ilTorinese

Natale sfortunato per il ladro: trova solo 70 centesimi in cassa e viene arrestato

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Un ladro marocchino di 27 anni ha forzato la finestra del bagno è entrato nel negozio di Antonio Marras  in via Lagrange ma ha trovato solo 70 centesimi nella cassa. Uscito dal negozio, si è recato  in un palazzo di via Maria Vittoria 4, dove ha derubato la casa del custode sottraendo un portafogli con denaro e carte di pagamento. Alla fine  i carabinieri sono intervenuti trovando il ladro su un balcone di una casa vicina e lo hanno arrestato.

Casa divorata dalle fiamme nella notte

Una villetta è stata completamente distrutta dalle fiamme nella notte a Rueglio, le cause sono ancora da accertare. Il rogo è partito dal tetto e ha coinvolto tutta la casa

Nonostante siano accorsi i vigili del fuoco con più squadre non è stato possibile salvare l’edificio. Gli abitanti della casa non hanno subito danni e sono stati portati in salvo.

“Sì Virginia, Babbo Natale esiste”. Una storia vera diventata leggenda di Natale

“Caro direttore, ho otto anni. Alcuni dei miei piccoli amici affermano che Babbo Natale non esiste. Mio papà mi ha detto: “Se lo vedi scritto sul Sun, sarà vero”. La prego di dirmi la verità: esiste Babbo Natale?”.

