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Abbonamenti GTT Formula U per muoversi a Torino: si acquistano anche in metro e si paga con Satispay

GTT accelera sulla digitalizzazione delle vendite dei titoli di viaggio. Le emettitrici automatiche presenti nella metro di Torino saranno abilitate alla vendita degli abbonamenti validi in città, i cosiddetti Formula U (settimanali, mensili e annuali). Inoltre le stesse emettitrici consentiranno pagamenti con Satispay per l’acquisto di tutti i titoli (anche quelli già disponibili).

 

Concretamente, in fase di pagamento sullo schermo appare il QR Code che, inquadrato con l’applicazione Satispay fornisce in automatico l’importo e consente di procedere con la transazione.

Le nuove possibilità di acquisto saranno attive a partire dalla prossima settimana nelle stazioni di capolinea Bengasi e Fermi e nelle stazioni di Porta Nuova, Porta Susa e Lingotto. Entro il 10 febbraio anche le restanti stazioni saranno progressivamente abilitate. Complessivamente saranno abilitate alla vendita degli abbonamenti 52 emettitrici.

Si tratta di una novità importante che permetterà ai passeggeri di acquistare i titoli di viaggio necessari per muoversi in città in modo ancora più rapido e pratico direttamente alle emettitrici con un metodo di pagamento sempre più diffuso e utilizzato anche per i piccoli acquisti.
Oggi in metropolitana è possibile acquistare – in contanti e con pagamento tramite carta di credito e debito dei circuiti Visa, MasterCard ed American Express – i biglietti “City 100”, “Daily”, “Multi Daily 7” e gli abbonamenti Under 26 mensili o annuali (su chip on paper anche i biglietti “Multicity” e i biglietti “Tour” validi per 48 ore e 72 ore).

Ztl Centrale. Permessi in scadenza al 31 marzo 2024

Per effetto dell’emergenza pandemica la ZTL era stata sospesa e l’efficacia dei permessi ZTL BLU A  era stata prorogata sino al 31 marzo 2024.

Per favorire il regolare svolgimento dell’istruttoria ed evitare di trovarsi senza autorizzazione alla scadenza del permesso, con la possibilità di incorrere nelle sanzioni previste per l’accesso abusivo, le domande per il rilascio e il rinnovo dei permessi e delle autorizzazioni per i veicoli aventi i requisiti necessari, dovranno essere inoltrate tassativamente entro e non oltre il 29 febbraio 2024.

I permessi per i veicoli coi requisiti necessari, per cui verrà presentata domanda entro il 29 febbraio 2024, avranno tutti validità dal 1° aprile 2024 con scadenza 31 marzo 2026.

Le richieste inviate oltre il 29 febbraio, così come le richieste cui non farà seguito il pagamento nei tempi indicati, seguiranno l’iter e le tempistiche previste dal normale processo di autorizzazione, pertanto non verrà garantita l’evasione entro la data prevista per la riapertura.

Tutte le informazioni sui permessi rilasciati dalla Città sono reperibili all’indirizzo http://www.comune.torino.it/trasporti/ztl/permessi-11.shtml e le istanze con la relativa documentazione dovranno essere inviate su Piattaforma ZTL decicata: https://servizi.torinofacile.it/info/servizi/permessi-ztl

Le informazioni sui permessi rilasciati da GTT S.p.A. sono reperibili all’indirizzo https://www.gtt.to.it/cms/ztl/permessi-di-circolazione-ztl e le istanze con la relativa documentazione dovranno essere inviate alla email dedicata: ztl@gtt.to.it

(foto Città di Torino)

 

“Bike to rail”, contributo per collegare via bici le stazioni

È di 45mila euro il contributo assegnato all’Unione Montana Valle Susa dalla Città Metropolitana di Torino nell’ambito del progetto “Bike to rail”, volto a promuovere studi di fattibilità per migliorare i collegamenti ciclabili con le stazioni ferroviarie del territorio. Una prospettiva che prevede due ambiti progettuali finanziabili, andando a interessare gran parte dei Comuni della Valle.

