 Comuni piemontesi per progetti di sviluppo e coesione. Una delibera approvata dalla Giunta finanzia la valorizzazione di 24 Aree omogenee tramite il Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, nell’ambito dell’accordo per la crescita territoriale firmato nello scorso dicembre dal presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio.
«Mettiamo in campo 105 milioni di euro per consentire a oltre 800 amministrazioni comunali di realizzare una serie di interventi strategici attesi da tempo. In questo modo diamo risposte concrete ed efficaci alle richieste dei cittadini su bisogni crescenti di sanità, mobilità, istruzione, ambiente e competitività – puntualizza il presidente Cirio – Fin dal primo giorno di mandato abbiamo concentrato la nostra programmazione sulle necessità di ogni singola amministrazione locale, con 65 milioni già distribuiti a più di 150 Comuni delle aree interne e 130 milioni assegnati a oltre 200 Comuni con il programma regionale Fesr. E adesso aggiungiamo questa nuova misura che produrrà sviluppo diffuso e partecipato in 24 aree omogenee del Piemonte».
«Grazie a queste risorse – aggiunge il presidente – tutte le province piemontesi avranno ricadute positive in termini di sostegno alle grandi sfide per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile, l’innovazione e il welfare. Il Fondo sviluppo e coesione, se da un lato rappresenta una significativa fonte di finanziamento, dall’altro è un’opportunità concreta di lavorare in sinergia come aggregazioni territoriali a beneficio dello sviluppo locale di aree vaste del nostro Piemonte».
La distribuzione delle risorse
Le risorse saranno distribuite tra 805 comuni, suddivisi in 24 aree omogenee. Questo lo schema di ripartizione dei fondi, tenendo conto che alcune Aree contengono anche Comuni di altre province.
* a 146 Comuni della provincia di Alessandria 28 milioni
– 44 dell’Area Monferrato casalese e Terre di Po, finanziata complessivamente con 7,4 milioni
– 41 dell’Area Alto Monferrato, finanziata complessivamente con 5,6 milioni
– 30 dell’Area Bacino del Tanaro, finanziata complessivamente con 4,7 milioni
– 28 dell’Area Appennino alessandrino, finanziata complessivamente con 3,1 milioni
– 3 dell’Area Borghi delle Vie d’Acqua, finanziata complessivamente con 7 milioni
* a 104 Comuni della provincia di Asti 21 milioni
– 51 dell’Area Monferrato Heritage Unesco, finanziata complessivamente con 4,3 milioni
– 33 dell’Area Terre di Langa e Monferrato, finanziata complessivamente con 5 milioni
– 16 dell’Area Bacino del Tanaro, finanziata complessivamente con 4,7 milioni
– 4 dell’Area Monferrato casalese e Terre di Po, finanziata complessivamente con 7,4 milioni
* a 63 Comuni della provincia di Biella oltre 8 milioni
– 47 dell’Area Biellese, finanziata complessivamente con 5,7 milioni
– 16 dell’Area Baraggia, finanziata complessivamente con 2,6 milioni
* a 176 Comuni della provincia di Cuneo 26 milioni
– 37 dell’Area Terra di Langa, finanziata complessivamente con 2,6 milioni
– 29 dell’Area Monregalese, finanziata complessivamente con 4,1 milioni
– 25 dell’Area Alta Valle Tanaro e Cebano, finanziata complessivamente con 2,2 milioni
– 23 dell’Area Terre del Monviso, finanziata complessivamente con 2,8 milioni
– 20 dell’Area Pianura cuneese, finanziata complessivamente con 3,5 milioni
– 17 dell’Area Valle Stura, finanziata complessivamente con 2,7 milioni
– 15 dell’Area Roero, finanziata complessivamente con 2,6 milioni
– 10 dell’Area Terre di Langa e Monferrato, finanziata complessivamente con 5 milioni
* a 51 Comuni della provincia di Novara 11 milioni
– 41 dell’Area Novarese, finanziata complessivamente con 4,7 milioni
– 10 dell’Area Laghi, finanziata complessivamente con 5,9 milioni
* a 160 Comuni della provincia di Torino 35 milioni