1897, Manhattan –Virginia O’Hanlon vuole disperatamente continuare a credere nel grande mistero di Babbo Natale, ma, al tempo stesso,è costretta a scontrarsi con la razionalità di un mondo cinico che vuole spogliare di poesia la festa più magica dell’anno. Per risolvere il dubbio si rivolge al padre, il medico legale Philip O’Hanlon che le suggerisce di scrivere al direttore del Sun. La risposta è affidata a un editoriale che porta la firma di un veterano del giornalismo: Francis Pharcellus Church. Il giornalista, che aveva seguito la guerra di secessione americana, era venuto a contatto con le sofferenze, le ingiustizie, gli odi, ma soprattutto con la mancanza di fede che si era diffusa in gran parte della società. La domanda di Virginia, in tutta la sua disarmante e apparente semplicità racchiude speranze e desideri di generazioni di bambini e di generazioni di adulti che sono stati e continuano a essere, dentro di sé, fanciulli, chiede alla società di riflettere su uno dei misteri che se svelati, se distrutti, se rivelati, se sviliti, porterebbe con sé la morte del sogno e apre un dibattito sull’eterna dicotomia tra il credere e non credere. L’editoriale di Church rappresenta non solo una grande lezione di giornalismo, ma una riflessione su un mondo incapace di andare oltre l’apparenza delle cose e di percepire la realtà se non attraverso la pura razionalità, ma soprattutto di abbandonarsi a un atto di fede, accettando di credere in qualcosa che non si può vedere, che non si può esperire attraverso i sensi. “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano)”scriverà nel 1943, quasi 46 anni dopo l’editoriale di Church, Antoine de Saint Exupery nella dedica del suo capolavoro, pubblicato proprio negli Stati Uniti. Solo i bambini o solo chi, crescendo è riuscito a conservare dentro di sé lo spirito del fanciullo, è in grado di continuare a vedere con il cuore. L’articolo di Church non rappresenta soltanto una risposta chiara e articolata alla domanda di Virginia, ma mostra a tutti i lettori quanto sarebbe triste, spoglio e senza prospettive un mondo senza misteri, senza atti di fede, senza sentimenti. “Virginia, i tuoi amici si sbagliano. Sono stati contagiati dallo scetticismo tipico di questa era piena di scettici. Non credono a nulla se non a quello che vedono. Credono che niente possa esistere se non è comprensibile alle loro piccole menti. Tutte le menti, Virginia, sia degli uomini che dei bambini sono piccole. In questo nostro grande universo, l’uomo ha l’intelletto di un semplice insetto, di una formica, se lo paragoniamo al mondo senza confini che lo circonda e se lo misuriamo dall’intelligenza che dimostra nel cercare di afferrare la verità e la conoscenza. Sì, Virginia, Babbo Natale esiste. Esiste così come esistono l’amore, la generosità e la devozione e tu sai che abbondano per dare alla tua vita bellezza e gioia. Cielo come sarebbe triste il mondo se Babbo Natale non esistesse! Sarebbe triste anche se non esistessero delle Virginie. Non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e della vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe. Non credere in Babbo Natale! E’ come non credere alle fate! Puoi anche chiedere a tuo padre che mandi delle persone a tenere d’occhio tutti i comignoli del mondo per vederlo, ma anche se nessuno lo vedesse venire giù, che cosa avrebbero provato? Nessuno vede Babbo Natale, ma non significa che non esista. Le cose più vere del mondo sono proprio quelle che né i bimbi né i grandi riescono a vedere. Hai mai visto le fate ballare sul prato? Naturalmente no, ma questa non è la prova che non siano veramente lì. Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie del mondo che non si possono vedere. Puoi rompere a metà il sonaglio dei bebè e vedere da dove viene il rumore, ma esiste un velo che ricopre il mondo invisibile che nemmeno l’uomo più forte, nemmeno la forza di tutti gli uomini più forti del mondo potrebbe strappare. Solo la fede, la poesia, l’amore possono spostare quella tenda e mostrare la bellezza e la meraviglia del mondo. Ma è tutto vero? Ah, Virginia, in tutto il mondo non esiste nient’altro di più vero e durevole. Nessun Babbo Natale? Grazie a Dio lui è vivo e vivrà per sempre. Anche tra mille anni, Virginia, dieci volte diecimila anni da ora, continuerà a far felici i cuori dei bambini”. La risposta di Church è diventata parte integrante delle tradizioni di Natale degli Stati Uniti, è stata tradotta in venti lingue e The Sun, fino alla sua chiusura nel 1950, l’ha ristampata ogni anno in occasione del Natale. La storia realmente accaduta di Virginia si è trasformata, con il tempo, in qualcosa di non dissimile dalla visita dei tre fantasmi a Scrooge: una leggenda, un racconto, un canto che, insieme a tanti altri, si rievoca, si rilegge e che contribuisce a rendere speciale il Natale. In fondo, la bellezza di questa festività è racchiusa nell’abbandonarsi, anche solo per ventiquattro ore alla fede, nel credere al ripetersi della nascita di un Bambino che cambierà il mondo, nel credere a un Vecchio che porta i regali, nel credere che possano diffondersi ovunque la pace, la gioia, la speranza. Illusioni? Fantasie? Utopie? Forse. Ma anche potenti strumenti per rendere la vita di ciascuno di noi migliore.

Barbara Castellaro

SE questo è un augurio

IL PUNTASPILLI  di Luca Martina

Quelli della mia generazione (baby boomers) ricorderanno forse ancora con nostalgia, come me, una poesia che, troppo lunga da essere inculcata a forza nella memoria, si imponeva, pur nella sua semplicità, per la profondità del suo significato.

Dopo averla letta per la prima volta in uno dei “Manuali delle giovani marmotte” (Nota per i più giovani: non si trattava di una trattazione sui simpatici e sonnolenti roditori…) ricevuto come regalo natalizio ne avevo rimediato, non ricordo come, una copia stampata in bianco e nero, niente di più che un semplice foglio A4, e l’avevo fatta incorniciare da mio padre.

Il “Breviario per laici”, come l’aveva definita Antonio Gramsci, il primo a tradurla nella nostra lingua, faceva dunque bella mostra nella mia cameretta e, quando mi sentivo più solo o triste, bastava gettargli una veloce occhiata per rimettermi di buon umore…. beh forse non era proprio così ma sì, insomma, si trattava comunque di una ventata di meditato ottimismo e pragmatica saggezza che non mancava di addolcire anche i momenti meno lieti.

Rudyard Kipling è diventato famoso per avere appassionato generazioni di lettori con il suo “Libro della Giungla” ma io gli sono stato sempre molto più riconoscente per questa sorta di bignami del Libro della vita.