Il primo capitolo, di 15mila euro, finanzierà uno studio di fattibilità per la realizzazione di bike box in 8 stazioni ferroviarie da Avigliana a Susa. Il secondo invece, di 30mila euro, prevede la realizzazione di 6 studi di fattibilità per migliorare i collegamenti ciclabili tra le stazioni FS, la ciclovia Francigena e i Comuni di Borgone, Bruzolo,  Chianocco, San Didero, San Giorio, Susa, Villar Focchiardo.

Soddisfatto l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Giai, per il quale: “questo contributo ci permetterà di progettare importanti arterie ciclabili, che, collegando i nostri Comuni alle stazioni ferroviarie, contribuiranno a promuovere nel nostro territorio un modo di muoversi sostenibile. Un tassello che si innesta nei piani di sviluppo del turismo lento, che come Unione stiamo realizzando su più fronti, primo fra tutti la ciclovia Francigena, di cui quest’anno inaugureremo il terzo lotto, da Villar Focchiardo a Bussoleno. Insomma, tante azioni per rendere la Valle sempre più attrattiva e sostenibile”.

Disturbi alimentari. Ruffino (Az). Fondo va reso strutturale, emendamento a Milleproroghe

“Il fondo per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione non solo va rifinanziato, ma va anche reso strutturale, con risorse certe. Presenterò un emendamento al decreto Milleproroghe in tal senso, perché si tratta di garantire tutto il supporto possibile alle quasi quattro milioni di persone, per lo più ragazzi in età adolescenziale e preadolescenziale, che combattono contro anoressia bulimia, bigoressia, binge eating”. Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, che aggiunge: “La scelta del governo di non rifinanziare con l’ultima legge di bilancio il fondo da 25 milioni istituito dal governo Draghi si commenta da sola. E’ stato uno schiaffo inaccettabile ai più fragili e alle loro famiglie, una scelta grave, destinata a bloccare progetti già avviati e a determinare la chiusura di molti ambulatori specializzati, lasciando così pazienti e famiglie senza punti di riferimento. Io sarò in piazza sabato a Torino, insieme alle tante associazioni che in tutta Italia si sono mobilitate per chiedere l’immediato ripristino dei fondi. Il governo ammetta l’errore e rimedi, trovando una soluzione strutturale. Un Paese civile – conclude – non lascia soli i più deboli”.

Piemonte, imprese in crisi. Il dibattito nel Consiglio regionale aperto

“Non possiamo non tenere conto di quello che avviene anche nel settore automotive, legato alle decisioni del gruppo Stellantis che condiziona direttamente migliaia di dipendenti e altrettanti legati all’indotto”: così il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia, ha dato il via ai lavori del Consiglio regionale aperto “Le imprese in crisi in Piemonte – situazione e prospettive”, che si è tenuto all’auditorium della Città metropolitana di Torino.

Il presidente, sottolineando che più dell’80% delle imprese subalpine conta di mantenere o aumentare i livelli di occupazione, ha ricordato però alcuni dei tavoli aperti che mettono a rischio centinaia di posti di lavoro: “Gli ultimi in termini di tempo, nella provincia di Torino, come la Lear di Grugliasco e la Te Connectivity di Collegno”.

L’assessore al lavoro Elena Chiorino ha quindi spiegato che “nonostante un contesto decisamente complicato e da tutti conosciuto, contraddistinto da una pandemia e dalle implicazioni che la guerra ha portato in Europa, possiamo dire con orgoglio che questo Governo regionale ha messo in campo ogni strumento possibile per sostenere i nostri lavoratori e imprese”.

Secondo i dati elaborati dall’assessorato, nel periodo compreso tra il 2012-2021 “gli addetti in Piemonte per i settori dell’industria e dei servizi sono in lieve calo di 0,2 punti percentuali: nell’arco dell’ultimo decennio sono stati persi 2.710 addetti, un numero comunque esiguo a fronte di 1.369.626 unità locali attive. Come noto, il nostro punto di forza oggi è il settore dei servizi, con un incremento di 38mila addetti (+ 4,5%). Il tallone d’Achille è invece il settore dell’industria, con un calo di 40mila addetti (-7,7%)”.