– 72 dell’Area Canavese, finanziata complessivamente con 8,6 milioni
– 27 dell’Area Orco e Soana, finanziata complessivamente con 3,9 milioni
– 19 dell’Area Pianura torinese, finanziata complessivamente con 3,8 milioni
– 19 dell’Area Val di Susa, finanziata complessivamente con 2,7 milioni
– 15 dell’Area Valli Chisone e Germanasca, finanziata complessivamente con 1,9 milioni
– 6 dell’Area Monferrato casalese e Terre di Po, finanziata complessivamente con 7,4 milioni
– 2 dell’Area Borghi delle Vie d’Acqua, finanziata complessivamente con 7 milioni
* 52 Comuni della provincia del Verbano Cusio Ossola 9 milioni
– 36 dell’Area Laghi, finanziata complessivamente con 5,9 milioni
– 16 dell’Area Ossola, finanziata complessivamente con 2,6 milioni
* a 53 Comuni della provincia di Vercelli 10 milioni
– 49 dell’Area Borghi delle Vie d’Acqua, finanziata complessivamente con 7 milioni
– 4 dell’Area Baraggia, finanziata complessivamente con 2,6 milioni
I prossimi passi
Ogni Comune potrà richiedere il contributo entro il 31 maggio, candidando tramite l’Area omogenea di appartenenza un massimo di tre proposte: una del valore fino a 100 mila euro, una seconda fino a 250 mila euro e una terza fino a 500 mila euro, con l’importo minimo mai inferiore a 50 mila euro. Il finanziamento della Regione potrà coprire al massimo il 90 per cento del totale di ciascun progetto.
Gli interventi potranno riguardare gli ambiti di digitalizzazione, competitività delle imprese, energia, ambiente e risorse naturali, cultura, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana, welfare e salute, istruzione e formazione e capacità amministrativa.
Sulla base delle richieste presentate, la Regione definirà un piano di sviluppo per ciascuna area omogenea e assegnerà i finanziamenti ai progetti ritenuti più strategici, nel limite della dotazione finanziaria attribuita a ciascuna aggregazione territoriale.
Dei 105 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione, 100 saranno ripartiti tra i progetti dei singoli Comuni, mentre i restanti 5 milioni verranno distribuiti come premialità a favore delle proposte sovracomunali. Queste risorse potranno comunque essere ulteriormente integrate dalla Regione.
Nelle prossime settimane, il presidente Cirio e gli assessori regionali inizieranno un tour per incontrare i sindaci delle 24 aree omogenee e per illustrare loro il funzionamento della misura e le tempistiche e modalità di presentazione dei progetti.
Immobiliare, mercato in fermento
Nell’ultima edizione dell’Indagine sul Mercato Immobiliare, compravendite trainate dall’andamento delle locazioni e dalla fiducia sui mutui
Gli italiani riprendono a pianificare l’acquisto della casa. Il numero delle persone interessate a comprare un’abitazione nel giro di un anno cresce del 13,8%, spinte sia dall’andamento del mercato delle locazioni, che dal minor costo del tasso di interesse sui mutui. È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Indagine sul Mercato Immobiliare Residenziale effettuato dall’Ufficio Fimaa-Confcommercio.
Una serie di fattori, ripresi anche dall’Istat nel report di gennaio sulla Fiducia di Consumatori e Imprese, confermano, in particolare, che la diminuzione dei tassi di interesse sui mutui restituiscano linfa alla fiducia dei consumatori.
Per quanto riguarda le vendite, gli associati Fimaa ribadiscono che il mercato nel corso del 2023 ha attraversato una fase di transizione, ma il sentiment sull’ultimo quadrimestre mette in luce un miglioramento. I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate infatti evidenziano che nei primi nove mesi dell’anno le vendite sono calate dell’11,8% ma, stando alle rilevazioni degli associati Fimaa, il divario nell’arco dell’intero anno si ridurrà al 10,6%.