A questo è tornata in questi giorni la mia mente intenta a cercare di partorire un augurio sincero, non di maniera, alla vigilia del tramonto di un altro anno pieno di tutto il bello e di tutto il brutto che noi umani sappiamo esprimere e sopportare.

Che davanti a voi si possa dunque affacciare il miglior futuro che potete immaginare e che la lettura di “Se” sia in grado di riportare alla mente i vostri più bei ricordi e suscitare le emozioni che solo la rivelazione (o la sua riscoperta) di un piccolo capolavoro possono provocare.

Giudicate voi se questi miei sforzi hanno raggiunto il loro obiettivo e se questo è un augurio che appaga le vostre aspettative.

Se, invece, il miracolo non riuscisse, cercherò di fare di meglio il prossimo anno… Se…

 

Se

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo però considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;

Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.

Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,

Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sarà la Terra e tutto ciò che è in essa,

E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Candiolo, il vento ha fatto crollare il tetto del castello

AVVISO

Il vento dei giorni scorsi  ha fatto crollare il tetto del Castello di Parpaglia: è stato letteralmente sradicato e caduto al suolo. Il Comune scrive sui social che la Regione, occupatasi del rifacimento tempo fa, è stata prontamente informata e si valuterà come intervenire. Fortunatamente tranne il castello non ci sono stati incidenti o danni alle persone.
Nella giornata di venerdì il personale cantoniere del comune insieme all’ufficio tecnico hanno provveduto per tutta la giornata al ripristino e messa in sicurezza e ricognizione di controllo su pali e piante del territorio.
Vista la concomitanza dell’evento con le festività, per gli interventi di pulizia dalle foglie sparse dal vento lungo strade e le vie di candiolo occorrerà attendere il rientro del personale comunale mercoledì.

 

I ragazzi di Villar Dora riordinano il cimitero devastato dal vento

“Luca, Dennis, Samuel e Federico hanno compiuto il miracolo”. Così si legge sul profilo Facebook del Comune di Villar Dora. Dopo due giorni di vento forte che ha messo a dura prova il  paese, soprattutto il  cimitero, rispondendo all’appello del Sindaco Savino Moscia, si sono uniti a lui e “in due ore hanno ridato dignità ai nostri defunti”. Con entusiasmo, come sanno fare i giovani senza nulla chiedere, si sono dati da fare al riordino del camposanto.

 

Debutta al Teatro Stabile la trasposizione teatrale del film di Paolo Genovese “Perfetti sconosciuti”

In scena al teatro Carignano, dal 26 dicembre al 7 gennaio

 

Dopo il successo della versione cinematografica uscita nel 2016, Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di “Perfetti sconosciuti”, la commedia campione d’incassi, vincitrice di numerosi premi, tra cui due David di Donatello e tre Nastri d’argento. Tra gli attori figurano Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Lorenza Indovina e Valeria Solarino. Lo spettacolo vede impegnati la Compagnia “Nuovo Teatro” e la Fondazione Teatro della Toscana.

Amicizia, amore, tradimenti, accade tutto e il contrario di tutto in questo brillante spettacolo di Paolo Genovese che ci pone di fronte alla nostra incapacità di comunicare in modo sincero con i nostri simili. Secondo il regista ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata, una segreta. Un tempo, quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria. Oggi è nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella schedina si mettesse a parlare? Come nel film, un gruppo di amici, durante una cena, decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo per condividere pubblicamente messaggi e telefonate. Un’apparentemente innocuo gioco di scambi si trasforma in un disastro a catena che svela senza alcun pudore, in uno slalom spietato tra situazioni esilaranti e colpi di scena, segreti inconfessabili, misteri e ambiguità.