“Abbiamo però elementi che ci consentono guardare al futuro con speranza – ha aggiunto Chiorino – le piccole imprese (10-49 addetti) evidenziano un +6,6%, mentre dati ancora più confortanti ci arrivano dalle medie imprese (50-249 addetti) in cui registriamo un +10,9%. Le previsioni Excelsior, realizzate da Anpal e Unioncamere, rivelano inoltre come siano 38.590 i lavoratori ricercati delle imprese del territorio (+ 1.250 assunzioni rispetto al gennaio del 2023) e ben 95.940 nel primo trimestre. Anche in questo caso notiamo un incremento di 4.310 assunzioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

È poi intervenuta la deputata Chiara Appendino(M5s), ex sindaco di Torino, che ha parlato di “clamorosa assenza del governo, ma anche di deputati e deputate piemontesi a questo incontro. Perché la crisi morde: ho sentito il discorso dell’assessora, ma nella realtà la crisi c’è. Rispetto alle decisioni di Stellantis ci saremmo aspettati un governo che dicesse qualcosa”.

Il Presidente della provincia di Alessandria Enrico Bussalino, per il suo territorio, ha posto l’accento soprattutto sulle “crisi delle Ipab e delle aziende metalmeccaniche, a cominciare dalle acciaierie d’Italia di Novi Ligure. Abbiamo circa 2mila posti di lavoro a rischio nel settore metalmeccanico”.

Jacopo Suppo, vicesindaco città metropolitana, descrivendo le “177mila imprese che gravitano sul nostro territorio”, ha rimarcato che “se questo grande complesso arranca, ne risente tutta la regione. Abbiamo parlato dei settori che vanno bene, ma non possiamo ignorare la crisi dell’automotive, l’allontanamento dalla città voluto da Stellantis. Rischiamo di perdere 100 anni di storia industriale”.

Per Gianna Pentenero, assessore al Lavoro città di Torino, “alcuni dati sono davvero tristi a Torino e nell’area metropolitana. Abbiamo un meno 4%, inutile nascondersi, parliamo soprattutto della nostra grande azienda, che è Stellantis e che ha caratterizzato con le varie denominazioni il nostro territorio. Bisogna avere un’idea per il futuro dell’indotto, è un tema urgente anche per il governo”.

Ha parlato di inizio d’ anno complicato Luca Carretti, segretario di Cisl Piemonte, e di notizie dalle imprese che confermano quanto avevamo anticipato: è l’effetto di una deindustrializzazione crescente (cartaio, tessile e automotive, oltre a indotto in particolare dell’automotive). La parziale compensazione con la crescita di terziario e servizi ha portato un indebolimento di qualità contratti e reddito, quindi un impoverimento tessuto regionale.

Per Giovanni Cortese, segretario Uil, la crisi del 2008 non è stata assorbita dal prepandemia e oggi i dati ufficiali Istat dicono che nel 2019 il Pil era sotto di 7 punti rispetto al 2008, con un meno 5 per cento della produzione industriale. In generale, nel 2022, ci sono stati rispetto al 2008 66mila occupati in meno e solo il 20 per cento dei laureati trova occupazione in tempo congruo.

Il segretario regionale della Cgil, Giorgio Airaudo, ha descritto “un grave ritardo, perché nessuno ha trovato una soluzione. Tocca a noi, tocca a voi che avete responsabilità di governo, trovarla. Siamo sostanzialmente il sud del nord, che ha bisogno di strumenti specifici. Se vogliamo portare investitori stranieri, bisogna cambiare le regole d’ingaggio, deve essere conveniente investire qui. O il Piemonte si fa sentire, o altrimenti Roma se ne disinteresserà”.