I prezzi della abitazioni in generale registrano un aumento dell’1,8%, grazie soprattutto alla spinta delle abitazioni nuove (che a ottobre 2023, secondo l’Istat, hanno registrato un +8%). “Questo dato – commenta Santino Taverna, Presidente Fimaa Italia – dimostra che chi cerca casa presta sempre più attenzione a unità immobiliari efficientate energeticamente per un risparmio sui costi di gestione. L’elaborazione dall’Ufficio Fimaa-Confcommercio su dati Istat dimostra che dal 2010 le abitazioni nuove hanno accresciuto il loro valore del 22,6% al lordo dell’inflazione. Nonostante il forte aumento della domanda, tuttavia, risulta dimezzata la percentuale delle case nuove vendute rispetto al totale, per una carenza di offerta (17,7% nel 2023 contro il 34,8% del 2010)”.
Tra i fattori che trainano il mercato ci sono i canoni di locazione alti e la forte richiesta di abitazioni in locazione che spingono molti piccoli e medi investitori a puntare sull’acquisto di abitazioni da mettere a reddito (58,4%). I grandi investitori cercano invece immobili da mettere a reddito nelle prime location urbane o turistiche (6%). Il 22,9% degli associati Fimaa ritiene determinante l’alto tasso di inflazione, mentre il 6% degli intervistati ritiene che un eventuale calo dei tassi bancari determinerà un aumento di transazioni.
A frenare gli scambi, invece, ci sono gli alti costi di ristrutturazione (44,7%), il timore per la congiuntura economica, i tassi dei mutui e l’occupazione (36,1%). Il 17,6% degli agenti associati a Fimaa ritiene che il mercato sia penalizzato dal quadro normativo e fiscale, come la classificazione energetica e la tassazione sulle plus-valenze per gli immobili che hanno usufruito del Superbonus al 110%.
Per quanto riguarda le attese sulla prima parte del 2024, circa la metà degli agenti Fimaa (il 45,2%) ritiene che il numero di transazioni calerà. La percentuale comunque si riduce in maniera sensibile rispetto alla rilevazione precedente (era al 61,5%), mentre crescono sia le aspettative di stabilità (38,7%) e sia quelle di un aumento (16%). La maggior parte degli associati (65,1%) ritiene inoltre che i prezzi non subiranno particolari variazioni. Il 19,5% prevede un calo, il 15,3% un aumento. Inoltre, circa la metà degli agenti Fimaa (il 45,1%) ritiene che la domanda di abitazioni si manterrà stabile, il 27% confida in un miglioramento. Pressoché identica, tuttavia, la percentuale di chi si attende un peggioramento. Per quanto concerne l’offerta di immobili, invece, la maggioranza assoluta degli agenti (57,7%) ritiene che il livello rimarrà stabile, il resto si divide equamente tra quanti confidano in un aumento e quanti temono una diminuzione.
Il mercato delle locazioni invece registra un aumento dei canoni del 5%, con i contratti transitori che beneficiano dell’aumento maggiore (6,7%), mentre quelli concordati crescono del 2,4%. Il canone medio, secondo le elaborazioni dell’ufficio studi FIMAA Italia su dati dell’Agenzia delle Entrate, è di 532 Euro mensili. I proprietari degli immobili preferiscono i contratti di lunga durata (49%) o convenzionati (27,4%), le percentuali si riducono notevolmente per chi opta per un contratto transitorio (19,1%), o per le locazioni agli studenti (4,4%).
“Gli agenti Fimaa, inoltre – commenta Andrea Oliva, Coordinatore Uffici Studi Fimaa – ritengono che per i mesi a venire il mercato delle locazioni sarà caratterizzato da un forte mismatch. Praticamente due associati su tre (per l’esattezza il 62,4%) ritengono che la domanda di immobili in affitto crescerà nei mesi a venire, probabilmente a causa della difficoltà di accedere a un mutuo e agli alti tassi d’interesse. Il 34,2% ritiene invece che la domanda si manterrà stabile. Il 3,3% ipotizza un calo. Sul lato dell’offerta di immobili, quasi la metà degli associati (43,9%) teme che la disponibilità si ridurrà ulteriormente. Il 48,8% ritiene che si manterrà stabile, appena il 7,3% parla di un aumento. Per quanto riguarda i canoni, infine, il 58% ritiene che ci saranno ulteriori aumenti, il 37,1% che rimarranno stabili, meno del 4,9% ipotizza un rilassamento” conclude Andrea Oliva.