 

Teatro Carignano, “Perfetti sconosciuti”, Piazza Carignano 6, Torino

Orario spettacoli: martedì, giovedì, sabato ore 19:30/mercoledì, venerdì ore 20:45/domenica ore 16:00

Martedì 26 dicembre ore 20:45

Lunedì primo gennaio ore 16:00

Martedì 2 gennaio riposo

La recita del 31 dicembre è fuori abbonamento e si tiene alle 20:30

 

Mara Martellotta

Il Cto si adegua contro il rischio sismico: al via lavori per 30 milioni

Trenta milioni di investimento di fondi Pnrr per l’adeguamento sismico Al via i lavori di adeguamento sismico dell’ospedale CTO di Torino. Un intervento da 30 milioni di euro finanziato con fondi Pnrr presentato oggi durante l’Assemblea del personale, dalla Direzione aziendale della Città della Salute di Torino. I lavori, che inizieranno la prossima settimana e termineranno entro il 2026, sono necessari per la messa in sicurezza di tutte le strutture e gli ambienti nei quali si svolgono attività sanitarie, in caso di emergenza sismica, per poter garantire soccorso alla popolazione. CONTESTO E FINANZIAMENTO DELL’OPERA L’intervento è finanziato con le risorse destinate alle Regioni ed alle Province Autonome per i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano degli Investimenti Complementari, nell’ambito della Missione 6, Componente 2, Investimento 1.2 – “Ospedali sicuri e sostenibili” che punta ad affrontare gli aspetti critici del sistema sanitario pubblico italiano, avviando un vasto piano di investimenti e riforme, al fine di allineare i servizi ai bisogni di cura dei pazienti in tutto il Paese. IL PROGETTO DI ADEGUAMENTO Il progetto prevede la messa in sicurezza delle strutture del presidio ospedaliero del CTO secondo quanto previsto dalle NTC (Norme Tecniche per le Costruzioni) 2018. Sin da subito, si è configurato il quadro dei “vincoli” del progetto: . mantenimento dell’operatività delle attività di ospedalizzazione; • presenza dell’elisuperficie e mantenimento della sua funzionalità durante i lavori; • rispetto delle prescrizioni legate all’interesse paesaggistico insistente sull’area di progetto. Tali condizioni, pertanto, hanno indirizzato l’approccio progettuale delle opere di consolidamento dei manufatti, preferendo soluzioni che comportassero il minor numero di interferenze con le attività sanitarie ed un’attenta programmazione delle stesse. In virtù delle specificità del presidio ospedaliero oggetto di intervento, sin da subito è emersa la stretta connessione tra la progettazione delle opere e quella, particolarmente attenta, della sicurezza. Per tale ragione, il processo progettuale ha coinvolto in un confronto costante con la Direzione Aziendale e di Presidio ed è possibile considerare il presente progetto quale risultato di strategie concordate e partecipate. Per garantire il rispetto dei vincoli urbanistici sussistenti sull’area, l’approfondimento delle soluzioni progettuali è stato di volta in volta condiviso con gli altri Enti coinvolti. SOLUZIONI ARCHITETTONICHE E INGEGNERISTICHE Per garantire la costante operatività dell’ospedale e minimizzare le interferenze con le attività sanitarie è stata adottata la soluzione degli esoscheletri esterni di facciata in carpenteria metallica, fondati su una moltitudine di pali sormontati da travi di fondazione, pensati per sopportare l’azione sismica del terremoto. Gli esoscheletri, lasciati volutamente a vista, lasciano intravedere i prospetti esistenti e si palesano in quanto elementi strutturali ed ingegneristici. L’armonia con il contesto è garantita dall’impiego di cromie che richiamano quelle degli elementi in calcestruzzo esistenti. Altro importante intervento di adeguamento dell’ospedale riguarda la realizzazione di tre torri rigide ancorate sui fronti dell’edificio. Le torri, necessarie per l’intervento strutturale, sono state pensate per integrarsi il più possibile all’interno nel contesto del presidio ospedaliero, mediante l’impiego di rivestimenti similari a quelli esistenti in laterizio e lamiera. «Dopo tanti anni di immobilismo, l’edilizia sanitaria nella nostra regione è ripartita sia per costruire nuove strutture che per ammodernare quelle esistenti – dichiarano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Ai 32 milioni stanziati come piano straordinario per la messa in sicurezza delle Molinette e gli interventi sul Sant’Anna si aggiungono ora altri 30 milioni del Pnrr per il Cto che è un altro ospedale strategico per Torino e per l’intero territorio. Una struttura che è stata realizzata prima delle attuali normative antisismiche e che ora sarà adeguata a garanzia della massima precauzione e sicurezza dei pazienti e di chi vi lavora». “L’avvio dei lavori è l’esito di uno straordinario lavoro di squadra, che ha visto coinvolte tutte le strutture aziendali dalla Direzione generale e sanitaria alle Direzioni di Presidio alle strutture tecnico amministrative, armonizzando le azioni per rispettare i tempi imposti per il PNRR. Una grande sinergia anche alla luce della gestione organizzativa, per garantire la massima operatività clinica durante le fasi di realizzazione, senza incidere sulla continuità dei servizi sanitari” dichiara il Direttore generale della Città della Salute dottor Giovanni La Valle. L’OSPEDALE CTO OGGI Il Presidio CTO è un ospedale con competenze di alta specializzazione nei campi della Chirurgia Ortopedica e Traumatologica, della Chirurgia Plastica, della Neurochirurgia, della Neurologia e della Medicina del Lavoro. È inoltre Trauma Center regionale di riferimento per il politrauma, la traumatologia vertebrale, i Grandi Ustionati e la Microchirurgia. Ospita la Banca della Cute e la Banca dei Tessuti Muscoloscheletrici. È sede dell’Unità Spinale Unipolare, centro di riferimento per la cura e la riabilitazione delle patologie cronico – degenerative dell’apparato osteoarticolare. L’Azienda ospita le attività accademiche della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Torino nelle discipline ortopediche, traumatologiche, di Medicina del Lavoro, Tossicologia ed Epidemiologia Industriale, riunite in uno specifico Dipartimento Funzionale Universitario. LE ORIGINI Il Centro Traumatologico Ortopedico e di malattie sociali e del lavoro, comunemente noto come CTO, è un presidio ospedaliero inaugurato nel 1965 come azienda sanitaria pubblica ed è il principale ospedale traumatologico della città di Torino. Il suo grattacielo, alto 75 metri per un totale di 16 piani, è attualmente la quinta costruzione più alta della città.Rivestita in laterizio a vista con grandi finestrature, la torre del CTO è infatti uno dei principali landmark che la Torino del boom economico costruisce negli anni di maggiore sviluppo demografico, punto di riferimento in un paesaggio urbano caratterizzato dalla collina e dal fiume Po.