Cristiano Gatti, vicepresidente Confartigianato Piemonte non ha nascosto che “la crisi ha un immediato riflesso nel nostro settore, che si aggiunge alle difficoltà già presenti. Dal 2012 al 2022, si è registrato un saldo negativo di 15mila imprese. Anche per il commercio e somministrazione, siamo a meno 24mila e meno 11mila, ma va detto che nell’ultimo anno c’è stata una crescita”. Confartigianato chiede che sia valorizzato il marchio “Made in Piemonte”.

Dimitri Buzio, presidente di Legacoop ha sostenuto che per rappresentare una soluzione vera e propria è necessario sistematizzare il sistema della cooperazione, quando c’è una crisi di impresa. Però non bisogna arrivare troppo tardi, altrimenti diventa più difficile. “Noi siamo riusciti a risolvere diverse situazioni di crisi, ma c’è anche bisogno dell’intervento pubblico”.

Angelo Robotto, presidente Ires Piemonte ha detto che nel 2023 l’occupazione è cresciuta dell’1% e ha recuperato i livelli del 2019. Diminuiscono i disoccupati e le persone che potenzialmente potrebbero lavorare. La popolazione in età di lavoro è diminuita. La percentuale dei lavoratori over 60 è raddoppiata. Bene la formazione, bene le accademy, che hanno consentito di sopperire alla diminuzione demografica.

Isabella Antonetto, area capitale umano Confindustria, ha ricordato l’indagine congiunturale degli industriali, che prevede una crisi marcata nel settore della manifattura. Citando i dati positivi, il livello degli investimenti è però stabile, “quindi le imprese vogliono andare avanti”.

Sono quindi intervenuti i consiglieri regionali e il primo a prendere la parola è stato Giorgio Bertola(Ev): “Sappiamo che l’uscita dalla crisi dell’automotive non potrà avvenire con l’aumento dei consumi di massa. Oggi siamo l’ottavo paese produttore di auto in Europa: bisogna puntare sulla transizione ecologiva anche nell’automotive. È inaccettabile che Stellantis produca auto all’estero e faccia l’immobiliarista in Piemonte”.

Silvana Accossato (Luv) ha ricordato che “dietro ai marchi ci sono centinaia di lavoratori. Una svolta la si può dare cambiando strategia e narrazione, tocca agli esponenti della Giunta portare il caso industria Piemonte a livello nazionale. La Crisi automotive porta con sé il seme della povertà di questa regione. Non possiamo permettere che Stellantis abbandoni il nostro territorio, il sostegno delle Istituzioni va dato in cambio di garanzie in termini di posti di lavoro”.

Per Monica Canalis (Pd) “l’assessore Chiorino ha usato toni trionfalistici che non si addicono al momento di crisi che il Piemonte sta vivendo. Parliamo di una valanga che sta crescendo, premessa di un’onda lunga che arriverà nei prossimi anni. Ammettere questo non vuol dire essere pessimisti ma avere senso della realtà. L’Aumento di posti nei servizi e nel terziario non è una compensazione per il declino dell’industria”.

E Sarah Disabato (M5s) ha affermato che “è di oggi l’annuncio da parte di Stellantis di una nuova cassa integrazione per circa 3mila lavoratori. Si è perso tempo, va bene accompagnare i lavoratori durante le crisi ma è quando un’azienda delocalizza che si deve intervenire. Bisogna alzare la voce a Roma, chiedendo investimenti per avviare nuove filiere e affiancare transizione ecologica”.

Il capogruppo della Lega Alberto Preioni ha detto che “gli imprenditori ci chiedono meno tasse perché abbiamo una delle tassazioni più alte d’Europa. Si è detto dei 14 anni di cassa integrazione in Fiat-Stellantis, ma anche questo strumento è da rivedere perché la coperta è corta. Questo governo ha cambiato il paradigma del no tutto ed ha stoppato la droga del superbonus, la Regione deve efficientare il rapporto tra imprenditori e centri per l’impiego e ascoltare le classi produttive. In questo modo si può migliorare”.