Inviata una comunicazione urgente a Rfi e Trenitalia per installare a Volpiano un monitor con gli orari dei treni e aprire la sala d’attesa
Il Comune di Volpiano chiede «con urgenza degli interventi ed un monitoraggio per i disservizi della linea ferroviaria SFM1 Rivarolo – Chieri». È questo il contenuto di una comunicazione inviata il 12 febbraio a RFI (Rete ferroviaria italiana) e Trenitalia, e per conoscenza agli enti interessati, facendo seguito all’incontro del 5 febbraio negli uffici della Regione Piemonte, sottolineando che «nel periodo intercorso tra il tavolo di confronto e la data odierna le corse cancellate, i disservizi, i ritardi risultano in aumento. Ben consapevoli della necessità di effettuare lavori di ammodernamento della linea e consci del fatto che ciò porterà i benefici ricercati (come, ad esempio, aumento della velocità dei mezzi) a lavori conclusi, ad oggi la situazione è divenuta insostenibile per le centinaia di utenti che quotidianamente utilizzano il servizio SFM1 per gli spostamenti casa-lavoro piuttosto che casa-scuola». Pertanto, nella comunicazione si richiede «l’installazione di un monitor con gli orari dei treni, in arrivo e partenza, presso la stazione di Volpiano che possa comunicare puntualmente le eventuali problematiche e segnalare il minutaggio del ritardo della corsa, e l’apertura della sala d’attesa presso la stazione di Volpiano».
Commenta il sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli: «I continui disagi cui sono sottoposti pendolari, studenti e rispettive famiglie sono diventati insostenibili. È fondamentale che Rfi e Trenitalia producano il massimo sforzo per risolvere le problematiche che interessano la linea SFM1. Fondamentale il lavoro svolto da Marco Sciretti, assessore ai Trasporti del Comune di Volpiano, e da Maria Grazia Bigliotto, capogruppo della lista Centro Destra per Bigliotto, che ringrazio, nell’attivare immediatamente un tavolo di confronto con la Regione alla presenza del Comitato Pendolari. A tale scopo ringrazio personalmente per la disponibilità la Regione Piemonte nella persona dell’assessore Marco Gabusi e il consigliere regionale Mauro Fava, vicepresidente della Commissione regionale Trasporti. Nel richiedere alcune migliorie, quali l’installazione di un monitor informativo sugli orari dei treni e l’apertura della sala d’attesa, occorre procedere celermente verso l’eliminazione dei problemi che ostacolano il regolare funzionamento della linea. A tale scopo è già programmato in questa settimana un incontro con Rfi».
Il giornalismo militante
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Il giornalismo militante è sempre esistito. O meglio, il giornalismo politico militante è sempre
esistito nel nostro paese. Anche perchè, tema molto antico ma sempre attuale, non esiste un
giornalismo asettico e senza opinioni. Ma, al di là di questa considerazione sufficientemente
scontata, quando il giornalismo – soprattutto quello televisivo – assume i tratti strutturali e
consolidati della militanza politica si sconfina inesorabilmente nel settarismo e nella faziosità che
non giovano neanche alla qualità e alla autorevolezza del giornalismo stesso. Come ovvio, non si
sfiora neanche il tema della imparzialità e della oggettività della notizia perchè, nel caso specifico,
il “pregiudizio” precede e annulla qualsiasi altra riflessione. Se nella carta stampata, di norma e
salvo rarissime eccezioni, si risponde unicamente agli interessi e ai voleri dell’editore, cioè del
“padrone” della testata, è nell’attuale giornalismo televisivo che questa faziosità settaria emerge in
modo persin troppo sfacciato. Un esempio tra i molti? Semplicemente basta sfogliare la
margherita. Vuoi ascoltare l’attacco frontale quotidiano e senza scrupoli al centro destra e
soprattutto alla premier Meloni? È sufficiente sintonizzarsi sulla trasmissione della Gruber e il
piatto è servito. Ti vuoi divertire con gli approfondimenti a senso unico indirizzati contro tutto ciò
che non profuma di sinistra o di populismo grillino? Ti ascolti i programmi di Floris e di Formigli. E
gli esempi potrebbero proseguire sulle reti Mediaset dove alcune trasmissioni sono persin
imbarazzanti perchè semplici bollettini di propaganda.