Panza (Lega) Ue per modifica status lupi da specie “strettamente protetta” a “protetta”

 “Dopo anni di lavoro finalmente i primi risultati cominciano ad arrivare:  la Commissione ha ufficializzato oggi la volontà di revisione dello status di protezione del lupo e di farlo anche in seno alla convenzione di Berna –  dichiara l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e Consigliere per la Montagna del ministro per gli Affari Regionali – un passo importante che finalmente mette al centro non solo la tutela della specie ma anche l’importanza del mantenimento dell’attività antropica sulle nostre montagne.

Non si tratta di una battaglia ideologica contro il lupo o contro i grandi carnivori in generale, ma se l’obiettivo deve essere la convivenza, le regole devono essere equilibrate e devono tenere conto di tutti gli aspetti. Il numero dei lupi è aumentato, non ci sono più dubbi a riguardo e una corretta gestione servirà anche a tutelare la specie stessa – conclude Panza.

Così in una nota l’europarlamentare Alessandro Panza, responsabile delle politiche per le aree montane della Lega e Consigliere per la Montagna del ministro per gli Affari Regionali.

Auto investe donna sulla carrozzina

A Venaria una anziana a bordo di una carrozzina elettrica è stata investita da un’auto mentre stava attraversando la strada. Per l’impatto la donna è caduta a terra. Giunti sul posto gli agenti della polizia locale e il personale de 118 è stata trasportata all’ospedale Maria Vittoria di Torino ma non è in gravi condizioni. La polizia locale verificherà se la pensionata stava attraversando sulle strisce o meno.
(foto archivio)