Ha preso quindi parola Francesca Frediani (M4o-Up) che ha rimarcato come “abbiamo chiesto questo Consiglio straordinario per un confronto con le parti sociali e abbiamo sentito interventi che contraddicono quanto detto dall’assessore e ci parlano di una situazione difficile. Non mi permetto di dare ricette alla Giunta, ma le soluzioni adottate sinora non sono sufficienti”.

E anche per Domenico Ravetti (Pd) “è evidente che le scelte sinora fatte da Governo e Giunta non sono sufficienti e nemmeno soddisfacenti. La Regione Piemonte è stata la prima in Italia a dotarsi di una legge per ridurre la differenza retributiva tra uomo e donna, perché non attuarla appieno? Se i 600 operai dell’ex Ilva di Novi perdono il posto, diventano fantasmi, bisogna intervenire”.

Gianluca Gavazza (Lega) ha sostenuto che “Abbiamo bisogno dell’apporto dei privati e di un pubblico che sappia controllare e valorizzare il privato. Ci vogliono scuole professionali, istituti professionalizzanti, ed è necessario abolire i numeri chiusi a medicina e aumentare gli operatori sanitari”.

Riguardo le sfide che arrivano dall’intelligenza artificiale Sean Sacco (M5s), ha spiegato che “non possiamo avere l’atteggiamento da sabotatori, dobbiamo sapere che sostituirà anche i lavori ad alto valore aggiunto. Dovremo dare una mano anche a chi verrà messo da parte e non potrà avere le competenze elevate necessarie”.

A parere di Diego Sarno (Pd) “oggi questa Giunta ha perso un’occasione, l’assessore Chiorino ha fatto un racconto del passato. Non abbiamo sentito una parola sulle aziende sane, che investono, ma che decidono di andare via. Dobbiamo fare uno studio sull’impatto sociale degli investimenti, coinvolgiamo Torino Social Impact”.

L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano ha affermato che “abbiamo affrontato tutte le crisi con piglio adeguato. La pandemia ha sconvolto i nostri piani e ci siamo concentrati su credito, investimenti, liquidità. Il profitto non è un male, ma crea occupazione, agli imprenditori va detto grazie per quanto stanno facendo: siamo tornati a essere una regione attrattiva perché abbiamo ricreato un sistema che era un po’ sfilacciato”.

Inoltre, ha aggiunto Tronzano, “la scelta dell’aerospazio è una decisione politica ben chiara, abbiamo diviso i fondi con l’automotive. Non sono preoccupato per Microtecnica perché l’azienda è solida e rimarrà sul nostro territorio”.

(Comunicato stampa)

“Fissavo una foglia d’acero che pendeva dall’albero madre”

MUSIC  TALES LA RUBRICA MUSICALE

“Fissavo una foglia d’acero

che pendeva dall’albero madre

mi sono detto che noi tutti abbiamo perso il contatto

il vostro frutto preferito ora sono la ciliegia ricoperta di cioccolato

e l’anguria senza semi

niente di quel che proviene dalla terra è buono abbastanza”

 

Gli artisti “famosi” svaniti. Ossia: le meteore della prima decade del secolo che ci hanno fatto sognare per una notte e hanno poi abbandonato il palcoscenico nel silenzio più totale.

Li avete ascoltati chissà quante volte. Nomi famosi e celebri della musica della decade 2000-2009. Poi, per qualche ragione, sono scomparsi nel nulla. Si fa per dire: non si sono certo disintegrati. Eppure tutti questi artisti, chiacchieratissimi fino al giorno prima, sono spariti dalle scene (e dalle classifiche) il giorno dopo. O quasi.

Perchè? I motivi sono tanti. Il primo sta naturalmente nel funzionamento dell’industria discografica, che nei 2000 ormai tende sempre più a fabbricare fenomeni grossi ma temporanei, piuttosto che affidarsi ai risultati di un artista o di una band dalle intenzioni “serie”, ambiziose e proiettate su un lungo termine.

Un altro motivo: la fortuna. Molti degli artisti che vedete qui sono giunti al successo magari non necessariamente in virtù della loro bravura, ma più perché presentatisi con le loro hit nel posto giusto al momento giusto. E terzo: la natura da “tormentoni” delle suddette hit. Se una canzone conquista il pubblico a livello maniacale, poi ce ne si dimenticherà più facilmente.