Dopodichè esiste un giornalismo di qualità e realmente imparziale, almeno nella conduzione dei
programmi di approfondimento e di dibattito. Un esempio fra tutti? La rubrica quotidiana di
Bianca Berlinguer e lo stesso suo programma di approfondimento serale come, per fare un altro
esempio, l’appuntamento quotidiano di Andrea Pancani o la stessa Tagadà condotta da Tiziana
Panella. Appunto, non centra l’emittente televisiva ma la modalità concreta che caratterizza la
conduzione e la guida della singola trasmissione di approfondimento politico e giornalistico.
Perchè, e lo ripeto, quando sai con largo anticipo che guardando quella trasmissione assisti ad un
attacco frontale ad una parte politica e ad una difesa sperticata della controparte, si creano anche
le condizioni per un pubblico di tifosi o da curva sud. Certo, la fidelizzazione di un pezzo di
opinione pubblica è un aspetto da non trascurare affatto ai fini della tenuta dello share da un lato
e, di conseguenza, degli incassi pubblicitari dall’altro di quella singola trasmissione. Ma il tutto,
purtroppo, avviene anche a detrimento della qualità dell’informazione. Perchè, e molto
semplicemente, si sostituisce l’appartenenza politica netta e definita a qualsiasi altra
considerazione e valutazione.
Ecco perchè, e nel pieno rispetto del giornalismo militante e politicamente schierato e netto come
ad esempio Report o altre trasmissioni, un sano e trasparente giornalismo di inchiesta e un buon
giornalismo di informazione, continuano ad essere fari decisivi che contribuiscono ad illuminare
ciò che capita nel paese e nel mondo e, dall’altro, a ridare qualità e credibilità alla stessa
democrazia italiana.
“Nutrirsi di cultura 0-6”, tanti libri per bambini
La lettura precoce, in famiglia, come acclarato da una mole crescente di evidenze scientifiche, è una risorsa cardine per il benessere dei bambini e dei loro genitori che il Piemonte promuove da oltre vent’anni, con il programma Nati per Leggere.
Nell’ambito dei programmi Nati per Leggere (Biblioteche) e Nati con la Cultura (Musei) e del progetto Nutrirsi di Cultura 0-6, sviluppato con azioni di sistema e di prossimità, sono stati attivati dei punti di lettura e prestito in alcuni quartieri della Città di Torino per favorire la partecipazione culturale delle fasce di cittadini più vulnerabili. Il progetto nell’ambito del Bando Cultura per crescere è sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Con l’obiettivo di favorire e diffondere la confidenza con i libri in età prescolare, in una società sempre più plurale e in nome dell’accoglienza e del riconoscimento della ricchezza delle diverse culture, oltre 500 libri sono scritti nelle lingue maggiormente parlate nella nostra città: albanese, catalano, francese, inglese, olandese, portoghese, rumeno, russo, cinese, arabo, spagnolo, tedesco, ucraino, kinyarwanda, oromo, somalo, swahili, tigrino, yoruba, punjabi, hindi, gujarati, bengali, tamil, tagalog.
Come afferma AIB-Associazione Italiana Biblioteche che promuove il programma Mamma Lingua, “le narrazioni rappresentano ponti e fili che legano le infanzie (..) e accanto alla lingua madre, si fa spazio, grazie ai libri, la lingua del Paese in cui si cresce”.
I libri sono ambasciatori delle 18 biblioteche civiche: un QRcode rimanderà a informazioni sui servizi, invitando a un viaggio di scoperta e di relazione nelle diverse sedi dove, oltre ai libri da prendere in prestito gratuitamente, le famiglie possono reperire documentazioni, informazioni di cittadinanza, frequentare i vari corsi in programma (lingue, supporto nella trasformazione digitale, incontri con gli esperti sulla genitorialità, etc.), utilizzare gli spazi 0-6 dedicati alle famiglie.