Uno di loro è Gavin DeGraw…si, quello di “Chariot”. Sì, è quella. Oh Chariot. Quante volte l’avrete riascoltata? Cento? Duecento? Duemila.

Nel 2005 Gavin DeGraw pareva essere la nuova promessa del pop/rock americano. Poi, come sappiamo, non è andata così. Anche se è vero che il cantante ha sempre saputo mantenere un mediocre successo, un po’ in vari paesi, nel corso degli anni.

Ha pubblicato sei abum, l’ultimo dei quali è uscito nel 2016. Il primo, appunto Chariot, era uscito in realtà nel 2003 e aveva avuto un grande successo all’estero più con il singolo I Don’t Want to Be, arrivando addirittura al numero uno nella classifica degli Stati Uniti. Per noi, invece, è arrivato solo due anni dopo e appunto con Chariot.

 

Da allora il cantante ha vissuto di alterni successi, senza però mai figurare come nome importante nel mainstream. Molto è stato apprezzato, per esempio, il suo singolo Not Over You del 2011. Da almeno tre anni, tuttavia, è inattivo anche dal vivo. Quasi vent’anni di discografia, insomma; e qui in Italia ci ricordiamo solo di una sua canzone.

Ci spiace per lui, e non solo per lui, e ci auguriamo di poterlo risentire, a me non dispiaceva e, con questo brano, presagiva già questo nostro distaccamento dalla natura che incvece andrebbe ritrovato, risposato.

 

 

“Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata.”

(Albert Einstein)

 

Vi invito all’ascolto ed attendo le vostre impressioni sul brano:

 

 

Buon ascolto

Gavin DeGraw- Chariot (lyrics)


CHIARA DE CARLO

scrivete a musictales@libero.it se volete segnalare eventi o notizie musicali!

 

 

Ecco a voi gli eventi da non perdere!

Ragazzo morto in uno schianto frontale tra due auto

Ieri sera sulla strada provinciale 107 a Verrua Savoia nel Torinese si sono scontrate frontalmente una Fiat Punto e una Panda. La Punto è finita contro un albero e il passeggero, un 25enne romeno residente a Crescentino è deceduto  dopo il ricovero ospedaliero a Chivasso. Alla guida un altro giovane  russo che è stato  trasferito  in elisoccorso al Cto di Torino, con traumi non gravi.

Tracce di colonialismo nei nomi delle vie: mozione in Sala Rossa

La Sala Rossa ha approvato una mozione proposta dalla consigliera Alice Ravinale e dal consigliere Abdullahi Ahmed che, ricordando le tragiche vicende del colonialismo italiano e rilevandone le numerose tracce nella denominazione di strade e piazze torinesi, propone non di cambiare le suddette denominazioni, bensì di partire da esse per favorire la conoscenza di quelle vicende storiche, incoraggiando una riflessione collettiva sul loro significato e sulle loro conseguenze nella società odierna.

Da via Tripoli a piazza Generale Baldissera, da piazza Massaua a via Somalia, la toponomastica torinese, come quella delle altre città dello Stivale, è infatti ricca di riferimenti al colonialismo italiano, sviluppatosi soprattutto in Africa (Eritrea, Somalia, Libia, Etiopia) a partire dal periodo postunitario.
In particolare, il documento approvato in aula impegna l’amministrazione comunale a “contestualizzare, mediante l’inserimento di idonee targhe o di QR Code o eventuali interventi di arte pubblica, accessibili in più lingue, toponimi o monumenti dedicati a luoghi e persone collegate al passato coloniale italiano, al fine di consentirne una facile identificazione da parte della cittadinanza e favorire la conoscenza e la visione d’insieme di quel periodo della nostra storia”. Inoltre, si chiede di “promuovere iniziative e progetti di approfondimento relativi al passato coloniale italiano rivolti alle scuole e alla cittadinanza tutta”.

Inoltre, il documento invita il Parlamento ad approvare quanto prima la proposta di legge per l’istituzione di un Giorno della memoria delle vittime del colonialismo italiano, quale passaggio necessario per la conoscenza del nostro passato coloniale con le sue centinaia di migliaia di vittime e per la promozione di una società compiutamente antirazzista.

A questo proposito, si propone infine che la Città commemori le vittime del colonialismo con idonee iniziative – anche con le Biblioteche Civiche – nella giornata del 19 febbraio, anniversario della strage di civili perpetrata dagli occupanti italiani nella città di Addis Abeba in quel giorno del 1937, quale rappresaglia per un attentato della resistenza etiope.
Il documento è stato approvato con i voti favorevoli di PD, Sinistra ecologista, AD-Demos, M5S, Torino Domani, +Europa-Radicali e Moderati, i quali hanno però chiesto di votare la mozione per parti separate, non approvando la parte relativa a toponimi e monumenti. Contrario il voto espresso dai rappresentanti di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Radicali Italiani: Il ministro dice no alla scritta Tav =mafie

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Dopo anni nei quali la scritta TAV=MAFIE è rimasta illegalmente sulle pendici del Monte Musinè, ben visibile da chiunque percorra la Valle di Susa, il 24 agosto 2023 il Presidente di Radicali Italiani Igor Boni ha effettuato un sopralluogo sulla pietraia che ospita la scritta.

Nei giorni successivi lo stesso Igor Boni ha presentato via PEC una istanza secondo lo statuto, al Sindaco del Comune di Almese, proprietario del terreno che ospita l’installazione, chiedendo che venisse rimossa.

La sindaca Ombretta Bertolo in risposta all’istanza scrive che secondo gli uffici comunali la scritta non viola il Codice della strada e che in ogni caso il Comune non ha personale qualificato per la rimozione.

il 25 ottobre Igor Boni con il supporto dell’Avvocato Roberto Guarino, presentano un esposto alla Polizia metropolitana, ai vigili di Almese, al Ministero dei Trasporti e alla Sitaf denunciano l’illegale presenza della scritta.

in risposta a tale esposto il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con posta certificata scrive che: “l’installazione sul territorio comunale è in vista della S.P. 186, della S.S. 25 del Moncenisio e dell’Autostrada A32 Torino-Bardonecchia”. Scrive inoltre che “Il manufatto contiene un messaggio di natura propagandistica ed è pertanto regolamentato dall’articolo 47; viola, dunque, le disposizioni dell’art. 23 del Codice della strada”.

In conclusione si intima al Comune di Almese “di attivarsi in conformità alle prescrizioni dell’art. 23 del Codice della Strada adottando, al fine di garantire la sicurezza della circolazione stradale, le misure necessarie all’occorrenza per la rimozione dell’installazione”.

“Per anni le Istituzioni e la politica-dichiara Igor Boni-Presidente Radicali Italiani- hanno fatto finta di nulla di fronte a una palese illegalità. Si può essere contro o a favore della TAV, non è questo il problema; noi, lo ribadisco, siamo a favore e lo rivendichiamo da un quindicennio. Il problema è che quella scritta, posta su suolo pubblico e conosciuta e visibile da tutti, è fuorilegge, è infamante e contiene accuse infondate e gravissime. Non è ammissibile che un Comune consenta che ciò avvenga sul suo territorio. Lo abbiamo chiesto con una istanza popolare alla quale bastava dare seguito senza dover giungere a questo epilogo.

Dato che, per quanto ci riguarda il confronto tra le idee non può essere inquinato da palesi violazioni e da accuse infondate e false scritte come una gigantografia su una montagna oggi aspettiamo con ansia che il Comune provveda alla eliminazione della famigerata scritta, come indicato dal Ministero”.