“Questa dotazione straordinaria, per favorire la prossimità con le famiglie, integra l’offerta in biblioteca ed è resa possibile da un percorso in rete “Nutrirsi di Cultura 0-6”, assegnatario del programma “Cultura per Crescere” varato da Fondazione Compagnia di San Paolo, che mira alla costruzione di sistemi di cooperazione tra i mondi della Cultura, Sanità, Sociale ed Educazione a favore delle Famiglie 0-6”, afferma l’Assessora alla Cultura della Città di Torino Rosanna Purchia.
Tra i partner del programma: ASL Città di Torino; AOU Città della Salute e della Scienza con la TIN-Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale S. Anna; AO Ordine Mauriziano; Ordine dei Medici – Pediatri di famiglia; AIB-Associazione Italiana Biblioteche; ACP-Associazione Culturale Pediatri; CSB-Centro per la Salute del Bambino; Abbonamento Musei e Fondazione Torino Musei (con GAM-Galleria d’Arte Moderna, MAO-Museo di Arte Orientale e Palazzo Madama); Case del Quartiere (Officine CAOS, Casa nel Parco, Bagni Pubblici di Via Agliè); Circoscrizioni cittadine; Centro Interculturale; Fondazione Paideia; Area Onlus; Centro Relazioni e Famiglie della Città di Torino; Istituto Comprensivo Torino II; Ufficio Pastorale Migranti; Associazione genitori Scuola dell’Infanzia Marc Chagall “Insieme”; Cooperativa Sociale G. Accomazzi; Spazio ZeroSei; Save the Children – Associazione Vides Main; Filieradarte – UniTo.
Trovi le valigie dei libri in:
Quartiere Aurora
Cecchi Point – Casa del Quartiere di Aurora | Via A. Cecchi, 17
Ufficio Pastorale Migranti | Via S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, 22
Scuola dell’Infanzia Marc Chagall | Via A. Cecchi, 2
I.C. Torino II – Plesso Parini | C.so Giulio Cesare, 26
Vallette
Officine Caos – Casa del Quartiere di Vallette | Piazza E. Montale, 18a
Vides Main | Via Fiesole, 19
Porta Palazzo
Centro PLOT- Cooperativa Accomazzi | Via S. Domenico, 13bis/i
Spazio ZeroSei | Piazza della Repubblica, 2b
Barriera di Milano
Bagni Pubblici di Via Agliè – Casa del Quartiere di Barriera di Milano | Via Agliè, 9
TIN-Terapia intensiva neonatale Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna | Corso Spezia, 60
Centro Famiglie – Spazio Pippi | Piazzetta Visitazione, 13
Maggiori informazioni sul progetto: https://bct.comune.torino.it/programmi-progetti/progetto/nutrirsi-di-cultura-0-6
Nella manifestazione pro-Palestina di oggi a Torino sono scesi in piazza centri sociali e collettivi di sinistra. Massime misure di sicurezza nella zona del quartiere ebraico e della sinagoga cittadina. Nel corteo è stata bruciata una foto di Giorgia Meloni (nel frame del video di Nazione Futura) e del premier israeliano. Invettive contro il governo italiano, contro Israele e contro la Rai, accusati di censura e di sionismo. “Quanto accaduto questo pomeriggio è gravissimo e frutto di un clima di scontro politico dai toni sempre più accesi, è arrivato il momento di fermarci e dire basta. Solidarietà al Presidente Meloni e ferma condanna ad un gesto che offende non solo Giorgia Meloni e la sua comunità politica, ma l’intero Paese e le istituzioni tutte”, commenta Ferrante De Benedictis, Consigliere Comunale FdI di Torino.