Declino di Torino, Giachino: “Arcivescovo aiutaci tu”

 

L’appello di uno che da 15 anni si batte contro il declino economico di Torino. (contributo al confronto tra l’Arcivescovo REPOLE ,  Lorusso e Cirio)
 
Su iniziativa dell’Arcivescovo di Torino preoccupato per la situazione economica e sociale della Città stasera ci sarà per la prima volta un confronto tra la Chiesa , Sindaco e Presidente della Regione. Questo confronto arriva dopo la richiesta dell’Arcivescovo a Stellantis di dare risposte sulla sua presenza a Torino. La iniziativa della Chiesa torinese non deve sfuggire neanche alla attenzione del Governo.
Paradossalmente di Torino e del suo futuro se ne occupano di più a Roma il Ministro URSO con il suo Piano auto che volendo rialzare la produzione scesa a 420.000 unità a 1.000.000 può dare una mano anche a Mirafiori , e a Torino se ne occupa la Chiesa con l’intervento del giovane Arcivescovo Repole. Le risposte di Stellantis sin qui sono insoddisfacenti se pensiamo al nuovo periodo di cig comunicato ieri e soprattutto alla decisione di far costruire la Oanda in Serbia , la 600 in Polonia o in Marocco.
Avendo per primo denunciato la bassa crescita di Torino dal 2008 e avendo fatto battaglie per portare a Torino la Autorità dei Trasporti (2013) la grande battaglia per la TAV (2018-2019) è da ultimo la iniziativa che ha portato al fondo Giorgetti , il tesoretto di cui dispone oggi URSO per il suo Piano auto, capite che sono molto contento della iniziativa dell’Arcivescovo .
Per rilanciare Torino occorre dichiarare la malattia come fanno i Medici seri.
Non può essere lo O,1% in più di quest’anno a farci gioire. Come ha detto a giugno Banca d’Italia la economia torinese (Torino e l’area Metropolitana) , che vale oltre la metà della economia piemontese , fa da zavorra alla economia piemontese che da venticinque anni cresce meno della media nazionale.
Le conseguenze della bassa crescita degli ultimi sono il forte aumento  da un lato di poveri, precari, disoccupati,  emarginazione delle periferie e l’impoverimento dei salari e dall’altro la fuga all’estero di tanti giovani neolaureati.
Nel 2003 (l’anno della scomparsa di Gianni Agnelli) il PIL procapite del Piemonte era 120 su 100 della media delle regioni europee. Oggi è sceso a 100. Non aver difeso l’industria torinese e in particolare l’auto che dal 2000 ha visto scendere la produzione annua a Torino da quasi 500.000 a meno di centomila ha impoverito e ampliato la metà della Città che sta male come disse l’Arcivescovo Nosiglia nell’agosto 2012 . L’Arcivescovo Nosiglia non venne ascoltato dalla politica salvo qualche piccola  eccezione , tra le quali il sottoscritto , e neanche dal Sindacato.
La iniziativa dell’Arcivescovo Repole , che prima ha interpellato Stellantis e questa sera interloquirà direttamente con Sindaco e Presidente di Regione questa volta non dovrà’ più cadere nel vuoto nell’interesse di Torino e dei torinesi.
Torino non può più solo puntare sugli eventi ma deve offrire ai centomila studenti universitari che arrivano da ogni parte del mondo opportunità di lavoro nella ricerca, nella industria della mobilità , nell’aerosoazio , nell’ICT , nella logistica , nel turismo e nella cultura e nel Centro per la intelligenza artificiale , una proposta nata proprio dal mondo cattolico torinese, Don Luca Peyron.
Nella grande piazza della TAV chiedemmo a due studenti di parlare dal palco della fuga dei neolaureati da Torino . E’ la prima cosa da fare per fermare il declino demografico.
L’impoverimento della Città e della periferia trova risposte importanti nelle Caritas Parrocchiali, nel SERMIG, nel Cottolengo ma tutto ciò non basta se non si inverte il ciclo economico della Città che deve sconfiggere precarietà e degrado .
Ringrazio di cuore Mons. Repole per questa sua iniziativa e mi auguro che da tutti coloro che sono impegnati nella missione della politica arrivino  risposte vere nell’interesse della Città e dei più deboli.
Mino Giachino