All’ospedale Molinette
Per la prima volta al mondo una strategia di trapianto sequenziale, prima di microbiota fecale e poi di fegato, ha consentito di salvare la vita ad un uomo di 56 anni, affetto dalla nascita da malattia policistica con interessamento epatico e renale. Una maratona lunga 120 giorni, gestita dai medici dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, in collaborazione con i colleghi della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. Nell’agosto scorso il paziente era stato trasferito dalla Nefrologia dell’ospedale Martini di Torino presso la Terapia Intensiva Epatologica dell’ospedale Molinette (diretta dal dottor Antonio Ottobrelli) a seguito di scompenso ascitico e stato settico. La malattia policistica negli anni aveva gravemente danneggiato la funzionalità renale fino alla necessità di dialisi,ed il notevole ingombro addominale, determinato da un fegato completamente sostituito da cisti ed arrivato a pesare circa 15 Kg, condizionava un grave stato di denutrizione, lo sviluppo di versamento liquido in addome e la colonizzazione intestinale da parte di batteri resistenti a qualunque terapia antibiotica ad oggi disponibile. In considerazione delle gravi condizioni cliniche, il Direttore del Centro Trapianto Fegato di Torino, professor Renato Romagnoli, ed il Direttore del Centro Trapianto Rene, professor Luigi Biancone, avevano concordato di dare priorità di trapianto all’organo salvavita, ossia al fegato, posponendo il trapianto di rene in un secondo momento. La colonizzazione intestinale da batteri resistenti alle terapie antibiotiche, in considerazione delle comorbidità da cui era affetto il paziente, rischiava tuttavia di rendere futile anche il trapianto di fegato, stante l’alto rischio di infezioni incurabili nell’immediato post-trapianto. La dottoressa Silvia Martini della Terapia Intensiva Epatologica ed il professor Renato Romagnoli hanno pertanto contattato il Direttore della Medicina Interna e Gastroenterologia e del Centro Malattie dell’Apparato Digerente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, professor Antonio Gasbarrini, pioniere in Italia, con i professori Gianluca Ianiro e Giovanni Cammarota, del trapianto di microbiota fecale ed autore delle Linee guida internazionali sul trapianto di feci. I colleghi hanno prontamente offerto la loro disponibilità a procedere con il trapianto di feci in capsule, con una possibilità di successo in circa 2 casi su 3 nella decolonizzazione dell’intestino da batteri altrimenti ad oggi intrattabili. Con la preliminare autorizzazione del Direttore Sanitario dell’ospedale Molinette, dottor Antonio Scarmozzino, il Centro Regionale Trapianti del Piemonte (diretto dal dottor Federico Genzano Besso) ha ottenuto parere favorevole dal Direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT) di Roma, dottor Massimo Cardillo, al trapianto di feci in deroga mediante l’assunzione di capsule per via orale, unica via di somministrazione possibile considerato il notevole ingombro addominale che controindicava la classica somministrazione per via colonscopica. Il Comitato etico della Fondazione Policlinico Gemelli ha espresso a sua volta parere favorevole. Interpellata favorevolmente la Commissione Farmaceutica interna della Città della Salute, con firma del Direttore sanitario dottor Lorenzo Angelone, nel novembre scorso il professor Gianluca Ianiro, organizzata in poche ore la trasferta da Roma, ha somministrato al paziente degente alle Molinette 50 capsule di microbiota intestinale, preparate presso la Microbiologia della Fondazione Policlinico Gemelli. La riduzione della carica batterica colonizzante l’intestino, documentata dai colleghi della Microbiologia dell’ospedale Molinette (diretta dalla professoressa Cristina Costa) ha consentito di attivare in lista trapianto fegato il paziente esattamente 12 giorni dopo il trapianto di microbiota fecale. Da sottolineare l’elevata priorità in lista fegato concessa dal CNT, al fine di sfruttare la finestra trapiantologica apertasi con la riduzione della carica batterica intestinale. A fine novembre, grazie alla generosità di una famiglia italiana che ha donato il fegato del caro congiunto defunto, il paziente, esattamente a 100 giorni dall’inizio del ricovero alle Molinette, è entrato in sala operatoria. Il trapianto di fegato ad elevatissima complessità tecnica è stato effettuato dal Direttore del Centro Trapianto Fegato di Torino, professor Renato Romagnoli, insieme con il suo staff medico, chirurgico ed infermieristico, in circolazione extracorporea con la collaborazione della Cardiochirurgia (diretta dal professor Mauro Rinaldi) e degli anestesisti della Anestesia e Rianimazione 2 (diretti dal dottor Roberto Balagna). Durante il trapianto è stata necessaria la trasfusione di 18 unità di globuli rossi e di altrettante di plasma fresco provenienti dalla Banca del sangue e Immunoematologia della Città della Salute di Torino (diretta dal dottor Marco Lorenzi). E’ doveroso ricordare come la donazione di sangue sia indispensabile per l’attività trapianto. Per consentire gli oltre 4000 trapianti di fegato sinora effettuati a Torino si è reso infatti necessario un pool di oltre 150.000 persone che in silenzio e con grande generosità hanno donato il loro sangue. Il decorso post-operatorio del trapianto di fegato è stato scevro da complicanze maggiori, in particolare non si sono verificate infezioni di sorta. Dopo solo 20 giorni dal trapianto di fegato (e ben 120 giorni dal suo ingresso alle Molinette), il paziente è rientrato a casa, avendo anche ripreso una funzione renale tale da non necessitare per ora di dialisi. Il paziente, supportato con amore dalle straordinarie moglie e figlia, è adesso in piena fase di recupero nutrizionale e motorio ed è stato scongiurato il rischio di infezione da batteri intrattabili nel post-trapianto fegato. Il caso clinico ha già ricevuto il primo riconoscimento nella letteratura scientifica internazionale, essendo stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Transplant Infectious Disease. “Ancora una volta siamo orgogliosi di rendere pubblica una collaborazione tra Policlinici italiani su un gravissimo caso clinico risolto con una soluzione sanitaria all’avanguardia e senza precedenti” dichiara il dottor Giovanni La Valle (Direttore generale Città della Salute di Torino).
E’ L’EMBLEMA DEL SISTEMA TORINO E DEL SUO FALLIMENTO
“Le immagini della festa ad Askatasuna è l’emblema di che cosa sia il ‘Sistema Torino’ e del suo fallimento”. A denunciarlo il senatore Roberto Rosso e Marco Fontana coordinatore provinciale e cittadino di Forza Italia a Torino dopo aver pubblicato le foto di una festa organizzata da Askatsuna davanti all’immobile che dovrebbe essere stato riconsegnato alla Città di Torino.
“Abbiamo assistito per settimane alla difesa della scelta dell’amministrazione Lo Russo di legalizzare il centro sociale sociale Askatasuna mascherandolo in una ‘illuminata’ co-progettazione. Abbiamo subito attacchi vergognosi dal Partito Democratico quando come centrodestra abbiamo scelto di fare un sit-in silenzioso di fronte al Comune denunciando la scelta. Il capogruppo del Pd ci ha detto che facevamo sprecare i soldi dei contribuenti per gli agenti che si sono dovuto schierare per difenderci, quando la Conticelli avrebbe dovuto vergognarsi a pensare che quelle camionette erano lì per difenderci da chi loro vogliono legalizzare. Abbiamo subito il fuoco di fila a “reti unificate” sui principali quotidiani cittadini di uno schieramento di intellettuali e pseudo comitati spontanei che difendevano l’idea della coprogettazione dicendo che era una soluzione pacifica e spontanea. Hanno silenziato le nostre ragioni per farci prendere per pazzi. E ora che cosa succede? Askatasuna dopo una consegna dell’immobile fake fa festa avendo accesso agli stessi locali di Corso Regina. Anzi dai loro canali ci dice che non se ne sono mai andati. Chiediamo a Lo Russo e compagni: ma non vi vergognate? Non avete un sussulto di dignità? Vogliamo continuare a consegnare mani e piedi questa città a chi è sotto processo per eversione rispolverando la questione dell’antifascismo? Proviamo disgusto e confidiamo che anche i torinesi ne provino altrettanto. Ma Askatasuna è solo la punta dell’iceberg di un Sistema che a Torino fa ogni giorno, da decenni, danni incalcolabili ad una Città che dovrebbe essere locomotiva dell’Italia. E chi tace o è connivente ne è corresponsabile”. Concludono i due azzurri.